Sei sulla pagina 1di 7

Marco Aurelio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Marco Aurelio
(disambigua).
Marco Aurelio
imperatore romano
Busto dell'imperatore Marco Aurelio
Nome originale Imperator Caesar
Marcus Aurelius Antoninus Augustus
Regno 8 marzo 161 –
17 marzo 180
(fino al 169 con Lucio Vero; dal 177 con Commodo)
Tribunicia potestas 9 anni (da solo), 6 con Lucio Vero, 4 con Commodo e 15 con
Antonino Pio per un totale di 34 volte: la prima volta (I) dal 1º dicembre del 147,
rinnovata annualmente al 10 dicembre di ogni anno[1]
Cognomina ex virtute Armeniacus nel 164,[2][3][4] Medicus e Parthicus Maximus
nel 166,[2][3][5] Germanicus nel 172,[3][6][7][8][9] Sarmaticus nel 175[3][8][10]
Titoli Pater Patriae dal 166
Salutatio imperatoria 10 volte:[1] I (al momento della assunzione del potere
imperiale) nel 161, (II) nel 163,[11] (III) 165,[12] (IV) 166, (V) 167,[13] (VI)
171,[14] (VII) 174,[15] (VIII) 175,[16] (IX) 177[17] e (X) 179.[1]
Nascita 26 aprile 121[18]
Roma
Morte 17 marzo 180
Sirmio o Vindobona [19][20](attuale Vienna)
Predecessore Antonino Pio
Successore Commodo
Coniuge Faustina minore
Figli Domizia Faustina Aurelia
Tito Aurelio Antonino
Tito Elio Aurelio
Lucilla
Annia Aurelia Galeria Faustina
Tito Elio Antonino
Fadilla
Annia Cornificia Faustina minore
Commodo
Tito Aurelio Fulvio Antonino
Marco Annio Vero Cesare
Vibia Aurelia Sabina
Adriano
Un altro figlio di cui non si conosce il nome nato dopo Tito Elio Antonino
Gens Annia
Dinastia Antonini
Padre Marco Annio Vero
adottivo: Antonino Pio
Madre Domizia Lucilla
Consolato 3 volte: nel 140, 145 e 161.[1]
Pontificato max nel 161[1][21]

Marco Aurelio Antonino Augusto (in latino: Marcus Aurelius Antoninus Augustus;
nelle epigrafi: IMP·CAES·M·AVREL·ANTONINVS·AVG[22]; Roma, 26 aprile 121 – Sirmio o
Vindobona, 17 marzo 180[23]), meglio conosciuto semplicemente come Marco Aurelio, è
stato un imperatore, filosofo e scrittore romano. Su indicazione dell'imperatore
Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo
nominò erede al trono imperiale.

Nato come Marco Annio Catilio Severo[24][25] (Marcus Annius Catilius Severus),
divenne Marco Annio Vero (Marcus Annius Verus), che era il nome di suo padre, al
momento del matrimonio con la propria cugina Faustina, figlia di Antonino, e
assunse quindi il nome di Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto (Marcus
Aurelius Caesar Augusti filius) durante l'impero di Antonino stesso.[26]

Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla sua morte, avvenuta per malattia nel
180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano[20] o presso Vindobona.[19] Fino
al 169 mantenne la coreggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello
adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto
Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo.[27] È considerato dalla
storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti
"buoni imperatori"[28] menzionati da Edward Gibbon.[29] Il suo regno fu tuttavia
funestato da conflitti bellici (guerre partiche e marcomanniche), da carestie e
pestilenze.[30][31]

Marco Aurelio è ricordato anche come importante filosofo stoico, autore dei
Colloqui con sé stesso (Τὰ εἰς ἑαυτόν nell'originale in greco).[32] Alcuni
imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un
inesistente legame familiare con lui.[33]
Indice

