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Paesaggio: cultura, storia, teoria

Lezione 1

Paesaggio inteso non come realtà sica, ma come un ritaglio di natura, paese, visto o osservato
da qualcuno. Non é la realtà sica, oggettiva, ma qualcosa di soggettivo. È una costruzione
umana del soggetto. Non esiste il paesaggio senza qualcuno che lo osservi; é un fenomeno
visivo. L’interesse per il paesaggio passa proprio per la vista.

Il paesaggio é costruzione culturale, arti cio, é come l’uomo si comporta con la natura (non c’é
paesaggio senza natura, ma c’é natura senza paesaggio). La natura é auto-produzione e auto-
riproduzione.

Quando parliamo di paesaggio trattiamo quello modi cato dall’uomo; é molto di cile trovare una
natura naturale in Europa. Quindi, il paesaggio é anche espressione dell’impronta dell’uomo sulla
natura.

La parola paesaggio é stat inventata intorno al 1500 (rinascimento) e é un neologismo (parola


nuova introdotta nella lingua per indicare un nuovo fenomeno). Paesaggio oggi vuol dire: - ritaglio
di natura che vedo con i miei occhi in quel momento dato, fenomeno di rappresentazione mentale
- si riferisce a certi oggetti, le pitture; non era il paesaggio percepito, ma unicamente un certo tipo
di pittura (questo attorno al 1450-1500, in Europa); era quindi un nuovo genere di pittura. Per
capire il paesaggio bisogna quindi tornare all’origine.

La storia di questa pittura inizia in Italia (forse a Siena) e man mano il genere paesaggio (che prima
era secondario - si volevano soprattutto ritratti) diventa un genere pienamente riconosciuto. Dal
1350 al 1800 ci confrontiamo con dei cambiamenti maggiori (si inizia poi a dipingere la natura
nella natura, non più nell’atelier, come nei primi secoli - si recupera quindi una certa
immediatezza).

Paesaggio: - pittura di un ritaglio di natura - esperire un ritaglio di natura (rappresentazione


mentale - avviene quando una persona incontra un pezzo di natura e tutto ciò diventa
un’esperienza estetica). Nei momenti paesaggistici, si cammina, si parla, si pensa e a un certo
momento, senza volerlo, guardiamo davanti a noi e vediamo qualcosa che ci costituisce come
paesaggio - in un tale momento noi interrompiamo il nostro iter abituale, usciamo dalla logica e
entriamo in questi momenti estetici; é un’esperienza che solitamente non dura molto tempo, é
un’esperienza momentanea. Il paesaggio esperito rimanda a una forma di modernità, che forse
esiste già nel 1300 e nello stesso secolo incontriamo una gura che incarna già l’esperienza del
paesaggio -> Petrarca (un antenato della coscienza paesaggistica).

Foto arti ciale: ci sono voluti secoli per arrivare a questo risultato (le alpi venivano considerate
delle malformazioni no al 1700 - le Dolomiti erano considerate orrende - non erano al loro posto,
c’era caos). La natura non é simmetrica, armoniosa,..é disordinata. Le montagne venivano
considerate orrende perché erano il resto del diluvio universale (questo secondo i cristiani). Il
disordine che vediamo in un paesaggio alpino proviene quindi dal diluvio e ne richiamano
l’attenzione. Nel 1600, con l’estetica del sublime cambia tutto questo modo di pensare - ore le
alpi le vediamo come belle, sublimi (non é naturale essere davanti a questo tipo di paesaggio, ma
é culturale).

Pittoresco: trattava principalmente il bello (simmetrico, proporzionato,…) che spiegava tutte le


forme dell’arte. Nel 17 secolo c’é la nuova categoria del sublime (ciò che é straordinariamente
grande, una forma ancora più alta del bello). Tra il sublime e il bello viene inventata la categoria
del pittoresco (= degno di essere dipinto). Il pittoresco é qualcosa di molto reale. Olmsted -
Prospect Park, Brooklin: alberi e gruppi di alberi. Usa il linguaggio pittoresco (crea ad arte, con
delle piante e altri mezzi per sentieri, statue,…esattamente come fanno i pittori; é l’imitazione di
C.Laurant, pittore francese - che usa alberi e gruppi di alberi nei suoi dipinti). Dalla pittura alla
realtà del giardino che avrà quindi un linguaggio pittoresco. Quindi il linguaggio pittoresco
sopravvive anche nei nostri giorni.

Sublime: all’origine fa parte della retorica, era la forma più alta di un discorso. A noi interessa la
trasposizione del sublime, come categoria retorica e teatrale, sulla natura (1680-1690). Le alpi
iniziano ad a ascinare le persone, hanno un e etto sorprendente - la natura potrebbe
ammazzarmi, é pericolosa, ma più sono esposta al pericolo più nasce in me il desiderio di essere
più forte e grande della natura stessa. Noi possiamo decidere quello che vogliamo fare, la natura
no. Quindi il sublime é composto da questo essere angosciati ma nel contempo fa nascere in noi
il desiderio di resistere, perché noi siamo più grandi della natura.

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Adams: fotografa i parchi nazionali, scoperti e creati in parte da lui e Olmsted - riconoscono la
natura selvaggia. Si inizia a cercare la salvaguardia della natura. Si parla di sublime naturale ( ci
sono voluti secoli per riconoscerlo come una bellezza della natura).

Estetica: é un’idea moderna (1750). Per quasi 2000, l’opera d’arte doveva prende in
considerazione dei valori come simmetria, compiutezza, chiarezza,…quindi gli artisti diventavano
artisti perché imparavano dagli altri a fare dell’arte, che non era quindi il risultato del genio
artistico. Si riferiscono a forma (pittore, poeti,..) che non sono le loro, ma che riprendono dai loro
maestri. L’artista non é libero! Andavano seguite delle regole scritte e non. Il 18esimo secolo
distrugge il pensiero dogmatico, e non si accetta più ciò che é stato detto per secoli.

Baumgarten: scrisse il primo trattato di estetica. Si chiede la nalità / il senso dell’universo.


L’estetica concepita da Baumgarten é collegata a tutto ciò che é detto sensibile.

Natura: relazionata con l’essere umano, da la natura. La natura non tematizzata dall’essere umano
esisteva, perché il concetto di natura cambia d’epoca in epoca.

In California nasce il sentimento di ritorno alla natura, là dov’era dimenticata (totalmente


antropo zzato). Per anni si é pensato che la natura fosse qualcosa di losco (idea di S’Agostino -
pensa che obbediendo alla natura viene distratto dalla preghiera). Dio ci può punire creando una
natura nefasta (per ricordare che lui ci ha creato il mondo perfetto, ma noi lo abbiamo capito).
Verso il 1550 si inizia a percepire di erentemente la natura, ancor non era riconosciuta come
qualcosa di bello, ma viene riconosciuto il sistema complesso della natura.

Il concetto di natura era complesso: se ne distinguono più forme: natura naturale (primigenia),
natura agricola (lavorata e trasformata dall’uomo), natura giardino (pende dalla parte dell’arte,
tutto é arti cio).

Paesaggio e tecnologia: il paesaggio é anche legato a fenomeni tecnologici. Nel 1400 abbiamo la
pittura ad olio, la stampa, la cartogra a moderna, la riscoperta della prospettiva centrale, la
nestra moderna,…il paesaggio non é il risultato di queste tecnologie, ma ci aiutano a pensarlo e
visualizzarlo. Con l’invenzione di alcuni apparecchi, gli artisti potevano osservare con più
precisione il mondo esterno.

Paesaggio urbano: attenzione, é un termine ossimorico (paesaggio dovrebbe essere qualcosa di


anti-urbano, altro rispetto alla città).

Vista di Toledo: rappresentazione della città. È un’interrogazione sui modi di rappresentazione (da
una parte frontale, da una parte la mappa della città). Tematizza lo sguardo; é un paesaggio
urbano?

Architettura del paesaggio: nascono gli architetti del paesaggio circa due secoli fa. Non é facile
de nire l’architettura del paesaggio. Fin dove é architettura e dove é paesaggio?

Lezione 2

Pensare in modo critico il paesaggio. Il paesaggio appartiene alla sfera estetica (la stessa delle
opere d’arte), caratterizzata da un’impossibilità di indicarne il senso ultimo; richiedono delle
spiegazioni “senza ne”, bisogna capire come interpretarli, perché le interpretazioni sono
molteplici. L’estetica nesce nel 18esimo secolo e si occupa del bello, del gusto, della percezione
estetica e esiste una correlazione tra l’estetica e il paesaggio (che é un fenomeno estetico). Il
paesaggio va distinto come fenomeno estetico dall’uso che ne fanno i geogra (si confonde il
territorio con il paesaggio, che non può essere misurato o rappresentato - perché va mediato dal
nostro sguardo; é quindi soggettivo).

Video: western anni 60. Il paesaggio é fondamentale nella parte utilizzata dai registi in cui noi
abbiamo un solo piede nel lm -> dove appaiono le informazioni subliminali (generico). Le società
che si occupano di cinema utilizzano il logo della montagna (qualcosa di grande, sublime), la
musica suggerisce un idillio (promette un ambiente paci co, perfetto) e il primo fotogramma é un
paesaggio all’interno di un rettangolo (formato) che proviene dal mondo pittorico; é un paesaggio
caratterizzato e caratterizzante. Come tanti dipinti tipici del 500-600, questo paesaggio lmico si
sviluppa su almeno tre piani (nel primo piano nella tradizione della pittura europea serve come
luogo di una narrazione, accade qualcosa, qui si ha l’arrivo di qualcuno, il secondo piano qui é
racchiuso tra la vallata e le montagne che rinchiudono l’orizzonte c’é la natura con la catena
montuosa come un muro e la stessa natura ma in forma più civilizzata. Natura vera e propria VS
natura antropizzata. Si vede qui la di erenza tra la pianura e la montagna - opposizione spesso
utilizzata nelle scritture sacre. È una pianura caratterizzata dal ume che si contrappone alla terra
delle montagne -> il con itto nel western gira attorno al controllo dell’acqua).

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Il secondo fotogramma viene riempito da un personaggio (il principale cowboy), una gura
bucolica (mondo pastorale) che ha uno sguardo dall’alto (anche nel passato il cavaliere aveva un
potere sull’altro, la persone che guarda dall’alto al basso) - il messaggio é “attenzione, fai il bravo
che se no ti ammazzo” -> potere di controllare gli altri.

