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II,7 - REGIONES, VICI E IUVENTUS*

Presso privati, e precisamente sotto al portico di un villino situato in via Limbara 10, alla periferia <151>
di Roma, si trova con altre epigrafi che commenterò altrove, la piccola stele sepolcrale che presento
alla fig. 1. Proviene, come pare, da sterri compiuti qualche decennio fa nella zona sepolcrale che si
estendeva subito fuori la città tra le vie Salaria e Nomentana1. Il monumentino marmoreo, oggi alto cm
49,5, largo cm 29,2, spesso cm 5 (sul lato destro), 8 (sul sinistro), si presenta, per così dire, suddiviso in
quattro zone. Nella prima, in alto, è incisa la consacrazione agli Dei Mani ed il nome del defunto; nella
seconda si leggono un carmen sepolcrale costituito da tre distici elegiaci disposti in sette righe nonché,
fuori metro, l’indicazione della | età; nella terza si ha una raffigurazione a rilievo del defunto; la quarta, <152>
infine, è costituita da un tratto di superficie liscia cui si aggiungeva, in origine, una parte semplicemente
sbozzata che è stata tagliata. Da questo fatto e dall’esistenza, nella parte superiore, di due fori passanti
obliqui si desume che la piccola stele era interrata inferiormente e, superiormente fissata con grappe o
chiodi ad una parete cui era addossata.
Il testo, fortunatamente quasi integro, non presenta difficoltà di lettura (le lettere sono alte in media
cm 1,2) e suona:

Dis Man(ibus). / Sex[t]o Vetulêno Lavica[n]o. /


Delicium populi, circi quoque nuntiu(s) / ampli,
septima quem regio sextaqu(e) / 5 amavit idem.
Hunc mihi coniuvenes / titulum posuere sepulto
et / scalpsere sua nomina nostra fide. /
Di, tales servate, diu servate sodales,
qui / nostri memores quique fuere sui. / 10
V ixit) a(nnos) ((quattuor et quadraginta)).
V(

Il breve componimento poetico, che costituisce la parte centrale dell’epigrafe è sostanzialmente


corretto e non privo di una qualche eleganza. L’iscrizione è posta al defunto, che era stato in vita benia-
mino del popolo, nuntius del vasto circo e prediletto in egual misura dalla sesta e settima circoscrizione
cittadina, da parte di certi coniuvenes ai quali va pertanto la gratitudine del defunto che invoca su di loro
la protezione divina.

* Tra epigrafia e topografia, I, 3, in Arch. Class., 22, 1970, epigrafico inedito di primaria importanza. Ai Signori Curzi,
pp. 151-163. attuali proprietari, vanno i miei più vivi ringraziamenti per
1 Devo la segnalazione della piccola raccolta al laureando la squisita cortesia con cui hanno collaborato al lavoro di
Giulio Molisani, mio ottimo collaboratore per i lavori pre- schedatura, fornendo utili informazioni e provvedendo essi
paratori del nuovo supplemento a CIL, VI, nonché sagace stessi a far smurare il pezzo qui studiato per favorirne un più
ricercatore e scopritore, anche per la sua tesi, di materiale compiuto esame.
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Quantunque, in questa sede, l’interesse prevalente dell’epigrafe sia altro, ritengo non dover trala-
sciare alcune osservazioni e riscontri sulla parte metrica2.
Osservo così che l’unica scorrettezza, se così si può dire, si ha al v. 2 del componimento ove idem è
chiaramente usato per item, con il senso di eodem modo. È tuttavia confusione che si registra abbastanza
spesso, soprattutto in epigrafia ed in età relativamente tarda3. Meritano attenzione anche altre partico-
larità.
<153> V. 1: Delicium populi riferita a personaggi del mondo dello spettacolo o altrimenti noti e particolar-
mente graditi alla cittadinanza è espressione non ignota; un confronto letterario particolarmente calzante
si ha in Priap., 27, 1-2: Deliciae populi, magno notissima circo, / Quintia, vibratas docta movere nates,
ma si veda già PLAUT. Mostell., 15: Tu urbanus vero scurra, deliciae popli. Per attestazioni epigrafiche:
CIL, VI 10151a cfr. p. 3492 = ILS 5222 Cn. Pompeius / ((mulieris)) l(ibertus) Astipa / deliciae / populi
Ro(mani) (l’attività del personaggio è posta in relazione con i ludi scenici); Suppl. Pap. Am. Sch. Rom,
2, 1908, p. 270 nr. 6, fig. 8 = CLE 1961 = ILS 9346 = LUGLI, Fontes, IV p. 181 nr. 10a cfr. H. ARMINI,
in Eranos, 34, 1936, pp. 112 sg. Delicius Matris Matutae / ((sextae)) regionis Eucerus hic situs est. /
Auletio cantor ubique / [-- Ti]tulum fecit Iulius / [--]ilius papati suo. Ricordo anche, per inciso, il ben
noto appellativo di amor et deliciae generis humani attribuito, per concorde testimonianza degli autori
(vd., per tutti, SUET., Tit., 1) all’imperatore Tito.
V. 2: septima quem regio sextaqu(e) amavit idem non vuole far rilevare soltanto il particolare favore
goduto in vita dal personaggio, ma, insieme, la partecipazione corale al dolore per la sua scomparsa,
altrove espressa più apertamente, ad es. CLE 104 v. 3 quem cuncta flevit turba; CLE 213 = CIL, X 1275
v. 4 quem flevit omnis planctibus novis turba; CLE 526 = CIL, VIII 9519 c. 10 Hunc flevit populus pius
hunc miseri ingemuere parentes.
V. 3: Su coniuvenes, parola di cui non sembra si abbia testimonianza, né letteraria né epigrafica,
si tornerà più sotto. Ponere titulum od espressione analoga con il dimostrativo in positio princeps è
espressione frequente, ad es. CLE 1028 = CIL, VI 8703; CLE 1029 = CIL, VI 24807/8; CLE 1208 =
CIL, III 3241; CLE 1536 = CIL, III 2722 cfr. 9729; CLE 1550 = CIL, XI 1209; CLE 2026 = CIL, XI
4339; Bull. Comm. Arch. Roma, 1926 p. 257 cfr. Acta Inst. Rom. Regni Sueciae, s. in 4°, 21, 1961, p.
195 nr. 6, tav. V, 6.
V. 4: et scalpsere …nomina nostra. È noto il grande valore che si attribuiva alla presenza del
nome sul sepolcro4. Non stupisce quindi di trovare anche in altre occasioni espressioni di gratitudine
del morto per la lealtà dei sodales che curarono la costruzione del sepolcro e l’incisione dell’epigrafe:
<154> CLE 572 = CIL, VIII 369 cfr. 11549, vv. 2-3 et sum post obitum felix cui | cari sodales / hoc titulo
fixerunt nomen aeternum; CLE 802 = CIL, VI 30124, vv. 4-6 haec postquam posuere / sepulchrum,
kari / scripsere sodales; vd. inoltre, per l’uso di scalpere e sodales nei carmina epigraphica: CLE 537
= CIL, V 5824; CLE 587 = CIL, VI 30135; CLE 1191 = CIL, XII 5811; CLE 1537 = CIL, VI 25703;
CLE 2055.

