Sei sulla pagina 1di 15

DEUS DIXIT

PAROLA DI DIO E TEOLOGIA SPIRITUALE

06/10/2022

Riflessione fondamentale sulla Parola di Dio, cosa è la Parola di Dio???? e il suo rapporto con la
Teologia Spirituale.
La Teologia Spirituale si occupa di come la Parola di Dio può trasformare la vita, l’agire della Parola
nella vita del credente, la sua forza di santificazione; come gustare la Parola, lasciarsi trasfigurarsi
per la Parola.

Due parti:
1. Modo sistematico, sulla teologia della Parola di Dio, cosa è la Parola di Dio? in che senso
posiamo dire: Dio parla??? Come ci parla Dio??? come ascoltare Dio???
2. Prassi della Lectio divina, la sua storia, la sua missione nella vita spirituale. Lectio divina
come istrumento importante per avvicinarsi alla Parola di Dio.
Vedere che la lectio non è l’unica maniera per avvicinarsi alla Parola, ma è una forma
fondamentale.

INTRODUZIONE

“Meditare da cristiani”, Hans Urs von Balthasar. Testo breve, e difficile da seguire. Parla di
meditazione a partire digli Esercizi spirituali. Cosa significa meditare per un cristiano??? È la
domanda che si fa il testo.
La meditazione è un esercizio importante per il cristianesimo, ma pure fuori del cristianesimo.

Balthasar comincia il testo dicendo:


tutto dipende dell’interrogativo, se Dio ha parlato all’umanità, oppure l’Assoluto resta in silenzio.
Cosa c’è prima, parola o silenzio? Per i cristiani, e prima la Parola, il Verbo… al principio era il
Verbo.

Se la seconda possibilità è corretta si aprono tutti i cammini, verso l’indicibile… si vede il mondo
come una illusione, qualcosa della quale si deve fuggire, mondo ingannevole, che non è la verità,
per trovare fuori la verità, in eroica ascesi e mistico sprofondarsi (Le parole ascetica e mistica, non
sono di origine biblico, sono di origine pagani). Questa è la conseguenza della concezione di un
assoluto che tace.
Tutte le forme di meditazione dell’umanità, sono questa ricerca di un dio che tace, si cerca
l’Altissimo… uscire del mondo per entrare in contatto con l’Assoluto. Se dio tace, non parla a
questo mondo, solo si può trovare uscendo di questo mondo…

Ma se la prima e corretta: DIO CI HA PARLATO!!! Allora entriamo nello spazio biblico, nello spazio
delle tre religioni monoteisti. Possiamo trovarlo in questo mondo, ascoltarlo, fare rapporto,
relazione, ALLEANZA, con Lui.
Per noi la Meditazione sarà riflessione e appropriazione della PAROLA DI DIO su se stesso e sul
mondo. Qui la meditazione e diversa, non è un fuggire del mondo, perche l’Assoluto ha parlato, si
ha comunicato, ha dato il primo passo, e lo sforzo della persona sarà ascoltare, capire, assimilare,
approfondire. Un unico interrogativo:
Dove questa Parola di Dio raggiunge la sua forma compiuta? Dove si può trovare? Dove sta? Dove
troviamo la sua traboccante unità?

Nella rivelazione, la maniera di parlare di Dio non è la donazione di un libro, di un testo, come è la
concezione in altre religioni: dio consegna un libro, un libro sacro.
La Parola nel cristianesimo, non è in primo luogo la Bibbia, il testo, è una PERSONA, GESUCRISTO,
UNA VITA, UNA STORIA. Qui il cristianesimo si distacca delle altre religioni: IL CRISTIANESIMO NON
E LA RELIGIONE DEL LIBRO, MA DELLA PAROLA DI DIO, DEL VERBO, DI GESUCRISTO. GESÙ è
sempre la PAROLA, con la sua esistenza, non solo attraverso la Parola detta o scritta, è la sua vita,
LUI STESSO È LA PAROLA.
Balthasar: l’autorivelazione di Dio si realizza pienamente in entrambe direzioni: disvela il mistero di
Dio, e il mistero dell’uomo. La meditazione cristiana è pienamente trinitaria e pienamente umana.
La direzione decisiva non è la salita, ma la DISCESA: Dio entra nel mondo, nel linguaggio, nella vita
dell’umanità, viene all’incontro. Possiamo trovare Dio dentro, in tutte le cose, tutto ci può parlare
di Dio, perché Lui ha disceso, si è incarnato, fatto storia. Non è fuggire del mondo, della realtà per
trovare Dio, è ascoltare Dio che ci ha parlato, entrare in tutta la profondità della nostra umanità,
che è il luogo dove si rivela (“Le mansioni” di Santa Teresa, parla di questo, entrare nell’uomo,
nella profondità si trova Dio).

