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P. Oxy. 403, pubblicato nel III vol. dei papiri di Ossirinco 1, e attualmente conservato a Yale (P. Yale 18), ci ha restituito due importanti frustuli pindarici. Il secondo di questi frustuli (fr. 140 b S.-M. = G 9 Ruth.) contiene il famoso omaggio di Pindaro a un poeta di Locri (verosimilmente Senocrito) e allo studio di questo frammento stato in anni recenti dedicato addirittura un libro2. Minore attenzione ha attirato invece il primo dei due frr. restituitici dal papiro, il fr. 140 a S.-M. = G 8 Ruth. In esso si parla senza dubbio di alcune imprese di Eracle, ma determinare a quali imprese Pindaro faccia riferimento e in pi punti difficile. Incerto anche il genere letterario, cui il nostro frammento dovette appartenere. Nelled. di Snell-Maehler esso catalogato fra i fragmenta incertorum librorum, mentre Rutherford ritiene probabile che esso fosse un peana3. Una prova a favore dellappartenenza del nostro frammento ai Paeanes fu scoperta da E. Lobel, il quale, pubblicando P. Oxy. 2442, osserv alcune sovrapposizioni del fr. 97 di tale papiro con P. Oxy. 4034. Ora, poich P. Oxy. 2442 conteneva senza dubbio anche peani (ma non solo peani), e poich il nostro frammento parla della costruzione di un altare ad Apollo (b 3536) e contiene uninvocazione ad Apollo (b 3233), pare ragionevole supporre che anche il nostro frammento appartenesse ai Paeanes5. Su questo argomento aggiungeremo qualcosa pi avanti. Il testo stampato da Rutherford suona cos: to prd[o]n aisan a .[ zoi . t . t amfe ..o . uta .t .. [ Hral hv a l a [d e ] p . . .[ na ` molnta s[ . ]u [ ]p [ . . . . . ] . [. ] . s .o . en . qo . . oi fgon on . [. . . . . . ] . [. ] . . . pntwn gr up[]rbiov ana a[ . .s . ef yucn ene[n] e m . e[h ] e r e . . . . . . .n . . .[ lan xenoda[] ta ba si l . . .. ov atasqala otw[n] qam,
b 25
Grenfell and Hunt (1903) 1317. Fileni (1987). 3 Rutherford (2001) ad loc. 4 Lobel (1961) 72. 5 Cfr. DAlessio (1997) 4445, il quale osserva anche che la lunghezza della strofe conservata favorisce lattribuzione del fr. ai Paeanes.
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b 30
b 35
b 39 ep. B
arcagta te [D]lou pqeto pas . g .n . [t] e .r . nai . d . .... . a gr se l [i]g usfa r gwn l u . . . .. . . . .t . .n . a . ut, Eabl .e . , formggwn, mnsqhq oti t . oi zaqav Prou en guloiv e s sato a[n]ati bwmn patr te Kronw timenti pran isqmn diabav, ote Laomdonti peprwmnoi . h .r .t .o . .c .e mroio rux. hn . gr ti . palafaton [ . . ] . . . o .n . ie suggnouv trev p . [. .] . e .w . [ . ]n . .e .f .l . .n ... r.t . ai .[ .a
Tutto il brano pare parlasse di Eracle: dal v. b 33 in poi si parla di un viaggio di Eracle a Troia, di una sosta a Paro e dellistituzione del Delion locale 6. Pi difficile capire a cosa si riferissero le linee b 23b 31. Pare sicuro che Pindaro parlasse anche qui di Eracle 7, ma di quale impresa si trattasse non chiaro. A determinare tale impresa, stata dedicata una parte del seminario londinese (cfr. nota finale) e, se non stato in tale sede trovato un accordo sulla soluzione definitiva (quella che proporr solo mia), tutti abbiamo accolto lo scetticismo di DAlessio circa le soluzioni sin qui proposte. Esse sono due, di cui la prima risale a Grenfell e Hunt, la seconda a Wilamowitz 8. Grenfell e Hunt pensavano alla punizione inflitta da Eracle a Laomedonte e appunto in Laomedonte identificavano lo xenodathv basilev di b 28. Tale interpretazione ha goduto di una certa fortuna9, ma io credo vada senza dubbio esclusa. Innanzitutto laggettivo xenodathv non si adatta in nessun modo a quello che le fonti antiche narrano circa Laomedonte, il quale certo fu sleale verso Apollo, Posidone ed Eracle, per non aver dato loro la mercede pattuita, ma mai fu xenodathv. Inoltre la proposizione temporale ote Laomdonti peprwmnoi hrceto mroio rux (b 3840) sembra introdurre un episodio nuovo, del quale non si era fino a quel punto parlato: difficilmente dunque ci di cui Pindaro parlava a b 31 poteva coincidere con limpresa troiana delleroe. Laltra soluzione, sostenuta dopo