Si ferma, guarda, controlla e vediamo con gli occhi del cowboy questo paesaggio. Questo
paesaggio positivo, edenico, viene valorizzato attraverso lo sguardo di questo personaggio.

Terzo fotogramma: il cowboy é il puntino nero che attraversa questa pianura. Questa pianura
porta con sé un’ulteriore informazione (la vediamo da un nuovo punto di vista). È un deserto, c’é
poca acqua e dunque il deserto nell’immaginario nord-americano é molto importante perché ci si
spostava dalla east coast verso la west coast e strada facendo, i colonni attraversano molte zone
di deserto che é una zona arida e disumana ma anche (nella prospettiva cristologica) di
accoglienza (San Girolamo di rifugia in un deserto per tradurre la Bibbia), é come un luogo fonte di
ispirazione / rigenerazione.

Il cowboy qui é un piccolo puntino nell’immensità del mondo. Il paesaggio viene quindi usato per
parlare di cose che sono importanti nel lm. Gli USA mette avanti l’individualismo, la cosa più
importante é la libertà, essere padroni di tutto. C’é da una parte l’individualismo, ma anche il
cowboy, come qualsiasi essere umano, per migliorare il suo stato di vita deve entrare in relazione
con qualcuno…quindi come posso rimanere me stesso e dare senso alla mia vita, essendo parte
di un contesto?

Quarto fotogramma: i paesaggi cambiano e cambia il senso. Questo é un paesaggio da cartolina


con il cervo. È un nuovo eden, con delle alpi che rinchiudono tutto in uno spazio idillico, in questo
spazio gli spettatori vivono una scena idilliaca perché ci sentiamo protetti, e se questo non
dovesse bastare, arriva il cowboy a proteggerci. Chi vive qui vive con la natura, in simbiosi con
essa. La natura viene edulata, venerata -> c’é un culto della natura. Noi entriamo in una sfera in
cui vivono degli umani che hanno costruito qualcosa ma che rispettano la natura (rispetto che si
manifesta attraverso l’architettura vernacolare - Legno = materiale che rappresenta la natura).
Cerbiatto = sfera del mondo addomesticato, l’animale selvaggio é diventato quasi domestico.

Quinto fotogramma: bambino (apparentemente innocente). Siamo nella doppia prospettiva


dell’animale e del bambino che osservano l’arrivo del personaggio (cowboy), che viene visto
come un idolo.

Poi vediamo l’architettura vernacolare, la maniera di vivere e un segnale bucolico molto forte:
ciminiera sul tetto con del fumo che é un segno, il segno del fuoco (nella sua prima egloga Virgilio
parla di fumo che parte da una capanna di pastori = idea di luogo abitato).

Tutto é simbolico, ci sono molti messaggi: il padre sta tagliando la legna = ciò che incontriamo é
una famiglia: padre, bambino e madre (ricorda la rinascita di un nucleo cristiano originario, anche
a causa della capanna vernacolare. Giuseppe era falegname e Maria bionda con gli occhi azzurri).
Ci rimandano a una storia culturale densa. Ma c’é anche l’intruso -> cowboy visto come terzo
incomodo, perché la donna attraverso lo sguardo dalla cucina lo guarda e smuove i suoi ormoni)
-> storia parallela alla storia brutale e violenta dei western.

Arriva il cowboy (= incarnazione della libertà americana), l’acqua scorre e inizia il lm.

Che cos’é il paesaggio, che senso ha?

C’é un’onnipresenza del paesaggio nel nostro mondo contemporaneo, anche nelle pubblicità
(questa utilizza il legame tra un natel e il paesaggio, la possibilità di creare dei paesaggi, di
cercare i bei paesaggi -> non é naturale, ma altamente culturale, che ci viene permesso anche
grazie alla tecnologia che crea dei paesaggi quasi più belli di quelli che vediamo con i nostri
occhi; salvaguardiamo il paesaggio nella memoria digitale).

Negli ultimi 25 anni questi schermi sono diventati molto importanti e nella pubblicità vengono
ornati con dei paesaggi che ci ricordano il sublime (scoperto solo alla ne del 600), é un
paesaggio che a ascina, ha valore, é un oggetto culturale che viene venduto e rappresentato.

Noi sappiamo come il paesaggio viene utilizzato per l’industria del turismo, che é diventato in
gran parte un turismo paesaggistico (si viaggia per vedere dei bei paesaggi, non per incontrare
altri). Tutto ciò non é naturale, ma é il risultato di una trasformazione culturale.

Sono paesaggi da cartolina postale, ma non sono innocenti o universali. Ancora 50-60 anni fa se
uno andava in certe regioni della Sicilia e dicevi a un contadino “che bella spiaggia”, lui non era
d’accordo, perché non aveva uno sguardo estetico, gli importava solo che il mare fosse pieno di
pesci -> prospettiva in parte distrutta con l’arrivo della tv, che ci impone certi modelli da seguire
(in questo caso i paesaggi esotici) -> standardizzazione dei paesaggi. Ci trasportano in un altro
mondo utilizzando il paesaggio.

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Il paesaggio viene anche costruito (Giappone), in maniera arti ciale, come attraverso la creazione
di spiagge nto (attira l’interesse delle persone che quasi preferiscono questa natura perfetta a
quella reale) -> la natura diventa modello per un paesaggio anche completamente arti ciale. La
costruzione di una natura arti ciale ha come prezzo la distruzione della natura stessa. La natura
arti ciale ci fa sentire più sicuri.

Molti fattori hanno in uenzato la nostra relazione con la natura: non esiste natura senza
paesaggio, ogni cultura ha la sua relazione con la natura, ma solo certe culture sviluppano una
cultura con il paesaggio. Nella cultura ci devono essere delle parole che vogliono dire quello di cui
vogliamo parlare. La parola “Paesaggio” é nata attorno al 1500, i greci e i latini non hanno mai
conosciuto e avuto dei termini che parlavano e indicavano il paesaggio. È un termine moderno,
inventato ad arte per indicare un oggetto particolare, la pittura. Un cultura del paesaggio esiste
solo con la rappresentazione linguistica, rappresentazione letteraria, rappresentazione
giardinistica,…

Il paesaggio é un fenomeno completamente europeo é un certo modo di interpretare il mondo che


ha reso possibile il paesaggio.

Persona che guarda dal nestrino del treno per vedere il paesaggio: ha una vista totalizzante, un
controllo visivo -> il paesaggio é quindi collegato all’attenzione visiva.

Il soggetto, é caratterizzato dai 5 sensi e quello più importante é la vista -> paesaggio = risultato
di un inter che ha a vedere con la vista, il modo in cui noi rappresentiamo il mondo.

Per noi, utilizzare un natel così é automatico, ma non naturale e reso possibile da una tecnologia e
da una storia che é collegata alla possibilità di ssare il mondo in questo modo. Il paesaggio é la
possibilità di arrestare un pezzo di paese, di natura e di trasformarlo in una vista. Questo diventa
possibile grazie agli occhi dei natel, molto più potenti dei nostri stessi occhi.

Il paesaggio e la soggettività sono legati, perché quando analizziamo un fenomeno visivo, siamo
sempre esposti a qualcosa che riguarda la nostra stessa identità.

Il modo in cui ssiamo il mondo ha delle ripercussioni.

Intorno al 1900 gli apparecchi fotogra ci avevano una certa dimensione -> c’é stata una storia
tecnologica.

La storia del paesaggio é connessa in modo complesso anche con la storia della tecnologia
(soprattutto di tecnologie scopiche).

Quando pensiamo agli apparecchi fotogra ci, uno degli aspetti più importanti é la parte che ci
permette di riprendere i paesaggi in maniera perfetta, bisogna captare con precisione l’immagine
esterna.

Velo/reticolato: inventato nel 400, viene popolarizzato nel 600 come strumento ottico per
controllare il mondo esterno e trasporlo su un supporto -> operazione di traduzione dell’immagine
paesaggistica nella memoria digitale. Questi reticolati permettono di guardare con più precisione
e tradurre una realtà complessa in maniera più semplice.

Il paesaggio che fa parte del nostro modo odierno, in verità é il risultato di un processo storico
che in Europa inizia nel 1400 -> si cercava di vedere e trasporre meglio con delle tecniche.

Claudglass: strumento per vedere il paesaggio attraverso degli specchi ed altri aggeggi, perché i
nostri occhi non sarebbero bastati di fronte a tanta complessità -> ed é quello che fanno anche i
nostri natel.

Sugli apparecchi fotogra ci di oggi troviamo anche il “modo paesaggio”: il paesaggio é uno degli
elementi chiave. Il paesaggio va quindi incorniciato, é un ritaglio di natura che vogliamo mettere in
evidenza rispetto al resto -> Le Corbusier ne ha fatto uso nella villa Savoy -> aperture esterne per
inquadrare dei pezzi di natura, la casa é una specie di macchina di osservazione del paesaggio.

Finestra = mezzo di creazione di paesaggi.

Il paesaggio può anche far vendere: imballaggi con rappresentato il paesaggio.

Lezione 3

“Paesaggio” viene utilizzato in due modi diversi come parola: il primo utilizzo automatico indica la
visione che abbiamo “ho visto dei paesaggi magni ci” -> é un utilizzo che ha come riferimento un
fenomeno mentale, utilizziamo il paesaggio quando riferendoci a una certa realtà, questa realtà é
in verità un fatto mentale, un momento in cui noi siamo come sotto l’in usso di un ritaglio di
natura e in quel momento se dovessimo identi care questa realtà utilizziamo questo termine ->
sono paesaggi che esistono solo nella mente delle persone e grazie ad essa. Il paesaggi é ciò che
avviene grazie alla mia mente quando una realtà si impone in quanto paesaggio. Questo tipo di
paesaggio si può de nire e mero, probabilmente non lo vedrò più come l’ho visto in quel
momento. Nella foto dei due anziani che passeggiano, il paesaggio é quello che si concretizza ai
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loro occhi, mentre il fotografo vede due persone nel paesaggio. È un senso automatico per
questa parola.

Il secondo uso del termine é completamente diverso, non é qualcosa di e mero, ma é duraturo,
materiale e meccanico -> si tratta di opere d’arte, un dipinto che rappresenta un pezzo del
mondo, di natura, che noi chiamiamo paesaggio. È quindi un oggetto. Si riferisce alla pittura,
soprattutto europea che dal 1300 sviluppa questo genere che rappresenta anche il paesaggio.

