Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Alban Berg
Die Orchesterlieder
ebookAS
Copyright © Angelo Soldatelli, 2019
Tutti i diritti riservati - All rights reserved
Berg iniziò gli studi con Arnold Schönberg nel 1904, e gli ideali di quest’ultimo
sono evidenti nelle composizioni di questo periodo. I Sieben frühe Lieder gettano,
infatti, un ponte tra la prima fase creativa del compositore, quasi tutta dominata
da una copiosa produzione liederistica, e la fase successiva, segnata da una decisa
svolta verso la composizione strumentale e teatrale.
Vennero pubblicati molto più tardi, nel 1928, accostando la versione originale,
per voce e pianoforte, alla versione orchestrata, realizzata proprio in quell'anno,
quasi a stabilire un legame, non solo affettivo, ma anche di natura critica.
Proprio Schönberg, nel raccomandare il suo allievo, al direttore della Universal
Edition, Emil Hertzka, aveva scritto, in una lettera del 5 gennaio 1910: «Alban Berg
ha uno straordinario talento compositivo. Quando venne da me però sembrava che la sua
fantasia non sapesse creare altro che Lieder, e in questi persino gli accompagnamenti per
pianoforte avevano qualcosa dello stile vocale. Nel campo strumentale era del tutto incapace
di scrivere una frase o di inventare un tema. È difficile che Lei riesca a immaginare a quali
mezzi sia ricorso per rimuovere questa deficienza del suo talento. [...] Io ho colmato questa
lacuna e sono convinto che in futuro Berg riuscirà persino a strumentare molto bene».
Durante gli anni delle lezioni per Berg, la musica di Schönberg divenne sempre
più sperimentale e l’allievo, presto, adattò la sua tecnica compositiva a quella del
maestro. Tuttavia, mentre i due compositori, alla fine, incorporeranno l’atonalità e
il serialismo dei 12 toni nelle loro opere, le loro radici rimarranno saldamente
ancorate alla tradizione tonale. Anche il titolo di Seconda scuola viennese (un termine
usato dagli stessi compositori) disegna un collegamento con la Prima scuola
3
viennese di Haydn, Mozart e Beethoven. E anche i loro predecessori più immediati:
Brahms, Wagner, Strauss e Mahler, esercitarono un'enorme influenza sul loro
linguaggio musicale e le idee che fanno riferimento a Mahler e Strauss, in
particolare, svolgono un ruolo molto importante.
Fra il 1900 e il 1909, quindi anche durante il periodo in cui prese lezioni di
composizione da Schönberg, Berg compose una ottantina di Lieder, 70 dei quali
pubblicati postumi, su testi poetici, sia classici: Goethe, Eichendorff, Heine e
4
Morike, sia moderni: Mombert, Altenberg e Rilke. Sono lavori, in gran parte
inediti, che costituiscono il ciclo chiamato Jugendlieder (Lieder giovanili).
Essi riflettono quel gusto, tutto mahleriano, per il canto, essenzialmente lirico
ed espressivo, di un sentimento di cose lontane e perdute nella memoria del tempo
della fanciullezza. In questo senso, è stato giustamente osservato che Berg è il
diretto erede spirituale di Mahler.
I suoi Lieder pubblicati durante la vita sono, oltre ai Sieben frühe Lieder, i Vier
lieder, op. 2 (1909-10), il Lied Am Leukon (1908) e le due ambientazioni di Schliesse
mir die Augen beide (Chiudi entrambi i miei occhi), poesia di Theodor Storm (14
settembre 1817 - 4 luglio 1888) musicata due volte da Alban Berg: nel 1907,
dedicandola a Helene Nahowski, sua futura moglie, e nel 1925, per celebrare il 25°
anniversario della Universal Edition. Questa seconda ambientazione fu la sua
prima composizione a 12 toni, riutilizzata poi nel primo movimento della Lyric
Suite, per quartetto d'archi, del 1926.
In realtà, Berg aveva già composto, nel 1912, degli altri Lieder per voce ed
orchestra: i Fünf Orchesterlieder, nach Ansichtskarten-Texten von Peter Altenberg, Op.
4, (Cinque Lieder con orchestra, su testi di cartoline illustrate di Peter Altenberg),
meglio noti come Altenberg-Lieder. Sono il primo lavoro con l’orchestra, ma
caddero in disgrazia dopo il fallito tentativo di presentarli, seppur parzialmente,
in pubblico nel 1913 e rimasero ineseguiti fino al 1953 ed inediti fino al 1966 1.
L’orchestrazione dei Sieben, del 1928, rappresenta quindi un ritorno alla forma
orchestrale per i Lieder e una rivincita del compositore rispetto all’insuccesso degli
Altenberg-Lieder.
