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Scritti riformatori 1520

Secondo la storiografia contemporanea l’inizio della Riforma Protestante non è stata sancita dalla diffusione delle tesi,
bensì dalla pubblicazione di tre opere fondamentali: alla nobiltà cristiana di nazione tedesca, la cattività babilonese della
chiesa e la libertà del cristiano; all’interno di queste opere Lutero esponeva il suo pensiero, secondo il quale la Chiesa di
roma aveva tradito il Vangelo e di conseguenza il cristianesimo doveva essere riformato sulla base di tre principi:

- il libero esame: i cristiani possiedono una libertà spirituale incondizionata in quanto garantita dalla fede
nella parola di Dio, per tanto i cristiani hanno il diritto e il dovere di esaminare la Bibbia da soli e di
interpretarla secondo la loro coscienza, senza l’aiuto dell’insegnamento della chiesa. Lutero sosteneva
anche che tutte le verità religiose non contenute all’interno della Bibbia non possono essere considerate
tali, infatti egli riconobbe solo solo il valore di due dei sette sacramenti: il battesimo e la comunione.
Secondo lui tutti gli altri sacramenti erano stati inventati dalla Chiesa nel corso dei secoli. In particolare
l'eucaristia si realizza secondo la consustanziazione ovvero Cristo in quel momento e soltanto in quel
momento si rende presente nella cena del signore nella specie del pane e del vino, e non secondo la
transustanziazione come affermava la dottrina cattolica, ovvero durante la messa all’atto della
consacrazione il pane e il vino si trasformano nel corpo e nel sangue de Cristo in modo permanente.

- La giustificazione per sola fede: a causa del peccato originale l’uomo è irrimediabilmente macchiato dal
male e quindi incapace di compiere il bene, la sola cosa che può garantire la sua salvezza è la fede che è
un dono e una grazia di Dio, il quale ha stabilito da sempre il destino di ogni uomo (predestinazione).
Questo Principio si trova nettamente in contrasto con la dottrina cattolica secondo la quale la salvezza di
un uomo non dipende dalla sola fede in Dio, ma anche dalle opere buone.

- Il sacerdozio universale: secondo il pensiero di Lutero ogni uomo è sacerdote di se stesso. Per diventare
sacerdoti non serve il sacramento dell’ordine, ma basta che sia la comunità a scegliere i propri pastori.
Questa figura non si discosta dagli altri cittadini, infatti egli può sposarsi e avere una famiglia.

Lutero rifiuta il significato della messa cattolica che consiste nel rivivere il sacrificio di Cristo infatti a questo termine egli
preferisce quello di cena del signore a cui attribuisce il compito di celebrare il sacrificio di Cristo.

La riforma di Calvino

Il padre di Giovanni Calvino gli fece assegnare all’età di 12 anni un beneficio ecclesiastico che gli permise poi di
intraprendere gli studi umanistici, poi abbandonati per seguire quelli giuridici. Proprio durante questi ultimi anni che lui
prende la drastica decisione di convertirsi. Abbandonata la Francia si recò in basilea dove stampò la sua opera più
importante istituzione della religione cristiana ; si tratta della più completa e chiara esposizione della teologia protestante.

Calvino considera validi solo battesimo ed eucarestia e in particolare nei confronti di quest’ultima assunse una posizione
intermedia tra quella di Zwingli e Lutero, egli riteneva che mediante il pane e il vino eucaristico si realizzasse una
comunione spirituale con Cristo, ma non ne ammetteva la presenza reale sotto la specie del pane del vino.

Radicalizzava il tema della predestinazione infatti secondo il suo pensiero soltanto gli eletti potevano salvarsi; Dio non solo
prevede l’eterno destino di ciascuno ma lo decide con un atto irrevocabile.
Tale elezione si manifesta all'uomo mediante la pubblica professione di fede, l’irresponsabilità morale e la partecipazione
ai sacramenti, ma anche con i risultati ottenuti a lavoro.

I calvinisti sono caratterizzati da un particolare ottimismo suscitato proprio dalla certezza dell’aiuto di Dio. Il calvinista
infatti è pronto a dedicarsi alla missione affidatagli da Dio, ovvero far trionfare nel mondo la sua divina sovranità.

Calvino sosteneva che la propria fede dovesse essere testimoniata di fronte a tutti, infatti ai nicodemiti che praticavano di
nascosto, consigliava l’esilio, ovvero l’unica strada che consentisse a loro di vivere coerentemente con la propria fede.

La nascita della Costituzione (Assemblea Costituente), i caratteri della Costituzione e i principi ispiratori della Costituzione.
I Primi 12 articoli da esporre e da commentare.

La chiesa anglicana- Enrico VIII

Riforma protestante che ebbe successo in inghilterra grazie ad Enrico VIII.

Questa si diffuse rapidamente perché il cristianesimo inglese era già stato scardinato dalla predicazione di Wycliff e Thomas
More.

Enrico VIII, quando la riforma luterana aveva cominciato a diffondersi, aveva preso le parti del Papa, difendendolo contro
Lutero, tanto che papa Leone X lo aveva definito “defensor fidei”, il difensore della fede, però pian piano le cose iniziarono a
cambiare, il sovrano cercò di sottrarre il culto al potere del Papa.

