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MARINO BARLEZIO
UNO STORICO UMANISTA
E S T R A T T O D A I, V O LU M E
M ÉIyAN G E S D ’H IS T O IR E GÉNÌ)RAI<E
II, C 3.U J , 1938
o U s tv r itv J£J£'
V IT A D E L B A R L E Z IO
odio innato per gli Italiani, dei quali vogliono rendersi padroni
per servirsene di giumento 1. Difatti, nei tempi del nostro autore
hanno luogo le spedizioni italiane di Carlo V i l i (1483— x49®) e
di Luigi X II (1498—-1515). Sebbene la coscienza nazionale non
avesse la forma odierna, così ben delineata, con tutto ciò si può
già constatare la sua esistenza in quell’ep o ca 2. Dunque, non è
improbabile che i cenni del Barlezio rispetto ai Francesi riflet
tano la sua origine italiana. Ma insieme a quelli che lo considerano
Italiano 3, vi sono alcuni che lo dicono Dalm ata 4, mentre altri
lo ritengono Albanese 5. E ’ vero che il Panegirista spesso chiama,
nella Storia di Scanderbeg, i soldati del glorioso condottiero (e
in generale gli abitanti dell’Albania) « i nostri » 6, quasi fosse anche
egli uno di loro ; anzi, in un luogo dice se stesso « domesticus
veteris fortunae spectator » 7 (intendendosi qui per « vetus
circa nel 1450 o pochi anni più tardi. Ad ogni modo, la sua in
fanzia e l ’adolescenza coincidono con una notevole parte della
vita di Scanderbeg, cioè corrispondono al periodo che v a dal
1450 circa, sino al principio del 1468, quando questi morì. Inol
tre, l ’Umanista, ci dice egli stesso di aver personalmente cono
sciuto molti Scutarini, i quali avevano com battuto nelle schiere
del grande Albanese 1. Per lui, le vittorie riportate da Giovanni
Hunyadi (morto nell’agosto 1456) erano « tam recentia et quae
pene vidimus »2. Naturalmente, le imprese di Giorgio Castriota
erano per il Barlezio ancor più vicine 3. Tali affermazioni ven
gono anch’esse a rinforzare l ’ipotesi a proposito della data di
nascita di Marino. Che egli fosse già adulto, allorché Scutari, dietro
la pace del 25 gennaio 1479 4 fu ceduta ai Turchi, mostra anche
il fatto, ricavato dalle sue opere, e cioè che egli conosceva bene
le varie contrade e città dell’Albania. Così egli ci descrive la
Dibra Inferiore 6 e quella Superiore 6, ie pianure di Oronish 7 e
di T ira n a 8, le città di X h a b lja k 9, A n tiv a r i10, D a g n o u , Dri-
vasto 12, A lessio13, Croia 14, Pietrabianca (Pietra Alba) 15,
Stelusio 18, Petrella 17, Sfetigrad 18, Presa 19, Durazzo 20, le rovine
* Ibid., V I, 70 v.
J Ibid., II, 20 v .; cf. II, 31 v. (riguardo a Murad II).
3 Ibid., prefazione, f. 1 : « nuper vivente Scanderbego ».
4 K r e t s c h m a y r , Gesch. v. Venedig, II, 382.
5 B a r l e z i o , Hist. V , 6 1 v .
6 Ibid., I, 7 v., II, 15 v., V , 61 v.
7 Ibid., V I, 71.
* Ibid., IV , 42.
* Idem, De Scodr. obs., I l i , 267.
10 Idem, Hist. I l i , 40.
11 Ibid., II, 17.
u Ibid., III, 39 v., 40.
13 Idem, De Scodr. obs., I l i , 267 v. ; Hist., II, 17.
14 Idem, De Scodr. obs., II, 242; Hist., I, 6, v., X II, 154.
15 Idem, Hist., I, 11 v.
16 Ibid.
17 Ibid., I, 11.
18 Ibid., IV , 51, V, 61 v.
19 Ibid., V I, 71 v.
30 Ibid., X III , 156— 156 v.
139 VITA DEL BARLEZIO 5
1 Ibid., I l i , 38.
2 Ibid., V, 66 v.
3 Ibid., X , 123 v.
4 Ma nulla ci perm ette di credere che egli fosse « sacerdote di rito
greco ed albanese », come afferm a il R o d o t à D ell’origine, II I , 24 n. a.
Cf. GEGAJ, L'Albanie et l ’invasion turque, p. V i l i n. 3 (però il Rodotà
non erra quanto al numero delle opere del Barlezio!). L ’asserzione
del D u p o n c e t , secondo la quale il Barlezio prima di diventare prete
avrebbe com battuto nell’esercito del Castriota, « cornine il l ’asseure luy-
mème au sixième livre de son Histoire » (Hist.de Scanderbeg, prefazione),
si spiega con l ’errata interpretazione di un passo dell’opera del Barlezio
(v. sopra, p. 67 n. 2), dove l’Um anista si riferisce alla sua partecipazione
alla difesa di Scutari e non a quella di Croia, come credeva malamente
il Gesuita francese.
Fran cesco p a i .i . 140
1 V . sopta, p. 137, n. 2.
2 K r e t s c h m a y r , II, 382.
3 B a r i e z i ò , De Scodr., III, 268 v. ; S a b e i .i .i c o , H ist., d. III, 1. X ,
977 -
4 B e c i c h e m i , Panegyricus, [f. 21 v.] ; S a b e i .i . i c o , ibid.) parla sol
tan to di 450 uomini e 150 donne (ci. p. 972). Secondo il nostro avviso,
il primo autore, nella sua qualità di Scutarino, merita più tede.
8 B a r i . e z i o , De Scodr., III, 266, 270 v -2 7 1 ; Idem . II, 16, 17 v ,
18 v „ V I, 70, X I, 136, X I I I , 158-158 v.
8 FRANCESCO PAI.L 142
L ’O P E R A
i. Scritti
d ’un lavoro scritto di lunga lena, forse anche con grandi intermezzi.
Tali contradizioni infatti non si possono spiegare se non in questo
modo. E ’ probabile che il lavoro sia stato pubblicato già nel
1508 o forse durante il 1509, ad ogni modo al più tardi nel 1510,
allorché Giovanni Musachi scrisse la sua « Memoria ».
Scanderbeg era sposato con una cugina di questo Musachi,
il quale dopo l’occupazione deU’Albania da parte dei Turchi, si
era rifugiato nella Puglia. Iv i compose nel 1510 il suddetto tra t
tato per i suoi figli. A quella data egli conosceva senza dubbio
la Storia del Castriota. D ifatti, è già stato rilevato che intorno
alla biografia dell’Eroe fra l ’esule Capo albanese e il Barlezio
ci sono qualche volta delle similitudini palesi, come per es. : la
descrizione della sua fuga dal servizio turco e l’anno 1466, quale
data sbagliata della sua morte. Si pose la questione se il Mu
sachi avesse conosciuto l ’opera di Marino o se ambedue avessero
attinto dalla medesima tradizione popolare dell’Albania 1. Però
il vescovo Fan S. Noli, nel suo lavoro su Giorgio Castriota -, ha
dimostrato assai chiaramente che il Musachi aveva tolto alcuni dati
dal libro del Barlezio 3 e perciò noi non v i insisteremo più sopra. La
Storia di Scanderbeg doveva dunque essere stata pubblicata prima
del 1510 o proprio in quest’anno, in cui fu scritta la « Memoria » 4.
Forse il Musachi la ricevette come omaggio dell’autore,
1 III, 24 n. a.
2 In 40, 46 ff. non num. ; cf. PANZER, A nn . typogr., V i l i , 389, n° 420.
3 PANZER, V i l i , 248, n°. 26.
4 Prince d ’Essi.iNG, II I, Appendice, 140, 337— 338. E gli lavorò un
p o ’anche con M atteo, suo frattello (Ib id ., 338). Il loro soprannome fu
«li Albanesoti » ( S a b e l e i c o , Enneades, I, 462.).
5 In fatti, egli firm ava qualche vo lta semplicemente Bernardin V e
netian (Prince d ’E ssuN G , XI2, p. 183 n° 1683, n° 1946) e usava per sigle
le ricordate lettere (« Im pressum Rom ae per B. V . », alla fine dell’edi
zione principe della Storia di Scanderbeg; « Venetiis per B. V .» , alla
fine delle « Grammatices Inslitutiones » di Giovanni Scoppa (Prince
•d’ ESSLiNG I I 2, p. 632— 633, n° 2546). D el resto, le medesime iniziali or
nano la sua m arca (SABEM.ICO, Enneades, t I, frontispizio; OROSIO,
Historiarum libri V II , ibid. L ’identità delle iniziali nei testi di Orosio
« della Storia di Scanderbeg e non meno le caratterische della tecnica
-di Bernardino V itali (per questa tecnica: Proctor, A n Index, I — II,
FRANCESCO PALI, 150
1 Genealogia d’imperatori, 5.
2 Ibid., 46.
3 Cum enim ad manus nostras, Illustrissime Princeps, de Im pera-
torum vitis Rotnanorum atque Pontificum libellum, a solertissimi in-
genii viro eximio, Marino Barletae Scodrensi, compendiario exaratis,
genitorique tuo (veluti in dedicatoria illa epistola facile legere est) de-
legatis, pervenisset, ac amplius nonnullas Im peratoruin his veluti co-
ronidem ac Romanorum ex illustrissima tua fam ilia originem trahen-
tium quorundam consulum adsutas imagines, suis quidem locis concinne
digestas et collocatas n acti: Hasm et tibi, Illustrissime mi Princeps et
decenter scilicet, quippe earum Patrono progenitorumque tuorum vin
dici dicare, quam his quorum interest nihil (cutn praesertim ipse libellus
eodem sub nomine iamdudum praelo fuerit demandatus) in praesentiarum
quoque aequius fore censuimus. Cf., del resto, il titolo stesso del Com
pendio, dove si dice « nuper aeditum ».
