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EPITAFFI METRICI DI DONNE ILLUSTRI

DAL CIMITERO AD MARTYRES DI MILANO


GIUSEPPE CUSCITO
I - Muggia, Via D'Annunzio 3

UDK: 930.271(450.251 Milano)653


904:726.8>(450.251 Milano)653
Izvorni znanstveni lanak
Primljeno: 27. VII. 2010.

La basilica Martyrum, detta anche Ambrosiana, fuori porta Vercellina,


in quanto sede di tombe privilegiate fornite di titoli metrici ormai perduti,
e la tomba stessa di Ambrogio fanno del cimitero detto ad martyres uno dei
principali nuclei funerari della citt. Dallepistolario di S. Ambrogio, infatti,
siamo informati che la zona ospit probabilmente fin dal sec. III alcune cellae memoriae, come quella dei santi Nabore e Felice, la basilica Faustae e
forse quella del martire Vittore. In seguito, la fondazione della basilica quae
dicitur Ambrosiana.
Si tratta degli epitaffi di quattro donne illustri che avevano meritato una
tomba privilegiata nel cimitero ad martyres: le vergini consacrate Marcellina, sorella di Ambrogio, Manlia Dedalia e forse Marina, oltre a una vedova,
Rustica. Inoltre merita segnalare che liscrizione sepolcrale di Marcellina si
ultimamente arricchita di un nuovo testimone del sec. IX, il pi antico fra
quelli sinora noti.

La ricerca sulla cristianizzazione dello spazio, che interessa limpianto e la moltiplicazione delle nuove strutture religiose nei centri urbani a
partire dal sec. IV, ha dato, negli ultimi decenni, importanti risultati anche
per Milano, grazie alluso integrato delle fonti letterarie, archeologiche e
documentarie, e ha messo in discussione quella dicotomia tra citt pagana
e citt cristiana, contraddetta, ad esempio, dalla compenetrazione di spazi
cristiani e spazi pagani in ambito funerario.1
1. G. CANTINO WATAGHIN, Urbanistica tardoantica e topografia cristiana: termini
di un problema, in Felix temporis reparatio, a cura di G. SENA CHIESA e E ARSLAN,
Milano 1992, pp. 171-192 e spec. 171-173. G. CUSCITO, La topografia cristiana di Mila295

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Tuttavia occorre tenere presente che gli ostacoli oggettivi di una citt
con continuit insediativa e con conseguenti manomissioni del deposito
archeologico consentono di delineare la fisionomia urbanistica di Milano
romana e le trasformazioni del periodo tardoantico solo in termini di problemi tuttora aperti.2
Lavvento del cristianesimo a Milano diede luogo a costruzioni specifiche e, in progresso di tempo, cre anche tradizioni intorno a edifici antichi,
dove, nellet dei martiri, la nuova religione sarebbe stata clandestinamente
professata.3
A tale proposito, si pu dire che lanonimo Libellus de situ civitatis
Mediolani (altrimenti conosciuto col nome improprio di Datiana historia),
probabilmente composto tra la fine del sec. X e gli inizi dellXI, non manca
di suggerimenti topografici per la connessione che stabilisce tra lo spazio
urbano e le vite dei primi vescovi: cos, ad esempio, sono ricordati i luoghi
delle prime clandestine riunioni, il prodigioso fonte battesimale, la domus
Philippi, la basilica Faustae e la Portiana, segni tangibili dellevergetismo
laico che disegnano una mitica, sebbene non fantastica, geografia.4
Di tutta la costruzione fantastica di queste tradizioni, il Calderini riteneva di poter accreditare il fatto che a Milano, come a Roma e altrove,
forse gi nel sec. II, gli adepti della nuova religione si radunassero clandestinamente con molta probabilit nella domus di un facoltoso cristiano
allinterno della citt o in una villa suburbana e che nelle tombe di qualche ricca famiglia convertita fossero sepolte le spoglie dei primi vescovi
e degli altri pochi confratelli; il fatto che tra essi fossero anche martiri e
no tardoantica nel recente dibattito storiografico. Bilancio bibliografico-critico, in Scritti
in onore di Filippo Cassola, in corso di stampa. Dopo il momento fondamentale per la
costituzione dellassetto urbano di Milano fra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., un sensibile sviluppo si nota appena in et tetrarchica, quando, tra laltro, si allarga la cerchia delle mura,
e si impianta una serie di costruzioni prestigiose, come il complesso del palazzo imperiale
e il circo, le terme erculee, gli horrea e la via porticata di corso di Porta Romana; nel corso
del sec. IV poi, accanto a quella propriamente statale, si sviluppa anche lattivit costruttiva finanziata dalla comunit cristiana, mentre unanaloga ripresa si avverte intorno alla
met del sec. V probabilmente condizionata dagli esiti del rovinoso passaggio degli Unni,
come sembra indicare la documentazione dei pavimenti; cfr. M. DAVID, I pavimenti decorati di Milano antica. I secolo a.C. VI secolo d.C., in RASMI, Supplemento, XVI
(1996), I, p. 45.
2. M.P. ROSSIGNANI, Milano (Mediolanum). Lorganizzazione urbanistica, in Milano capitale dellimpero (286-402 d.C.), Milano 1990, p. 91.
3. A. CALDERINI, Milano archeologica, in Storia di Milano, I, Milano 1953, p. 591.
4. P. TOMEA, Tradizione apostolica e coscienza cittadina a Milano nel medioevo. La
leggenda di S. Barnaba, Milano 1993, pp. 436-438.
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confessori5 giustifica la denominazione ad martyres con cui la moderna


critica ha ritenuto di chiamare il sepolcreto prevalentemente cristiano di
porta Vercellina (attuale piazza S. Ambrogio e adiacenze) sulla scorta di un
passo di Ambrogio, come diremo in seguito.6
Vi erano poi i sacelli dei cimiteri, come la basilica Faustae, che Ambrogio menziona per avervi deposto provvisoriamente i corpi di Gervasio e
Protasio da lui trovati nel coemeterium ad martyres, doverano anche tombe gentilizie come quella dei Valerii.7 Andrebbero ricordati anche i martyria dei santi Nabore e Felice e di S. Vittore in Ciel dOro,8 a meno che
entrambi non siano da considerare posteriori allet ambrosiana, secondo
recenti ipotesi.
Ambrogio stesso, ponendosi lobiettivo di cristianizzare in senso rigidamente cattolico lo spazio cittadino, si distinse nella costruzione di nuove
basiliche, per lo pi distribuite nel suburbio, cos che, comera avvenuto
a Roma, la citt apparisse quasi tutelata da una protezione divina al di l
della cinta muraria. Tra queste basiliche, tuttora superstiti, anche se rin5. Si veda, ad esempio, il titolo perduto di Aurelius Diogenes e di Valeria Felicissima, beati con=fessores comites martyrorum (CIL V 6186) gi conservato nella chiesa di
S. Valeria distrutta nel 1785, dove, nel 1969-70, fu scoperto un ambiente rettangolare,
probabile mausoleo dei Valeri; cfr. M. MIRABELLA ROBERTI, Milano romana, Milano
1984, p. 161.
6. A. CALDERINI, Milano archeologica, cit., p. 592. M. SANNAZARO, Dodici anni
di scavo: un bilancio dei risultati tra storia e archeologia, in Ricerche archeologiche nei
cortili dellUniversit Cattolica. Dallantichit al medioevo. Aspetti insediativi e manufatti, a cura di S. LUSUARDI SIENA e M.P. ROSSIGNANI, Milano 2003, pp. 3-14.
7. Per la basilica Faustae, si veda ultimamente M. SANNAZARO, Considerazioni
sulla topografia e le origini del cimitero milanese ad Martyres, in Aevum, LXX/1 (1996),
pp. 91 e 100, dove lA. non nasconde la forte suggestione di riconoscere nel personaggio che d il nome alla basilica la moglie di Costantino, Fausta, figlia di Massimiano;
ID., La necropoli ad Martyres, in La citt e la sua memoria: Milano e la tradizione di
santAmbrogio, catalogo della mostra, Milano 1997, p. 115. Quanto a S. Valeria, lorigine
paleocristiana della chiesa distrutta nel 1785 confermata dalle strutture tardo-antiche
rinvenute a partire dal 1969-70 in via S. Valeria, con tutta probabilit sottostanti la chiesa
stessa. A. PALESTRA, I cimiteri paleocristiani milanesi, in Archivio Ambrosiano, XXVIII
(1975), p. 27. M. MIRABELLA ROBERTI, Milano romana, cit., pp. 114, n. 3 e 161;
ID., Architetture paleocristiane a Milano, in Milano capitale, cit., p. 433. C. OCCHETTI
VIOLA, Santa Valeria, in Milano capitale, cit., p. 124. M. SANNAZARO, La necropoli
ad Martyres, cit., p. 135.
8. Il MIRABELLA ROBERTI, Architetture paleocristiane, cit., p. 433) riteneva il
sacello di S. Vittore in Ciel dOro preambrosiano, indipendentemente dai pi tardi preziosi
musaici parietali. Pi incerte e problematiche al riguardo invece G. RIGHETTO, Il sacello
di S. Vittore in Ciel dOro, in Milano capitale, cit., p. 135, e S. LUSUARDI SIENA, Ambrogio il costruttore sapiente, in La citt, cit., p. 34.
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novata e reinterpretata in et romanica, la basilica Martyrum, detta anche