2 Di alcune di queste osservazioni sono debitore alla Dott. Su questo scambio vedi anche E. LÖFSTEDT, Philologischer
ssa Fiorella Martorelli, eccellente conoscitrice dei carmina Kommentar zur Peregrinatio Aetheriae. Untersuchungen zur
Latina epigraphica, particolarmente di Roma, al cui studio Geschichte der lateinischer Sprache, Oxford-Uppsala 1936,
si sta dedicando da tempo con notevole profitto. pp. 294-296 e Thes. Ling. Lat., VII, 1, 1964, col. 194.
3 Secondo E.H. STURTEVANT, Some Unfamiliar Uses of idem 4 Si vedano, da ultimo, le felici pagine scritte a questo ri-
and isdem in Latin Inscriptions, in Class. Philol., 2. 1907, p. guardo, prendendo le mosse dalla tecnica e dal significato
323, il primo esempio databile si ha in CIL, XIV 2112, cfr. p. dell’acrostico, da J.W. ZARKER, Acrostic Carmina Latina
486 ed Eph. Epigr., 9, 1903, p. 381 col. 1, r. 9, del 136 d.C. Epigraphica, in Orpheus, 13, 1966, pp. 138-150.
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Chiusa questa parentesi, vengo ora ai maggiori motivi d’interesse ed ai veri problemi sollevati da
quest’epigrafe. Mi pare che gli interrogativi che si presentano siano sostanzialmente tre, strettamente
connessi tra loro e riguardanti i seguenti punti: 1) quale fosse la professione del defunto; 2) come si
debbano definire i coniuvenes che si sono presa cura del suo sepolcro; 3) quale connessione avessero il
morto ed i suoi amici con l’ordinamento regionale cittadino.
La prima domanda potrebbe sembrare a prima vista oziosa poiché una professione del defunto è
indicata proprio all’inizio del carmen: Delicium populi circi quoque nuntiu(s) ampli. Sesto Vetuleno La-
vicano5 fu dunque nuntius del circo, verosimilmente del circo per eccellenza, cioè del Circo Massimo6
che diede il nome all’XI circoscrizione cittadina. Ma già il termine usato non è tale da definire con as-
soluta chiarezza la professione del defunto, che poté essere tanto quella di annunciatore ((praeco) quanto
quella di messo (viator, cursor)7. Inoltre che questa non fosse l’unica sua attività, e forse nemmeno
quella che più importava a lui ed ai suoi amici, si ricava da vari | indizi. Anzitutto sembra sproporziona- <155>
to per un annunciatore, e ancor più per un messo, l’appellativo di delicium populi. In secondo luogo il
quoque del primo verso sembra avere una funzione nettamente disgiuntiva, il che rafforza la precedente
osservazione. Infine l’accenno alla predilezione nei suoi confronti da parte di due intere circoscrizioni
cittadine, la regio VI (Alta Semita) e la VII (via Lata), rinvia chiaramente al mondo dello spettacolo e
presuppone che il defunto ne facesse parte in qualche modo come protagonista e non come figura di
secondo piano.
Queste osservazioni vengono confermate, mi sembra, dal piccolo rilievo (solo 23 cm) in cui Sesto
Vetuleno Lavicano è rappresentato sotto l’epigrafe. Egli vi figura di tre quarti, gradiente a destra. In-
dossa una corta tunica senza maniche con un’alta fasciatura intorno alla vita. Sul capo porta una calotta
liscia, verosimilmente di cuoio, che gli scende sulla nuca. Con la sinistra regge un vexillum, con la destra
l’impugnatura di una frusta, la cui correggia non è visibile nella foto per il gioco delle ombre, ma si
scorge chiaramente sull’originale tra le pieghe della tunica. Non v’è dubbio che il defunto, se pur con
qualche semplificazione, sia qui rappresentato in veste d’auriga8 e sembra ovvio che a questa sua attività
e non a quella di nuntius fosse legata la sua fama tra la cittadinanza.

5 I Vetuleni a Roma sono numerosi (CIL, VI index). Da no- 2, 361), longus (VERG. Aen., 5, 551; MANIL. Astron., 5,
tare l’omissione del patronimico che, insieme con la profes- 89). Documentazione in Thes. Ling. Lat., III, coll. 1184,
sione, potrebbe indicare origine libertina. Un Sex. Vetulenus rr. 39-46 e 1187, rr. 53-58 e in LUGLI, Fontes, VIII, pp.
(Vettulenus) Civica Pompeianus fu console ord. nel 136 ed 383-412.
altri membri della stessa famiglia furono consoli nel 106, 7 Anche l’uso di nuntius, che non è termine tecnico, è forse
prima dell’82 e prima del 78 (A. DEGRASSI, I Fasti Conso- dovuto a ragioni metriche ed al tono generale dell’epigrafe.
lari dell’Impero Romano, Roma 1952, ad annos). Del co- Sull’uso di praecones nel teatro ed, in genere, nei pubbli-
gnomen etnico Lavicanus/Labicanus (da Labici) si hanno ci spettacoli: E. SAGLIO, in Dict. Ant. Gr. Rom., IV, p. 610
altri due esempi a Roma (CIL, VI 16368, 37852) ed uno a con le fonti ivi citate; vedi anche TH. MOMMSEN, Le droit
Marruvium (CIL, IX 3748). Un Vetulenius Praenestius, v(ir) public romain, trad. Girard, 12, Paris 1893, pp. 416-420; J.
p(erfectissimus), corrector Venetiae et Histriae nell’anno MARQUARD, Le culte chez les Romains, trad. Brissaud, II, Pa-
362, si ha in CIL, V 8987 = ILS 755. ris 1890, p. 258 nt. 2; ID., La vie privée des Romains, trad.
6 Non mi risulta che per indicare questo circo sia mai usa- Henry, I, Paris 1892, p. 411 nt. 4. Un viator è incluso nella
to l’aggettivo amplus, ma, dato il contesto metrico, questo familia quadrigaria di T.T At(eius) Capito (CIL, VI 10046 =
non mi sembra un impedimento troppo grave: magnus è ILS 5313). Sui cursores del circo, che non sempre intenderei
detto da OV. Fast., 6, 477; Priap. 27, 1; PLIN. HN, 36, 71; come corridori: G. CICOLINI, in Diz. Epigr., II, 2, 1910, pp.
MART. 6, 64, 12; 7, 7, 9; capax populi da OV. Ars. am., 1, 1403-1404.
136. Altri aggettivi usati per definire i circhi: ingens (STAT. 8 Sul costume degli aurighi, ed in particolare sui vari tipi di
Theb., 6, 932; CORIPP. Iust., 1, 330), latus (CORIPP. Iust., protezione, fasciature in primo luogo, adottati per proteggersi
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Si tratta di vedere peraltro in quale contesto vada inserita questa sua attività, cui non si fa aperto
riferimento nell’epigrafe e che difficilmente, pertanto, sembra rapportabile al gran mondo dei ‘divi’, per
così dire, cioè degli aurighi professionisti del Circo Massimo.
Per questo sarà opportuno passare al secondo dei punti sopra enunciati e cercar di stabilire chi siano
i coniuvenes, i sodales di Lavicano. Come si è già detto, il sostantivo coniuvenes sembra non esser mai
<156> stato usato altrove, | né da autori, né epigraficamente: non appare comunque nel Lexicon del Forcellini,
né lo si trova nel Thesaurus Linguae Latinae o nel Dizionario Epigrafico del De Ruggiero. La sua com-
posizione, il successivo riferimento ai sodales, lo stesso carattere generale dell’epigrafe lasciano comun-
que chiaramente intendere che si tratta dei componenti di un sodalizio e precisamente di un collegium
(corpus, ordo, sodalicium, studium, thiasus) iuvenum.
La constatazione mi sembra di notevole importanza. L’istituzione della iuventus, la sua organizza-
zione in età imperiale, le sue caratteristiche e finalità (sportive, pre- o paramilitari, politiche, sociali, re-
ligiose e funeraticie) sono state fatte oggetto di studio più volte ed, in maniera complessiva, anche assai
recentemente9. Sempre però l’analisi è stata rivolta in maniera pressoché esclusiva alle caratteristiche
ch’essa presentava nei municipi italiani, ove massimamente fiorì, e delle province occidentali10, sem-