La successione tra i due signi cati non avviene in maniera dal primo termine al secondo come
possiamo pensare, ma prima nasce il paesaggio come oggetto e solo qualche secolo dopo si
caratterizza il paesaggio come esperienza e mera. L’esperienza del paesaggio é quindi una
possibilità recente -> prima le cose erano diverse. Non si vedeva l’insieme delle cose, ma gli
elementi come singoli (un lago, un albero,…), l’insieme delle cose iniziamo a vederlo nei dipinti.

La pittura é in 2D, ma con certi mezzi che si sviluppano nell’arte, riesce a suggerire una spazialità;
vediamo nel dipinto come il paesaggio é rappresentato (all’inizio non si osava ancora dipingere
dei paesaggi vuoti, ma ci é voluto molto tempo prima di far si che il paesaggio diventasse
autonomo). Lo sfondo paesaggistico ha un orizzonte molto alto (prospettiva di grandangolo).

Vediamo che all’origine il paesaggio é un dipinto (in varie tecniche), o un disegno (prima opera di
Leonardo, 1473): applica la prospettiva centrale e il paesaggio (il primo libero della storia, non ha
elemento narrativo) é comunque antropico -> il punto di vista é in alto (in Europa per vedere il
mondo lo si faceva con un punto di vista che creava una distanza per vedere molto più
paesaggio). Secondo elemento antropico é che ciò che Leonardo vede é una natura controllata
dall’uomo (castello con giardino, torri,..non é una natura selvaggia, che verrà poi rappresentata
dopo molto tempo).

Sono i pittori, scrittori, viaggiatori, che scoprendo il paesaggio all’interno del loro atelier hanno
insegnato a noi tutti di contemplare dei paesaggi. Quindi in primo luogo il paesaggio é una
rappresentazione pittorica complessa. L’occhio dell’artista é istruito alla realtà paesaggistica che
poi imprime su un foglio.

Per secoli un paesaggio sarà una composizione artistica che riesce a tradurre una realtà in 3D
dall’esterno alla carta/tela, in modo tale da farce contemplare come un paesaggio.

La storia del genere paesaggio é collegata all’Europa (termine usato circa attorno al 1500 in Italia)
e inizia a Siena, nel Palazzo pubblico (comune, potere della città) costruito nel 1200, all’interno del
quale, nella sala del Mappamondo, troviamo la prima rappresentazione paesaggistica moderna ->
é una sala di rappresentazione, che esprime l’orgoglio civico. Verso il 1350 il governo ordina a un
artista di dipingere una grande allegoria (l’allegoria del buon e del mal governo) - un modo di
rappresentazione dove tutto ciò che non é materiale viene rappresentato da gure che lo
materializzano in modo tale da farcelo vedere (una donna rappresenta la pace, per esempio). Sulla
parete c’é una doppia rappresentazione: a sinistra una veduta della città di Siena celebrativa, con
delle informazioni sulla città. Qui vediamo anche come il paesaggio é quello che sta fuori dalle
mura della città. Vediamo che é un mondo costruito quello di Siena del 1300, dive c’é energia,
vediamo rappresentati molti mestieri -> vediamo quello che avviene all’interno nella città con
questo proto-paesaggio (é un paesaggio contadino, i contadini vengono qui rappresentati per la
prima volta mentre lavorano nei campi - ulivi, frumento e grano rappresentano Siena anche al
giorno d’oggi; non é ancora un paesaggio perché non ha un solo punto di vista, ma di più; c’é il
mare, che da Siena in realtà non lo vedremmo - é un mix di elementi geogra ci). Dove la città é
negativa, questa violenza di esprimerà anche nella rappresentazione del paesaggio. Dove ci sono
scambi, vita,…la città é positiva.

Martini, sempre nel palazzo di Siena, 20 anni prima, dipinge un cavaliere che ha fatto delle
conquiste territoriali per la città di Siena (due villaggi), in segno di gratitudine, come un modello da
seguire. I villaggi sono rappresentati in maniera simbolica (molto poco realistica, sono dei villaggi
“maldestri”). È un modo di rappresentazione che ci interessa perché prima del 1300, per molti
secoli, le rappresentazioni che esistevano erano simboliche; dal 1400 in poi si impone il
Cristianesimo in Europa e per il mondo cristiano utilizzare delle immagini per rappresentarlo é
molto problematico (i preti leggono la Bibbia e quindi non hanno bisogno di immagini, mentre la
popolazione é analfabeta, quindi per convincere il popolo servono delle rappresentazioni) ->
l’immagine deve parlare a gente che non sa leggere e convincerli attraverso queste. Sono
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rappresentazioni estremamente simboliche, sembrano delle caricature, ma l’importante era
rimandare al verbo, al senso. Verginità espressa attraverso un ore, gli agnelli rappresentano i
discepoli,…ciò che contava era mostrare l’essenziale e far capire ciò che stava accadendo e il
messaggio che ne era nascosto. È più facile in questo modo convincere le persone che quello
che c’era nella Bibbia era vero.

Nell’epoca della nascita di Cristo, nell’impero romano c’era un’arte di rappresentazione


so sticata, che possiamo de nire quasi “paesaggistica”, dipingevano delle scene letterarie,
paesaggi che hanno un legame con la letteratura. A Roma esisteva un genere pittorico che erano
la trasposizione di scenari letterari ripresi da Omero. C’era molto realismo pittorico che poi in un
certo senso scompare e ricomparirà poi nel 1300, quando lo stile maldestro andrà a scomparire a
sua volta.

Giotto: combina elementi nuovi e vecchi: le montagne sono molto simboliche, come gli alberi, la i
corpi e gli abiti sono rappresentati con molta attenzione invece.

Blu: molto costoso, ma vivace e forte, che va a sostituire lo sfondo dorato che trovavamo in
precedenza (con l’oro si esprimeva l’eternità, loro sono immortali), poi l’oro verrà concentrato solo
nell’aureola. Con il blu del cielo si introduce così il realismo, anche se rimane maldestro, perché
Giotto tende a concentrarsi soprattutto sul realismo dei corpi e dei vestiti.

Inizio XV secolo: la pittura, in gran parte ancora religiosa, sopravvive ancora allo sfondo dorato, si
veste di spazialità specie nei corpi e nel abiti, in modo tale da dare l’impressione della spazialità.
Questo realismo inizia a contrastare con gli sfondi del paesaggio ancora molto maldestri.

Se un artista inizia a interessarsi si corpi umani, automaticamente anche ciò che é sfondo dovrà
essere dipinto con maggiore realismo.

Nasce la prospettiva centrale (riscoperta da Brunelleschi) -> crea l’illusione spaziale, e quindi un
senso di 3D -> innovazione che entra lentamente nella prassi dei pittori.

Costruzioni spaziali con un certo orizzonte!

Lezione 4

Paesaggio: in alcune lingue e culture non esiste questa parola. Nella cultura antica romana non
c’era un termine speci co per indicare il paesaggio (usavano le parole luoghi, siti,…ma non
paesaggio).

Per il nome anche di molti oggetti bisogna aspettare molto prima che gli venga dato.

Nell’antichità romana, prima e dopo la nascita di Gesù, per circa 200 anni, sviluppano una “moda
paesaggistica”, che noi oggi possiamo chiamare “paesaggi antichi o pastorali, bucolici” nei quali i
protagonisti sono dei contadini, dei pastori. Erano dei piccoli pezzi di paesaggio, degli a reschi
(direttamente sul muro) -> paesaggio = ritaglio di natura o paese visto da un certo punto di vista.

Vedere il paesaggio vuol dire compiere un atto immaginativo attraverso queste pitture -> quando
siamo a una distanza giusta il paesaggio di apre, acquista una sua spazialità (che viene nta
attraverso la pittura, che poi lo spettatore rende esistente con la sua immaginazione).

Queste rappresentazioni aprono nella nostra mente l’idea di spazio, completamente immaginata
da noi, é una spazialità che diventa concreta perché abbiamo 3 piani: il piano narrativo, quello
intermedio e quello delle montagne che de niamo sfondo).

Il paesaggio é ovviamente legato allo spazio, qualcosa di totalmente universale, perché non esiste
persona che non si orienta all’interno di questo spazio.

Sono sempre rappresentazioni che contengono elementi spaziali (sia nei dipinti che nelle
fotogra e).

Secondo Kant esistono due forme che prendono vita solo nell’immaginario dell’uomo: lo spazio e
il tempo; che non possono esistere nel mondo come se fossero degli oggetti, degli animali,…

Il paesaggio, come la pittura in generale, é come “fuori dal tempo”, immobile (immobilità della
pittura, ma anche dello spettatore che la osserva). La pittura é quindi a-temporale, eterna, é fuori
dal tempo e non evolve più.

Questo paesaggio, sul piano semantico che riguarda gli oggetti e la costellazione rappresentata, é
però intriso di tempo: vediamo un ponte vetusto, risultato di un’azione umana e che quindi ha una
sua temporalità, così come la vita della persona umana o degli animali. Sotto il ponte scorre un
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ume (cultura bucolica) -> Teocrito inventa “l’idillio” in cui parlano dei pastori, Virgilio riprende
questa tradizione e traspone “l’idillio” nella cultura latina e comincia la sua carriera scrivendo le 10
bucoliche (poesie pastorali) con protagonisti dei pastori. Il genere pastorale é l’unico in cui la
natura appare. La tradizione bucolica é quindi molto importante; anche il cowboy in realtà é
semplicemente un vaccaro.

La poesia pastorale é quindi un modello che sopravvive ancora oggi, anche nel rap.

L’acqua che scorre diventerà un topos fondamentale del paesaggio e già Eraclito usa l’immagine
dell’acqua per parlare dell’irreversibilità della nostra vita. La nostra vita é caratterizzata soprattutto
dalla nostra mortalità. Noi siamo vivi ma tutto questo é una sfera anche caratterizzata dalla
malinconia della mutalità delle cose. -> queso lo vediamo nel primo piano del dipinto.

Il piano intermedio é “sacro”, con edi ci che potrebbero essere legati a una qualche forma
religiosa. Sono architetture abbandonate, la dove le immaginiamo con delle persone, si può
vedere una doppia temporalità: quella degli artefatti come risultati di costruzioni, l’assenza di
persone che identi ca le architetture come rovine e terzo se immaginiamo questi luoghi sacri
circondati da esseri umani, questo sarebbe il tempo sacro, di condivisione con le divinità.
Vediamo il tempo della natura, la quale non ha orologi, ma ha la sua temporalità che in parte ci
riguarda (giorno e notte, stagioni,…).