Nel 1930, la reputazione di Berg, in tutto il mondo, si era consolidata con opere
orchestrali, da camera e, soprattutto, con l’opera Wozzeck. Al contrario, e per
ragioni diverse, la sua dimensione di compositore di Lieder non sembra essere stata
molto grande, e tuttavia fu fondamentale per la sua personalità.
Questa raccolta rivela, infatti, molte qualità essenziali della sua musica: una
espressione lirica romantica e un linguaggio tonale esteso, combinati, al variare dei
gradi, con tecniche di composizione più “moderne”.
In occasione della pubblicazione, Berg, probabilmente, li rivide, ma tuttavia essi
mantennero il loro carattere “primitivo” e un po' “antiquato” per quell’epoca, nel
contesto, ben inteso, delle tecniche compositive atonali.
Berg incorporò sempre, nelle sue composizioni, molto più di Schönberg o
Webern, elementi della tradizione tonale e, in definitiva, la sua musica è
caratterizzata da una sintesi di stili, piuttosto che da un linguaggio esclusivamente
atonale.
1
Vedi cap. 2 del presente lavoro.
5
ciclo unitario, ma piuttosto una costellazione, nella quale Berg esplora la storia del
Lied romantico, immettendovi elementi nuovi e nuove acquisizioni.
Ognuno di questi Lieder sembra, pertanto, confrontarsi con l'eredità del passato,
stabilendo la continuità ideale di una linea “viennese”, che da Schubert, passando
attraverso Brahms, Wolf e Mahler, giunge a sommare queste esperienze e ad
annullarle nella sospensione del presente.
Queste date sono coerenti con il loro stile, che passa, progressivamente, dalla
tradizionale tonalità, alla tonalità più estesa. Più importante è l'ordine in cui furono
disposti per la performance orchestrale. Un manoscritto, conservato presso la
Österreichische Nationalbibliothek, documenta il processo per determinarne la
sequenza esecutiva e costituire il ciclo. Berg ha chiaramente considerato la
progressione musicale, dall'inizio alla fine, e deve aver preso in considerazione
anche l'arco drammatico dell'intera sequenza.
È significativo come la raccolta che ne esce, non segue l'ordine cronologico di
composizione, ma ne ridisegna, per così dire, l'arco, alternando tensioni e
distensioni, aperture e ripiegamenti.
Nacht - Notte
Schilflied – Canto del canneto
Die Nachtigall – L’usignolo
Traumgekrӧnt - Coronamento del sogno
Im Zimmer – Nella stanza
Liebesode – Ode d’amore
Sommertage – Giornate estive
6
Die Nachtigall, Liebesode e Traumgekrӧnt furono eseguiti per la prima volta, in un
concerto degli studenti di Schönberg, il 7 novembre 1907 nella Saal des Gremiums
der Wiener Kaufmannschaft. Elsa Pazeller era la cantante e Etta Tomasz la pianista.
Questa fu anche la prima esecuzione pubblica della musica di Berg.
La più antica registrazione, della versione per voce e pianoforte, sembra essere
quella effettuata dal soprano ungherese Magda László (Marosvásárhely, 14 giugno
1912 – Nepi, 2 agosto 2002), accompagnata al pianoforte da Lotthar Broddack, nel
1949 e pubblicata (2012) nel CD intitolato The RIAS Second Viennese School Project,
dall’etichetta discografica Audite.
7
La registrazione più antica che abbiamo trovato, della versione orchestrale, è,
invece, quella pubblicata nel 1953, dall’etichetta statunitense Concert Hall Limited
Recordings, con il soprano Lyla Kathryn Harvey (1909-2008) e la Zurich Radio
Orchestra diretta da Walter Goehr.
Claudio Abbado ha registrato due volte i Sieben frühe Lieder. La prima, in studio,
nell’aprile 1993, alla Großer Saal del Musikverein in Wien, con il mezzo-soprano
Anne Sofie von Otter e i Wiener Philharmoniker (CD Deutsche Grammophon del
novembre 1995), la seconda, live, alla Philharmonie di Berlino, con il soprano Renée
Fleming e i Berliner Philharmoniker (CD Deutsche Grammophon del novembre
2005).
La durata dei Lieder, nella versione di Abbado, con Renée Fleming e i Berliner
Philharmoniker, è la seguente:
Nacht 3:57
Schilflied 2:11
Die Nachtigall 2:16
Traumgekrönt 2:41
Im Zimmer 1:14
Liebesode 1:44
Sommertage 1:53
Totale 10:79
Nacht 4:14
Schilflied 2:17
Die Nachtigall 2:14
Traumgekrönt 2:41
Im Zimmer 1:21
Liebesode 1:57
Sommertage 1:59
[Nacht].
Dämmern Wolken über Nacht und Tal,
Nebel schweben. Wasser rauschen sacht.
