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FRANZ SCHUBERT

(1797-1828)

VITA. Il quartogenito del maestro di scuola Franz Theodor, di famiglia povera, nel 1808 entrò nella cappella
imperiale di corte come cantore. Prima la sua educazione era stata curata dal padre e dal organista Michael
Holzer. Dal 1808 frequenta lo Stadt Konvict, il più importante colleggio per borghesi di Vienna. Ebbe come
maestro di organo e piano Vaclav Ruzcka, che dirigeva anche l’orchestra degli studenti. Più tardi ebbe come
maestro anche Salieri per 5 anni. Per l’orchestra della scuola scrisse le prime Ouverture e la prima sinfonia.
Divenne amico di Joseph Spaun, che gli presentò il poeta Mayrhofer. Nel 1813 lascia lo Stadt Konvict ed
entra in un colleggio di maestri di scuola. Nel 1814 completa la prima opera Des Teufels Lust Schloss, e la
prima messa in Fa Maggiore. Entra nella scuola del padre come insegnante; compone soprattutto sinfonie,
quartetti e musica da camera ma anche Lieder e nel 1814 compose Gretchen An Spinnrade su testo di
Goethe, il primo vero Lied romantico tedesco. Nel 1815 nonostante l’insegnamento, compone circa 150
Lieder di cui vari su testi di Goethe come Erster Verlust, Heiden Roslein, Rastlose Liebe e Erl Konig. Tra gli
altri poeti emergono Schiller, Ossian e altri ; compone la seconda e terza sinfonia e quattro operette, tra cui
Die Freunde Von Salamanka. Il 1816 fu anno di grandi creazioni, tra cui altri lieder su testi di Goethe, An
Schwager Kronos e altri tratti dal Wilhelm Meister, e Der Wanderer su testo di Von Lubeck, che divenne
presto celebre. Compose anche la quarta sinfonia detta “tragica” dal compositore stesso e la quinta. Per gli
amici viennesi improvvisava Valzer e Landler che poi riscriveva giunto a casa. Alla fine del 1816 Schober lo
convince a lasciare l’insegnamento e a trasferirsi a casa della madre, cosicchè nel 1817 shubert si può
dedicare solo alla composizione. Compone varie sonate per pianoforte tra cui quella in Mib Maggiore D568
e quella in Si maggiore D575. Nel 1817 venne presentato al cantante di corte Michael Vogl che interpretò
Ganymed e altri Lieder accompagnato dal compositore al piano in serate dedicate a sue musiche con danze
ballabili e sonate dette Schubertiadi. Privo di danaro, dovette riprendere l’insegnamento ; cominciò a
scrivere la sesta sinfonia e le due Ouverture in Do nello stile italiano e in Re maggiore. Nel 1818 venne
assunto dal conte di Esterhazy come maestro di musica delle due figlie, alle quali dedica alcuni brani a
quattro mani come la sonata in Sib D617 e le variazioni su un Lied francese D624. Tra i Lieder del 1817
troviamo capolavori come Gruppe Aus Dem Tartarus (Schiller) , Mennon (Mayrhofer), An Die
Musik(Schober), Der Todd un Das Madchen (Claulius) e Die Forelle(Schubart). Il migliore dei Lieder del 1818
è forse An Den Mond (Schreiber). Nel 1818 andò ad abitare con Mairhofer e nel Gennaio del 1819 terminò
il Singspiel Die Zwillingsbruder. Nell’estate accompagnò Wogl in viaggio nell’Austria. A Steyr Schubert
conobbe il violoncellista Paumgartner su cui suggerimento compose il quintetto per pianoforte e archi Die
Forelle ; Musicò Prometheus di Goethe, uno dei suoi Lied più profondi. Sempre nel 1819-1820 con
Mayrhofer Schubert compone il frammento di Lazzarus, oratorio cantato in tre atti di cui solo il primo atto
è completo, però di notevole qualità nella mescolanza di ariosi e recitativi. L’operetta Die Zwillingsbruder fu
rappresentata nel 1820 con un modesto successo, gli fu commissionata la musica di scena per Die
ZauberHarfe commedia ma senza successo duraturo nonostante le sette repliche. Nel 1820 compose il
primo tempo del quartetto in Do minore noto come “Quartett Satz” (postumo 1870) . Nel 1821 andò ad
abitare da solo in centro; qui compose alcuni bellissimi lieder su versi di Goethe, tra cui Grenzen Der
Menscheit e Geheimes. Vengono pure pubblicate alcune sue opere Erlkonig, Gretchen e altri Lieder.
Compose anche l’opera romantica Alfonso Und Estrella che non fu mai eseguita. Nel 1822 strinse amicizia
con Weber in occasione delle rappresentazioni del Freischutz. In autunno compose l’ottava sinfonia in Si
minore (incompiuta) e la Wanderer Fantasie per piano. In settembre finisce la messa in Lab cominciata nel
1819. In dicembre si ammalò di malattia venerea. E ristabilitosi, vende i diritti dei Lieder all’editore Diabelli,

