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analisi e commento
Secondo me queste due poesie sono collegate, infatti la poesia di destra, inquadra il luogo in cui è
avvenuta l’azione amorosa della poesia di sinistra: il liceo classico milanese “Berchet”.
Nella poesia di sinistra si parla della distanza tra due banchi, quindi ci troviamo in un ambito
scolastico, analogamente anche nella seconda poesia si parla di un banco specifico che si trova in
una specifica classe. Dalla descrizione molto accurata si può pensare che in entrambe le poesie il
poeta si riferisca al banco di scuola dove sedeva da ragazzino. ………
Nella poesia di sinistra i tre versi iniziali sottolineano metaforicamente la distanza incolmabile tra il
poeta e la donna amata; non si tratta di una distanza reale, materiale, ma l’immagine contribuisce a
sottolineare un’incapacità da parte del protagonista di rendere “pubblico” il proprio sentimento. Per
paura di essere rifiutato, l’autore decide di stare in silenzio e non dichiarare all’amata il suo amore,
questo fatto nella poesia viene chiamato “peccato originale”.
Per non riuscire a scordare ad oggi quel “peccato originale”, l’autore sale su tutti i ponti del mondo,
soprattutto su quelli più grandi “gettati sui fiumi più larghi sugli abissi più fondi”, ma dopo quei tre
metri mai percorsi, quelli che metaforicamente separavano l’autore e la sua amata, non c’è più
l’amata ad attenderlo, ma solo la “morte”. In questi versi finali si trova l’immagine del rimpianto e
del pentimento per non essersi dichiarato, all’interno del quale l’autore si rende colpevole della
perdita della donna desiderata.
I primi due versi della seconda poesia indicano il rimpianto dell’autore per non essersi dichiarato
all’amata. I “fantasmi” rappresentano il rammarico dell’autore, il “luogo dell’offesa” invece
rappresenta il fatto di non essersi mai dichiarato, più precisamente potrebbe fare riferimento ai
banchi distanti “tre metri” citati nella poesia precedente. Quindi i primi versi della seconda poesia
riprendono lo stesso argomento degli ultimi versi della prima poesia.
Proprio su questi due banchi la seconda parte della poesia fa uno zoom, infatti indica con precisione
in che scuola, aula e in che fila si trovavano questi banchi. Il modo molto accurato con cui descrive
il luogo ci fa capire che quello che successe lì gli ha lasciato un segno profondo dentro, infatti si
ricorda ogni dettaglio di quel posto.
Tra i versi ombrosi e testimoni di un amore ormai impossibile delle altre poesie, a far luce con
questa poesia è una specie di “ironia”. Questa ironia crea un forte contrasto con le altre due poesie
analizzate, quasi una contraddizione. In questa poesia, al contrario delle altre, l’autore si riferisce
direttamente all’amata, porgendole una domanda la cui risposta sembra ovvia, quasi lapalissiana.
Secondo me questa poesia è tutta una metafora, infatti gli anelli di saturno rappresentano l’autore,
mentre il mulino bianco rappresenta l’amore della sua amata per un altro uomo. Difatti Mari scrive
che la scelta tra lui e un altro uomo era scontata, ma che la donna amata non immagina neanche
l’amore che l’autore prova per lei.
Mentre nelle altre due poesie emergeva il rimpianto dell’autore, la consapevolezza di essersi fatto
sfuggire l’amata, in questa poesia Mari addossa quasi la colpa di questo amore impossibile alla
donna.