nelle frequenti cadute: H. SCHONE, Statue eines römischen Pinnirapus juvenum, in Mitt. Deutsch. Arch. Inst. (Roemi-
Wagenlenker im Vatikan, in Jahrb. Deut. Arch. Inst., 18, 1903, sch.), 15, 1900, pp. 223-228; ID., Tesserarum urbis Romae
pp. 68-71 con i passi di Galeno ivi citati. Tra le più celebri et suburbi plumbearum sylloge, Pétersbourg 1903; ID., Rö-
figurazioni di aurighi a Roma, accenno appena ai sette busti mische Bleitesserae (Klio, Beiheft, 3), Leipzig 1905; W.
dal tempietto di Ercole in Trastevere (NASH, Dictionary2, I, KROLL, in RE, X, 2, 1919, coll. 1355-1356; E. ZIEBARTH,
pp. 462-470, figg. 571-577) ed al mosaico delle fazioni dalla ibid., coll. 1357-1358; M. DELLA CORTE, Iuventus, Arpino
via Cassia (R. WIRTH, Römische Wandmalerei, Berlin 1934, 1924; S.L. MOHLER, The Iuvenes and Roman Education, in
tav. 12). Per le scene di circo in generale, innumerevoli ovun- Trans. Proc. Am. Philol. Ass., 68, 1937, pp. 442-479; DE
que e sempre di notevole interesse anche per il costume degli RUGGIERO – LO BIANCO, in Diz. Epigr., IV, 10, 1942, pp.
aurighi, mi limito a rinviare ad alcuni repertori ed a qualche 317-320; P. GINESTET, Collegia iuvenum. Les associations
contributo recente ove potrà essere trovata una bibliografia de la jeunesse dans l’Occident Romain (Thèse pour le
completa ed ampio materiale illustrativo: H.B. WALTERS, Ca- doctorat d’Université), Toulouse, ined.; M. JACZYNOWSKA,
talogue of the Greek and Roman Lamps in the British Mu- Collegia iuvenum. Le rôle et l’activité des associations de
seum, London 1914, nrr. 626, tav. XV, 671-674, 1095, 1398 la jeunesse romaine au temps du Haut-Empire (in polacco
fig. 330; S. REINACH, Répertoire de peintures grecques et con sunto francese ed Appendix epigraphica), Torun 1964;
romaines, Paris 1922, pp. 290-296; M. LAWRENCE, The Cir- EAD., Les collegia iuvenum et leurs liaisons avec les cultes
cus Relief at Foligno, in Ricerche sull’Umbria tardo-antica religieux au temps du Haut-Empire romain, in Zes. Nauk.
e preromanica. Atti del II Convegno di Studi Umbri, Gubbio Uniw. M. Kopern., Nauki Human. Spol., Seszyt, 32 (Histo-
1964 (1965), pp. 119-135; R. HANOUNE, Trois pavements de ria 4), s.d., pp. 23-44; EAD., L’organisation des iuvenes à
la maison de la course de chars à Carthage, in Mél. Éc. Fr. Trebula Mutuesca, in Eos, 57, 1967/8, pp. 296-306; EAD.,
Rome, 81, 1969, pp. 218-256. L’organisation intérieure des collegia iuvenum au temps du
9 Mi limito alla bibliografia essenziale: R. CAGNAT, De Haut-Empire romain, in Gesellschaft und Recht im grie-
municipalibus et provincialibus militiis in imperio Roma- chisch-römischen Altertum (Deut. Ak. Wissensch. Berlin.
no, Paris 1880; M. ROSTOWZEW, Étude sur les plombs anti- Schrift. Sekt. Altertumswis., 52), 2, 1969, pp. 95-119 (devo
ques, in Rev. Num., ser. 4, 2, 1898, pp. 271-286, 457-466; alla congiunta cortesia dell’autrice, Maria Jaczynowska e
H. DEMOULIN, Les collegia juvenum dans l’empire romain. dell’amico Prof. Mario Torelli, se ho potuto prendere visio-
Leur nombre, leur organisation, leur situation légale, in ne di questi ultimi, importanti contributi, irreperibili nelle
Mus. Belge, 1, 1897, pp. 114-136, 200-217; 3, 1899, pp. biblioteche romane, compresa quella dell’Accademia Po-
177-192; J.P. WALTZING, Étude historique sur les corpora- lacca); J.-P. MOREL, Pantomimus allectus inter iuvenes, in
tions professionnelles chez les Romains, IV, Louvain 1900, Homm. Renard, II, Bruxelles 1969, pp. 525-535.
pp. 216-222; J.-A. HILD, in Dict. Ant., III, 1900, pp. 782 10 Secondo un computo della Jaczynowska, Organisation
e 785-786; C. JULLIAN, ibid., pp. 782-785; M. ROSTOWZEW, des iuvenes, cit. (nt. 9), pp. 296-297 si hanno 166 iscrizioni
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brando che la iuventus assumesse a Roma tutt’altro significato ed aspetto come quella che raggruppava
dal tempo di Augusto in sei turmae, ciascuna capeggiata da un sevir, tutto (ed esclusivamente) il corpo
degli equites Romani sotto la presidenza onoraria del princeps iuventutis, titolo che Gaio e Lucio Cesari
assunsero per | primi11. Quale che sia la maniera in cui ci si configura la struttura sociale della iuventus <157>
municipale (relativamente aristocratica secondo alcuni, piuttosto aperta secondo altri)12, in ogni studio
si avverte un salto di valutazione ogni qualvolta nella trattazione di questa iuventus viene inserito un
accenno a quella romana13. Il carattere aristocratico, nel senso ristretto del termine, di quest’ultima è
dato per scontato o si appoggia su un certo numero di fonti letterarie, più o meno completamente citate,
dalle quali risulta la partecipazione ad attività spettacolari di cavalieri, senatori e, addirittura, membri
della famiglia imperiale14.
Resta da vedere, tuttavia, se questi esempi di alta partecipazione a spettacoli che, fatta eccezione
per il lusus Troiae, con la iuventus in quanto tale (aristocratica o meno) non hanno per lo più nulla a che
fare, presentati inoltre dagli autori quasi sempre con carattere di eccezionalità non esente da biasimo
(talora si parla anche d’esibizioni imposte)15, siano gli elementi più idonei a restituirci l’aspetto reale di
questa istituzione a Roma.
Se così fosse, viene da chiedersi d’altra parte come, in presenza di una iuventus a carattere tanto
chiuso ed aristocratico, certamente non paragonabile neppure a quanto di più chiuso si potesse attuare
nei municipi, potessero | soddisfare le loro esigenze sportivo-spettacolari, ritenute in passato ed anche <158>
da ultimo preminenti in questo tipo d’organizzazione16, le decine di migliaia di giovani che a Roma ne
restavano forzatamente esclusi.

