Sei sulla pagina 1di 20

sileno

rivista semestrale
di studi classici e cristiani
fondata da quintino cataudella

anno xxxvii
1-2/2011

Agorà & Co.


Laborem saepe Fortuna facilis sequitur
sileno è una pubblicazione semestrale
condizioni di abbonamento: € 75,00
costo di un numero (due fascicoli): € 80,00
Per gli abbonamenti e gli acquisti rivolgersi a:
licosa s.p.a.
via duca di calabria 1/1
i-50125 firenze
telefono +39(0)556483201 - fax +39(0)55641257
e-mail: laura.mori@licosa.com

Volume pubblicato con il concorso del Consiglio Nazionale delle Ricerche


e dell’Università degli Studi di Catania

«Sileno» is an International Peer-Reviewed Journal

©2011 AGORÀ & CO.


Lugano

E-mail: infoagoraco@gmail.com

e-mail: lumieresinternationales@yahoo.it

proprietà artistica e letteraria riservata per tutti i paesi


È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica,
la riproduzione totale e parziale, con qualsiasi mezzo,
compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico

issn 1128-2118
sommario

articoli

francesca amaraschi
Il bavraqron di Beletsi e le nuove ipotesi in merito 1
alla sede delle esecuzioni capitali dell’Atene classica

cesare marco calcante


excusatio e praestructio: la retorica della trasgressione
nel callimachismo augusteo 15

simone falconi
Aspetti della descrizione dell’India di Megastene 31

Gian franco Gianotti


Riscrivere Petronio 45

didier marcotte
La spedizione orientale di Gaio Cesare: per una nuova
interpretazione di un epigramma dell’antologia Palatina 61

concetta scibetta
crescite et multiplicamini (conf. 13.24.35-37). Il proclama letterario
e spirituale di Agostino tra Sacra Scrittura e tradizione latina 73

marcello valente
Peniva e ptwceiva in Aristoph., Plut. 532-554:
una distinzione soistica o una classiicazione sociale? 113

note

sergio audano
Due note al centone de ecclesia (v. 4 e vv. 19-20) 139

alberto Borghini - mario seita


Il nome proprio come predicato di localizzazione nella rudens di Plauto 155

VII
sommario

alberto Borghini - mario seita


myrtale / […] acrior (Hor. carm. 1.33.14-15): la ‘dominanza chiastica’ 165

michele r. cataudella
Sulla Periodos ghēs di Dicearco e l’arenarius di Archimede. Note critiche 171

maria lauretana cirrito


Novius, tabellaria, fr. 87 R3. Una paternità controversa 177

nuala distilo
Note critiche all’elettra di Euripide 185

federica fioroni
Nota a Callimaco, Hec., fr. 52 Hollis (= 272 Pfeifer, 229 Asper) 201

Walter lapini
Note laerziane (D. L. 1.12, 8.48, 10.2, 10.5, 10.7-9, 10.9, 10.11, 10.124, 10.140) 207

ricordi

claudio Bevegni
Ricordo di Umberto Albini 221

michele r. cataudella
Ricordo di Giovanni Pugliese Carratelli 225

luigi lehnus
Ricordo di Sir Hugh Lloyd-Jones 231

recensioni

G. salanitro, Proili di latinisti dell’Ateneo catanese


G. salanitro, Proili di grecisti dell’Ateneo catanese (c. arcidiacono) 261
a. damico, De ecclesia. Cento Vergilianus (s. audano) 266
a.a. raschieri, L’orbis terrae di Avieno (s. audano) 275
J.P. lieggi, La cetra di Cristo (a. Baldoncini) 279

VIII
sommario

f. Pagnotta, Cicerone e l’ideale dell’aequabilitas (a. Borgna) 282


r. fischer, Die Aḫḫijawa-Frage (m.r. cataudella) 285
Rose di Gaza. Gli scritti retorico-soistici e le epistole di Procopio
di Gaza, a c. di e. amato (m.r. cataudella) 287
Res Gestae Divi Augusti. text, translation, and commentary
a.e. cooley (m.r. cataudella) 288
m. Hose, Euripides. Der Dichter der Leidenschaten (f. conti Bizzarro) 289
Anniversari dell’antichistica pavese, a c. di G. mazzoli (G. Galeani) 292
Dizionario delle scienze e delle tecniche di Grecia e Roma (v. ortoleva) 297
f. Bertini, Attila, optimus princeps (v. sineri) 298

notiziario bibliografico 301

IX
asPetti della descriZione dell’india di meGastene

simone falconi

Megastene, nella trattazione relativa ai popoli collocati agli estremi conini


dell’India e riportata criticamente da Strabone1, cita gli Iperborei millenari,
stanziati nella fascia più settentrionale del Paese, a ridosso della regione
montuosa che ne segna il limite geograico e territoriale. Nello stesso con-
testo ma poco prima2, Strabone dice che l’autore degli Indikà aveva men-
zionato le consuetudini di necrofagia e di promiscuità degli Indiani del
Caucaso, localizzati dunque nella stessa area degli Iperborei3. Il geografo
riporta dettagliatamente la descrizione megastenica di questa regione con
scimmie, animali selvatici, cavalli con un corno sulla testa a forma di cervo,
canne lunghissime4. Si tratta evidentemente di un contesto – quello cauca-
sico – che nella testimonianza straboniana pare caratterizzarsi nel senso
di una totale alterità, in cui le dinamiche naturali e le convenzioni sociali
sembrano svilupparsi in modo contrario rispetto alla consuetudine.