4 Povijest, II, 207, n. 7.
i8 FRANCESCO PALL 152
Cratonem M yliutn, mense Octobri anno 1537, in folio, 371 pp. num.
e 10 pp. non num. Fu pubblicata a cura di Gaspare Hedio (Heid),
che ebbe una parte notevole nella Riforma. Essa è più utile
della prima edizione (la cui lettura è resa difficile e faticosa
per le abbreviazioni estremamente numerose) non soltanto
per le sue glosse, che dànno spiegazioni riguardo all’argomento,
ma anche per la punteggiatura e per l’indice. Senonchè riproduce
alcuni sbagli dell’edizione rom an a1 e, qualche volta, corrompe
anche il testo. Essa ha poi parecchie differenze, correzioni e,
disgraziatamente, persino delle omissioni in confronto con l ’edi
zione anteriore. Non si deve infine tralasciare neppure l’inter
punzione che cambia, qualche volta, il senso prim itivo del testo a.
Nel 1578 si stampò a Francoforte sul Meno, a spese di Sigmund
Feyerabendt, la terza edizione. F a parte della raccolta Eonicero,
voi. I l i , con il titolo: Vita, indoles et adversus Turcas res gestae
Georgii Castrìoti, Epirotarum principis (qui propter egregia fa-
cinora Scanderbegus, hoc est Alexander Magnus, cognominatiis
fuit), in folio, 230 ff. e 8 pp. non num. 3. E ’ una riproduzione
dell’edizione di Strasburgo, ma senza la prefazione fa tta dallo
Heid (sostituita da quella del Feyerabendt) e senza i passi di
Enea Silvio, Volaterrano e Giovio, riguardanti Scanderbeg. P a
rimenti v i manca la prefazione del Barlezio a Don Ferrante Ca-
striota. Siccome segue l ’edizione del 1537, questa del 1578 natu
ralmente contiene le modifiche apportate al testo da quella.
Senonchè essa presenta pure altri cambiamenti nella g r a fia 1
1 V . l ’Appendice del presente lavoro.
2 Essendo queste differenze troppo numerose, ne daremo un copioso
elenco nell’Appendice del presente lavoro.
3 PÈTRO VITCH , Scanderbeg, 43— 46. P e r ò il n u m e r o t o t a le d e lle
s t a m p e n o n è 146 ma 148. E s s e si r ip e t o n o p iù v o lt e , c o s ì ch e il lo r o n u
mero re a le si rid u c e a 52.
4 A utor (più raro anche «auctor»), benevolentia, cepi, Ferisbassa,
internitio, Itali, laedo, literae, namque, pleraque, poèta, quatuor, scalae,
scelus, Turcica, Valchales, invece di: auctor, benivolentia, coepi, Feri-
bassa, internetio, Italici, ledo, litterae, nanque, plaeraque, poeta, quat-
tuor, schallae, scaelus, T urcaica (cf. la stessa forma presso il Tubero,
Comment., V I I , 169, 175, ecc.), falchales, della I ed. I numeri romani
della I ed. vi sono trascritti con cifre arabe.
20 FRANCESCO PALL 154
1 II Lavardin compose, tra l ’altro, una Storia dei Turchi, che non
giunse però a essere stam pata. Cf. DEEACR o i x - D u M a i n E -D u V e r -
d i e r - R i g o l e y D e J u v i g n y , Les Bibi. fr. I , 420— 422.
Barlecio. . . in fol., 2 ff. non num. e 245 ff. num. 1. Abbiam o già
fatto menzione della traduzione polacca del B a z y lik 2. L,a versione
francese, come anche abbiamo accennato, fu pubblicata da Jacques
de Lavardin a Parigi, presso Guillaume Chaudière nel 1576.
Essa porta il titolo: Histoire de Georges Castriot, surnommé Scan-
derbeg, roy d’Albanie, contenant ses illustres faicts d’armes et me-
morables victoires à l ’anconire des Turcs, pour La foy de Iesus
Christ, in 40, 486 ff. V i troviam o un ritratto, assai brutto, del
l’Eroe, « tire du Musée du Sr. André Theuet, Cosmographe du
Roy, apporté de Bouthole [ = Budua], ville d A lb a n ie ». Il La-
vardin diede una traduzione molto libera, com pletata con altre
fonti e anche con osservazioni personali. Il gentiluomo francese
indica fra le sue fonti « L a vie de Scanderbeg, dont l ’autheur
est incertain », che non è altro se non il trattato « F a tti illustri
del Sig. Giorgio Scanderbegh d ’incerto autore» della raccolta del
Sansovino. Questo lavoro 3, come vedremo più innanzi, è tutt'u n o
con il « Commentario de le cose de’ Turchi et del S. Georgio Scan
derbeg » 4, di cui, del resto, già esisteva una traduzione francese,
ste s s o Umanista, dedicato a Carlo V nel 1531 e ristam pato nel 1541 (dai
« figliuoli di Aldo »), nonché nel 1545 (da Bernardino de Bindoni) insieme
all’accennato trattato riguardo a Scanderbeg. Di quest'ultim o scritto
si ebbe nel 1562 una versione inglese per opera di John Shute, tradutore
nello stesso tempo anche di Andrea Cam bini. (Cf. pure il P é t r o v i t c h , 25).
1 Ciò r is u lt a d a u n c o n fr o n to d e lla v e r s io n e d e l G a u lt e r o n c o n l ’ o
riginale e co n il L a v a r d in (cf. il p a s s o in t o r n o a D e m e tr io F ra n c o
presso il G a u l t e r o n , Commentaire, c a p . 37, n e l Commentario, lo s te s s o
c a p ., e n el L a v a r d i n , X I, c a p . I, 478).
• N o l i , Storia di Scand., 14.
L a seconda edita da Hierosme H aultin, L a Rochelle, 1593 ; la
terza dal Chaudière, Parigi, 1597; la quarta da I. Arnauld, Ginevra,
1604; la quinta da Denis Moreau, Parigi, 1621.
1 L ’opera di Marino vi subisce qualche omissione, come, p. es., l ’al
lusione ai Ciinarrioti ( B a r l e z i o , Hist., II, 16 v .— 17) o il parallelo tra il
Castriota e l’ Hunyadi, (ibid., 28). Non c’è alcun indizio sicuro sul
l'esistenza d’uua edizione anteriore, di Siviglia nel 1582 ( P a l a u J. D u l c e t
Mattuai, V, 339). Intorno alle opere di I. Ochoa, v. G a l LARDO,
Ensayo, III, n°. 3260. Una traduzione castigliana, diversa da
■quella dell’Ochoa, però sempre secondo la versione portoghese del
D ’Andrade, si è conservata in un manoscritto del X V II sec. della B i
blioteca Nazionale di Lisbona (Ms. No. 455 B. 6—-7), sotto il titolo:
159 EDIZIONI, TRADUZIONI, RIMANEGGIAMENTI 25
1 F a l l m e r a y e r , IX , 91.
a V . sopra, pp. 141— 142.
16 3 DIVISIONE E RIASSUNTO D ELLE O PERE 29
3
34 F R A N C E SC O PA LI, 16 S
l ’Assedio, come anche del libro del Cippico nella Storia di Scati-
derbeg. Sempre in base alle sue reminiscenze, fa il Barlezio la
descrizione di Scutari e din torni1, come anche delle città di
Croia 2, X habljak 3 ed Alessio 4.
2. Fonti orali. Del passato di Scutari l ’Umanista parla anche
secondo la tradizione locale e secondo quello che ha sentito dalla
gente più vecchia 5. ho stesso fa per quelle poche notizie che vi
dà, di passaggio, riguardo a Scanderbeg 6. Ma anche narrando
l ’assedio, nella parte originale dello scritto registra cose che non
potè conoscere di persona. Così dice che gli occhi di Malcoci
pascià, uno dei comandanti turchi durante l ’assedio, brillavano
come i raggi del sole, sicché nessuno poteva guardarlo dirimpetto 7.
L ’Umanista scrive ciò su testimonianza di altri, poiché egli non
fu nel campo turco per poter osservare gli occhi strani del men
zionato pascià e parlarne. A ltrove dice che, secondo i calcoli di
alcuni, che si trovarono nel campo del Sultano il numero dei
soldati dell’esercito nemico venuto all’assedio, non fu inferiore a
350.0008. Da ciò si può dedurre che il Barlezio apprese qualche
informazione dai Cristiani che parteciparono alla spedizione ac
canto al nem ico9. Inoltre asserisce che in un certo momento
1 De Scodr. obs., X, 236— 236 v.
1 Ibid., I, 242.
3 Ibid., I l i , 267.
J Ibid., 2 6 7 v .