6 Sul Delion di Paro cfr. Rubensohn (1962). A proposito dei vv. b 35b 39 (in particolare circa la fondazione del bwmv), E. Cavallini (19841985) ha richiamato Alc. fr. 129.1 sgg. V. Ancora maggiore somiglianza col passo pindarico mi pare mostri Theogn. 1112 W2: Artemi qhrofnh, qgater Div, hn Agammnwn / eisaq, ot ev Trohn eplee nhus qoiv. Sul rapporto fra il nostro carme e Paro insiste Lavecchia (1996), il quale ipotizza che il fr. 158 S.-M. appartenesse allo stesso componimento e che la performance sia avvenuta a Paro. 7 Ne fa fede Hralhv di b 23; inoltre impossibile che e s sato (b 35) avesse un soggetto diverso da pasen (b 31). 8 Wilamowitz-Moellendorff (1922) 321. 9 Cfr. Slater (1969), s. v. xenodatav; Race (1997) 373.
il Wilamowitz anche dagli studiosi pi recenti del nostro frammento10, ipotizza che lo xenodathv basilev fosse un re di Paro e che quindi limpresa che si chiude con b 31 si svolgesse a Paro. A sostegno di questa tesi, gli studiosi citano Apoll. bibl. 2. 5. 9. 2511: e p toton tn zwstra [scil.: tv Ippolthv] Hralv e p mpeto, laben autn e piqumoshv tv Eurusqwv qugatrv Admthv. paralabn oun eqelontv summcouv en mi nh e p lei, a prosscei nsw Prw, hn atoun oi Mnwov uio Eurumdwn Crshv Nhfalwn Fillaov. apobntwn d do tn en t nh sunbh teleutsai u p tn Mnwov uin u pr w n aganatn Hralv totouv mn paracrma apteine, tov d loipov atalesav epolirei, ewv epipresbeusmenoi pareloun ant tn anaireqntwn do laben, ouv an autv qelseien. o d lsav tn polioran, a tov Andrgew to Mnwov uiov anelmenov Alaon a Sqnelon, hen ei v Musan prv Lon. Segue quindi limpresa di Eracle contro le Amazzoni, per impadronirsi del cinto di Ippolita, e il successivo viaggio a Troia, nel quale leroe libera Troia dalle calamit che Apollo e Posidone avevano inviato contro Laomedonte, poich questultimo non aveva mantenuto la promessa di ricompersarli per aver costruito le mura di Pergamo. A Eracle che ha liberato Troia da tali calamit, Laomedonte rifiuta, ancora una volta, di dare la mercede pattuita, rivelandosi sleale come lo era stato nei confronti di Apollo e Poseidone. Eracle se ne va e torner a Troia solo pi tardi per punire Laomedonte (Apoll. bibl. 2. 6. 4). Laccostamento fra il nostro frammento e questo passo stato suggerito dal fatto che in entrambi i testi Eracle, recandosi a Troia, fa una sosta a Paro. Tuttavia a me pare che le differenze fra i due testi siano grandissime: innanzitutto in Apollodoro non si parla di alcun basilev 12 n la storia di Paro, a quanto ne so, conosce alcun basilev xenodathv. Inoltre la sosta di Eracle a Paro di cui parla lo ps.-Apollodoro nel passo trascritto pare si debba collocare durante un altro viaggio di Eracle a Troia, rispetto a quello di cui parla il fr. 140 a di Pindaro. Infatti, se noi supponiamo che Pindaro si riferisca alla spedizione nella quale Eracle uccise Laomedonte, essa coincide col secondo viaggio di Eracle a Troia rammentato da Apollodoro (bibl. 2. 6. 4), non col primo. Questo fatto, sebbene trascurato dagli studiosi pi recenti, sembra essere implicito nella ricostruzione che della storia mitica di Paro ha fatto lo studioso forse pi benemerito della storia di questisola, Otto Rubensohn (1949) 1848, il quale parla di due sbarchi di Eracle a Paros: un primo sbarco (quello di cui parla lo ps.-Apollodoro in bibl. 2. 5. 9) coinciderebbe con la lotta dei figli di Minosse, un secondo con listituzione del culto di Apollo e Zeus (secondo la testimonianza appunto del fr. 140 a di Pindaro). Inoltre, se per tutto il tratto precedente Pindaro avesse parlato di un
10 Ferrari (1990) 229234; DAlessio (1997) 4445; I. Rutherford (2001) ad loc.; DAlessio (2007) 109. Anche Galinsky (1972) 33 sembra identificare lo xenodathv basilev in un re di Paro: difficile dire donde egli tragga linformazione secondo la quale driven by a sea storm from Troy, Herakles lands on the island of Paros. 11 Mythographi Graeci (21926). 12 Gi Ferrari (1990) 230 osserva questa difficolt.