1
FGrHist 715 F 27 c = Str. 15,1,57.
2
FGrHist 715 F 27 b = Str. 15,1,56.
3
Sul mito degli Iperborei e sulla collocazione geograica di questo popolo cfr. H. Daebritz,
s.v. Hyperboreer, RE IX.1, 1914, coll. 258-279; A. Lovejoy- G. Boas, Primitivism and related
ideas in antiquity, Baltimore 1935 (rist. 1997), 304-314; R. Dion, La notion d’Hyperboréens
et ses vicissitudes au cours de l’ Antiquité, «BAGB» 8.2, 1976, 143-157; J.S. Romm, Herodotus
and Mythic Geography: the Case of the Hyperboreans, «TAPhA» 119, 1989, 97-113; D T. P.
Bridgman, Hyperboreans: myth and history in Celtic-Hellenic contacts, London 2005, 15-70.
4
FGrHist 715 F 27 b = Str. 15,1,56.

31
simone falconi

In questo lungo stralcio degli Indikà megastenici (15,1,56-57) si può in-


dividuare la presenza di due diversi gradi di attendibilità: l’uno relativo ai
dati che sembrano concordare con Erodoto, l’altro relativo a quelli che ri-
sultano assolutamente fantastici.
Infatti, la veridicità accordata alle notizie sugli abitanti del Caucaso di-
pende dal fatto che già Erodoto, tenuto in grande considerazione da Stra-
bone, aveva descritto quella regione montana, registrando per i suoi abi-
tanti le stesse pratiche aberranti5. È signiicativo, in questo senso, che nel
passo non si parli del Caucaso indiano come di un’area geograica autono-
ma e alternativa a quella scitica di cui Erodoto, peraltro, non faceva men-
zione, ma di «popoli indiani che abitano il Caucaso (tou;" to;n Kauvkason
oijkou'nta")»6.
La notizia della presenza in India degli Iperborei viene liquidata, inve-
ce, come pura fantasia. Se in 15,1,56, interamente dedicato agli Indiani del
Caucaso, Strabone dice: e[cei me;n ou\n kai; tau'ta pollh;n ajhqv eian pro;" ta;
par∆ hJmi'n, pur accogliendo queste descrizioni, nel cap. 57 l’Amaseno ritiene
che Megastene scivoli decisamente nel favoloso e nell’incredibile quando
parla degli Iperborei. Il motivo degli Iperborei infatti, già presente in Simo-
nide e in Pindaro, risulta acriticamente riecheggiato da Megastene7.
È legittimo, a questo punto, interrogarsi sulla localizzazione degli Iper-
borei megastenici, a ridosso di quella regione montuosa individuata negli
Indikà come Caucaso, e sulla possibilità che il riferimento a questo popolo
– di chiara matrice greca – sia utilizzato per deinire il conine settentrio-
nale dell’India in una prospettiva comprensibile per il lettore occidentale.
Si potrebbe già formulare l’ipotesi – da sottoporre qui a veriica – che le ca-
ratteristiche nordiche degli Iperborei costituiscano un elemento di diferen-
ziazione rispetto alle popolazioni caucasiche. Il Caucaso indiano potrebbe
rappresentare, con la sua continuazione negli Iperborei, l’estremo nord di
una realtà geograica deinita mediante concetti di derivazione greca ma
autonoma nella deinizione di luoghi che rappresentano i suoi estremi ter-
ritoriali (o, se vogliamo, la sua periferia rispetto al centro). Il ricorso a con-
cetti geograici noti, come quello di Iperborei e di Caucaso, sarà servito, in
questo caso, ad avvicinare a realtà estreme il lettore, aiutato a comprendere
l’ignoto mediante riferimenti noti. Si potrebbe ipotizzare, in sostanza, la

5
Cfr. Hdt. 1,203,1-2.
6
FGrHist 715 F 27 b = Str. 15,1,56.
7
Cfr. Pind. Ol. 3,16 ss.; Simon. F 197 Bgk.

32
aspetti della descrizione dell’india di megastene

riformulazione per l’India di un modulo geograico costruito su un rappor-


to centro/periferia, impostato secondo i canoni tradizionali dell’etnograia
greca e riadattati a un contesto nel quale i due opposti si riferivano in via
esclusiva alla regione indiana, senza rapporto con il resto del mondo.
In questa prospettiva si prenderanno qui in esame alcuni aspetti che
possono convalidare l’ipotesi proposta.

Caucaso indiano / Iperborei

La collocazione megastenica degli Iperborei nel contesto indiano, a ridosso


della regione caucasica, non sembra trovare riscontri nel resto della tradi-
zione, mentre la descrizione della regione presenta alcune caratteristiche
già riscontrabili nella descrizione erodotea del Caucaso scitico8: si tratta di
un’area montuosa estesa e di elevata altitudine, con molti popoli che abi-
tano lungo le pendici incolte e che presentano assenza di forme di vita as-
sociata. Confrontando la descrizione di Erodoto con quella di Megastene,
risulta che lo storico di Alicarnasso si riferisce a una regione ad ovest del
Caspio: la isionomia di questo come mare chiuso9, conferma l’idea di un
Caucaso localizzato essenzialmente nel versante europeo, in un’area distan-
te da quella descritta negli Indikà. Questa descrizione, presente nel primo
libro delle Storie, era verosimilmente funzionale a una rappresentazione
geopolitica, legata alla deinizione dei limiti dell’impero persiano rispetto
alla Grecia e risultava pertanto centrata su un confronto/opposizione Occi-
dente-Grecia/Oriente-Persia. L’autore delle Storie descrive poi, nel contesto
di un excursus dedicato all’India10, le usanze selvagge degli abitanti della
regione nord-occidentale con l’accoppiamento pubblico presente presso al-
cune tribù11 e con l’antropofagia degli Indiani Padei12 e dei Callati13. Notizie