Nun entschleiert sich's mit einem Mal:
O gieb Acht! Gieb Acht!
2
Alban Berg.
3
Alban Berg.
9
Nikolaus Lenau (Csatàd, 13 agosto 1802 – Döbling, 22 agosto 1850).
Poesia senza titolo tratta da: Neueren Gedichte, Salberger, Stuttgard,1838.
[Schilflied].
Auf geheimem Waldespfade
Schleich' ich gern im Abendschein
An das öde Schilfgestade,
Mädchen, und gedenke dein!
Die Nachtigall.
Das macht, es hat die Nachtigall
Die ganze Nacht gesungen;
Da sind von ihrem süssen Schall,
Da sind in Hall und Widerhall
Die Rosen aufgesprungen.
4
Alban Berg.
10
Trägt in der Hand den Sommerhut
Und duldet still der Sonne Glut
Und weiß nicht, was beginnen.
Traumgekrönt.
Das war der Tag der weißen Chrysanthemen,
Mir bangte fast vor seiner Pracht...
Und dann, dann kamst du mir die Seele nehmen
Tief in der Nacht.
Mir war so bang, und du kamst lieb und leise,
Ich hatte grad im Traum an dich gedacht.
Du kamst, und leis' wie eine Märchenweise
Erklang die Nacht.
Im Zimmer.
Herbstsonnenschein.
Der liebe Abend blickt so still herein.
Ein Feuerlein rot
Knistert im Ofenloch und loht.
So, mein Kopf auf deinen Knie'n,
So ist mir gut.
Wenn mein Auge so in deinem ruht,
Wie leise die Minuten zieh'n.
[Liebesode].
Im Arm der Liebe schliefen wir selig ein,
Am offnen Fenster lauschte der Sommerwind,
Und unsrer Atemzüge Frieden
Trug er hinaus in die helle Mondnacht.
12
E dal giardino, lieve, un profumo di rose
saliva a sfiorare il letto del nostro amore,
per regalarci sogni stupendi,
sogni di ebbrezza e desiderio colmi.
Sommertage.
Nun ziehen Tage über die Welt,
Gesandt aus blauer Ewigkeit,
Im Sommerwind verweht die Zeit.
Nun windet nächtens der Herr
Sternenkränze mit seliger Hand
Über Wander- und Wunderland.
O Herz, was kann in diesen Tagen
Dein hellstes Wanderlied denn sagen
Von deiner tiefen, tiefen Lust:
Im Wiesensang verstummt die Brust,
Nun schweigt das Wort, wo Bild um Bild
Zu dir zieht und dich ganz erfüllt.
14
2. Fünf Orchesterlieder, nach Ansichtskarten-Texten von Peter Altenberg, Op. 4.
Il 3 maggio 1911 Alban Berg sposò Helene Nahowski, a Vienna, nella chiesta
protestante della Dorotheergasse. Due settimane dopo, il 18 maggio, morì Gustav
Mahler.
Berg aveva bisogno di guadagnare, per mantenere la sua nuova famiglia, e così,
in questo periodo, iniziò a svolgere il lavoro di revisore delle partiture e di
riduzione pianistica di alcune composizioni di Schönberg. Si occupò poi di tutta
l’organizzazione per l’esecuzione, a Vienna, dei Gurrelieder nonché, incaricato
dalla Universal Edition, di preparare una guida di quell’opera destinata al
pubblico, in occasione del concerto.
Dalla metà di agosto 1911, visto che il suo maestro si stava preparando per
trasferirsi a Berlino, fu incaricato di occuparsi di tutti i preparativi per il trasloco e
di dare lezioni ad alcuni allievi che, Schönberg, gli mandò prima di lasciare Vienna.
Quando finalmente l’esecuzione dei Gurrelieder ebbe luogo, il 23 febbraio 1913,
nella sala del Musikverein, le guide pubblicate furono due: una, di un centinaio di
pagine, e l’altra, in una versione ridotta che illustrava i temi principali.
Schönberg non era mai stato molto favorevole ai Lieder con orchestra, ma Berg
era impaziente di fare un tentativo in quella direzione e questa sua prima orchestra
era abbastanza numerosa da poter piacere persino a Mahler.
La massa strumentale a disposizione veniva, però, impiegata, come avverrà
successivamente con l’orchestrazione dei Sieben frühe Lieder, al completo molto
raramente; ed anche quando il gruppo di strumenti utilizzato era abbastanza
numeroso, la sonorità veniva attenuata dall’impiego di sordine, da un particolare
uso dell’arco e da altri procedimenti atti ad ottenere varietà di colori e riduzione
di decibel.
