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Basilica di San Vitale

Esterno
Risale al VI sec., sotto l'impero di Giustiniano,
viene fondata dal Vescovo Ecclesio, tra 525 e
532 arrivato da Costantinopoli.

Ha una forma complessa: è formato da un corpo


ottagonale più largo e più basso che racchiude
una torre ottagonale (tiburio) più alta.
Il corpo più esterno è su due ordini, presenta
finestre e lesene molto sporgenti. Poi si
aggiungono il nartece sulla facciata e l'abside
con due corpi cilindrici (diaconicon e protesis)
sul retro. Da notare i pilastri angolari che
salgono fino al tetto e i timpani in cima.
La muratura è con mattoni a vista, realizzata
con i mattoni sottili tipici dell'epoca di
Giustiniano. Il campanile, aggiunto sopra una
delle due torri, risale al X secolo ca., ma è stato
ricostruito dopo il terremoto del 1688.
I contrafforti che contrastano le spinte delle volte interne risalgono al IX secolo ca.

Pianta e funzioni dei percorsi


La pianta ottagonale, originariamente era
preceduta da un quadriportico, oggi
perduto. Di esso rimane un'ardica a tenaglia,
insolitamente disposta non in asse con
l'ottagono, ma tangente a uno spigolo della
pianta centrale. Sia la forma sia la
disposizione del nartece di San Vitale
rappresenta una soluzione funzionale e
simbolica insieme. Funge da accesso
monumentale alla chiesa, da filtro tra
esterno
(mondo terreno) e interno (mondo divino), ma denota
anche una chiara funzione psicologica sul visitatore
che entra.
Gli ingressi, infatti, sono diversi e accompagnano
differenti percorsi. I primi due percorsi sono quelli
corrispondenti agli intercolumni più estremi e presso
le due absidiole: due porte laterali non portano
direttamente nella chiesa, ma conducono nelle torri
scalari, gli accessi che anticamente erano riservati
alle donne per salire ai matronei.
Nella parte più centrale del portico si aprono altri due
ingressi: entrando in quello di destra ci si trova nel
deambulatorio. Qui si ha la percezione di uno spazio
circolare e si è portati a girare nella galleria anulare.
Entrando nell'ingresso di sinistra ci si trova in asse
rispetto al corpo della chiesa e
direttamente davanti al presbiterio.
Qui si ha la percezione di uno spazio
longitudinale.
Avanzando verso il centro della chiesa
si avverte infine la disposizione
radiale e centralizzata dello spazio.
Tutto concorre a creare
un'impressione di spaesamento e
disorientamento nel fedele che entra.
Non si riesce ad afferrare subito la
forma e le direzioni di questo
monumento.

Interno
L'ampio interno è caratterizzato dai ritmi articolati delle masse e dei numerosi archi che
rendono meno chiara la forma geometrica e fanno apparire indeterminato lo spazio.
Il grande ambiente centrale è
coperto da cupola emisferica
sorretta da otto grandi arcate su
giganteschi pilastri a ventaglio.
Un'arcata si apre verso il
presbiterio. Le altre sette
formano grandi esedre, divise in
due ordini di archetti su colonne.
All’ordine superiore corrisponde il
matroneo, all’ordine inferiore
l’ambulacro ottagonale, che gira
tutto intorno e si interrompe in
corrispondenza al presbiterio.
Queste esedre non hanno una
funzione strutturale, ma una
funzione estetica e simbolica, appartengono a una concezione metafisica dello spazio.
Rinviano al concetto di Dio come potenza infinita, che si espande ovunque, in tutte le
direzioni.
In origine la decorazione era molto più ricca: il
pavimento era in mosaico, ma di esso rimangono
pochi frammenti.

I capitelli delle colonne, finemente scolpiti a rilievo


e a traforo, presentano il pulvino. Tutto l'interno
presenta una ricchissima decorazione di marmi
pregiati e mosaici.