Già 2000 anni fa, nella Roma antica esistevano tipi di pittura in cui i romani avevano già una
conoscenza empirica della prospettiva.

Verso il 1450 si ricorrerà a dei nuovi termini, tra cui “paesaggio” per avere come riferimento un
nuovo tipo di pittura, quella “paesaggistica” che non era il genere più importante però. Ci vorrà
almeno un secolo a nché il paesaggio acquisti un ruolo maggiore. Il paesaggio é un genere che
pone in sé certi problemi e quindi il paesaggio entra nel sistema della pittura attraverso delle
piccole nestre nei libri di preghiere, erano come delle Bibbie illustrate. Qui i pittori illustrano una
fuga in Egitto, con un piccolo paesaggio. Intorno al 1450-1480 vediamo dei pittori che iniziano a
interessarsi tanto dei paesaggi e vediamo quindi un cambiamento -> il paesaggio é molto più
presente (pittore Patinir), lui é più interessato al paesaggio che alla scena stessa. Nei suoi dipinti
posa l’orizzonte molto in alto e più é in alto, più la rappresentazione sarà grand-angolare e quindi
può anche entrare molto più paesaggio (si parla di “paesaggio-mondo”).

Fa vedere un posto deserto in un paesaggio a lui famigliare.

Gesù nella barca: la scena viene quasi incollata in un paesaggio-mondo gigantesco (si potrebbe
benissimo togliere quella barchetta e avrebbe comunque senso). Sulla sinistra vediamo vari angeli
vicino a una foresta, sulla destra c’é invece una città che sta bruciando con degli esseri
mostruosi.

Pittori come Patinir creano una moda e a un certo momento si inventa questa nuova parola
“paesaggio”.

Van Heyck: gli viene attribuita l’invenzione della pittura ad olio, erroneamente. Ma ha perfezionato
e migliorato questa tecnica. E con lui vediamo la nascita di questa pittura molto più precisa, con
dei dettagli molto più approfonditi. Vengono de niti dei “dipinti portatili”, il 400 é l’epoca in cui si
iniziano a tralasciare gli a reschi, e si iniziano a produrre tele trasportabili, in modo che i principi
potevano portare con loro dei pezzi della collezione per mostrarla agli altri aristocratici quando
andavano a trovarli.

“La vergine del cancelliere Rolland”: caratterizzato da un dualismo radicale. C’é una parte interna
con il cancelliere che sta pregando sulla Bibbia mentre guarda la Vergine Maria, Gesù e
l’arcangelo Gabriele -> é nella prospettiva della “visione”. È quello che dovrebbe fare ogni
credente, non perdendosi nella contemplazione del mondo. Ci indica quindi un modello di vita da
seguire. All’interno dell’edi cio religioso sono protetto e devo quindi non uscirne.

Poi davanti ai nostri occhi si apre, attraverso questa nestra, il mondo in maniera molto potente,
con la nascita del mondo come paesaggio. Se all’interno tutto é silenzio, immobilità,…all’esterno
si apre il mondo, divisi da una specie di terrazzone che é la soglia che separa il mondo esterno da
quello interno. È uno spazio pieno di pericoli. Vediamo che dove ci sono i ori siamo ancora nel
mondo di Maria, ma poi vediamo delle gazze (che indicano l’ambiguità).

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La costruzione razionale del dipinto ci porta alla persona con il turbante rosso, alle due gure che
si stanno avvicinando al paesaggio. Il dipinto evolve da un primo piano, passando al paesaggio
uviale, interrotto in un primo tempo da un ponte.

Le due persone, probabilmente, sono due nani.

Tutti i dipinti veramente importanti sono anche delle ri essioni sul “vedere”. La percezione é
piuttosto la visione.

Il messaggio sarebbe: “colui che di perde nella contemplazione del mondo, é curiosa, é persa…é
un nano nello spirito, non é una persona matura” quindi il dipinto condanna quest’immaturità,
dovuta alla curiosità di contemplare il mondo anziché Maria.

Il pittore però é un uomo moderno, e vuole comunque mostrare il mondo, lo vuole divorare con gli
occhi, nonostante il messaggio del quadro sia quello di non essere curiosi. Bisogna invece “avere
sete dello spazio”, e quella sete qui é molto presente.

Lezione 5

Van Heyck ha utilizzato le innovazioni della sua epoca: pittura ad olio e prospettiva centrale.

Uno dei personaggi più importanti per il paesaggio é Petrarca, conosciutissimo nel 1300, ha
vissuto in parte in esilio, e prima in Provenza (Avignone) -> ad Avignone vive nella corte dei Papi
ed é importante per 3 ragioni soprattutto: - é un uomo moderno, curioso (appetito di vedere il
mondo, di viaggiare), incarna un’apertura mentale, viaggiava per vedere come vivevano gli altri ->
atteggiamento che si stacca da quello del Medioevo (mondo chiuso, isolato, con poco scambio di
informazioni) -> inizia quindi in Europa un’epoca nuova, con più scambi; c’é qualcosa di pre-
rinascimentale in Petrarca - é uno dei grandi promotori della riscoperta di tutto ciò che é antico,
vuole riscoprire i manoscritti antichi, quasi in tutti i campi del sapere gli antichi hanno sviluppato
delle conoscenze che nel Medioevo sono quasi scoparsi e vengono poi ricercati dalle persone
come Petrarca durante la loro epoca; Petrarca con la sua curiosità va a cercare questi manoscritti
in molti conventi di Europa -> i testi ritrovati da loro e trascritti cambieranno poi la storia - si
interessano anche di natura, che nel mondo cristiano era vista male, era imperfetta, brutta,
negativa,…la negatività della natura é data dai due momenti essenziali della storia umana (Adamo
ed Eva che hanno tradito Dio e sono diventati mortali) - diluvio universale: 40 giorni che
sterminano la prima umanità (tranne quello che salva Noé) e comincia una seconda umanità
quando Noé e suoi amici ripopolano il mondo -> ma sarà una natura non più perfetta.

La natura selvaggia non é mai positiva o apprezzata (prima del 1600 nessuno considerava belle le
Alpi, ma venivano considerate della punizioni divine, a causa del peccato originale).

Solo nel momento in cui la natura non fa più paura, inizia a esserci l’epoca di Petrarca, che prima
di lui era molto più sconosciuta.

Le persone curiose hanno quindi recuperato il senso antico della natura. Petrarca si é interessato
della natura. Dove viveva costruiva dei giardini, é un po’ l’antenato dei paesaggisti.

Perché costruisce dei giardini e come lo fa: se ne va da Avignone (c’é troppo rumore, non riesce a
creare) e va a abitare ad un 30ina di chilometri, in un posto selvaggio, alle sorgenti di un ume. Fa
costruire sue giardini, uno per Apollo e uno per Dioniso e tiene delle agende in ci scrive cosa
pianta, come cresce,…

È l’autore del canzoniere e cambia la storia della poesia, in che modo? la poesia, letteratura in
generale, é sempre la storia di relazioni amorose che non funzionano, all’epoca del Petrarca,
invece, era una letteratura legata alle Corti, all’amore impossibile di una dama. Più l’amore é
impossibile, più é eccitante…quindi scrivono molto di queste cose e Petrarca lo riprende, ma
aggiunge un elemento nuovo, perché da un’importanza maggiore alla natura, la fa entrare nella
poesia. Petrarca é qualcuno che in modo rivoluzionario fa entrare nella poesia un linguaggio
legato alla natura -> atto rivoluzionario! Albero, cielo, nuvole,…

È una persona che conosce molto bene la letteratura antica, dove c’erano degli autori che
facevano qualcosa di simile (tipo Orazio, che si trasferisce fuori Roma alla ricerca della
tranquillità).

Petrarca nel 1336 ha fatto un’escursione che poi diventerà una lettera (genere epistolare), la
lettera del monte ventoso. È una montagna di circa 2000 m non lontano da Avignone e lui nel
1336 ha scalato questo monte per guardare dall’alto in basso. Scegliere il punto geogra co più
alto per accontentare l’appetito visivo é la stessa cosa che fanno i due personaggi curiosi di Van
Heyck (guardano dall’alto in basso).

La lettera parla dell’ascensione del monte con suo fratello, é dura, arriva in alto e in un primo
momento é frastornato da ciò che vede, perché non aveva l’abitudine di quello sguardo e la prima
reazione é di essere stupito, poi fa un giro di 360° e dopo un certo momento inizia a ri ettere sulla
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sua vita. Ha portato con se le confessioni di S.Agostino e ne legge un pezzo e si arrabbia con se
stesso perché invece che pregare ha scalato un monte.

È anche considerato un po’ il primo alpinista.

Dipinto van Heyck: la rappresentazione della natura é molto più tradizionale, simbolica,…poi nel
1400, man mano che avanziamo nella storia dell’arte vediamo come, soprattutto nei paesi del
Nord Europa, la pittura religiosa continua a mostrare persone sacre, ma tipo la nestra inizia a
collegare il mondo interno con quello esterno e c’é quindi un maggiore attenzione nei confronti
del paesaggio.

Prima opera di Leo Da Vinci, 1473: viene considerato il primo paesaggio libero della storia. Qui
non c’é nessuno, vediamo solo il paesaggio, non ha bisogni di altri elementi per avere senso.
Probabilmente non é un’opera compiuta, ma un disegno preparatorio, uno schizzo,
un’osservazione privata.

Se lo consideriamo uno dei primi paesaggi liberi, vediamo almeno 3 elementi importanti: il punto
di vista permette una vista d’insieme, di abbracciare il mondo come paesaggio, é un punto di
vista alto; in alto a sinistra vediamo delle linee tratteggiate orizzontali e perpendicolari, sa già
utilizzare quindi l’invenzione della prospettiva centrale; in Europa e nella pittura europea
“paesaggio” voleva dire “paesaggio culturale”, quindi che non sono selvaggi per le ragioni legate
alla negatività e dicevamo prima, mentre qui é un paesaggio occupato dall’uomo.

Leonardo é molto curioso, si interessa molto alla natura nello stesso modo in cui lo facevano i
greci (si chiedono che cos’é la natura, si facevano delle domande) e Leonardo quando fa gli
schizzi di terremoti, smottamenti, catastro ,…é interessato dalle forze dinamiche che esistono in
natura (studia molto anche il movimento dell’acqua, il volo degli uccelli,…) possiamo dire che non
guarda solo la natura, ma anche dietro di essa.