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che ne pubblicò una serie ma fu un disastro economico per Schubert che ruppe con l’editore. Durante la
malattia, compone una sonata in La min D845 e l’operetta Die Verschworenen. Inizio anche a comporre Die
Schone Mullerin. Durante la convalescenza, Vogl lo porta a Steyr dove compone il Fierrabras in tre atti,
terminata a Vienna in Ottobre. Nel 1823 Weber si trova a Vienna per l’Euryanthe, che Schubert stronca e da
allora l’amicizia fra i due si raffredda. Compone le musiche di scena per Rosamunde, che scompare dopo
solo due repliche. I Lieder del 1823 oltre al ciclo suscitato sono Aus Den Wasser Zu Singen e altri su poesi di
Ruckert tra cui Du Bist Die Ruh. Nel 1824 tre capolavori di musica da camera : I quartetti in La minore D804
in Re min D810 (la morte della fanciulla) e l’ottetto in Fa maggiore D803. E Die Schone Mullerin venne
pubblicata ma non migliorò le condizioni del musicista, che riprese l’attività presso il conte Estherazy. A
Zselig la vita sana giova alla sua salute e compone per pianoforte a quattro mani la sonata Gran duo D812 e
le variazioni su tema originale D814. In Ottobre ritorna a Vienna. Nel 1826 scrisse il quartetto in Sol
maggiore D887, il più importante e parecchi Lieder su versi di Sedl. In Ottobre scrisse la sonata in Sol
maggiore op.78. A fine 1826 scoprì nuovi versi di Muller che mise in musica nel 1827, i primi 12 del
Winterreise nel Febbraio del 1827. In Giugno 1827 scrisse la prima serie degli Improptu op.90. In Autunno
completa il Winterreise e scrisse il trio op.100 e i quattro Impromptus op.142. Tra Gennaio e Aprile scrisse
la grande Fantasia in Fa min a quattro mani D940. Il 26 Marzo ebbe luogo un concerto di musiche di
Schubert con il Trio, il primo tempo di un quartetto, Standchen e altri Lieder cantati da Vogl, che fu un vero
successo. A Giugno compose la messa in Mib e in Agosto completò lo Schwanengesang, l’ultima raccolta di
13 Lieder più 1 aggiunto dall’editore su testo di Sedl. Intanto la salute peggiora e il compositore va ad
abitare con il fratello Ferdinand in un nuovo quartiere di Vienna. Qui compose le ultime sonate per
pianoforte e il quintetto in Do maggiore. Dopo una visita a Eisenstadt alla tomba di Haydn la saluta
ripeggiora e muore il 19 Novembre. Fu sepolto nel Friedort vicino a Beethoven.

LIEDER. Anche prima di Schubert il genere era ampiamente praticato, ma la preminenza di quest’utlimo è
dovuta essenzialmente al suo genio. Essi si possono dividere in tre grandi gruppi :

- Il Lied strofico, una stessa melodia su ogni strofa, come Heiden Roslein. C’è anche la versione
modificata, come Der Musensohn, in cui le 5 strofe sono cantate sullo schema alternato ABABA,
oppure An Der Mond in cui la melodia segue lo schema ABBA , oppure Du Bist Die Ruh con schema
AABB .
- I Lieder Durchkomponiert , in cui troviamo strofe su diversa melodia ma con lo stesso
accompagnamento uniforme, come Gretchen An Spinnrade, Die Junge Nonne, NachtViolen, Der
Zwerg ecc.
- I Lieder del terzo gruppo derivano dalla scena operistica , con una serie di sezioni indipendenti, in
cui cambiano tonalità, tempo, metro e stato d’animo . Es Schafers Klagelied, Der Wanderer,
Frulingstraum.

Una volta creata la melodia , Schubert aggiungeva a volte brevi interludi pianistici, con la melodia alla mano
destra mentre la sinistra esegue solo poche note per l’armonia. A volte una parola o una frase sono
sufficienti per evocare una sfumatura armonica o una modulazione, come Augen Zelt nel Lied Du Bist Die
Ruh oppure in Der Alpenjager il pensiero dell’innamorata “Die Ihm Daheim” fa modulare dolcemente dal Fa
minore al Re maggiore. Nei primi Lieder Schubert aggiungeva semplicemente la musica ai versi; con il
passare del tempo il lavoro assomiglia ad una traduzione musicale dei testi poetici, le note ricreano i valori
della poesia e penetrano il pensiero del poeta esprimendolo in maniera superiore a quella dei versi. Es Die
Amflusse in due versioni del ‘ 15 e del ’22 . Nei versi è descritto un dramma interiore e un ritorno del poeta
alla serenità. La prima versione è ricca di momenti drammatici, appassionata . La seconda è invece serena e

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realizzata secondo la forma strofica. Nella maturità Schubert penetrà più profondamente nel pensiero di
Goethe.

Passiamo ora ad esaminare alcuni Lieder particolarmente significativi.

GRETCHEN AN SPINNRADE (Margherita all’arcolaio)


