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ALBAN BERG ED ANTON WEBERN

Questi due compositori sono due allievi di Schonberg e due personalità con cui, fondamentalmente egli entrò
a contatto, perché tra di loro vi fu un bellissimo rapporto di amicizia. Alban Berg morirà nel 1935, quindi
prima di Schonberg(che muore nel 1951); pur essendo un suo allievo morirà prima di lui. La stessa cosa
per Webern, che morirà nel 1945; anche lui fa una morte assolutamente inaspettata. Berg morirà per via di
una puntura d’insetto che, non curata, gli porta l’infezione e quindi il decesso; Webern, invece, per errore,
verrà ucciso da un soldato ubriaco Americano. Andando ai contenuti artistici, possiamo iniziare a parlare di:
1) ALBAN BERG
Pur adottando la prassi compositiva atonale e dodecafonica del suo maestro, di Schonberg, non rinuncia
tuttavia all’impiego di alcuni procedimenti diatonici e tonali. Alban Berg era il figlio di un ricco
commerciante e nel 1904 conobbe Schonberg, che lo adottò come allievo e proprio dal 1912 iniziò ad
utilizzare sistematicamente la dissonanza. Intorno al 1921 completò la sua prima opera, che è il
WOZZECK, rappresentata a Berlino 4 anni dopo. Intorno al 1929 diede, invece, inizio alla composizione
del suo ultimo lavoro per il teatro: la Lulu, rimasto, però incompiuto, infatti non scrisse il terzo atto, che
venne completato dal compositore Brigit Cerna, intorno agli anni Settanta. Subentrerà la morte, che non
consentirà a Berg di proseguire il suo lavoro di compositore e di musicista.

 WOZZECK
Rappresenta un notevole esempio di opera espressionista e viene composta tra il 1917 e il 1921, per
quanto poi venne rappresentata nel 1925. Berg rinunciò, scrivendo quest’opera, all’intermediario
librettista e assunse tale e quale il testo del dramma WOZZECK di Buckner, che era un drammaturgo
Tedesco. Wozzeck è un personaggio realmente esistito, che uccise la moglie. Il dramma di Buckner si
compone di 26 scene e si rifà al periodo precedente alla rivoluzione del 48; Berg ridusse questo
dramma di più ampia proporzione (26 scene) in 15 scene, raggruppandole 5 per ciascun atto. Queste
erano collegate tra di loro da interludi. Wozzeck è un ingenuo soldato Polacco e diviene assolutamente
vittima delle prevaricazioni dei suoi spietati superiori Prussiani, in particolare il capitano ed il dottore. Gli
viene rimproverata, per invidia, la sua relazione con Marie, una bella popolana, dalla quale Wozzeck ha
avuto un figlio senza averla mai sposata. Wozzeck viene ridotto ad una condizione di disperazione, perché,
per denaro, si sottopone agli esperimenti del dottore; pensava di poter far vivere un essere umano, nutrendolo
soltanto con i piselli. Quindi perde la testa. Proprio per questo viene travolto dalla gelosia ed anche dal
tradimento della sua amante, che cede alle lusinghe dell’altro corteggiatore. Finisce per ucciderla con una
coltellata e, prima di morire, è annegato lui stesso in uno stagno deserto. Ogni scena è assoggettata alla
disciplina di una diversa forma della musica strumentale; abbiamo per esempio:
1) Il primo atto: è una sorta di presentazione espositiva e ad ogni scena corrisponde un pezzo
caratteristico che raffigura i rapporti del protagonista con gli altri personaggi del dramma.
2) La suite rappresenta il capitano.
3) La rapsodia rappresenta Andrès, che è il commilitone di Wozzeck; la marcia militare
rappresenta Maria.
4) La Passacaglia, dove viene rappresentato il dottore; il Rondò rappresenta l’altro corteggiatore.
Wozzeck è un personaggio assolutamente bizzarro, che opera con una certa continuità in tutta l’opera che
prevede anche un secondo ed un terzo atto. Il secondo atto viene concepito come una sorta di sinfonia in 5
tempi, mentre nel terzo atto si vede la catastrofe finale e l’epilogo, che vengono resi musicalmente da una
serie di cinque intenzioni, più l’epilogo, che è un’altra intenzione, che si trova tra la scena quarta e la scena
quinta. Wozzeck non è completamente atonale; la tecnica seriale, che ancora stava trovando i suoi sviluppi
(siamo ancora nel 1921 e non era ancora matura neanche per Schonberg), è utilizzata per la 4° scena del
primo atto, mentre per il terzo atto vi sono delle zone specificatamente tonali. Importante è anche la
partecipazione della grande orchestra, che partecipa allo svolgersi del dramma con delle sonorità massicce,
oppure con degli effetti inediti, cameristici. La scrittura vocale oscilla tra una distesa vocalita, al puro e
semplice parlato. Lui utilizzerà il famoso” Spracht-sang.”

