Gianfelice Peron
Introduzione.
Curtius sulla strada verso Roma IX
Mario Mancini
Il giardino dei topoi 1
Helmut Meter
«Spirito tedesco» e «spirito francese» nel pensiero di Curtius tra le due guerre 25
Carlo Donà
Lo spirito tedesco e la crisi della mezza età.
Deutscher Geist in Gefahr (1932) 39
Roberto Antonelli
Auerbach, Curtius e la modernità, ricordando Warburg 57
Adone Brandalise
Rischi dello spirito. Etiche ed estetiche della tradizione in E. R. Curtius 75
Riccardo Campi
Crisi della cultura e apologia della tradizione in Curtius 85
Lorella Bosco
L’idea di Europa: Schlegel, Hoffmanstahl e Curtius 101
Angelo Pagliardini
Anticipazioni mazziniane dell’Europa di Curtius 121
Franco Arato
Virgilio e l’Occidente: Curtius e Haecker 131
Remo Ceserani
Un’idea diversa dell’Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas 143
Mario Domenichelli
Le macerie d’Europa, The Waste Land, Das wüste Land:
T. S. Eliot, E. R. Curtius e Die Einheit der Europäischen Kultur 153
Donatella Pini
La corrispondenza tra Curtius e Ortega y Gasset 169
Lucrezia Lorenzini
Un intellettuale europeo e i limiti dinamici
dell’identità culturale mediterranea 181
Wolfram Krömer
Un’identità dimezzata? Aspetti dell’Europa e della sua cultura
negletti da Ernst Robert Curtius 189
Lorenzo Renzi
Curtius e i grandi romanisti tedeschi nell’opera di René Wellek 199
Alexandra Vrânceanu
La topologia di Curtius come metodo di strutturazione
della letteratura europea 235
Enrico Benella
L’arguto argonauta: appunti di critica tematologica su E. R. Curtius 253
Alessandro Grossato
Il tema del giardino e della foresta nella letteratura indiana medievale 263
Carlo Saccone
Rose e violette nei giardini lirici persiani 271
Max Siller
Storie del Mediterraneo antico nell’Europa del Nord medievale:
The Franks Casket (British Museum, VII secolo) 293
Patrizia Mazzadi
Il motivo della Brautwerbung: elemento letterario cardine
nella tradizione europea del Medioevo? 337
Veronica Orazi
Letteratura europea e Medio Evo latino: la prospettiva ispanica 353
Luca Pietromarchi
Il Proust di Curtius 363
1
Per una lettura del percorso concettuale in direzione europeista di Mazzini: S. Mastel-
lone, Giuseppe Mazzini. Dai “Pensieri sulla democrazia” all’“Azione per la democrazia europea”, in «Il
pensiero mazziniano», Anno LXII, n. 3, Settembre-Dicembre 2007, pp. 110-133.
2
In questo contributo si fa riferimento alla traduzione italiana dell’opera effettuata da
Roberto Antonelli, E.R. Curtius, Letteratura europea e Medio Evo latino, a c. di R. Antonelli,
Firenze, La Nuova Italia, 2006. [Prima edizione dell’originale in tedesco 1948. Prima edizio-
ne della traduzione italiana 1992].
3
Il saggio viene citato spesso a proposito dello sviluppo degli studi di letterature compa-
rate, e in particolare accostato ai testi di Goethe in cui si teorizzano i concetti di Weltliteratur
o Europäische Litaratur: ad esempio in A. Marino, La “letteratura europea” oggi, in «I Quaderni
di Gaia» I, 1, 1990, pp. 103-105.
4
G. Mazzini, Opere, a. c. di L. Salvatorelli, Milano, Rizzoli, 1967, vol. 1, p. 115.
122 ANGELO PAGLIARDINI
5
E. R. Curtius, Letteratura europea, cit., p. 18.
6
Questa riflessione si trova in F. Moretti, Il romanzo di formazione, Torino, Einaudi, 1999
[edizione originale in inglese del 1987], XIX-XX, e sarà poi ampiamente sviluppata in F.
Moretti, La letteratura europea, in Storia d’Europa, a cura di P. Anderson, M. Aymard, P. Bai-
roch, W. Barberis, C. Ginzburg, Torino, Einaudi, vol. I. [Il saggio è consultabile in edizione
anastatica sul sito www.scribd.com], 1993.
