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LETTERATURA DELLA CHITARRA

AGUSTIN BARRIOS

il più grande virtuoso chitarrista/compositore della prima metà del’900

24/02/2021 a cura di Matteo Polce

Biografia

Agustin Barrios nasce il 5 maggio del 1885 a San Juan Bautista de las Misiones, una
piccola città del Paraguay. L’ambiente familiare in cui cresce è culturalmente stimolante:
entrambi i genitori apprezzavano le arti, la letteratura, la musica e il teatro drammatico.
Per questo il giovane Agustin fu agevolato in ogni modo nella sua vocazione musicale,
infatti cominciò a studiare la chitarra in età giovanissima. Inoltre è nel piccolo centro di
San Juan Bautista che ebbe modo di conoscere la musica popolare. Suo padre, Doroteo,
suonava la chitarra da amatore e il giovane Agustín, dimostrando un talento precoce,
apprese le basi tecniche dello strumento sui ritmi e i giri armonici tipici di danze popolari
che eseguiva nei momenti musicali in famiglia

Il suo primo vero maestro fu l’argentino Gustavo Sosa Escalda, che ascoltando il giovane,
all’ora 13enne, ne rimase impressionato.

Sosa Escalada, colpito dal talento del ragazzo, invitò i genitori di Agustín a mandarlo ad
Asunción, dove egli stesso insegnava, per poter continuare la sua istruzione e gli studi
musicali della chitarra. Il giovane Barrios vi si recò nel 1901 e si iscrisse al Colegio
National della città.

Sotto la guida di Escalada, Augustin apprese i fondamenti della tecnica chitarristica e


venne a conoscenza dei metodi di Sor e Aguado, così come le composizioni di Francisco
Tarrega e di Julian Arcas.

Oltre alla musica, si distinse nella matematica, il giornalismo e la letteratura. Studiò anche
calligrafia e fu un talentuoso artista grafico. Barrios, grande amante della cultura,
sosteneva che “uno non può diventare un chitarrista se non si è bagnato nella fontana
della cultura”. Oltre che lo spagnolo, parlava anche Guarani, la lingua nativa del Paraguay.

Durante questo periodo ebbe modo di accrescere la sua tecnica chitarristica. La sua
prima apparizione in un concerto avvenne il 30 Dicembre del 1903. Si racconta che fosse
stato avvisato all’ultimo momento per l’indisponibilità di una chitarrista. Il vero debutto di
Barrios come concertista fu il 2 Giugno 1906. Agustín si esibì eseguendo brani di Julian
Arcas e dei suoi arrangiamenti di brani popolari paraguayani, suscitando entusiasmo nel
pubblico.

Nel 1910, Agustín Barrios si recò a Buenos Aires, a quel tempo la capitale musicale e
maggior centro culturale del Sud America. Barrios suonò in concerti privati, nei Teatri da
proiezione creando la musica per film muti e nei caffè, e ricevette la sua prima chitarra di
valore del liutaio spagnolo Ramirez.

Nel 1912 lasciò Buenos Aires per Montevideo, capitale dell'Uruguay.

Lì strinse amicizia con Martin Pargola, un allevatore di successo appassionato di chitarra.


Pargola fu un sostenitore di Barrios, lo aiutò economicamente negli anni di crisi e lo
esortò a pubblicare le sue composizioni.

In questo periodo ebbe modo di continuare a studiare e crescere come artista. Studiò
armonia e nel 1913 iniziò a registrare per l’etichetta Atlanta & Artigas realizzando 12
registrazioni.

In quel periodo a Montevideo Andrés Segovia era impegnato in alcuni concerti.


Nonostante fossero entrambi nella stessa città, non si incontrarono mai, se non l’anno
dopo a Buenos Aires. Queste due figure furono importantissime nella storia della chitarra,
al cui sviluppo ognuno diede il suo personale contributo: Andrés Segovia spese la propria
vita cercando di restituire dignità allo strumento; lo fece attraverso la costituzione di un
repertorio colto, conforme al pensiero e al gusto musicale dei primi decenni del
novecento, servendosi dell’appoggio di alcuni tra i compositori più rappresentativi
dell’epoca come Manuel de Falla, Manuel Ponce, Federico Moreno Torroba, Joaquín
Turina, Joaquín Rodrigo. Barrios volle, invece, conservare e anzi far emergere le radici
arcaiche dello strumento, legate ad un mondo magico e spirituale anche nelle opere
realizzate in perfetta aderenza ai canoni della musica colta occidentale, se non addirittura
nei lavori di trascrizione di musica composta per altri strumenti.