5 De Scodr. obs., I, 235: quicquid de ipsius [se. Scodrae] origine in
vestigare aut reperire potui et de statu eorum, qui in ea vicissim regna-
verunt, quantum memoria liominum comprehendi potuit, diligenter
collegi eaque omnia breviter conscribam. C f. I, 236 v. :. . . quod a vetu-
stioribus loci lauius incolis accepi.
6 Allusioni all'assedio di Croia da parte di Murad II (I, 233), alla
consegna della città nel patrocinio veneto (II, 242 v.), alla guerra del
Castriota con la Repubblica di S. Marco (III, 270 v.).
7 De Scodr. obs., II, 238 v.
8 Ibid., II, 243 v.
• Ibid. : « et qui alias cum ipso Meumethe m ilitaverant ». Sebbene
il Sacerdote non nomini qui i Cristiani, risulta però che si tra tta di essi,
poiché mentre da una parte, applicato ai Turchi, lo schiarimento citato
non avrebbe nessun senso, è ben evidente poi, dall’altra, che il Barlezio
non ricevette informazioni da questi ultimi.
L E F O N T I D E I, B A R L E Z IO 35
1 M ERU LA, ibid., [4]: Quum levis a rm a tu ra ... ipse subseeutus est;
ibid., 13: Qui idibus Maiis. . . incedens subseeutus est.
B a r l e z io ,
a De Scodr. obs., I, 231 v. ; P o m p . M E L A , De Chrogr., I, 19, 116.
3 De Scodr. obs., I, 231— 233 v. ; E n e a S i l v i o , Asia, cap. 100 in
Opera, pp. 383— 384. Le informazioni iv i contenute si ritrovano quasi
identiche nell'Europa dello stesso autore.
* Quelli che parlano di Urchan ( B a r l e z i o : Orchira), figlio di « Ca-
lapinus * (Celebi), di Musa, Mohamed I, Murad II, Mustafa, figlio di
Baiased I (E. S i l v i o , Asia, cap. 100, Opera, p. 384, B a r l e z i o , ibid., I,
232 v. — 233).
5 Intorno a Niccolò Sagundino: Z e n o , Dissert., LI.
* MAI.IPIERO, Annali, parte I I , 198 e segg.
7 Nelle sue edizioni, del 1553 ( R a m u s , De rebus Turcicis, 1. II) e del
1556, l’opuscoletto del Sagundino porta la data 20 luglio 1476, errata
invece del 1456. In fatti il manoscritto Liber de familia Autumanorum
della già Reale Biblioteca di Monaco di Baviera, del quale ci dà estratti
lo J o r g a , ( Notes et extr., I l i , 324— 325), è del luglio di quest’ultimo
anno. Non possiamo essere d ’accordo con lo Iorga, quando crede che il
trattato appartenga al 1454 (ibid.,) invece che al 1456, — poiché il Sagun-
dino viene menzionato a Napoli nel 1457 (M a l i p i E R O , ibid.).
8 Europa, cap. 4 (Opera, 395).
* I passi concernenti la sconfitta di Baiased Ilderim da parte di
Tim urlenk ( S a g u n d i n o , ed. del 1556, p. 187; S i l v i o , Europa, cap. 4,
Opera, p. 395), quelli circa Urchan, Musa ( S a g ., 188 ; S i l v i o , A sia cap. 100,
Op-, p. 395). alcuni provvedim enti interni di Mohamed II e i suoi prepa
ra tivi per l’assedio di Costantinopoli (S A G ., 189; S i l v i o , Europa, cap. 7»
Opera, 400). •
173 L E F O N TI D E I. B A R L E Z IO 39
1 B e c ic h e m i: Masarechus.
2 B e c i c h e m i , Paneg. [f. 18 v .] .
3 B a r l e z i o , De Scodr. obs.. I l i , 270.
4 B e c ic h e m i, ibid.
5 B a r l e z i o , ibid., 270 v .
6 B e c i c h e m i , ibid., [f. 1 9 1.
7 B a r l e z i o , ibid., 269.
8 B e c ic h e m i, ibid.
* B a r l e z i o , ibid., 270 v .
10 Può darsi che fosse un discendente di quello Stefano Yonim a che
insieme con Pietro Becichemi, nonno di Marino, fu inviato dagli Scuta
rini affinchè offrisse la città al patrocinio della Repubblica di S. Marco
( B e c i c h e m i , ibid., [18]. Per la casa Yonim a v. il G E G A j, 2 3 — 24.
177 L E F O N T I D E L B A R L E Z IO 43
1 Ibid., V I , 78 v.
2 Ibid., prefazione, 2 : « N o n ... commenta in iis, sed a maioribus
diligenter relata et a quibnsdam etiam qui interfuerunt visa memoriae
mandavi, fidemque plurimorum et veracium virorum , non levem tan-
tummodo et futilem traditionem sum secutus ». ha distinzione tra le infor
mazioni fornite da gente degna di fede e le voci incerte che correvano
nel mezzo del popolo fecero già i cronisti medioevali.
3 S a b e l l i c o , Historiae, d . I l i , 1. IX , 922 ; c f. la t r a d u z io n e d e l DOLCE,
2 55 v . — 256.
1 B . v r l e z i o , Hist., IX , 118. Lo stesso riferisce degli Albanesi della
sua epoca il vescovo Francesco Bianco (Frangu i Bardhé) in un opusco-
letto su Scanderbeg, pubblicato da lui nel 1636 (G. Castr., 71).
5 Ciò faceva molto probabilm ente prima del 1479, quando Scutari
passò sotto il dominio turco, seguendo la sorte di quasi tu tta l ’Albania.
Con tutto ciò non è impossibile che v i fosse stato anche dopo questa data
l8l LE FONTI DEL BARLEZIO 47
1 Ibid., V i l i , 99 v.
2 Ibid., V II, 94 v.
3 Monumenta, I I , 148 , 227.
4 Però l ’affermazione del n o l i che il Barlezio « aveva sotto gli occhi
i documenti # concernenti la storia del Castriota (Storia, 8), non è accer
tata da nessuna prova.
5 B a r l e z i o , ibid., X , 122 e s e g g .
* P e r i i r it r a t t o : P l a t i n a , Liber, 15 8 , 5 — 1 5 : B a r l e z i o , ibid., X I, 1 4 3 .
7 Cf. Una versione somigliante presso il DE T u m u l i l l i s , Notabilia,
cap. 12.
185 L E FONTI DEL BARLEZIO 51
1 Ibid., 78.
2 Ibid.
3 II caso di Q. Fabio Massimo Rutiliano, il quale ebbe l’ardire di dare
una battaglia all’insaputa del dittatore L. Papirio Cursore (Compendium,
16 e 35— 36; quel che asserisce di L. Sempronio Atratino (ibid., 17 e 20;
nel testo erroneamente : « A trativus »).
4 De officiis II , cit. alla pag. 49; cf. pure la prefazione del Compendio,
dove Cicerone è accennato per quel che dice riguardo all’amore per la
patria, De off., , 57. Sempre da questo libro tolse l’Um anista i versi
di Ennio concernenti Q. Fabio Massimo (ibid., I, 24) ; alle pp. 33 e 49
•dell’opusculo si fa menzione delle Epistolae. Si tratta, infatti, delle Ad
familiares e A d Atticum.
5 « Catilina » e « Jugu rtha»; Compendium, 11, 35.
• Citato alla pag. 11, per Mario.
7 R iferito alla pag. 36 intorno a Q. Pompilio, personaggio che in
realtà non esiste nelle Notti Attiche; alla pag. 40 è menzionato riguardo
•a T ito « Carisius » (corr. Castricius).
8 Ricordato alla pag. 34, circa « Pub. Clodius Alpinus ».
54 FRANCESCO PAI,!,
1 B a r l e z i o , ibid., 73 .
2 Lib. Pont., I , 3 7 1 .
3 Chron., Ponti/. 424.
4 Un altro esempio di compromesso tra il Liber Pont, e la cronaca
d i Martino, a proposito di Gregorio I I I (Lib. Pont., I , 4 1 5 ; M a r t i n i
Chron., Pont., 4 2 5 ; BARLEZIO, Comp. 75 I.
LE FÓNTI DEI, BARLEZIO 57
Barlezio, Comp. 78
P. Leo tertius... Dum pergeret die 5 M a rz i1 de
L aterano ad letan ias maioras a K om anis captus
oculisque eruptis et lingua precisa, nudus et sem i-
vivus in monasterium truditur. Sed Deus omnipotens
eidem, loquelam et visurn miraculose restituii. Tunc
ipse perexit ad Carolum regem Francorum, qui cu n cta
sibi in tim ata percipiens, flevit et legatos illico
R om ani m isit sicque Leonem cum honore in pri-
stinam sedem restitu ii 2.
Il Nostro, come teologo, naturalmente consultava anche la
raccolta di decreti pontificali del Graziano e qui l ’adopera per
alcune decisioni dei papi Pelasgio II 3, Zaccaria I, 4 Alessandro
I I 5, Gregorio V II 6.
1 « 5 Marzi », errore di lettura invece di « S[ancti] Marci » della cro
naca di Martino.