Enrico portò avanti due obiettivi:

- rafforzare il proprio potere sul clero locale, sui beni del clero

- non aveva avuto figli maschi e per questo aveva chiesto al papa di poter annullare il matrimonio con Caterina
d’Aragona, la figlia dei re cattolici Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia, ed era la zia di Carlo V. Enrico VIII
voleva annullare il matrimonio e sposare Anna Bolena, tuttavia il papa rifiuta (non voleva andare contro Carlo V
imperatore), e durante le nozze tra Enrico e Anna il papa lo scomunica.

Nel 1534 viene approvato dal parlamento un documento che è l’atto di supremazia, con il quale il re sancisce il distacco
dalla chiesa cattolica e si proclama il capo della chiesa anglicana: una nuova costruzione ecclesiale che viene sciolta
dall’obbedienza al papa.

Questa iniziativa non fu vista positivamente e contro la sua posizione si posero il vescovo Fisher e l’umanista thomas more,
cancelliere del regno. Entrambi questi religiosi furono poi accusati di tradimento e condannati a morte.

! La nascita della chiesa anglicana agevola il raggiungimento i suoi obiettivi politici, tra cui principalmente sopprimere i
monasteri e confiscare i beni alla chiesa (ciò rafforza sia politicamente che economicamente la monarchia)

All’inizio la chiesa anglicana non era molto differente da quella cattolica, proseguiva la tradizione, anche da un punto di
vista organizzativo: i vescovi continuarono a guidare le loro diocesi e l’arcivescovo di Canterbury, la massima autorità
religiosa, era vincolato con un giuramento di obbedienza al sovrano invece che al papa.

Col tempo la chiesa anglicana, indipendente dal papato, fa propri alcuni aspetti delle chiese riformate, protestanti; per
esempio per quanto riguarda la lingua si usava l’inglese piuttosto che il latino, gli ecclesiastici potevano sposarsi; furono
anche proibiti il culto e l’uso delle immagini sacre.

Un altro evento importante fu l’adozione del Book of Common prayer, il libro della preghiera comune, che tuttavia avviene
quando al potere sale uil figlio, Edoardo VI (avuto da Jane Seymour, 3a moglie)

Edoardo muore precocemente nel 1553 e dopo la sua morte ascende al trono Maria I.

Maria I era nata da Caterina d’aragona ed era stata educata con il cattolicesimo, per questo vuole restaurarlo. Questo divide
la società inglese e infatti Maria fu chiamata LA CATTOLICA da coloro che erano dalla sua parte e BLOODY MARY dai
protestanti poiché perseguì e mandò al patibolo molti protestanti.

Anche Maria morì nel 1558 senza lasciare eredi.

Elisabetta I la succedette (nata da Enrico e Anna Bolena) ed ultima rappresentante dei Tudor. Con Elisabetta l’inghilterra
acquisirà un potere enorme.

!! Sul testo (395) ci sono due schemi da memorizzare bene sugli aspetti istituzionali e dottrinali della chiesa anglicana;

- Aspetti istituzionali: il sovrano d'inghilterra è il capo della chiesa, l’arcivescovo è la più alta carica e vi è una
struttura gerarchica episcopale come quella utilizzata nella chiesa cattolica (attraverso vescovi che guidano le
diocesi)
- Aspetti dottrinali: riferimento alle sacre scritture che contengono tutti gli articoli di fede necessari alla salvezza, la
bibbia tradotta in inglese (che diventa la lingua liturgica), si afferma la giustificazione per sola fede e la
predestinazione, i sacramenti sono 2: battesimo ed eucaristia. Cessa il culto dei santi.
La chiesa anglicana si presentava come un ibrido poiché una conciliazione della teologia calvinista e un ordinamento
episcopalista. Una minoranza degli ecclesiastici andò però a formare una tendenza puritana, non condivise questa scelta e fu
espulsa dalla chiesa anglicana. I puritani, termine che designa i calvinisti inglesi, erano favorevoli ad un ordinamento
presbiteriano, ad una chiesa cioè guidata dagli anziani, i presbiteri.

DIFFERENZA NELL’ORDINAMENTO

Carlo V

Arrivo giovane al trono e concentrò nelle sue mani un potere immenso per una serie di fortunate coincidenze dinastiche.

Nel 1516 ereditò la corona di Spagna e alla morte dell’imperatore Massimiliano, nel 1519, fu eletto imperatore del sacro
romano impero germanico (a soli 19 anni si trovò a governare un territorio disomogeneo e vastissimo).

Egli possedeva i territori borgognoni del padre, i paesi bassi della franca contea, i territori italici, i territori oltreoceano,
l’austria e la boemia, il patrimonio degli asburgo governava quindi la germania e rivendicava l’influenza sui territori
dell’italia settentrionale.
Sul suo regno non tramontava mai sole.

Arrivò al potere grazie ai soldi dei Fugger che erano delle famiglie di banchieri europee, questi soldi servirono per
corrompere i principi elettori.