8
Hdt. 1,203-04.
9
Hdt. 1,202,4 su cui cfr. P. Dainà, Aral, Caspio, Tanais, «RSO» 43, 1968, 368-375; P.
Goukowsky, Essai sur les origines du mythe d’ Alexandre, 1, Nancy 1978, 163.
10
Hdt. 3,98 ss.
11
Hdt. 3,101.
12
Hdt. 3,99,1-2. Anche Ctesia localizza popoli mostruosi vicino alle sorgenti dei grandi
iumi, nelle regioni montuose che sovrastano la piana dell’Indo: FGrHist 688 F 45.37; cfr. D.
Lenfant, Ctésias de Cnide: La Perse, l’Inde, autres fragments, Paris, CUF, 2004.
13
Hdt. 3,38,4.

33
simone falconi

su popoli indiani isolati e primitivi costituiscono quindi un dato già pre-


sente nella tradizione etnograica greca. L’India rappresentata dallo storico
di Alicarnasso rilette uno spazio di pertinenza achemenide e i cui conini
segnavano, in qualche modo, i conini dell’impero persiano14. Per Erodoto,
infatti, il limite dell’Asia verso est corrispondeva al deserto del har e alle
ultime propaggini della piana dell’Indo senza ulteriori precisazioni sulla
estensione di un Oriente ancora schiacciato tra la regione arabica e quella
indiana15; il lato settentrionale dell’ecumene risulta deinito soltanto in re-
lazione all’Europa e senza che ne siano precisati i conini16. I limiti dell’Asia
sono poi tratteggiati sommariamente e sembrano comunque far capo a in-
formazioni di matrice persiana17.
Quanto a Strabone18, il geografo concorda con la rappresentazione ero-
dotea del Caucaso e con la descrizione delle usanze barbare di popoli di
questa e di altre regioni montane, ma non fa menzione in questo contesto
della realtà indiana. Strabone parla della regione caucasica collocata a nord
della piana indo-gangetica solo in relazione alla citazione megastenica19
alla quale dà credito, come già detto, sulla scorta di Erodoto.
Nell’idea di Strabone, dunque, i popoli caucasici dell’India megastenica
sembrano appartenere a quella regione già descritta in precedenza, sulla

14
Sulla rappresentazione della regione indiana descritta in Hdt. 3,98-106, cf. V. Buccian-
tini, Appunti sulla descrizione dell’India nel terzo libro delle Storie di Erodoto, in stampa.
15
Hdt. 3,98.
16
Cfr. Hdt 4,43.
17
Cfr. Hdt. 3,91,4; 4,44; 102,1; nella concezione erodotea il territorio indiano conosciuto
corrispondeva ad un’area molto limitata, coincidente con la piana del bacino luviale del
Sindh, conquistata da Dario e inglobata nell’impero achemenide. Sulla satrapia indiana cf.
J.M. Balcer, Herodotus & Bisitun: problems in ancient Persian historiography, Stuttgart 1987;
A. Dihle, Arabien und Indien, in G. Nenci- O. Reverdin (eds.) Hérodote e les peuples non
grecs, (Entretiens Hardt XXXV), Vandoeuvres- Genève 1990, 62; P. Briant, Histoire de l’em-
pire perse: de Cyrus à Alexandre, Paris, 1996, 774 ss.
18
Str. 11,11,8: «Bisogna menzionare ancora alcune singolarità degne di nota, relative
a popoli completamente barbari che abitano, in particolare, il Caucaso e le altre regioni
montuose di questa parte d’Asia». Vita sessuale pubblica e necrofagia vengono attribuite
anche agli abitanti dell’isola di Ierne in Str. 4,5,4. I Massageti, secondo Erodoto (1,126),
conducevano una libera vita sessuale, divoravano i vecchi e i morti mentre gettavano ai cani
i cadaveri dei malati. La gerontoctonia, con o senza cannibalismo, risulta dunque presente
nella tradizione storica e costituisce un tratto distintivo di certe culture: cfr. Hdt. 3,99,1;
4,26,1; 5,4,1.
19
FGrHist 715 F 27 b = Str. 15,1,56.