Benedetto XVI: il cristiano non vive di un NO, ma di un grande SI.


Una Parola che ci afferma, un sì alla vita, all’amore, al bene, alla bellezza.

I primi 4 secoli, le immagini religiosi sono poche, per il rispetto del vieto biblico… Rischi di una
religiosità concentrata sull’immagine. Tutto più centrato nell’ascoltare. L’ascolto è fondamentale
nella vita spirituale cristiana prima è adesso.

BIBLIOGRAFIA
- Dei verbum. CVII.
- Verbum Domini. Benedetto XVI.
13/10/2022

VERBUM DOMINI: nella prima parte del corso, la lettura fondamentale sarà la Verbum Domini di
Benedetto XVI. Questo testo pubblicato, 2010, nato dopo il Sinodo dei Vescovi del 2008. (lettura
obbligatorio, per il corso e per l’esame).
Comincia così:
“(Verbum Domini) La Parola del Signore rimane in eterno” (VD 1), (1 P 1,25; Is 40,8).
Parliamo di una Parola che rimane sempre, eterno, della realtà di Dio. Mentre noi e questo mondo
si passiamo, tutto passa. Questa Parola stabile, eterna è annunciata a noi, entra nel tempo che
cambia, entra nella storia, nella logica della lingua umana.

Il prologo del Vangelo di Giovanni è la guida (Gv 1). Il Verbo che dal principio è presso Dio, si è
fatto carne ed ha posto la sua dimora in mezzo a noi (VD 5). Questo Verbo entra nella storia, Lui la
Parola, si fa carne, si comunica con noi, si fa accessibile, vicino, comprensibile.

Il cammino de la Chiesa:
grande impulso da la “Dei Verbum” (1965): riscoperta della Parola di Dio nella vita della Chiesa per
la riflessione teologica sulla divina Rivelazione. Negli ultimi quaranta anni non sono pochi gli
interventi del Magistero ecclesiale.

La lettura della Bibbia non era qualcosa comune nella vita dei Cattolici, prima del CVII (la
popolazione non sapeva leggere; non era facile accedere alla Parola; poche traduzioni alle lingue di
tutti; pericolo di una sbagliata interpretazione).

Nel impero romano, 40% della popolazione sapeva leggere. Si perde per la caduta dell’impero.
Dopo sarà un percento troppo basso; la lettura della Bibbia si fa soprattutto nei Monasteri.

Produzione dei libri: invenzione della stampa (1450, Gutenberg): si sviluppa la cultura della lettura.

Dopo la Riforma, per il pericolo di una sbagliata interpretazione, la Chiesa Cattolica restringe. Si
sviluppa di più la vicinanza alla Parola in ambito protestante: altrettanto i primi studi biblici lo
fanno i protestanti.

A partire del 800 comincia il processo di alfabetizzazione, piu meno alla fine del 800 una grande
percentuale della popolazione sa già leggere e scrivere.

Dopo la Riforma, una prevenzione, paura, di avvicinarsi alla Parola, si crede un libro troppo difficile
di capire.

La gente si avvicina alla Parola solo per la predicazione, ma addirittura prima del concilio, dentro
della Eucaristia, la predicazione non faceva parte del rito, e non si faceva sempre.

Bibbia e Parola di Dio, non sono termini sinonimi: la PAROLA DI DIO è più della Bibbia.

Dopo il concilio nascono tanti Istituti Biblici, centri di studio…


Nelle comunità religiose prima la lettura della Parola non era cosi comune, anche meno
l’insegnamento, studio. Oggi è molto più centrale.
È molto raro il fatto che oggi la gente, superati tanti ostacoli in riguardo alla Parola, NON
LEGGONO LA PAROLA DI DIO. Forse oggi per motivi culturali (nostra cultura attuale legge poco), e
pure per mancanza di formazione Biblica, e di più per mancanza di spiritualità biblica.

DOCUMENTI IMPORTANTI

- Concilio di Trento: Decreto sui Libri sacri e le tradizioni da accogliere (1546).


La Parola di Dio non sta presente solo nel libro scritto, ma pure nella Tradizione della Chiesa, che è
una altra maniera di comunicare la Parola di Dio.