La prima parte del Faust di Goethe era stata pubblicata nel 1808 da cui è tratto il canto di Margherita.
Sappiamo che Goethe a 15 anni era preso da una certa Gretchen, e che forse Frederique Brion fu all’origine
del personaggio letterario . Si può anche supporre che Schubert da 17 anni abbia messo in musica le sue
emozioni per la cantante Therese Grob. Il manoscritto originale del 1814 si trova nella biblioteca di strada di
Vienna. Nel testo poetico non c’è alcuna menzione dell’arcolaio, è citato solo nel titolo. Tuttavia Schubert
ce ne fa percepire la presenza attraverso il motivo regolare del pianoforte dall’inizio alla fine del brano. Il
movimento allude anche allo stato di eccitazione e di agitazione della ragazza, senza Faust non c’è pace per
lei. Con l’accrescersi della sua disperazione, anche la musica cresce drammaticamente :
l’accompagnamento pianistico si amplia, tende gli intervalli della formula ritmica, rinserrando la
progressione e la concentrazione armonica fino al ricordo del bacio di Faust “Ach Sein kuss” dove il
movimento irrequieto subisce una pausa d’arresto. Il Lied si apre in 6/8 nella tonalità di Re minore, con i
sedicesimi della mano destra (L’arcolaio) mentre gli ottavi della mano sinistra sottendono la spinta del
piede al volano. La minima puntata può raffigurare il cavalletto fermo. Il ricordo del bacio di Faust è
accompagnato da una serie di accordi di settima diminuita cui si fa seguire un accordo di settima di
dominante con corona. Il pianoforte riprende da solo sul pedale di La degli arpeggi sulla seconda minore di
Sib, dissonanti, fino al ritorno della figurazione principale e del Refrain.

Il Lied è diviso nelle seguenti parti :

A) Refrain + Due strofe

B) Refrain + Tre strofe

C) Simmetrico di A

D) Coda, seconda versione del Refrain.

Dal punto di vista armonico si passa dal Re minore (A) a Mi minore (B) e la prima parte si conclude in Fa
Maggiore. Si ritorna a Re minore e la progressione armonica giunge fino al Sib , per la seconda parte . La
distinzione in 5 parti con il ritorno del Refrain segue il disegno di Goethe.

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ERLKONIG (re degli elfi)
Per la composizione di questa ballata, Goethe si era basato su un modello di Herder, il quale aveva tradotto
dal danese la ballata Erlkonigs, la traduzione è incerta un misto fra lo spirito del male unito ad un simbolo
minaccioso contenuto nell’imagine dell’Ontano. Oltre 130 compositori hanno messo in musica questa
ballata, non solo Lieder per voce e piano ma anche Lieder corali per voce e orchestra , voce e quartetto
d’archi, voce e chitarra , ecc. Goethe che aveva apprezzato la versione che ne aveva fatto Zelter, biasimava
Schubert per aver fatto di una canzone di lavandaia una tragedia. Egli voleva che il compositore rimanesse
fedele al poeta, con una musica ripetuta ad ogni strofa. In realtà Schubert ci ha dato qualcosa di veramente
diverso, che impegna molto sia il pianista che il cantante, che deve ricreare tre personaggi differenti. Egli
pone la linea vocale del padre su un piano diverso rispetto a quella del figlio. Nella seconda strofa la linea
vocale è nel complesso ascendente, sottendendo l’interiezione del padre “figlio mio perché hai paura il
volto ti nascondi?” (battuta 37-40) da battuta 51 a 54 con la voce bassa cerca di consolare e sottovalutare
le paure del figlio, cantando quasi un ottava sotto rispetto a quest’ultimo. Alla quarta strofa per prevenire
l’agitazione crescente del figlio il padre canta con un tono di voce normale (Battute 80-81). La linea vocale
del padre diventa più acuta come cresce la sua ansia, ma è sempre molto più bassa rispetto a quella del
figlio (Battute 97-40, 41-50, 80-85, 103-112). Ogni lamento del ragazzo è più forte e acuto del precedente
(Battuta 72-79,97-104,123-127) in corrispondenza delle quali troviamo le note Do,Re,Mib,Mi,Fa,Solb al
ritornare della parola Water. La tensione cresce fino all’ultima invocazione del ragazzo “Padre mio mi afferri
in quest’istante, il re degli elfi mi ha fatto del male” . Nell’ottava e ultima strofa la voce narrante descrive
l’orrore del padre che cavalca affannosamente con il figlio morente per raggiungere il palazzo. All’ultimo
verso shubert interrompe la figurazione ritmica di terzine ed ottave per concludere la ballata con una serie
di accordi e un recitativo. Schubert ha reso bene anche la presenza della morte sotto l’apparenza del re
degli elfi, con una melodia suadente in pianissimo alle battute 57-58 e a battuta 86 con ppp . Alla terza ed
ultima entrata del re, Schubert indica con pp le parole Ich liebedich “Ti amo, mi attrae la tua bella persona e
se non vuoi ricorro alla forza “. In corrispondenza della parola Gewalt (Forza) Schubert pone l’indicazione
fff. Anche le scelte tonali sottolineano i personaggi o i luoghi diversi del poema. La prima e la seconda
strofa sono in Sol minore, nella terza quando entra il re modula a Sib maggiore per sottolineare le parole
dolci e melliflue della morte, nella quarta strofa il padre canta in Sol minore, mentre i due versi successivi
presentano una modulazione a Si minore, la quinta strofa dove canta il re è in Do maggiore e nasconde
sotto parole amichevoli la malignità del re. La sesta modula da La minore a Do# minore/maggiore per
spostarsi nella settima a Mib maggiore. L’ottava è di nuovo in Sol minore.

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SCHAFERS KLAGELIED (Il lamento del pastore)
Goethe scrisse il testo nel 1802 ispirato ad una canzone popolare ascoltata ad una festa. Hegel lo ricorda
nella sua estetica : “il lamento di un pastore è uno dei più belli del genere ; l’animo rotto dal dolore e dalla
nostalgia resta muto e chiuso, e si palesa in tratti esteriori, e pure vi vibra dentro la profondità al massimo
concentrata del sentimento anche se inespressa” . con questo Lied che Schubert esordisce nel 1819 nella
locanda viennese “Zum Romischen kaiser” cantato dal tenore Jager nella versione in Mim. L’autografo è del
1814 e si trova a Vienna. Schubert fa corrispondere la musica nelle due prime strofa A e B e nelle due
ultime B e A, evidenziando le strofe centrali C e D, attraverso un cambio di ritmo e di atmosfera che da
gioioso in DoM passa poi a tragico in Dom con accordi ribattuti al piano. La comparsa dell’arcobaleno porta
a un sereno SolM di breve durata, che muta di nuovo a Mim dell’ultima strofa che fa pendant alla prima.