episodio avvenuto a Paro, perch a b 35 avrebbe sentito la necessit di specificare che il nuovo episodio, appena introdotto, si era verificato a Paro (Prou en guloiv)? A me pare dunque molto probabile che la prima sezione del papiro parlasse di unimpresa diversa da quelle di cui parlano i vv. b 34b 40. E secondo me probabile che Pindaro parlasse qui delluccisione di Cicno. Nella discussione di questo frammento il nome di Cicno era gi stato fatto a proposito del termine xenodathv, poich tale termine usato, a parte il nostro frammento, soltanto da Euripide a proposito appunto di Cicno (Her. f. 391)13. Tuttavia, nessuno ha mai ipotizzato che lo xenodathv basilev del nostro fr. sia appunto Cicno. In realt, secondo me, esiste un buon motivo per pensare che Pindaro parlasse qui di Cicno14. Pindaro dice che, uccidendo lo xenodathv basilev, Eracle ubbed a un ordine di Apollo (b 3031: arcagta te Dlou pqeto). Ora, mentre per limpresa contro i figli di Minosse narrata da Apollodoro o per quella contro Laomedonte, nessuna fonte antica testimonia che Eracle ag per ordine di Apollo, secondo lo Scutum ps.-esiodeo, Cicno fu ucciso da Eracle proprio per ordine di Apollo. I vv. che attestano questo ordine sono problematici15, ma non c dubbio che essi riflettano una tradizione, la quale presupponeva appunto che fosse stato Apollo a comandare a Ercole di uccidere Cicno; cfr. Sc. Her. 6869: all oi [scil. Knw] eucwlwn ou elue Fobov Apllwn / autv gr oi eprse bhn Hralhehn. A proposito del motivo, che avrebbe spinto Apollo a far uccidere Cicno, siamo ragguagliati dalla fine dello Scutum (477480): to d tfon a sm aidv pohsen Anaurov / ombrw ceimerw plqwn tv gr min Apllwn / Lhtodhv hnwx, oti ra leitv eatmbav / o v tiv agoi Puqode bh slase doewn. In questi versi (che sono anchessi problematici), si dice che Apollo ordin al fiume Anauro di distruggere la tomba di Cicno (che era stata costruita da Ceice), poich Cicno depredava le persone che portavano ecatombi al tempio di Apollo a Delfi. Questi passi ps.-esiodei mi pare costituiscano un indizio a favore dellidentificazione dello xenodathv basilev con Cicno. Difficile dire se anche larte figurativa conosca la versione per cui Eracle uccise Cicno per ordine di Apollo. A questo proposito disponiamo da pochi mesi di uno strumento dindagine davvero eccellente, il libro che F. Zardini ha dedicato alla leggenda di Eracle e Cicno16. Il lavoro della Zardini, quantunque filologicamente non impeccabile, raccoglie tutte le testimonianze sul mito che stiamo studiando e particolare attenzione viene data proprio alle testimonianze pittoriche: ne risulta che in un certo numero di vasi, che rappresentano la lotta fra Eracle e Cicno, presente anche Apollo (cfr. le pagg. 9596 e 103104).