- Concilio Vaticano I: Dei Filius (1870). Sulla divina rivelazione. Vedere il contesto storico,
culturale di questo concilio, che cerca dare risposta al ILUMINISMO (movimento sociale
che cerca fare uscire all’umanità dell’ignoranza e della superstizione attraverso la ragione
e la scienza). Sorgono due pericoli per la Chiesa:
Razionalismo: riduzione di tutta conoscenza alla sola capacità della ragione, solo è vero
quello che è possibile ragionarsi.
Fideismo: (no alla ragione, conoscenza di Dio solo per la fede). Il concilio risponde al
fideismo: Dio creatore può essere riconosciuto dalla ragione umana (leggere Rm 1). Ma ci
sono delle cose che superano la ragione, irraggiungibili per l’intelligenza umana, per essere
misterio, questo rimane e rimarrà come dono di Dio, che si deve solo ricevere e credere.
Due modi di conoscere Dio: naturale e sopranaturale, ma mai irrazionale.
La religione ha il pericolo di diventare una cosa che si memoriza, si impara, a livello della
conoscenza. Dio come un grande professore che insegna, e gli altri devono imparare, una
visione della Rivelazione come ISTRUZIONE: la Parola di Dio serve per insegnare, istruire.
La gente deve essere educata, dirli cosa devono fare, cosa no. Credere quello che mi dice
la Chiesa e basta.
Un altro modello: EPIFANIA: una cosa è imparare a memoria, altra è la liturgia: un misterio
che si fa presente, si manifesta. Nel primo millenio, i Padri della Chiesa parlano cosi della
rivelazione, è una realtà viva, una manifestazione storica di Dio e della salvezza. Non si
vede la Rivelazione come una dottrina, ma come una realtà viva, la manifestazione di Dio
tra di noi. ESPERIENZA DEL SACRO, CHE CI FA TREMARE MA ALLO STESSO TEMPO È
AFASCINANTE.

Oggi parliamo del modello: COMUNIONALE: Dio vuole entrare in comunione, alleanza con
noi. Dio non ensegna qualcosa, parla di se stesso, si relaziona, fa una condivisione,
condivide la sua vita, il suo essere, come due persone che si incontrano a parlare di se
stessi.

- Concilio Vaticano II: Dei Verbum (1965)

Chiave dialogica: Dio parla.


DV 2: “Dio invisibile parla agli uomini come ad amici, per invitarli alla comunione con Sé”.

Prima del CVII si cercavano le fonti della Rivelazione.


Il CVII precisa che: Esiste solo una fonte: Cristo, che è la Parola di Dio, ma viene trasmessa di
modi diverso, specialmente attraverso due canali: Tradizione, Sacra Scrittura («La sacra Tradizione
e la sacra Scrittura […] scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo
un tutto e tendono allo stesso fine» DV 9).

Dopo il concilio sorgono tante iniziative di avvicinamento alla Parola di Dio: studi, lectio divina, ecc.

Dio in dialogo (VD 6: leggerlo 😉)


Il Papa in questa parte riprende la verità del CVII, “Dio in dialogo”: Dio si fa conoscere nel dialogo
che decide avere con noi (DV 2).

Ma… non avremmo compreso a sufficienza il Prologo di Giovani se ci fermiamo alla costatazione
che Dio si comunica amorevolmente a noi.

“In principio”
Verbo di Dio: è un principio assoluto. Il Verbo pre-esiste alla creazione. Mai Dio è stato senza il
Logos. Il Verbo, il Logos è ETERNO.
Ci narra la vita intima di Dio: nel cuore della vita divina c’è la comunione, c’è il dono assoluro: Dio è
amore.
La Parola non è semplicemente che Dio dice qualcosa, una azione di Dio, questo Verbo è eterno,
esiste eternamente, Egli stesso è Dio… nella Parola di Dio, Dio si comunica se stesso, è la presenza
di Lui stesso, Dio ci racconta la sua vita intra-divina, ma entra nella logica del linguaggio umano,
INCARNAZIONE, Dio assoluto si fa uomo, visibile, storico, temporale, e nel Dio fatto uomo,
incontriamo Dio stesso, vediamo la sua gloria.

Il Padre dall’eternità esprime la sua Parola nello Spirito Santo. Dio vuole farce partecipi del dialogo
intra-trinitario, la comunicazione di Dio stesso, entrare in questo mistero di dialogo intra-divino,
che è dialogo d’amore, dialogo vivificante, trasformante, divinizzante. Si chiarisce non solo il
mistero divino, ma pure il mistero dell’uomo.

La Parola di Dio come un canto a varie voci: analogia della Parola di Dio (VD 7)
Ogni parola che usiamo ha un fondamento, manifesta una realtà: dire che qualcuno è buono,
significa che ha bontà. Ma ogni parola può avere diversi significati.
Buono: un cioccolato, una persona, Dio. Si applica la parola a ogni realtà di maniera diversa.

- La comunicazione che Dio fa di se stesso


- Significati diversi… ma relazionati, e con una unità, ognuno con un senso.

L’evento di Cristo: CENTRO della Rivelazione divina.


La Parola si esprime lungo tutta la storia della salvezza, e ha la sua pienezza nel mistero
dell’INCARNAZIONE, MORTE E RISURREZIONE DEL FIGLIO.

Questa Parola è presente in tutta la storia della salvezza, e da senso a tutta questa storia: la
Parola, il Verbo, e il centro di tutto.

