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II,18 - IUPPITER TONANS*

Il cippetto dalla superficie alquanto malridotta che qui presento (fig. 1) si conserva in un ambiente <290>
sottostante all’abitazione del custode dell’Antiquario Comunale del Celio42. Il testo, con minime inte-
grazioni e con lo scioglimento di qualche abbreviazione, suona:

[Io]vi Tonant[i]
vótum solvit
[ ]÷ó
[p ÷÷ó Augusùi
servátóris sui
5 victóriá
Aravos proc(urator)
arg(enti) p(ondo) XXÝ
XX

L’offerta è fatta dunque da un tale Aravos proc(urator) a Giove Tonante in scioglimento di voto
effettuato per la vittoria dell’imperatore, suo salvatore. L’oggetto offerto, forse una piccola statua del
dio, era in argento, pesava trenta libbre e doveva essere fissato sopra il cippetto mediante un incasso
ancora visibile. La paleografia (si noti fra l’altro l’uso abbondante degli apici e la comparsa della I
longa) ci rinvia senz’altro alla prima età imperiale, ma credo che la datazione possa essere ancora più
precisa.
Già dal modo in cui è indicato, si potrebbe pensare che l’imperatore per la cui vittoria è stata fatta
l’offerta sia propriamente Augusto e non uno degli Augusti suoi successori. La mancanza di qualsiasi
altra precisazione, anche se si comprende particolarmente bene in un’epoca in cui non si conoscevano
altri Augusti, non esclude tuttavia periodi successivi. Qualche indicazione più sicura sulla cronologia
può venire invece, come credo, dalla divinità, Giove Tonante, scelta quale destinataria dell’offerta voti-
va. Perché proprio Giove Tonante e non, ad esempio, Giove Ottimo Massimo?
Narra Svetonio nella sua biografia di Augusto43, e la notizia è confermata da Dione44 e dalle stesse
res gestae augustee45, che di ritorno dalla campagna militare contro i Cantabri del 26/25, l’imperatore, <291>
che in Spagna era miracolosamente scampato alla caduta di un fulmine, | aveva eretto a Roma, sul Cam-
pidoglio, un tempio a Iuppiter Tonans46. In questa prospettiva, non è difficile capire perché, volendo

* Un frammento degli Acta Arvalium ed altre novità epi- expeditione Cantabrica per nocturnum iter lecticam eius ful-
grafiche romane, 2, in Rend. Pont. Ac. Arch., 48, 1975-76, gur praestrinxisset servumque praelucentem exanimasset.
pp. 290-294. 44 DIO CASS. 54, 4, 2: kai; to;n tou` Dio;~ tou` Brontw`nto~
42 Alto cm 41, largo 24, spesso 17. Lettere cm 2,5 (righe ejpikaloumevnou nao;n kaqievrwse.
1-3), 1,5 (righe 4-6), 3 (riga 7). 45 Res gest., 19, 2: aedes in Capitolio Iovis Feretri et Iovis
43 SUET. Aug., 29, I: Publica opera plurima extruxit, e qui- Tonantis …feci
… .
bus vel praecipua …aedem Tonantis Iovis in Capitolio; 29, 46 Il tempio fu dedicato l’1 settembre dell’anno 22, come si
3: Tonanti Iovi aedem consecravit liberatus periculo, cum ricava sommando la data dei calendari (Inscr. It., XIII, 2, p.
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propiziare la vittoria di Augusto, si scegliesse a Roma, negli anni immediatamente successivi, di far voto
<292> piuttosto a Iuppiter Tonans, che tanto benevolo | si era già dimostrato nei suoi confronti e si sapeva caro
all’imperatore, che a qualche altra divinità. Ne andò di mezzo, secondo un aneddoto raccontato in altro
luogo da Svetonio47 e da Dione48, lo stesso Giove Capitolino il quale, vista l’assiduità con cui Augusto
frequentava il tempio di Giove Tonante da lui costruito, e il conseguente calo dei suoi cultores, pensò
bene di apparirgli in sogno e di fargli le sue rimostranze. La risposta augustea, sempre data in sogno, è
assai divertente: egli − assicurò − non aveva inteso minimamente mancare di rispetto al sommo Giove;
al contrario aveva messo il Tonante sul Campidoglio come una sorta di portinaio per il grande dio. Sve-
gliatosi, poi, aveva fatto circondare di campanelli la sommità del tempio del Tonante perché tale qualità
di portinaio risultasse evidente.
La nostra iscrizione sembra inserirsi assai persuasivamente nel clima politico e religioso sopra
adombrato.
Finora non sono riuscito purtroppo a stabilire l’esatta provenienza di questo documento. Qualsiasi
deduzione d’ordine topografico è quindi, al momento, impossibile.
Vi è tuttavia un altro motivo d’interesse costituito dal nome, dalla posizione e dall’atteggiamento
nei confronti dell’imperatore, del dedicante. Nonostante il simplex nomen, non credo che il personaggio
sia uno schiavo. Sta contro questa interpretazione la qualifica di procurator, che depone piuttosto, quali
che siano esattamente le mansioni svolte, per una condizione libertina49. Se cosi è, la formula onomasti-
<293> ca merita | attenzione per l’omissione dell’indicazione dello status oltre che del gentilizio50.