 LULU
Sul libretto di Alban Berg; col Wozzeck rivoluziona tutto, perchè mette in musica il dramma di Buckner.
Quest’opera venne cominciata nel 1929 e rimane incompiuta (il terzo atto, come già detto, venne completato
da Cerna negli anni Settanta). Venne eseguita in versione completa nel 1979 (in tre atti) sotto la direzione di
Pierre Boulez; venne rappresentata per la prima volta nel 1937, in forma incompleta, il 2 Giugno, mentre
tutti i brani sinfonici tratti dall’opera, denominata Lulu Suite, vennero eseguiti a Berlino nel 1934, un anno
prima della morte di Alban Berg.. Nella Lulu, il sesso è la forma, la spinta primaria che dà il potere all’uomo.
E’ ambientata intorno al 1930, nel contesto della società Londinese. Proprio Lulu è lo strumento del male del
destino ed è la causa principale delle morti di tutte le persone che, nel bene o nel male, vengono a contatto
con lei. Anche lei non è il solo carnefice, ma è anche una vittima; con lei il destino, tutto sommato, sarà
fatale, rendendole difficile la vita fin dall’inizio. A causa degli intrecci che il dramma aveva sviluppato ed
anche a causa di questo possessivo erotismo, il dramma di Berg non ebbe il successo che meritava. A
differenza del Wozzeck, l’opera è interamente costruita su un’unica serie dodecafonica che determina i temi
di Lulu; gli altri temi, quindi i temi degli altri personaggi, sono, a loro volta, derivati dalla serie dedicata alla
protagonista.
Abbiamo ancora, oltre queste due opere, altre opere di Berg che ci sono rimaste, come gli arpeggi per
orchestra, op. 6:
1) Preludium
2) Girotondo
3) Marcia
Poi abbiamo i Lieder per voce e pianoforte e, in più, I cinque Lieder per orchestra, op.4. Sono delle
composizioni che vanno a precedere la nascita della tecnica dodecafonica di Schonberg. Nelle composizioni
della maturità, Berg seguì, quasi in maniera fedele, il metodo dodecafonico di Schonberg, mitigando le
dissonanze con elementi armonici tradizionali. Vi è un’opera importante: Il concerto per violino e
orchestra, del 1935. E’ il suo ultimo lavoro prima della morte ed è costruito su una serie dodecafonica
caratterizzata da evidenti integrazioni tonali. Il concerto è diviso in due parti:
1) Allegretto
2) Allegro- Adagio
Il concerto è dedicato alla scomparsa della diciottenne Marion Gropius, la figlia di Alma Mahler, che,
rimasta vedova, finalmente corona il suo sogno di poter stare con Walter; la figlia, a diciotto anni, muore.
Berg le era molto affezionato. Proprio questo concerto ha un sottotitolo ben preciso, che è “ Alla memoria di
un angelo”.
2)ANTON WEBERN
Dobbiamo parlare di Webern. Berg segue Schonberg pedissequamente, però tende a mitigare questa
esuberanza dodecafonica, perché è presente quest’attenzione al richiamo tonale. E’ una musica dissonante,
ma c’è sempre un’attenzione a quelli che sono i parametri classici. Webern è più spregiudicato. Vive dieci
anni in più rispetto ad Alban Berg, muore nel 1945, quindi riesce ad esprimere meglio quella che è la sua
poetica. Lui muore nel ‘45 e Berg nel ‘35; vi furono dieci anni per poter sperimentare nuovi linguaggi e
trovare nuove soluzioni. Anche Webern è allievo di Schonberg e inizia la sua attività componendo dei lavori
molto vicini all’espressività Romantica; successivamente il suo stile si evolve verso quella che è l’atonalità e
la dodecafonia. Caratteristica rilevante nelle composizioni di Webern, che non abbiamo riscontrato in Alban
Berg, è questa sorta di presenza di elementi, logicamente, sonori che vengono alternati a frequenti pause.
Proprio il silenzio acquista un valore musicale fondamentale, diventa la principale caratteristica. La melodia
in sé si presenta, per quanto riguarda Webern, proprio frammentata e proprio la sequenza melodica viene
suddivisa in strumenti diversi. La caratteristica di Webern, a differenza di Berg, è proprio il fatto che lui, la
serie se la divide, se la va a frammentare e la va a piazzare, praticamente, proprio tra strumenti diversi.
Ciascuno strumento va ad eseguire fondamentalmente poche note e poi tace, lasciando lo spazio ad un altro
strumento. Quindi prosegue la sequenza via via. Quindi, a questo punto diventa importante, in Webern, il
parametro timbrico, perché lo utilizza per l’applicazione di questa serie, frammentata, divisa, ma spostandola
fra strumenti diversi. Proprio questa intenzionale povertà di materiale sonoro(non eccessivamente
ridondante, non eccessivamente ricco) si accompagna anche a quella che può essere la brevità delle
composizioni. Parliamo, ad esempio delle sei bagatelle per quartetto d’archi, op 9; possiamo parlare di un
tempo abbastanza breve(durano circa tre minuti e mezzo). Ancora, la sinfonia per nove strumenti, op.
21(dura circa 6 minuti). Webern iniziò i suoi studi musicali a Klemfurt, che si trova in Austria, nella parte
meridionale e tra il 1902 e il 1906 studiò musicologia proprio all’università di Vienna. In seguito, studiò
composizione con Schonberg. Webern studiò composizione con Schonberg e dopo la guerra svolse il ruolo di