34
aspetti della descrizione dell’india di megastene

base delle informazioni fornite dallo storico di Alicarnasso20. Questa in-


luenza di Erodoto sembra agire anche sull’analisi che il geografo di Ama-
sea conduce sul passo megastenico21 relativo agli Iperborei localizzati a nord
della regione indiana, probabilmente proprio per la suggestione di Erodoto
il quale, come noto, aveva negato l’esistenza di popoli al di là di Borea22.
Dagli Indikà sembra invece emergere con chiarezza la presenza di un’area
geograica a nord dell’India e che comprende il Caucaso e la presenza di
Iperborei23. Il ricorso di Megastene agli Iperborei, noti nella tradizione greca
ma localizzati dall’ambasciatore seleucide in una regione di recente acqui-
sita alla conoscenza, può risultare dunque funzionale alla deinizione di
un’area altrimenti diicile da rappresentare a un pubblico occidentale.
Al ine di delineare questo ampio spazio nord-orientale che si estendeva
verso l’oceano, Megastene sembra aver immaginato una linea montuosa,
quella caucasica, che continuava ino al mare orientale: (…to; pro;" borra'n
de; aujth'" ajpeivrgein to;n Kauvkason to; o[ro" e[ste ejpi; tou' Taurvou th;n
xuvmbolhn…)24. Non è chiaro se Megastene avesse descritto questo ampio
territorio25 considerando la catena indiana del Caucaso come il naturale
proseguimento del Tauro verso est26 oppure, più semplicemente, come una
montagna di conine, sino ad allora immaginata molto più a ovest, unico
spartiacque tra la regione indiana e l’Asia continentale27. Dall’esame di alcuni
Frammenti relativi alla descrizione del lato settentrionale della regione
indiana, è possibile ipotizzare il tipo di rappresentazione megastenica e di
conseguenza individuare la natura di un modello concettuale/cartograico
a cui quella stessa descrizione potrebbe fare capo. Occorre riprendere, a
tal ine, il passo di Strabone (15,1,11): th;n ∆Indikh;n periwvriken ajpov me;n

20
Sembra pertanto considerare il Caucaso megastenico quello stesso massiccio descritto
in 11,11,8.
21
Str. 15,1,57.
22
Hdt. 4,36.
23
FGrHist 715 F 27 b = Str. 15,1,56; FGrHist 715 F 27 c = Str. 15,1,57.
24
FGrHist 715 F 6 a = Arr. Anab. 5,6,2.
25
Cfr. N. Bii, L’estremo Oriente di Strabone, Libro XV della Geograia, Bari 2005.
26
Cfr. F. Prontera, Sobre la delineación de Asia en la geograia helenistica, in Pérez Ji-
ménez, A.-G. Cruz Andreotti (eds.), Los limites de la tierra: fantasia y realidad del espacio
geográico en las culuras mediterráneas, Malaga 1998, 77-105.
27
Sulla concezione del Caucaso come monte spartiacque della regione indiana cfr. F.
Prontera, ∆Arcai'oi pivnake" nella geograia di Polibio, in S. Bianchetti, E. Galvagno, A. Ma-
gnelli (eds.), POIKILMA, Studi in onore di M. R. Cataudella, La Spezia 2001, 1064.

35
simone falconi

tw'n a[rktwn tou' Tauvrou ta; e[casta ajpo; th'" ∆Arianh'" mevcri th'" eJwvia"
qalavtth", a{per oiJ ejpicwvrioi kata; mevro" Paropavmisovn te kai; ∆Hmwdo;n
kai; [Imaon kai; a[lla ojnomavzousi, Makedovne" de; Kauvkason...28.
Viene qui sottolineato il carattere prettamente montuoso della parte set-
tentrionale dell’India mediante il riferimento a quella catena conosciuta
con nomi diversi nei territori attraversati e estesa ino alle propaggini del
mare orientale29. Strabone speciica che dagli estremi settentrionali dell’In-
dia e cioè dalle propaggini del Caucaso (15,1,11), i Greci misurano la lar-
ghezza del Paese, che si estende ino al mare meridionale30 .
Arriano, in una testimonianza riconducibile con molta probabilità a Me-
gastene31, riferisce i molteplici appellativi della catena montuosa: «Conine
dell’India verso nord è il monte Tauro. Ma non si chiama ancora Tauro in
questa regione… Il monte ha nomi diferenti secondo i paesi: in una regio-
ne si chiama Paropamiso, in un’altra Emodo, in un’altra ancora Imao, e for-
se ha molti altri nomi. I Macedoni che hanno combattuto con Alessandro
lo chiamano Caucaso»32.
Quella che emerge dai passi citati è dunque una catena montuosa che si
lega direttamente al Caucaso, a ovest, e che attraversa, in senso latitudina-
le, l’intera fascia settentrionale dell’India. Le popolazioni seminomadi del
nord, che Megastene chiama «Indiani che abitano il Caucaso»33, sono de-
scritte in una posizione di continuità con le genti iperboree34. La collocazio-
ne dunque di questi popoli pone un quesito sull’idea che Megastene doveva
avere sull’andamento del Caucaso35 come limite settentrionale dell’India e
che non doveva conigurarsi più nei termini costruiti dalla propaganda de-
gli Alessandrograi36 ma doveva connotarsi, invece, in relazione a un’ idea

28
FGrHist 715 F 6 c = Str. 15,1,11.
29
Cfr. Goukowsky, op. cit., 151-156.
30
Str. 15,1,11; cfr. 2,1,4.
31
Arr. Anab. 5,6,2 = FGrHist 715 F 6 a. Cfr. Bii, op. cit., 155.
32
Arr. Ind. 2,1-4.
33
FGrHist 715 F 27 b = Str. 15,1,56.
34
FGrHist 715 F 27 c = Str. 15,1,57.
35
Cfr. FGrHist 715 F 6 c = Str. 15,1,11-12; FGrHist 715 F 6 a = Arr. Anab. 5,6,2.
36
Sul Caucaso degli alessandrograi, in particolare di Policleto di Larissa, cfr. A. Zam-
brini, Anabasi di Alessandro, in Sisti - Zambrini (a cura di), Libri 6-7, Milano 2004, 468 ss.;
M.R. Cataudella, Alessandro Magno e la geograia patristica, «Sileno» 36, 2010, 16 ss. Sui
progressi maturati al tempo di Pompeo relativi all’area caucasica, cfr. Bii, op. cit., 47/153;