DER WANDERER (Il viandante)


La terza e definitiva versione è del 1821 mentre la prima datava del 1816. La poesia di Von Lubeck è
tipicamente romantica, e descrive lo stato d’animo del viandante senza terra e senza meta. I cambiamenti
di stato d’animo e le descrizioni varie sono assecondate da Schubert, che scrive un lied composito articolato
in più parti. La prima strofa è suddivisa in due parti, la prima in Do#min con un intenso preludio pianistico,
la seconda al relativo maggiore Mi, con una frase esposta alla voce e ripetuta poi dal piano alla mano
sinistra, e finisce su un interrogativo reso con una minima coronata . La seocnda strofa di nuovo in Do#min
espone un altro tema, che nella seconda metà modula di nuovo al relativo maggiore. La terza strofa in Mi
magg presenta un cambiamento di tempo e di ritmo, e a metà strofa un altro cambiamento di tempo e di
metro che evoca il rimpianto per la terra perduta. Una carenza interorgativa porta al tempo iniziale e alla
seconda frase della prima strofa, evocata anche nel testo. I due versi finali sottolineano il mistero con una
frase discendente e risolutiva sempre al relativo maggiore.

RASTLOSE LIEBE (Amore senza requie)


Composta da Goethe nel 1776 riflette l’amore dell autore per Charlotte Von Stein, un rappoorto non privo
di inquietudini, come esplicitato nel titolo (amore senza requie). Fu pubblicato per la prima volta nel 1889 e
messo in musica poi da vari compositori tra cui Beethoven e Schumann e parla in 5 strofe in rima baciata
dell’amore che fa soffrire e contro il quale è impossibile trovare rimedio. Il 13/6/1818 Schubert annotava
nel suo diario: “ una giornata così bella, chiara, luminosa, me la ricorderò per tutta la vita. Ho eseguito delle
variazioni di Beethoven. Ho cantato Rastlose Liebe di goehte e Amalia di Schiller, il primo con consensi
unanimi, l’altro meno. Anche se ritengo che Rastlose Liebe sia più riuscita di Amalia, non si può negare che
la musicalità del genio di Goethe abbia contribuito al successo.” . Il brano presenta un’introduzione
pianistica e una coda conclusiva. A battuta 33 viene introdotto un cambio di tonalità a Sol maggiore. La

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tonalità di MiM viene ripristinata dopo un passaggio al relativo minore Do# fino alla fine della
composizione. La prima delle quattro strofe presenta immagini legate alla natura (neve,pioggia,vento,ecc)
ma che alludono a paesaggi interiori, come indicano gli ultimi versi della prima strofa. Il canto procede
senza pause, a sottolineare lo slancio angoscioso, contenuto entro lo spazio di un ottava mentre
l’accompagnamento pianistico di semicrome discendenti è arpeggiato alla mano destra e la linea del basso
si muove in direzione ascendente. È forse una simbologia di figurazioni contrapposte nella testa di Goethe
dove ogni dolore genera la felicità. Gli ultimi tre versi sono ripetuti tre volte, viene ripetuto due volte Liebe
bist du e ponendo in risalto la parole Liebe su una nota di quattro battute.

WINTERREISE (Viaggio d’inverno)