Il 21 Agosto del 1922 Barrios ritornò in Paraguay e venne accolto con grande interesse ed
eccitazione dato che non si esibiva lì dal 1909. Qui diede undici concerti prima di lasciare
di nuovo il Paraguay, il 26 Aprile del 1923, per andare di nuovo in Argentina.

Dal 1925 iniziò un tour di concerti che lo vide in Uruguay, Argentina e Brasile fino al 1929,
anno in cui incontrò la sua compagna Gloria Seban che lo accompagnò per tutta la sua
vita, seguendolo sempre nei suoi viaggi.

La sua fama era così grande che lo portò ad esibirsi in quasi tutta l’America latina e in
centro America.

Il 1930 segnò l’inizio di un nuovo periodo: Augustin assunse lo pseudonimo di Capo


Nitsuga Mangorè, "il messaggero della razza Guaranì, il Paganini della chitarra dalla jungla
paraguaiana”. Nitsuga (Agustin letto al contrario) e Mangorè (un leggendario capo
Guarani che resistette alla conquista spagnola) furono usati da Barrios per diversi anni. La
nuova immagine comprendeva anche l’adozione di un costume tipico, con un copricapo
di piume, l’arco e le frecce. Anche l’ambientazione dei concerti cercava di ricostruire un
paesaggio immerso nella natura, con palme e piante.

Questo era un segno tangibile di un appassionato percorso di ricerca verso la definizione


di una propria identità culturale e artistica. Barrios cercava di rendere partecipe il pubblico
(il popolo) non più solamente di una esibizione artistica, ma di una vera e propria
celebrazione del mito.


Nel Febbraio del 1932 partì per il Venezuela, a Caracas, dove visse gli anni di maggior
successo della sua carriera. Barrios era al massimo delle sue capacità artistiche e
tecniche. Dalla comparsa di Nitsuga Mangoré aveva sviluppato il suo repertorio lungo
direttrici concettuali specifiche; da questo momento in poi tutti i suoi programmi
rivelarono il raggiungimento di una certa maturità.

A partire dall’Aprile del 1933 in Costa Rica il nome di Agustín Barrios non si trovava più in
nessun programma o articolo di giornale. Nitsuga Mangoré aveva sostituito
completamente la vecchia identità artistica.

In Messico incontrò l’ambasciatore paraguaniano, Salomoni, che lo spinse a cessare la


sua caratterizzazione poco dignitosa di Nitsuga Mangoré e lo incoraggiò a farsi
conoscere anche fuori dal continente Americano. L’occasione si presentò quando
Salomoni decise di far visita ai suoi figli che vivevano a Bruxelles.

Giunse in Belgio nel settembre del 1934 dove fece subito amicizia con Igor Stravinskij. Il
primo concerto fu tenuto al Conservatorio Reale di Musica di Bruxelles, dove tre mesi
prima si era esibito Segovia. Dopo Bruxelles, Barrios e la moglie Gloria vissero per cinque
mesi a Berlino. Nonostante la lunga permanenza in Germania, Barrios non dette nessun
concerto, probabilmente perché non riuscì ad allacciare rapporti con gli impresari. Le
uniche esecuzioni furono per alcune emittenti radiofoniche. Successivamente insieme ai
Salomoni si spostarono a Lisbona, in Portogallo e da lì Gloria e Augustín arrivarono a
Madrid. In quel periodo in Spagna però stava per esplodere la guerra civile e pertanto
Gloria e Agustín, nel Febbraio del 1936 dovettero tornare a Caracas.

Purtroppo Barrios lasciò l’Europa senza aver concluso nulla.

Questa esperienza ebbe su Barrios l’effetto di una sconfitta irreparabile anche perché
cercò sempre di accostarsi alla cultura europea ed ai suoi valori. L’ingiustizia fu grave: tra
i chitarristi europei di quel momento, pochissimi potevano vantare una formazione tanto
solida e rifinita quanto quella di Barrios e altrettanto pochi disponevano di qualità musicali
e strumentali paragonabili alle sue.

A dir la verità però nemmeno la permanenza in Europa avrebbe potuto contare molto per
la sua carriera: la seconda guerra mondiale era ormai alle porte e la sua salute fisica era
già precaria.

Ricominciò il suo tour di concerti, ma iniziò anche un periodo di difficoltà economiche,


aggravato dalla malattia.