I suoi obiettivi erano:


- rafforzamento del potere centrale e dell’autorità dell’imperatore, soprattutto sulla feudalità tedesca.
- indebolire la francia poiché con Francesco I e II era diventata la sua principale antagonista.
Carlo V cercò quindi di indebolirla. La Francia era circondata dai domini spagnoli così cerco di
acquisire il ducato di Milano, ma le truppe imperiali arrivarono ad occupare milano, e Francesco fu
sconfitto in battaglia, catturato e costretto a firmare il trattato di madrid, nel quale fu costretto ad
abbandonare i possedimenti italiani.
Venne organizzata una lega contro Carlo V a cui partecipò anche il papa. Il re Spagnolo allora , per
punire Roma inviò un esercito di lanzichenecchi che il 6 maggio 1527 entrano in città (avviene il
cosiddetto sacco di roma che destò molto scalpore e molti, infatti anche Lutero scrisse che il papa
meritava questa sventura a causa della sua corrotta condotta.).
La guerra continuò anche dopo la morte di francesco primo e all’arrivo di Francesco II, con la pace di
cambrai che assegna ai domini spagnoli anche milano.
- indebolire la potenza ottomana per salvaguardare la cristianità dal momento che Carlo V era un
cattolico. Carlo V guido un’avanzata che rallentò l'avanzata turca, ma non la fermò.
- cerco di ristabilire una unità religiosa e ridurre il potere dei principi protestanti, ma non ci riuscì.
Nel 1555 ci fu la pace di augusta che assicurò ai principi protestanti la pace religiosa con il cuius eius
pace religio per il quale all’interno di ogni territorio il re poteva praticare che religione voleva e poteva
anche imporre ai suoi sudditi. Con questa pace fu sancita la divisione della cristianità

Gli obiettivi del piano politico di Carlo V non furono realizzati del tutto, così egli abdicò nel 1566 e fu
costretto a riconoscere il diritto delle cortes, ovvero delle rappresentanze con diritto di veto e il potere
di consiglio ogni tre anni (ciò portava ad una diminuzione del potere del re).

Filippo II

Filippo II sale al trono di Spagna nel 1556 alla morte del padre Carlo v che aveva diviso il suo impero. A Filippo II
era toccato il regno di spagna, le colonie americane, i paesi bassi, la franca contea ed i possedimenti italiani (in
seguito ottenne anche il portogallo).
Aveva un personalità diversa da quella del padre ed interpretò il suo ruolo in senso nazionale: Carlo V aveva
viaggiato molto per comprendere i bisogni all’interno di un territorio disomogeneo, Filippo II (che aveva come immagine
un ragno che tesse la sua tela), invece, stabilisce la capitale a Madrid ed andò a vivere in un palazzo (Escorial),
totalmente sobrio dal punto di vista architettonico e dal quale sovrintendeva l’amministrazione del suo impero. Gli
viene affidato l’appellativo di el rey prudente perché si occupava in maniera rigorosa di tutte le incombenze
amministrative cercando di essere sempre presente. Filippo II riconosce l’autorità papale difendendo il
cattolicesimo ma riserva il diritto di presentazione, un privilegio che gli consentiva di scegliere i vescovi.

Per amministrare il regno si muniva di ministeri (definiti consigli) che si articolavano nei vari settori come ad
esempio consigli di guerra, di stato, di Castiglia, delle indie, d’Italia, d’inquisizione; quest’ultimo era importante perché
assunse il ruolo di uno strumento di repressione politica e religiosa nei confronti delle minoranze e di chi dissentiva
apertamente del sovrano.

Per quanto riguarda le province, vi erano dei funzionari (corregidores) le cui cariche erano messe in vendita per
ripianare il deficit statale. Era importante il ruolo delle cortes, assemblee rappresentative che presentavano le
petizioni al sovrano e dovevano dare il proprio assenso alle imposte richieste dal re. Non erano parlamenti stabili ma
erano convocati solo in caso di necessità ed erano suddivisi in tre ordini: clero, nobiltà e rappresentanti delle città.

Nel regno di Filippo II ci fu un forte flusso di oro e di argento dalle colonie Americane e pertanto in Spagna vi fu un
lungo periodo di prosperità economica, questo periodo viene infatti definito el sidro de oro (il secolo d’oro); anche
dal punto di vista culturale vi sono autori da ricordare come i pittori Bosh, El Greco, Rubens, dal punto di vista letterario
Lope De Vega e soprattutto Miguel De Cervantes che scrive il famoso romanzo “Don Chisciotte de la mancia”.

Filippo voleva combattere gli ottomani nel mediterraneo come il padre ma dato che durante il suo impero vi furono delle
rivolte nei paesi bassi lui dovette anche cercare una conciliazione con questo territorio. Vi furono inoltre dei problemi con
l’Inghilterra, dove si stava affermando il protestantesimo con Elisabetta I, entrambi i popoli desideravano il controllo dei
mari. Nelle colonie americane, in particolare in Messico, vi furono delle congiure per prendere il potere; in Portogallo vi
furono problemi dinastici che gli permisero di ottenere anche il trono del portogallo.

Vi è una battaglia navale il 7 Ottobre del 1571 a Lepanto, davanti a Corinto, che si conclude con una vittoria cristiana
contro la flotta turca che ha una forte eco in Europa.

Vi è un famoso quadro sulla battaglia di Lepanto in quanto questa era molto iconica per vari motivi: liberava il
mediterraneo dal pericolo turco e soprattutto infrangeva il mito dell’imbattilità della flotta musulmana divenendo
comunque un’importante vittoria sia dal punto di vista militare che psicologico che diede una liberazione da un
complesso di inferiorità sviluppato fra i popoli occidentali e da ciò derivo una decadenza turca.