Il ciclo poetico di Muller prende forma nell’arco di quasi due anni , dalla fine del 1821 al 1823, e viene
revisionato varie volte. Egli costruisce il racconto intorno alla figura del Wanderer . partito da un ciclo che
racconta la fuga notturna di un amante respinto, Muller abbandona poi il tema amoroso e proietta il viaggio
del Wanderer in un tempo e luogo indefiniti, trasformando il viaggio in un’allegoria della ricerca di un
senso, che permette di vivere. Schubert conobbe dapprima solo le prime dodici poesie di Muller e le
musicò con un ciclo completo prima del Febbraio 1827. A Marzo dello stesso anno egli provò a casa
dell’amico Schober la versione finale del ciclo, e musicò i nuovi Lieder, separando le poesie di ispirazione
amorosa da quelle che esprimono uno smarrimento e una disperazione assoluta : si instaura così una netta
diversificazione fra prima e seconda parte . la prima parte è il racconto in prima persona della fuga notturna
del viandante dalla città. Unità di tempo, una notte, di luogo, la città e dintorni, una conclusione legata al
tempo, il viaggio finisce con un nuovo giorno. La seconda parte è segnata dalla dispersione dei tratti
temporali, l’alternanza di giorno e notte è libera o resta indeterminata , e di quelli spaziali, il viandante non
ha alcuna meta. Un primo elemento di coesione è dato da un numero ristretto di modelli di movimento,
che improntano o tutto o parte di un lied, o l’alternarsi all’interno di esso. Il passo continuo del viandante,
Gute Nacht e successivi Lieder, lo schema dattilico di marcia lenta (Gefrorne tranen , finale di einsankeit,
das wirtshaus) , la cadenza rassicurante del motivo del Lindenbaum (seconda parte di Greise Kopf e Letzte
Hoffnung), la staticità meditativa del ritmo di sarabanda (Wasserflut , Irrlicht, Greise Kopf, Die Neben
Sonnen) si alternano e si intrecciano fra di loro lungo il ciclo. Inoltre nella prima parte troviamo un gruppo
compatto di temi ben identificati : l’amore perduto, la proiezione dei sentimenti della natura invernale,
l’estraneazione e l’opposizione alla società. Inoltre in Lindenbaum, Wasserflut e Auf Dem Flusse appare un
altro tema, il contatto con la natura non è più sentito come specchio dell’anima ma come entità distruttrice
e perturbante. Der lindenbaum è una poesia del ricordo. Il viandante si è già allontanato dalla città, ma
sente ancora riecheggiare dentro di se il messaggio del tiglio, un anello di congiunzione tra pasato e
presente, il ricordo di un passato felice e nel presente lancia un messaggio al viandante. Il ritorno del piano
iniziale descrive il vento che sussurra in mezzo ai rami, e alla fine riecheggia un richiamo di corni mentre la
seconda strofa in minore rievoca un mesto canto notturno e un’aspirazione finale alla pace, forse la pace
della morte. Nella terza strofa ci troviamo di fronte a uno scatenamento delle forze della natura, il vento
strappa il cappello dal capo del viandante ma egli non si volta. La violenza di questo passaggio , che forza il
senso letterale della poesia , ci fa intuire un livello simbolico : non una semplice tormenta di neve ma un
intervento di forze infere, che cercano di strappare il viandante dal suo cammino. Dopo il Lied del tiglio, i
due lieder del fiume Wasserflut e Auf Dem Flusse. Quest’ultimo è uno dei più enigmatici del ciclo :
nell’ultima strofa, che occupa nel lied una sezione lunga quanto le quattro precedenti troviamo solo due

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domande : “ mio cuore in questo ruscello riconosci la tua immagine ? chissa se sotto la sua corteccia non si
gonfia anch’esso impetuoso? “ il basso del piano ondeggia e sprofonda sulle note più gravi, come era
avvenuto per la voce nella terza sezione di Lindenbaum : una forza della natura, creduta favorevole, si
dimostra invece ostile . in più si scopre che quelle forze non solo sono esterne a lui, ma albergano nel suo
cuore. A differenza del Lindenbaum, la voce sale sempre più opponendosi ad uno sprofondare dei bassi : il
viandante da un lato riconosce un’affinità tra il suo cuore e le acque portatrici di morte , dall’altro si oppone
a questa forza infera. Questi due sentimenti sono espressi nel Lied attraverso l’opposizione di canto e
pianoforte, e anche attraverso all’instabilità tonale.

ALTRI CICLI DI LIEDER .


I 5 libri di Die Schone Mullerin furono pubblicati da Sauer come opera 25 e dedicati al barone Schonstein ,
baritono di qualità e che fu un eccellente interprete del lied schubertiano. Nel 1825 uscirono i 5 libri in cui
sono divisi i 20 lieder che corrispondo a cinque atti di una rappresentazione :

1) arrivo al mulino
2) innamoramento (5-9)
3) L’idillio e momenti di felicità (10-12)
4) Gelosia e separazione (13-17)
5) Rassegnazione e morte della mugnaia (18-20)

Il ciclo ben presto ottenne un successo e una popolarità come nessuno dei cicli schubertiani . Lo
Schwanengesang non è un ciclo propriamente detto, ma nei 14 componimenti la fantasia di Schubert è più
ricca che mai, un paio di lieder sono capolavori assoluti come Die Stadt e Der Doppelganger su testi di
Heine. Nel secondo Schubert compone un nuovo tipo di Lied, il lied recitativo in cui la parte vocale ha le
caratteristiche drammatiche di un vero discorso. Inoltre le poesie di Heine sono ricche di sentimento e
hanno forza drammatica ; egli rappresenta frammenti di vita, non ricorre a semplici artifici letterari. Altri
lieder sono su testi di Rellstab e sono particolarmente pittoreschi.

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OPERE PER PIANOFORTE
La prima e probabilmente l’ultima opera di Schubert sono per pianoforte , protagonista delle serate
dedicate ai concerti o alle danze che si tenevano nei salotti più signorili. Un’ampia parte è costituita da
danze, molte delle quali furono pubblicate durante la vita dell’autore. I valzer e i landler occupano un posto
importante nella sua opera, dalle Valses Nobles e quelli sentimentali, al lirismo dell’op.9 n°2 e op.50 n°13 .
trovano uno spazio a parte le due fantasie , la Wanderer in Do Maggiore e la fantasia in Fa minore per
pianoforte a quattro mani . nella Warderer abbiamo forse il primo esempio di forma ciclica , in cui i temi di
un movimento vengono trasferiti e usati come base per i successivi. Nella fantasia in Fam le melodie hanno
per la prima volta quel rilievo che troveremo poi con grande ricchezza in Liszt, Wagner e Verdi.