italiane relative alla iuventus contro 48 delle province oc- find it difficult to equate them with those of the city”.
cidentali dell’Impero; le prime appartengono soprattutto al 14 Ne do un elenco, sostanzialmente limitato al I sec. e
I-II sec., le seconde al II-III sec. d.C. fondato principalmente su uno spoglio di Suetonio e Cas-
11 Sulla composizione delle turmae equitum: J. GAGÉ, Les sio Dione. Per antecedenti d’età cesariana: SUET. Iul., 39,
classes sociales dans l’Empire romain, Paris 1964, p. 106 1-2 cfr. DIO CASS. 43, 23, 5-6. Per l’età postcesariana: SUET.
con nt. 3; NICOLET, Ordre, I, pp. 123 e 177-188; ID., La ti- Ner., 4 (L. Domitius Ahenobarbus, cos. a. 16 a.C.); SUET.
tulature des chevaliers romains à l’époque impériale. I, La Aug., 43, 2-3 cfr. DIO CASS. 48, 20, 2; 48, 43, 3; 51, 22, 4; 53,
Gaule Cisalpine (CIL, V), V in Homm. Renard, II, Bruxelles l, 4; 54, 26, 1; 56, 25, 7 (Augusto); SUET. Tib., 6, 4 cfr. DIO
1969, pp. 547-565. CASS. 57, 14, 3 (Tiberio); SUET., Calig., 18, 3 cfr. 54, 1-2 e
12 Per le due tesi contrapposte, vedi da ultimo GINESTET, op. DIO CASS. 59, 7, 4; 59, 8, 3; 59, 10, 1-2; 59, 11, 2 (Caligola);
cit. (nt. 9), p. 34: ‘‘Ainsi, par le rang social, le Collegium SUET. Claud., 21, 3 cfr. TAC. Ann., 11, 11, 2 (Claudio); SUET.
Juvenum était-il le plus aristocratique de tous ceux de la Ner., 7, 1; 10, 2; 11, 1-2; 12, 20-24. 53-54 cfr. TAC. Ann., 14,
cité’’, JACZYNOWSKA, Collegia iuvenum, cit. (nt. 9), p. 86 “il 14-15; 15, 33, 1; 16, 21, 1; Hist., 3, 62 cfr. DIO CASS. 61, 9,
est difficile de saisir la ligne exacte du développement, mais 1; 61, 17, 3-5; 61, 19-21 e PLIN. HN, 37, 19 (Nerone); SUET.
la participation des affranchis aux associations des iuvenes, Vit.,4 (Vitellio); SUET. Tit., 8 cfr. DIO CASS. 66, 15, 2 (Tito);
à partir du Ier siècle, marque en tout cas le caractère peu SUET. Dom., 8, 3 (Domiziano). Vedi anche per l’età succes-
exclusif de ces organisations”. Lo stesso concetto è ripetuto siva, GAL. 14, p. 212 (ed. Kühn).
dalla JACZYNOWSKA in L’organisation des iuvenes, cit. (nt. 15 Impossibile riportare i singoli brani, ma si vedano, ad
9), pp. 298-299. Diversamente tenta di spiegare la presen- esempio, SUET. Aug., 43, 2-3; Ner., 11, 1-2; 12; Dom., 8,
za, ritenuta affatto eccezionale, di due pantomimi, liberti 3; DIO CASS., 48, 43, 3; 57, 14, 3; 59, 8, 3; 59, 10, 1-2; 61,
imperiali, nei collegia iuvenum MOREL, art. cit. (nt. 9), che 17, 3-5; 61, 19, 2-3; TAC. Ann., 14, 3-4; 14, 15, 1; 14, 20,
non conosce però i lavori né di P. Ginestet, né della Jaczy- 1; 16, 21, 1; Hist., 3, 62. Sul significato politico di queste
nowska. coercizioni vedi ora Z. YAVETZ, Plebs and Princeps, Oxford
13 Vd., per tutti, MOHLER, art. cit. (nt. 9), pp. 449-450: “In- 1969, pp. 128-129.
deed the institution of the iuvenes developed along such in- 16 DEMOULIN, art. cit. (nt. 9), pp. 214-217; MOHLER, art. cit.
dipendent lines in those towns [i. e. municipia] that we will (nt. 9), pp. 442 sg.; G. FORNI, Il reclutamento delle legioni
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C’è infine il problema di sistemare un gruppo di testimonianze che, come la nostra, pur essendo
inequivocabilmente connesse con l’istituzione della iuventus a Roma, non rientrano affatto nel quadro
di una iuventus di tipo aristocratico e chiuso. Ad esempio, Sesto Vetuleno Lavicano, vissuto verosimil-
mente verso la fine del II sec. d.C., non fu sicuramente personaggio di privilegiata condizione17, né lo
furono, con tutta verosimiglianza, i suoi coniuvenes.
In questa prospettiva potrebbero considerarsi anche un gruppetto di tessere plumbee o bronzee, di
certa o probabile origine urbana, attribuibili in genere alla prima età imperiale, su cui figurano dei nomi
di magistri iuvenum18 altrimenti sconosciuti e che nulla hanno di aristocratico come C. Mitreius L.f .f.
.f
f.19,
C(aius) (et) M(
M arcus) Pompei20, P. Petr(onius) Sabi(nus)21, Pedo (et) Paetus22.
<159> Soprattutto vanno esaminate altre due iscrizioni romane, fin qui non sempre rettamente intese, co-
munque non adeguatamente commentate.
La prima fu pubblicata dal Marucchi nel 1926, quando fu acquistata per il Museo Lateranense “da
un fabbro che la teneva da molti anni in una sua bottega presso il Gianicolo”23. Si tratta di una dedica ad
Ercole Augusto (base di statua) letta così: Herculi August(o) sacrum. / C. Istimennius Felix, quinquen-
nalis perpetuus, / collegio iuvenum Racillanensium / dignissimis sua pecunia d(ono) d(edit). In realtà,
come appare dalla fotografia, data in sede di edizione e ripetuta altrove24, alla riga 3 non si deve leggere