Dal 1939 Barrios visse a San Salvador, capitale di El Salvador. Qui gli fu proposta la
cattedra di chitarra classica del Conservatorio Nazionale che il maestro accettò e ricoprì
fino al 7 Agosto 1944, giorno in cui si spense in seguito ad un secondo attacco cardiaco
(il primo lo ebbe durante un concerto in Messico. Barrios fu sepolto nel cimitero di Los
Ilustres a San Salvador.

Aspetti stilistici

Barrios fu’ probabilmente il più latino Americano di tutti i compositori, grazie al suo stile
compositivo così pieno di suoni e ritmi di questo continente e al modo in cui catturò
l’essenza della musica Latino americana. Ma soprattutto, fu’ un riflesso della sua stessa
vita, così segnato dalla scarsità di opportunità, dalle difficoltà economiche e la mancanza
di un supporto per cercare di accedere ai circoli del potere che avrebbero potuto
abbracciare il suo lavoro e trasformarlo in un musicista stimato e rispettato. Barrios infatti
non ebbe in vita la fortuna di raccogliere appieno i frutti della sua intensa attività
concertistica e della sensibile vena compositiva, vivendo, anzi negli ultimi anni della
propria esistenza, quasi esclusivamente della sola attività di insegnante.

Importante nella maturazione dello stile e della poetica del maestro fu il rapporto con la
propria terra, il Paraguay. Paese che alla fine del XIX secolo si trovava in una situazione
difficile. I postumi della disfatta subita nella guerra contro la Triplice Alleanza (Brasile,
Uruguay, Argentina), terminata nel 1870, erano ancora evidenti. Tuttavia uno slancio
nuovo e vitale animava tutta una generazione di intellettuali, desiderosi di accogliere il
pensiero moderno proveniente dall’Europa, ma anche profondamente legati alla cultura
del proprio paese, che voleva finalmente rinascere dopo gli anni bui della guerra. La
corrente letteraria che esercitò la maggiore influenza sugli scrittori del XIX secolo fu quella
romantica. Con l’inizio del XX secolo la cultura popolare interessò sempre più aree della
produzione culturale. Dopo il 1880 prese avvio un processo di ricostruzione che iniziò ad
Asuncion, la capitale, e raggiunse anche San Juan Bautista de las Misiones, la piccola
città dove Agustín Barrios nacque e fu’ influenzato.

L'anima di Barrios era totalmente Romantica, tanto da essere considerato "fuori moda”,
siccome scriveva musica romantica in un periodo in cui si stavano affermando le nuove
avanguardie musicali. Non ebbe il vantaggio di un'educazione sistematica e, per
conseguenza, ignorava le tendenze Europee del tardo XIX secolo che facevano uso di
dissonanze, politonalità e atonalità. Cosa che invece fece il contemporaneo Heitor Villa
Lobos. Barrios seguì la sua natura, il suo animo sensibile, senza condizionamenti esterni.

Inoltre la chitarra incarnava pienamente il sentimento romantico; aveva la possibilità di


creare dei tessuti armonici con una timbrica varia e dei colori potenzialmente infiniti,
dovuti all'intimo legame del musicista con il proprio strumento, il quale “tocca”
direttamente le corde, senza intermediazioni, senza ostacoli che si interpongano tra sé
stesso, le proprie dita ed il suono, a tratti così inspiegabilmente vocale. Ed il tocco,
diverso da esecutore ad esecutore è sicuramente l’elemento che può maggiormente dare
spazio all’originalità e all’individualità tanto care ai romantici.

Nella sua musica possiamo trovare una vera ispirazione creativa combinata a un totale
dominio delle capacità armoniche della chitarra. La sua conoscenza scientifica degli
armonici gli permise di comporre in diversi stili: barocco, classico, romantico e descrittivo.
Barrios compose Preludi, studi, suites, Walzer, mazurche, tarantelle e romanze.

La vena popolare di Barrios si ritrova in molte delle sue migliori composizioni; queste
infatti si basano su canzoni e forme di danza conosciute durante i suoi viaggi (cueca,
chiaro, estilo, maxixe, milonga, pericon, tango, Zamba e zapateado).

Musicalmente era un formidabile improvvisatore e molte storie raccontano della sua


completa spontaneità nell’improvvisare, a volte anche in concerto. La sua straordinaria
capacità creativa lo portò a comporre oltre 300 lavori per chitarra.

Sono giunte a noi circa un centinaio di opere, attraverso i manoscritti o delle registrazioni
che fece (più di 30 registrazioni con 4 differenti etichette discografiche).

Negli anni ’70 iniziò la riscoperta dell’opera del maestro, e prese avvio un riconoscimento
della sua arte. Grazie a questa azione di riscoperta e recupero, l’opera di Barrios si rivela
oggi in tutto il suo straordinario valore.