direttore d’orchestra in Austria, poi nella repubblica Ceca e poi in Polonia, prima di tornare a Vienna, dove
collaborò alla Società per le esecuzioni musicali private di Schonberg, che nasce con lo scopo di far
diffondere questo tipo di musica. Dal 1927 divenne direttore stabile dell’opera di Vienna e tra il’24 e il’32
diede una serie di concerti in Svizzera, in Inghilterra, Spagna e Germania. Le cose, per lui, cominciarono a
cambiare con l’avvento del Nazismo; proprio per questa sua intraprendenza, questo suo modo di rendere
vivo l’insegnamento del suo maestro, di Schonberg, la sua musica verrà considerata assolutamente come arte
degenerata e i Nazisti andranno a perseguitare in maniera incessante la sua musica e gli toglieranno ogni
privilegio economico. Ebbe quindi anche difficoltà di sopravvivenza; a quel punto dovette lavorare come
correttore di bozze per l’Universal Edition. Nel’45 lascia Vienna per recarsi a Salisburgo, nel Salisburghese,
dove, purtroppo per lui, viene ucciso da un soldato Americano ubriaco. Il suo apprendistato con Schonberg,
che durò fino al 1908, risultò piuttosto determinante per quanto riguarda la maturazione del suo stile. La sua
prima opera dodecafonica ha inizio con i tre canti popolari sacri, opera n.15 dove mostra di realizzare in
maniera rigorosa il metodo dodecafonico di Schonberg; possiamo sicuramente delineare una sorta di quadro
legato alle differenze degli atteggiamenti dei due compositori, nei confronti di Schonberg. Quali sono gli
atteggiamenti che vengono utilizzati?
1) Webern spinge, come abbiamo visto, alle estreme conseguenze le nuove conquiste sonore di
Schonberg. La sua musica verrà presa a modello dai musicisti della scuola di Darmstadt nel secondo
Novecento, perché rappresenta lo stato più avanzato della musica seriale. In quel contesto si parla di
serialità integrale. Il principio seriale viene applicato a tutto. Si parla di serialità completa. Integrale.
2) Con Berg abbiamo un atteggiamento più tranquillo, perché mira ad integrare la dodecafonia,
recuperando il passato.
Webern non fu un grande compositore proprio dal punto di vista della quantità di opere. Soltanto 31 delle sue
opere furono pubblicate durante tutta la sua vita; in ogni caso, il suo stile musicale è cambiato nel tempo. I
suoi primi lavori sono in stile tardo romantico, parliamo per esempio della passacaglia per orchesta, in cui si
chiude l’apprendistato con Schonberg. Sotto l’aspetto armonico, l’opera apre un nuovo mondo
dall’orchestrazione innovativa e gli episodi tonali molto larghi. Abbiamo ancora un altro aspetto; per molti
anni, Webern scrisse pezzi atonali, molto simili ai primi lavori di Schonberg. Dall’influenza romantica,
andiamo all’influenza di Schonberg. Abbiamo i tre cantici spirituali, siamo nel 1925, negli stessi anni in cui
Schonberg mette a punto la sua tecnica compositiva. Questo fu il suo primo lavoro, basato sulla tecnica
romantica. Per la terza fase arriviamo alle sue ultime opere, che indicano una sorta di sviluppo dello stile in
senso radicale. Il contrappunto appare più denso e vengono usate serie più semplici; parliamo delle cantate
op. 29 e op. 31 che durano più dei lavori precedenti e rispecchiano lo stile di quest’ultimo periodo che verrà
raccolto dalla scuola di Darmstadt, stile che rappresenta la dodecafonia, portata alle estreme conseguenze.
Webern applicherà questo metodo dodecafonico nelle opere della maturità evitando al massimo ogni
richiamo di tipo tonale. A differenza di Berg, non scrisse lavori teatrali, in quanto fu molto favorevole alla
composizione di pezzi di musica strumentale e di pezzi di breve durata. Possiamo parlare di una ricerca
dell’essenzialità e di un’economia costruttiva. Questa ricerca si manifesta nell’impiego di melodie composte
da segmenti abbastanza brevi; le note sono differenziate ritmicamente ed anche nella dinamica; l’economia è
ottenuta attraverso la variazione continua di un singolo motivo, che di solito viene a trarre origine dalla serie
stessa. La serie è spezzata in due, tre, o quattro segmenti di sei, quattro, oppure tre note; vi è una sorta di
corrispondenza. Una serie in cui gli altri suoni sono l’esatto riflesso del primo esacordo. La sinfonia op. 21
del 1928 è basata su un’unica serie, costruita in modo che le altre note siano il retrogrado trasposto delle note
1-6. Abbiamo questa sorta di utilizzo del materiale di capacità.
3)ERICK STEIN
Rappresenta un altro illustre esponente della seconda scuola di Vienna. Fu un direttore d’orchestra e un
critico musicale Austriaco, naturalizzato in Britannico; dopo gli studi di Musicologia a Vienna, fu allievo di
Arnold Schonberg, tra il 1906 e il 1910. Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania, fugge a Londra per
sfuggire ai Nazisti; fu consulente della Universal Edition e fu il curatore della prima raccolta di alcune
pubblicazioni di Schonberg.
4)KURT WEILE E PAUL HINDEMITH