Nei paesi bassi vi è una rivolta antispagnola; questi comprendevano l’area dell’attuale Olanda, Belgio e Lussemburgo) ed
una parte della Francia nord-orientale ed era una regione suddivisa in 17 province dotate tutte di assemblea locale e di un
proprio governatore; ogni provincia inviava i proprio rappresentanti agli stati generali (una sorta di parlamento per i Paesi
Bassi) e l’autorità politica suprema era costituita da un governatore che risiedeva a Bruxelles ma era nominato a Madrid.

I paesi bassi e le province settentrionali erano l’espressione di un a civiltà molto ricca, evoluta ed aperta dal punto di vista
culturale e quindi tollerante; Carlo V aveva sempre cercato di difendere il cattolicesimo senza però mai minare
l’autonomia delle 17 province, Filippi II invece cambia questa cosa e dunque nei paesi bassi si sviluppa un sentimento
antispagnolo sia per ragioni fiscali (Filippo cercò di imporre nuove tasse) sia per ragioni politiche perché i paesi bassi
dopo essere stati autonomi a lungo non volevano questa centralizzazione del potere sia per ragioni religiose perché
Filippo insediò dei vescovi in quei territori utilizzando anche l’inquisizione spagnola; questo fatto era intollerabile anche
in un paese come i paesi bassi. Vi furono delle proteste ed allora nasce un’alleanza fra le province settentrionali (di
prevalenza protestante) e quelle meridionali (cattoliche); il nuovo governatore spagnolo riesce a staccare le province
meridionali da questa alleanza e dunque le 7 settentrionali che si erano coalizzate formano l’unione di utrecht e
proclamano la propria indipendenza dando vita all’olanda (il nome della provincia più importante) e con il governo in
mano a Guglielmo d’Orange. La guerra anti-spagnola proseguì e per filippi si complicò quando Elisabetta I intervenne al
fianco delle 7 province. Nel 1648 all’olanda viene riconosciuta l’indipendenza da parte della spagna e si forma dunque
uno stato a prevalenza protestante che era a metà strada fra repubblica e monarchia in quanto vi era l’assemblea degli stati
generali (camera elettiva legata alla borghesia) e la figura dello statholder (?) (espressione dell’aristocrazia che bilanciava
le autonomie locali). Filippo II porta avanti una repressione dal punto di visto religioso nei confronti di conversos e
moriscos che furono messi in condizione di andar via dalla spagna e gli fu impedito di utilizzare la lingua nativa. I
moriscos insorsero e a granada vi fu una violenta repressione, alla fine vennero espulsi e con questa espulsione ogni
minoranza musulmana in Spagna fu eliminata.

Elisabetta I
Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, pretese il trono d'inghilterra contendendolo con Maria Stuarda, cattolica, regina di
Scozia e moglie di Francesco II re di francia.

Il parlamento, che contava molti rappresentanti protestanti, scelse Elisabetta come erede al trono. Questa scelta dipese da
questioni politiche in quanto Maria moglie del re di Francia, avrebbe potuto ledere il principio di sovranità inglese.
Anche Filippo II fu a favore dell'elezione di Elisabetta,in quanto l'alleanza tra Francia e Inghilterra avrebbe potuto
danneggiarlo. Elisabetta salì al trono poiché in inghilterra non era in vigore la legge salica, cioè l'antico diritto franco
secondo cui non poteva accedere al trono una donna; in inghilterra se non c'erano eredi maschi la donna poteva sedere al
trono.

Elisabetta era una donna molto intelligente dal carattere spregiudicato che era stata educata alla cultura rinascimentale;
conosceva il latino e il greco e le rispettive opere nella medesima lingua, molto meglio della della bibbia.
Molti ritengono all’inizio ella non possedeva un orientamento religioso specifico.
Il matrimonio di Enrico VIII non era mai stato riconosciuto dal papato e il pontefice la considerava una regina illegittima
e quindi non riteneva che fosse suo diritto accedere al trono, quindi fu un’ostilità del papa che spinse la regina ad
abbracciare il protestantesimo. Anche se essa scelse il protestantesimo non abbandonò del tutto alcuni aspetti tipici del
cattolicesimo, provocando così l’opposizione del papa ma anche l’orrore dei suoi sudditi. Continuò a toccare
costantemente le scrofole (il potere dei re taumaturghi che toccando le scrofole potevano guarire il malato dio permetteva
ciò ai sovrani per la loro regalità ottenuta per volere divino).

Durante il suo papato Elisabetta utilizzo il simbolo della verginità, ella si presentava come regina vergine infatti decise di
non sposarsi, accostava la sua immagine a quella della madonna; indossava la pelliccia di ermellino che all’epoca
simboleggiava la castità quindi ella si presentava come una donna che aveva spostato il suo popolo e aveva dedicato la
propria persona e il proprio corpo alla corona (lonza di dante simbolo di lussuria perché ha la pelle macchiata,
l’ermellino no).

