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(337? - 397)
Nato a Treviri 337 ca., studiò retorica ed
esercitò la professione di retore della
prefettura di Sirmio;
370 fu nominato consularis Liguriae et
Aemiliae con sede a Milano;
7 dicembre 374, data prova di una
grande equanimità, fu eletto vescovo di
Milano, successore dell’ariano Assenzio.
Una settimana dopo fu battezzato;
Fu preparato e accompagnato nello
studio delle Scritture da Simpliciano e dalla
lettura dei Padri greci e di Filone e Plotino;
« A ragione si pensa sia stato eletto per decreto divino chi da
tutti è stato richiesto (...) Quale resistenza opposi per non
essere ordinato! Alla fine, poiché ero costretto, chiesi almeno
che l'ordinazione fosse ritardata. Ma non valse sollevare
eccezioni, prevalse la violenza fattami.»
(Ambr., ep. extra coll. 14)
IL PROBLEMA ARIANO
Dopo il regno di Valentiniano I (morto nel 375), in cui vescovo e
imperatore collaboravano, Ambrogio non era mai intervenuto a
favore dei cattolici;
Durante il regno di Graziano, indulgente verso i non cattolici, gli
interventi di A. si moltiplicano:
1. 376-377 scontro con il presbitero ariano Giuliano;
2. 376 favorisce a Sirmio l’elezione del vescovo niceno Anemio,
contro la politica filoariana dell’imperatrice Giustina;
3. 378 e 379 intensi incontri con l’imperatore Graziano, al quale
dedica il De fide e lo riconduce ad una politica filonicena,
ottenendo,infine, nel 380 la restituzione della basilica occupata
dagli ariani Basilica Maior o di S. Tecla.
L’ARA DELLA VITTORIA