da Augusto a Diocleziano, Roma 1953, pp. 74-75; GINESTET, cio (anfiteatro?) con scritta sull’epistilio L. Sextilius s(ua)
op. cit. (nt. 9), p. 48; J ACZYNOWSKA , Les collegia, cit. (nt. p(ecunia) e numero variabile (VIII, XI, XII).
9), pp. 66-69 cfr. p. 87; EAD ., L’organisation des iuve- 20 ROSTOWZEW, Sylloge, cit. (nt. 9), p. 102 nr. 835, tav. V,
nes, cit. (nt. 9), p. 300; M OREL, art. cit. (nt. 9), in part. 71 C Suppl., I, 1905, p. 4 nr. 835a = Bleitesserae, cit. (nt.
p. 528. 9), p. 60 nr. 5, tav. II, 7 cfr. CIL, XV 995, 4 (dal Tevere). Sul
17 Per la condizione, vedi sopra nt. 5. La datazione è sug- recto: C(aius) (et) M( M arcus) Pompei mag(istri); sul verso:
gerita, oltre che dalla presenza di idem per item (vedi sopra, Iu/(v)enta(s) ed immagine di Marte.
nt. 3) dalla paleografia e dal piccolo rilievo che, pur tenendo 21 ROSTOWZEW, Étude, cit. (nt. 9), p. 280 nr. 32 = Sylloge,
conto della sua fattura artigianale, sembra presentare carat- cit. (nt. 9), p. 101 nr. 834, tav. V, 70 cfr. Bleitesserae, cit.
teri all’incirca di età preseveriana o severiana. La correttez- (nt. 9), p. 59 nr. 2. Sul recto: testa d’imperatore (Caligola?)
za e l’eleganza del carmen è d’altra parte elemento che scon- e l’iscrizione P. Petronius Sabi(nus); sul verso: mag(ister)
siglia un abbassamento della datazione oltre i limiti indicati, iuv(enum) - VIII.
come pure il modo in cui è abbreviata la formula iniziale Dis 22 ROSTOWZEW, Étude, cit. (nt. 9), p. 281 nr. 34 = Sylloge,
Man(ibus): in base ad un’indagine, già ricordata in II, 5 nt. cit. (nt. 9), p. 102 nr. 836 = Bleitesserae, cit. (nt. 9), p. 60
24, su 3010 iscrizioni funerarie latine di Roma sicuramente nr. 4. Sul recto: busto laureato di Nerone e scritta, Neronis
datate, essa non compare mai infatti dopo l’età di Antonino invicti; sul verso: Pedo (et) Paetus mag(istri). Solo le iniziali
Pio e dei suoi liberti, vale a dire dopo il 200 circa, essendo dei nomi dei magistri forse in ROSTOWZEW, Sylloge, cit. (nt.
stato calcolato intorno ai 40 anni il limite di sopravvivenza 9), p. 102 nr. 837. Per altre tessere provenienti da Roma e
di un liberto al suo patrono (vedi, ad es., P.R.C. WEAWER, attribuite alla iuventus, senza però i nomi dei magistri: RO-
The Status Nomenclature of the Imperial Freedmen, in STOWZEW, Sylloge, cit. (nt. 9), p. 101 nr. 833, tav. V, 66, p.
Class. Quart., 13, 1963, p. 272). 102 nr. 838, tav. V, 72 (Bleitesserae, cit., p. 60 nr. 6). p. 102
18 Sull’organizzazione di questo tipo di collegi: JACZY- nr. 839, tav. V, 67, p. 102 nr. 840, p. 103 nr. 841, tav. V, 69,
NOWSKA, L’organisation intérieure, cit. (nt. 9). Alle testimo- p. 103 nr. 842, p. 103 nr. 843, tav. VIII, 53, p. 103 nr. 844,
nianze di praetores e quaestores iuvenum ivi raccolte se ne tav. VIII, 58, p. 103 nr. 845-846. Le tessere con i nomi dei
può forse aggiungere un’altra da Velitrae: S. PANCIERA, Sulla magistri e quelle con figurazioni di divinità sono ricordate
pretura in Velitrae, in Epigraphica, 22, 1960 (1961), pp. 9- anche da JACZYNOWSKA, L’organisation intérieure, cit. (nt.
13, cfr. 24, 1962 (1963), pp. 78-79. 9), p. 98 e Les collegia, cit. (nt. 9), pp. 34-36.
19 ROSTOWZEW, Étude, cit. (nt. 9), p. 281 nr. 36 = Blei- 23 Rend. Pont. Ac. Arch., 4, 1925-26, p. 394 fig. 5 = AE
tesserae, cit. (nt. 9), pp. 59-60 nr. 3, tessere bronzee. Sul 1927, 145.
recto: testa o busto di tipo augusteo e scritta L. Mitreius L.f
.f.
.f
f. 24 Appendice alla Guida del Museo Lateranense profano e
mag(ister) iuvent(utis); sul verso: rappresentazione d’edifi- cristiano, Roma 1927, p. 6 nr. 245.B.
7 - REGIONES, VICI E IUVENTUS 179