Egli fu un chitarrista-compositore della stessa forza di Sor e Giuliani e visse con


drammatica intensità la sua condizione di erede di una cultura amata e perdente (quella
guaranay) alla ricerca di un’altra identità culturale, ammirata ma lontana ed ostile (quella
europea).

La sua musica porta questo doppio marchio che nell’opera si compone in una sintesi
fascinosa ed originalissima.

Composizioni

Nella sua produzione possiamo riconoscere due grandi linee: le composizioni ispirate al
canto ed alla danza dei vari paesi dell’America latina e le composizioni modellate sugli
esempi dei maestri europei.

Nonostante ciò anche nelle composizioni a carattere popolare, Barrios mantiene un livello
di compiutezza formale e di dignità armonica che gli deriva dalla sua assidua e intelligente
lettura dei classici. Infatti, oltre ai suoi lavori, Barrios suonò altre centinaia di brani, inclusi
tutti i principali lavori del repertorio della chitarra fino a quel momento (trascrizioni di
Bach, Haydn, Mozart, Beethoven, Chopin, Albeniz, Granados, nonché lavori di Sor,
Aguado, Giuliani, Coste, Tarrega, Torroba, e Turina).

I brani di ispirazione folklorica più importanti sono: le tre Danzas paraguayas, Danza
guarani, Aconquija, Maxixe. In questi brani Barrios coniuga elementi musicali popolari con
una scrittura chitarristica molto brillante e attraverso la sua sensibilità acquistano vitalità.
Il filone delle composizioni non popolari si evolve invece in varie direzioni: senza dubbio
quella romantica è la più forte e autentica, sia per la ricchezza dell’invenzione melodica
che per l’abbondanza di modelli originali. Sono composizioni romantiche: Choro da
Saudade, con il suo pathos; Aire da zamba, con la sua evocativa malinconia; la barcarola
Julia Florida, con la sua tenerezza sognante ed un poco divagata; la romanza Confesion,
pagina di un ardente e accorato diario sentimentale; i due Vals e la Mazurka appassionata
che più degli altri brani si ricollegano ai modelli chopiniani. Ma anche le composizioni
d’impronta neo-barocca o galante contengono elementi di grande interesse come: La
suite in tre movimenti intitolata La Catedral, Medallon Antiguo, Gavotta al estilo antiguo,
Preludio op. 5 n.1 e il Minuetto en La. Una menzione a parte richiedono gli studi (una
decina), validissimi per la ricerca della velocità e della nitidezza nell’articolazione.

Lo studio dei classici e le trascrizioni di Bach, Beethoven, Chopin, influenzarono molto la


sua attività di compositore.

La necessità di trascrivere opere composte per altri strumenti nacque nel momento in cui
emerse il limitato repertorio esclusivo per chitarra. Questa consapevolezza si concretizzò
quando l’evoluzione dello strumento determinata dalle idee innovative di Torres,
consolidatesi nella seconda metà dell’Ottocento, posero la chitarra in una fase di
transizione in cui il vecchio repertorio risultava limitante, ma nello stesso tempo le nuove
peculiarità dello strumento non erano ancora state recepite al punto tale da generare uno
specifico interesse da parte dei compositori dell’epoca.

Gradualmente il repertorio dello strumento assimilò adattamenti di musiche scritte per


altri strumenti dai maggiori compositori barocchi e trascrizioni di pezzi per la vihuela il
liuto. Fu soprattutto Miguel Llobet, contemporaneo di Barrios, a fare della trascrizione la
colonna portante della propria mission artistica. In questo clima, pertanto, anche Agustin
Barrios si cimentò in alcune trascrizioni che faceva ascoltare nei sui concerti. Alla sua
chiamata risposero compositori come Joaquìn Turina, Federico Moreno Torroba, Manuel
Ponce, Mario Castelnuovo-Tedesco, Heitor Villa-Lobos.


Con Barrios, secondo Williams, si colmava un vuoto che metteva in risalto una carenza
troppo pesante: quella di non avere, per la chitarra, un compositore che le appartenesse,
in grado di scrivere musica che nascesse anche dalle peculiarità sonore e organologiche
dello strumento.

Di Barrios si può apprezzare una logica espansione di tecniche definite dai maestri come
Sor e Tarrega, portate ad un livello ancora più alto di espressione e competenza tecnica.
L’eredità del suo genio è di un valore inestimabile per tutti gli amanti della chitarra.

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