Ambrosiana, fuori porta Vercellina,9 intorno a cui ora si concentra la nostra attenzione in quanto sede di tombe privilegiate fornite di titoli metrici
ormai perduti, che, sulla base della tradizione manoscritta, intendiamo qui
riproporre con rinnovato metodo critico.
Laffermazione del cristianesimo in citt ha nelle trasformazioni cemeteriali e nellepigrafia funeraria uno dei suoi pi evidenti riflessi, ma, come
lamenta anche la Lusuardi Siena, fenomeno ancora poco illuminato per
la mancanza di esplorazioni sistematiche in estensione e per la dispersione
e il riutilizzo del prezioso patrimonio di epigrafi.10 Le notizie delle fonti
relative al recupero di reliquie, i ritrovamenti archeologici di sepolture tardoantiche, lepigrafia e le tradizioni agiografiche per lo pi collegate alle
deposizioni vescovili sono utili strumenti di conoscenza per lo studio della
topografia cemeteriale di Milano paleocristiana: anche qui, come altrove,
sembra che i cimiteri abbiano interessato aree gi occupate da necropoli
pi antiche e che per lungo tempo pagani e cristiani abbiano utilizzato gli
stessi sepolcreti.11
Secondo una recente ricognizione di Margherita Bolla,12 le sepolture tardoromane sono poste, come le tombe di prima et imperiale, lungo
i principali assi viari. Particolarmente ricca di testimonianze piazza S.
Ambrogio con le aree limitrofe a destinazione funeraria fin dalla prima
et imperiale:13 la necropoli si inserisce nel suburbio milanese attraversato
dalla via per Vercellae con consistenti indizi di occupazione funeraria sia
nellarea pi prossima alle mura sia nella zona del recinto di S. Vittore. In
prosieguo di tempo, il culto dei martiri milanesi Nabore, Felice, Vittore,
Gervasio e Protasio, deposti in edifici prossimi alla basilica ambrosiana,14
9. F. REGGIORI, La basilica di SantAmbrogio, Milano 1966. G. RIGHETTO, La
basilica Martyrum, in Milano capitale, cit., pp. 127-129; EAD., Il sacello di S. Vittore
in Ciel dOro, ibid., p. 135. M.E. COLOMBO, B. HOWES, La basilica Martyrum, in La
citt, cit., pp. 84-88.
10. S. LUSUARDI SIENA, Milano: la topografia cristiana, in Milano capitale, cit., p.
92. Per unesplorazione sistematica in estensione nei cortili dellUniversit Cattolica e per
i risultati emersi dallindagine, cfr. A. LAVAZZA, Il nucleo cimiteriale nellarea dellUniversit Cattolica, in Milano capitale, cit., p. 126.
11. M. SANNAZARO, Le necropoli cristiane, in La citt, cit., p. 111.
12. M. BOLLA, Le necropoli, in Milano capitale, cit., pp. 110-111.
13. M. BOLLA, Le necropoli romane di Milano, Milano 1988 (RASMI, suppl. 5), pp.
131-139.
14. J. CH. PICARD, Le souvenir des vques. Spultures, listes piscopales et culte
des vques en Italie du Nord des origines au Xe sicle, Rome 1988, p. 35 ss. e passim. M.
SANNAZARO, Considerazioni sulla topografia, cit., pp. 81-103.
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e la tomba stessa di Ambrogio fanno del cimitero detto ad martyres15 uno