Racillanensium, bensì Racilianensium. Questa piccola correzione è della massima importanza perché
permette di vedere chiaramente quale sia l’origine, altrimenti oscura25, del nome di questo collegium
iuvenum. Nella regio XIVXIV, la Transtiberina, quella cioè da cui proviene l’iscrizione, noi conosciamo,
tramite la base Capitolina26, l’esistenza di due vici, uno denominato Raciliani minor(is), l’altro Raciliani
maioris. Il collegium iuvenum Racilianensium altro non è, dunque, che un’organizzazione giovanile,
con propri dirigenti, facente capo ad uno di questi vici o ad entrambi27.
La seconda iscrizione, già compresa in CIL, VI (26 = WALTZING, op. cit. (nt. 9), III, 613 cfr. ILS
7303), è incisa su una tabella marmorea vista dal De Rossi, dal Brunn e dal Dressel, nel chiostro di
S. Lorenzo al Verano, | ove però più non si trova. Essa dice: Fabius Demetrius et Caecilius / Philon <160>
aedem cum sigillo / Apollinis iuvenibus Oecianis d(ono) d(ederunt) d(e)d(icaverunt)28. Il De Rossi,
come pare, e lo Henzen, che conobbe l’epigrafe da un apografo del Brunn, lessero alla riga 3 Oecia-
ni. Il Dressel, che rivide il testo per conto del Dessau, lesse Oecianis. Che così si dovesse intendere
avevano capito del resto anche lo Henzen e, soprattutto, il Mommsen che aggiunse, all’edizione del
testo nel CIL, la seguente nota: “Quotquot praeterea iuvenum collegia innotuerunt, quae cognomina
habeant eaque quae aliquatenus intellegantur denominantur a locis; cf. cf inter alios titulus vol. III n.
4779 genio iuventutis Manliensium dedicatus a gentilibus nescio quibus qui consistunt in Manlia.
Quare sive retinemus Oeciani formam sive substituimus Oecianis, simile quid subesse hic quoque
suspicor”. L’osservazione del Mommsen appare tanto più acuta e feconda ora che conosciamo l’iscri-
zione del collegium iuvenum Racilianensium. Essa ci mostra infatti che, allo stesso modo in cui fuori
Roma i collegia iuvenum prendevano abitualmente nome dalla città d’appartenenza, a Roma potevano
desumerlo dal vicus in cui si trovavano a reclutare i loro aderenti. In altre parole c’invita, anche se
non conosciamo altrimenti un vicus Oeci, a considerare iuvenes Oeciani un equivalente di iuvenes
Racilianenses, membri anch’essi cioè di un collegium iuvenum facente capo ad un vicus. Che questo
potesse denominarsi Oeci non appare d’altronde impossibile, posto che esiste un cognomen Oecius29 e
non mancano vici che traggono la loro denominazione da un cognomen piuttosto che da un gentilizio
o da altra fonte30.

25 Di fatto, non seppero darne un’interpretazione né l’edito- 28 Tecnicamente possibile, ma, per me, meno probabile la
re né gli studiosi successivi che ebbero ad occuparsene (vedi, lettura d(onum) d(ederunt) d(ecreto) d(ecurionum) proposta
tra l’altro, DE RUGGIERO – LO BIANCO, in Diz. Epigr., IV, 10, dubitativamente dalla JACZYNOWSKA nella sua Appendix epi-
1942, p. 317; JACZYNOWSKA, Collegia iuvenum, cit. (nt. 9), p. graphica, p. 158 nr. 1, ove si ha però anche la retta lettura
184 nr. 153). Solo lo Ashby, pur senza correggere l’errore di Oecianis e si svolge (p. 91), per quanto riguarda l’interpre-
lettura, intravide la retta spiegazione (Topographical Dictio- tazione, il suggerimento del Mommsen di cui subito dirò.
nary of Ancient Rome, Oxford 1929, p. 577). Questa iscrizione e la tessera urbana ROSTOWZEW, Sylloge,
26 CIL, VI 975 cfr. 31218, p. 3777 = ILS 6073 cfr. VALEN- cit. (nt. 9), p. 103 nr. 843, tav. VIII, 53 sono le sole testi-
TINI – ZUCCHETTI, Codice topografico della città di Roma, I, monianze di culto di Apollo da parte della iuventus: JACZY-
Roma 1940, p. 46: fianco destro, col. II, righe 41 sgg. NOWSKA, Les collegia, cit. (nt. 9), p. 36.
27 Per la dedica ad Ercole Augusto e per le impronte della 29 CIL, X 106 = ILS 4039: Herae Laciniae sacrum / pro
statua che la base sorreggeva (verosimilmente Ercole con salute Mar/cianae sororis / Aug(usti), Oecius lib(ertus)
la mano destra appoggiata alla clava), l’iscrizione potrebbe proc(urator). Il nome deriva evidentemente dal greco oij-
appartenere, come proposto dal Marucchi, all’età di Com- keivo" (domesticus).
modo che amava, come ben si sa, farsi rappresentare sotto le 30 Tre sono ricordati nella base Capitolina, citati sopra: il
sembianze di Ercole. I caratteri paleografici non contrastano vicus Fortunati, nella regio XIII, il vicus Pauli ed il vicus
con tale datazione. Sulla particolare connessione dei collegi Victoris nella XIV
XIV. A questa stessa regione forse appartenne
giovanili con il culto di Ercole: JACZYNOWSKA, Les collegia, anche un vicus Epicteti cfr. Epictetinses in CIL, VI 31893 =
cit. (nt. 9), pp. 28-32. ILS 6072 = LUGLI, Fontes, III, p. 189 nr. 408.
180 II – URBS ROMA

Dubbio mi sembra il riferimento alla iuventus romana di un’altra iscrizione inserita dalla Jaczy-
nowska nella sua Appendix epigraphica31.
<161> In sostanza abbiamo un gruppetto di testimonianze dalle quali sembra emergere che, se vi fu a Roma
una iuventus aristocratica limitante le sue esibizioni probabilmente ad alcune cerimonie tradizionali32
o ad altre occasioni eccezionali (non interessano a questo riguardo le partecipazioni a titolo personale),
vi furono anche dei collegi giovanili molto meno esclusivi, se non addirittura a carattere popolare. Per
due di questi, vi è fondato motivo di ritenere che fossero strettamente collegati a vici da cui prendevano
la denominazione. Nel caso della nuova iscrizione, se non si parla di vici, v’è un accenno alle regiones:
l’ambiente sociale cui appartennero Sesto Vetuleno Lavicano ed i suoi coniuvenes non sembra sostan-
zialmente diverso da quello cui appartennero iuvenes Racilianenses e iuvenes Oeciani33.
Nel contesto di questa iuventus popolare proporrei dunque di collocare l’attività di auriga del nostro
personaggio. Anche nei municipi, l’attività sportiva, nelle sue varie forme, ivi compresa quella circense,
costituiva uno degli aspetti preminenti della vita dei collegia iuvenum34. Essa trovava il suo sfogo prin-
cipale in apposite feste denominate Iuvenalia35. Ludi dello stesso nome, ma spesso diversi nello spirito,
a quanto pare, si ebbero anche a Roma per iniziativa di qualche imperatore36. Io vorrei supporre tuttavia
che, oltre a queste saltuarie occasioni elargite dall’alto, altre ne fossero ricercate dalla gioventù popolare
riunita, com’è certo almeno per qualche caso visto sopra, in collegi di quartiere.
<162> La stessa vastità del complesso urbano ed il numero della popolazione poterono consigliare, a
Roma, un frazionamento dell’attività giovanile che, nei piccoli centri, era unitaria. Regiones e vici, entità
ben definite, con una propria struttura organizzativa, poterono fungere da elementi catalizzatori. Non
solo, ma l’organizzazione vicana, con le sue festività d’antica origine, come i ludi Compitalici, sospesi
solo per breve tempo tra il 64 e il 58 a.C., ma tollerati da Cesare e ridati a nuova vita da Augusto37,