504) con l’anno fornito da Dione (54, 4, 2). Vi fu posta una sta- ejpikaloumevnou kaqievrwse: peri; ou| du;o tau`ta paradev-
tua del dio opera di Leochares (PLIN. HN,
HN 34, 79). Sul tempio: dotai, o{ti tovte te th`/` iJerourgiva/ brontai; ejgevnonto, kai;
PLATNER – ASHBY, Dictionary, pp. 305 sg.; NASH, Dictionary2, meta; tau`ta o[nar tw/` Aujgouvstw/ toiovnde ejpevsth, tw`n
I, pp. 535 sg., figg. 661 sg. Per raffigurazioni del tempio e ga;r ajnqrwvpwn, to; mevn ti pro;~ xevnon kai; tou` ojnovmato~
della statua in monete augustee e sul sepolcro degli Haterii: aujtou` kai; tou` ei[dou~, to; de; kai; o{ti uJpo; tou` Aujgouv-
NASH, Dictionary; H. COHEN, Médailles impériales, I, Paris stou i{druto, mevgiston de; o{ti prwvtw/ oiJ ajniovnte~ ej~ to;
1880, nrr. 178-180, 184, 185, 186; H.A. GRUEBER, Coins of Kapitwvlion ejnetuvgcanon, prosercomevnwn te aujtw/` kai;
the Roman Republic, II, London 1910, p. 28 nrr. 4412-4415, sebovntwn, e[doxe to;n Diva to;n ejn tw/` megavlw/ naw/` o[nta
tavv. 61-62; MATTINGLY – SYDENHAM, The Roman Imperial ojrgh;n wJ~ kai; ta; deuvtera aujtou` ferovmenon poiei`sqai,
Coinage, I, London 1923, p. 85 nrr. 240, 276-279. Sul culto di kai; ejk touvtou ejkeivnw/ te eijpei`n e[legen o{ti profuv-
Giove Tonante (da non confondere, nonostante la traduzione laka to;n Brontw`nta e[coi, kai; ejpeidh; hJmevra ejgevneto,
greca del nome, con quello di Zeus Bronton, per il cui cul- kwvdwna aujtw/` perih`ye, bebaiw`n th;n ojneivrwxin: oiJ ga;r
to d’impronta orientale a Roma vd. CIL, VI 432, 733, 2241; ta;~ sunoikiva~ nuvktwr fulavssonte~, kwdwnoforou`sin,
Not. Sc. 1935, pp. 76-104; IGUR, I, 136-139, 163-164): RE, o{pw~ shmaivnen sfivsin oJpovtan dehqw`si duvnwntai.
VI A, 1937, coll. 1706-1709; K. LATTE, Römische Religions- 49 Con una condizione servile non si conciliano le funzioni
geschichte, München 1960, pp. 304 sg.; H. LE BOURDELLÈS, giuridiche oltre che socio-economiche del procurator: G. LE
Présence et absence du dieu sujet-agent auprès des verbes BRAS, L’évolution générale du procurateur en droit privé ro-