Propose se stessa come colei che avrebbe protetto l’inghilterra dall’assalto delle forze demoniache individuando il papa
nell'anticristo. Parliamo di età elisabettiana, un’epoca che segnò profondamente la storia dell’inghilterra individuandola
come uno dei massimi periodi di splendore dal punto di vista economico e letterario.
Per quanto riguarda la religione, Elisabetta ripristinò l’atto di supremazia, con il quale veniva sancita la sottomissione
della chiesa al sovrano e poi ripropose il Book of Common Prayer di Edoardo VI.

Per quanto riguarda la crescita economica Elisabetta pose in atto una politica di espansione che permise all’economia
inglese di crescere con rapidità.
Adottò una politica mercantilista ( politica economica attraverso cui lo stato vigila sulla espansione dell’economia
interna, intervenendo attraverso delle leggi sull’economia del proprio paese per metterle una maggiore forza),
promuovendo l’economia nazionale e cercando di arginare le importazioni.
Da un punto di vista economico mise in atto questa politica espansionistica, cercando di sollecitare la trasformazione
dell'inghilterra da paese tendenziale agricolo a uno stato ricco di attività artigianali e commerciali, infatti vennero
implementate l’industria tessile (lo sviluppo tessile delle stoffe di lana rese l’inghilterra protagonista di quel tempo) e
vennero potenziate l’estrazione e l'industria mineraria (commercio del carbone e del ferro), questi due elementi furono
quelli che determinarono la prima rivoluzione industriale.

Proprio per allocare questi prodotti Elisabetta spinse per un espansione commerciale, finanziando le grandi compagnie
commerciali che dovevano gestire i traffici a lunga distanza ottenendo l'apertura di nuovi porti e creando una rete
commerciale che determinerà lo sviluppo dell’inghilterra e la sua individuazione come uno dei massimi imperi
commerciali fino alla fine della seconda guerra mondiale.

Elisabetta creò la borsa di londra che assunse in poco tempo un’importanza fondamentale in europa e potenziò e diede
molto spazio alla guerra corsara, una patente che la regina concedeva a dei corsari (ricordiamo francis drake e james
hopkins) che avevano la possibilita di assalire i vascelli spagnoli carichi di oggetti preziosi (erano presenti molti oggetti di
valore poiché essi stavano rientrando dalle colonie americane); se l’esito era positivo il bottino veniva diviso in tre parti:
una parte andava alla regina, una agli armatori della nave e una parte restava al capitano e al suo equipaggio. ( le navi
inglesi erano più leggere e più manovrabili e avevano i cannoni che potevano da lontano abbattere i vascelli nemici)
Questa guerra corsara risulta vantaggiosa per la regina che non correva alcun rischio e poteva rifornire le casse dello stato.
Fu fondata la prima coloni da walter riley che venne chiamata virginia proprio per onorare elisabetta (vergine).

Nell’epoca elisabettiana si diffonde il teatro grazie all’apporto di william shakespeare e marlowe che permisero la
creazione di rappresentazioni teatrali.

I rapporti tra spagna ed inghilterra divennero ostili e per questo filippo II decise di preparare una flotta (“invincibile
armata”) per placare la resistenza inglese. composta da 135 navi e 30. 000 uomini e 2400 pezzi d'artiglieria questa flotta
superiore militarmente alle possibilità dell’inghilterra, fu comunque messa in difficoltà dalle tempeste e dallo stesso
combattimento.
Questo progetto di filippo si concretizziò come un vero e proprio fallimento.

Le guerre religione

Si erano andate diffondendo le dottrine protestanti ed erano cresciuti i calvinisti e protestanti che venivano chiamati
ugonotti; la loro diffusione, fu la causa di accesi contrasti religiosi che si andarono ad intrecciare alla crisi della
successione al trono e questo evento mise a dura prova la sopravvivenza della monarchia francese.

La dottrina calvinista si era diffusa in Francia durante la metà del XVI secolo, nella parte sud-orientale del regno,
principalmente tra i borghesi e casati nobiliari.

Tra queste casate nobiliari emerge in particolar modo quella dei Borbone.
Questi nobili abbracciarono tale dottrina con lo scopo di opporsi ai Valua.
Nella seconda metà del cinquecento ci fu uno scontro tra Borboni e Guisa. Ricordiamo un evento che accadde durante la
notte tra 23-24 agosto 1572, la strage di San Bartolomeo. I principi cattolici convinsero la popolazione di Parigi a
chiudere tutte le porte delle loro case per dare la caccia agli ugonotti che erano arrivati in città per celebrare il
matrimonio di Enrico di Borbone.
Successivamente a questo drammatico evento, ricordiamo la guerra tra i tre Enrichi al termine della quale salì al trono
Enrico di Borbone con un atto di pragmatismo eccellente. Enrico di Borbone abbracciava la dottrina calvinista, ma
comprese che all’interno di una Parigi cattolica non sarebbe mai potuto essere accolto come sovrano francese, così
abbandonò la sua religione e si convertì al cattolicesimo (ricordiamo questa evento con l’espressione “Parigi val bene una
messa”). Enrico divenne il primo re di Francia ad appartenere alla dinastia dei Borbone.

Editto di Nantes, venne emesso da Enrico IV, a causa delle enormi carenze sociali. Grazie ad esso venne messo fine alle
guerre di religione.
Esso affermava:

1. libertà di culto in tutto il paese a eccezione di parigi


2. parità di diritti politici
3. diritto di accedere alle cariche pubbliche,
4. Ad alcuni calvinisti era permesso di accedere ad alcune piazzeforti tra cui la rochelle e la montpensier.