7
Cfr. F. Della Peruta, Mazzini e i rivoluzionari italiani. Il “partito d’azione” 1830-1845, Mi-
lano, Feltrinelli, 1974, pp. 11-12.
ANTICIPAZIONI MAZZINIANE DELL’EUROPA DI CURTIUS 123
La lettera del Botta procede in tal guisa. [...] Tanto poi maggiore contentezza ho
ricevuto dell’onorato concetto, ch’ella ha fatto di me, ch’io ho in odio peggiormente, che
le serpi, la peste, che certi ragazzacci, vili schiavi delle idee forestiere, vanno via via
seminando nella letteratura italiana. Io gli chiamo traditori della patria, e veramente
sono. Ma ciò procede parte da superbia, parte da giudizio corrotto; superbia in servitù di
Caledonia, e d’Ercinia, giudizio corrotto con impertinenza, e sfacciataggine. Spero, che....
questa infame contaminazione sfumerà, e che ancora vedremo nel debito onore Virgilio,
il Tasso, e l’Alfieri [...] –
Traditori dell’Italia! – No, traditori dell’Italia sono i venduti d’ingegno, e d’ani-
ma alla forza, che impone, o all’opulenza che paga; – son quei, che colle pazze
superbie municipali, e colle eterne contese di lingua, perpetuano tra fratelli le
divisioni;11
8
Si mettono a confronto l’adesione di Mazzini alle idee del Romanticismo con il supe-
ramento di tale impianto concettuale, in particolare per quanto riguarda gli aspetti religiosi
e più tradizionalistici del Romanticismo stesso nel saggio: R. Li Volsi, Giuseppe Mazzini e le
ideologie dell’Ottocento, in S. Gambarotto (a c. di), Giuseppe Mazzini a duecento anni dalla nasci-
ta, cit., pp. 42-43; sul respiro europeo delle idee letterarie e culturali mazziniane cfr. anche
Q. Marini, La letteratura del pieno Romanticismo, in E. Malato, a cura di, Storia della letteratura
italiana. Vol. VIII. Il primo Ottocento, Roma, Salerno Editrice, 1998, pp. 832-833.
9
Cfr. ad esempio l’Introduzione di L. Salvatorelli a G. Mazzini, Opere, cit., p. 21. Dell’in-
teresse di Mazzini per la letteratura sono il documento più eloquente i tre tomi della raccolta
di saggi: G. Mazzini, Scritti letterari di un italiano vivente, Lugano, Tipografia della Svizzera
italiana, 1847, 3 voll. A questo proposito Quinto Marini rivela anche le intenzioni del giovane
Mazzini di dedicarsi alla scrittura di romanzi storici, in Q. Marini, cit., p. 882.
10
Cfr. Della Peruta, cit., p. 12. Il foglio genovese del 1828 è oggi disponibile anche nella
recente ristampa: L’ Indicatore genovese: foglio commerciale d’avvisi, d’industria e di varietà, Savona,
Sabatelli, 2007.
11
L’articolo dell’Indicatore genovese cita da G. Mazzini, Scritti letterari, cit., vol. I, p. 19; la
lettera in questione è pubblicata in C. Botta, Scritti musicali, linguistici e letterari, a cura di
124 ANGELO PAGLIARDINI
[...]