“pluit” et “tonat”, in Rev. Étud. Lat., 44, 1966, pp. 377-406. main, Paris 1922; F. SERRAO, Il “procurator
“ ”, Milano 1947;
Per attestazioni epigrafiche del culto: Diz. Epigr., IV, p. 245. P. ANGELINI, Il “procurator
“ ”, Milano 1971. Sui procuratores
È questa la prima per Roma, se si eccettua il frammento CIL, libertini imperiali: G. BOULVERT, Esclaves et affranchis im-
VI 31077 (non registrato in Dizionario Epigrafico). périaux sous le Haut-Empire romain, Napoli 1970, pp. 374-
47 SUET. Aug. 91, 2: Cum dedicatam in Capitolio aedem To- 419; P.R.C. WEAVER, Familia Caesaris, Cambridge 1972, pp.
nanti Iovi assidue frequentaret, somniavit queri Capitolinum 267-281; G. BOULVERT, Domestique et fonctionnaire sous le
Iovem cultores sibi abduci seque respondisse Tonantem pro Haut-Empire romain, Paris 1974, pp. 127-142, 181-185.
ianitore ei appositum; ideoque mox tintinnabulis fastigium 50 Sull’omissione del gentilizio nell’onomastica dei liberti
aedis redimiit, quod ea fere ianuis dependebant. imperiali, comune in tutte le epoche: WEAVER, op. cit. (nt.
48 DIO CASS. 54, 4, 2-4: kai; to;n tou` Dio;~ tou` Brontw`nto~ 49), pp. 37-40; per l’omissione dell’indicazione dello status:
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Il nome può dire qualcosa anche sulla provenienza del personaggio. Aravos, che sta verosimilmente
per Aravus51, altro non sembra essere infatti che un etnico (verosimilmente non assunto od attribuito a
caso) rinviante alla popolazione della civitas Aravorum in Lusitania52. Entrato a far parte della familia
imperiale, egli è assurto alla posizione di procurator, non si sa in quale branca dell’amministrazione53,
posizione che gli dà larga disponibilità di mezzi, come si vede dall’entità dell’offerta.
Ora, è interessante osservare come egli definisca nell’epigrafe il rapporto che intercorre tra la sua
persona e quella dell’imperatore: la dedica è fatta pro Augusti servatoris sui victoria; Augusto è dunque
il suo salvatore. Servator non è qui epiteto; inoltre tanto servator quanto conservator non si sono ancora
affermati come epiteti divini nel mondo occidentale54. Tuttavia sembra a me di avvertire in questo at-
tributo qualcosa di più di una semplice attestazione di riconoscenza, per cui, se si riferisce ad Augusto,
l’iscrizione andrà forse tenuta presente fra le testimonianze di onori quasi divini tributati a questo impe-
ratore, sia pure in un ambito non rigidamente ufficiale, anche in Occidente mentre era ancora vivo55.
Non è possibile stabilire a quale vittoria si alluda nella dedica.