dei principali nuclei funerari della citt. Dallepistolario di S. Ambrogio,16
infatti, siamo informati che la zona ospit probabilmente fin dal sec. III
alcune cellae memoriae, come quella dei santi Nabore e Felice, la basilica
Faustae e forse quella del martire Vittore17 pi su ricordate. In seguito, la
fondazione della basilica quae dicitur Ambrosiana18 e il provvidenziale
ritrovamento di Gervasio e Protasio prontamente traslati da Ambrogio nella
nuova costruzione contribuirono a dare nuovo incremento allarea sepolcrale.
Fino allet di Ambrogio, dunque, le aree frequentate dai cristiani sembrano svilupparsi soprattutto nella fascia extramuranea meridionale, caratterizzata da nuclei distinti, per lo pi in rapporto con sepolture isolate di
vescovi, e in quella occidentale, riconoscibile nei due nuclei principali del
recinto di S. Vittore al Corpo e del cimitero ad martyres.
Del problema si sono occupate anche Gisella Cantino Wataghin e Chiara
Lambert,19 le quali, confrontando la distribuzione delle necropoli romane
con quella delle aree sepolcrali tardoantiche di Milano, rilevano una sostanziale continuit topografica con aggiunte e integrazioni determinate
dal processo di cristianizzazione e dallopera di Ambrogio, preoccupato di
qualificare in senso cristiano il suburbio e le sue necropoli.20
Chi si accinga a studiare sistematicamente le epigrafi paleocristiane di
15. Tale denominazione tratta da un passo dellepistolario ambrosiano sicuramente
riferito a questo cimitero, non essendoci allora a Milano altre tombe venerate; cfr. Ambros., Epistulae, X, LXXV a (Maur. 21 a), 15 (SAEMO 21, p. 122): Ego ipse non cottidie
vel visitandi gratia prodibam vel pergebam ad martyres? S. LUSUARDI SIENA, Il cimitero ad Martyres, in Milano capitale, cit., p. 124. M. SANNAZARO, La necropoli ad
Martyres, cit., pp. 114-115.
16. AMBROS., Epistulae, X, LXXVII, 2 (SAEMO 21, pp. 154-156).
17. Si discute infatti se loriginaria memoria di Vittore sia da riconoscere in S. Vittore
in Ciel dOro o in S. Vittore al Corpo; per la prima ipotesi, cfr. J. CH. PICARD, Le souvenir des vques, cit., pp. 35-38, e M. SANNAZARO, La necropoli ad Martyres, cit., p.
114; per la seconda ipotesi, cfr. S. LUSUARDI SIENA, Milano: la topografia cristiana,
cit. p. 94, e P. TOMEA, Ambrogio e i suoi fratelli. Note di agiografia milanese altomedioevale, in Filologia mediolatina. Rivista della Fondazione Ezio Franceschini V (1998),
cit., p. 228.
18. Si tratta dellattuale basilica di S. Ambrogio, che ha obliterato la fase paleocristiana della basilica Martyrum anche pi su ricordata.
19. G. CANTINO WATAGHIN, C. LAMBERT, Sepolture e citt. LItalia settentrionale tra IV e VIII secolo, in Sepolture tra IV e VIII secolo, a cura di G.P. BROGIOLO e G.
CANTINO WATAGHIN, Mantova 1998, pp. 94-96.
20. Tale giudizio ripreso anche da M. SANNAZARO, Le necropoli cristiane, cit.,
p. 110.
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Milano potrebbe anche prescindere dai lavori di numerosi eruditi dei secoli
XVIII e XIX, tra cui spiccano i nomi dellAllegranza, del Biraghi, del Caffi,
del Labus e di molti altri, ma, come scrivevo altrove, non pu fare a meno
di prendere le mosse dalla raccolta del Mommsen, che, oltre alledizione
dei testi, offre unillustrazione critica delle due modeste sillogi medievali
- la Palatina e lAlciatina (dette cos dai rispettivi codici che le contengono
in forma organica) - relative alla fiorente epigrafia cristiana antica e medievale non solo di Milano, e traccia una quadro panoramico degli auctores
che, in varie epoche e in vario modo, si sono ad essa interessati.21 Del resto
anche recentemente stata messa in rilievo lindispensabile funzione della
tradizione manoscritta ad integrare la documentazione epigrafica sempre
conservatasi in precarie condizioni di incompletezza.22
Sul valore e sullet di quelle due raccolte medievali torn, nel 1888, il
de Rossi nel II volume delle IC, dove non manc di segnalare la III silloge
del Corpus Laureshamense (Cod. Vaticano Palatino 833) del sec. VIII-IX
con iscrizioni metriche cristiane regionis Circumpadanae et Subalpinae,
le prime dieci delle quali riguardano appunto Milano.23 L inoltre segnal,
come aveva gi fatto il Mommsen, una silloge ritenuta del sec. XI,24 cui
doveva riferirsi quel famoso giureconsulto milanese che fu Andrea Alciato
(1492-1550), storico e letterato,25 quando, nellesemplare pi completo
della sua raccolta epigrafica, scriveva di aver ricavato alcuni epigrammi ex
antiquissimo codice,26 noto anche al suo contemporaneo Giovanni Battista
Fontana (1546-1580),27 e a cui certamente dovevano aver attinto Landolfo
21. CIL V/2, Berolini 1877, pp. 617-635.
22. A. SARTORI, Le testimonianze epigrafiche, in Milano capitale, cit., pp. 40-41.
ICI XII, pp. LII-LVI.
23. IC, II, Romae 1888, pp. 159-173.
24. Ibid., pp. 174-177.
25. Cos scrive di lui il MOMMSEN (CIL V, p. 625): non solum iuris prudemtiam
reformavit, sed etiam epigraphiam ita fundavit, ut primus corpus conderet inscriptionum
patriarum itaque viam aperiret
26. Monumentorum veterumq. inscriptionum, quae cum Mediol. tum in eius agro
adhuc extant collectanea A. Alciato auctore, Codice Dresdense F 82 b, f. 146. Il MOMMSEN (CIL V, p. 625) definisce cos questo importante codice alciatino: exemplum primarium exaratum a librario auctore moderante et ab eodem passim emendatum auctumque.
27. Il Fontana di buona famiglia milanese visse a Roma nella familiarit del cardinale
Francesco Alciato, nipote ed erede del grande umanista, e, su consiglio dellarcivescovo
Borromeo, attese a una Historica Mediolanensium archiepiscoporum series (Biblioteca
Ambrosiana, ms. V 35 sup.), dove, sotto i vari vescovi, riport venti iscrizioni traendole
da un esemplare della raccolta alciatina simile al codice Dresdense.; cfr. A. SILVAGNI,
Studio critico sopra le due sillogi medievali di iscrizioni cristiane milanesi, in RivAC, XV
(1938), pp. 11-112.
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Seniore sul finire del sec. XI e Goffredo da Bussero, nella seconda met del
sec. XIII, per il suo Liber notitiae sanctorum Mediolani.
Quanto allopera di epigrafista svolta dallAlciato, essa si riflette sostanzialmente nei suoi collectanea giovanili, privi degli autografi e conservati in manoscritti e sillogi di altri, quali il Choler e il Valerio, e in molte
copie della pi ampia raccolta, che ebbe le successive ma non scrupolose
cure dellautore.28 Di essa esistono due recensioni, la seconda delle quali,
che distingue le iscrizioni della citt da quelle del territorio, provvista di
un unico testimone: il codice Dresdense F 82 b, dove, al gruppo delle urbane, segue una serie di venti iscrizioni cristiane antiche e medievali tratte
ex antiquissimo codice. Il giudizio del Silvagni sullAlciato non esaltante
e riprende quello severo del de Rossi: Alciati lectio nulla meretur fidem. In
effetti il culto delle lettere classiche, che induceva allora la maggior parte
degli umanisti a trascurare le raccolte delle rozze epigrafi cristiane, sugger invece allAlciato la cattiva idea di sottoporle a correzioni letterarie.29
Nel 1897 V. Forcella e E. Seletti pubblicarono tutte le iscrizioni cristiane
anteriori al sec. IX fino allora note a Milano, tenendo conto dei monumenti
superstiti e, per quelli perduti, dei testi trasmessi dalle sillogi epigrafiche,
oltre che dellampia bibliografia al riguardo.30 I due autori riconoscono
nella prefazione che la loro raccolta, pur arricchita di parecchie iscrizioni
inedite, se non si pu dire originale nella sostanza...pu dirsi per originale nella forma per la fedele riproduzione dei calchi presi su tutte le lapidi
allora esistenti, cos da consentire di studiare il carattere delle lettere e della
paleografia nonch di rilevare e correggere le mende dei precedenti editori.
Tale opera un punto darrivo e una tappa obbligata da cui necessario
partire quando si vogliano analizzare i singoli testi, ovvero farsi unidea generale dei problemi connessi con un cospicuo e prezioso materiale epigrafico, o addirittura, com nel nostro proposito, ritentarne una nuova edizione
critica con metodi aggiornati e alla luce dei materiali ultimamente scoperti,
come ho tentato di fare nel XII fascicolo delle Inscriptiones Christianae
Italiae (ICI) con riferimento ai sei cimiteri minori di Milano, in attesa di un
secondo fascicolo relativo al cimitero ad martyres e a quello sviluppatosi
intorno a S. Nazaro fuori porta romana.
Nei periodi delle invasioni barbariche, i cimiteri furono manomessi,
distrutte le tombe e disperse per conseguenza le pietre che indicavano le
memorie dei defunti: da allora quei sepolcreti cominciarono a essere ab28. A. SILVAGNI, Studio critico, cit., p. 111. ICI XII, p. LIII.
29. A. SILVAGNI, Studio critico, cit., pp. 119-120. ICI XII, p. LIV.
30. V. FORCELLA, E. SELETTI, Iscrizioni cristiane in Milano anteriori al IX secolo,
Codogno 1897.
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bandonati e le tombe trovarono posto nei sagrati delle chiese, che, nelle
ripetute ricostruzioni, sacrificarono la maggior parte delle lapidi sepolcrali.
Molte furono rinvenute infatti in epoche successive, in seguito a demolizioni di monumenti, ma neppure allora furono tutte conservate in quanto
ritenute tra di loro assai uniformi e a cos dir monotone.31
Cos significativo il fatto che nel 1813, quando si volle rifare il pavimento della basilica Ambrosiana, fossero venute alla luce oltre 70 lastre
e una quantit di frammenti, i quali provano sempre pi che i marmi dei
cimiteri cristiani furono adoperati per materiale di costruzione.32 E vero
che in quella circostanza il Capitolo incaric il Mazzuchelli, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, di trarne copia tuttora conservata nellArchivio
Capitolare, ma anche vero che gi Forcella e Seletti deploravano la dispersione di parecchie urne, che si sarebbero potute disporre lungo latrio,
come si erano fatte collocare le iscrizioni sulle pareti.33
Ad ogni modo quanto fino allora e in seguito si riusc a salvare del cospicuo materiale epigrafico proveniente dallesteso cimitero ad martyres
(o di Gaio), in cui sorse la basilica Ambrosiana, oggi raccolto nellatrio
di Ansperto della stessa chiesa, nel portichetto dellattigua S. Sigismondo
(gi S. Maria Greca), nella cripta di S. Vittore in Ciel dOro e, in piccola
parte, anche sulle pareti di uno dei chiostri dellUniversit Cattolica del
Sacro Cuore.
Un modesto contributo di nuovi materiali venne ad aggiungersi invece
nel 1941 da parte di Ferdinando Reggiori in un volume che dava relazione
dei restauri e delle ricerche condotte tra il 1929 e il 1940 intorno alla basilica
Ambrosiana:34 si tratta di tre iscrizioni rinvenute durante i lavori nella cappella di S. Vittore in Ciel dOro, ora nella cripta sottostante, e di altre quattro
(oltre a un frammento) venute in luce durante i lavori nella basilica e nelle
sue adiacenze e collocate sotto il nartece di S. Sigismondo - gi S. Maria
Greca -, ove costituiscono una piccola collezione epigrafica.35 Di tutte, il
Reggiori aveva pubblicato la riproduzione fotografica e una trascrizione
provvisoria, in seguito ripresa con le opportune correzioni dal Calderini.36
31. A. FUMAGALLI, Delle antichit longobardico milanesi ecc., I, Milano 1792, p.
226. A. PALESTRA, I cimiteri paleocristiani milanesi, in Archivio Ambrosiano, XXVIII
(1975), pp. 25-27.
32. V. FORCELLA, E. SELETTI, Iscrizioni cristiane, cit., p. XXI.
33. Ibid.
34. F. REGGIORI, La basilica Ambrosiana. Ricerche e restauri 1929-1940, Milano
1941, pp. 265-267.
35. Ibid., pp. 320-325.
36. A. CALDERINI, Note epigrafiche Mediolanensi, I, Di alcuni recenti ritrovamenti
a S. Ambrogio e a S. Lorenzo, in Epigraphica, VII (1945), pp. 115-119, nn. 3-10.
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G. Cuscito, Epitafi u stihovima dinih ena na groblju ad Martyres u Milanu