2 I passi in corsivo sono attin ti dalla cronaca di Martino ; quelli in
grasso tolti dagli Annales.
3 Per le « prefationes »; G r a z i a n o , Decretum, II I pars, dist. I, c.
L X X I . Queste però sono nove e non otto, come dice il Barlezio, benché
ne conti anche egli sempre nove (Comp., 69).
1 Proibizione del matrimonio tra i parenti ( G r a z i a n o , ibid., I I pars,
■causa X X X V , quest. V, c. I V ; B a r l e z i o , ibid., 76).
5 I c h ie r ic i n o n r ic e v a n o b e n i e c c le s ia s t ic i d a p e rs o n e la ic h e ( G r a
z i a n o , ibid., I I p a rs , c a u s a X X ; B a r l e z i o , ibid., 9 1 ) .
• Provvedim enti intorno al digiuno e alla m oralità degli ecclesia
stici ( G r a z i a n o , I pars, dist. L X X X I , c. X X I I I ; I I I pars, dist. V ,
c . X X X I ; B a r l e z i o , l. c.).-
5» FRANCESCO PALI, 192
1 Stam pata a Rom a nel 1474 (v. la Bibliografia del presente lavoro).
3 II soprannome di « Mirabilia Mundi » ( R i c c o b a l d o , Chron. ; B a r -
L E Z IO , ibid., 87).
3 L a decima per la crociata ( R i c c o b a i . d o , 0. c. ; B a r l e z i o , ibid., 98).
4 II decreto concernente la festa dei 12 Apostoli, degli E vangelisti e
dei Dottori della Chiesa ( R i c c o b a l d o , 0. c. ; B a r l e z i o , ibid., 99).
5 V. sopra, p. 184. Riguardo al papa Cleto riscontriamo un avvicina
mento testuale ( P l a t i n a , Liber, v ita di Cleto; B a r l e z i o , ibid., 47). Il
Sacerdote si valse del biografo dei papi pure intorno a Giovanni II,
Benedetto IX , Stefano IX , Niccolò II ed Onorio II ( P l a t i n a , cap. 58,
152, 159, 161, 169; B a r l e z i o , ibid., 68, 88, 90 e 93).
* Questa versione circa la fine del papa non si trova nell’originale
latino. Cf. F o r e s t i , Supplem. Chronicarum; ed. del i486, 1. X IV , 256.
193 1,E FONTI D EL BARLEZIO 59
nell’opuscolo del Barlezio per tram ite delle Enneades del Sa-
bellico :
Barlezio, Comp., 47
Qui aliquando recordatus super coenam, quod
nullum eo die officium in quemquam contulisset,
aiebat se perdidisse diem.
In seguito, troviam o nel Compendio una serie di notizie
fantasiose, raccolte dalla casa Angela di Drivasto e precisamente
da Pietro, intorno alle pretese origini imperiali di essa. Sap
piamo così come discenda da una illustre stirpe romana, dagli
« Aem ilii » 1, e come il terzo pontefice, Cleto, abbia un posto ben
fissato nel suo albero genealogico2. Se ne vogliono annoverare
tra gli antenati i Comneni di Bisanzio, il cui vero nome sarebbe
stato A n g e li3. L ’indicata fam iglia sarebbe stata im parentata con
la dinastia serba dei Nemanja. U n membro di questa, cioè « Ur-
saceus Nemagneus Sylvius » è messo a regnare nella parte oc
cidentale della penisola balcanica, partecipe del governo dell’im
pero insieme con Costanzo, Galerio e Massenzio 4. « Isac Angelo »
1 B a r le z io , Compend., 90, 104 ; A n d r e a A n g e l o , Genealogia, e d .
d e l 15 5 3 , p . 5 ; I d e m , Gen., ed . d e l 15 5 5 , D .
2 B a r l e z i o , ibid., 4 7 ; A . A n g e l o , ed. 15 5 3 , 6; Idem , Gen., e d .
I 555. D ij v . ( t e s tu a lm e n te c o m e n e l B a r le z io ).
3 B a r l e z i o , ibid., 9 0 ; A . A n g e l o , G è « ., ed . 1553, 1 1 ; Idem, Gen.,
ed. 1555, E ij. Secondo il Nostro (ibid., 91) persino Constantino X Duca
sarebbe stato della stirpe degli Angeli.
4 B a r l e z i o , Comp., 59; A n g e l o , Gen., ed. 1553, 8. Costantino il
Filosofo compose una falsa genealogia dei Nemanja, i quali sarebbero
discendenti di Costantino Magno ( J i r e Ce k , Gesch. d. Serb., II,, 285).
6o FRANCESCO PAIA 194
5
66 FRANCESCO P A H , 20 0
■da altre fonti e accenna ad una parte di queste notizie, che hanno
valore storico 1.
1 S p e r ia m o c h e n o n s ia n o q u i fu o r i d i p r o p o s ito a lc u n e rig h e s u l
fa m o s o « A n t iv a r in o ».
G ia m m a r ia B ie m m l, s a c e r d o te b r e s c ia n o , p r e te s e d ’a v e r sco p erto
u n in c u n a b o lo la t in o , c h e a v e v a c o m e a u t o r e u n a n o n im o d ’A n t iv a r i.
T a le Historia Scanderbegi edita per quendam Albanensem sareb b e
s t a t a p u b b lic a t a , s e c o n d o il su o d ire , a V e n e z ia il 2 a p r ile 1480 d a l n o to
m a e s tr o te d e s c o E rh ard R a td o lt. I l ra c c o n to m o lto p a r t ic o la r e g g ia t o
e p r e c is o d i q u e s to p r im o e m is te r io s o b io g r a fo d e ll’ E r o e a lb a n e s e è s t a t o
u t iliz z a t o d a l s u d d e t t o p r e te , co m e c i d ic e , n e lla s u a o p e r a Istoria di
Giorgio Castrioto detto Scanderbegh, s t a m p a t a a B r e s c ia n e l 17 4 2 ( I I
e d ., lo s te s s o P a p a d o p u l o - V r E T ò , Correzzioni, 23
lu o g o , n e l 1 7 5 6 ; il
a s s e r is c e e rro n e a m e n te ch e vi s a r e b b e a n c o r a u n a e d iz io n e , d e l 175 2 ).
D e l lib r o d e l B ie m m i se n e s o n o p o i s e r v it i, c o m e d e ll’ u n ic o tra m a n
d a to lo d e lla p r in c ip a le fo n t e n a r r a t iv a per la s t o r ia d e ll’ A lb a n e s e ,
tu tta una s e rie di s c ie n z ia t i a c o m in c ia r e co l F a r l a t i (Illyr. Sacr.,
V II, 9 2 — 9 3), c o n t in u a n d o col M AKU SEV ( Ricerche , e c c .), F ran cesco
T a ja n i (Le Istorie Alb.), P i s k o (Scanderbeg), C u n i b e r t i (L ’Albania ,
•ecc.), B a r b a r i c h (Albania), J a k o v a - M E R T U r i (Giorgio Kastr. Skand.),
N o l i ( Storia di Se.) e te r m in a n d o — s p e r ia m o d e f in it iv a m e n t e — c o l
G egaj ( L ’Albanie et l ’inv. turque, p u b b lic a t a n e l 1 9 3 7 ). O ra , si
t r a t t a in f a t t i d ’ u n a a b ilis s im a m is t ific a z io n e d i q u e l p r e te s p e c ia liz z a t o ,
com e c i d im o s tr a t u t t a la su a a t t i v i t à « s c ie n t ific a », in la v o r i d el
g e n e r e . G ià n e l 1 9 3 1 , i l B a b i n g e r (Gründung v. Elbasan, 94 n . 2 ), il
q u a le r in v iò a lt r e s i a c o m u n ic a z io n i f a t t e a lu i d a p a rte d e ll’ O h l y ,
•espresse il s o s p e tt o d ’ u n a « fa ls ific a z io n e le t t e r a r ia ». D u e anni d opo,
nel 19 3 3 , q u e s t ’ u lt im o s c ie n z ia t o Ì O h ly , Eine gefälschte Ratdoltinku-
nabel) p rovò in m a n ie r a lu c id is s im a — s e b b e n e v a le n d o s i di arg o
m e n ti t r a t t i a n z i t u t t o d a a lt r i la v o r i d e l B ie m m i — c h e in v e r it à l ’in -
‘ •cu n ab o lo Historia Scanderbegi n o n è c h e u n a in v e n z io n e m o lto e r u d it a
-dello s te s s o e c c le s ia s tic o . D ’ a lt r o c a n t o , la c r it ic a s t o r ic a d e l X I X sec.
h a g ià d im o s tr a t o c h e il B ie m m i a v e v a fa ls if ic a t o d u e c r o n a c h e c o n c e r
n e n t i la s t o r ia d i B r e s c ia , u n a p e r l ’ V I I I — I X s e c ., l ’ a lt r a p e r il X I I ,
p u b b lic a t e d a l m e d e s im o : n e l 1 7 4 9 (nell'Istoria di Brescia, I I ) , r is p e t t i
v a m e n t e n e l 1 7 5 9 (Istoria di Ardiccio, e c c .) . A n z i, n e lle c a r t e c h e v i so n o
r im a s t e d o p o la s u a m o r te , a v v e n u t a n e l 1 7 7 8 , si è s c o p e r t a a n c h e u n ’ a lt r a
c o n t r a ffa z io n e .c io è ilm a n o s c r it t o in c o m p iu t o jd ’ u n a t e r z a c r o n a c a m e d io e v a le
( O h l y , 58). T r a t u t t e q u e s te m is t ific a z io n i, la p r im a , la Historia Scan
derbegi, d e v ’ e sse re c o n s id e r a t a « la p iù r a f f i n a t a e la p iù r iu s c it a * (Ibid.)