Berg non si interessa al fortissimo della sinfonia, ma alla possibilità di variare le
sonorità delicate che si possono ottenere, isolando piccoli gruppi, entro la grande
massa. In un certo senso si tratta di musica da camera per orchestra.
Questi Lieder furono sempre considerati dal compositore come piccole parti di
un ciclo unitario; in pratica, una composizione ininterrotta, un unico Lied.
15
Quando, all’inizio del 1913, Berg mandò il manoscritto a Schönberg, il maestro
rispose con irritazione. Era stato impressionato dall’orchestrazione, si, ma questa
percezione era stata sviata da ciò che considerava «tentativi troppo evidenti di trovare
qualcosa di nuovo e di diverso». Ammise più tardi che avrebbe potuto capire i Lieder,
ma che in quel momento li trovò «goffi».
Alle 19,30 del 31 marzo 1913, nella grande sala del Musikverein, il concerto ebbe
inizio e non finì mai. Fu infatti uno dei più grandi scandali musicali del ventesimo
secolo, paragonabile a quello che avverrà, il 29 maggio 1913, a Parigi, in occasione
della prima de Le Sacre du printemps, di Stravinskij, al Théâtre des Champs-Élysées.
16
fosse già stata presentata a Vienna e fosse molto più tonalmente strutturata,
provocò sibili e fischi.
Secondo i resoconti dei giornali, i fischi, gli zittii ed i battimani, dopo la
Kammersymphonie, provocarono, nella seconda balconata, la prima zuffa avanti
l’intervallo. Durante questo, sostenitori e detrattori continuarono ad affrontarsi e,
quando rientrarono in sala per i lavori di Berg, erano pronti a riprendere la lotta.
Durante l’esecuzione dei Lieder, descritti poi come «un accumulo di suoni
inimitabilmente dissonante», ci furono sghignazzi e versacci; poi il pubblico perse
ogni controllo; alcuni scavalcavano i divisori dei posti, per meglio affrontarsi nella
battaglia, e scoppiò uno scontro con scambio di colpi. Schönberg allora fermò
l’orchestra e, mentre gli orchestrali spaventati tiravano un sospiro di sollievo, fece
chiamare la polizia per espellere i tumultuanti. Così il concerto terminò prima del
lavoro finale in programma: i Kindertotenlieder di Mahler.
La rivista Die Zeit, del 2 aprile 1913, scrisse: «Berg e Webern, le cui composizioni
hanno creato scandalo, sono amici e tirapiedi di Schönberg ... Fin dal principio hanno avuto
una ammirazione sconfinata per il loro maestro, di una intensità che neppure Richard
Wagner avrebbe potuto attendersi dai suoi sostenitori ... La loro devozione è giunta al punto
di aiutare Schönberg materialmente e questi si è sentito in dovere di ripagare i suoi allievi
usando la sua influenza per fare eseguire i loro lavori, nonostante la trivialità della musica.
Egli stesso ne ha parlato ripetutamente in tal senso … Ecco un altro esempio di come
Schönberg tenga in poco conto i lavori dei suoi allievi; durante le prove gli orchestrali si
erano accordati di non eseguire i pezzi di Berg Erano infatti convinti che il pubblico non
avrebbe sopportato quella musica. Schönberg, che già s’era compromesso, disse
semplicemente. “Signori, i programmi sono già stampati, è troppo tardi per eliminare il
lavoro”. Nondimeno, all’esecuzione, al primo fischio chiese l’intervento della polizia».
Berg, irritato e ferito per l’accoglienza fatta a lui ed ai suoi Lieder, fu devastato
dall'evento, che venne chiamato Skandalkonzert. La sua delusione personale fu
ulteriormente aggravata, poche settimane dopo, dal fatto che Schönberg lo invitò
a rimettere pesantemente mano ai Lieder, per ragioni che, ancora oggi, rimangono
oscure. Il rimprovero fu sufficiente ad indurre Berg a mettere da parte
definitivamente la sua Opus 4 e a non provare più a farla eseguire.
Nel luglio del 1914 scriveva ancora alla moglie, riguardo agli Altenberg-Lieder:
«Non ho perduto la fede nelle cose che ho composto prima, anche se a te non piacevano
proprio tutte. So che ti piacerebbe il Quartetto Op. 3 e gli Altenberg-Lieder se tu potessi
sentir cantare il ciclo completo e come si deve, in circostanze meno turbate».
17
Cavelti (4 maggio 1907 – 10 agosto 2001) e l’Orchestra della RAI di Roma diretta
da Jascha Horenstein. A quel tempo c'erano dubbi sul fatto che la performance
romana fosse la prima mondiale e il libretto del programma non fece cenno alla
cosa.
Ulteriori ricerche hanno poi confermato che quella di Roma fu, in realtà, la
prima assoluta dell'opera completa. Comunque, pare che non esista nessuna
registrazione di quel concerto.