36
aspetti della descrizione dell’india di megastene

di India sempre più autonoma e «sganciata» dal contesto occidentale37. Se


la tradizione nata per adulare il Macedone aveva coniato infatti nomi adatti
a lasciare intendere che Alessandro avesse raggiunto luoghi molto a nord/
est38, si può pensare che Megastene ne avesse legittimamente preso le di-
stanze per arricchire la sua descrizione con dati autoptici o, comunque, di
buona derivazione orientale.
Se Megastene conservava la denominazione Caucaso per una parte della
catena montuosa che si estendeva verso Oriente, ciò poteva essere dettato
da una ricercata continuità con la tradizione più antica. Si può supporre, in
questo senso, che l’inviato seleucide avesse subìto ancora l’inluenza di una
cartograia di matrice ionica39, che legava, con molta approssimazione, il
Caucaso ai margini dell’India40. Secondo le «antiche carte», infatti, il Cau-
caso doveva deinire i limiti estremi di un’Asia la cui parte terminale era
molto più ravvicinata all’Europa di quanto non lo sarebbe stata dopo Ales-
sandro41. Fissando il limite settentrionale della regione a nord del monte
Tauro, Megastene collocava la regione degli Iperborei quasi in continuità
con quella caucasica42. Di fronte a uno schema di questo genere Strabone
e Arriano sembrano invece propendere per una rappresentazione di im-

A. Giardina, Roma e il Caucaso, in Settimane di Studio sull’Alto Medioevo 43, Spoleto 1996,
85-86.
37
Cfr. in questo senso il monte Emodo, che separa la Scizia delle tribù Saka dalla terra
degli Indiani: FGrHist 715 F 4 = Diod. 2,35,1.
38
Cfr. M.R. Cataudella, Aristotele e la paternità del “De mundo”: aspetti del pensiero geo-
graico (3, 392b), in ERKOS, Studi in onore di F. Sartori, Padova 2003, 63-71.
39
Cfr. W. Wolska-Conus, Cosmas Indicopleustès, Topographie Chrétienne, Introduction,
texte critique, traduction et notes; 1: Livres I-IV; II: Livres V, Sources Chrétiennes 141; 159,
Paris 1968; S. Bianchetti, Gli errori delle tradizioni classiche nel pensiero geograico tra tarda
antichità e Medioevo, in D. Ambaglio, (a cura di), Sungraphè. Materiali e appunti per lo stu-
dio della storia e della letteratura antica, Como 2002, 199-211.
40
In efetti accettare la collocazione del Caucaso secondo le «antiche carte» implicava un
ampliamento del territorio indiano verso nord. Diodoro (17,82) e Curzio Rufo (7,3,5-15),
probabilmente sulla scia di Clitarco, considerano la parte settentrionale dell’India alla stessa
latitudine dei Monti Rifei di Aristotele (Met. 350 a), cioè all’estremo nord dell’ecumene. Cfr.
P. Goukowsky, op. cit., 157.
41
Sulle «antiche carte» cfr. Prontera, art. cit., 1061-1064.
42
FGrHist 715 F 27 c = Str. 15,1,57.

37
simone falconi

pianto eratostenico43, che escludeva l’ipotesi di un Caucaso non allineato


al Tauro44 .
Che Megastene seguisse un impianto ‘tradizionale’ nella concezione del
Caucaso si può forse ricavare anche dal passo di Strabone45 contenente la
descrizione del sistema idrograico indiano. I iumi deriverebbero lì dal-
la regione del Caucaso localizzata nella parte più settentrionale del Pae-
se: [Apasa d j ejsti; katavrruto" potamoi'" hJ ∆Indikhv, a{pante" d∆ ajpo; tou'
Kaukavsou th;n ajrch;n e[cousi kai; fevrontai me;n ejpi; th;n meshmbrivan to;
prw'ton, ei\q∆ oiJ me;n mevnousin ejpi; th'" aujth'" fora'" kai; mavlista oiJ eij"
to;n ∆Indo;n sumbavllonte", oiJ d j epistrevfontai pro;" e{w, kaqavper kai; oJ
Gavggh" potamov"...
Questa localizzazione richiama, in efetti, la concezione che fa derivare
i grandi iumi europei dai Monti Rifei e quindi dalle regioni più settentrio-
nali dell’Europa46.
Se questa ipotesi è fondata, il Caucaso di Megastene suggerisce – anche
per questa via – un’idea di Settentrione al quale si attagliano gli stessi carat-
teri (v. ad es. Iperborei) che sono tipici dell’estremo Nord europeo.
La terra degli Iperborei e una regione caucasica dalle caratteristiche
fortemente nordiche, dunque, sembrano segnare in questo contesto i due
estremi di un orizzonte ideale di un’India che è inserita ancora in uno spa-
zio tipicamente greco ma che viene articolato in modo più ampio e messo
in un rapporto di opposizione con un centro costituito dalla piana indo-
gangetica e con il territorio dei Prasii in particolare, fulcro della rappre-
sentazione megastenica dell’Impero maurya. Stante, perciò, la diicoltà
di ricostruire nel suo complesso il testo megastenico, ci si può comunque
interrogare sull’organizzazione del materiale raccolto da Megastene all’in-
terno della sua opera per comprendere se i dati geograici si inseriscano in