Parola di Dio è quella predicata degli apostoli: attraverso l’annuncio si rende presente.
Trasmessa nella TRADIZIONE VIVA DELLA CHIESA: Gesù non scrive, gli apostoli non hanno come
priorità scrivere. Trasmettono la Parola con la Tradizione.

Canti a varie voci: PALESTRINA (compositore), sinfonia, polifonia, una diversità che ha una UNITÀ.
Cosi la Parola di esprime in vari modi, con diversi significati, ma che si deve sempre trovare dentro
dell’unità, senso unitario, che si trova in Cristo-Verbo-Parola.

Conseguenze per la vita spirituale.

Una solo PAROLA, unificata in Cristo, ma con forza polifonica, che ha sempre una risposta nuova
per ogni persona, in ogni circostanza, in ogni tempo, una Parola aperta a tutti e a tutto, come luce,
risposta per tutta la storia.

Parola di Dio e creazione (VD 8):


Il creato come liber naturae.

Attraverso la rivelazione riconoscere che questa Parola è il fondamento di tutta la realtà (VD 8).
Tutto quello che esiste, non è frutto di un caso irrazionale, ma è voluto da Dio, dentro il suo
disegno, al cui centro sta l’offerta di partecipare alla cita divina in Cristo. Questo disegno si
comunica per la Parola.

Il discorso di Benedetto XVI, è piu dal macro disegno, un disegno eterno, universale nel quale
possiamo entrare tutti… Francesco ha un discorso piu dalla realtà concreta, da passi concreti da
realizzare: sembra piu accettabile per il mondo di oggi piu immediatista, concreto.

La natura come testimonianza di Dio


Dei Filius: il mondo è trasparente, ci parla di Dio. si puo conoscere lo invisibile di Dio attraverso lo
creato. Dio parla attraverso la creazione (trasparente).
Dei Verbum: comincia in ordine diverso: prima mette a Gesu Cristo, pienezza, dopo parla della
creazione.
28/10/2022

La sinfonia a piu voci, in cui l’unico Verbo si esprime…

- L’evento Cristo, centro della Rivelazione

Parola di Dio e creazione:


La natura come testimonianza di Dio
La creazione è un libro (liber naturae), accanto al libro della Scrittura.
La creazione ha la impronta divina dove possiamo leggere l’opera di Dio.

Dei Filius: CVI. Dios puede ser conocido por la luz de la razón, a través de las cosas creadas.
Lo invisible de Dios se conoce por medio de lo visible que Dios mismo ha hecho (Rm 1,20). Pero
gusta Dios de revelarse a si mismo y sus decretos por medio de la via sobrenatural (Revelación).
Vemos la validez tanto de la creación, la razón, como de la Revelación, como caminos para cono-
cer a Dios.
Dios siempre supone la naturaleza, la natura, y obra inicialmente siempre a través de la naturale-
za, lo lógico, lo “normal”.

Dei Verbum. CVII. Reprende esta enseñanza pero lo pone en otra perspectiva. Inicia por la Revela-
ción: Gusta Dios revelarse a través del misterio de Cristo… Dios que crea y conserva todo por me -
dio del Verbo, ofrece al hombre a través de esta creación un testimonio de sí mismo.

La naturaleza canta la gloria del Creador


Cada creatura es palabra de Dios porque proclama a Dios (S. Buenaventura)

Tertuliano (De oratione XXIX.4)


Expresa que toda la creación parece que ora: los animales alzan su cabeza al cielo, proclaman sus
gritos… los pájaros alzan sus alas al cielo en forma de cruz mientras vuelan…

Francisco de Asís:
Con su oración “Laudato sii”, es un ejemplo por excelencia de la alabanza a través de la creación.
Da testimonio de la armonía, experimenta el mundo como una gran armonía, que manifiesta el
perfecto creador… pero no se trata de una mística meramente natural, porque conduce a la ala -
banza del Dios vivo y verdadero.

Cuando esta presencia de Dios en su creación se distorciona, la naturaleza puede convertirse en


un idolo, se diviniza: religión natural. La naturaleza testimonia a Dios, nos HABLA (PALABRA) de
Dios, pero no es Dios, refleja su creador, sus atributos, sus perfecciones, pero no es Dios en si mis -
mo.

San Juan de la Cruz: Cantico espiritual


La esposa:
¿Dónde te escondiste amado?
Me dejaste sola, con gemido
Como el ciervo huiste
Después de haberme herido
Gritando te seguí, estaba desvanecida.

La pregunta principal de los Ejercicios de San Ignacio: ¿Que debo hacer? ¿Cuál es tu voluntad?

Para San Juan de la Cruz la pregunta fundamental es : ¿Dónde te escondiste? ¿Dónde estás?