1 Fonti biografiche, storiografia antica e moderna


2 Biografia
2.1 Origini familiari
2.2 Infanzia e giovinezza (121-136)
2.3 Successione di Adriano (136-138)
2.4 Governo con Antonino Pio (139-161)
2.4.1 Matrimonio con Faustina
2.4.2 Formazione oratoria e filosofica (136-147)
2.4.3 Nascite e morti nella famiglia (147-161)
2.4.4 Ultimi anni di Antonino (152-161)
2.5 Principato (161-180)
2.5.1 Ascesa alla porpora imperiale
2.5.2 Governo imperiale con Lucio (161-169)
2.5.2.1 Politica interna: l'amministrazione dello stato
2.5.2.2 Lavoro legale e amministrativo
2.5.2.3 Politica estera
2.5.2.3.1 Guerra partica (161/2-166)
2.5.2.3.2 Scambi commerciali con l'Oriente
2.5.2.3.3 Guerre marcomanniche
2.5.2.4 Peste antonina
2.5.3 Unico imperatore (169-176)
2.5.3.1 Frontiere settentrionali (169-175)
2.5.3.2 Rivolta di Cassio (175)
2.5.3.3 Viaggio in Oriente (175-176)
2.5.4 Governo imperiale con Commodo (176-180)
2.5.4.1 Offensiva finale in Marcomannia e Sarmatia (177-180)
2.5.4.2 Morte (180)
2.5.4.3 Successione
3 Carattere e pensiero filosofico
4 Politica religiosa e atteggiamento nei confronti dei cristiani
5 Monetazione imperiale del periodo
6 Marco Aurelio nella cultura
7 Note
8 Bibliografia
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni

Fonti biografiche, storiografia antica e moderna


Lo stesso argomento in dettaglio: Fonti e storiografia su Marco Aurelio.
Le principali fonti per la vita e il ruolo di Marco Aurelio sono frammentarie e
spesso inaffidabili. Il gruppo più importante è rappresentato dalle biografie
contenute nella Historia Augusta, composte in epoca successiva al IV secolo.[34]

Le biografie derivate principalmente da fonti ormai perdute (come Mario Massimo),


ma anche da Eutropio e Aurelio Vittore, ovvero quelle di Marco Aurelio, Adriano,
Antonino Pio e Lucio Vero, sono ritenute accurate e affidabili.[34]

Di Frontone, maestro di retorica di Marco e di vari funzionari di Antonino Pio, si


conservano una serie di manoscritti irregolari, che coprono il periodo che va dal
138 al 166. Nei Colloqui con sé stesso Marco offre una finestra sulla sua vita
interiore, ma gran parte dei libri risultano senza riferimenti cronologici e con
pochi accenni al mondo esterno.[35]

La più attendibile fra le fonti del periodo è Cassio Dione, che scrisse una storia
di Roma dalla sua fondazione al 229, chiamata Historia romana.[36] Altre fonti
letterarie e giuridiche, come gli scritti del medico Galeno, le orazioni di Elio
Aristide e le costituzioni imperiali dello stesso Marco Aurelio forniscono
ulteriori informazioni sul contesto storico e sociale in cui visse l'imperatore.
Epigrafi e monete possono integrarle, così come i numerosi reperti archeologici.
[37]
Biografia
Lo stesso argomento in dettaglio: Cronologia degli eventi principali riguardanti la
vita di Marco Aurelio.
Origini familiari
Lo stesso argomento in dettaglio: Albero genealogico degli Imperatori adottivi.
Un giovane Marco Aurelio (Musei Capitolini, Roma)

La famiglia di Marco era di origine romana, ma stabilita da tempo a Ucubi (Colonia


Claritas Iulia Ucubi, odierna Espejo),[38] una piccola cittadina della Spagna
romana situata a sud est di Cordŭba. Essa salì alla ribalta alla fine del I secolo,
quando il suo bisnonno, Marco Annio Vero, fu senatore e forse pretore. Nel 73-74 il
nonno, anch'egli di nome Marco Annio Vero, fu elevato al rango di patrizio.[39][40]
Il terzo Marco Annio Vero, cioè suo padre, sposò Domizia Lucilla.[41][42] Lucilla
maggiore, la di lei nonna materna, aveva ereditato una grande fortuna, tra cui una
fabbrica di mattoni (figlina) a Roma, attività alquanto redditizia in un'epoca in
cui la città era interessata da una notevole espansione edilizia.[43]

La famiglia della madre era di rango consolare, mentre quella del padre vantava
addirittura una discendenza da Numa Pompilio.[44]
Infanzia e giovinezza (121-136)
Lo stesso argomento in dettaglio: Età traianea e adrianea.
Busto di Marco Aurelio giovane uomo, Museo Archeologico Nazionale di Napoli,
collezione Farnese. Il busto (fino al collo) è un rifacimento moderno.