43
Str. 15,1,11; Arr. Anab. 5,6,1-4 sul Tauro di Eratostene su cui cfr. S. Bianchetti, Il Monte
Tauro nella terza sphragis eratostenica e nella concezione straboniana, in Anatolia Antica,
Studi in memoria di F. Imparati, Firenze 2002, 87-100; Prontera, art. cit., 83 ss.
44
FGrHist 715 F 6 c = Str. 15,1,11-12; FGrHist 715 F 6 a = Arr. Anab. 5,6,2; cfr. G. Traina
(a cura di), Studi sull’XI Libro dei Geographikà di Strabone, Lecce 2001, 134-135. Sulla carta
alessandrina e i suoi rapporti con la geograia empirica cfr. Prontera, art. cit., 1064.
45
Str. 15,1,13. su cui cfr. Bii, op. cit., 159.
46
Arist. Meteor. i. 13,350b7 su cui cfr. A. Kiessling s. v. JRivpaia o[rh, RE 1 A, 1914,
846-916; J.D.P. Bolton, Aristeas of Proconnesus, Oxford 1962, 42 ss.; G.F. Gianotti, Ordine e
simmetria nella rappresentazione del mondo: Erodoto e il paradosso del Nilo, «QS» 27, 1988,
51-92.

38
aspetti della descrizione dell’india di megastene

uno schema centro/periferia – tradizionale nella concezione greca – dove il


centro è la Grecia e la periferia il resto del mondo, oppure se questo stesso
schema non possa essere spostato in Oriente, nell’India di Chandragupta,
dove il centro è costituito da Pātna, capitale del regno maurya e la periferia
dai conini dell’Impero.

Centro/Periferia

La descrizione megastenica sembra in efetti avere il suo centro nella capi-


tale maurya47: ad essa è dedicato ampio spazio, con particolare attenzione
per la complessità della struttura urbanistica48, per l’articolazione burocra-
tica49, per le divisioni sociali50. La centralità della capitale risulta anche te-
stimoniata dalla complessità del sistema viario, descritto negli Indikà come
un reticolo ramiicato di strade e itinerari, misurati in scheni51. Il percorso
si strutturava infatti lungo tutta la piana indo-gangetica e collegava i centri
urbani che sorgevano a ridosso delle grandi pianure, innervandosi sul per-
corso della Strada Reale che dall’Idaspe conduceva ino a Pātna52.
L’attenzione per la realtà urbana delle grandi città dell’India risulta, in
particolare, da un lungo passo pliniano, la cui matrice megastenica è stata
ampiamente riconosciuta53 proprio sulla base della compatta e unitaria de-
scrizione dell’area urbana sviluppatasi nella piana indo-gangetica. In Plinio
si trova la considerazione che tutte le popolazioni più civilizzate dell’India
sono divise in varie classi e vengono enumerate alcune grandi città in cui è
presente questa articolazione54: v. ad es. Pertali, capitale dei Gangaridi Ca-
lingi o la città degli Uberi o il grande capoluogo degli Andari, con più di 30
centri fortiicati. Plinio conclude che solo nelle società più evolute dell’In-

47
FGrHist 715 F 18 a = Arr. Ind. 10,5; FGrHist 715 F 18 b = Str. 15,1,36.
48
FGrHist 715 F 18 b = Str. 15,1,36.
49
FGrHist 715 F 19 b (48) = Str. 15,1,48.
50
FGrHist 715 F 19 b = Str. 15,1,39-52 con le sette caste, chiamate mevrh.
51
FGrHist 715 F 9 a = Arr. Ind. 4,2; Plin. N.H. 6,62-70.
52
FGrHist 715 F 6 c = Str. 15,1,11-12; cfr. FGrHist 715 F 6 d = Str. 2,1,7.
53
Plin. N.H. 6,65-69 su cui cfr. O. Stein, s. v. Megasthenes, RE 15, 1931, 294-95.
54
Plin. N.H. 6,66-67.