Mil gracias esparciendo,


Por los bosques se apresuraba,
Solo con mirarlos
Solo con su presencia
Vestidos los dejó de su hermosura

Dice San Juan explicando la estrofa 4: se comienza el camino con el conocimiento de la creación,
para llegar al conocimiento del Amado que la ha creado; después sigue el conocimiento de sí mis-
mo, también como camino de conocimiento de Dios.

San Juan Pablo II:


Triptico romano: fuente (sorgente)

03/11/2022

La creación del hombre (VD 9)


Toda la creación nace de la Palabra (creatura Verbi), y de la misma manera toda la creación y par-
ticularmente el hombre es llamada a SERVIR A LA PALABRA.
Todo es creado para realizar una historia de amor: la creación es el espacio, necesario, para desa -
rrollar esta historia de amor.

¿Por qué la creación? Para los judíos la respuesta será: para llamar al pueblo de Israel.
Todo existe en miras a Israel, el pueblo elegido.

Para los cristianos la visión se abre a la universalidad de la humanidad, concretizada en la Iglesia:


Toda la creación existe en miras del hombre, de la humanidad.

Ley natural (VD 9): llamada interior y exterior


La Palabra no es una información, una voz, es Dios hablando, que dirige su voz hacia la humani-
dad, y se convierte en llamada interior y exterior.
A esta llamada interior, la filosofía llama “ley natural”. En la naturaleza descubrimos una ley que
nos vincula. Una llamada interior a cumplir el bien y evitar el mal.

El Evangelio es una perfección, es un camino eminente, de esta ley, es plenitud… no es solo que
venga el Evangelio a hablarnos de aquello que ya sabemos, que ya tenemos inscrito, aunque es
verdad que ya tenemos esa verdad como semilla, pero el Evangelio viene como plenitud de esta
ley inscrita en el corazón (Rm 2,15; 7,23).
El Evangelio asume y realiza en modo eminente la ley natural.
El realismo de la Palabra (VD 10)
“Quien conoce la Palabra divina conoce también plenamente el sentido (significado) de cada cria-
tura” (VD).
Nos clarifica el sentido de todo, nos enseña el verdadero REALISMO:
“…cambiar nuestro concepto de realismo: realista es quien reconoce en el Verbo de Dios el funda -
mento de todo”. (VD)
“quien construye la propia vida sobre su Palabra edifica verdaderamente de manera sólida y dura -
dera”. (VD)

San Ignacio de Loyola: Principio y fundamento


El hombre es creado para alabar, reverenciar y servir a Dios y alcanzar la salvación. Las demás rea -
lidades son creadas para el hombre y para ayudarlo para conseguir el fin para el que fue creado.
El hombre debe servirse de todo, tanto cuanto, le ayude a conseguir su fin, y se debe alejar, tanto
cuanto, le son de obstáculo.
Por eso debe ser indiferente de todas las cosas de la creación, eligiendo solamente aquello que lo
conduzca a realizar su fin.

También para San Ignacio, toda la creación gira en torno al hombre, en función del hombre y la
realización de su fin.

“Por medio del Verbo has sido creado, pero es necesario que por medio del Verbo seas recreado”
San Agustín.
La Palabra crea y recrea.

Eugen Drewermann: Psicologia del profondo e Esegesi


Nosotros no vivimos en nuestra verdad, en armonía con nosotros mismos, sino en angustia, temo -
res, y es esto lo que nos enferma. Jesús con su cercanía, con su bondad y calor, logra que el hom -
bre se encuentre consigo mismo y así logre la sanación de su vida.
Eugen, habla de que no es necesario aprender algo de la Biblia, sino, a través de la Biblia, entrando
en contacto con Jesús, llegar a encontrarnos con nosotros mismos.

Grande problema cuando la vida espiritual no se logra asimilar como una opción propia y libre,
como un encuentro y realización de si mismo, sino como una imposición externa, de otros, de una
institución… se debe llegar a encontrarse a si mismo, y configurar un proyecto de vida personal,
auto elegido, libre, asimilado.

Cristo llega desde el interior y desde el exterior:


Esta dentro, el hombre tiene un deseo natural de Dios, un conocimiento interior, huella de nuestra
realidad de imagen y semejanza… luego este Cristo que esta dentro, lo reconocemos por los sig -
nos, las palabras, los hechos que vienen de fuera, que vienen a confirmar aquello que tenemos
dentro, viene a profundizarse, a plenificarse. “El Reino de Dios está dentro de ustedes”.
Hay una íntima relación entre esta Palabra interior, y Palabra exterior, Dios presente, Dios que vie -
ne, Reino que está, Reino que viene.