Nello stesso 1953 fu pubblicata anche una riduzione pianistica, molto succinta
e imprecisa dei Lieder. La versione originale per orchestra non fu pubblicata fino al
1966 e l'edizione critica apparve solo nel 1997, come parte del Berg Sämtliche Werke.
Il concerto di Vienna, del 1913, sarebbe stata una seria opportunità per Berg di
ascoltare il suo primo sforzo nel comporre per orchestra, e ci si chiede perché
Schönberg scelse di eseguire un lavoro incompleto ma, soprattutto, perché il
18
compositore abbia accettato così docilmente la critica, del tutto ingiustificata, del
maestro e tutti i soprusi subiti dalla sua opera.
Berg disse a Schönberg soltanto che il numero 1, Seele, wie bist du schöner, era
troppo difficile per l’orchestra, ma che era molto desideroso di ascoltare una
performance del n. 5, Hier ist Friede, tanto che copiò personalmente le parti per
l’orchestra, mentre ingaggiò un copista professionista per il n. 2 e il n. 3, molto più
brevi. Non ottenne nulla di tutto ciò.
Sembra che Schönberg, con la sua saccente aria da maestro, si fosse convinto
che Berg fosse ancora inesperto e non abbastanza maturo da meritare una
performance completa di un lavoro orchestrale. Tuttavia, si sbagliava in pieno sugli
Altenberg-Lieder e il fallimento dell’esecuzione fu soprattutto responsabilità sua,
iniziando dalla infelice scelta del cantante, un tenore, anziché un soprano,
terminando con l’improvvisa sua decisione di interrompere il concerto e chiamare
la polizia.
La differenza fondamentale, tra il Berg del 1912 e lo Schönberg del 1923, è che
Berg ha fatto della sua serie di dodici toni la base strutturale di due sole melodie,
mentre Schönberg, nel n. 5 dei Fünf klavierstücke Op. 23, ha reso la sua serie il
fondamento dell'intera sostanza musicale, non solo di una melodia.
Ma il senso formale di Berg, negli Altenberg-Lieder, va ben oltre il semplice
aspetto seriale a dodici toni. Il dispositivo strutturale più persuasivo, dell'intero
ciclo è armonico: un accordo di cinque note progredisce in un accordo di cinque
note diverse fino al culmine del primo Lied in fff; nel quinto, invece, la progressione
è inversa e finisce sottilmente, ma distintamente, in pp: “Qui lentamente la neve si
scioglie nelle pozze”. Anche nella sua orchestrazione, Berg rivela una ricca
immaginazione, le cui novità strumentali “infastidirono” Schönberg fino a
renderlo invidioso del suo allievo.
19
L’aneddoto di questo Skandalkonzert, per noi oggi sarebbe soltanto fonte di
risate, se la sua natura “scandalosa” non fosse strettamente associata a elementi
inerenti all'opera stessa di Berg. A dire il vero, era inevitabile, che un simile lavoro,
anche se incompleto e male eseguito, stimolasse l'opposizione, fino ad uno stadio
di frenesia, in quel momento, perché, nella sua stessa essenza, l'opera di Berg è
effettivamente un lavoro "scandaloso".
La prima prova, a sostegno di questa tesi, è fornita dalla scelta del testo: il poeta
Peter Altenberg, che diffondeva con la sua opera ogni sorta di idee anticonformiste
ed allusioni sotto forma di aforismi. Berg scelse tali testi, non perché avrebbero
scioccato le persone, ma perché corrispondevano ai bisogni artistici e compositivi
della struttura interna di un'opera che è di per sé "scioccante".
La profonda convinzione che, all'età di 27 anni, fosse padrone del suo mestiere,
così come la coscienza di essersi completamente impegnato con la nuova
evoluzione della polifonia, tutto ciò gli procurava una profonda soddisfazione.
Quindi non c'è motivo di essere sorpresi dalla violenta esplosione di tanta forza,
gioia ed entusiasmo in questa musica, e non sorprende che una tale esplosione
abbia scioccato e scandalizzato l'ascoltatore medio dell’epoca, che era ben lontano
dalla comprensione degli ideali e degli obiettivi dell'attività di Berg. Ideali e
20
obiettivi responsabili di uno dei momenti più appassionatamente vissuti nella
storia della musica.
Fino a quel momento Berg aveva composto i Sieben frühe Lieder, del 1905/1908,
un'opera per pianoforte, la Klaviersonate Op. 1, del 1908, i 4 Gesänge Op.2, sopra
menzionati, del 1909/1910, e un'opera da camera, il Quartetto per archi, Op. 3, del
1910.