39
simone falconi

dia, quelle cioè dei grandi centri urbani, la popolazione aveva sviluppato
questo tipo di articolazione55.
Il sistema sociale ed amministrativo dei grandi centri urbani, così rigido
e complesso, sembra contrastare nettamente con l’organizzazione di quei
popoli che negli Indikà sono invece collocati nelle regioni periferiche56.
La descrizione di Strabone dell’area caucasica, che si è qui più volte
citata (15,1,56), sembra infatti riecheggiare una schematica divisione tra
centro e periferia secondo la quale i popoli lontani dalla capitale sono
sempre più selvaggi. In questa descrizione la massima caratterizzazione in
senso ferino la si riscontra, tuttavia, presso popoli di cui non si conosce
nemmeno la localizzazione geograica: ∆Astovmou"... oijkei'n de; peri; ta;"
phga;" tou' Gavggou, trevfesqai d∆ ajtmoi'" ojptw'n krew'n kai; karpw'n kai;
ajnqevwn ojsmai'", ajnti; tw'n stomavtwn e[conta" ajnapnoav": calepaivnein
de; toi'" duswvdesi, kai; dia; tou'to perigivnesqai movli", kai; mavlista ejn
stratopevdwi. peri; de; tw'n a[llwn dihgei'sqai tou;" filosovfou", ∆Wkuvpodav"
te iJstorou'nta" i{ppwn ma'llon ajpiovnta": ∆Enwtokoivta" te podhvrh ta; w\ta
e[conta", wJ" ejgkaqeuvdein, ijscurou;" d∆ w{st∆ ajnaspa'n devndra kai; rJhvttein
neuravn: Monommavtou" te a[llou", w\ta me;n e[conta" kunov", ejn mevswi
de; tw'i metwvpwi to;n ojfqalmovn, ojrqocaivta", lasivou" ta; sqhvth. tou;" de;
∆Amuvkthra" ei\nai pamfavgou", wjmofavgou", ojligocronivou", pro; ghvrw"
qnhvskonta": tou' de; stovmato" to; a[nw proceilovteron ei\nai poluv. peri;
de; tw'n cilietw'n JUperborevwn ta; aujta; levgei Simwnivdhi (F 197 Bgk4) kai;
Pindavrwi (Ol. 3, 16 u.ö.) kai; a[lloi" muqolovgoi"57.
I Monommati, gli Amicteri, gli Ocipodi, gli Astomi, gli Enotociti, appar-
tengono dunque a quell’insieme di popoli che vivono relegati agli estremi
margini del territorio maurya e non entrano in contatto con gli altri abitan-
ti dell’impero di Chandragupta. L’apice di questa rappresentazione dell’alte-
rità sembra raggiunto proprio dalla menzione degli Iperborei.
La progressiva lontananza dal centro dell’impero segna dunque una gra-
duale alterità del territorio e dei popoli che lo abitano, caratterizzati da
diferenze sempre più evidenti, ino ai limiti del mostruoso o dell’incre-
dibile. In sostanza, l’India risulta descritta in base a uno schema che trova

55
Plin. N.H. 6,66.
56
L’ordinamento delle caste sembra riferirsi soltanto al sistema sociale cittadino mentre
le comunità montane erano, probabilmente, escluse da questa organizzazione: cfr. Stein,
Megasthenes, art. cit., 294.
57
FGrHist 715 F 27 c = Str. 15,1,57.

40
aspetti della descrizione dell’india di megastene

riscontro nella tradizione greca relativa alla realtà mediterranea e a quelle


da essa distanti.
A margine di queste osservazioni va notato inoltre che l’autopsia costi-
tuisce un punto di forza della rappresentazione megastenica in chiave di
polarità: là dove l’ambasciatore manca di dati raccolti di persona si appella
a garanti – qui costituiti dai saggi indiani – che sono in ogni caso testimoni
inoppugnabili di quanto narrato dallo storico58. Il dato autoptico quindi co-
stituisce, in questa prospettiva, una sorta di «valore aggiunto» alla descri-
zione che, anche da un punto di vista propriamente geograico, assume una
precisione che contribuisce ad aumentare l’aidabilità dell’esposizione59.

Dimensioni dell’India

In relazione alle misure della supericie del paese, una rappresentazione


basata su fonti dirette60 consente al diplomatico di tracciare e di misurare
per la prima volta i conini di una vera frontiera61.
È ancora Strabone che ci descrive l’idea dell’India prima di Megastene:
ajrivsth de; oJmologei'tai pa'sa hJ tou' ῾Upavnio" pevran: oujk ajkribou'tai dev,
ajlla; dia; th;n a[gnoian kai; to;n ejktopismo;n levgetai pavnt∆ ejpi; to; mei'zon h]
to; teratwdevsteron, oi\a ta; tw'n cruswruvcwn murmhvkwn…62.
In efetti persino dopo le campagne di Alessandro non furono acquisiti
dati deinitivi e si arrivò a conoscere l’India solo ino all’altezza del iume
Ifasi, punto in cui si arrestarono le campagne di conquista dell’esercito
macedone. Tuttavia le stime degli alessandrograi lasciano intravedere la
consapevolezza di un territorio estremamente ampio: Kthsivh" de; oJ Knivdio"

58
Cfr. FGrHist 715 F 27 b = Str. 15,1,56; FGrHist 715 F 27 c = Str. 15,1,57.
59
Le notizie degli alessandrograi avevano consentito di veriicare i dati di Ctesia (FGrHist
688 F 45,2), di Erodoto (3,98-107) e di Scilace (FGrHist 709).
60
FGrHist 715 F 6 c = Str. 15,1,-11-12; FGrHist 715 F 6 d = Str. 2,1,7.
61
In particolare cfr. FGrHist 715 F 6 a = Arr. Anab. 5,6,1-4; 6; 7; FGrHist 715 F 6 c =
Str. 15,1,11-12. Sulle fonti locali da cui dipenderebbe la descrizione megastenica delle aree
marginali all’impero maurya cfr. A. Riese, L’Idéal de justice et de bonheur et la vie primitive
des peuples du nord dans la literature grecque et latine (trad. fr.), Paris 1885; A. Schroeder,
De ethnographiae antiquae locis qubusdam communibus observationes, Diss., Halle 1926, 37
ss.; O.O. W. Dilke, Geographical perceptions of the north in Pomponius Mela and Ptolemy,
«Arctic» 37, 1984, 347-351.
62
Str. 15,1,37.

