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Downloaded by: luca-piscitelli-4 (piscitelliluca073@gmail.com) Arnold Schoemberg era nato a Vienna nel 1874 i suoi primi lavori come compositore dimostrano una certa vicinanza all’ambiente tardo romantico della capitale austriaca a testimoniarlo sono anche alcuni passaggi delle lettere che scendere invia a uno dei suoi allievi più famosi Anton Weber per commentare i primi lavori di quest’ultimo. appare evidente come nella mente di Schoemberg egli e i suoi allievi si formano infatti in totale continuità con l’espansione delle possibilità tonali già avviata da debussy. La vera e propria rottura con il linguaggio tradizionale arriva per scendere nel 1908 quando le sue composizioni approdano a quella che possiamo chiamare atonalità o forse con più precisione pantonalità nel senso che non intende negare la tonalità quanto piuttosto tenerle tutte insieme.il linguaggio schoemberghiano porta avanti un concetto musicale ed estetico fondamentale che è l’emancipazione della dissonanza, per anni la storia della musica occidentale ha cercato di tenere al minimo le quantità di dissonanze presenti nelle composizioni: se pensiamo ad esempio all’armonia classicamente intesa già la settima di prima specie ossia un accordo di dominante e una forte dissonanza secondo Schoemberg nvece la dissonanza deve essere gestita liberamente dal compositore l’estrema anticipazione della dissonanza nel linguaggio di schoenberg e dei suoi allievi porta a nuove convinzioni estetiche ovverosia non esiste più un centro Tonale della composizione ma ogni nota diventa centro Tonale a sé stante. Oltre ad essere un grande compositore Schoemberg è stato anche un grande pittore ,ed è evidente come nella sua musica nelle sue composizioni ci sia un’influenza espressionistica: la corrente artistica che nella Vienna dei primi del 900 andava per la maggiore. Quello per cui Schoemberg è famoso alle orecchie dei più è l’invenzione del sistema dodecafonico la parola dodecafonico intende dire che all’interno del sistema musicale pensato da Schoemberg sono presenti in egual misura e con i quali importanza tutti e 12 i suoni della scala cromatica . questi 12 suoni secondo schoenberg vanno disposti in una serie, all’interno della serie dove tutti i suoni hanno lo stesso peso come dicevamo prima non c’è un centro Tonale per cui non è possibile identificare una fondamentale all’interno della serie , tutte le note presenti hanno lo stesso identico peso. Nel sistema dodecafonico la serie non supplisce l’idea di tema essa infatti è niente più che un materiale pre- compositivo sul quale il compositore poi baserà la sua opera. Leggi fondamentali che reggono e sistemato dodecafonico sono: -nessun suono può essere ripetuto all’interno della serie se prima non si è esaurito il totale cromatico cioè se non sono stati presentati tutti e 12 suoni. - questa serie può essere trasportata può essere presa per frammenti può essere posta in orizzontale o in verticale. Il sistema dodecafonico di Schoemberg non fa nessun accenno alla dimensione ritmica della composizione questa infatti resta legata davvero alla tradizione tardo romantica facendo risultare le composizioni di Schoemberg non così innovative in toto. Ad applicare il sistema dodecafonico anche alle durate ritmiche saranno le avanguardie del secondo dopoguerra. Una serie dodecafonica può subire quattro trattamenti: •serie originale: la serie così come viene pensata dal compositore • serie retrogada: dall’ ultima nota della serie originale alla prima. •serie inversa: il ribaltare a specchio della serie originale •serie retrogada inversa: dall’ultima nota della serie inversa alla prima. Dell’avvento del nazismo e alla promulgazione delle leggi razziali schoenberg di origine ebraica anche se assolutamente non praticante è costretto nel 1933 a lasciare l’Austria e a partire alla volta degli Stati Uniti d’america dove morirà a Los Angeles nel 1951. Negli Stati Uniti ammorbidisce il proprio linguaggio, la produzione puramente dodecafonica infatti è abbastanza limitata. Egli si rese presto conto che la dodecafonia non si doveva applicare in maniera severa, integrale diranno poi nel secondo dopoguerra andava piuttosto applicata con “grano Salis”, come un colore a disposizione del compositore sulla sua tavolozza. Composizione arcinota del periodo americano è il “sopravvissuto di Varsavia”nella quale Schoemberg racconta gli orrori della Shoah in quest’ultimo la parte dodecafonica è molto limitata ed è legata soltanto alla zona in cui Schoemberg vuole ottenere davvero un forte espressionismo. Opera di rottura per la quale scende venne conosciuto e apprezzatodella musica avanguardistica dell’inizio del 900 però il Pierrot Lunair :è una composizione del 1912 decisamente espressionista, essa è basata su un ciclo di poesie del 1884 scritte da Albert Giró che Schoemberg lesse però in traduzione tedesca. Il Pierrot Lunaire è un’opera scritta per una piccola compagine di strumenti e voce femminile, la drammaturgia di questa piccola operina però è assai libera, la voce femminile infatti non interpreta sempre personaggi