Il piano politico di Enrico IV prevedeva:

- riappacificamento tra cattolici e protestanti, che viene realizzata grazie all’editto


- rafforzamento della monarchia. Per fare ciò introdusse la paulette, cioè una legge che imponeva una
tassa sulle cariche giudiziarie e su cariche di funzionari adibiti alla riscossione delle tasse, in cambio di
poter trasmettere tale carica ai propri eredi (un borghese poteva acquistare questa carica e poi
successivamente trasmetterla ai propri eredi). L’introduzione di questa tassa favorì l’ascesa di una
nuova élite del governo che emarginò la nobiltà di spada (la nobiltà tradizionale), facendo così emergere
una nuova nobiltà chiamata nobiltà di toga.
- rafforzamento economia. Per rafforzare l’economia Enrico promosse delle iniziative per incentivare i
settori economici strategici, tra cui quello commerciale, in particolare l’industria tessile. Essa venne
rafforzata attraverso la concessione di monopoli. Fu dunque adottato il mercantilismo (insieme di leggi
e manovre economiche di tipo protezionistico, in questo modo lo stato protegge la produzione interna
e sfavorisce l’importazione di merci dall’esterno imponendo dei dazi, ovvero delle tasse sui prodotti
d’importazione, così da disincentivare il consumo di prodotti esterni e incentivare il consumo di
prodotti interni)

→ Alla morte di Enrico IV, Luigi XII salì al trono. Siccome quando egli salì al trono era ancora un bambino, la
reggenza venne assunta da Maria de Medici una regina di origini italiane, di fede cattolica. Essa fu avversata
dall’aristocrazia, infatti molti cercarono di riprendersi lo spazio che l’editto di Nantes aveva tolto, ma questa donna si
fece aiutare nella sua strategia politica, da un abile stratega, il cardinale di richelieu.

Luigi XIII cresce, prende in mano il potere e decide di rafforzare la monarchia mantenendo al suo fianco il cardinale di
richelieu, così da rendere la monarchia francese autorevole.
Risaldò il potere della corona che divenne “legibus soluta”, quindi sciolta da ogni controllo esterno e governata da un re
forte rispetto a quelli che avevano governato in passato.

L’assolutismo è una forma di potere assunta dal regime monarchico proprio tipica della Francia seicentesca.
In questa modalità di governo, il sovrano ritiene di avere quel potere per diritto divino e afferma di detenere un potere
absolutus, cioè svincolato da ogni condizionamento di tipo parlamentare o aristocratico.

Monarchia assoluta di Luigi XIII:


- viene marginalizzata la nobiltà di spada
- potenziata la nobiltà di toga attraverso dei funzionari, gli intendenti, che provenivano dalla borghesia
e che avevano pagato la loro carica. Questi intendenti amministravano sia la giustizia che il fisco
controllando le province in cui erano inviati e obbedivano direttamente al sovrano, escludendo dal
controllo l’aristocrazia locale, per questo Luigi XIII non convocò più gli stati generali che dopo il 1614
non si riunirono più fino allo scoppio della rivoluzione francese (1789).

Luigi grazie all’aiuto di richelieu riuscì a reprimere qualsiasi opposizione e minoranza religiose attraverso una
strategia di espansione territoriale e conquiste militari.

Introduzione al 600

Il 17esimo secolo è considerato dagli studiosi un periodo di regresso e di crisi; in Europa vi sono carestie, epidemie
(anche la peste), guerre e rivolte che si erano già verificati nel 500 ma intensificati nel 600. Il 600 fu una fase acuta di
stagnazione demografia, ovvero la mancanza di aumento della popolazione dovuta alla forte mortalità in contrapposizione
alla bassa natalità.

Questa crisi però non si manifestò ovunque con le stesse caratteristiche, in Francia, ad esempio, è stato vissuto un grande
secolo; possiamo dunque dire che nell’Europa centro settentrionale vi furono trasformazioni di tipo politico militare che
segnarono l’evoluzione di alcuni stati e la crisi di altri territori come ad esempio l’impero tedesco con la guerra dei
trent’anni che danneggiò i territori della futura Germania, in Europa meridionale questo secolo vide una cirisi dal punto di
vista economico e sociale; le cause di questa crisi sono varie, fra queste vi è la guerra, vi furono molti conflitti e pochi
anni di effettiva pace, questa guerra implicava lo spostamento di tantissimo uomini che compivano razzie e saccheggi,
non vi era più la cavalleria e gli assedi (con armamenti più sviluppati) duravano più a lungo, c’era un massiccio impiego
di armi da fuoco e cannoni e pertanto chi subiva l’assedio diveniva un cumulo di macerie che devastava il tessuto sociale
ed economico del territorio.

Vi furono delle vere e proprie carestie come quella nel 1628-1629 in Italia; in concomitanza con queste carestie si
verificarono ondate di peste bubbonica in Spagna, Italia (Manzoni), Germania, Inghilterra e Francia; la peste torno perché
la scienza medica, che non era progredita rispetto al medioevo, non aveva individuato le cause di questa malattia per la
quale non esistevano rimedi; le misure sanitarie fornite dalle autorità non erano efficaci e pertanto il contagio non
diminuiva uccidendo la popolazione.