Scopre che rappresentare il paesaggio (sfondo dei dipinti con un ritaglio di natura), gli da un
possibilità strordinaria per dire delle cose in modo visivo che altrimenti non sarebbero dicibili.

Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele: il paesaggio nella pittura permette di suggerire certi stati
d’animo, una certa atmosfera, senza usare le parole.

La dialettica tra le gure e il paesaggi può quindi essere sfruttata in maniera molto intelligente.

Nelle due donne con Gesù il paesaggio anticipa la catastrofe si Gesù che é nato per poi morire
per noi, é un paesaggio cupo. Per l’atmosfera si capisce quindi che il paesaggio é un elemento
molto utile, perché può anticipare le cose, così come le espressioni dei volti. Il paesaggio é anche
un elemento suggestivo. Ponte: l’acqua che scorre é simbolo della vita che anch’essa scorre.

Leonardo prepara quindi il terreno per la grande pittura paesaggistica. Si interessa anche di
botanica, ori, piante,…si interessa anche a tutto ciò che troviamo come resti del mondo organico
(fossili)

Anche con Dürer vediamo come inizia a interessarsi di natura, con il massimo dell’esattezza
possibile.

Rinascimento: le persone diventano curiose, vogliono conoscere il mondo.

Vivono però in un’epoca complicata, quasi avrebbero voluto un’altra catastrofe.

Altorf, Dipinto Battaglia: contano più di 30’000 persone rappresentate.

Tiziano, Venere dormente: i paesaggi n qui erano religiosi, ma ora c’é un nuovo elemento
mitologico, c’é Venere.

Il paesaggi diventa uno sfondo sempre più importante.

Bellini inizia a rappresentare anche la luce, come nell’allegoria sacra. Il paesaggio é molto più di
uno sfondo.

Il paesaggio nel rinascimento diventerà sempre più importante.

Lezione 6

1500: il genere paesaggio comincia a essere riconosciuto. Nella pittura europea il paesaggio
all’inizio non era un genere importante, ci sono voluti due secoli per farlo diventare un genere
indispensabile. Man mano i grandi artisti danno sempre più importanza al paesaggio, come
Bellini: ci sono gure sacre e religiose, ma il secondo protagonista é il paesaggio che é inventato
ed osservato. Si ispirava a dei paesaggi veneti che conosceva, ma era anche un paesaggio che
lui si inventava (come per esempio il ume o gli elementi che vediamo sull’altra sponda).

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1600: guardiamo i pittori nordici, soprattutto olandesi, che ci fanno confrontare con una situazione
nuova -> é il grande secolo del paesaggio dipinto. La borghesia colta investe in dipinti in questo
momento, tutti investono nell’arte.

Veermer: sono degli interni, ma é sempre presente una ri essione anche sul mondo esterno.

Ragazza in una camera abbastanza ricca, con una nestra che le permette di proiettarsi in un
esterno -> c’é un dialogo tra la vicinanza (che vediamo noi) e la lontananza (che vede lei). La luce
che entra é sinonimo e metafora del mondo esterno - la luce porta quindi da un mondo all’altro.
Nello stesso dipinto include un quadro, una mappa dipinta sul muro -> c’é un gioco di “specchi”.
Mappa che mostra l’Europa e soprattutto i Paesi Bassi.

Anche in un altro dipinto Veermer mette due persone, una giovane e un uomo (che ha viaggiato e
viene da fuori), la ragazza sembra proiettarsi verso il fuori, forse anche lei vuole fuggire da questo
nido protetto (la nestra ne é la metafora). Mappa che mostra dei possedimenti dei Paesi Bassi -
altre forme di rappresentazione all’interno della sua rappresentazione pittorica.

Veermer, il geografo: é portato a osservare. Sulla destra vediamo un’altra cartina del mondo. Il
globo (la geogra a, specie nel 600, voleva dire considerare il mondo in ciò che lo
contraddistingueva come globo). Questi interni di Veermer sono anche un modo di pensare
l’esterno pur rimanendo all’interno.

Vista di Delpt (città di Veermer): é considerata la rappresentazione più straordinaria e precisa della
realtà esterna prima dell’arrivo della fotogra a. Viene, a volta, catalogato come “paesaggio
urbano”: termine inventato in un ambiente francofono; é un ossimoro; come facciamo a dire che
un ambiente urbano (muri, costruzioni,…) può anche essere paesaggio? Il paesaggio é sempre in
relazione con la natura, che ha una sua temporalità, mentre la città ha una temporalità arti ciale.
Nelle città tutto é organizzato in modo temporale, e più le città sono civilizzate, più il tempo é
importante, vivere in città signi ca accettare la temporalità che essa impone.

Il dipinto ha una precisione, per essere così preciso, esatto, Veermer ha dovuto utilizzare una
camera ottica. Utilizzano un “quadrato” per riuscire ad osservare meglio.

Il 600 viene chiamato “secolo delle scienze” ed é caratterizzato da due fenomeni che ci fanno
capire meglio il successo del paesaggio. In Europa si scoprono il telescopio e il microscopio
(all’origine di una crisi straordinaria alla quale la pittura nordica reagirà e porterà al trionfo del
paesaggio). Quando Galilei prende il telescopio e lo da a un cardinale dicendogli di osservare, lui
non vuole “é il tubo del diavolo” -> non aveva completamente torto, perché questi strumenti
fanno vedere lontano come i nostri occhi non riescono a fare -> vuol dire che quella certezza che i
nostri occhi ci mostrano la realtà viene smontata e scombussolata perché alla luce di questi
strumenti ci rendiamo conto che non vediamo il mondo come tale, perché non é accessibile alla
vista -> si scopre la relatività dell’uomo. Anche i nostri occhi sono relativi, non sono assoluti. Non
saprò mai ciò che il mondo é in verità. La certezza che la vista umana ci permette di comprendere
immediatamente il mondo, scompare. Quindi, gli strumenti ottici, bilanciano questa crisi. Ci fanno
osservare la natura con maggiore precisione.

Il telescopio destabilizza l’insegnamento della meta sica degli ultimi due secoli, non siamo più al
centro del mondo, ma ci sentiamo quasi persi. Tutto il 600 é caratterizzato dal trauma di trovarsi in
un mondo in nito, mentre i pittori cercano di recuperare il terreno perso.

Il sublime: nel 600 esistono collezionisti che vogliono questo tipo di dipinti; le gure umane sono
piccolissime nell’immensità della natura che occupa praticamente tutto il dipinto. Più della metà
del dipinto sono occupata dal cielo, che fa parte della natura selvaggia. Esprime un dualismo
radicale tra l’in nità del cielo e il mondo della terra che si iscrive in una striscia con delle chiese
(parte più alta), che paragonate al cielo non sono nulla, ma può rimanere un dipinto religioso, nel
quale gli esseri umani rimangono qualcosa di piccolo. Il paesaggi diventa luogo allegorico che ci
fa dire che noi camminiamo in un sentiero che non é diritto, ogni tanto la vita ci sorprende o ci
blocca. La relazione tra essere umano e sfondo paesaggistico é completamente trasformato, la
natura é assolutamente immensa. La pittura del 600 cambia anche in modo radicale perché per la
prima volta, il vero protagonista non é più l’uomo, ma a natura, che riesce ad esprimere già da sé
la grandezza di Dio.

La natura in chiave religiosa non era positiva, ma stigmatizzata dal peccato originale e dal diluvio
universale.

Solo con la sico-teologia si pensa che la natura é bella per sé, anche con le catastro e le
malattie.

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600: prima crisi scopica/della visione del mondo come tale - porta con sé una de-costruzione
della coscienza umana e un senso di crisi alla quale risponderà l’arte -> siamo imperfetti ma
sappiamo comunque sviluppare le scienze.

Nel 600, nei Paesi Bassi, esiste un’altra crisi, iniziano una lotta di emancipazione verso gli
Asburgo -> ripercussioni sulla scena artistica del 600.

La ricchezza dei PB era dovuta al commercio in tutto il mondo e anche all’agricoltura. Nel 600
coltivano le mucche Olstein che danno no a 3 volte più latte di tutte le altre mucche (sviluppano
un agrobusinness estremamente importante in tutta Europa).

Gli olandesi dicono che Dio gli ha dato la terra, ma poi loro l’hanno creata. Guadagnano della
terra, coprendo il mare -> nel 600 iniziano a essere degli ingegneri. Sono dei territori piatti aggiunti
come distese all’esistente e viene canalizzato (sistema viario moderno che collega tutti i punti dei
PB utilizzando questi canali). Questo nuovo sistema é tipicamente capitalistico, poiché tutta
questa iniziativa non fu nanziato dalla municipalità, ma fu un progetto dei più grandi banchieri
che hanno investito i loro soldi per nanziare questo. Il capitale urbano, le conoscenze urbane e il
capitale umano fanno un tutt’uno e nasce un nuovo territorio. I territori del nord vengono
trasformati in una nuova situazione marcata da questi nuovi territori.

In che modo la pittura paesaggistica reagisce a tutto ciò? confrontati all’incertezza, al senso di
crisi,…la pittura reagisce dicendo che forse non sono granché, ma le tecniche pittoriche possono
portare a grandi risultati. Confrontati a quest’altra crisi di nuovi e vecchi territori, la pittura del 600
reagirà in modo nostalgico; la maggioranza della popolazione dirà che i nuovi territori porteranno
nuova ricchezza, ma sono nostalgici di ciò che hanno perso.

Ora che tutto é occupato da ciò che é nuovo, le persone si rivolgono verso ciò che é vecchio
(architettura vernacolare, rovine,..) la bellezza del mondo antico viene contemplata nel momento
storico delle novità.

Questi dipinti sono degli oggetti polisemici, non hanno un unico senso, possono anche essere un
simbolo per mostrare la potenza economica dei PB.

Lezione 7

XVII: la parola paesaggio proviene dalla pittura europea, un tipo di pittura che chiamiamo
“paesaggio” e nel XVII ci sono state grandi transizioni (strumenti ottici che cambiano la
prospettiva con la quale si vede il mondo, viaggi, scoperte scienti che,..) e qui c’é un artista
interessante, che ancora oggi quando vediamo certi tipi di paesaggi siamo seguaci di questo
pittore -> Clode Laurant: nel 600 diventa famoso, a 16 anni arriva in Italia (soprattutto Roma),
quando c’era una domanda per il tipo di pittura che noi chiamiamo paesaggio (ha come sfondo
un ritaglio di natura). Nei suoi quadri in primo luogo vediamo il paesaggio, e poi delle gure in
primo piano. Ci sono delle persone, ma ciò che lo interessa é proprio il paesaggio = saper
tracciare la forma, utilizzare in modo virtuoso i colori e lui aggiunge la prospettiva aerea.