Es peligrosa una interpretación psicologista del mundo: La Palabra de Dios no seria una novedad
verdadera, porque todo lo encuentro ya dentro de mi. La Palabra simplemente explica lo que ya la
psicología sabe del hombre. Explica algo que ya sabemos, o que podríamos descubrir solo con la
Palabra de Dios.
Esto esta muy presente en la literatura espiritual moderna (por ejemplo Alsem Grün).

Romano Guardini: nace en italia, crece en aleman, escribe en alemán. Proceso de beatificación.
Grande pensador, grande formador de los jóvenes: quiere descubrir el valor existencial del cristia-
nismo. El cristianismo una riqueza, pero que permanece escondido. “Vivimos en la Iglesia, pero no
de la Iglesia”.
Carácter difícil: sufría de melancolia.
“ACEPTARSE A SI MISMO”. Libro 1960.
Es un texto muy profundo.

¿En que modo yo soy yo mismo? El hombre tiene la capacidad de pensarse a si mismo. Por que soy
así? No puedo renunciar a mi, porque todo lo que hago, soy siempre yo: mi forma de ver, de pen -
sar, de vivir, etc. Todo siempre en el relación al YO.
Para mi no hay un mundo donde yo no exista. Todo es como YO, lo veo, lo vivo.

Porque soy asi? Mis circunstancias, mi personalidad, por qué?

Yo soy a mi mismo dado, yo me recibo a mi mismo.

Al principio de mi existencia hay una iniciativa, alguno, que me ha dado a mi, a mi mismo.

(Los que regresan de las guerras, llegan con un sentimiento de absurdo: la existencia es un absur-
do, porque vivir? Todo destruido porque? La filosofía existencialista dirà, somo arrojados a la exis-
tencia, y debemos sobrevivir. La religión se puede ver solo como una ilusión para huir de este ab -
surdo).

Tenemos que aprender a querer ser yo mismo. Convertirme en yo mismo. Esto es aceptarse.
“El hombre viejo, y el hombre nuevo, son la misma persona”, soy yo: la conversión no es ser otra
cosa, noooo… soy yo mismo transformado, santificado.
La divinidad no cancela la humanidad,

LA VIDA NUEVA (OJO TESIS), el ser informado a imagen de Cristo, es siempre el mismo hombre,
que antes estaba en el desorden. (VD 50)

“Que yo sea, lo comprendo solo con lo que está mas allá de mi, en aquel que me ha dado a mi mis -
mo. El hombre no se puede comprender a partir de si mismo.”

Un sueño: cuando un hombre nace, le es pronunciada una palabra, se me da dentro una palabra,
una identidad, única, una palabra dentro,

Guardini habla de aceptarse a si mismo, porque Dios expresa una palabra sobre mi, una realidad
única, que soy yo… somos fruto de una palabra de Dios pronunciada, una primera palabra, que soy
yo mismo. Yo me acepto como una palabra, sensata. Mi Padre, mi creador, mi salvador ha pronun-
ciado esta palabra, que soy yo.

Debemos llegar a ser lo que Dios quiere, porque esto es lo que somos realmente.
Santa Teresa del niño Jesús:
Ha visto en el libro de la creación que hay muchas flores. Grandes santos y pequeñas flores.

La perfección consiste en hacer su voluntad (similar a Guardini).


17/11/2022

La Palabra interior y exterior.

Interior:
Creación/Experiencia
Filosofía
No existimos sin una llamada.

CRISTOLOGIA DE LA PALABRA: VD 11

¿Quién es Jesucristo?
¿En qué sentido podemos hablar de la Palabra de Dios?

“AT: historia en la que Dios comunica su Palabra”. (VD 11).


Verdaderamente es HISTORIA, pero historia donde se entrelaza la salvación, y así se hace historia
de salvación. Hay herejías que rechazan la verdad de fe del AT, su importancia.
El AT es un verdadero proceso para acoger la Palabra, todos los seres humanos necesitamos este
proceso para aceptar, asimilar la Palabra. La Palabra de Dios es una palabra pronunciada en la his -
toria y que necesita una respuesta humana.
La Palabra de Dios no cae del cielo, sino que es parte de la historia, se realiza en un camino, y un
camino progresivo.

Jesucristo es la Palabra de Dios, hecha historia, encarnada, la Palabra misma. La Palabra no es solo
los dichos de Jesús, como decían algunos, es TODA SU HISTORIA, todo lo que Cristo vive, toda su
existencia. Toda su historia es la Palabra de Dios pronunciándose, aun sin palabras verbales. Es fal-
sa la idea que la Palabra sean solo las enseñanzas de Jesús.

Dei Verbum: 2: Habla también de esta relación entre: eventos y palabras, en la comunicación de
la Revelación, de la Palabra de Dios.
No son solo palabras. Cristo es plenitud y mediador de toda la Revelación; revelación de Dios y de
la salvación de los hombres.