Del resto è strano oramai accusare i romantici d’essere schiavi delle idee fore-
stiere, dei mostri Caledonici, ed Ercinici. I veri Romantici non sono né boreali, né
scozzesi; sono italiani, come Dante, quando fondava una letteratura, a cui non
mancava di Romantico, che il nome; ma sanno, che i sommi non sono d’alcun
paese; e che il genio è europeo, e che gli scrittori, che lo possiedono sono i
benefattori della razza, sotto qualunque grado di latitudine abbian sortita la
scintilla, che li anima.12
Come si può vedere insieme alla ripresa dei temi più caratteristici del-
la polemica fra Classici e Romantici13 si esplicita significativamente l’idea
dell’esistenza di un genio europeo, dunque l’idea che un elemento identi-
tario comune costituisse una rete sottesa alle culture e alle letterature eu-
ropee, tanto che questa identità superiore in qualche misura sarebbe chia-
mata ad inficiare gradualmente ogni residuo nazionalismo letterario. Pare
significativo sottolineare come questa traccia “europeista” sia precoce nella
costruzione del pensiero mazziniano, in quanto l’esperienza dell’Indicatore
genovese, che è stato pubblicato solo nel biennio 1828-29, si colloca alla fine
degli studi universitari di un Mazzini appena ventiquattrenne. Fra i concetti
che tornano nelle pagine di Mazzini, un luogo importante occupa proprio
quello del Genio, inteso come forza unitaria che caratterizza e identifica
la letteratura o l’arte appartenente ad una comunità riconoscibile, per cui
si parla di un Genio della letteratura italiana, ma anche di un Genio della
letteratura europea. Ebbene ci sembra di poter accostare in qualche misura
questa idea di Genio a quella di Geist che ritroviamo anche in Curtius. Inol-
tre non sembri azzardato accostare Mazzini che parla di un genio europeo
a Curtius che ipotizza un Geist europeo.14
Appare significativa la scelta di Mazzini di recensire numerose traduzio-
ni italiane di opere in versi e in prosa straniere, lamentando anche di dover
recensire un Faust in francese non essendo ancora uscita una traduzione
italiana del capolavoro di Goethe,15 e fra queste opere occupa un luogo
senz’altro rilevante la traduzione della Geschichte der neuen und der alten Li-
teratur, pubblicata nel 1815 da Friedrich Schlegel e costituita da un ciclo di
lezioni tenute a Vienna nel 1812.16 Già in questa recensione troviamo alcu-
ne affermazioni sulla natura della letteratura europea che ci conducono
in qualche misura nella direzione poi tracciata da Curtius, in quanto nella
lezione dedicata da Schlegel al Medioevo, Mazzini apprezza il valore confe-
rito a questa epoca, e il parallelo fatto da Schlegel fra Medio Evo e periodo
arcaico della cultura greca, cosicché il Medioevo risulta essere per Schlegel
«la poetica antichità dell’Europa moderna» come quella era stata «la poe-
tica età dei Greci».17 Ma partendo da questo punto Mazzini si spinge oltre:
Questa lezione è scritta pensatamente, e vuol essere letta con attenzione. Certo
è, che una osservazione superficiale sopra que’ tempi non darà che disprezzo,
uno studio meditato darà risultati importanti, e gravissimi insegnamenti. L’evo
medio non fu la gora morta, e stagnante: fu il torrente, che allaga, ma feconda
il terreno; non fu il riposo della memoria tranquilla, inerte, che aspetta la vita:
fu la operosità del caos primigenio, la lotta disordinata di tutti gli elementi
sociali; - doveva emergerne un mondo, e ne emerse infatti vigorosa, e piena di
moto la europea civiltà.18
16
F. Schlegel, Friedrichs Schlegel Geschichte der alten und neuen Literatur: Vorlesungen gehalten
zu Wien im Jahre 1812, Wien, Erster, 1815.
17
Per la recensione di Mazzini, vedi G. Mazzini, Opere, cit., p. 43, per il testo originale si
veda F. Schlegel, cit., pp. 233-268.
18
G. Mazzini, Scritti letterari di un italiano vivente, Vol. 1, Lugano, Tipografia della Svizzera
Italiana, 1847, p. 43.
19
E. R. Curtius, Letteratura europea, cit., p. 21.
126 ANGELO PAGLIARDINI
Gli Arabi avevano comunicato all’Europa il loro gusto, la loro fecondità descrit-
tiva, la loro tendenza al mistico, all’aereo: e questa tendenza era aiutata dalle
opinioni Platoniche trasfuse nel Cristianesimo.24
20
Cfr. F. Della Peruta, Mazzini e i rivoluzionari italiani, cit., p. 14.
21
G. Mazzini, Opere, cit., vol. 2, pp. 81-82.
22
Ibid., vol. 2, p. 81.
23
Ibid., vol. 2, p. 85.
24
Ibid., vol. 2, pp. 85-108.
ANTICIPAZIONI MAZZINIANE DELL’EUROPA DI CURTIUS 127
25
Ibid., vol. 2, p. 104.
26
G. Mazzini, Opere, cit., vol. 1, pp. 105-106.
27
Per quanto riguarda la fondazione della Giovine Europa si può far riferimento all’Atto di
fratellanza della Giovine Europa, pubblicato a cura dell’Associazione mazziniana italiana sul sito
Internet: http://www.scribd.com/doc/4021366/Atto-di-fratellanza-della-Giovane-Europa.