Nel 600 a Roma, Laurant compone i suoi dipinti, viene fatto all’interno dell’atelier, non stanno in
faccia alla natura -> sono quindi paesaggi ideali e idealizzati, che mostrano si degli elementi che
possiamo riconoscere (torre, rovina,..che esistono), ma li combina in base al proprio piacere
personale.

Egloga: genere con protagonisti dei pastori -> che compaiono in tantissime tele di Clode. Nel
primo piano racconta qualcosa, perché i dipinti devono raccontare qualcosa (un incontro, una
scena della mitologia,…c’é sempre un elemento narrativo), questo era quasi obbligatorio. Questi
dipinti sono come una scena teatrale. Sono spesso paesaggi bucolici, mitologici, sacri,…sono
scene sacre e mitologiche trasposte in un ambiente bucolico. La narrazione in primo piano da il
tema del dipinto (concordato con il cliente). Per il resto il pittore ha una grande libertà.

Clode, sembra disinteressarsi delle gure, non era molto interessato all’elemento umano.
Annuncia già una “scomparsa” dell’elemento umano perché a lui interessa il paesaggio.

La luce che vediamo in primo piano non é quella che vediamo sullo sfondo -> si sono resi conto
che per rende il tutto realistico dobbiamo vedere una successione 3D che va suggerita per farci
capire che é una realtà, meteorologicamente osseravata -> con CL si vede che lui da enorme
importanza ai giochi di luce.

Un altro elemento molto interessante: CL é il pittore paesaggistico che ha avuto il più grande
in usso anche su ciò che si svilupperà poi come architettura del paesaggio; gli architetti creano
paesaggi imitando CL, é il pittore più imitato, é stato il modello più concreto.

Ci sono due elementi che ritroveremo: prima di tutto vediamo che i protagonisti non sono gli
esseri umani (magari non li dipingeva nemmeno lui), ma c’é un elemento che é molto importante
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-> i grandi alberi solitari (é quasi come un individuo), dei quali esalta la loro grandezza; spesso
rinchiude la scena tra degli alberi, li pone come dei protagonisti veri dei suoi dipinti. Un secondo
elemento molto importante: lui é un nordico che arriva in Italia, e questo insieme spesso é
interessante perché vediamo che la storia culturale, il miscuglio tra sguardo nordico e sguardo
italiano danno il risultato della sua arte.

Roma del 600: straordinario luogo per osservare la storia -> CL inventa dei paesaggi classici (lui
fa vedere quell’antichità sepolta prendendo in prestito degli elementi osservati…li compone
utilizzando un repertorio di forme classiche). Il ponte, l’albero, la torre, il mausoleo,…diventeranno
folly, quegli oggetti che nei grandi parchi e giardini del 600 in poi incontreremo e che sono
imitazioni di oggetti antichi osservati o immaginati.

Come il ponte, che entra nel repertorio di oggetti da creare se si vuole fare architettura del
paesaggio (il modello di ponte di CL é il più importante).

CL crea questi paesaggi che sono anche bucolici, di momenti di vita dove la natura sembra
essere il quadro ideale per i protagonisti. È di cile dire la temporalità esatta.

La natura é essenziale, ma in tutti questi dipinti anche se la natura é onnipresente, comunque si


deve dire che é antropizzata, occupata dall’uomo. La natura é sottomessa al controllo dell’uomo,
abbellita dall’uomo, non é una natura selvaggia. La natura é quindi positiva perché controllata
dall’uomo.

CL si permette di immaginare un’antichità perfetta, nonostante le guerre.

Un altro elemento che ritroviamo spesso da lui e che é importante é l’acqua: si interessa molto al
mare visto dalla terra ferma. Un mare che é in nito, un limite di cilmente accettabile, ma visto dal
porto c’é questo tentativo di “paci care il mare”. Crea un dialogo tra la terra e l’acqua, la forza
della terra contro lo specchio d’acqua.

CL é il pittore più in uente in termini paesaggistici ma ance in termini d’architettura del paesaggio.

Usa l’incisione per far riprodurre i suoi quadri come incisioni e quindi riusciva a divulgarli
maggiormente.

Pittoresco: non sappiamo se il concetto proviene dall’Italia o dall’Inghilterra, ma questo termine é


collegato alla pittura, vuol dire “come un dipinto”, “degno di essere dipinto”, é una realtà che
viene identi cata come un dipinto.

Marchese di Girardin: decide di costruire un giardino enorme (il primo alla inglese), pittoresco
(paesaggistico, irregolare,…), nel suo libro (1777)si chiede qual’é il modo per creare con
intelligenza e arte un paesaggio arti ciale, un tipo di giardino che sembrerà pittoresco. Tematizza
ciò che avverrà nei giardini: laghi, alberi, tempietto,…tutto arti ciale. Il marchese sia come teorico
dei giardini, sia come creatore del giardino, ci da la dimostrazione che un oggetto pittoresco é un
oggetto che sembra quasi un dipinto.

Sono dipinti che mostrano una natura pensata per sembrare un dipinto. Come i tempi che
vengono costruiti nuovi per sembrare antichi, o il lago disegnato per sembrare reale.

Pittoresco, come una pittura: possiamo utilizzarlo oggi anche con più generosità (vediamo i
giardini che vengono prima creati 2D su delle tele), danno un e etto pittorico perché riconosciamo
delle forme arti ciali. Possibilità di fare un dipinto e trasporlo in loco.

Repton: primo paesaggista in assoluto, é un pittore in partenza e la prima cosa che fa é fare una
cartina da visita (pubblicità). I giardinieri sono sempre esistiti, ma il paesaggista é la persona che
ha la vista d’insieme. Lavorava stando per alcuni giorni con i clienti e faceva degli schizzi, poi
mesi dopo tronava con dei libri dove mostrava come sarebbe diventata la tenuta con i paesaggi
creati da lui. Dava molta importanza al disegno. La persona che dipinge nei disegni non é lui, ma
é il cliente, perché Repton voleva che il cliente, per capire l’impronta che aveva dato all’insieme, si
mettesse a disegnare e dipingere, li obbligava a capire il lavoro del paesaggista dipingendo.

Il pittoresco dal XVIII ö diventato globale e internazionale.

La grammatica di Central Park é ancora quella pittoresca, tutto esteticamente architettato per
dare una struttura generale al parco.

Il pittoresco a un certo momento é diventato uno stile internazionale, ma non naturale.

Pittoresco: gruppo di alberi irregolari, sentiero, rovina,…

La realtà pittoresca: campagna bucolica, quercia,..

Il pittoresco non é qualcosa che piace naturalmente, ma oggetti belli perché ce l’hanno insegnato,
c’é stato un insegnamento estetico.

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Nel 600 nasce anche la nuova estetica del sublime: natura straordinariamente e immensamente
grande.

Ponti e laghi arti ciali, in cui la vegetazione é come se fosse un grande collage.

Rapton toglie tutti gli elementi che lo disturbano e crea ad arte un paesaggio arti ciale che
privilegia delle gure a S e i grandi alberi.

Bellezza pittoresca anche data dagli elementi architettonici.

CL é ideatore del gusto tipicamente bucolico e idealizzato, da cui prenderanno forma i giardini
inglesi.

Questo nuovo linguaggio pittoresco viene popolarizzato nel XVIII secolo grazie alle incisioni e
diventa un linguaggio universale, uno stile internazionale.

Lezione 8

Freidrich inizia un iter che ci porterà a una crisi molto importante del paesaggio -> si parlerà della
“morte del paesaggio”. Lui si é specializzato nei paesaggi e quasi sempre incontriamo delle
gure (spesso cupe).

Lui, diversamente dagli altri, ci confronta con una situazione già paesaggistica…sono paesaggi
che mostrano delle persone che sono come attirate totalmente da un paesaggio che noi pure
vediamo -> é una nuova situazione di uno spettatore (noi) che cerchiamo di capire il senso si un
dipinto dove delle persone sono attirate da una paesaggio che noi pure vediamo. Sono delle
persone che come unico scopo hanno quello di guardare il paesaggio. Ma sono gure che non ci
possono dire nulla del paesaggio perché non possiamo proiettarci nella loro interiorità.

Sono dipinti fatti nello studio, non direttamente sul luogo. Dipingeva di notte e lo faceva senza
schizzare.

Il dipinto ci permette quindi di proiettarci nello spazio dipinto.

Certi spazi ci fanno vedere una natura modi cata dall’uomo.

C’é un tema generale che appare molto spesso: moglie che alla mattina saluta il sorgere del sole
(come Orfeo, situazione mitica). Nei dipinti si fa giorno il desiderio di ri-diventare una parte della
natura attraverso il contatto. Persona che pur essendo l’altro della natura, desidera diventare
come essa - é un forte desiderio di convergere con la natura, diventare un tutt’uno con essa,
quello che troviamo nei dipinti di Friedrich.

Verticale (pali) = legame tra la terra e il cielo - dialogo tra l’uomo e la natura.

Spesso sono paesaggi del nord della Germania, con persone solitarie (ognuno nella sua ricerca
nella natura).

Dipinti tipici: due persone (forse marito e moglie) che durante la notte osservano la luna - c’é una
certa intimità, ma l’ambiente é mortifero (quercia sradicata, roccia che pende) -> c’é un
sentimento malinconico.

Moltiplica i segni della vita e della sua tragicità.

Il monaco in faccia al mare: é tutto vestito di nero, é arrivato no alla ne della terra (mare del
Nord senza vegetazione) - il monaco di occupa della relazione con l’assoluto (aldilà) e lo fa in
contatto con la natura, che potrebbe diventare il luogo in cui viene anticipato l’assoluto. Ma é una
natura che non é trasparenza, ma piuttosto ostacolo (cielo con nebbia, che sembra un muro che
ci blocca), tutto ciò che può essere coperto di vegetazione, in realtà non lo é, il mare é nero e il
cielo sembra aprirsi in modo teatrale = tutto é ostacolo!