Cfr. e. g. Bagordo (2003) 166167. Questo un motivo molto migliore di quello per cui Euripide usa laggettivo xenodathv per Cicno, dato che di per s significa davvero poco. 15 Il problema nasce, come spesso nello Scutum, dal fatto che i vv. in questione mal si armonizzano con altri passi dello stesso Scutum. Per questi problemi di stratificazione utilissimo rimane Schwarz (1932); cfr. anche Russo (21968), tuttavia sommario sul nostro problema. 16 Zardini (2009).
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A favore di questa identificazione milita anche un altro indizio. Per illustrarlo per necessario dire qualcosa sul testo di b 26b 29. Come ha dimostrato Ferrari (cit. 230231), fra efa[ di b 26 e ]eme[ di b 27 deve essere postulato linizio di un discorso diretto pronunciato da Eracle: Inoltre qam alla fine del v. 57 [= b 29], comportando reiterati atti di empiet da parte del sovrano sterminatore di stranieri, e reiterate reazioni di collera da parte di colui che da tale empiet ha ricevuto offesa, suggerisce che il tov in questione appartenga ad Apollo (viene in mente il otssato Fobov di Il. XXIII 383) e non certo ad Eracle []: allora loratio recta pronunciata dalleroe tebano, dal momento che pqeto del v. 59 sicuramente ha per soggetto Eracle e appartiene al piano della narrazione, si sar estesa da yucn 55 fino a qam 57. A me pare che questa proposta vada accolta e che essa si accordi meglio con lipotesi che lo xenodathv basilev sia Cicno, che con quelle che vogliono identificarlo in Laomedonte o in un ignoto re pario. Infatti il qam di b 29 si armonizza bene con le ripetute azioni di brigantaggio presupposte da Sc. Her. 477480, mentre pare pi problematico riferirlo allignoto re pario e addirittura arduo sarebbe riferirlo a Laomedonte (contro il quale non sono attestate reiterate ire da parte di Apollo). A favore dellipotesi che la prima parte del nostro frammento si riferisca a un episodio avvenuto a Paro possono essere invocati i vv. b 23b 24, ove si parla di una o pi persone che arrivano con una nave. Questo particolare, come mi fa osservare G. B. DAlessio, pu creare qualche difficolt alla nostra ipotesi, poich Cicno pare uccidesse le persone che si recavano da Tempe a Delfi via terra (le quali quindi non arrivavano su una nave). Tuttavia, a parte lestrema lacunosit del contesto, si deve tener presente che Cicno viveva presso il tempio di Apollo a Pagasa e che tale tempio si trovava in prossimit del mare. Del resto che Cicno vivesse in prossimit del mare detto esplicitamente da Euripide (Herc. f. 389393: an te Mhlid atn / Anarou par pagv / Knon xeinodatan / txoiv w lesen; per la geografia cfr. il commento di Wilamowitz). Orbene, dato che Cicno operava sulla costa, non mi pare impossibile supporre che Pindaro menzionasse persone che arrivavano per mare. Un altro indizio che si potrebbe sollevare contro lidentificazione dello xenodathv basilev in Cicno il termine basilev. In effetti, nessuna fonte a me nota definisce in questo modo Cicno. Tuttavia, bisogna tener presenti due fatti: innanzitutto il termine basilev ha, nel greco arcaico e tardo-arcaico, un significato pi ampio rispetto a quello di Knig: il termine significa spesso semplicemente uomo potente (cfr. LSJ s. v. basilev I 3). Si legga inoltre Steph. Byz. p. 392 M.: Kuntiv hv o Knov ebasleuse. Sofolv en Phle. a en Poimsi bon