Marco Aurelio nacque a Roma da Lucilla e Vero il 26 aprile del 121, secondo il
calendario romano il sesto giorno prima delle calende di maggio, l'anno del secondo
consolato di suo nonno Marco Annio Vero, corrispondente all'anno 874 dalla
fondazione di Roma;[44] la sorella, Annia Cornificia Faustina, nacque probabilmente
nel 122 o nel 123.[43] Il padre Annio Vero morì giovane, durante la sua pretura,
[45] presumibilmente nel 124,[46] quando Marco aveva solo tre anni. Anche se
difficilmente può averlo conosciuto, Marco Aurelio scrisse nelle sue Meditazioni
che aveva imparato "modestia e virilità" dal ricordo di suo padre e dalla sua
reputazione postuma. Lucilla non si risposò più.[47]

La madre di Marco, come da usanza della nobilitas, trascorse poco tempo col figlio,
affidandolo alle cure delle domestiche.[48] Ciononostante, Marco accredita a sua
madre l'insegnamento della pietà religiosa, la semplicità nella dieta e come
evitare le vie dei ricchi.[49] Nelle sue lettere Marco fa frequente e affettuoso
riferimento alla madre, manifestandole la sua gratitudine, nonostante mia madre
fosse condannata a morire giovane, trascorse i suoi ultimi anni di vita con me.[50]

Dopo la morte del padre, il piccolo Marco Aurelio andò a stare dal nonno paterno
Marco Annio Vero. Ma anche Lucio Catilio Severo, descritto come il "bisnonno
materno" di Marco (probabilmente il patrigno o padre adottivo di Lucilla maggiore),
partecipò alla sua istruzione. Marco crebbe nella casa dei suoi genitori, sul
Celio, dove era nato, in un quartiere che avrebbe affettuosamente ricordato come il
mio Celio.[51]

Era una zona esclusiva, con pochi edifici pubblici e molte domus nobiliari fra cui
il palazzo del nonno, adiacente al Laterano, dove Marco avrebbe trascorso gran
parte della sua infanzia. Marco era riconoscente al nonno per avergli insegnato a
tener lontano il brutto carattere,[52] ma era anche grato agli eventi che gli
evitarono di vivere nella stessa casa con la concubina presa dal nonno dopo la
morte della moglie, Rupilia Faustina. Evidentemente questa donna o qualcuno del suo
seguito, secondo il Birley, potevano costituire una tentazione per il giovane
Marco.[53]

La sua istruzione avvenne in casa, in linea con le tendenze aristocratiche del


tempo.[54] Uno dei suoi maestri, Diogneto, si dimostrò particolarmente influente,
introducendo Marco a una visione filosofica della vita e insegnandogli l'uso della
ragione.[55] Nell'aprile del 132, per volere di Diogneto (da taluni identificato
come il destinatario della lettera A Diogneto[56]), Marco prese a praticare le
abitudini proprie dei filosofi e a utilizzarne l'abbigliamento, come il ruvido
mantello greco.[57]

Altri tutores, Trosio Apro, Tuticio Proculo e il grammatico Alessandro di Cotieno,


descritto come un importante letterato (il principale studioso omerico del suo
tempo), continuarono a occuparsi della sua istruzione nel 132-133. Marco deve ad
Alessandro la sua formazione nello stile letterario, rilevabile in molti passi dei
Colloqui con sé stesso.[58]
Successione di Adriano (136-138)
Lo stesso argomento in dettaglio: Antonino Pio § Adozione da parte di Adriano.
Busto dell'imperatore Adriano (Musei Capitolini, Roma)

Alla fine del 136 Adriano, convalescente nella sua villa di Tivoli dopo aver
rischiato di morire per un'emorragia, scelse Lucio Ceionio Commodo (conosciuto poi
come Lucio Elio Cesare) come suo successore, adottandolo contro la volontà delle
persone a lui vicine. Lucio però si ammalò e il 1º gennaio del 138 morì,
costringendo il princeps Adriano a indicare un nuovo successore; era il 24 gennaio
del 138 quando la scelta cadde su Aurelio Antonino,[59] il genero di Marco Annio
Vero che il giorno successivo, dopo essere stato attentamente esaminato, fu
accettato dal Senato e adottato col nome di Tito Elio Cesare Antonino. A sua volta,
come da disposizioni dello stesso princeps, Antonino adottò Marco, allora
diciassettenne, e il giovane Lucio Commodo, figlio dello scomparso Lucio Elio Vero.
[60] Da questo momento Marco mutò il suo nome in Marco Elio Aurelio Vero e Lucio in
Lucio Elio Aurelio Commodo. Marco rimase sconcertato quando seppe che Adriano lo
aveva adottato come nipote: solo con riluttanza passò dalla casa di sua madre sul
Celio a quella privata di Adriano, che il Birley ritiene non fosse ancora la «casa
di Tiberio» (come veniva chiamata la residenza imperiale sul Palatino).[61]