Condescendencia eterna:
Nosotros estamos en grado de escuchar la Palabra, porque se ha expresado en modo humano.
Dios que habla en el libro de la naturaleza, habla también en la historia de la salvación y se ha con -
vertido en Cristo, nacido de mujer (Gal 4,4), un hombre como nosotros, Palabra viviente.
El lenguaje humano que ya es frágil, que es condicionado, limitado: como cuando queremos leer
una obra de Santa Teresa, no obstante es español, es fatigoso, por el hecho del cambio de época,
de cultura, de contexto, etc…

Condescendencia, porque es un acto de abajamiento de Dios: analogía entre Encarnación y Escri-


tura.

“El Verbo se ha abreviado” (VD 12)


Is 10,23; Rm 9,28.
Dios llega a nosotros haciendose pequeño para que lo podamos acoger.
Tradición patrística y medieval habla de este expresión: “el Verbo se ha abreviado”. Tan pequeño
que se hace un niño, que se puede poner en un pesebre.
La Palabra ya no solo tiene voz, sino un ROSTRO, en Jesucristo.
En Cristo Dios ha dicho TODO, y el hombre lo ha acogido todo en su libertad, especialmente en el
Misterio Pascual.

“Unidad del plan divino en el Verbo encarnado” (VD 13).


En el misterio pascual se cumplen las Escrituras, asi lleva una unidad, una lógica. La muerte de Cris-
to testimonia como hasta el fondo, la Palabra se ha hecho carne, Palabra humana.
Tambien la resurrección es según las Escrituras.
Victoria de Cristo a través de la potencia de la Palabra.
Profunda unidad entre la creación y la nueva creación y de toda la historia de la salvación.

24/11/2022

LOGOS: VERBO: PALABRA


Significado de la palabra: PALABRA
No es fácil traducir la palabra hebrea Dabar (cosa, hecho, palabra, advenimiento, revelación, man -
damiento): porque es una palabra síntesis, que habla de la unidad de la creación.
Dabar, tiene la unidad entre Palabra y vida. En el latín y en griego, hay una división entre verbum/
res; logos/onta. En Dabar todo es una unidad: es Palabra y realización al mismo tiempo, es idea y
vida.
En nuestra vida muchas veces la palabra es vacia de contenido, no tiene una relación directa con la
vida.
DABAR: tiene dos elementos fundamentales:
- Dianoético: un pensamiento que alcanza la cosa en si misma, le da un sentido. Es la idea,
el contenido, la forma.

- Dinámico: cargado de fuerza, de luz, una fuerza que tiene eficacia objetiva, cambiar real-
mente la realidad, como que se concretiza, se encana, toma vida:
Iremos a Belén: cambia la vida; te amo; te ordenaremos sacerdote; vas a una nueva parro-
quia: esto cambia la vida.

Palabra que se convierte en un evento, en una irrupción:


La Palabra no es respuesta a las preguntas humanas, sino que es irrupción, sorpresa.
Quiere decir que Dios inicia a hablar por una iniciativa personal, el es PALABRA, la causa de su ha -
blar no es la pregunta del hombre. No quiere decir que no nos escuche y responda a nuestras ora -
ciones, porque de hecho lo hace, sino en el sentido de que su voz no tiene como causa nuestras
preguntas, el hombre en sí.
Rahner y Balthazar: Rahner dice que debemos partir del hombre, de la palabra humana, para lle-
gar a Dios, pero Balthazar dice que no, debemos partir del DIOS DICE, la iniciativa es de Dios.

La estructura histórica del credo de Israel:


Los primeros relatos, los mas antiguos de la Biblia, hacen alusión a la LLAMADA, solo después se
pregunta por la creación, por aquel que me llama, como me crea.
El credo solemne se desarrolla sobre tres actos salvíficos:
- Vocación de los patriarcas
- Liberación de Egipto
- El don de la tierra de Canaán

El culto de Israel
El culto de Israel es diferente de las religiones naturales. No se celebran los ciclos estacionales, los
cultos en torno a la naturaleza como centro, sino la irrupción de Dios en la historia del pueblo.

- Pascua:
Comienza como la fiesta de la cosecha de las primeras espigas, inicio de la primavera.
Para Israel será la irrupción de Dios en el Éxodo, recuerdo del Éxodo: DIOS HA ACTUADO
EN EL PUEBLO, UNA ACCIÓN REAL.
DIOS DIXIT, DIOS HABLA, DIOS ACTUA.

- Pentecostés:
la fiesta de las cosechas.
Se convierte en la fiesta de la exaltación de la nueva alianza.

Leemos la Biblia para que esta historia pueda convertirse en nuestra historia:
Se trataba de una purificación de la memoria, darle una nueva interpretación a la luz de la fe, de la
manifestación de Dios. (como cuando en los países comunistas las calles tenían los nombres de los
grandes comunistas; luego se cambian, porque surgen nuevos héroes, es una purificación de la
memoria).
Se festeja la historia.