untin. Purtroppo la prima parte del passo lacunosa. Se lintegrazione giusta fosse quella proposta da Meineke, cra Qettalav, saremmo sicuri che il Cicno di cui parlava Sofocle nel Phlev (= fr. 495 R.) era il figlio di Ares, lo stesso di cui, secondo la nostra ricostruzione, parlava Pindaro, il che comporterebbe che (la fonte di) Stefano di Bisanzio riteneva Knov un Knig. Tuttavia, tale sicurezza non possiamo averla, poich esisteva un altro Cicno, figlio di Posidone, il quale venne ucciso da Achille durante la guerra di Troia (cfr. e. g. Engelmann 18901894, 16901697) e, se il Cicno di Soph. fr. 495 R. an-
dasse identificato con questultimo, allora il passo sofocleo non sarebbe di nessuna utilit per lesegesi del fr. pindarico. A questo punto ci si chieder quanto fosse conosciuto lepisodio di Cicno nella Grecia tardo-arcaica e classica. Che esso fosse noto a Pindaro sicuro, come testimonia Ol. 10. 1517; per tutto il resto della documentazione, mi permetto di rimandare al lavoro della Zardini: la mole del materiale addotto dalla studiosa testimonia, al di l di ogni dubbio, che la storia di Eracle e Cicno dovette essere molto nota nellet di Pindaro. Se davvero il nostro carme un peana, non dovr meravigliarci che al suo interno Pindaro narrasse luccisione da parte di Eracle di un essere crudele quale Cicno, il quale depredava, secondo i vv. dello Scutum che abbiam trascritto prima, coloro che portavano ecatombi a Delfi. Infatti unimpresa di Eracle, che, su ordine di Apollo, si fa protettore del nav di Delfi era forse narrata in un peana di Bacchilide (fr. 22 + 4 S.-M.). La trama di questo peana (Apllwni Puqaie eiv Asnhn) stata scoperta da W. S. Barrett18 e, per quanto ce ne sfuggano i particolari, pare sicuro che Bacchilide parlasse dellordine impartito da Apollo a Eracle di allontanare i Driopi dal tempio di Delfi19. Sulle ragioni di tale allontanamento cerano varie opinioni presso gli antichi, ma la menzione dellappellativo di Asinev al v. 47 del peana di Bacchilide fa ragionevolmente supporre che il poeta alludesse al mutamento di nome da Dropev in Asinev (Innocui). Maehler cita a questo proposito Et. magnum gen. pp. 243244 Lasserre Livadaras: Asinev (Call. fr. 25) oi Dropev oi tn Asnhn atoiontev. [] ei rhtai, oti Hralv tov Dropav lhsteontav ap tn per Puq cwrwn en t Peloponnsw metisen, ina di tn poluplhqan tn enoiontwn ei r gointo to aourgen a di toto Asinev autov wnomsqai, w v mhti at t prteron sinomnouv. Qui viene addotto il lhsteein quale causa dellallontanamento dei Driopi dalla zona di Delfi, ma altre fonti (Diod. 4. 37. 1) parlano di un re dei Driopi, Filante, il quale compiva azioni sacrileghe contro il santuario di Delfi. A prescindere dalla versione che Bacchilide dovette seguire, mi pare significativo che sia il fr. 140 a S.-M. di Pindaro sia il peana per gli Asinei di Bacchilide parlassero di unazione di Eracle, il quale, per ordine di Apollo, puniva chi in qualche maniera danneggiava il santuario delfico20. *****
17 Fra laltro, come mi fa osservare G. B. DAlessio, gli scoli a questo passo parlano di una fuga di Eracle, che fan venire in mente b 25 del nostro fr. 18 Barrett (1954) 421444 = (2007) 289313. 19 Cfr. Maehler (1997) 292294. 20 Che il Cicno di Pindaro recasse offesa al santuario delfico non pu esser detto con certezza; lo ipotizzo io in base al confronto con Scutum 477480.