In tutti questi, lo stile strumentale, senza essere esattamente “rivoluzionario”,
si avvaleva di alcune recenti acquisizioni tecniche; e questo è particolarmente
evidente nell'acuta consapevolezza di Berg della diversità di trattamento richiesta
da questi diversi mezzi, così come nel suo sfruttamento delle proprietà individuali
degli strumenti.
Ma non aveva ancora scritto un'opera orchestrale; ed era precisamente nello
stile orchestrale che Schönberg aveva appena introdotto alcune delle sue
innovazioni più audaci (Cinque Pezzi per orchestra, Op. 16 e Erwartung (Attesa),
Op. 17).
Questo spiega sufficientemente perché nel suo primo lavoro, Berg, abbia usato
un'orchestra, che mostra nel profondo l'influenza delle due composizioni di
Schönberg appena menzionate, ma che poi la supera addirittura, rendendo il
maestro un po’ “agitato”.
Non fu solo la più audace, che il giovane avesse composto fino a quel momento,
ma sarebbe diventata una delle opere più ardite di tutta la sua produzione; e
l'audacia della concezione orchestrale costituisce ciò che è forse l'aspetto più
sconvolgente del lavoro.
21
Qui troviamo già lo sforzo di cambiare l'impostazione strumentale tra un Lied e
l’altro, all’interno della stessa serie, al fine di creare un'atmosfera speciale per ogni
pezzo. E questo si traduce in contrasti molto diversificati.
Berg mostra la padronanza di queste tecniche nella sua Opus 4. E si può dire
che va ben oltre i suoi predecessori e prefigura ampiamente la serie dei Vier Lieder
für Gesang und Orchester o Vier Orchesterlieder, Op. 22 di Schönberg.
Aggiungiamo che Berg tratta questo genere in un modo specificamente
drammatico e questo elemento è evidente, non solo nel trattamento della parte
vocale, ma anche in molte funzioni dell'orchestrazione. La voce e l'orchestra fanno
uso gratuito di vocalizzi o effetti strumentali insoliti, che superano i legami del Lied
e tendono verso l'opera.
Questo nuovo aspetto “scioccante” dell'Op. 4 non è che un ulteriore esempio
della strana dialettica dell'atteggiamento compositivo di Berg. Il Lied orchestrale,
diventato musica “pura”, per via della sua realizzazione essenzialmente sinfonica,
è trattato sia tradizionalmente sia audacemente, in modo tale da tornare alla
drammaturgia da cui proveniva.
22
Derivano tutti dallo stesso concetto fondamentale: quello di variazione portata
ai suoi estremi più radicali. Questo è il principale guadagno derivante dall'attività
compositiva di Schönberg e l'elemento più importante della sua istruzione.
Mentre componeva questi Lieder, Berg, era fortemente imbevuto dello spirito di
questa istruzione, e riuscì a gestire la tecnica di variazione, con una padronanza
così rigorosa, che raggiunse uno sbalorditivo equilibrio tra l'abbondanza di
invenzione e la completa coerenza: sottili collegamenti tra i vari Lieder (motivi
comuni, ecc.); l’unità tra melodia e armonia, particolarmente evidente nell'ultimo,
in cui il soggetto è già trattato come una fila di toni, soprattutto nella cadenza, dove
questi forniscono il materiale per l'accordo con cui termina non solo il Lied, ma
l'intero lavoro.
Peter Altember, Neues Altes, S. Fischer Verlag, Berlin, 1911. Cap. Texte auf
Ansichtskarten.
Schneesturm.
Seele, wie bist du schöner, tiefer, nach Schneestürmen.
Auch du hast sie, gleich der Natur.
Und über beiden liegt noch ein trüber Hauch,
eh' das Gewölk sich verzog!
Bufera di neve.
Anima, come più bella appari, e più profonda, dopo bufere di neve.
Tu pure le conosci, come la natura.
E su entrambe ancora spira un soffio più cupo,
prima che si allontani la nuvola!
Gewitterregen.
Sahst du nach dem Gewitterregen den Wald?
Alles rastet, blinkt und ist schöner als zuvor.
Siehe, Fraue, auch du brauchst Gewitterregen!
Temporale.
Hai mai visto il bosco dopo un temporale?
23
Tutto si è fatto calmo, e più bello riluce.
E anche per te, donna, ci vuole un temporale!
Nichts is gekommen.
Nichts ist gekommen, nichts wird kommen für meine Seele.
Ich habe gewartet, gewartet, oh - gewartet!
Die Tage werden dahinschleichen, und umsonst wehen
meine aschblonden Haare um mein bleiches Antlitz!
Niente è arrivato.
Niente è arrivato, e niente arriverà per la mia anima.
Quanto ho aspettato, aspettato, aspettato!
Scivoleranno via lente le giornate, e invano danzano
i miei capelli di cenere attorno al volto pallido!