Spesso é un paesaggio di un simbolismo religioso (negativo) - suggerisce che la cattedrale in


verità non é un granché, ma sono dei tentativi vani di entrare in contatto con l’aldilà. Sulla testa di
Gesù c’é della neve - é un sacrilegio. Addossato alla roccia c’é un uomo, invalido, senza forze e
sta pregando Gesù, ma tutto é sospeso in un’attesa assoluta, quasi insopportabile.

Sono dipinti che ci danno il senso dell’attesa…siamo esseri umani sempre in attesa (anche della
morte).

Fin che noi saremo in vita, saremo l’altro della natura, sempre separati da essa.

Il viandante sulla cima sta contemplano il mondo dall’alto al basso - vediamo come natura e
soggetto sono degli esseri concorrenti.

Negli anni 20 Friedrich si libera dall’essere umano. Osa dipingere delle scene naturali in cui non
accade nulla. È una radicalità che molti non sopportavano nemmeno - é una forma di dipinto in
cui non accade nulla.

Friedrich continuerà a interrogare questi paesaggio che possiamo de nire meta sici.

La scomparsa del sole diventa un momento meta sico correlato alla scomparsa della vita,…ogni
tanto torna alla presenza umana, ma negli anni 20-30 osa dipingere questi paesaggi umani
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completamente nuovi nella storia della pittura europea. Man mano oserà dipingere sempre di più
questi dipinti in cui la natura é protagonista - rocce che vanno verso sinistra (la sinistra viene
considerata la direzione sbagliata, dove era seduto Giuda nell’ultima cena), simbolicamente quindi
ci dice che anche la natura é destinata a scomparire.

Soprattutto nella sua parte nale dipinge dei dipinti in cui la natura é l’unica protagonista, senza
elementi umani.

Nel 1940 Friedrich muore e nasce un altro pittore importante: Monet

Monet: ciò che dipinge é molto di cile da riconoscere.

Ponte giapponese: é un dipinto con un paesaggio non abituale, ma tipicamente impressionistico.


Possiamo però de nirne degli elementi.

Ninfee: vediamo lo scorcio di un paesaggio perché riconosciamo che si tratta di esso.

Introduce degli elementi nuovi che prima nessuno avrebbe mai rappresentato: viadotti (sistema
viario che cambia), ponti,…

È ancora paesaggio quando ci possiamo proiettare in quello spazio.

Monet interpretava e dipingeva per rappresentare la natura in maniera indiretta, non analogica.

Ha sconvolto la tradizione del paesaggio europeo, l’ha come dire decostruito.

Mondrian: l’albero é astratto, espressionistico, decostruito.

I quadrati li de nisce “ritratti della natura in un modo non mimetico”, partiva dalla teoria dei colori
elementari. I colori e le linee sono qualcosa di comprensibile per spiegare la natura (la natura, da
Pitagora in poi, é anche struttura), é un parlare metaforico.

Repton: primo paesaggista. Inizia il suo studio con la carta da visita. Faceva un’analisi
dell’esistente e spesso per sostituire la geometria, ricombina tutto, mantiene i grandi alberi (ci
hanno messo molto a crescere) e toglie tutto ciò che crea delle distinzioni. Impossibilità di andare
avanti = mancanza di futuro.

Mantiene il grande albero e propone di ricostruire, un ume che scorre (acqua = specchio che
raddoppia ciò che vediamo, da freschezza e rallegra), crea un boschetto e fa costruire un piccolo
tempietto.

Le confrontiamo l’esistente e il progetto, certe scelte sono molto importanti. Molto spesso per
l’architettura del paesaggio é molto più importante ciò che si toglie rispetto a ciò che si fa.

Costruire in riva all’acqua: stupido.

Repton cerca di progettare non solo tenute e grandi giardini, ma anche le “strade e le zone
limitrofe”, toglie il recinto, il mendicante. Applica la nuova estetica anche alle cittadine. Non vuole
creare un blocco visivo, ma vuole “aprire”.

I suoi clienti sono Lord, nuovi ricchi, aristocratici,…

Architettura del paesaggio vuol dire più togliere che aggiungere, riparare, mediare.

Certi posti sono talmente so ocati da ciò che li circonda che vanno liberati, predilige le aperture
verso l’acqua e il sentieri dritti e tristi li fa diventare più irregolari e quindi naturali.

Lezione 9

Olmsted: paesaggista più in uente di tutti i tempi. Ha creato Central Park. Molte personalità si
sono fatte fotografare e hanno fotografato a central park, all’interno di questo parco urbano (che
diventa oggetto di studio). Che cos’é un parco pubblico? Qual’é l’importanza della natura nella
città? Cosa fanno le persone in questo parco?

Le rocce sono come delle gigantesche sculture. Anche Cental Park prima era un luogo
abbandonato nel cuore di NY, un enorme vuoto che aspettava la sua trasformazione (1857).

Sotto il parco c’é un altro parco: si nascondono tubi, tubature, serbatoi,…é un’immensa macchina
mascherata come giardino (tipico dell’architettura del paesaggio).

Perché costruire un enorme parco pubblico nel cuore di NY? Vede in Eu i primi parchi pubblici
moderni, che funzionano bene; uno dei punti più importanti é quello in cui la buona società di
incontrava (in carrozza).

Liverpool: uno dei primi giardini completamente pubblici (fondi municipali). Ha struttura
geometrica ma all’interno si sviluppa partendo da delle linee curve.

All’origine ci CP ci sono quindi molte idee che si ricollegano anche alla fortuna della linea curva.

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Un altro elementi tipico dell’epoca é il pittoresco. CP é uno degli esempi maggiori dell’estetica del
pittoresco; a mezza strada tra il bello e il sublime. Pittoresco: degno di essere dipinto, come una
pittura (es: rovine, vecchi ponti, un grande albero solitario,…).

CP ha anche varie funzioni sociali. Concorrenza tra vari tipi di utilizzo della passeggiata: pedoni,
auto, carrozze,…per disegnare in modo corretto uno spazio pubblico bisogna occuparsi dei ussi.

Per capire il funzionamento di un luogo pubblico, prima percepito come ritrovo della mondanità,
diventa il posto in cui le persone importanti si ritrovano per andare a camminare.

La gestione dei ussi diventa un problema già nel 1700; i pedoni si impossessano dello spazio.
Qui si possono fare delle cose che altrove non sono possibili.

La fotogra a veniva utilizzata per mostrare anche la bruttezza dei luoghi prima che venissero
trasformati.

CP: insieme ordinato-disordinato organico-geometrico. Tutti i cammini sono irregolari e


rispecchiano l’estetica pittoresca.

Importanza della gestione dello spazio per controllare i ussi, Olmsted li separa e li mette in
parallelo. Sviluppa un sistema di uso multiplo. Doveva fungere da luogo di incontro per la buona
società di NY, ma col tempo si sono aggiunte funzioni. All’interno ha dei bacini che testimoniano
della presenza di funzioni che non sono direttamente legate allo svago. La realizzazione fu
complessa, la terra non era buona, andava sostituita. 20’000 operai durante gli anni.

CP ha cambiato completamente Manhattan, le strade vicine al parco sono state valorizzate di


molto (aumento dei costi). Concepito come un enorme macchina di controllo sociale.

Pittoresco: assemblaggio di elementi arti ciali che ci danno un’immagine della natura come i
dipinti del 600-700. Quasi sempre c’é un laghetto con vegetazione arti ciale per creare
un’immagine di ordine-disordine (simbolo della bellezza). Con CP cambia la forma della città. Il
parco moderno genera la città moderna. È un parco eclettico, risultato di un gusto che non é
unitario: fortezze in stile EU, opere ingegneristiche,…

Integra anche degli elementi della geologia locale.

Integra un nuovo modo di vivere la città: la ritrovo per l’aristocrazia a luogo di svago.

Olmsted in California scopre la natura selvaggia: primo passo verso la protezione dei parchi
naturali. Divenne un punto di riferimento e molte città chiesero a lui di inventare dei parchi pubblici
(come prospect park). Prospect park dimostra ancora di più la relazione con il paesaggio
pittoresco (l’arti ciale che sembra particolarmente naturale - grandi distese verdi e elemento
protettivo degli alberi). Vuole creare un parco pittoresco che nell’urbano diventa come un altro
mondo. Intorno al parco c’é la città geometrica, col suo ordine, regole,…li crea un mondo diverso,
curvilineo,…

Fabbrica un immagine della natura che ricorda la natura vera: cascata, ponte, rocce,…tutto ciò
proviene dalla tradizione dei grandi giardini pittoreschi. Qui la natura deve dominare.

L’alternare di grandi alberi con dei gruppi di alberi e il vuoto é tipico pittoresco.

Olmsted ha inventato le park ways: non bastava creare un nuovo parco, ma andavano collegati
tra loro. Gli spazi verdi di una città diventano un circuito. Le park ways sono delle strade alberate
e riprendono la linea serpentinata dei parchi.

Le città sono inquinate e nasce il desiderio di andare a vivere al di fuori. Olmsted disegna anche
una città al di fuori della città; in cui si vive in un insieme che ricorda sempre la natura (cittadina di
Riverside - é una specie di gardencity).

1878 Olmsted inizia a lavorare a Boston sul primo progetto paesaggistico con qualità ecologiche:
era un sistema di paludi e lui ridisegna l’assetto idrogeologico in cui l’acqua può scorrere anche in
caso di inondazioni. Anche qui si tratta di una natura nella città.

Architettura del paesaggio vuol dire anche utilizzare i mezzi dell’ingegneria, conoscere l’idrologia,
la geologia,…

Ha disegnato anche vari Campus.

Lezione 10

Fenomeno del tempo, la temporalità. Il paesaggio é legato alla spazialità, non esiste paesaggio
senza spazio; ma anche il tempo é fondamentale. Spazio e tempo sono categorie soggettive.
Anche se per noi umani é di cile quanti carli, perché dipendono dal soggetto. Il tempo si
modi ca e viene deformato negli spazi immensi. Ovviamente il paesaggio é collegato allo spazio,
é l’irruzione del tempo nel paesaggio. Spesso la temporalità viene dimenticata.

Una volta terminato l’edi cio, l’architetto passa a un altro oggetto, la temporalità é quella della
produzione. Nel caso dell’architettura del paesaggio le cose sono diverse; perché prende in
considerazione dei sistemi vivi e deve guardare da vicino la temporalità. Un’architettura del
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paesaggio, visto che evolve nel tempo deve sempre essere considerata anche nella temporalità
che poi la seguirà. Include non solo l’incertezza del divenire, ma anche il lasso di tempo
successivo. La temporalità diventa allora un elemento importante.