Poco tempo più tardi, Adriano chiese in Senato che Marco fosse esentato dalla legge
che richiedeva il venticinquesimo anno compiuto per il candidato alla carica di
questore. Il Senato acconsentì e Marco divenne prima questore nel 139, ricevette
quindi l'imperium proconsulare maius nel 139-140[62] e il consolato nel 140, a soli
diciotto anni.[63] L'adozione facilitò il percorso della sua ascesa sociale: egli
sarebbe verosimilmente divenuto prima triumvir monetalis (responsabile delle
emissioni monetali imperiali) e in seguito tribunus militum in una legione. Marco
probabilmente avrebbe preferito viaggiare e approfondire gli studi. Il suo biografo
attesta che il suo carattere rimase inalterato: mostrava ancora lo stesso rispetto
per i rapporti come aveva quando era un cittadino comune ed era così parsimonioso e
attento dei suoi beni come lo era stato quando viveva in una abitazione privata.
[64]

La salute di Adriano peggiorò al punto da fargli desiderare la morte,[65] tentando


anche il suicidio, impeditogli dal successore Antonino.[66] L'imperatore,
gravemente malato, lasciò Roma per la sua residenza estiva, una villa a Baiae,
località balneare sulla costa campana, ove morì infine di edema polmonare il 10
luglio del 138. La successione di Antonino era ormai stabilita e non presentava
appigli per eventuali colpi di mano. Per il suo comportamento, rispettoso
dell'ordine senatorio e delle nuove regole, Antonino fu insignito dell'appellativo
"Pio".[25][67]
Governo con Antonino Pio (139-161)
Lo stesso argomento in dettaglio: Età antonina.
L'adozione (Monumento dei Parti, oggi presso il Museo di Efeso di Vienna): Antonino
Pio (al centro) con Lucio Vero di sette anni (a destra) e Marco Aurelio di
diciassette anni (a sinistra, alle spalle). All'estrema destra, sembra esserci
Adriano.

Subito dopo la morte di Adriano, Antonino pregò la moglie Faustina di accertarsi se


Marco fosse disposto a modificare i suoi precedenti accordi matrimoniali. Marco
acconsentì a sciogliere la promessa fatta a Ceionia Fabia e a fidanzarsi con
Faustina minore, la loro giovane e bella figlia, inizialmente promessa a Lucio.[68]
Marco ricoprì il suo primo consolato nel 140, con Antonino come collega. In qualità
di erede designato, fu quindi nominato princeps iuventutis, il comandante
dell'ordine equestre. Assunse il titolo di Cesare,[69] divenendo Marco Elio Aurelio
Vero Cesare, ma in seguito si schermì dal prendere troppo sul serio l'incarico.[70]
Su invito del Senato, Marco venne inserito contemporaneamente nei principali
collegi sacerdotali, tra i quali figuravano i pontifices, gli augures, i
quindecemviri sacris faciundis e i septemviri epulones.[71]

Antonino gli chiese di prendere la residenza nella Domus Tiberiana, uno dei palazzi
imperiali sul Palatino. Marco avrebbe avuto difficoltà a conciliare la vita di
corte con le sue aspirazioni filosofiche, anche se ammirò sempre e profondamente
Antonino come un uomo giusto, esempio di condotta integerrima.[72] Marco si
convinse che la vita serena a corte doveva essere un obiettivo raggiungibile, dove
la vita è possibile, allora è possibile vivere una vita giusta, la vita è possibile
in un palazzo, per cui è possibile vivere la vita proprio in un palazzo[73][74]
affermò, trovandolo comunque di difficile attuazione. Nei Colloqui con sé stesso
Marco sembrava criticarsi per aver abusato della vita di corte di fronte alla
società.[74][75]

Come questore, Marco sembra abbia ricoperto un ruolo amministrativo secondario: i


compiti erano la lettura delle lettere imperiali al Senato, quando Antonino era
assente, e più in generale quello di essere una sorta di segretario privato del
princeps. I suoi compiti come console furono invece più significativi, presiedendo
le riunioni che avevano un ruolo importante nelle funzioni amministrative del corpo
statale. Si sentiva assorbito dal lavoro d'ufficio e se ne lamentò con il suo
tutore Frontone: Sono senza fiato a causa di dover dettare quasi trenta lettere.
Egli era stato, nelle parole del suo biografo, preparato per governare lo Stato.
[63][76]

Il 1º gennaio 145, Marco venne nominato console per la seconda volta, a soli
ventiquattro anni.[77] Una lettera di Frontone esortava Marco a dormire molto in
modo che potrai entrare in Senato con un buon colorito e leggere il discorso con
una voce forte. Marco si era lamentato di una malattia in una lettera precedente:
Per quanto riguarda la mia forza essa è migliorata, sto cominciando a guarire e non
vi è alcuna traccia di dolore nel mio petto, ma riguardo l'ulcera [...] sto facendo
un trattamento e faccio attenzione a non fare nulla che interferisca con esso.[78]
Marco era di salute cagionevole: lo storico romano Cassio Dione, scrivendo dei suoi
ultimi anni, lo elogiò per essersi comportato a dovere, nonostante le numerose
malattie.[79]
Matrimonio con Faustina
Busto di Faustina Minore, Louvre, Parigi.