La peste e le epidemie trovavano spesso le loro cause nella guerra, gli accampamenti dei soldati erano infatti ambienti
malsani con pulci e roditori.
Le condizione igieniche caratteristiche delle grandi città erano precarie ed in città come Londra, Parigi o Napoli vi erano
molti mendicanti per la strada sempre in aumento che favorivano il contagio. In italia vi sono state pesti ad esempio nel
1575, 1629 e 1656, nel 1630 ad esempio la toscana diminuì del 27% in quanto a popolazione ed in alcune città morì più
della metà della popolazione; a Milano i decessi furono 60000 (50% popolazione); nel 1656 la peste colpì più forte il
meridione, a Napoli ad esempio vi furono 200000 morti e venivano anche colpite le campagne e le zone poco abitate (es.
Sardegna). L’Italia e la Spagna subirono un forte declino economica e si crede che i problemi in Italia derivassero dal
malgoverno spagnolo; a Napoli vi era pressione fiscale, strapotere dei baroni, eccesso di rifeudalizazzione.

Luigi XIV

Francia, seconda metà 600 e prima metà del 700 trionfo del potere assoluto; questo periodo viene definito il secolo di
Luigi XIV: re di francia che determinò le principali vicende politiche francesi.

Luigi XIV nasce nel 1638 da Luigi XIII e Anna d’Austria e diventa sovrano a 5 anni. La reggenza fu pertanto esercitata
dalla madre, che si fece aiutare da un primo ministro cardinale dal nome Giulio Mazzarino, di origine abruzzese, che era
stato consacrato da Richelieu che l’aveva scelto all’interno della sua corte.
Mazzarino cercò di proseguire la strategia di rafforzamento della monarchia portata avanti da Richelieu e ottenne successi
importanti in politica estera, la Francia diventò una massima potenza europea.

All’interno della politica interna vi erano diversi problemi tra cui il problema della fronda perchè questo mise a rischio la
monarchia. Fronda = fionda; oggetto usato dai bambini di strada per opporsi a qualcosa, inizialmente non pericolosa ma
potrebbe diventarlo.
Tra i Francesi si era diffusa carestia e povertà insostenibile, l’aristocrazia locale, sfruttando questa crisi, cercò di riprendersi
quegli spazi che Richelieu aveva ristretto.
Questa fronda portava avanti un’opposizione che si divise in due tipi di attacchi: la fronda parlamentare e la fronda dei
principi; entrambi cercavano di rendere fragile il potere monarchico. Mazzarino represse questa resistenza, prima dalla
parte della nobiltà (prevalentemente la nobiltà di toga) che costituiva la fronda parlamentare e poi la fronda dei principi,
permettendo a Luigi XIV nel 1652 di rientrare a Parigi con un potere forte.

Per rafforzare la monarchia Mazzarino fa sposare Luigi con Maria Teresa, figlia del re ed erede al trono spagnolo, anche
se negli accordi prematrimoniali L afferma di rinunciare al trono di spagna in cambio di una dote molto cospicua che
permette alla corona di rafforzarsi.

Quando Mazzarino muore Luigi non nomina un altro primo ministro, non prosegue a tradizione, mette da parte le pretese
della partecipazione alla politica di sua madre che fa rinchiudere in convento e cerca di rafforzare con le sue forze
l’assolutismo, subordinando a sè tutta la società francese, quindi da una parte i nobili, dall’altra i contadini e i borghesi e
poi la chiesa.
Luigi ripeteva “L’età ce moi” = lo stato sono io → sintetizza la visione del potere della monarchia assoluta.

Per affermare questo assolutismo cercò di arginare le pretese della nobiltà e quindi fece costruire a Versaille un edificio
immenso, la Reggia di Versaille, che permise di allontanare l’aristocrazia dalla corte di Parigi sottoponendola ad
un’etichetta di corte che ne regolava tutti i momenti della giornata con rituali elaborati e che imponeva una restrizione alle
loro pretese di tessere e ordire complotti alle spalle del re.

Luigi fu attento alla cura della sua immagine ed infatti i sudditi ripristinarono la tradizione del re taumaturgo, che
permetteva al re di guarire con un tocco dalle scrofole.

Dal punto di vista organizzativo Luigi organizzò una rete capillare molto efficiente di intendenti che erano alle sue
dipendenze e in ogni provincia amministravano la giustizia e riscuotevano le tasse.
Organizzò il consiglio del re composto da questi e altri 3 ministri che non appartenevano nè alla famiglia reale nè
all’aristocrazia. (il ministro delle finanze, della guerra e degli affari esteri)

Dal 1665 Luigi chiamò all’amministrazione delle finanze Jean-Baptiste Colbert, che utilizzò una politica mercantilistica,
tanto efficiente che si parla dell’affermazione del colbertismo, facendo intervenire lo stato nel sistema produttivo.
Ambito religioso: Luigi subordinò a sé la chiesa cattolica e arginò le eresie. Infatti Luigi limito un primo momento
l’autonomia concessa agli ugonotti (?) e poi nel 1685 con la cancellazione dell’editto di nant cancellò la libertà religiosa e
quindi gli ugonotti furono costretti se scegliere di convertirsi o emigrare. Inoltre represse alcuni movimenti interni al
cattolicesimi tra i quali ricordiamo i GIANSENISTI che predicavano la sobrietà di agostino e criticavano i costumi corrotti
della chiesa.
Rapporto SOVRANO – VESCOVI: i vescovi in Francia costituivano una sorta di stato nello stato perché obbedivano al
papa piuttosto che al sovrano e godevano di privilegi amministrativi e fiscali. Questa mancanza di autorità non era
approvata da Luigi e quindi questi rivendicò una serie di libertà chiamate LIBERTÀ GALLICANE, cioè nazionali. Una di
queste prerogative permetteva al re di Francia di nominare i suoi vescovi.