 KURT WEILE
Dobbiamo parlare dei massimi esponenti della musica d’uso; dividiamo la biografia di Kurt Weile in tre fasi
diverse:

 Periodo I: lo trascorre in Germania.

 Periodo II: lo trascorre tra Parigi e Londra.

 Periodo III: lo trascorre negli Stati Uniti.


Sono delle fasi importanti che vanno a determinare una sorta di diversità di quella che è la produzione di
questo compositore.
1) PERIODO I: è figlio di un cantore di una sinagoga di Varsavia. Nel 1924 conosce il drammaturgo
Kaiser, con il quale collaborò fino a quando fu costretto a lasciare la Germania; si stavano avviando
le premesse per la salita del Nazismo, quindi iniziava già ad essere un periodo caldo per la
Germania. Al 25 e al 26 risalgono il concerto per violini e flauti e l’opera Il protagonista, su libretto
di Kaiser. L’evento più importante, però, fu l’incontro tra Kurt Weil e Bertold Brecht, dal quale
nacquero diversi lavori. Frutto di questa collaborazione saranno il singspiele Magonie, in un atto,
siamo nel 1927, a cui seguì il dramma l’opera da tre soldi in un prologo e tre atti, sottoforma di
singspiele. Stimato in Germania, si fece conoscere anche in Francia e in Europa; proprio nel 1933,
malgrado la sua fama, fu costretto a fuggire proprio per le persecuzioni Naziste
2) PERIODO II: Con l’avvento del Nazismo, fu costretto a lasciare la Germania; si trasferisce prima a
Parigi, dove scrive un balletto su testo di Brecht, la sua opera più importante, “I sette peccati
capitali”(siamo nel 1933). Poi si trasferisce a Londra
3) PERIODO III: E’ costretto ad andare a rifugiarsi in America; il Nazismo sta iniziando a dare vita alla
soluzione finale. In questo periodo scrisse per Broadway, Hollywood, delle produzioni musicali
legate al cinema. Lavorò anche per la radio americana, fermandosi dopo i primi insuccessi con
musical importanti, come Lost in the Stars. Tra le sue opere strumentali si ricordano la sinfonia n.1
del ’21 e la sinfonia n.2 del 1933. Poi il concerto per violino e orchestra di fiati, op.12.
Parliamo delle sue opere teatrali; Magonie è un singspiele del 1927, in un atto, in cui è descritta la vita di una
città immaginaria dominata dal denaro ed anche dal profitto, in cui ogni cosa è consentita; l’opera è anche
una precisa denuncia della moderna società industriale. Sono opere nate dalla collaborazione con Brecht.
L’opera da tre soldi è in un prologo e in tre atti, dramma in forma di singspiele. Qui la polemica sociale è
ancora più incisiva. I protagonisti dell’opera, ambientata nei bassi fondi di Londra, sono bambini, mendicanti
ed anche prostitute. Il protagonista dell’opera è il vecchio Peacum, re della malavita, che vuole impedire ad
ogni costo l’unione della figlia Polly, con il marito Margeat. Il balletto del 1933 è sempre su soggetto di
Brecht, che non ha più rapporti con Weile, che si è traferito a Londra. Viene rappresentato quando già lui
stava a Londra; è un balletto-canto in sette parti, più prologo. E’ un lavoro nato dopo l’ascesa del Nazismo
in Francia, dove Kurt Weile fu costretto a rifugiarsi. Il soggetto del balletto evidenzia le ipocrisie della
società borghese.

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