24
I cinque brevi testi che costituiscono i Lieder furono estratti, da Berg, dalla
raccolta intitolata Neues Altes (Antiche novità) pubblicata dal poeta Peter
Altenberg, presso l’editore Samuel Fischer di Berlino, nel 19115.
Più precisamente Berg estrasse i testi dal capitolo intitolato Texte auf
Ansichtskarten (Testi di cartoline illustrate) che contiene quattro sezioni, parte in
prosa e parte in versi, intitolati: Rokoko, Schneesturm (Bufera di neve), Wald im
Winter (Foresta in inverno), e Weg im Winter (Strada in inverno).
Ponendosi in rapporto con l'aforistico impressionismo lirico dei testi, Berg ama
indulgere in alcune suggestioni evocative di singole parole o immagini, e cogliere
il particolare clima di queste prose liriche, le loro inflessioni, sospese tra ironia ed
effusione sentimentale, sottolineando, in senso espressionistico, gli accenti di
desolata solitudine.
Nel contesto del ciclo completo, l'introduzione orchestrale non sembra lunga,
anche se la voce non entra che alla ventesima battuta. Tuttavia, quando si insinua,
pianissimo all'inizio, la grande orchestra scandisce, tranquilla e ritmica, creando
uno stato d'animo suggestivo, esotico e misterioso che sarà quello dell'intero
lavoro.
5
Peter Altenberg, Neues Altes, S. Fischer, Berlin, 1911.
6
Vedi bibliografia.
7
Otto Kallir (nato Otto Nirenstein, Vienna, 1° aprile 1894 - New York 30 novembre 1978) è stato uno storico dell'arte,
autore, editore e gallerista austriaco-americano.
25
La voce, da principio senza parole, sembra uscire da non si sa dove.
L'indicazione nella partitura dice che la nota «dev'essere cantata quasi a bocca chiusa
(ppp!)»; segue un'altra nota «cantata a bocca aperta (pp!)», ed entrambe «cominciano e
finiscono come un: soffio!». Solamente dopo, la cantante comincia ad esporre il testo,
in una melodia ad ampi intervalli che richiede, con l'agilità, un'ampia e sicura
estensione di registro.
Il primo testo dei Lieder di Berg è tratto dai primi tre versi di Schneesturm,
seconda sezione del capitolo Texte auf Ansichtskarten, che poi prosegue con altri 10
versi.
In queste nude quattro righe e ventinove parole, il poeta, e quindi Berg, esplora
i paralleli dell'anima e della natura, del creato e dell’increato, la loro bellezza e la
loro volatilità. La neve stessa diventa un'immagine speciale, che tocca l'anima
attraverso i metaforici opposti della bellezza pura e serena e della tempesta che va
oltre il controllo umano.
Altenberg, da parte sua, cerca un legame tra donna e neve; come scrive nella
successiva sezione Weg im Winter: Ich suchte eine Frau, die den Schnee wirklich liebte;
und ich fand keine (Ho cercato una donna che amasse veramente la neve e non ne
ho trovata nessuna), parte segnata leggermente in rosso nella copia del libro in
possesso di Berg.
Sebbene non sia riuscito a trovare una donna che amasse la neve come lui,
tuttavia, sostiene la somiglianza della donna e della natura, osservando, sempre in
Weg im Winter, che: Natur und Frau sollten in gleicher Weise wirken, uns zu adeligen,
all-verstehenden, sanftmiti - gen Weltgesch6pfen zu transformieren! (La natura e la
donna dovrebbero lavorare allo stesso modo, trasformandoci in creature nobili,
onnicomprensive e gentili del mondo). Questo il compito di nobilitare gli uomini,
suggerisce, che dovrebbero compiere le donne: instillare nell’anima dell’essere
maschile, i caratteri più propri di quello femminile.
Anche se Berg qui non riporta questo riferimento alla donna, potrebbe essere
comunque implicito il suo pensare alla moglie Helene, considerata sua musa
ispiratrice.
26
Alles rastet, blinkt und ist schöner als zuvor.
Siehe, Fraue, auch du brauchst Gewitterregen!
Hai mai visto il bosco dopo un temporale?
Tutto si è fatto calmo, e più bello riluce.
E anche per te, donna, ci vuole un temporale!
Descrive di nuovo una tempesta e la bellezza che viene dopo di essa. Qui c’è il
riferimento alla donna che, come la natura, ha bisogno di tuoni e lampi per
scuotersi e ringiovanire; forse per provare lacrime e turbamenti emotivi, e trovare
finalmente la pace.
Il testo è ovviamente ironico, e potrebbe persino sembrare caustico. Sulla parola
schoner (più bello), Berg pone una volatina vocale ed un trillo, suggerendo così non
tanto la bellezza quanto l'artificio cosmetico.