31 P. 158 nr. 2. È iscrizione dell’anno 179 pubblicata da G. di patronimico e due con cognomi greci e senza prenome,
MARCHETTI LONGHI (su interpretazione di A. DEGRASSI), in rinviano ad ambiente libertino o comunque modesto.
Bull. Comm. Arch. Roma, 71, 1943-45, p. 79 nr. XIII fig. 16 34 Vedi sopra, nt. 16.
= AE 1948, 97 cfr. A. DEGRASSI, in Doxa, 2, 1949, p. 66 = 35 Documentazione epigrafica si ha per Tusculum (CIL,
Scritti vari, I, Roma 1962, p. 335: ·ÎòÎòõê÷æ÷ ùô÷ê
÷æ ÷ Èôòòôéô)
֐ XIV 2592, 2640 = ILS 6213), Ostia (CIL, XIV 409 = ILS
/ Æúì(ì usto)‚ II, P. Martio / Vero II co(n)s(ulibus), / V
ì( 6146), Pompei (CIL, IV 8521), Anagnia (CIL, X 5928 = ILS
kal(endas) Martias, / T.T Fl(avius) Vitalio / q(uin)q(uennalis) 6264), Velitrae (CIL, X 6555 = ILS 3697), Ameria (CIL, XI
electus / Genium trib(us) / Pal(atinae) corp(oris) iun(iorum) 4371 = ILS 6631; 4386; 4395 = ILS 6632), Carsulae (CIL,
Iuven(alis) hon(oratorum) / ex arg(enti) libr(is) / [tri]bu[s] XI 4580 = ILS 6634), Amiternum (Not. Sc., 1936, p. 97 =
d(ono) d(edit). Qui Iuven(alis) mi sembrerebbe soltanto un AE 1937, 111). Vedi anche ROSTOWZEW, Sylloge, cit. (nt. 9),
appellativo del corpus iuniorum honoratorum della tribù. pp. 103-109 e DIO CASS. 66, 15. Importante anche il passo
32 Come, oltre al lusus Troiae, che non aveva una ricorrenza della SHA, Gord. tres, 4: Cordus dicit in omnibus civitatibus
fissa e si poteva tenere nelle più diverse occasioni (ROSTOW- Campaniae Etruriae Umbriae Flaminiae Piceni de proprio
ZEW, Bleitesserae, cit. (nt. 9), pp. 63-71: J. TOUTAIN, in Dict. illum per quadriduum ludos scaenicos et Iuvenalia dedit.
Ant. Gr. Rom., V, 1, 1918, pp. 493-496; DELLA CORTE, op. cit. 36 SUET. Calig., 17, 2: et ut laetitiam publicam in perpetuum
(nt. 9), passim; K. SCHNEIDER, in RE, XIII, I927, coll. 2059- quoque augeret, adiecit diem Saturnalibus appellavitque
2067), la transvectio equitum del 15 luglio, anch’essa ridata Iuvenalem; TAC. Ann., 14, 15, 1: Nec tamen adhuc publico
a nuova vita da Augusto (T. MOMMSEN, Römisches Staatsre- theatro dehonestaretur instituit ludos Iuvenalium vocabulo
cht, III, 1, Leipzig 1887, pp. 493 sgg.; ST. WEINSTOCK, Rö- cfr. 15, 33, 1 e 16, 21, 1, SUET. Ner., 2, 1; DIO CASS. 61, 19-
mische Reiterparade, in Stud. Mat. Stor. Rel., 13, 1937, pp. 21; DIO CASS. 67, 14 cfr. 68, 34; SID. APOLL. Carm., 23, 307
10-24; ID., in RE, IV A, 2, 1937, coll. 2178 sgg.; Inscr. It., sg. e 428.
XIII, 2, 1963, p. 483). 37 SUET. Aug., 31, 4: nonnulla etiam ex antiquis caerimonis
33 Vedi sopra, nt. 5. Anche nomi come C. Istimennius Felix, paulatim abolita restituit ut… ludos Saeculares et Compi-
Fabius Demetrius e Caecilius Philon, tutti senza indicazione talicios… Compitales Lares ornari bis anno instituit vernis
7 - REGIONES, VICI E IUVENTUS 181

poteva fornire alcune delle occasioni d’esibizione ricercate dalla iuventus dei singoli quartieri. Sembra
che anche qualche imperatore si sia reso conto di questa necessità di frazionamento poiché risulta aver
organizzato spettacoli nelle singole regioni, forse con la partecipazione della iuventus locale38. Altre
gare poterono essere organizzate dagli stessi collegi, al loro interno od opponendo i propri atleti a quelli
di altri vici o regiones39.
Se queste ipotesi colgono nel vero, Sesto Vetuleno Lavicano poté gareggiare come auriga per un
collegio avente la sua sede nella sesta o settima regione cittadina. Il vessillo, che solleva con la sinistra, <163>
può essere appunto quello | collegiale40 piuttosto che segno di vittoria. Non meravigli la sua età (44 anni)
poiché, senza contare i maggiorenti, non mancano altri casi di persone adulte, o anche anziane, apparte-
nenti a collegia iuvenum: si tratta evidentemente, anche se non sempre è indicato, di istruttori o sosteni-
tori41. Anche l’attività funeratizia rientra tra quelle note, anzi importanti, per questo tipo di collegi42.