Mosaici
I mosaici di San Vitale sono di epoche diverse ma
complessivamente appartengono al VI sec. I più antichi, del tempo di Ecclesio, sono
quelli del catino absidale con la Teofania.
Nelle pareti ai laterali dell'abside si trovano i due mosaici con il Corteo di Giustiniano e
il Corteo di Teodora. In tutti gli spazi disponibili (lunette, estradossi degli archi, pareti,
ecc.) sono ospitati mosaici con scene tratte dalle Sacre scritture.
Teofania
Teofania= manifestazione di
Dio. E' un'immagine
simbolica, astratta, piena di
significati religiosi
Al centro Cristo del tipo
giovanile, senza barba, tra
due angeli. E' seduto su
una sfera azzurra, simbolo
dell'universo. A sinistra San
Vitale che riceve da Cristo la
corona del martirio con le
mani coperte dal mantello.
Da notare i costumi dei
personaggi, che sono molto
eleganti. San Vitale è in alta
uniforme (veste bianca,
ricami in oro, spalline con i
gradi, mantello ricamato).
A destra, il Vescovo Ecclesio che consegna il modellino della chiesa da lui fondata.
Sullo sfondo elementi di paesaggio stilizzati: un prato con fiori, rose e gigli che hanno
una simbologia religiosa particolare (rosa selvatica=sangue di Cristo, giglio=verità e
fede).
Le quattro fonti ai piedi di Cristo
sono i simboli dei quattro Vangeli.
E' un'immagine metaforica e
concettuale, presenta una
situazione tutta immaginaria, non
allude alla realtà. L'astrazione
dello stile quindi è perfettamente
adeguato a questo concetto.

Corteo di Giustiniano
Il corteo dell'imperatore si
presenta con tanti personaggi
schierati. Però i personaggi al
centro sono molto diversi rispetto
ai
soldati. I soldati sono tutti uguali, si somigliano. Gli altri
invece hanno dei tratti e fisionomie molto caratterizzati.
Infatti, sono dei ritratti. Questi personaggi sono stati
ritratti da alcuni artisti di Costantinopoli, i disegni sono
stati riportati su cartoni, e poi i cartoni sono stati inviati
a Ravenna direttamente da Costantinopoli.
L'imperatore spicca di più perché è al centro, ha un
abbigliamento ricco e appariscente, è davanti a tutti, non
è coperto da nessun altro, e ha l'aureola (editto di
Costantino). Ha una patera d'oro in mano da portare in
offerta per la messa.
Poi si riconosce il vescovo Massimiano, indicato dalla
scritta. Il generale con la barba è Belisario, il
conquistatore di Ravenna. In questo mosaico il processo
di astrazione è molto forte. La profondità è completamente eliminata, le figure sono
immobili e prive di rilievo, sembrano sagome ritagliate. Le forme tendono alla
geometria.
Non c'è una narrazione, non c'è una storia, è una scena celebrativa, una cerimonia tutta
simbolica.

Corteo di Teodora
La disposizione delle figure è la stessa
dell'altro corteo. Queste due scene
rappresentano le offerte imperiali
alla città di Ravenna. Si tratta di
cerimonie simboliche, mai avvenute
nella realtà.
Questa scena è più vivace dell'altra
perché i costumi femminili sono più
variati nelle fogge e nei colori.
L'imperatrice si riconosce perché è
più alta, è adorna d'un ricco diadema
carico di perle e di gemme e ha
l'aureola. In mano porta il calice d'oro
per la messa. Sull'orlo della veste si
vede un ricamo con i re magi: è un rinvio alla chiesa di Sant'Apollinare nuovo, dove si
trova un mosaico con tema analogo a questo.
Vicino a lei le due dame sono Antonina e Giovannina, la moglie e la figlia di Belisario.
Le altre dame che entrano in scena sembrano essere molte e continuare anche oltre la
tenda.
Mentre nel pannello raffigurante Giustiniano i personaggi veramente di rilievo sono due,
qui invece, nel pannello raffigurante Teodora, c'è solo un personaggio che domina la
scena: è quello dell'Imperatrice.
È da notare come tutte le figure,
ormai prive d'ogni materialità
corporea, non abbiano qui altro
valore che quello di ritmi di linee e
di ritornanti cadenze d'uno spartito
musicale e come il colore trovi la più
squillante esaltazione nello stesso
preziosismo degli smalti e delle
madreperle, che creano un gioco che
si avvale di mille luci e di mille
riflessi.