Q u a n t o a l s u o c o n t e n u t o , la s t o r ia s c a n d e r b e g ia n a d e l B r e s c ia n o a lla
p r i m a le t t u r a , è v e r o , c i d à u n ’im p re s s io n e d i a u t e n t ic it à ; m a d o p o u n
68 FR AN CESCO P A LL 202
1 L ju b iÓ , Listine, V I, 5 1 .
1 Ibid., V I, 175.
3 H a h n , Reise, 306— 307; H O P F , Griech., II, 123 e M a k u S e v , R i
cerche, 83.
1 V . Gesch. d. Serb., IIj, 183. I l doc. ripubblicato, secondo il K o v a -
Ce v i C, dal N o v a k o v i C, in Zakonski spom., 467— 468.
* S c h i r ò , F i l e l f o , M u s a c h i , ecc. (v. sopra, p. 132 n. 1.
* Storia, 35—-3 6 .
7 B a r l e z i o , Hist., I, 3 v . C h a l k o k a n d y l e s , V II, 350; S e a d e d d i n ,
II, 7 1 — 72.
8 B a r l e z i o , Hist., I, 7— 7 v.
* S c h i r ò , l. c.
10 Breve Mem., 274.
205 L E IN F O R M A ZIO N I D I VALORI-: ST O R IC O 71
1 Gli illustri, ecc. ed. 1584, cap. 2. V i sono alcuni particolari riguar
danti il ten tativo di Scanderbeg di attrarre a sè il segretario del co
m andante turco, che non si riscontrano presso il Barlezio, i quali però
ravvicinano lo Pseudo-Franco alla tradizione popolare. Dello Pseudo-
Franco parleremo più innanzi.
2 C h a l k o k a n d y l e s , V , 249; S e a d e d d i n , II, 7 1 ; V o l t e r r a n o ,
V i l i , 94 v .; Historia Turchesca, 15.
3 Anzi, alcuni cronisti turchi dicono, sebbene a torto, che Scanderbeg
sarebbe stato governatore a Dibra, come vassallo di Murad II (K R A M E R S,
Skanderbeg, in Encycl. de V isi., IV).
4 V II. 350.
5 B a r l e z i o , ibid., I, 10; M u s a c h i , 295, 302. Cf. L j u b i C , IX , 276:
Tobias [ = Musachi Topia] c o g n a tu s.. . Scanderbegi.
6 B a r l e z i o , ibid., I, 10 v. — 12 v. ; V o l t e r r a n o , l. c.
7 B a r l e z i o , ibid., II, 16— 19 v. ; M u s a c h i , 274— 275 e passim.
8 B a r l e z i o , ib id ., II, 16 v. ; C h a l k o k a n d y l e s , V , 249— 251.
* B a r l e z i o , Hist., 11 1,3 3 v - La form a essata sarebbe — secondo il
G E G A J , 23 n. 5 — Bora, nome che esiste ancora tra la donne dell’A l
bania settentrionale.
10 Un doc. del 4 gennaio 1445.
72 F R A N C E S C O PA LI. 206
8 L 'I p p E n . (16 e segg.) tra tta di una iscrizione funeraria della famiglia
Perlai ai (1472). Suppone che la detta form a sia stata sbagliata da un
maestro non abbastanza pratico o v v e ro che sia una pronunzia speciale
del nome Perlatai, villaggio di Mati. Secon do la sua opinione di questa
207 L E IN F O R M A Z IO N I D I V A L O R E ST O R IC O 73
1 V II, 351.
2 B a r l e z i o , V I, 66 v. ; altre fonti presso il P r a y , Annales, III, 169
e dal M a r i n e s c u , 107, 130.
3 B a r l e z i o , v i , 7 1 ; G e l c i c h - T h a l l ó c z y , Diplom., 473; C h a l k o
k a n d y l e s , V II, 354.
4 P. 16.
5 B a r l e z i o , ibid., V I, 70; il C h a l k o k a n d y l e s (VII, 354) dice che
le donne e i fanciulli si erano ricoverati nelle città veneziane.
• B a r l e z i o , l. c. Secondo lui, la guarnigione era forte di 2000 uomini.
Però un documento ragusano del 13 agosto 1450 ( G E L C I C H - T h a l l Óc z y ,
Diplom., 473), ne dà soltanto 1500, mentre la Historia Turchesca (p. 16)
209 L E IN F O R M A Z IO N I D I V A L O R E STO RICO 75
1 V i l i , 432— 433.
2 B a r l e z i o , ibid ., V II, 98, V ili, 100.
3 Cap. 17.
4 C f. so p ra p u re il C h a l k o k a n d y l e s .
5B a r l e z i o , V i l i , 1 0 2 — 1 0 9 . Il ritratto di Mosè, ibid., V II, 9 1 v .,
cf. M u s a c h i , 2 9 6 . Intorno alla detta cam pagna v. una lettera di Scan
derbeg al cardinale Domenico Capranica, 8 aprile 1 4 5 6 , in G E G A J , 1 1 2 ,
n. 5 (Questa epistola era già nota al P A S T O R , Gesch. d. Päpste, I, 7 4 5 ). L a
vitto ria dell’Eroe fu conosciuta a Napoli al principio del luglio dello
stesso anno (ibid., I, 7 4 5 n. 5 ).
6 Pag. 300. Non ammettiam o l ’opinione del N o l i (16), il quale dice
che il Musachi « non solo è parziale, ma anche nemico di Scanderbeg »,
essendo priva di fondamento.
1 II tradim ento pure di un altro nipote, figlio di una sorella, cioè di
Giorgio Stresi, è solo menzionato dal Sacerdote, in un discorso attri
buito ad Hamsa (Hist., IX , i l o v.).
?8 FRAN CESCO P A M , 212
6
82 Fr a n cesco p a l i. 216
213)-
6 B a r l e z i o , ibid., 151 v. ; I j u r i ó , List., X , 359, 362, 362— 363.
7 B a r l e z i o , ibid., 151 v. Sul principio del luglio 1466 Scanderbeg
fece sapere alla Signoria che la città era salva ( I j u b i C, ibid., X , 371—
372). Il doge, Cristoforo Moro, venne inform ato sulle vicende dell’inva-
6*
84 FRAN CESCO PALL 2l8
1 B a r l e z i o , Hist. I , 3.
1 L O w e n k la u , 56.
8 S p a n d u g i n o , Trattato, 1 2 9 v .
4 B a r l e z i o , ibid., I I , 15 .
6 Ibid., IV , 45: cui [se. Scanderbego] in ea regione totius rei Ve-
netae summa demandaretur. Cf. X III , 158 v. ; Idem, De Scodr. obs..
I l i , 2 70 v .
90 FR A N CESCO PA LL
B a r l e z i o , ibid., X , 12 6 — 13 2 v .
2 In fatti quando avvenne la battaglia di Troia (18 agosto 14 6 2 ),
che decise la guerra in favore di Ferrante ( S i m o n e t t a , X X I X , col. 73 6 —
739), Scanderbeg — malgrado che Marino lo ponga a comandare l’eser
cito reale e gli faccia vincere lo scontro, messo dallo stesso autore a
Orsario (oggi: Orsaro di Puglia) vicino a Troia ( B a r l e z i o , ibid., X ,
128 v.) — non si tro v av a più in Italia, essendo sin dal principio di feb
braio 146 2 (non nel luglio, come afferma l ’Hopf, Griech., II, 153) tor
nato a Ragusa (GELCICH - TH ALLÓ CZY, 7 5 4 ; Chron. Rag. 360), e da
qui in patria. Ci stupisce il fatto che oggi ancora vi sia un autore,
Luigi M. Ugolini, il quale ammette questo grave anacronismo del
Barlezio, ( U g o l i n i , Pagine, 11). Eppure, sono già passati tre secoli, da
quando il D E S p o n d e dimostrò che l ’infaticabile guerriero non poteva
intervenire in questa battaglia! (A nn al. eccl., II, a 1 4 6 1 , n° 20).
3 C r o c e , Storia della St., 208.
227 IN F O R M A ZIO N I S B A G L IA T E 93
1 B a r l e z i o , Hist. I, 8.
2 Ibid., V , 51. A nzi più tardi, nel 1452, come risulta dalla Storia,
Scanderbeg avrebbe iniziato, secondo l'U m anista, un suo discorso cosi:
« TJndecimus iam hic annus est, milites, ex quo (ut videtis) nihil aliud
agimus, praeterquam ut in E piro maneamus » (Hist., V II, 95). Nel
1452, dunque, come nel 1449, l ’Albanese era tornato sempre da undici
anni !
3 B a r l e z i o , ibid., X I I I , 1 5 9 v .
4 Ibid., II, 24 v. — 25, 26 v . — 27.
5 Ibid., IV , 44 v.
« Ibid., V i l i , 105.