128 ANGELO PAGLIARDINI
28
A. Magagnato, L’Europa di Mazzini, in Mazzini a duecento anni dalla nascita. Atti del
convegno di studi. Treviso 15-16 aprile 2005, a cura di S. Gambarotto, Istituto per la Storia del
Risorgimento Italiano. Comitato di Treviso, Treviso, 2005, pp. 143-144.
29
F. Della Peruta, Mazzini e i rivoluzionari, cit., p. 163.
30
G. Mazzini, Opere, cit., p. 257.
ANTICIPAZIONI MAZZINIANE DELL’EUROPA DI CURTIUS 129
Mazzini traccia dello sviluppo storico dell’Europa, tanto che grazie alla re-
ligione si arriva secondo lui in epoca classica ad una idea di uguaglianza
che vale solo per gruppi ristretti di cittadini, una uguaglianza che diventa
generalizzata nel Medioevo per tutti gli uomini, per merito della religione
cristiana, una uguaglianza che dovrà attendere la rivoluzione francese e
la fine dell’Ancien Régime per trovare una realizzazione politica, secondo
una interpretazione apocalittica della storia che è stata avvicinata alle teo-
rie medievali gioachimite.32 Questa eco misticheggiante la si ritrova anche
negli scritti prodotti nell’azione politica diretta, come l’annuncio della pro-
clamazione della Repubblica Romana, pubblicato il 15 febbraio 1849:
31
Ibid., p. 268.
32
Cfr anche l’Introduzione di L. Salvatorelli al secondo volume delle opere di Mazzini,
in G. Mazzini, Opere, cit., vol. 2, p. 22.
33
G. Mazzini, Opere, cit., vol. 2, pp. 436-37. Il riferimento è a un episodio delle lotte ico-
noclastiche che vedeva opporsi il papa citato a Leone III Isaurico.
34
E. R. Curtius, Letteratura europea, cit., p. 17.
130 ANGELO PAGLIARDINI
tore politico: Mazzini riprende e utilizza nel suo discorso tutto il repertorio
della mitologia cristiana collocandosi in tal modo, da questo punto di vista,
in assoluta coerenza e continuità con lo sviluppo della letteratura europea
secondo la ricostruzione di Curtius, e in particolare con il segmento che
affonda le sue radici nel Medioevo cristiano.
A questo punto possiamo tracciare un primo provvisorio quadro conclu-
sivo di questo sondaggio sulle anticipazioni mazziniane dell’Europa di Cur-
tius. Come abbiamo rilevato, Mazzini non arriva direttamente per via poli-
tica o sociale all’idea della Giovine Europa, bensì fin dai suoi primi scritti, in
cui l’interesse letterario era prevalente su quello politico-rivoluzionario.35
Negli articoli pubblicati da Mazzini nei primi anni dopo gli studi universita-
ri, compreso il saggio più impegnativo dedicato alla letteratura europea, si
trova un forte interesse per la letteratura medievale come fase fondante del-
la letteratura europea pur nella differenziazione rispetto a Curtius, in quan-
to il pensatore italiano sottovaluta molto la rilevanza della letteratura latina
medievale, che per il filologo tedesco costituisce invece l’elemento cardina-
le; tuttavia entrambi concordano nel considerare il peso che la religiosità
ha avuto nella costruzione intellettuale dell’Europa. Come Curtius attra-
verso l’analisi dell’eredità classica latina ripresa e fermentata nel Medioevo
aveva invitato a superare ogni confine letterario e culturale nazionale, così
Mazzini, partendo dal discorso letterario, estende eplicitamente quella che
definisce la «nuova Carta dell’Europa» dall’Atlantico agli Urali, dall’Italia e
dalla Grecia alla Scandinavia, nominando esplicitamente anche la “famiglia
slava” come componente a pieno titolo dell’area culturale europea.
35
A sostegno di questo ruolo assegnato da Mazzini alla letteratura già dalle pagine dell’In-
dicatore genovese, possiamo riportare anche le parole del musicologo Stefano Ragni, che si è
occupato in particolare dell’apporto critico-teorico di Mazzini al teatro in musica contempo-
raneo: «È palese che questo giornale commerciale non era un affare di letteratura, ma si era
trasformato in una piattaforma per lanciare una nuova progettualità politica legata alla me-
ditazione su un uso propulsivo della letteratura [...]» (S. Ragni, Giuseppe Mazzini, cit., p. 98).