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Downloaded by: luca-piscitelli-4 (piscitelliluca073@gmail.com) femminili, anzi, spesso la cantante dà voce al protagonista Pierrot ,appunto un uomo, già sotto questo aspetto Schoemberg dimostra di non avere nessuna intenzione di verosimiglianza e di preferire un trattamento libero della drammaturgia della sua opera. A tenere insieme tutta la composizione sono dei temi unificanti una sorta di ricordo del Leimotive wagneriano che ovviamente aveva colpito il mondo musicale tedesco decisamente a fondo. I trattamenti timbrici che dedica alla voce nel Pierrot Lunaire sono davvero tantissimi e vari. Aspetto più noto più originale del Pierrot Lunaire e l’uso dello Sprechgesang, si tratta di una sorta di parlato intonato parlato ritmico che dedica appunto alla voce femminile. Lo Sprechgesang viene notato in partitura con delle x poste più o meno all’altezza che la cantante dovrebbe ottenere, queste altezze vanno però prese lasciate immediatamente così come avviene nel parlato. Si tratta di un effetto di canto molto straniante , la forma dei testi che vanno a comporre il Pierrot Lunaire è molto originale e sostanzialmente ciclica. I primi due versi che aprono la prima strofa chiudono la seconda, e il primo di questi due versi chiude definitivamente la poesia. Una delle obiezioni che viene spesso mossa alla dodecafonia alla musica di Schoemberg in generale alla musica contemporanea è quella di risultare straniante, di risultare inquieta, di non dare all’ascoltatore nessuna regola e nessun riposo. Questo pregiudizio è spesso legato alla convinzione dell’ascoltatore occidentale che la musica debba intrattenere oppure ancor peggio rilassare. La musica come tutte le altre forme d’arte è semplicemente un mezzo di comunicazione che l’artista utilizza per rendere il proprio tempo, il 1912 si pone a due anni dall’inizio della prima guerra mondiale grandissimo conflitto che sconvolse l’intero la situazione soprattutto in un paese vicino alla Germania non doveva essere affatto serena l’inquietudine che il Pierrot Lunaire racconta l’instabilità armonica della sua costruzione musicale rispecchiano dunque semplicemente l’instabilità psicologica delle persone che vivevano azienda nel 1912 e nello specifico quella del suo autore se perciò quando ascoltiamo il Pierrot Lunaire ci sentiamo in qualche modo disturbati da questa musica non dobbiamo ritenere che sia un aspetto negativo della composizione , un qualcosa che ci debba allontanare dalla musica contemporanea, anzi, vuol dire che Schoemberg he sta ottenendo il suo obiettivo sta riuscendo a comunicarci quello che voleva dire. Della propria cultura ebraica Schoemberg mantenne sempre nel corso della sua vita una certa fissazione la cabalistica con i numeri. Infatti questa cosa è abbastanza evidente nei diversi passaggi all’interno della costruzione del Pierrot Lunaire sono presenti a livello strutturale non solo i numeri 7 e i suoi multipli ma anche qualche il numero 13 ritenuto sfortunato . Per Combattere questo numero Schoemberg organizza una macchina strutturale che ruota tutta attorno al 7 un numero cabalisticamente ritenuto perfetto capace di neutralizzare il 13. Schoemberg fu un grandissimo didatta della composizione infatti scrisse il “manuale di armonia” dove si trovano spiegate le regole dell’armonia classica. Proprio Grazie al suo approccio didattico a Vienna ebbe diversi allievi vogliamo citare Alban Berg e Anton Webern che insieme al loro maestro compongono quella che noi chiamiamo “seconda scuola di Vienna” questa per distinguerla dalla scuola di Vienna ufficiale composta da Hyden, Mozart e Beethoven. Alan Berg fu allievo dal 1904 e cominciò a produrre composizione atonali dal 1909/1910. Una delle sue composizioni più famose di il “wozzek” arriva nel 1921. Berg fu un compositore con uno sguardo rivolto al passato, infatti riteneva che la dodecafonia fosse semplicemente un colore possibile e non l’unica strada da perseguire. Anche Webern fu allievo di Schoemberg dal 1904, il suo approccio alla composizione però fu decisamente più innovatore rispetto a quello del collega Berg. Si distinse per una mentalità estremamente fiamminga ,complessa e articolata e intese la composizione come un rito in qualche modo iniziatico dedicato a coloro che erano in grado di capirla è in grado di apprezzarla. L’utilizzo del sistema dodecafonico è in maniera decisamente più stringente sia rispetto a Berg sia rispetto a Schoemberg. Le avanguardie del secondo dopoguerra videro proprio in Webern e non dal suo maestro il faro da seguire, quello che però gli avanguardisti del secondo dopoguerra non avevano capito era il criterio della brevità e della essenzialità che Webern applicava nelle sue opere. Se infatti il serialismo integrale come diranno loro che verrà applicata nelle sue composizioni viene applicato su una brano che dura un minuto e mezzo due minuti come quelli di Webern ha un senso, ha un significato, possiede una grande forza espressiva e comunicativa ,se lo stesso puntinismo sonoro invece viene applicato al composizioni di 10,15,20 minuti chiaramente mette a dura prova ogni ascoltatore anche i più allenati.
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