94 F R A N C E S C O P A L I, 22 8
1 I b i d xo8.
2 De A u g u s t i n i s , Hist., col. 319 e segg. ; P a l m i e r i , Lib., 126.
3 Nello stesso anno si ebbe un’altra edizione veneziana « in casa
de’figliuoli di Aldo » (in 8°, 52 ff.). Essa però lascia da parte la pre
fazione e manca della divisione in capitoli.
4 Questa è la data del colophon, mentre la pagina del titolo porta
fan n o 1544.
229 il b a r l e z io , lo p s e u d o -f r a n c o , il «c o m m e n t a r io » 95
7
F R A N C E SC O PA I.I,
1 P s e u d o - F r a n c o , c a p . 2 6 ; B a r l e z i o , ibid., X I, 13 3 — 133 v .
2 P se u d o -F r a n c o , cap. 36.
3 Ib id ., cap. 12 — 13 .
1 Ib id ., cap. 19.
6 P s e u d o - F r a n c o , cap. 3 e 11.
* V. sop ra, pp. 1 9 3 -19 4 .
7 P s e u d o - F r a n c o , ca p . 5.
t
IOO F R A N C E SC O P A L I, 234
1 L u c c a r i , ibid.
2 Ibid. Ne risulta, indirettam ente, che il I,u c c a r i si riferisce al cap.
3, f. 7 v. del Commentario.
3 O ltre al sopraccennato doc. del novem bre 1540 (v. sopra, p. 231 n.
3) si v. una bolla di Paolo I I I del 4 dicembre 1545, in cui si co n
cede ai canonici di D rivasto : Andrea, rettore della chiesa S. Angelo de
Sala (diocesi di Padova) e Paolo, suo fratello, parroco di Briana, l ’esen
zione dalle im poste ecclesiastiche (Gio. Andrea ANGELO, Genealogia,
ed. 1603, [f. 10—-li]).
4 M a l v e z z o , 41— 42.
5 Gio. Andrea ANGELO, Genealogia, ed. 1621, p. 35.
102 F R A N C E S C O P A I,!, 236
Barlezio, cioè dopo il 1508— 1510. Dato che alla fine della sua
opera è stato aggiunto un elenco cronologico della storia turca,
che arriva fino al 1529, potrebbe darsi che essa fosse stata redatta
o com piuta in quell’anno, nel caso naturalmente che lo stesso
personaggio fosse l ’autore di ambedue le parti del trattato. Come
fonti, egli usò anzitutto la Storia dello Scutarino, le cui notizie
modificò qua e là, mediante informazioni raccolte sia dagli
Angeli come dalla tradizione orale albanese, ciò che si può rico
noscere in alcuni particolari che non si ritrovano presso il Bar-
lezio. Dunque ci sono una serie d ’indizi che potrebbero confer
mare l ’ipotesi che l’autore fosse il sacerdote Paolo Angelo.
T u ttavia ciò non è che una ipotesi. Resta sicuro per noi soltanto
il fatto che non si può parlare della paternità di Demetrio Franco.
Quindi per evitare il rischio di identificazioni per quanto vero
simili non accertate, è meglio parlare di uno Pseudo-Franco 1.
Senonchè, come già si è detto, prima della pubblicazione nel
1584, di questa traduzione dell’opera dello Pseudo-Franco,
esisteva un’altra, alquanto rimaneggiata e stam pata nel 1539 %
Si tratta di una versione compendiosa, con alcune piccole modi
fiche o aggiunte (ecco le « superflue parole » rilevate dal Bonardo
nel 1584), condotte sia sul Barlezio — da cui sono tratte infor
mazioni inesistenti presso lo Pseudo-Franco 3-— sia sulla tradizione.
L O S C R IT T O R E B A R L E Z IO
fu dato alla luce nel gennaio 1504, qualche mese dopo la rati
fica della pace conclusa tra la Serenissima e i Turchi (il 20 maggio
1503), ratifica avvenuta il 6 ottobre del medesimo a n n o 1. Il
lavoro quindi era scritto e magari già pronto per la stampa,
nel tem po in cui la Repubblica com batteva con i Turchi non
solo nella Morea m a anche nell’Albania, dove la Signoria inviò
nel gennaio 1501, Scanderbeg, nipote, come si diceva, dell’Eroe,
il quale grazie a questo nome leggendario provocò una solle
vazione del popolo contro i conquistatori2. L ’Ungheria pure
rimase in guerra con gli Ottom ani fino alla pace del 20 agosto
1503 3. E ’ da presupporre che tanto il Barlezio, quanto gli altri
Scutarini stabiliti a Venezia e in altre parti della Repubblica
e inoltre gli emigranti albanesi dell’Italia non si mostrassero
indifferenti di fronte al tentativo di liberazione del loro paese,
che avrebbe potuto condurre anche alla riconquista di Scu-
tari 4. In questo stato di cose la celebrazione della valorosa di
fesa del 1478 sembrava, certo, molto opportuna all’Umanista,
E ’ vero che l ’opuscolo apparve dopo la conclusione della pace,
ma chi non era convinto della breve durata della pace, giacché
il pericolo era rimasto sempre lo stesso? E poi, un libro come
quello, che costituiva uno stimolo alla guerra contro i Turchi,
non si poteva lim itare ad una sobria registrazione dei fatti, il
che non era nemmeno nel concetto di quei tempi, ma doveva
spingere all’azione, m ediante il calore dello stile e la vivacità
del racconto. T al era l ’intendimento del Barlezio.
Q uanto alla Storia di Scanderbeg, il Sacerdote affascinato
dalla personalità dell’Eroe e stimolato dal patriottism o, come ci
dice egli stesso nella prefazione dedicata al duca Don Ferrante 5,
1 B a r l e z io , De Scodr. obs., X, 2 3 5 .
2 Id e m , Historia, I , 6 v .
3 Ibid., 11.
4 Ibid., I l i , 3 4 .
5 Ibid., X I , 1 4 7 v .
« B a r l e z i o , H ist., X I I , 151 v.
7 I d e m , De Scodr. obs., I I , 262 v . ; cf. 252 v.
8 I d e m , H ist., I , 1 8 , I I , 2 2 , X I , 14 0 .
s Ibid., 140.
112 F R A N C E S C O PAI.I, 246
1 Ibid., 143 v .
a Ibid.
3 V . il presen te la vo ro , p. 243.
4 B a r lE Z I o , De Scodr. obs., I, 234 v .: coelestiu m perm issu, a lite r de
rebus hum an is e t de h o c im perio p ra e sc rib e n tiu m . . . .
5 B a r l e z i o , Hist., X I, 143; cf. II, 27 v ., IX , 1 1 7 .
6 Ibid., 146.
7 E d . a Parigi, 1723.
247 I,A C O N C E Z IO N E D E I, MONDO D E L B A R L E Z IO 113
8»
I l6 FRAN CESCO PA LL 250
1 Ibid., prefazione, 1.
a Ibid.
* Ibid., I I , 16.
4 B a r ì e z i o , ibid., prefazione, 2 : Is tu d vero, q u od ad me a ttin e t,
bona certe fid e p ra e sta b o , con tendam , u t nem o v e l in fid elem v e l segnern
operam m eam in h o c iu re p ossit arguere.
6 Ibid., I I p refazio n e, 84 v.
* Ibid., I I , 20 v .: ip se pleru nq ue non sine h a e sita tio n e y q u a d a m
m u lta ad posteros tran sm itto , p riu s fere q u am illa ad anim um a d m i-
serim meum .
253 SU A C O N C E Z IO N E ST O R IC A 119
1 Ibid., I, 11 v .
2 V . so p ra , p p. 179— 181.
3 B a r l e z i o , V I I , 85 v .: ea est h isto ria e n orm a et le x, u t v e r s a n d a
d iscu tie n d a q u e m u lta falsa, m ix ta v eris sint.
4 Ibid., I V , 55, V I I , 93.
6 Ibid., V i l i , 101 v .
6 Ibid., I I , 20; cf. V I , 7 1.
7 B a r l e z i o , ibid., V I , 69 v . ; tra d . del R o c c a , ed. d i., 173 v .
8 B a r l e z i o , ibid., I I , 20; cf. pu re I V , 71.
9 Ibid., V I I , 93. A ltr i esem pi d i q u esto ge n ere: il fa t t o che il C a -
s trio ta n on fosse in fo rm a to d e ll’ a v v icin a rsi d e ll’esercito tu rc o , a p ro
p o sito d e lla sc o n fitta d i B e ra t, p er il N o stro n on è un in d izio sicu ro d i
I 20 FRAN CESCO P A IA 254
trad im en to (ibid ., V i l i , 100) ; in clin a a credere che nel caso che il pascià
S a b e l (Sebalia) avesse a p p ro fitta to d ella su a v itto ria , a vre b b e d a to il
co lp o di grazia a lla gu erra d i lib e rtà d e ll'A lb a n e se (ibid., 101 v.).
1 Ibid., V I I , 90 ; altro esem pio nel 1. I X , 113 .
* Ibid., I, 17 v .