Si considerino ora i vv. b 3233. Rutherford, che pone uninterpunzione leggera dopo formggwn, propone dintegrare ien (ovvero amfluqen) e intende: Since, Far-shooter, the sound of bright-sounding, famous lyres sounding reaches (?) you, remember that he founded in the hollows of holy Paros an altar. Snell-Maehler pongono invece uninterpunzione forte dopo formggwn e credo abbiano ragione. Linterpretazione di Rutherford infatti linguisticamente improbabile, poich mal conciliabile con il gr di b 32. Pindaro parla qui di una ligusfargwn lutn aut, la quale si lega in qualche modo ad Apollo: difficile dire di quale legame si trattasse, poich il verbo che tale legame esprimeva stato probabilemte inghiottito dalla lacuna successiva a erg anaid; anche provare a integrare tale verbo poco produttivo, dal momento che la lettura erg anaid (Snell) incertissima (cfr. Ferrari, 1990, 231, nota 5 21). Pare comunque ragionevole supporre che Pindaro contrapponesse il suono delle frmiggev alle crudeli azioni dello xenodathv basilev. Cicno era figlio di Ares; anche altrove Pindaro associa la frmigx allassenza di guerra (cfr. Pyth. 1. 1012; 4. 296; cfr. anche Bacch. 14. 1213). Mi pare quindi assai probabile che questa contrapposizione giocasse un ruolo anche nel nostro frammento. Se cos, linterpunzione di Snell-Maehler andr preferita a quella di Rutherford 22: il gr avr dunque un valore di riepilogo e garantir il legame di b 32b 33 con quanto precede, non con quanto segue. Affrontiamo ora lesegesi della seconda parte del carme (b 34 sgg.). Il problema pi difficile posto dal termine i s qmv (b 37): di quale istmo Pindaro sta qui parlando? Rutherford incerto fra the neck of land [] the promontory extending west of the island [scil. di Paro], at the base of which the Delion is situated e listmo di Corinto. E a questultima soluzione lo studioso inglese sembra essere pi incline (but it seems more likely that Pindar means the Isthmos of Corinth, which Heracles is pictured as passing over on his way from Thrace (the labour immediately preceding was that of the mares of Diomedes) via Thebes and on the Asia Minor). Anchio credo che listmo in questione sia quello di Corinto. In effetti, basta dare unocchiata a una carta geografica dellisola di Paro per accorgersi che non vi nessun is qmv, cui Pindaro potesse verosimilmente riferirsi. Bisogner dunque pensare allistmo di Corinto, cui del resto Pindaro col termine isqmv sempre si riferisce. Tuttavia, la ricostruzione del Rutherford non mi sembra giusta: che Pindaro riassumesse tutto il viaggio dalla Tracia, ove aveva sottratto a Diomede le famose cavalle, fino a Paro con la semplice menzione del passaggio dellistmo, pare a me davvero improbabile. Perch, allinterno di un viaggio cos lungo, scegliere di menzionare proprio lIstmo di Corinto e solamente esso?
DAlessio mi dice che essa addirittura impossibile. N. Almazova (San Pietroburgo) mi suggerisce unaltra interpretazione: poich i vv. 477480 dello Scutum affermano che Cicno uccideva chi si recava a Delfi per fare sacrifici in onore di Apollo e poich i sacrifici erano accompagnati dal suono della lira (cfr. e. g. Thes. cultus et rituum antiq., s. v. Sacrifices, 112 sgg.), possibile ipotizzare che lopposizione xenodathv basilev / frmiggev nascesse proprio dal fatto che Cicno impediva i sacrifici (e quindi il suono delle frmiggev , che invece era particolarmente caro ad Apollo).
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Il problema che noi dobbiamo porci : donde inizi il viaggio di Eracle verso Paro? Perch Pindaro lo ha riassunto con la menzione del semplice passaggio dellIstmo di Corinto? Riguardo a questo problema, mi pare opportuno richiamare unosservazione che, a proposito della figura di Eracle in Pindaro, fece K. Fehr23, il quale, a proposito di Nem. 4. 24, ove si parla di una Hralov olba aul a Tebe, osservava: Pindar hat hier wohl eine Thebanische Lokalsage im Sinne, nach der Herakles lange und glcklich als Frst in Theben gelebt hat, wrend nach der gewhnlichen berlieferung die Megara-Episode nur ein kurzes Erlebnis ist, das meist in seine frhere Jugend verlegt worden ist, weil man es sonst nirgends unterbringen konnte. Io credo che losservazione del Fehr colga nel segno24 e mi pare che la si possa corroborare anche richiamando Isthm. 4. 