Basilica di Sant’Apollinare in Classe


Esterno
La basilica di Sant'Apollinare in Classe é una basilica situata a circa 5 chilometri dal
centro di Ravenna. E' stata costruita nella prima metà del VI secolo, fu consacrata nel
547 dal primo arcivescovo Massimiano ed é stato dedicato a Sant'Apollinare, il primo
vescovo di Ravenna.
La facciata, in parte rifatta come altre parti della chiesa, é preceduta da un nartece,
sotto cui ci sono marmi ed iscrizioni, che originariamente era un quadriportico, ed é
alleggerita dall'apertura di una
trifora. Gli stipiti e l'architrave
del portale sono in marmo
greco. Sopra il portico c'é
un'elegante finestra trifora.
A sinistra della chiesa c'é il
campanile del IX secolo che si
alza con la sua forma
cilindrica, mentre le finestre,
dal basso verso l'alto, prima
sono monofore, poi bifore e
infine trifore. Questo
accorgimento permette di
rendere l'edificio più stabile e
leggero, in modo che potesse
reggersi senza crollare.

Interno
La basilica é a tre navate, con corpo mediano rialzato e abside poligonale affiancata da
due cappelle absidate.
All'interno della basilica le
pareti sono spoglie, eccetto
la zona absidale, ricoperta
da un "manto policromo" di
mosaico, risalenti ad
epoche diverse. Al centro
della basilica, sul luogo del
martirio del Santo, é
collocato un altare antico.

Nel registro superiore della


zona absidale, che si
estende orizzontalmente
per tutta quanta la
larghezza dell'arco, é
raffigurato Cristo dentro un
medaglione circolare. Ai suoi lati, in mezzo ad un mare di nubi stilizzate, stanno i
simboli alati degli evangelisti: l'Aquila (Giovanni), l'Uomo alato (Matteo), il Leone
(Marco), il Vitello (Luca).
La zona sottostante presenta alle estremità le raffigurazioni di due città che hanno le
mura adorne di pietre preziose: sono Gerusalemme e Betlemme, dalle quali escono i
dodici apostoli sotto l'aspetto di agnelli. Nei rinfianchi dell'arco vi sono due palme, che
nella letteratura biblica sono emblema del giusto. Sotto a queste si trovano le figure
degli arcangeli Michele e Gabriele, con il busto di San Matteo e di un altro santo non
chiaramente identificato.

Tutta la decorazione del catino absidale risale circa alla metà del VI secolo e si può
dividere in due zone:
1. Nella parte superiore un grande disco racchiude un cielo stellato nel quale campeggia
una croce gemmata, che reca all'incrocio dei bracci il volto di Cristo. Sopra la croce
si vede una mano che esce dalle nuvole: é la mano di Dio. Ai lati del disco vi sono le
figure di Elia e Mosé. I tre agnelli, che si trovano spostati un po' verso il basso,
proprio all'inizio della zona
verde, con il muso rivolto verso
la croce gemmata,
simboleggiano gli apostoli
Pietro, Giacomo e Giovanni:
siamo chiaramente di fronte
alla rappresentazione della
Trasfigurazione sul Monte
Tabor.

2. Nella zona più bassa si allarga


una verde valle fiorita, dove ci
sono rocce, cespugli, piante e
uccelli. Al centro si erge
solenne la figura di
Sant'Apollinare, primo vescovo
di Ravenna, con le braccia
aperte in atteggiamento di
orante: egli in pratica é
ritratto nel momento di
innalzare le sue preghiere a Dio
perché conceda la grazia ai
fedeli affidati alla sua cura, i
quali sono qui rappresentati da
dodici agnelli bianchi.
Negli spazi tra le finestre sono
rappresentati quattro vescovi, fondatori delle principali basiliche ravennati: Ursicino,
Orso, Severo ed Ecclesio, vestiti in abito sacerdotale e recanti un libro in mano.

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