Nell'aprile del 145 Marco sposò la quattordicenne Faustina, come era stato
programmato sin dal 138.[80] Secondo il diritto romano, per far sì che il
matrimonio potesse aver luogo, fu necessario che Antonino liberasse ufficialmente
uno dei due figli dalla sua autorità paterna; in caso contrario Marco, in quanto
figlio adottivo di Antonino, avrebbe sposato sua sorella. Poco si sa della
cerimonia stessa. Vennero coniate delle monete con le immagini degli sposi e di
Antonino, che avrebbe officiato la cerimonia come pontifex maximus. Nelle lettere
rimanenti Marco non fa esplicito riferimento al matrimonio, durato trentun anni, e
accenna solo raramente a Faustina.[81]
Formazione oratoria e filosofica (136-147)
Lo stesso argomento in dettaglio: Pensiero di Marco Aurelio § Formazione filosofica
e rapporto con i maestri.

Dopo aver indossato la toga virilis nel 136 iniziò probabilmente la sua formazione
oratoria. Aveva tre maestri di greco, tra cui Erode Attico, e uno di latino, Marco
Cornelio Frontone, che Marco ricorda spesso come suo maestro di stile e di vita nei
Colloqui con sé stesso.[82] Frontone e Attico erano gli oratori più stimati
dell'epoca, ma divennero suoi precettori solo dopo la sua adozione da parte di
Antonino, nel 138. La preponderanza dei tutores greci indica l'importanza di quella
lingua per l'aristocrazia di Roma. Questa era l'età della seconda sofistica, una
rinascita della letteratura greca. Sebbene istruito a Roma, Marco userà il greco
per scrivere i suoi pensieri più profondi nei Colloqui con sé stesso.[63][83]

Erode era un uomo molto ricco e discusso, forse il più ricco d'Oriente e mal
sopportava gli stoici, ma era un abile oratore e sofista; Marco, che sarebbe
diventato proprio uno stoico, non lo ricorda affatto nei suoi Colloqui, nonostante
si fossero incontrati molte volte nel corso dei decenni successivi.[84]
Quinto Giunio Rustico in un disegno riportato nel Crabbes Historical Dictionary,
edizione 1825.

Busto di Erode Attico in marmo, risalente al II secolo d.C. e conservato al Museo


del Louvre di Parigi.

Frontone godeva di grande reputazione: nel mondo consapevolmente antiquato della


letteratura latina era considerato, come oratore, secondo solo a Cicerone, una fama
che oggi, in base ai pochi frammenti rimasti, può lasciare meravigliati.[85] Non
correva una gran simpatia fra Frontone ed Erode; eppure i due seppero in ultimo far
scorrere una vena di reciproca cortesia e gentilezza, grazie anche a Marco.[86]

Frontone non divenne insegnante a tempo pieno di Marco e continuò la sua carriera
di avvocato. Una causa famosa lo portò in contrasto con Erode, che era il
principale accusatore di Tiberio Claudio Demostrato, un notabile ateniese difeso
proprio da Frontone. L'esito del processo è ignoto, ma Marco riuscì a far
riconciliare i due.[87]

All'età di venticinque anni Marco cominciò a disamorarsi degli studi in


giurisprudenza, mostrando segnali di un diffuso malessere. Era stanco dei suoi
esercizi e di prendere posizione in dibattiti immaginari.[88] In ogni caso,
l'istruzione formale di Marco era ormai finita. Aveva mantenuto con i suoi
insegnanti buoni rapporti e continuava a seguirli con devozione, anche se la lunga
istruzione ebbe negative influenze sulla sua salute.[89] Quando Marco era giovane
Frontone lo aveva messo in guardia contro lo studio della filosofia, disapprovando
come una deviazione giovanile le sue lezioni con Apollonio di Calcide.[90] Pur se
Apollonio potrebbe aver introdotto Marco alla filosofia stoica, sarebbe stato
Quinto Giunio Rustico, il vero successore di Seneca, ad aver esercitato la maggior
influenza sul ragazzo. Marco s'ispirò anche ad Epitteto di Ierapoli, le cui letture
fu proprio Rustico a suggerire.[91]

Potrebbero piacerti anche