Mentre sto attendendo, come dicevo, alla compilazione del secondo fascicolo su Mediolanum, desidero qui anticipare una serie di quattro schede
relative a significativi titoli metrici ormai perduti, ma giunti a noi attraverso
la tradizione manoscritta: si tratta degli epitaffi di quattro donne illustri
che avevano meritato una tomba privilegiata nel cimitero ad martyres: le
vergini consacrate Marcellina, sorella di Ambrogio, Manlia Dedalia e forse
Marina,37 oltre a una vedova, Rustica. Inoltre merita segnalare che liscrizione sepolcrale di Marcellina si ultimamente arricchita di un nuovo testimone del sec. IX, il pi antico fra quelli sinora noti, individuato da Marco
Petoletti dellUniversit Cattolica di Milano nella Bibliothque dHistoire
de la Mdecine di Montpellier (cod. Montepessulanus); lo stesso Pettoletti
ha individuato anche un secondo testimone in un Passionario (sec. XII)
dellArchivio di S. Pietro nella Biblioteca Apostolica Vaticana (cod. A4):
desidero qui ringraziarlo per avermelo indicato.
BIBLIOGRAFIA SPECIFICA
ALCIATO, cod. Dresdense
A. Alciati, Monumentorum veterumque inscriptionum quae cum Mediolani
tum in eius agro adhuc extant collectanea, Dresden, Schsische Landesbibliothek,
ms. F 892 b.
ALCIATO, cod. Biraghiano ed. 1973
A. Alciati, Mediolanensis i.c., antiquae inscriptiones veteraque monumenta patriae, ristampa anastatica del codice biraghiano, Milano, Cisalpino-Goliardica 1973.
ALCIATO, cod. Trivulziano
A. Alciati in patrias antiquorum inscriptiones veteraque monumenta proemion, Milano, Biblioteca Trivulziana, cod. 757.
ALCIATO, cod. Braidense
A. Alciati Mediolanensis i.c. antiquae inscriptiones veteraq(ue) monumenta,
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, cod. AE XIII 25.
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J. Allegranza, De sepulcris christianis in aedibus sacris. Accedunt inscriptiones sepulcrales ecc., Mediolani 1773.
ALLEGRANZA, Additio altera
J. Allegranza, Ad inscriptiones libello suo de sepulcris appositas... additio
altera, copia ms. di M. Caffi presso la Societ Storica Lombarda.
ANONIMO LAUDENSE
Anonymi Laudensis commentarius in scriptores Mediolanenses cum notis Jac.
Valerii, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, cod. AH. XI. 5.
37. Sulle testimonianze epigrafiche di vergini consacrate, cfr. J. JANSSENS, Vita e
morte del cristiano negli epitaffi di Roma anteriori al sec. VII, Roma 1981, pp. 206-210.
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Kai, Split, 2009.-2011., 41-43