Luigi portò avanti una politica culturale che favorì le imprese scientifiche perché molti consiglieri del sovrano avevano
compreso quanto fosse strategico, anche per il rafforzamento dello stato, promuovere la ricerca scientifica e l’innovazione
tecnologica.
1666 fu fondata l’accademia reale delle scienze, un’istituzione importantissima poiché raccolse i migliori matematici,
medici e astronomi francesi.
Luigi incentivò le ricerche e salvaguardò questi scienziate.

Questo mecenatismo del re aumentò di molto il suo prestigio, infatti questo secolo è ricordato come un secolo d’oro poiché
si affermavano talenti straordinari come quello del tragediografo RASIN e del commediografo MOLIÈRE.

- GUERRE:
ci furono molte guerre a causa della politica estera aggressiva, fece costruire decine di fortezze sui confini che furono poi
usati durante la 1 guerra mondiale. l'esercito fu rafforzato e fu allestita una flotta militare. tutto questo si tradusse in
un’imposizione fiscale straordinaria che andrò ad aggravare sul terzo stato. (motivo dello scoppio della rivoluzione
francese).
da ricordare:
Guerra di Devoluzione (doveva conquistare le fiandre)
Guerra di Olanda
Guerra della lega di augusta dove la francia fu battuta da una grande coalizione europea
Guerra di successione spagnola

Luigi XIV morì nel 1715 permettendo alla Francia di godere di una supremazia in Europa che mantenne a lungo.

Masaniello

L’italia vive un malcontento economico causato dal malgoverno spagnolo; lo individuiamo particolarmente a Napoli dove
vi era uno strappotere dei baroni che avevano intrapreso un processo di rifeudalizzazione ottenendo privilegi dell’epoca
feudale, la classe borghese non era intraprendente e non esisteva uno spirito commerciale che permettesse di venir fuori da
questa condizione di crisi.

Sappiamo che il meridione era ritenuto dagli spagnoli un territorio da sfruttare,da utilizzare per avvantaggiare le pretese
egemoniche e le strategie espansionistiche del sovrano spagnolo. A Napoli comandavano dei vice re che condividevano il
loro potere con i baroni e sottoponeavno le classi popolari ad una forte tassazione. Fra i privilegi di natura feudale ottenuti
dai baroni vi era ad esempio il potere di imporre prestazioni di lavoro o di amministrare la giustizia all’interno delle terre
acquistate. Attorno alla metà del 600 questa politica fiscale spagnola diventò opprimente per una popolazione già
fortemente impoverita dalla crisi economica, si ebbe quindi una rivolta fra 1647 e 1648 a Napoli, terza città per abitanti
dopo Londra e Parigi. Quest’insurrezione fu capeggiata dal giovane pescivendolo Tommaso Aniello, detto Masaniello, e
fu scatenata dopo l’ennesima tassa imposta dal vicere, una tassa sulla frutta (uno dei pochi alimenti per i poveri);
all’inizio gli insorti ebbero l’appoggio del ceto borghese ma in dopo appena 10 giorni Masaniello venne assassinato dai
suoi seguaci; nonostante questo la rivolta continuò, venne instaurata una brevissima repubblica; le autorità spagnole
repressero questa rivolta nell’Aprile del 48.

Ducato di Savoia

Tra il 16esimo ed il 17esimo secolo vediamo che, grazie ad Emanuele Filiberto, il ducato di Savoia si ritaglia uno spazio
all’interno della geografia italiana. Emanuele riuscì a prendere qualche territorio nel Piemonte e spostò i suoi interessi nel
versante italiano con un trasferimento della capitale del ducato da Chamberie a Torino.
Guerra dei trent’anni

In germania nel 17esimo vi fu una lunga e sanguinosa guerra definita guerra dei cent’anni alla quale parteciparono le
principali potenze europee; la guerra era caratterizzata da motivi religiosi, scontri tra cattolici e protestanti, similmente
alle guerre di religione francesi. A praga avvenne la celebre defenestrazione di praga (avviene in boemia) quando, durante
una protesta contro Ferdinando II, che aveva contestato il diritto di boemi a professare la propria libertà di culto,
all'interno del castello di Praga due funzionari imperiali furono buttati da questa finestra (sopravvivendo alla caduta)
(questo evento porta poi ad altre rivolte). La guerra dei trent’anni si conclude con la pace di Vestfalia, un modello
straordinario di diplomazia che mantenne un equilibrio politico in Europa per molti anni e che permise di conservare la
pace. Il trattato si fondava sul riconoscimento della libertà religiosa e di culto e sul principio del “cuius regio eius religio”
che venne esteso a tutti i sudditi che potevano professare in privato una fede diversa rispetto a quella del proprio
governante.

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