Verso la fine della vita Schubert compose una serie di brevi brani, che furono intitolati dall’editore
moments musicals Op.94 e improptus Op.90 e 142 . sono i progenitori di quella vasta produzione del XIX sec
quando la sonata cominciò a perdere popolarità sia presso i compositori che il pubblico. In queste 14
composizioni Schubert mostrò come il piano possa esprimere uno stato d’animo, un paesaggio o un
racconto in breve spazio. Ma è soprattutto nelle sonate per piano che Schubert raggiunge il culmine della
sua arte. Solo recentemente sono state rivalutate, e per due motivi. Il primo è la decadenza e scomparsa di
numerose sonate del XIX sec, all’epoca all’avanguardia per virtuosismo e stile armonici, ma prive di vita,
nonostante avessero temporaneamente oscurato le sonate schubertiane. Il secondo è che il modo in cui
Beethoven ha trattato la sonata, sebbene superlativo, non era il solo, né quello che riassumeva tutti gli altri.
Un tempo si condannavano le sonate di Schubert perché non assomigliano a quelle di Beethoven, ora si
apprezzano per questo motivo. Esse possono essere divise in due Gruppi :

1) Le prime giovanili sono concepite secondo una struttura episodica . i signoli momenti sono variati :
melodie di danza e a carattere lideristico si alternano a sequenze armoniche di grande efficacia
espressiva. I temi basati spesso sull’accordo fondamentale, sono spesso sviluppati con nuove
modulazioni. Fra queste sono da segnalare la sonata in Mib Maggiore op.122 e la sonata in Si
Maggiore op 147 . il primo tempo esemplifica le caratteristiche di cui si è parlato, mentre i tempi
lenti sono ambientati in atmosfera patetica tipica del primo Schubert
2) Il secondo gruppo comprende le sonate in La minore op. 143 e op.42 del 1825, la sonata in Re
Maggiore op.53, la sonata fantasia in Sol Maggiore op.78 e le tre ultime sonate del 1828. La
superiorità delle sonate del secondo gruppo si rivela nella ricchezza degli sviluppi tematici , basati a
volte su lunghi soggetti melodici.

MUSICA DA CAMERA
Nelle opere con pianoforte e strumenti ad arco , il pianoforte è ben sfruttato nelle sue possibilità, lo
strumento emerge o passa in secondo piano secondo le esigenze di colore e di struttura. Le tre sonate
per violino e pianoforte del 1813 lo dimostrano a pieno, anche se imitano Mozart e le prime opere di
Beethoven. Mentre la composizione in cui Schubert raggiunge la perfezione in questo campo è il
quintetto Die Forelle (1819), in cui il pianoforte che ora si alterna con gli archi, ora si fonde con essi, è
fresca e vitale , e le melodie derivanti dal motivo base si sviluppano assai bene nel primo tempo .

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Verso la fine della vita, Schubert tornerà a questo tipo di composizione con i due trii op.99 e 100 . il trio
in Sib è considerato un capolavoro, la più vivace e briosa fra le sue composizioni cameristiche, trabocca
di tenere melodie ed è costruito su linee di grande purezza, anche se l’adagio riflessivo non tocca le
emozioni profonde delle ultime opere . il trio in Mib è forse il più discontinuo, ma la passione e l’ardore
dell’adagio, lo scherzo in forma di canone e il ritorno nel finale del tema del violoncello del tempo lento
sono dei veri colpi di genio. Anche l’ottetto in Fa Maggiore op.166 per clarinetto,corno,fagotto e archi è
importante , modellato sul settimino di Beethoven. L’opera è in 6 movimenti , allegro in forma sonata ,
adagio, scherzo, minuetto, tema con variazioni e finale . dura circa un ora e richiede solisti di
prim’ordine per le sue difficoltà tecniche. Esso rivela le più evidenti caratteristiche dello stile
Schubertiano : armonia , varietà ritmica, colore armonico e timbrico. L’opera riassume lo spirito della
Vienna Biedermeier , con musiche delle strade dei caffe e delle sale da ballo . Schubert compose 15
quartetti, due trii e un quintetto per archi. I primi quartetti contengono molti spunti deliziosi , ma sono
di carattere episodico . ricordiamo come uno dei migliori quello in Mib op.125.

Nel 1820 compose il quartettsatz in Do min in cui appare il fervore lirico del quintetto la trota e la
qualità dei suoi più grandi lieder. In fine i tre grandi quartetti degli anni 1824 1826, quello in la minore
in cui viene citata la melodia del lied Die Gotter griechenland nel minuetto. Anche quella in Re minore
Der tod un das madchen, il tema del lied è impiegato come base per le variazioni del secondo tempo. In
fine il quartetto in sol Maggiore è paragonabile al trio op.1000 per la sua discontinuità :

ha la belleza nel primo movimento e dell adagio , corrispondono altre parti più mediocri.

Il quintetto per archi è in un organico inconsueto, in quanto contiene due violoncelli anziché due viole,
e sono usati alla stregua di voci umane, come ad esempio il secondo tema del primo movimento, che
inizia per altro in maniera più tosto drammatica . nell’adagio Schuebrt si serve del secondo violino, della
viola e del violoncello per creare una melodia concepita per accordi, mentre gli altri due strumenti lo
adornano con motivi decorativi, creando una struttura contrappuntistica elaborata . inoltre fa uso in
tutti i tempi della “sesta napoletana” e degli schemi derivanti : l’adagio in Mi maggiore mentre la parte
centrale è in Fa minore , lo scherzo in Do contiene una elegiaco trio in Reb. Anche il finale termina con
un appoggiatura di reb .

