Nel corso del X secolo la Chiesa cattolica attraversò un periodo di profonda decadenza morale, a
causa dell’integrazione sempre più stretta del sistema feudale:
1.l’ele zione del Papa era controllata di fatto dall’imperatore e dall’aristocrazia romana ; 2. i vescovi erano sovente più dei signori feudali che dei pastori di anime a causa della pratica dell’investitura ecclesiastica (sopratutto Germania e Italia); 3. il basso clero, spesso era ignorante e rozzo, tendeva a trascurare l’azione pastorale. Di conseguenza, si diffondevano in tutti i livelli di gerarchia ecclesiastica comportamenti e abitudini che ne compromettevano sempre più gravemente (simonia e clerogamia). Questa profonda crisi morale e politica della Chiesa fa nascere in seno alla cristianità un bisogno di radicale rinnovamento dello spirito e delle gerarchie ecclesiastiche. Nel X e nel XI secolo due nuovi ordini monastici - i cluniacensi e i cistercensi - si fanno promotori di un ritorno alla purezza delle origini, attraverso una dedizione maggiore alla preghiera e a una vita monastica all’insegna della castità e della moderazione. Sorgono, inoltre, movimenti pauperistici popolari che fanno riferimento all’ideale evangelico di povertà, come quello dei patari (“straccioni”) a Milano nel XI secolo che protestano contro l’eccessivo lusso e la corruzione dell’alto clero. In tale contesto prese avvio la ridefinizione del papato al fine di riaffermare il ruolo del papa come guida della cristianità. Infatti, nel 1075 venne emanato un documento (Dictatus papae) in cui si definisce il ruolo e le funzioni della Chiesa di Roma, affermando:
L’autorità papale è superiore a qualsiasi altra carica, compreso l’imperatore.
Solo il papa può nominare o deporre i vescovi. Solo il papa può deporre l’imperatore e sciogliere i sudditi dal vincolo di obbedienza ai sovrani. L’infallibilità della Chiesa romana Il ruolo dei vescovi venne messo in discussione nel XVI secolo da parte delle chiese riformate, che non accettavano l'ordine sacro e non ritenevano che l'episcopato facesse parte della costituzione divina della Chiesa. In ambito cattolico, questa concezione venne condannata dal Concilio di Trento, che ribadì invece la dottrina secondo cui i vescovi sono i successori degli apostoli e il loro ruolo è istituito da Gesù Cristo. Nella visione attuale, per il cattolicesimo, il Sommo Pontefice non appartiene a un ordine sacramentale superiore a quello dei vescovi. Infatti, "Vescovo di Roma" è l'appellativo proprio ed essenziale del Papa. Negli anni, il papato si rafforzò progressivamente, riuscendo a stabilire il proprio primato su tutti gli altri organi e a organizzare la Chiesa secondo un modello centralizzato e gerarchico tutt’ora vigente, al cui vertice c’è il papa.