7071. Qui Pindaro afferma che, allorch Eracle, in Libia, uccise Anteo, proveniva da Tebe. Limpresa contro Anteo messa talvolta dalle nostre fonti in relazione con la cattura dei buoi di Gerione (cfr. RE s. v. Herakles 10611062): questo significativo, poich la cattura dei buoi di Gerione fu fatta, secondo le fonti antiche, per ordine di Euristeo e dunque presumibile che Pindaro abbia immaginato che Eracle sia partito da Tebe, si sia fermato presso Euristeo a Tirinto e di l sia cominciato il viaggio che lo port in Africa, dove incontr Anteo. Orbene, io credo che un itinerario simile, che inizia cio a Tebe, fa sosta a Tirinto e di l prosegue verso la destinazione, sia ipotizzabile anche nel frammento di cui ci stiamo occupando. A questo proposito si considerino le prime parole superstiti dellepodo del nostro papiro; si leggono purtroppo soltanto poche parole: h n gr ti palafaton, ie suggnouv trev. Poich nei vv. precedenti si era parlato di Laomedonte e della sua fine, abbastanza facile collegare questi vv. dellepodo con Ol. 8. 3146, ove, parlando della costruzione delle mura di Troia (ove regnava Laomedonte) da parte di Apollo, Posidone ed Eaco, Pindaro afferma che era peprwmnon che esse ptoliprqoiv en mcaiv / lbron ampnesai apnn e che questo era destinato ad accadere al tempo dei prtoi e dei trtatoi padev di Eaco. Lallusione alle vicende dei discendenti di Eaco in relazione a Troia abbastanza chiara: Troia, vuol dire Pindaro, era destinata a cadere al tempo di Telamone e Peleo (figli di Eaco e quindi appartenenti alla generazione dei padev prtoi) e al tempo di Neottolemo (figlio di Achille e quindi appartenente alla generazione dei padev trtatoi), ma non al tempo di Achille e Aiace (figli rispettivamente di Peleo e di Telamone e dunque appartenenti alla generazione dei padev deteroi). Ora, date queste somiglianze, mi pare abbastanza probabile che nellepodo del fr. 140 a si parlasse degli Eacidi. Assieme alleacide Telamone fu proprio Eracle a distruggere Troia e questa spedizione di Eracle contro Troia (che poi quella
Fehr (1936) 36. Pi recentemente, della figura di Eracle in Pindaro si occupato Nieto Hernndez (1993) 75102, ma laspetto filologico-mitografico non affrontato in questo studio. 24 Assai sbrigativo (come al solito, cfr. Khnken, 2008, 291) W. B. Henry (2005) ad loc., il quale si limita ad osservare che la olba aul in questione va identificata con lo Herakleion vicino alla porta di Elettra. Nulla nemmeno in P. Giannini (2000) 170174.
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cui, io credo, allude il fr. 140 a 25) occupa una parte di Isthm. 6. In questode (vv. 2756) Pindaro narra dellarrivo di Eracle ad Egina; qui egli trov Telamone che banchettava e lo condusse con s, affinch lo aiutasse nella guerra contro Troia; Eracle, afferma Pindaro, era accompagnato da uomini di Tirinto. Chi abbia seguito quanto abbiamo detto circa i viaggi di Eracle, credo riterr come me che Pindaro abbia immaginato, nel fr. 140 a, un viaggio di Eracle con partenza da Tebe, passaggio per Tirinto, imbarco alla volta di Paro (o forse di Egina, con successiva tappa a Paro, ovvero vice versa), navigazione verso Troia. Se cos , la frase pran is qmn diabav pu risultare meno strana. Se noi cio immaginiamo che Pindaro desse per scontato che i suoi ascoltatori credevano che Eracle abitasse a Tebe e che quindi ogni suo viaggio dovesse muovere da l e che la tappa successiva fosse nel Peloponneso, non pare strano riassumere il primo tratto del viaggio delleroe con lespressione pran is qmn diabav. Si consideri a questo proposito Bacch. 18. 1617: Non hlqen dolicn ameyav / rux posn Isqman leuqon. questo linizio della risposta di Egeo al coro degli Ateniesi, nella quale il re parla dellarrivo del rux, il quale ha narrato le mirabili imprese di Teseo. Lespressione Isqma leuqov pare designare il tratto che divide lIstmo vero e proprio da Atene 26: se Bacchilide ha indicato il tratto dallIstmo (che coincide con linizio del Peloponneso) ad Atene con lespressione Isqma leuqov, parr strano che Pindaro abbia descritto il passaggio da Tebe al Peloponneso con pran i s qmn diabav? Io credo proprio di no, soprattutto se si considera che la distanza che separa Atene dallIstmo ben maggiore di quella che dallIstmo divide Tebe. Dicendo avendo attraversato lIstmo Pindaro voleva dire essendo passato dalla Grecia continentale (cio da Tebe, ove abitava) al Peloponneso27; nel Peoloponneso leroe si sar imbarcato dopo aver raccolto il suo esercito tirinzio.