SINFONIE
Schubert intraprese la composizione di un numero imprecisato di sinfonie, almeno 13, ma ne portò a
compimento solo 7 . la 7° sinfonia in Mi maggiore del 1821 fu abbozzata in tutti e quattro i movimenti,
ma Schubert ne orchestro solo parte del primo, e per tale motivo le fu tolto il numero sette nei più
recenti cataloghi che passa così all’incompiuta . la cosidetta sinfonia di Gastein pare consista negli
abbozzi del 1825 della sinfonia la grande del 1828. Le tre prime sinfonie denotano l’immaturità artistica
di Schubert : iniziano con un adagio, cui segue un allegro ridotto a semplici figurazioni melodiche priva
di reale sviluppo e simili ai temi di Mozart e Beethoven. Schubert ripete quesrti temi nello sviluppo con
nuove modulazioni e armonie lontane dalla tonalità di base. I temi lenti sono nella forma del Lied e
rivelano già la maestria di Schubert nell’orchestrare, specialmente per gli strumenti a fiato ; i temi tutti
molto cantabili, sono legati da linee armoniche di gusto decorativo affidate ai registri acuti (flauti oboi
clarinetto). Il terzo tempo consiste in un minuetto nello stile del ‘700 , e i finali , scritti con brio , sono

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su rapide figurazioni melodiche, dall’orchestrazione lieve e delicata, mentre la piena orchestra viene
introdotta nei passaggi in progressione per ottenere contrasti di colore. La quarta, chiamata tragica
dall’autore per via dell’adagio introduttivo, non si differenzia molto dalle altre tre ma l’adagio
introduttivo, il terzo tempo e il finale rivelano già il maturarsi del genio di Schubert. L’andante in Lab si
apre con melodia calda e malinconica annunciata pp dagli archi delicatamente contrappuntata dai
legni. Un secondo episodio più agitato introduce un motivo di contrasto. L’invenzione melodica molto
Lideristica e l’orchestrazione sobria quant’efficace rendono l’andante una delle pagine più riuscite del
giovane Schubert. Il minuetto presenta l’orchestra al completo, in cui la pienezza sonora unita
all’incertezza ritmica e la discesa cromatica della melodia, da risultati di garbata ironia. Il finale imita
Beethoven ma in maniere più convenzionale e prolissa, in cui il passaggio al maggiore finale non
acquista connotazione catartica. La quinta sinfonia è pagina più retrò con un orchestra ridotta,
mancando i clarinetti, le trombe, i timpani e i due corni. Manca inoltre l’introduzione lenta. L’allegro
iniziale è leggero e aereo, conciso. L’andante contemplativo, e il minuetto in sol minore ricorda quello
della K550 di Mozart. Anche il finale richiama Mozart e l’ouverture del flauto magico. La sesta sinfonia è
invece più convenzionale e meno interessante ; l’allegro iniziale presenta un delizioso primo tema
esposto da flauti oboi e clarinetto poi ripreso dagli archi, il secondo tema è affidato agli archi e somiglia
al primo . l’andante in Fa maggiore inizia in pp con motivo tranquillo e italianizzante, che viene
elaborata da Scubert in gioco di scambi di parti tra legni e archi , passando attraverso continue
modulazioni che mantengono vivo lo slancio melodico . lo scherzo imita il Beethoven della 7°. Il finale ci
riporta allo Schubert più libero e ispirato, in forma di rondò, che preannuncia la grande .

La sinfonia incompiuta è la più personale e geniale di Schubert : comincia con un tema pp di 8 battute,
discendenti e tutti i temi della sinfonia hanno quest’andamento. Il tema successivo è introdotto da
tremoli dei violini e presentato dai legni con salto di 5 discendente che porta dopo il ponte al secondo
tema, esposto dai violoncelli in Sol Maggiore e poi rirpeso dai violini. Interrotto da una pausa e da un
FF dell’orchestra che porta un elemento inquieto attraverso un crescendo drammatico ed espressivo,
accentuato da modulazioni nella parte finale dell’esposizione. Lo sviluppo si basa soprattutto sul primo
tema. La ripresa è regolare mentre la coda evita il maggiore e acquista una grandiosità tragica. Il
secondo movimento è l’andante in Mi Maggiore con un tema tranquillo che si prolunga con una sorta di
secondo tema in Si ,accennato come una trenodia dei fiati. Il secondo vero tema appare più avanti
esposto dal clarinetto, rirpeso dall’oboe, a il clima edillico viene interrotto dal motivo di trenodia, un
motivo perturbatore. Segue una lunga sessione modulante e di sviluppo con ripresa dei due temi
principali, si notato della affinità tematiche con il primo movimento.

La nona sinfonia “la grande” fu eseguita solo 10 anni dopo la morte di Schubert ad opera di
Mendelssohn e di Schumann che la scoprì, ma solo i primi due movimenti. Schumann scrisse anche un
articolo su questa sinfonia in cui mette in luce la novità dell’opera e il suo ottimismo espressivo.
L’introduzione lenta inizia su un tema del corno poi ripreso dagli archi, e si passa all’allegro “senza
sapere come” . sembra che dall’introduzione derivi il materiale melodico della sinfonia. Il primo tema è
in Do mentre il secondo è in Mim : rapporto tonica/mediana che ritroviamo a volte anche in
Beethoven. La logica del primo movimento non è dialettica, ma accumula e si espande. Il secondo
movimento in la minore con tema di marcia dell’oboe, che si espande ad altri strumenti a faito sempre
più solenne, fino al secondo episodio in Fa Maggiore, contrastante e meditativo. Una transizione con il
corno che “chiama da lontano” porta alla ripresa del primo episodio e a un climax quasi orgiastico che
somiglia alla fine dello sviluppo del primo tempo della 9° di Beethoven. lo scherzo è popolaresco, con

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trio dai colori delicati e dolci. Il finale con motivi di marcia e fanfare è il più difficile da suonare con delle
analogie col primo movimento . il secondo tema danzante è alla sottodominante mentre lo sviluppo si
apre con un tema che ricorda l’inno alla gioia di Beethoven.