3 Ibid., X I I , 15 1.
255 I I , BARTJEZIO E L 'A N T IC H IT À 121
4. I l Barlezio e l'Antichità.
1 Ibid., p refazio n e, 1 v .
2 Ibid., I X , 109 v .
3 V . sopra, p. 1 72 .
4 V . p iù in n an zi.
122 F R A N C E SC O P A L I, 2.0
1 B a r l e z i o , H i s t . , V I I , 86.
a Ibid.
3 Idem , De Scodr. obs., I I , 247 v . H oc to rm en to in v e n to secula no-
stra glo ria li possunt. N am q n am vis a n tiq u a secula a p lu rim is in ve n tis
se iacte n t, in m u ltis tam en , qu em adm odum et in hoc, n ostris ced un t.
4 Idem , Hist., I I , 20 v.
5 P o g g io , Hist. Fior., prefazione di Jacopo, figlio d e ll’ U m anista
(P-1 X U I ) .
* Darm e s t e t e r -H a t z f e l d , Le Seizième Siècle en France, 7 1 -7 3 .
7 S il v io , Opera, 509.
8 II P ic c o l o m i n i già con sid erava e rra ta q u est’opinione (Europa,
c a p . 4, Opera, 394).
2 57 IL b a r l e z io e l ’a n t i c h i t à 123
1 P resso il G i u s t i n o , Epitoma, X L I I , 3. 4.
2 A sia, in Opera, 2 9 7 ; Europa, cap . 1 5 , Opera, 407.
3 B a r l e z io , H ist., XI, 16 v .
4 Ibid., X , 128.
5 Ibid., h a rip o sta d i S ca n d erb e g a l P iccin in o è isp ira ta a C ic e r o n e ,
De off., I , 12 . 38.
6 B a r l e z i o , ibid., I X , 109— 109 v .
7 Id em , H ist., V I , 84.
8 Ibid., I X , 117 .
12 4 F R A N C E S C O P A L I, 258
Ibid. Ibid..
1 B a r i e z i o , Hist., IV , 42 v . — 43.
2 L i v i o , V I I , 10 e 26.
8 S i v ed a l'elen co dei num erosi p lagi di M arino d a ll'o p era di L iv io
n ell’A ppend ice.
4 A p p end ice, pp. 279-280.
5 Ibid., pp. 280-281.
8 Ibid., pp. 287-290.
7 Ibid., pp. 291.
8 Ibid., pp. 291-297.
* Ibid., pp. 281-287.
263 L ’I N F L U S S O D I A L C U N I C L A S S IC I 129
« .. .in quo [sc. Iuliano Cardi « . . . i n quo [sc. Pio II] am-
nali] nescias doctrina maior an biguum e ra t: doctrina maior
eloquentia fuerit. Grata homi an eloquentia fuerit. Grata ho
nis praesentia, blandi mores, minis praesentia, blandi mores,
vita in omni aetate nitida, vita in omni aetate nitida,
religionis zelus, qui omnia pro Religionis zelus, salutem am-
Christo et mortem ipsam ferre plificationemque fidei Christia-
suaserit ». nae quaerens eiusque cultor ac
maximus propugnator...» .
9*
132 F R A N C E SC O P A L I, 266
I Ibid., I l i , 38, V , 57 v.
J Ibid., IX , 117 v .: faceti et popularis erat ingenii.
3 Ibid., I, 4, 11, V I, 75 v.
4 Ibid., e passim.
5 Ibid., I, 11, II, 20.
* Ibid., V i l i , 100.
7 Ibid., V I, 70 v. : impatientissimus (ut semper erat) ocii.
8 Ibid., 77 v .: cupidus iam pridem sanguini».
’ Ibid., X I, 146: Haud aliter caedes et strages ex barbaris fiebat,
quain si videres in campo calamos a vi et tem pestate evulsos radicitus
corruere, ad terram prosterni ; sic Scauderbegus per omnes hostium
acies hac illac discurrens, pervolabat atque penetrabat, ut fulminis et
fulguris instar videretur.
10 Ibid., X II, 151 v .: instar torrentis qui ex magnis et inundantibus
pluviis e montibus descendens, omnia secum rapit, prosternit atque
evertit, sic Scanderbeg quoque in Turcaica et hostilia castra alio
9einper et alio irrumpens latere, ea undique vexabat, hosti caedem,
cladem, damna et iacturas maximas inferebat.
II Ibid., X I, 145 v .: « E rat enim in eo principe Nummae quodam
et Rom uli ingenium ». Non è excluso che Marino subisse qui l ’influsso
del seguente passo della già ricordata lettera del Filelfo a Carlo V I I :
« A n g li. . . adverterent te quasi e bellicosissimo quodam Rom ulo reli-
giosissimum Numam redditum » (E p . Fam ., 1. V i l i , f. 59).
11 Ibid., V i l i , 104 v .: Divinum omnes credere dicereque ac invul
nerabile [nel testo: innumerabile] corpus viri et non ferro, nonnulli
humanae iniuriae obnoxium.
269 L IN G U A E S T IL E 135
7. Lingua e stile.
1 S a b e l l i c o , H ist., d. I l i , IX , 922.
2 Giov. P o n t a n o , II, 586.
3 C a n e n s i , 148 .
4 I j u b i c , Listine X ,2 & 4 .
' 5 B a r l e z i o , Hist., IX , 1 1 7 v. Am esa tamen praecipuum eius rei
[si tra tta della disfatta di lui] spectaculum ac documentum varietatis
humanae cernebatur. Modo insolens Aem athiam percurrebat ; nunc
momentaneus rex, erectis (ut aiunt) cristis, militum manibus clamori-
busque circum ferebatur per castra ; vinctis post terga manibus sine
voce, sine vu ltu ad patruum trahitur. (Per la prima proposizione di
questo citato cf. L iv io , X L V , 8: exemplum insigne c e r n itis ... muta-
tionis rerum hum anarum ).
* B a r l e z i o , ibid., V I , 73 ; H ic t a n t u m la b o r , h o c o p u s v o b i s
r e lic t u m , o m n e s h ic e r itis , v ir t u s a n im i co n a tu sq u e s in g u lo r u m h ic
a d e r u n t.
7 Ibid., IX , 120 v .: Hamur eo responso [il rifiuto di Scanderbeg
di concludere la pace] neque laetus neque moestus, omnitio osculata
de more gentis simul hostis, simul amici marni, discessit.
F R A N C E SC O P A IX 270
A P P E N D I C E
Per iniunctam eius dexteram (I ed., fol. 9, riga 27; II ed., p. 20,
r. 13) correttam ente: per invictam e. dext. ■ —- Quare impetratum (I ed.,
io ,r . I ; II ed., 21 r. 37); corr.: Q. imperatum.— Quamprimum inte
grum forte Croiam convenirent (I ed. ibid., r. 2 ; I I ed. ibid., r. 39),
corr. : Q. i. foret Cr. conv. — Nunc in ceterorum (diis iuvantibus) ducite
(I ed., 10 r. 2 1; II ed., 23 r. 24), corr.: N. in ceterorum [possessionem\
(diis iuvantibus) d. — Quem ex Hungarici belli reliquis secum in Epirum
illum ad oppidanos misit (I ed., 11 r. 14 ; II ed., 24 r. 23), corr. : q u e m ..
in Epirum [deduxerat] illum . . . misit. — Maior p a r s ... domum redire
noluit ibique mota sit (I ed., 11 r. 36; II ed., 26 r. 10), corr.: M a io r ...
ibique morata est. — V ix suspecturum to t incommodis militem (I ed.,
13 r. 7 ; I I ed., 28 r. 42) corr.: v. suffecturum. . . militem. — Earn pro
magnitudine vestrorum in me meritorum debeo vobis animi gratitu-
dinem (ex) in me nunquam desiderabitis (I ed., 13 v., r. 1 1 ; II ed., 30
r. 10), corr.: eam [quam] pro m a g n it... desid. — De more gestis (I ed.,
ibid., r. 25— 26; I I ed., ibid., r. 27), corr.: d. m. gentis. — Collectum
ea praedae dulcedine m ilitem totius deinceps hyemis cibaria doluit (I
ed., 14 r. 1 1 — 12; I I ed., 31 r. 16— 18), corr.: collectum . . . cibario aluit.—
Cum Ottom ano impio dicebat Am urathes maxim o se onere domestica
fraude atque insidiis liberatum (I ed., 14 v. r. 3 ; II ed., 32 r. 13),
corr.: Cum . . . im p e r io ... liberatum . — Ideo disposita credo pluribus
1 V . sopra, p. 153.
14 2 F R A N C E SC O P A L I,
Demetrius maire ibi cum praesidio relieto (I ed., 103 r. 1 ; II ed., 237
r. 13) corr. : Demetrius fr a tr e ... relieto (comme risulta dal contesto;
si tra tta di Niccolò Berissius, fratello di Demetrio, cf. I ed., 102 v.).—
Gravi hostium m ina (I ed., 105 r. 3 ; II ed., 243 r. 7) corr.: g r a v i .. .
m i n a . — • Hostem in moenibus tradam (I ed., 112, v., r. 6; I I ed.,
243 r. 7), corr.: hostem in manibus tradam .
1 V . sopra, p. 153.
2 Errore tipografico (di cui però non si è atorto l ’editore del 1537),
invece di levius.
