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L’ARA PACIS

IL CAPOLAVORO DEL RILIEVO STORICO ROMANO


ARA PACIS AUGUSTAE
Costruita negli anni 13-9 a.C.
Si tratta dell’opera che meglio sintetizza la
propaganda augustea: il monumento è
voluto dal Senato nel 13 a.C. per
celebrare il ritorno vittorioso di Augusto
dalla campagne militari in Gallia e Spagna
e la conseguente pacificazione
dell’Impero.
Inaugurato nel 9 a.C., riproduce in marmo un templum = spazio consacrato con altare:
nella Roma arcaica l’ara, ovvero l’altare per i sacrifici, era circondata da uno steccato in
legno, ornato con ghirlande e bucrani (teschi di bue).
Il monumento è composto da un recinto quasi quadrato (10x11 mt) su un
alto podio e due aperture sui lati brevi: quello occidentale, dotato di
gradinata, dà accesso all’ara interna, anch’essa su podio con gradinata.
L’esaltazione dell’imperatore era sottolineata dalla collocazione
originaria: Augusto aveva fatto erigere un immenso orologio solare in
Campo Marzio, vicino al quale era posto l’altare: nell’attuale piazza
Montecitorio un obelisco egizio alto 30mt fungeva da gnomone su un
lastricato in marmo tracciato a linee e lettere in bronzo.
Nel giorno del compleanno di Augusto l’ombra puntava verso il centro
dell’Ara pacis→perfetta coincidenza tra imperatore e divinità.
In età fascista il monumento venne
ricomposto e collocato in una teca
vicino al Mausoleo di Augusto, nei
pressi del Tevere.
L’attuale risistemazione (2006) è
opera dall’architetto Richard
Meyer.
Molto ricco è l’apparato decorativo
che riunisce episodi del mito, scene
allegoriche e rappresentazioni di
personaggi reali.
A dare unità all’insieme sono i due
temi principali:
1) la Roma delle origini di Enea e di
Romolo;
2) la Roma di Augusto, nuovo
fondatore dello Stato e portatore
di pace e prosperità.
PARTE INTERNA DEL RECINTO:
Le pareti a listelli verticali imitano la palizzata provvisoria
eretta al momento della costruzione; nella parte superiore
ghirlande appese a bucrani e patere (scodelle contenenti il
sangue degli animali sacrificati).
Tutto ciò sta a definire la reale funzione dell’edificio, che è
un templum.
PARTE ESTERNA DEL RECINTO:
presenta due registri divisi da una cornice a meandro.

Registro inferiore: fregio vegetale


Registro superiore: presenta scene
con girali d’acanto, piccoli animali e
desunte dal mito della fondazione di
uccelli→ immagine della
Roma o della storia del tempo di Augusto
PROSPERITA’
REGISTRO SUPERIORE (lati brevi):
Lato ovest:
1) a sinistra il Lupercale (luogo della scoperta di Romolo e
Remo allattati dalla lupa).
2) a destra Enea (mitico progenitore della Gens Julia)
compie un sacrificio ai Penati, con il
figlio Iulo accanto
Lato est:
1) a sinistra la dea Roma seduta su un cumulo di armi
→ PACE
2) a destra la dea Terra (Saturnia Tellus=ritorno della
natura dell’età di Saturno, quando la terra produceva
spontaneamente i suoi frutti) seduta con due bimbi in
grembo, animali e piante ai piedi, tra due Aure,
personificazioni dei venti di mare (su un serpente marino)
e di terra(su un cigno)→ FERTILITA’ e PROSPERITA’
REGISTRO SUPERIORE (lati lunghi):
Lato nord 1) Processione con le massime cariche sacerdotali
Lato sud 2) Processione con la Gens Julia
Consacrazione (13 a.C.) o inaugurazione dell’ara (9 a.C.) o scena simbolica (è presente
Agrippa, morto nel 12 a.C.)=glorificazione della famiglia imperiale.
La famiglia giulia segue l’ordine di successione dinastica: è guidata da Augusto col capo
velato (pontefice massimo): dopo i flamini (sacerdoti) compare il genero Agrippa con il
figlio; seguono Livia con il figli Tiberio e Druso, quest’ultimo con la moglie e il figlio.
STILE NEO-ATTICO
La processione richiama i modelli classici
dell’età d’oro di Atene guidata da Pericle, che
comunicavano valori quali decoro, serietà e
dignità congeniali alla tradizione romana.
Modello=Fregio interno del Partenone con la
Processione delle Panatenee: compostezza,
raffinata esecuzione dei panneggi, altezza delle
figure pari a quella del fregi, ad eccezione dei
bambini.
Tuttavia: le figure si dispongono su più piani
paralleli (profondità spaziale); all’umanità
ideale si sostituiscono personaggi reali,
riconoscibili nonostante la tendenza
idealizzante (ritrattistica ufficiale).

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