Fuorviante , a questo proposito, il commento di Rutherford, il quale identifica il viaggio di Eracle menzionato in b 3840 con quello che port alla liberazione di Esione. Esione, figlia di Laomedonte (e quindi sorella di Priamo), fu offerta da Laomedonte (per ordine di un oracolo) quale preda al mostro marino inviato da Posidone per punire Laomedonte per non aver mantenuto le promesse. Prima che la sventurata fanciulla venisse ghermita dal mostro, comparve Eracle, il quale la liber, facendosi promettere da Laomedonte i cavalli che Zeus aveva dato a Tros in cambio del ratto di Ganimede; tuttavia Laomedonte, una volta che Esione fu liberata e che il mostro fu ucciso, non mantenne la promessa. Eracle se ne and, minacciando che in futuro sarebbe tornato a Troia per vendicarsi. In seguito Eracle port a compimento i propositi di vendetta e distrusse Troia. Da questo racconto (che traggo da Roscher s. v. Hesione e che dato in maniera abbastanza coerente da tutte le nostre fonti) si deduce che il viaggio di Eracle di cui parla in nostro frammento dovette essere il secondo, non quindi quello che port alla liberazione di Esione. Cfr. anche quanto abbiamo detto sopra circa le due soste di Eracle a Paro. 26 Cfr. Maehler (1997) ad loc. Con il termine Isqmv i Greci indicavano sia lIstmo vero e proprio vicino a Corinto sia tutto il tratto di terra che unisce la Grecia continentale al Peloponneso (Megaride, Gerania, Istmo): cfr. e. g. Smith (1864) 682683. 27 Allo stesso modo si esprime Apoll. Bibl. 2. 5. 7 a proposito del toro di Creta che, abbandonata Tirinto: planhqev ei v Sprthn te a Aradan apasan, a diabv tn Isqmn, eiv Maraqna tv Attiv afimenov tov egcwrouv dielumaneto.
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Se quanto abbiamo argomentato giusto, ne segue che le due sezioni (b 23b 31 e b 34 sgg.) non erano legate da continuit narrativa. Questa idea invece implicita nelle ricostruzioni di chi identifica lo xenodathv basilev in Laomedonte o nellignoto re di Paro; io credo invece che il Leitmotiv del nostro frammento fosse laccostamento di alcune benemerenze di Eracle nei confronti di Apollo: tali benemerenze non erano, mi pare, disposte in una sequenza cronologica o narrativa.*
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* Il presente contributo nato allinterno del seminario di filologia greca dellUniversity of London diretto dal Prof. G. B. DAlessio. DAlessio ha da subito espresso il proprio scetticismo circa le identificazioni dello xenodathv basilev finora proposte, cos come ha messo in rilievo i problemi relativi a pran isqmn diabav. Le soluzioni qui proposte, ovviamente, sono soltanto mie, ma non vi sarei arrivato senza lapporto di DAlessio e di altri studiosi londinesi (in particolare ricordo S. Hornblower e N. Lowe). Ho discusso successivamente (30.12.2009) il fr. 140 a presso la Bibliotheca Classica di San Pietroburgo: a tutti i partecipanti a entrambi i seminari va la mia gratitudine.
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Abstract
The fragment 140 a S.-M. = G 8 Ruth. is likely to deal with two different feats of Herakles. The lines b 21b 33 seem to concern Cycnus (xenodathv basilev), an impious hero killed by Herakles by order of Apollo (the identifications of the xenodathv basilev with Laomedon or with an anonymous king of Paros are extremely unlikely). The rest of the fragment seems to concern the beginning of Herakles expedition against Laomedon. I think Pindarus presupposes a legend according to which Herakles spent the most part of his life in Thebes; such an interpretation might explain both the obscure expression pran i sqmn diabav and other details. The opinion the fragment belonged to the Paianes is in my view right. Keywords: Pindarus, Herakles, Cycnus, Paeanes, Thebes, mythography, papyrus.