Atributos de Dios y su acción histórica:


Dios se puede entender, viendo la historia. Como una mediación. Como cuando Moisés solo ve la
espalda de Dios. Siempre una mediación. La Palabra también es mediación, un Dios que no se ve
directamente, no vemos su rostro, pero escuchamos su voz.
Las culturas paganas son mas del ver; el judaísmo es del ESCUCHAR.
01/12/2022

Palabra única y definitiva (VD 14)

No esperamos otra manifestación, ya hemos recibida la definitiva manifestación de la Palabra de


Dios. Se manifiesta en la historia, y esto vale por siempre.

Por ejemplo, un filósofo, al caer el comunismo en el 91, que la historia ha terminado, porque no
hay ya una alternativa a la democracia liberal, todo el mundo será de la democracia liberal, no ha -
brá ya la tensión con una contra… pero ahora vemos que no fue real, que la historia continua, y si-
gue cambiando, y hoy vemos que la democracia no es el único camino, y que en tantos países está
en peligro.
No sabemos hacia donde va la historia.
Pero para nosotros, todas las respuestas han sido dadas en Jesucristo. La historia ha terminado. El
mundo ha terminado para nosotros. Esto en el sentido de que ya todo ha sido dicho, revelado, no
hay nada “nuevo” que debamos esperar, hemos llegado a la plenitud de los tiempos.

Un modo privilegiado de ver al HIJO, es leer la Palabra de Dios; leer toda la Biblia en clave cristoló -
gica, toda ella nos habla del Hijo. Si buscamos algo fuera del Hijo, es una estupidez y ofendemos a
Dios (San Juan de la Cruz, Salida al monte carmelo, II, 22).

Si nosotros decimos que ya vino el Mesías, los judíos mirarán por la ventana y dirán: el mundo no
ha cambiado, por tanto no ha venido aun el Mesías.

Cada cristiano debería llegar a decir: Para mí la historia ha terminado, lo he


encontrado todo.
No espero nada nuevo, ha terminado todo, he encontrado la plenitud. Se ha cumplido todo lo es -
perado.

Ante la revelación del secreto de Fátima, el Card. Ratzinger, hace la clara diferencia entre la revela-
ción publica (la Palabra de Dios), y la revelación privada; son diferentes no solo en grado, sino en
esencia. LA REVELACIÓN es siempre al singular, porque es una sola y única Revelación; las revela -
ciones al plural, son las revelaciones personales, que son en esencia diferentes de la primera,
cuando son reales son solo una expresión, explicación, profundización, de la primera.
Es una ayuda para la fe, pero no estamos obligados a adherirnos a las revelaciones personales.

La Palabra de Dios y la misión del Espíritu Santo (VD 15-16)


La revelación ha terminado, pero la comprensión de esta Palabra esta aun en camino. Aquí se rea -
liza la misión del Espíritu Santo. Ireneo: el Hijo y el Espíritu como las dos manos del Padre.
Sin el Espíritu no hay comprensión de la Palabra.
El Espíritu actúa en la única economía de la salvación, unido inseparablemente a la misión del Hijo.

El Espíritu en la relación del creyente con la Palabra de Dios (VD 16)


Sin el Espíritu, la Biblia es solo un libro antiguo; con el Espíritu Dios habla hoy.

Como no hay transustanciación sin la EPICLESIS del Espíritu, no hay verdadera interpretación y en -
cuentro con la Palabra sin EPICLESIS, efusión del Espíritu Santo.
En la liturgia oriental se hace esta epíclesis con una oración:
Se trata de antiguas oraciones que en forma de epíclesis invocan al Espíritu antes de la proclama-
ción de las lecturas:
«Envía tu Espíritu Santo Paráclito sobre nuestras almas y haznos comprender las Escrituras inspi-
radas por él; y a mí concédeme interpretarlas de manera digna, para que los fieles aquí reunidos
saquen provecho».
Del mismo modo, encontramos oraciones al final de la homilía que invocan a Dios pidiendo el don
del Espíritu sobre los fieles:
«Dios salvador… te imploramos en favor de este pueblo: envía sobre
él el Espíritu Santo; el Señor Jesús lo visite, hable a las mentes de todos y disponga los
corazones para la fe y conduzca nuestras almas hacia ti, Dios de las Misericordias».

Revelación completa pero no completamente explicita (CEC 66).


Esto hace referencia al movimiento escatológico: ya pero todavía no; la tensión, tenemos todo,
pero debemos crecer en su comprensión.
Es el llamado “crecimiento de la Palabra”… la Palabra crece en quien la lee.

San Juan de la Cruz.

Potrebbero piacerti anche