BANTERLE 1994
G. Banterle, Le opere poetiche di santAmbrogio, in SAEMO 22, MilanoRoma 1994.
BASCAP 1628
A. Bascap, Fragmenta historiae Mediolanensis, Mediolani 1628.
BIRAGHI 1861
L. Biraghi, Ricognizione dei gloriosi corpi dei santi Vittore mauro, martire,
Satiro, confessoreecc., Milano 1861.
BIRAGHI 1862
L. Biraghi, Inni sinceri e carmi di S. Ambrosio, Milano 1862.
BIRAGHI 1863
L. Biraghi, Vita della vergine romano-milanese santa Marcellina sorella di S.
Ambrogio, Milano 1863.
BIRAGHI 1867
L. Biraghi, Sarcofago dei Santi Nabore e Felice con figure allusive al loro
martirioecc., Milano 1867.
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F. Buecheler, Carmina Latina epigraphica, I-II, Lipsiae 1895-1897.
BURMANN 1773
P. Burmann, Anthologia veterum Latinorum epigrammatum, sive catalecta
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CALCHUS 1627
T. Calchus, Historia patria (o Historiae patriae libri XX), Mediolani 1627.
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F. Cicereius, Inscriptiones antiquae et sepulcrales Mediolani, Modoetiae et
Comi, ms. gi Morbio, ora Braidense, n. 22.
Codex Motepessulanus (sec. IX)
Montpellier, Bibliothque Interuniversitaire, Facult de Mdicine, H 233.
Corpus Laureshamense
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DE CAPITANI DARZAGO 1946
A. de Capitani dArzago, Epigrafa cristiana. I, Iscrizioni funerarie latine,
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V. Forcella, E. Seletti, Iscrizioni cristiane in Milano anteriori al IX secolo,
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J. Gruterus, Inscriptiones antiquae totius orbis Romani, s. l. (ma Heidelbergae) 1603.
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S. Merkle, Die Ambrosianischen Tituli, in Rmische Quartalschrift X
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H. Meyer, Anthologia veterum Latinorum epigrammatum et poematum, II,
Lipsia 1835.
MONNERET DE VILLARD 1915
U. Monneret de Villard, Catalogo delle iscrizioni cristiane anteriori al secolo XI
(Il castello sforzesco in Milano. Le sue raccolte storiche e artistiche), Milano 1915.
OLTROCCHI 1795
A. Oltrocchi, Ecclesiae Mediolanensis historia ligustica ecc., Mediolani 1795.
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Biblioteca Apostolica Vaticana, Archivio di S. Pietro, cod. A 4.
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M. Pettoletti, Lepitaffio di Marcellina, in Una voce dalle due torri, dicembre 2008, pp. 5-6 (con traduzione italiana).
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G.B. Pighi, Commentariolus electorum ad Aurelium Iosephum Amatucc: de
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PUCCINELLI 1650 a
P. Puccinelli, Memorie antiche di Milano, Milano 1650.
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P. Puccinelli, Vita di S. Simpliciano arcivescovo di Milano, Milano 1650.
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P. Puccinelli, Zodiaco della Chiesa milanese, cio le vite desuoi dodici primi
pastori collaggiunta delle azioni deSS. Simpliciano... ecc., Milano 1650.
PURICELLI 1645
I.P. Puricelli 1645, Ambrosianae Basilicae... monumenta, Milano 1645.
PURICELLI 1664
I.P. Puricelli, Sancti Satyri confessoris et sanctorum Ambrosii et Marcellinae
fratris tumulus, Mediolani 1664.
SILVAGNI 1938
A. Silvagni, Osservazioni intorno alliscrizione di Manlia Daedalia, in RivAC XV (1938), pp. 274-279.
SIRMOND 1728
J. Sirmondi opera varia, I, Ennodii epigrammata,Venetiis 1728.
SOLDATI FORCINELLA - ANTICO GALLINA 1979-80
T. Soldati Forcinella, M.V. Antico Gallina, Indagine sulla topografa, sulla
onomastica e sulla societ nelle epigrafi milanesi, in Archivio Storico Lombardo s. X, 5 (1979-80), pp. 1-346.
VOGEL 1885
Magni Felicis Ennodii opera, in MGH, Auct. antiquissimi, VII, rec. Fr. Vogel, 1885.
305

Kai, Split, 2009.-2011., 41-43

ABBREVIAZIONI E SIGLE
AA. SS. = Acta Sanctorum, ediderunt socii Bollandiani.
BullAC = Bullettino di Archeologia Cristiana, Roma 1863-1894.
CIL = Corpus Inscriptionum Latinarum, Berolini 1863 ss.
CLE = Carmina latina epigraphica, I-II, conl. F. Buecheler, Lipsiae 18951897.
IC = Inscriptiones christianae urbis Romae septimo saeculo antiquiores,
I-II, ed. de Rossi, Romae 1857-1861.
ICI = Inscriptiones christianae Italiae septimo saeculo antiquiores, Bari
1985 ss.
ILCV = Inscriptiones latinae christianae veteres, voll. I-III, ed. E. Diehl,
Dublin-Zrich 19703; vol. IV, Supplementum edd. J. Moreau-H.I. Marrou, ibid.
1967.
MGH = Monumenta Germaniae Historica, Berolini.
PL = Patrologiae cursus completus, Series latina, ed. J.-P. Migne, Parisiis
1844-1864.
RASMI = Notizie dal Chiostro del Monastero Maggiore. Rassegna di studi
del Civico Museo Archeologico e del Civico Gabinetto Numismatico di Milano.
RivAC = Rivista di Archeologia Cristiana, Citt del Vaticano, 1924 ss.
SAEMO = Sancti Ambrosii episcopi Mediolanensis opera, Mediolani-Romae 1979-1993.
SCHEDE
1) Elogio funebre di S. Marcellina gi in templo Ambrosii (Alciato), poi disperso e noto solo attraverso la tradizione manoscritta.
Codex Montepessulanus, f. 128 rv. Passionario, f. Alciato, cod. Dresdense, f.
164; cod. Frisi, f. 99, n. 21; cod. Triv. n. 19; cod. Braid. f. 24; cod. biraghiano ed.
1973, f. 19. Cicereio, cod. Braidense gi Morbio f. 4. Valeri, cod. Triv. (non pi
reperibile), f. 44. Anonimo Laudense, f. 38, n. 20. Da qui, gli altri: Grutero 1603,
p. 1055, 6; Puricelli 1645, p. 174; 1664, pp. 167-168; Puccinelli 1650 b, pp. 26-27;
Fleetwood 1691, p. 442, 1; AA. SS. Iuli, IV, p. 233 (ex codice Basilicae S. Petri
molto scorretto e dal Grutero); Allegranza 1773, p. 36, n. 62; Marini, cod. Vat. Lat.
9072, p. 360, 1 e 9100, sch. 8113; Biraghi 1861, pp. 10-11; Biraghi 1863, p. 119;
CIL V, p. 623, 16; Forcella-Seletti 1897, n. 12 e altri. Ne tratta de Rossi in BullAC
2 (1864), p. 73. Ne accennano Soldati Forcinella - Antico Gallina 1979-80, p. 99.
Petoletti 2008, pp. 5-6 (con traduzione italiana).
Marcellina tuos cum uita resolueret artus
spreuisti patriis corpus sociare sepulcris,
306

G. Cuscito, Epitafi u stihovima dinih ena na groblju ad Martyres u Milanu

3
6
9
12
15

dum pia fraterni speras consortia somni


sanctorumq(ue) cupis cara requiescere terra.
nil longinqua domus casto decerpsit amori
affectus nec morte perit, nam munere leti
rursus uicta soror fraternae redderis umbrae,
quamuis magna pio suspiret Roma dolore,
tertia quod sacri patitur iam damna sepulcri.
nec tamen angustam sedem quis dixerit aulae!
corporis haec domus est: nam te, pia uirgo, supernum
accipit imperium placidae post munera mortis.
aeternae Christus pretium tibi destinat aulae,
praemia dans castis intactae matris honorem.
te medius Iuli transcendit feruide cursus
et te, uirgo, tuus transuexit ad aethera sponsus.