Qui lo sguardo della donna vaga verso il limite dell'universo, in luoghi molto
al di là della vita convenzionale, e in questa riflessione può capitare di ignorare i
doveri della vita concreta. Infatti, la realtà, sconveniente, e i sogni di una vita
normale interrompono le sue fantasticherie e all'improvviso tutto finisce. La
ripetizione retorica della prima battuta: Uber die Grenzen des All blickst du noch
sinnend hinaus (Oltre i limiti dell'universo il tuo sguardo vagava con fervore), lascia
comunque il risultato aperto alla domanda e comporta anche un conflitto tra arte
e vita, ora con un tono più pessimistico.
Il quarto ancora da Rokoko, ma da quattro versi precedenti Über die Grenzen des
All.
Il quinto viene ancora ripreso dalla sezione Weg im Winter, ma dalla parte
centrale.
Hier ist Friede. Hier weine ich mich aus über alles!
Hier löst sich mein unfaßbares, unermeßliches Leid,
das mir die Seele verbrennt ...
Siehe, hier sind keine Menschen, keine Ansiedlungen.
Hier ist Friede! Hier tropft Schnee leise in Wasserlachen ...
La pace abita qui. Qui sopra ogni cosa io libero il pianto!
Qui si scioglie il mio inconcepibile, smisurato dolore,
che l'anima tutta mi brucia...
Vedi, qui non ci sono persone, né dimore.
La pace abita qui! Qui lentamente la neve si scioglie nelle pozze...
28
Nonostante il suo tentativo di superare il Lied, Alban Berg rimane ancora nel
mondo tardo-romantico di Mahler e Strauss. E quest’ultimo ribadirà ancora la
sussistenza e il lascito futuro di questo tempo, nei suoi Vier Letzte Lieder del 1948.
29
Bibliografia e discografia.
https://www.flaminioonline.it/Guide/Berg/Berg-Orchesterlieder4.htmlù
René Leibowitz, Alban Berg's Five Orchestral Songs after Post-Card Texts by Peter Altenberg, Op.
4, The Musical Quarterly, Vol. 75, No. 4, Anniversary Issue: Highlights from the First75 Years
(Winter, 1991), pp. 125-131Published by: Oxford University Press.
http://www.lieder.net/lieder/
Lisa A. Lynch, Alban Berg’s Sieben frühe Lieder: An Analysis of Musical Structures and Selected
Performances, Doctoral Dissertations, University of Connecticut, 2014.
Blanca Merck Navarro, Altenberg Lieder op. 4: El homenaje de Alban Berg al genio vienés, Revista
de Filología Alemana.
David P. Schroeder, Alban Berg and Peter Altenberg: Intimate Art and the Aesthetics of Life, Journal
of the American Musicological Society, Vol. 46, No. 2 (Summer, 1993), pp.261-294, Published by:
University of California Press on behalf of the American Musicological Society.
Audite Musikproduktion, The RIAS Second Viennese School Project 1949-1965, Berg, Sieben frühe
Lieder, Magda Laszlo and Lotthar Broddack, CD 21.412, remastered 2012.
Decca, Alban Berg, Sieben frühe Lieder, Dorothea Röschmann, Mitsuko Uchida, CD 4788439,
2015.
Deutsche Grammophon, Alban Berg, Sieben frühe Lieder, Anne Sofie von Otter, Wiener
Philharmoniker, Claudio Abbado, CD 445 846 2, 1994.
Deutsche Grammophon, Alban Berg, Sieben frühe Lieder, Renée Fleming, Berliner Philharmoniker,
Claudio Abbado, CD B0005759-02, 2005.
Pristine Audio, Horenstein conducts Berg end Schoenberg, Irma Kolàssi, Orchestre National de la
Radiodiffusion Française, Jascha Horenstein, CD PASC 445, 2015.
Deutsche Grammophon, Alban Berg, Altenberg-Lieder, Op. 4, Margaret Price, London Symphony
Orchestra, Claudio Abbado, CD 0289 449 7142 2, 1971.
EuroArts Music International, Alban Berg, Altenberg-Lieder, Op. 4, Renée Flemming, Lucerne
Festival Orchestra, Claudio Abbado, DVD, 2006.
30
Digital Concert Hall Berliner Philharmoniker, Alban Berg, Altenberg-Lieder, Op. 4, Anne-Sofie von
Otter, Berliner Philharmoniker, Claudio Abbado, 11 maggio 2012,
31
Indice
1. Sieben frühe Lieder................................................................................................................................ 3
2. Fünf Orchesterlieder, nach Ansichtskarten-Texten von Peter Altenberg, Op. 4. ..................................................... 15
Bibliografia e discografia. ................................................................................................................. 30
32