ibid., pp. 80-86. Qui l’una e l’altra potrebbero spiegarsi con ma si tratta di affermazione infondata in quanto la moneta
il fatto che la condizione si ricavava facilmente dal nome cui si rinvia (COHEN, op. cit. (nt. 46), I, nr. 19) non è per-
e dalla qualifica di procurator, il gentilizio dal riferimento, tinente e non vi sono, che io sappia, altre monete augustee
inequivocabile se si tratta di iscrizione di età augustea, al in cui a Iuppiter sia attribuito tale epiteto. In Occidente, la
personaggio (patrono) di cui Aravus era procurator. diffusione, tanto di conservator, quanto del meno comune
51 È comune il passaggio da -us ad -os dopo v, cfr. ILS, III, servator (CARTER, op. cit. (nt. 54), p. 56, cfr. RE, II A, 1923,
2, p. 844. Escluderei una trasformazione di Arabus. col. 1757) sembra in realtà fenomeno posteriore.
52 Per la civitas Aravorum: A. TOVAR, Iberische Landeskun- 55 Sul culto di Augusto vivente: L.R. TAYLOR, The Divinity
de, II, 2, Baden-Baden 1976, p. 254. Per attestazioni dell’et- of the Roman Emperor, Middletown | 1931, pp. 142-238,
nico: Thes. Ling. Lat., II, col. 401. Si chiamava Aravus (scr. 270-283; L. CERFAUX – J. TONDRIAU, Le culte des souverains, <294>
Araus) anche un liberto di Attico (CIC. Att., 5, 9, 1). Tournai 1957, pp. 312-339; F. TAEGER, Charisma, II, Stut-
53 Sulla varia utilizzazione dei procuratori liberti all’interno tgart 1960, pp. 102-225; CHR. HABICHT, Die augusteische
dell’amministrazione imperiale privata e pubblica si vedano Zeit und das erste Jahrhundert nach Christi Geburt, in Le
gli importanti lavori del Boulvert e del Weaver citati sopra Culte des souverains dans l’Empire Romain (Fond. Hardt.
(nt. 49). Entretiens, 19), Vandoeuvres-Genève 1973, pp. 41-99. È
54 Servator e conservator non sono mai usati come epite- spontaneo un richiamo all’epiteto di swthvr (per il quale vd.
ti divini in età repubblicana. In alcuni repertori (ad es. J.B. da ultimo HABICHT, cit., pp. 96-97), tante volte tributato ad
CARTER, De deorum cognominibus, Lipsiae 1898, p. 39, cfr. Augusto nei paesi di lingua greca, ed il suo accostamento al
ROSCHER, Lexikon, II, 1 col. 748) si afferma che conservator tema dei cives servati, connesso alla concessione ad Augu-
sarebbe documentato per Iuppiter da monete di età augustea, sto della corona civica nel gennaio del 27.

NOTA COMPLEMENTARE − AE 1977, 19 − Il luogo di ritrovamento della dedica (pendici del Campidoglio, scavi intorno a S. Omo-
bono, giugno 1937) è ora noto grazie al recupero di un dato d’archivio operato da CHR. REUSSER, che ringrazio per avermelo
comunicato. Se ne ricava una verosimile originaria collocazione nell’area stessa del tempio sul Campidoglio − Su questo tem-
pio e le monete che lo raffigurano con la statua di culto: P. GROS, in Lex. Top. Urb. Rom., III, 1996, pp. 159 sg. (non menziona
quest’iscrizione); G.A. CELLINI, in Rend. Ac. Linc, ser. 9, 11, 2000, pp. 16 sg. e 49. − Sull’opportunità di tenere ben distinto
il culto del Tonante da quello del dio frigio Zeus Bronton: TH. DREW BEAR – CHR. NAOUR, in ANRW ANRW, II, 18, 3, 1990, p. 1995
con nt. 317. − Sul nome Ara(v)us nella Penisola Iberica: J.M. ABASCAL PALAZÓN, Los nombres personales en las inscripciones
latinas de Hispania, Murcia 1994, p. 283, vd. anche Hisp. Epigr., 4, 1994, p. 21 nr. 1; 5, 1995, p. 16 nr. 35; 8, 1998, p. 33 nr 90.
− Non risulta convincente E. RODRÍGUEZ ALMEIDA quando identifica il dedicante (Mél. Éc. Fr. Rome, Ant., 103, 1991, pp. 547-
550) con il servus praelucens del racconto svetoniano che, colpito dal fulmine, non sarebbe tuttavia morto e, ripresosi, avrebbe
seguito l’imperatore a Roma. In ogni caso, per la funzione di procurator non può trattarsi di uno schiavo: “la existencia del
procurator-esclavo, como figura jurídica …no se puede admitir” C. GARCÍA VAZQUEZ, in Rev. Int. Droits Ant., ser. 3, 38, 1991,
pp. 155 sg.; vd. anche CHR. SCHÄFER, Spitzen management in Republik und Kaiserzeit. Die Procuratoren von Privat Personen,
St. Katharinen 1998 (notare anche l’ingente costo dell’offerta).
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1 - Dedica inedita Iovi Tonanti.

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