2. SPREVISTI MORIENS Alciato, ms. biraghiano. 4. SACRA] CARA Puricelli. 6 ex. LETHI Alciato, Cicereio, Puricelli, Allegranza, Biraghi, Mommsen. 7.
VICTA] IVNCTA Puricelli, Biraghi; TACTA codex Mentepessulanus (sec. IX) e
Passionario (sec. XII). 7 ex. VMBRAE] AVLAE Passionario (sec. XII). 10. ANGUSTAM] ANGVSTAE Petoletti. 11 ex. SVPERNVM] SUPRENVN Puricelli.
13. PRETIVM] PRECIVM Alciato, cod. Dresd, Mommsen. 15.-16. omette codex
Montepessulanus (sec. IX).
LAlciato accoglie la tradizione (bisognosa di conferme) che attribuiva a S.
Simpliciano (397-401) questo carme sepolcrale in onore di S. Marcellina, sorella
maggiore di S. Satiro e di S. Ambrogio, che aveva preso il velo dalle mani di
papa Liberio; morta dopo i fratelli il 17 luglio di un anno non meglio precisabile
(sembra per intorno al 398-399), fu deposta nella Basilica Ambrosiana accanto a
loro, anzich nei patria sepulcra di Roma, privati dei tre personaggi (vv. 8-9). 2.
spreuisti usato con significato molto attenuato: non hai voluto, hai rinunciato. 3. dum con lindicativo presente qui passa al valore di cum col congiuntivo,
indicando la causalit dellazione (uso postclassico). 5.-6. Il parentado di Ambrogio, Satiro e Marcellina era a Roma e, dopo la morte dei fratelli, Marcellina si sar
dovuta sentire molto sola; tuttavia lamore verso il suo casato romano (longinqua
domus) non riusc ad allontanarla dalle tombe dei fratelli (nil decerpsit casto amori), n con la loro morte per laffetto per essi (affectus nec morte perit). 6. munere
leti: il genitivo soggettivo (letum munerat te); munere pu essere ablativo di
mezzo o di causa efficiente retto da redderis o da uicta: Marcellina detta uicta
perch mortale in Adamo, ma questo suo soggiacere alla morte un munus, che
porta alla vita beata (Sap. 3, 1 ss.), come ribadito al v. 12 con il sintagma munera mortis. 7. umbra usato nel senso di anima: termine pagano cristianizzato
per significare limmaterialit dellanima. 8.-9. Roma geme con affettuoso dolore,
307

Kai, Split, 2009.-2011., 41-43

poich ha per tre volte patito il danno della mancata sepoltura (cfr. Marucchi in
Nuovo BullAC 20, 1914, p. 38, n.1): cio la sepoltura di Marcellina, dopo quella dei due fratelli. Questo dolor detto pius per il legame di affetto che Roma ha
per Marcellina. 10. Il verso unesaltazione dellattuale momento di gloria della
citt di Milano, la quale viene contrapposta a Roma: pertanto alla magna...Roma
si contrappone la non angusta sedes...aulae (residenza imperiale), dove Marcellina ha avuto la sua sepoltura. 11.-14. L si trova il domicilio del suo corpo (corporis haec domus est), ma lei accolta nel supernum...imperium, nellaeterna...
aula destinatale da Cristo come premio riservato ai casti. Aula nel senso di reggia
celeste applicata al paradiso anche in Prudenzio. Vale la pena segnalare lideologia imperiale del componimento, che ha come parola chiave aula nel duplice
significato di sede della corte imperiale e di reggia celeste o regno dei cieli.
14. intacta mater pu riferirsi alla Chiesa, di cui Marcellina lonore. Il Petoletti
inclina a riconoscere nel sintagma intacta mater un riferimento alla Madonna:
il topos della verginit feconda realizzata in Maria e quindi nella Chiesa (uirgo et
mater) e nelle vergini consacrate, spose di Cristo. 15.-16. I due versi sono costruiti
con un evidente parallelismo che parte da due apostrofi suscettibili di discussione:
la prima forse rivolta al torrido mese di luglio, che, superata la met del suo corso (tetranscendit), segna la morte di Marcellina, commemorata appunto il 17
luglio, e la seconda indirizzata alla defunta, che, in quel giorno, lo sposo divino
innalza al cielo (te transuexit). Su questa linea si pone Petoletti, cos che, nel rispetto della tradizione manoscritta e delle regole della prosodia, ferud andrebbe
inteso come un vocativo riferito al mese di luglio, per cui il senso dei due ultimi
versi sarebbe: Torrido mese di luglio, met del tuo corso era gi compiuto e il tuo
sposo, o vergine, ti ha innalzato ai cieli. Egli inoltre inclina a considerare i due
versi come una possibile aggiunta posteriore in quanto assenti nel cod. Montepessulanus del sec. IX e, a suffragare tale ipotesi, pu venir segnalato il fatto che la s
impura di sponsus, al contrario di quanto accade quasi sempre nella poesia antica,
non fa posizione. Se, al contrario, i due te allinizio degli ultimi versi dovessero
introdurre unapostrofe rivolta alla sola Marcellina in connessione con il tibi del
v. 13 (tibi destinat), lavverbio frud contrasterebbe metricamente con le norme
della prosodia che qui richiedono un dattilo, a meno di non proporre la congettura
ferud in riferimento a Marcellina, che poco sopra detta pia uirgo: il feruide
degli auctores potrebbe essere allora un malinteso con riferimento al caldo luglio
e una banalizzazione causata dal contesto non pi controllato sullarchetipo, come
mi suggerisce il collega Angelo De Nicola; in tal caso i due versi sarebbero da
intendere: e te, o fervente vergine, oltrepass la met del mese di luglio, allorch
il tuo sposo ti trasfer al cielo.
2) Carme epigrafico di Manlia Daedalia, che il Corpus Lareshamense dice
epyt(aphium) Ambrosianum. Fu gi visto in aede Ambrosii iuxta Protasii Oribasiique [Gervasii] martyrum sedem dallAlciato; sub scala maiore monasterii
308

G. Cuscito, Epitafi u stihovima dinih ena na groblju ad Martyres u Milanu

iuxta arcam regis Bernardi dallAllegranza; nello scurolo di S. Satiro dal


Caffi. Qui, nella cripta di S. Vittore in Ciel doro, esiste tuttora una lastra marmorea di m 1,10 x 0,82 x, 0,04, con lettere disformi ed incerte di cm 1,9-2,4,
che il Mommsen e il de Rossi avevano ritenuta autentica senza un personale
controllo, ma che il Silvagni ha dimostrato essere una copia (sec. XVII-XVIII)
delloriginale perduto, ponendola nel numero delle inscriptiones noviciae. Ricognizione 2010.
Corpus Laureshamense, f. 42 (= IC II, p. 162, 4). Dalla lapide Alciato, cod.
Dresdense, f. 165; cod. Braidense, f. 25; cod. biraghiano ed. 1973, f. 21. Da lui
Calchus 1627, p. 60; (da cui Oltrocchi 1795, p. 24); Bascap 1628, p. 3; Grutero
1603, p. 1055, 7 (da cui Fleetwood 1691, p. 441, 2); Valeri, cod. Trivulziano (irreperibile), f.44; Cicereio, cod. Braidense gi Morbio, f. 23; Anonimo Laudense,
f. 40, n. 21; Puricelli 1645, I, p. 28; 1664, p. 15. Puccinelli 1650c, p. 369. Dalla
lapide e dallAlciato, Allegranza 1773, pp. 35-36. Marini, cod. Vat. Lat. 9072, p.
434, 4 e 9100, sch. 8127. Dal Corpus Laureshamense e dalla maggior parte degli
autori menzionati, Biraghi 1861, pp. 11-12; CIL V 6240 (da cui CLE 1434 e ILCV
1700). Dai precedenti e dalla lapide Merkle 1896, p. 185; Forcella-Seletti 1897,
n. 13, con fotografia da calco; Silvagni 1938, pp. 274-279, con fotografia; Pighi
1944, p. 18; Banterle 1994, pp. 18-20, 102-105. Vi accennano Soldati Forcinella
- Antico Gallina 1979-80, p. 104.