144 FRAN CESCO PALL 278
. . . rem ausus plus famae habi- . . . rem ausus plus fortasse ha-
turam ad posteros quam fidei. bituram ad posteros admirationis
quam fidei.
1 V . sopra, p. 262.
279 I P L A G I D E L B A R L E Z IO 145
IO
146 FRAN CESCO PA LL 280
Itaque vos ego, milites, non eo Sum enda haec arma sunt vobis,
solum animo, quo adversus alios fortissimi viri, non velut adversus
hostes soletis, pugnare velim, sed Hungaros aliosque hostes consue-
cum indignatione quadam atque vistis, sed maiori longe ira indi-
ira, velu t si servos videatis ve- gnationeque, tanquam in servos
stros arma repente contra vos fe- vestros et transfugas, qui inso-
ren tes. . . lentes in vos spiritus nefario iam
pridem consilio servatos excitarint.
. . . cibo per otiutn capto, ala- Cibo igitur per ocium capto ala-
•cer [Hannibalis miles] animis cor- cres animis corporibusque atque
poribusque arma capit atque in irarum speique plenos e castris
aciem procedit. educit.
L iv ., X X V I , 44. 9 , B ari., ib id ., V , 56 v .
Vis magna ex ingenti copia con Cum ingens copia congesta te
gesta telorum suppeditabat. lorum suppeditabat.
Rarae enim scalae altitudini Sed quo altius a terra evecti [sc.
aequari poterant, et quo quaeque Ianizari] superabant muros, eo
altiores, eo infirmiores erant. infirmiores ad insistendum ....
lo*
148 FR AN CESCO F A L L 282
Alibi decem milia peditum , duo milia peditum, duo miliae et du
milia et ducentos équités, alibi centi équités, alii duo milia pedi
sedecim milia peditum , mille et tum, tria milia et quingenti équi
sexcentos équités, alibi parte plus tés in naves imposita. Quidam non
dimidia rem auctam , quinque et adiecere numerum, inter quos me
triginta m ilia peditum equitumque ipse in re dubia poni malui, tan
in naves im posita invenio. Quidam tam que m ultitudinem conscendisse
non adiecere numerum, inter quos naves aiunt, u t nemo mortalium
me ipse in re dubia poni m alim . . , in Epiro, Macedonia et Illyrico
tantam que m ultitudinem conscen- relinqui videretur. Milites ut in
disse naves, ut nemo mortalium naves ordine ac sine tum ultu con
aut in Italia aut in Sicilia relinqui scenderent, Scanderbegus eam sibi
videretur. curam sum psit ; commeatus im
Milites ut naves ordine ac sine ponendi Giurizae Vladeni curam
tum ultu conscenderent, ipse eam dat: quinque et decem dierum ci
sibi curam sumpsit ;. . . commea- baria, e quibus quinque dierum
tus imponendi M. Pomponio prae- cocta, imposita. U t omnes iam in
tori cura data: quinque et qua- navibus erant scaphas circummisit,
draginta dierum cibaria, e quibus ut ex omnibus navibus guberna-
quindecim dierum cocta, imposita. tores et magistri navium et bini
U t omnes iam in navibus erant, milites in forum circumvenirent
scaphas circummisit, u t ex omni ad imperia capienda. Postquam
bus navibus gubem atoresque et convenere, primum ab iis quae
magistri navium et bini milites in sivit, si aquam hominibus iumen
forum convenirent ad imperia acci- tisque necessariam in totidem dies,
pienda. Postquam convenerunt, quot frum entum , imposuissent. Ubi
primum ab iis quaesivit, si aquam responsum est aquam dierum quin
hominibus iumentisque in totidem decim in navibus esse, tum edixit
dies, quot fruinentum, imposuis- militibus, u t silentium quieti nau
sent. Ubi responderunt aquam tis sine certamine ad ministeria
dierum quinque et quadraginta exequenda bene obedientes prae-
in navibus esse, tum edixit mi- starent. Cum quinque rostratis se
litibus, u t silentium quieti nautis ac Ginum Musachium a dextro
sine certam ine ad ministeria exse- cornu, ab levo totidem rostratas
quenda bene oboedientes prae- et Andream Zachariam cum Mose
starent. Cum viginti rostratis se (tum is im perator erat) onerariis
ac L. Scipionem ab dextro cornu, futurum praesidium. Lum ina in
ab laevo totidem rostratas et C. navibus singula, rostratae bina
Laelium praefectum classis cum onerariae haberent; in praetoria
M. Porcio C a to n e — quaestor is navi insigne nocturnum trium lu-
tum era t— onerariis futurum prae- minum fore. Iis editis imperiis re-
sidio. Lumina in navibus singula diere ad naves iussi et postero die
289 I P L A G I D E L B A R L E Z IO •5.5
E st quidem eius, qui dat, non Scio enim eius qui non petit
qui petit, condiciones dicere pacis. esse leges dicere pacis.
Nulla magna civitas diu quiescerc Nulla est ita magna civitas aut
potest; si foris hostem non habet, populus, qui si foris hostem non
■domi in ve n it. . . habeat, domi non in v e n ia t. . .
Pace terra marique parta, exer- Pace igitur per universam Dau-
citu in naves im posito. . . Inde niae Appuliaeque regionem terra
magna parte m ilitum navibus missa marique parta, Scanderbegus ma
ipse [sc. Scipio] per laetam pace gna parte exercitus sui et m ilitum
non minus quam victoria Italiam , ad naves et triremes, quae in
effusis non urbibus modo ad ha portu Trani erant praemissae, ipse
bendos honores, sed agrestium deinceps. . . per laetam pace non
etiam turba obsidente vias, Ro- minus quam victoria Dauniam,
mam pervenit trium phoque om- effusis non urbibus modo ad ha
nium clarissimo urbem est in- bendos honores, sed incolarum et
vectu s. ag(g)restium turba obsidente vias,
ad mare, in portum pervenit et
veluti trium phans naves ascendit...
ingenti plausu et laeticia omnium
regiam urbem Croiae invectus est.
.
V.
B IB L IO G R A F IA
I. Archivi
2. Pubblicazioni
A ENEA s S v i.v i us (v . P ic c o lo m in i) .
AN GELO (A n d r ea ), Genealogia d'imperatori romani et Constantinopoli-
tani et de regi, prencipi et signori che da Isatio Angelo et Ve-
spesiani imperatore, suo nipote, son discesi per insino al pre
sente anno 1553, R o m a , 1 5 5 3 ( v . p u r e A n g e l u s ) .
Angelo F l a v i o ( G ir o la m o ) , Angelico lume del Vecchio et Nuovo Te
stamento ; con li capitoli della prima M ilitia Imperiale della
Celeste Croce Aureata « In hoc signo vinces », diviso in tre libri,
e d . d a G i o v a n n i M a r ia B o n a r d o , B o l o g n a , 1 5 8 3 .
— Statuti e capitoli della M ilitia Aureata Angelica Constantì-
niana di S . Giorgio, V e n e z ia , 1573.
AN GELO COM NENO ( G i o v a n n i A n d r e a ) , Genealogia d’imperatori
F l a v io
romani et Constantinopolitani et de regi, prencipi et signori,
così maschi come femine, che da Lepido Isatio Angelo et Ve-
spesiano imperatore, suo nipote, son discesi per insino al pre
sente anno 1551 [il t r a t t a t o d i A n d r e a A n g e l o ], E t anco
con li discendenti loro sin al 1624, N a p o l i , 1 6 2 4 .
B IB L IO G R A F IA 300
XI
178 B IB L IO G R A F IA 312
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■
SOMMARIO
Pag.
I. V IT A D E L B A R L E Z I O ........................................... .... i
II. L ’ O P E R A ............................................................................................... io
1. Scritti . . ...................................................................................... io
2. D ata della loro c o m p o siz io n e .................................................... n
3. Edizioni, traduzioni e rim an eggiam en ti................. .... . 17
4. Divisione e riassunto delle o p e r e .............................. 27
5. Le fonti del B a r l e z i o ................................................................. 33
a) « L ’Assedio di Scutari » ........................................................ 33
r. Ricordi -p r o p r i..................................................................... 33
2. Fonti orali ......................................................................... 34
3. Fonti s c r i t t e ............................................................ 35
b) «Storia di Scanderbeg » ........................................................ 43
1. Ricordi p r o p r i ..................................................................... 43
2. Informazioni o r a l i ............................................................ 43
3. Fonti s c r i t t e ......................................................................... 40
c) «Compendio delle vite dei papi e degli im peratori». . 52
6. Le informazioni di valore storico del B a r l e z i o ................. 63
a) « L ’Assedio di S c u t a r i » ........................................................ 64
b) « Storia di Scanderbeg » ........................................................ 65
1. « La Storia di Scanderbeg » fino alle campagne personali
di Murad I I ......................................................................... 69
2. Dalle campagne di Murad I I alla sconfitta di Berat . 72
3. Dalla sconfitta di Berat alla campagna pugliese . . 76
4. Dalla campagna pugliese alle spedizioni di Mohamed I I 78
5. Dalle spedizioni di Mohamed I I alla morte di Scan
derbeg ....................................................................................... 83
1
184 SOM M ARIO
Pag.
f.. »
MÉLANGES D’HISTOIRE GÉNÉRALE
II, CLUJ, 1938
T A B L E D E S M A T IÈ R E S
Page