Se pensiamo a dei giardini, tutti pongono un problema: qual’é la loro temporalità? Noi lo vediamo
ora, in un certo momento del giorno, dell’anno,…ma se é caratterizzato dalla vegetazione, anche
quella cambierà. La gura del Dio del tempo ci ricorda questa mutabilità.

Il paesaggio è eruzione del tempo nello spazio, é il tempo congelato. Si ferma il tempo e si vede
quel dato momento. L’esperienza del paesaggio, quindi, é sempre momentaneo. Momentaneità
assoluta. Il paesaggio é quindi si legato al tempo, ma a volte ce ne dimentichiamo.

Il paesaggio é il momento particolare in cui apriamo gli occhi e rimaniamo sorpresi (=


momentaneità del paesaggio).

Claude Laurant: anche qui vediamo che il genere paesaggio ha una certa temporalità. A prima
vista é come a-temporale, le opere d’arte nite sono come fuori dal tempo, fanno come parte di
un museo immaginario. C’é stato però un tempo per produrre queste opere. La pittura sembra
un’arte non discorsiva e c’é quest’illusione che quando io sono in faccia a un dipinto é come se
fossi fuori dal tempo. L’arte può sembrare statica; il dipinto non cambierà, ma la temporalità é
onnipresente (il ume che scorre indica la temporalità assoluta dei processi che sono irreversibili).
Tutto ciò che é vivo ha la temporalità di esserlo. Anche gli alberi hanno la loro temporalità, come
tutti gli altri oggetti naturali. C’é la temporalità del sole che sorge. Laurant congela un momento
particolare di una comitiva che passa sul ponte nel momento stesso in cui il sole li illumina.

Se a prima vista la pittura é priva di temporalità, all’interno, grazie ad elementi semantici hanno
una densa temporalità.

Il tipico paesaggio toscano é solo dal 18esimo secolo che la presenza di cipressi diventa una
moda, no al 18esimo secolo quindi in Toscana i cipressi erano molto più rari. L’idea é quella che
il paesaggio debba essere a-temporale, ma é un’idea pericolosa ed impossibile, perché anche i
cipressi muteranno e moriranno.

Certi luoghi hanno delle politiche che cercano di non cambiarli per nulla, anche se gli oggetti vivi
per forza un po’ cambieranno. Un certo tipo di equilibro paesaggistico veniva dunque considerato
come L’Equilibrio da ottenere.

I giardini studiati e curati in alcune immagini appaiono come dei fermo-immagine a-temporali. I
giardini esprimono il controllo che l’uomo progettista ha anche del tempo.

La salvaguardia dei bei paesaggi nasce per riparare a tutto ciò che in passato abbiamo distrutto.

Anche nell’architettura del paesaggio la temporalità é sempre presente. Un giardino é sempre in


relazione con l’Eden perduto.

Progettare un’architettura del paesaggio vuol dire anche pensare la temporalità.

L’architettura del paesaggio ha spesso un dialogo con la geologia.

Anche nel ventoso la temporalità é fondamentale, é la prima lettera del quarto libro delle sue
lettere famigliari. Datata 26.4.1336 - non sappiamo se l’ha fatta davvero, ma l’ha immaginata in
quel periodo (33 anni = anni della morte di cristo), si rivede nella continuità di Gesù. Aprile = mese
sacro per Petrarca , perché il 6 aprile 1327 alle 14 nella chiesa di S. Chiara di Avignone dice di
aver conosciuto Laura. Aprile = mese della passione di Cristo.

Mette insieme il passato (studi a Bologna anni a Avignone,..) e li mette in relazione con
l’esperienza simbolica dell’ascensione, dalla partenza al ritorno in cui scrive la lettera.

C’é un incontro non-incontro quando arriva alla cima del ventoso: in un primo momento é
frastornato perché non riesce a capire ciò che vede con i suoi occhi - un pezzo di natura irrompe
nei suoi occhi e non sa come comportarsi - c’é un impatto violento della realtà. Lui fa un giro di
360° e riesce a dare un senso a un paesaggio che nella sua epoca é ancora insensato (non
esisteva nemmeno ancora la parola “paesaggio”). C’é quindi una temporalità dell’esperienza
paesaggistica. È l’antenato dei paesaggisti come li pensiamo oggi.

Lezione 11

Paesaggio e tecnologia. Il paesaggio é un prodotto culturale, il paesaggio di varie mediazioni.


Paesaggio: ritaglio di natura esperito da qualcuno. Anche camminando creiamo dei paesaggi,
perché col movimento cambiano.

Il paesaggio come fenomeno può rimontare alla storia della pittura (come abbiamo già visto)
oppure é un fatto / evento mentale, qualcosa che occorre nella nostra coscienza in dati momenti.
Una teoria pittorica e una loso ca. Due - tre secoli fa abbiamo iniziato a vedere il mondo come
paesaggio.

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C’é un terzo tema che riguarda il paesaggio: il paesaggio non avrebbe potuto svilupparsi senza un
terzo fattore; la tecnologia.

Tecnologie: dal 15esimo secolo ci sono degli oggetti che hanno fatto si che si sviluppano in
parallelo con il paesaggio. Ecco gli elementi:

- la nestra: era un buco per permettere l’aerazione. Nel 400 diventa un dispositivo per
connetterci con il mondo esterno ma marca anche una specie di limite. Utilizza la nestra per
osservare il mondo esterno. L’occhio dell’umanista diventa lo specchio della nestra; gli occhi
sono le nestre del nostro viso.

- nel 400 Brunelleschi sperimenta e dimostra pubblicamente la prospettiva centrale: invita le


persone a vedere che se un dipinto veniva eseguito con la prospettiva centrale, l’immagine
creata e la realtà combaceranno. Anche qui c’é un artefatto, un oggetto che é il velo reticolato
(utilizzato come una nestra).

- i margini vengono marcati dalla cornice, é come una nestra virtuale, il paesaggio antico viene
iscritto al suo interno. Il fatto di incorniciare le cose contribuisce a creare la spazialità che
permetterà la nascita dei paesaggi. Crea l’illusione della spazialità. Concentra lo sguardo.

- si sviluppa molto il disegno = modo arti ciale di captare la realtà. Suddividevano spesso la
super cie in varie parti per ottenere una struttura geometrica = era più facile essere corretti
nella rappresentazione.

- lo sguardo cartogra co cerca il controllo del mondo, come l’osservatore che cerca di
inquadrare il paesaggio. Paesaggio vuol quindi dire sempre anche controllo.

Petrarca: passi come misura del terreno, il camminare mi permette di appropriarmi del terreno.
Solo et pensoso…

- Prospettiva geometrica: ci fa dividere il mondo in parti geometriche che ci facilitano di molto la


rappresentazione.

- Il punto di vista alto permette una nuova prospettiva, che poi diventerà la prospettiva
paesaggistica (come Petrarca nel ventoso). Le persone non erano abituate a questo punto di
vista. E Gothe dice che quando arrivi in un posto nuovo, solo capendo la sua struttura dall’alto
potrai poi conoscere meglio il luogo anche dal basso. È uno sguardo non naturale, che nasce
nell’800 circa. Il borghese moderno vuole vedere il mondo dall’alto in basso.

Lezione 12

Sorensen: più importante paesaggista danese, con in usso internazionale. Ha un ancoraggio nella
storia del suo paese, che ha in uenzato molto il suo linguaggio (forme geometriche speciali e
inconsuete).

Giardino: nelle forme geometriche classiche introduce degli elementi che sono diversi, varie
direzioni, forme coniche, strutture incluse in altre strutture,…creano un’atmosfera particolare.

Si vede la natura nella maniera più semplice e poi quello che crea il paesaggista -> da una
dinamica molto particolare. Crea spazi all’interno di altri spazi. Crea cose irregolari, nuove.

Suddivide il terreno esistente in vari compartimenti. Regolarità va assieme all’irregolarità.

Non crea la vista d’insieme, e quindi lascia un e etto di sorpresa (nei giardini lo fa con le aiuole). I
sassi raccontano la storia geologica e della costruzione. Spazi interni chiusi ma non
completamente e che sono parte di un insieme.

La lezione di Sorensen e: “pensare con la mano”. Lui ha un continuo utilizzare di materiale verde
molto tradizionale e con questi arbusti crea una geometria.

Siamo in una città storica della Danimarca ma molto triste e lui vicino alla chiesa de nisce uno
spazio e invece di fare le stesse cose, lui inventa una forma creando dinamicità e dando
un’identità nuova a questo luogo, usando anche un pattern. Non ci sono le solite panchine,
bacini, ma viene riempito con solo delle decorazioni, in cui l’essenziale é questo gioco. Con messi
semplici, geometrici, crea qualcosa di completamente nuovo. Il risultato a prima vista non é
spettacolare, qua é tutto nella riduzione, nella ra natezza.

È un pioniere anche nei teatri a cielo aperto - ricorda le forme dei greci nell’antichità. Tra l’abitato
e il teatro esiste un altro spazio intermedio, un boschetto che da protezione, ombra, e permette di
passare da un mondo all’altro. La forma rotonda crea un’idea di centro e da uno spazio condiviso.

Progetta “la valle della memoria”, ed é uno dei suoi lavori più belli. È un luogo di memoria (non
bisogna utilizzare un linguaggio patetico che già abbiamo visto e rivisto) e lui crea un’opera che é
come un non-luogo e l’intervento del paesaggista si riduce a poco. Il processo commemorativo é
quello della passeggiata. I sassi sono creati da uno scultore - rimandano a un’epoca lontana. Il
punto di arrivo é sempre un grande cerchio, non c’é niente di monumentali, pesante,…
l’architettura del paesaggio, dove ha qualità, lavora con la sottrazione.

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La mescolanza di forme regolari e irregolari da dei risultati molto belli e convincenti, in equilibrio
particolare e molto studiato.

Nerum: giardino operaio - relazione tra individuo e comunità é molto importante. Richiude ogni
casetta con giardino in una forma ovale (forma in parte irregolare) e qui nascono dei mondi
rinchiusi, ma aperti nell’entrata. Crea alternanza di spazi aperti e chiusi. All’interno ci si costruisce
un mondo, comunque aperto verso i mondi vicini. Alternanza di luogo individuale e luogo che
appartiene alla comunità.

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