3
6
9

martyris ad frontem recubent quae membra sepulcro,


ut lector noscas, est operae pretium.
clara genus, censu pollens et mater egentum,
uirgo sacrata deo Manlia Daedalia,
quae mortale nihil mortali in pectore uoluens,
quo peteret caelum semper amauit iter.
sexaginta annos uicino limite tangens
rettulit ad Chr(istu)m celsa per astra gradum.
haec, germana, tibi Theodorus frater et heres,
quae relegant olim saecla futura, dedi.

1. AD FRONTEM RECUBENT] AD FONTEM RECVBANT Corpus Laureshamense. 1. ex SEPVLCHRO Corpus Laureshamense, Calchus, Puricelli,
Mommsen 2. OPERE Corpus Laureshamense. 2 ex. PRECIVM Alciato (cod. Dresd.), Anonimo Laudense, Allegranza. 4 ex. MANTLIA Corpus Laureshamense;
DEDALIA Calchus. 5. IN PECTORE] IN CORPORE Calchus, Puricelli, Puccinelli, Oltrocchi, Biraghi. 8 in. RETVLIT Corpus Laureshamense, Alciato (cod.
Dresd.). 9 ex. HAERES Alciato (cod. Braid.), Calchus, Puricelli, Puccinelli, Allegranza, Oltrocch, Biraghii. 10. SAECLA] SECLA Calchus.

309

Kai, Split, 2009.-2011., 41-43

da rilevare che il Mommsen e il de Rossi riportano il lemma Epyt(aphium)


Ambrosianum premesso al carme nel Corpus Laureshamense quasi a garanzia
della paternit ambrosiana, ritenuta assai probabile anche dal Merkle, dal Silvagni e ultimamente dal Banterle, ma messa in discussione dal Pighi. Questi, con
riferimento ai vv. 9-10, inclina a riconoscere lautore dellepigramma nel fratello
della defunta, che il Puricelli e il de Rossi pensavano di poter identificare con quel
Flavius Theodorus console del 399, lodato da Agostino e da Claudiano e autore
fra laltro di un libro de metris. A tale proposta per sembra opporsi il fatto che il
console del 399 non risulta essere stato un Manlius bens un Mallius, non certo di
clara gens (Diehl). Sarebbe stato lui a richiedere lintervento di Ambrogio per la
dettatura del carme, secondo quanti ne sostengono la paternit ambrosiana; scriveva infatti il de Rossi (IC II, p. 160): Potuit...Theodorus Ambrosium rogare ut
elogium sororis sepulcro inscribendum dictaret. Circa il lemma in testa al carme
del Corpus Laureshamense, nellipotesi del Pighi, esso non indicherebbe la paternit ambrosiana, bens la collocazione nella basilica omonima, contro lopinione
del Bascap (e solo in parte del Puccinelli) che poneva la tomba della defunta
di fronte al martire Nazario nella basilica apostolorum, dove nel 1578 era stata
trovata la teca argentea con lacclamazione rivolta probabilmente alla stessa persona: Daedalia uiuas / in Christo (ILCV 2220 A). Infine mette conto ricordare
che il Biraghi 1862 non comprende il carme nella sua edizione. Quanto alla lapide esistente nella cripta di S. Vittore in Ciel doro, neppure i grandi epigrafisti
Mommsen e de Rossi hanno avuto dubbi di sorta soprattutto perch non la videro
con i propri occhi; appena il Silvagni, seguito dal Pighi, ne ricus lautenticit per
lincertezza delle lettere che tradiscono lo sforzo di una pi tarda imitazione, per
le dimensioni della lastra di marmo troppo grande rispetto al piccolo carme, per
luso corrente di scrivere nei distici i pentametri alquanto pi rientranti degli esametri e per lincompletezza delliscrizione limitata alla parte poetica, ma priva
delle note cronologiche indicanti almeno la data della morte o della deposizione,
elemento essenziale delle epigrafi sepolcrali specialmente in poesia. 1. Si confronti il martyris ad frontem col martyris ad laevam dellepitafio di Satiro (CIL
V, p. 617, n. 5): la corrispondenza potrebbe essere in favore di una paternit ambrosiana del carme, a meno che non sia frutto di una semplice imitazione, resa pi
naturale dalla posizione stessa della tomba (Banterle). 2. est operae pretium ut:
frase idiomatica simile al nostro vale la pena 3. clara genus significa di nobile
stirpe, intendendo genus come un accusativo alla greca, per cui cfr. Tac., Ann. 6,
9. Lespressione mater egentum ricorda il pater infirmorum (Iob 29, 16) citato da
Ambrogio in De officiis, I, 11, 39 e riprende legens usato nello stesso paragrafo:
si suscipias egentem (Banterle). 4. Manlia Daedalia era una vergine consacrata e
deve essere la stessa persona di ILCV 2220 A; per lespressione virgo sacrata deo
cfr. ILCV 1700-1734. 5. La contrapposizione mortale nihil mortali in pectore richiama taluni atteggiamenti stilistici cari ad Ambrogio (Banterle). 5.-6. Il Pighi
segnalava questi due versi orationis elegantia robustaque celeritate: il primo non
310

G. Cuscito, Epitafi u stihovima dinih ena na groblju ad Martyres u Milanu

manca di risonanze classiche; il secondo richiama Ovidio, Ars 2, 37 con allusione


al mitico Dedalo qui parauit uiam caelo filio suo, come segnal il Buecheler. 8.
Ricorda lepigramma damasiano 20, 4: cfr. A. Ferrua 1942, p. 142. Da notare la
perfezione metrica del carme: anche il tibi del v. 9 non manca di esempi classici.
3) Elogio sepolcrale di Marina tramandato dalla silloge III del Corpus Laureshamense tra gli epigrammi milanesi.
Corpus Laureshamense, f. 42v (= IC II, p. 163, 7). Da qui Grutero 1603, p.
1167, 4 (da cui Puccinelli 1650a, p. 28, n. 122; Fleetwood 1691, p. 447; Allegranza 1773, p. 37, n. 63; Biraghi 1867, p. 44); CIL V, p. 617, 7 (da cui CLE II
1437 e ILCV 2166) con commento e debite correzioni qui accolte. Dai precedenti
Forcella-Seletti 1897, n. 105. Ne accennano Soldati Forcinella - Antico Gallina
1979-80, p. 98. Il testo da noi proposto accoglie gli emendamenti del Mommsen.

3
6

sanctorum exuuiis penitus confine sepulchrum


promeruit sacro digna Marina solo.
ter decies bis terq(ue) simul transegerat annos,
cum petit aetherias numine iussa uias.
uitae summa breuis, sed castae gloria famae
temporis angusti continuauit opus.