floribus et aestivis, cfr. SERV. Ad Aen., 8, 717. Per le vicen- editis tota urbe vicatim gladiatoribus celebravere, ingenti
de anteriori di questi ludi si vedano i passi di controversa paratu et ante illum diem insolito.
interpretazione di ASC. Ad Pis., 6 e DION. HAL., 4, 14 con le 39 Anche in questo contesto potrebbero risultare importanti
discussioni di S. ACCAME, La legislazione romana intorno i frammenti epigrafici dal Foro di Cesare che, secondo alcu-
ai collegi nel I secolo a.C. in Bull. Comm. Arch. Roma, 70, ni, documenterebbero l’obbligo per i vici magistri di offrire
1942. Appendice (Boll. Mus. Imp. Rom., 13), pp. 13-48 ed, una venatio al momento del loro ingresso in carica, ma sul-
ora, di A.W. LINTOTT, Violence in Republican Rome, Oxford le incertezze esistenti circa la loro interpretazione si veda
1968, pp. 77-83 (ivi bibliografa precedente). A p. 80 il Lin- quanto ho detto II, 6 nt. 58.
tott mette giustamente in evidenza la scarsa attendibilità di 40 L’uso dei vari collegi di avere un proprio vessillo con cui
Dionisio quando afferma che il culto anche ai tempi suoi era partecipavano ad ogni tipo di cerimonie pubbliche è testi-
riservato ai soli schiavi. In generale su questi ludi, ancora moniato dalla presenza, nel loro ambito, di vexillarii (WALT-
ricordati nei Fasti Filocaliani e di Polemio Silvio: E. SAGLIO, ZING, op. cit. [nt. 9], I, p. 425), da fonti letterarie (raccolte da
in Dict. Ant. Gr. Rom., V, 2. 1887, pp. 1428-1429; WISSOWA, WALTZING, ibid., II, pp. 186-187) e da raffigurazioni di vario
in RE, IV, 1, 1900, coll. 791 sg.; M.P. NILSSON, Studien zur genere tra cui mi limito a ricordare il noto rilievo di Virunum
Vorgeschichte des Weihnachtsfestes, in Arch. Rel. Wiss., 19, (II sec. d.C.) con parata di iuventus, a cavallo, vessillo in
1916-19, pp. 54 sg. (Opuscula selecta, I, 1951, pp. 219 sg.). testa (R. EGGER, Eine Darstellung des Lusus Iuvenalis, in
Sul carattere di conceptivae di queste feriae, testi e discus- Jahresh. Oesterr. Arch. Inst., 18, 1915, pp. 115-119, tav. 65)
sione presso Inscr. It., XIII, 2, 1963, pp. 390-391. e l’affresco ostiense con processione di bambini (D. NOGA-
38 Un’iniziativa del genere ebbe già Cesare (SUET. Iul., 39, RA, Le Nozze Aldobrandine, i paesaggi con scene dell’Odis-
1: Munus gladiatorium, ludos etiam regionatim urbe tota et sea e le altre pitture antiche conservate nella Biblioteca
quidem per omnium linguarum histriones, athletas, nauma- Vaticana e nei Musei Pontifici, Milano 1907, tav. XLIX. In
chiam) e così anche L. Domitius Ahenobarbus, cos. a. 16 generale: M. ROSTOVTZEFF, Vexillum and Victoria, in Journ.
a.C., durante la sua pretura (SUET. Ner., 4: venationes et Rom. Stud., 32, 1942, pp. 92-106; G. FORNI, in Enc. Art. Ant.,
in circo et in omnibus urbis regionibus dedit) ed Augusto IV, 1961, pp. 163-166.
(SUET. Aug., 43, 1: Spectaculorum et assiduitate et varietate 41 Vedi ad es., CIL, III 1828 = ILS 7303a ((Narona); CIL, XII
et magnificentia omnes antecessit… fecitque nonnumquam 122 = ILS 7307 (Vintium); Not. Sc., 1900, p. 141 = ILS 6635
etiam vicatim, cfr. 45, 2: spectavit autem studiosissime pu- (Spoletium); Not. Sc., 1911, p. 266 = ILS 9421 ((Aricia).
giles et maxime Latinos, non legitimos atque ordinarios 42 Come risulta dalla documentazione epigrafica, essa può
modo… sed etiam catervarios oppidanos inter angustias vi- riguardare tanto membri del collegio quanto estranei. Questo
corum pugnantis temere ac sine arte). Vedi anche TAC. Hist., aspetto dei sodalizi giovanili è stato ben illustrato di recente
2, 95, 1: Quin et natalem Vitellii diem Caecina et Valens da JACZYNOWSKA, Les collegia, cit. (nt. 9), pp. 24 e 26-27.

NOTA COMPLEMENTARE – AE 1971, 44. – Vd. anche E. COURTNEY, Musa lapidaria, Atlanta 1995, pp. 114 sg. nr. 114 (con erronea
interpretazione del cognomen come indicazione di provenienza). – Su qui nostri memores quique fuere sui: G. SANDERS, in
Cultura epigrafica dell’Appennino, Faenza 1985, pp. 22 sg. (ID., Lapides memores, Faenza 1991, p. 434). – Sul delicius Matris
182 II – URBS ROMA

Matutae ((sextae)) regionis vd. ora CHR. BRUUN, in Zeitschr. Pap. Ep., 112, 1996, pp. 219-223. – Sulla funzione di praecones
e nuntii negli spettacoli teatrali e atletici: D. GILULA, in Athenaeum, 81, 1993, pp. 283-287; N.B. CROWTHER, in Nikephoros,
7, 1994, pp. 135-155. – Aurighi, loro status e raccolta generale (nella quale però il nostro manca): G. HORSMANN, Die Wagen-
lenker der römischen Kaiserzeit, Stuttgart 1998; loro rappresentazione: R. THOMAS, in Köln. Jahrb., 34, 2001, pp. 489-522.
– Sull’organizzazione della iuventus, aderendo per quanto riguarda Roma all’interpretazione qui proposta: M. JACZYNOWSKA,
Les associations de la jeunesse romaine sous le Haut-Empire, Wrokław 1978, in part. pp. 66 sg.; J. LINDERSKY, in Ktèma, 17,
1992, p. 74; H. GALSTERER, in Athenaeum, 59, 1981, pp. 426-428. Più perplesso: P. GINESTET, Les organisations de la jeunesse
dans l’Occident Romain, Bruxelles 1991, in part. p. 215. Non prende posizione: D. LAGAGE, in Chiron, 9, 1979, p. 346 nt. 215.
– Tra i più recenti contributi sull’origine, le caratteristiche e la funzione dei collegia iuvenum: S. PEREA YEBENES, in Gerión, 10,
1992, pp. 295-305 (a proposito del libro di Ginestet e delle attestazioni spagnole); A. FRASCHETTI, in Storia dei giovani, 1. Dal-
l’antichità all’età moderna, Roma - Bari 1994, pp. 89-94 (anteriorità dell’organizzazione giovanile in alcuni municipi rispetto
a quella romana; introduzione dei giovani alla politica e loro controllo); M. KLEIJWEGT, in Epigraphica, 56, 1994, pp. 29-40; A.
BANCALARI MOLINA, in Semanas de estudios romanos (Valparaiso), 7-8, 1996, pp. 197-217 (formazione dei quadri dirigenti);
M.D. SAAVEDRA - GUERRERO, in At. Roma, 41, 1996, pp. 24-31 (non solo iuvenes ma anche iuvenae); A. BANCALARI MOLINA,
in Flor. Ilib., 9, 1998, pp. 41-68, in part. 47-57 (finalità essenzialmente educativa per “la preparación de futuros hombres de
estado, políticos y administratores para dirigir las ciudades imperiales”). − Sul significato del vexillum: GINESTET, op. cit., pp.

1 - Iscrizione inedita con menzione di coniuvenes.

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