MUSICA SACRA
Comprende 6 messe e la Deutsche messe del 27. Le prime quattro furono composte dal 1814 al 1816, e
alternano una scrittura più fastosa (messe 1-3) con un organico più ampio, ad altre più raccolte e intime
(messe 2-4 ), con un organico minore e una scrittura più semplice e lirica. Occupano un posto a parte le
due ultime messe, in Lab e Mib . La quinta messa fu scritta in tre anni dal 1819 al 1822, e Schubert
mette in luce le sue capacità coloristiche e armoniche. Le relazioni tonali fra i vari brani sono libere, Lab
in Kirie ,incarnatus e benedictus , gloria in MiMaggiore, gratias in LaMaggiore, Credo in DoMaggiore,
Sanctus e Hostias in Fa Maggiore. Il linguaggio armonico è ricercato : il Sanctus con modulazioni
enarmoniche anticipa il tardo romanticismo, e l’incarnatus ricorda il mondo di Bruckner . La messa
alterna sezioni corali ad altre solistiche, ed è la più lirica delle messe Schubertiane. La messa in Mib fu
composta nel Giugno-Luglio del 1828, e risente degli interessi di Schubert verso il contrappunto di Bach
e del ‘700 ; infatti a differenza della messa precedente è un opera corale ed essenzialmente
contrappuntistica. L’orchestra è analoga a quella in Lab, e gli strumenti a fiato hanno una grande
importanza nell’opera . La concezione orchestrale è meno coloristica che nella messa precedente. La
struttura tonale è più tradizionale e unitaria : il Mib appare nel Kirie , Credo, Sanctus e Agnus Dei
mentre le altre sezioni sono in tonalità vicine . lo stile è severo, i solisti utilizzati poco allo scoperto, e
con parti piane e senza fioriture . la scrittura vocale con sezioni in cui appare un cromatismo sottile ma
in un discorso con nobiltà di eloquio . il Kirie ha carattere profondamente umano , tranquillo meditativo
e pieno di dolcezza , con cui contrasta il più animato christe.

OPERE TEATRALI
Schubert scrisse opere in un periodo in cui la censura di Metternich era particolarmente severa, senza
allusioni o denigramento della religione o dei poteri dello stato, per cui i libretti erano di fantasia, fiabe
o romanzi di corte con nobili in età remote. Inoltre Schubert utilizza libretti di scarsa qualità con
personaggi poco rilevanti e vicende irreali . fra le opere di gioventù spicca Die freude von salamanka su
libretto perduto di Mayrhofer del 1815 , con un invenzione melodica leggera e un orchestra anch’essa
lieve. Sono interessanti poi le musiche di Scena per Die Zauberharfe del 1820 con un ouverture e 13
numeri . il brano più famoso è l’ouverture , detta di Rosamunde, che conobbe nell’ottocento grande
successo . Le due opere in cui Schubert si impegnò di più e che sono le più importanti , sono le due
ultime, Alfonso und estrella e Fierrabras . Alfonso und estrella utilizza un libretto dell’amico Franz Von
Schober, e fu composta tra il 1821 e il 1822 ma fu rappresentata postuma solo nel 1854. E’ formata da
34 numeri più l’ouverture , in tre atti. La musica spesso è prolissa, sia nelle parti corali che in quelle
solistiche, e l’azione è statica, ma la bellezza della musica , con ricchezza di colori e immediatezza ci fa
dimenticare la staticità dell’azione. Il clima è romantico , vicino a quello del Freischutz che Schubert
tanto ammirava.

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Brani molto romantici sono l’aria iniziale di Troila o l’aria di Alfonso. L’influenza di Weber si avverte nel
coro numero 3, mentre si trovano brani più drammatici come il duetto fra alfonso e estrella nel terzo
atto.

Nel Fierrabras utilizza un libretto di Josef Kupelvieser, suo amico, e fu composto dal Maggio a Ottobre
del 1823. Rispetto all’Alfonso, il Fierrabras mostra maggior varietà di situazioni, un tessuto drammatico
più ricco, un impiego più ricco di tutte le risorse musicali : melologhi, cori a cappella, duetti di ispirazioni
lideristica , cori possenti. A volte c’è una certa prolissità, come in alcune parti corali. Il tutto sono 23
numeri più l’ouverture, e Schubert li concepisce come grandi scene con brani diversi che si susseguono
senza soluzioni di continuità. Inoltre i caratteri dei personaggi sono più caratterizzati rispetto all’alfonso,
florinda in particolare, che richiama la Leonore del Fidelio. I brani più significativi sono il duetto tra
Emma e Eginard , molto lideristico, la grande scena d’assieme tra Carlo Magno e i prigionieri mori , nel
secondo atto il duetto di florinda con la dame di compagnia, l’aria di Florinda, il coro dei prigionieri e la
scena della prigione. Il terzo atto è meno vitale, a parte l’aria con coro di florinda, uno dei vertici
dell’opera.

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