1 ex. SEPVLCHRO cod. Vat. Pal., Puccinelli, Forcella-Seletti; SEPULCRO


Grutero, Allegranza. 4. NVMINE] NOMINE cod. Vat. Pal., Grutero, Puccinelli,
Allegranza, Biraghi, Forcella-Seletti. 4 ex. VIVAS cod. Vat. Pal., Forcella-Seletti;
VIAS emendamento del Grutero accolto da Mommsen. 5. CASTE cod. Vat. Pal.,
Forcella-Seletti. 6 in. TEMPORE cod. Vat. Pal. 6. ANGUST] AVGUSTI Puccinelli. 6 CONTIVAVIT] CONTINVABIT Biraghi, propone Mommsen; OPES cod.
Vat. Pal., Grutero, Puccinelli, Allegranza, Biraghi.
1. sepulchrum molto frequente; cfr. ILCV III, p. 589. Il Biraghi riteneva
di poter indicare le sanctorum exuuiae nel sepolcro dei martiri Nabore e Felice,
ma vi manca qualsiasi appoggio al riguardo. Del resto che si tratti di un carme
spettante a Milano provato solo dalla sua collocazione nel Corpus Laureshamense, che non aggiunge ulteriori precisazioni. La defunta Marina, degna di una
sepoltura privilegiata forse per una sua eventuale professione di verginit consacrata come sembra suggerire lespressione castae gloria famae del v. 5, merit
un sepolcro assai prossimo (penitus confine sepulchrum) alle reliquie dei santi (sanctorum exuuiis), comera toccato al fratello di S. Ambrogio, S. Satiro: il
Diehl rileva anche delle coincidenze formali tra il v. 1 di questo carme e il v. 4 di
quello (ILCV 2165). 3. Let della defunta sembra attestata sui 36 anni, sebbene
il Grutero, lAllegranza e Forcella-Seletti, ne prevedano 63. 4. Tra le immagini
311

Kai, Split, 2009.-2011., 41-43

delloltretomba, una quella che presenta lanima in un viaggio verso gli astri
(fecit ad astra uiam: cfr. ILCV 316), ovvero lanima che ha raggiunto la dimora
eterea (aeterias secuta domos: cfr. ICVR V 14076 a): cfr. Janssens, pp. 309310. Lespressione aetheria...uia rimanda a Ovidio, Epist. 16, 72. numine iussa
corrisponde a iubente deo e simili; cfr. Janssens, p. 208. simul...cum equivale a
simul ac. 5. uitae summa breuis un emistichio oraziano (Carm. 1, 4, 15). castae
gloria famae significa la gloria della sua rinomata castit. 6. Mommsen propone continuabit al posto di continuauit, ma forse il carme ricalca la conclusione
di CLE II 1436 - perpetuauit opus - vicina alla nostra. In definitiva la traduzione
dei due ultimi versi potrebbe essere: La somma degli anni della sua vita stata
piccola, ma la gloria della sua nota castit ha reso imperitura lopera da lei svolta
nella brevit del tempo.
4) Titolo sepolcrale della vedova Rustica in distici elegiaci attribuito a Ennodio, di cui Alciato aveva scoperto la lapide negletta in S. Francesco, l indicata anche dal Sirmond, editore di Ennodio: superest adhuc Mediolani hoc
epitaphium insculptum in lapide, qui nunc insertus est ecclesiae S. Francisci.
In seguito and perduto.
Alciato, cod. Dresdense, f. 167; cod. Trivulziano, n. 27; cod. Braidense,
f. 31. Da qui Grutero 1603, p. 1059, 2; Fleetwood 1691, pp. 471-472, n. 3;
Allegranza 1773, p. 43, n. 76; Burmann 1773, 4, 195; Meyer 1835, 1310. Probabilmente da Alciato, Sirmond 1728, col. 1115, 5, che lo pone tra i carmi di
Ennodio. Dai precedenti Marini, cod. Vat. Lat. 9073, p. 669, 12 e 9101, sch.
8371. LAnonimo Laudense, f. 48, n. 27, premette allesemplare alciatino le
lettere BM e fa seguire ai tre distici le note cronologiche. Da Alciato, con le
aggiunte dellAnonimo Laudense, CIL V 6266 (da cui CLE 1367 e ILCV 1668)
e Forcella-Seletti 1897, n. 28. Ne tratta il de Rossi, IC II, p. 182, 18. Dai codici
di Ennodio, Vogel 1885, pp. 321-322, n. 462. Ne accennano Soldati Forcinella
- Antico Gallina 1979-80, p. 111.

3
6
9

312

b(onae) m(emoriae)
Rustica, perpetuae non te sors pallida uitae
sustulit, interitum nec tibi morte dedit.
purior aetherias graderis sine carne per arces,
nam uitam castae funera nobilitant.
quod mirum, uiduata tibi sat constitit aetas
coniugis ad natum cum bene ductus amor.
hic requiescit in pace Rustica r(eligiosa) f(emina),
quae uixit in saeculo annos plus minius LX.
deposida die III {e}id(us) Ianuarii, Probo u(iro) c(larissimo)
c(onsule) +

G. Cuscito, Epitafi u stihovima dinih ena na groblju ad Martyres u Milanu

1. BM omettono Alciato, Sirmond, Allegranza, Vogel, Forcella-Seletti, Buecheler. 5 in. NAM] SIC Sirmond, Vogel, Forcella-Seletti. 6. QVOD] QVID Sirmond, Forcella-Seletti; SAT] CVM Vogel. 7. CVM] SIT Vogel; DVCTVS] IVNCTVS Grutero che distribuisce altrimenti i versi. 8.-10. Versi aggiunti nellAnon.
Laud. da mano posteriore, che not averli letti in candido lapide; omettono
Alciato e quanti da lui dipendono, come Grutero, Sirmond, Allegranza, Vogel.
2.-3. Si ribadisce la fede nella sopravvivenza dopo la morte. poeticamente
descritta anche nel verso seguente. 4. Lespressione aetherias...arces ricorda Virgilio, Culex, 42 e Ovidio, Metam. 15, 859; per simili modi di designare il cielo,
cfr, ILCV III, p. 318. sine carne significa senza il peso della carne. 5. il genitivo
castae dipende certo da uitam: i funerali rendono gloriosa la vita della donna
casta, cio costei, da ignota e inosservata che era nella sua vita, viene a essere
da tutti celebrata per la sua virt. 6. quod mirum da intendere nel senso di quod
mirum est; sat(is) nel tardo latino passa spesso al significato del nostro assai;
constitit=fuit: un verbo copulativo che indica un modo di esistere. 7. cum congiunzione che regge ductus unito a un sottinteso sit o esset. Il significato sintetico
dei vv. 6-7 : Rustica, multis annis uidua, convertit amorem coniugis in filium,
mentre una loro traduzione letterale potrebbe essere: quale cosa meravigliosa!
il tempo passato nella vedovanza fu per te assai lungo, mentre il (tuo) amore era
rivolto giustamente al figlio avuto da tuo marito, cio, pi liberamente: una
meraviglia come hai convertito lamore del marito nellamore del figlio dopo la
morte di quello! 8. Per lepiteto di r(eligiosa) f(emina), cfr. ILCV III, p. 397. 10.
Nellanno 513 Fl. Probus fu solo console in Occidente: il collega orientale Fl.
Taurus Clementinus non venne pubblicato nellOccidente. Notevole infine lesattezza metrica e leleganza dei tre distici, degne di Ennodio.

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Kai, Split, 2009.-2011., 41-43

SAETAK - SUMMARIUM
EPITAFI U STIHOVIMA DINIH ENA
NA GROBLJU AD MARTYRES U MILANU
Basilica Martyrum, nazivana i Ambrosiana, izvan vrata Vercellina, kao mjesto privilegiranog ukopa to svjedoe izgubljeni natpisi u stihovima, kao i sama
Ambrozijeva grobnica, ine da je groblje nazvano ad martyres postalo jedno od
glavnih gradskih grobinih zona. Sv. Ambrozije nas putem svoje korespondencije
obavjetava da je zona vjerojatno ve od III. st. sadravala neke cellae memoriae, poput one svetih Nabora i Feliksa, tu je bila i basilica Faustae i moda ona
muenika Viktora. Potom je slijedila i gradnja basilike quae dicitur Ambrosiana.
Epitafi se odnose na etiri dine ene, koje su zasluile privilegirani ukop na
groblju ad martyres: posveene djevice Marcellina, Ambrozijeva sestra, Manlia
Daedalia i moda Marina, te jedna udovica Rustica. Napominje se da je epitaf
Marceline najstariji te da je u konanici dopunjen u IX. stoljeu.

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