41
simone falconi

(688 F 49) th;n ∆Indw'n gh'n i[shn th'i a[llhi ∆Asivhi levgei, oujde;n levgwn, oujde;
∆Onhsivkrito" (134 F 6), trivthn moi'ran th'" pavsh" gh'": Nevarco" (133 F 5)
de; mhnw'n tessavrwn oJdo;n th;n di∆ aujtou' tou' pedivou th'" ∆Indw'n gh'"63.
La descrizione di Eratostene, tràdita da Arriano e legata dallo storico
immediatamente a quella di Megastene, considera l’India la più grande del-
le quattro sezioni in cui era divisa l’Asia rivolta verso sud: th'" de; wJ" ejpi;
novton ∆Asiva" tetrach' au\ temnomevnh" megivsthn me;n moi'ran th;n ∆Indw'n
gh'n poiei' ∆Eratosqevnh" te kai; Megasqevnh"64.
Sempre in rapporto a Eratostene Arriano fornisce dettagliatamente
le misure di Megastene: Megasqevnei de; to; ajpo; ajnatolw'n ej" eJspevrhn
plavto" ejsti; th'" ∆Indw'n gh'" o{ ti per oiJ a[lloi mh'ko" poievousi: kai;
levgei Megasqevnh" murivwn kai; eJxakiscilivwn stadivwn ei\nai i{naper to;
bracuvtaton aujtou'. to; de; ajpo; a[rktou pro;" meshmbrivhn, tou'to de; aujtw'i
mh'ko" givnetai, kai; ejpevcei <stadivou"> trihkosivou" kai; discilivou" kai;
dismurivou" i{naper to; stenovtaton aujtou'...65.
Anche da Strabone si ricavano le misure attribuite all’India da Megaste-
ne, che valutava 16.000 stadi la misura del lato settentrionale del Paese66 e
calcolava addirittura 22.300 stadi (15,1,12) la lunghezza, intesa nella dire-
zione Nord-Sud. In questo schema l’India assume una forma romboidale
(rJomboeide;"), delimitata a nord dal monte Caucaso che crea un naturale
conine geograico dall’Ariana ino all’Oceano Orientale67. Strabone riporta
anche la critica di Eratostene alle misure degli Indikà, considerate eccessive
e alterate dall’erronea deinizione della lunghezza (mh'ko") intesa nel senso
della misura nord/sud e della larghezza (plavto") nel senso della misura
est/ovest68.
Dietro le contestate afermazioni dell’inviato seleucide è probabilmente
legittimo intravedere l’intuizione di chi aveva percepito l’ampia estensione
dell’India in direzione sud. La grande estensione del Paese, ino allora mai

63
Arr. Ind. 3,6.
64
FGrHist 715 F 6 a = Arr. Anab. 5,6,2; cfr. FGrHist 715 F 6 c = Str. 15,1,10-11.
65
FGrHist 715 F 6 b = Arr. Ind. 3,6.
66
20.000 stadi in Arr. Ind. 3,8.
67
FGrHist 715 F 6 c = Str. 15,1,11-12; FGrHist 715 F 6 b = Arr. Ind. 3,6.
68
Erat. III B, 6 Berger = Str. 15,1,10-11. Sull’India di Eratostene cfr. H. Berger, Die geo-
graphischen Fragmente des Eratosthenes, Leipzig 1880 (Amsterdam 1964), 225-237; G. Aujac
Eratosthène de Cyrène, le pionnier de la géographie. Sa mesure de la circonférence terrestre,
Paris 2001, 173-174; D. W. Roller, Eratosthenes’ Geography, Princeton 2010, 175-181.

42
aspetti della descrizione dell’india di megastene

efettivamente percepita, può essere intesa come il risultato di una descri-


zione odologica che aveva naturalmente dilatato l’estensione della piana
indo-gangetica in direzione nord/sud. Questa esagerazione delle misure
poteva dipendere dalla distorsione del dato autoptico che l’impostazione
di un viaggio attraverso la sterminata piana indo-gangetica poteva avere
prodotto. L’idea di un’India che Megastene intendeva descrivere di per sé e
non correlata al resto del mondo69 avvalora verosimilmente la scelta di un
orientamento che si giustiica in relazione al percorso compiuto da Mega-
stene e che puntava da ovest verso Pātna.

Le considerazioni in qui svolte sulla descrizione dell’India megastenica la-


sciano intuire che doveva essere ancora forte l’impianto storico/geograico
tradizionale, di derivazione erodotea, sulla organizzazione del mondo se-
condo lo schema centro/periferia. Rispetto al modulo erodoteo Megastene
sembra attuare una inversione, ‘sganciando’ in qualche modo l’India dal
suo rapporto con l’Occidente e costruendo una descrizione centrata su una
scansione centro/periferia, dove il centro è costituito dalla capitale dell’im-
pero maurya.
La forza del modello greco, che impedisce ancora una volta ai Greci di
‘leggere’ il mondo degli altri senza iltri si coglie nettamente, per quanto si
è in qui argomentato, proprio nel riferimento agli Iperborei localizzati in
un Caucaso indiano. Esso costituisce un evidente richiamo a una interpre-
tazione del mondo che connota con i simboli condivisi di una indubbia
alterità, i luoghi posti ai conini di importanti sezioni del mondo: la parte
liminale dell’India costituiva senza dubbio una di esse.

SVMMARIVM - De Megasthenis opere de India, in quo regio Caucasi et novum hyperboreum


spatium ad ines Indiae locantur, disseritur. Forma autem Indiae, quam de Graecis opinionibus
atque de scientia sua auctor deducit, examinatur.

69
FGrHist 715 F 11 a = Str. 15,1,6-7; FGrHist 715 F 11 b = Arr. Ind. 5,4.

43

Potrebbero piacerti anche