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S∴O∴M∴I∴

A
Sovrano Ordine Massonico d’Italia
Ordine Generale degli Antichi
Liberi Accettati Muratori

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noti zi ar io di c u lt u r a e in for mazio n e
Anno II - numero 10 - novembre 2016

ESTRATTO

L’ATALAnTA FuGIEnS
di Michael Maier
Maria ConCetta niColai
athanor

L’ATALAnTA FuGIEnS
di Michael Maier
di Maria ConCetta niColai

Intorno al primo ventennio universale, potessero offrire la chiave di volta


del secolo XVII Guido della rennovatio operata dall’homo faber.
Reni1 e Michael Maier Su questa linea Reni costruisce la propria estetica
interpretavano, ognuno da pittorica fondendo i toni del colore e la geome-
par suo, il mito di Ata- tria delle forme con il ritmo e l’armonia musicali
lanta ed Ippóme, il primo appresi alla scuola paterna4; e Maier fa suo il
dipingendo la grande tela motto terenziano “Homo sum, humani nihil a me
dedicata a questo sog- alienum puto” , rivalutando l’esperienza sensoria-
getto1, il secondo dando alle stampe Atalanta le: “quod si vero primum sensui mancipatus, nullum
fugiens.2 I due uomini, che forse ebbero modo di est dubium quin a sensu ad intellectum transitus fiet,
conoscersi, nel 1596, quando Maier, già laureato tamquam per ostium: nihil enim in intellectu essedicitur,
a Francoforte, frequentò l’università di Bologna, quod non per sunsum aliquem introiverit cum hominis
avevano in comune almeno due interessi: una recens nati intellectus instar tabulae rasae habeatur, in sy
profonda formazione musicale che caratterizzò qua nihil aduhuc scriptum, sed quod libet sensumedian-
l’opera di entrambi, e la propensione a conside- te, tamquan stylo, scribi possit”5.
rare il mito come simbolo narrante di una verità Se Guido Reni fu considerato già dai contempo-
più profonda. ranei un esteta della pittura, Michael Maier fu
Quel che è certo è che ambedue erano prota- senza dubbio l’ autore enciclopedico più letto
gonisti della cultura di quegli anni lacerati da ed apprezzato del suo tempo. Sulla sua Atalanta
rinnovamenti e contrapposizioni religiosi, ma fugiens si formò la lezione esoterica barocca, dalla
tesi ad “una riforma generale delle cose divine ed scuola romana di Athanasius Kircher, fino alle
umane”3, che sembrava potesse scaturire dalla sperimentazioni post-illuministiche di Raymon-
tradizione ermertica a cui il Neoplatonismo fio- do di Sangro, Principe di Sansevero.
rentino e tutto il Rinascimento italiano avevano L’opera, la cui architettura compositiva, antici-
ridato vigore. pa la cosiddetta comunicazione multimediale
Altrettanto certo è che ambedue condividevano dell’era contemporanea, si avvale della musi-
la convinzione che gli studi cabalistici ed esoteri-
ci, sfocianti nel pre-enciclopedismo umanistico, 4 - Il padre Daniele era maestro di cappella a San Pe-
base della nuova Ars regia e più ancora del sapere tronio e musicista vicino alle posizioni della Camerata
de’ Bardi.
1 - Guido Reni (Bologna 1575 - 1642) realizzò sul 5 - “Se l’uso sarà più intellettuale che materiale, un dì ne trar-
medesimo soggetto due tele pressocché identiche, la rai maggior profitto, Ma se primi opereranno i sensi, ricorda:
prima nel 1618 ed ora conservata al Museo del Prado a passar dai sensi all’intelligenza non è facile come traversar una
Madrid; la seconda nel 1625 per il duca di Mantova ed porta. Niente, dicesi, è nell’intelletto che non fu in un senso, e
esposta nel Museo di Capodimonte a napoli. l’intelligenza umana nata a questa vita pare una tavola rasa
2 - Michael Maier (Rendsburg, 1568 – Magdeburgo, su cui nulla fu ancora scritto, ma dove tutto può scriversi coi
1622) pubblica l’Atalamte Fugiens nel 1618 ad Oppen- sensi, com’essi fossero uno stilo”. Atalanta fugiens, Praefatio ad
heim, per i tipi dell’editore Jean Theodore de Bry. lectorem, La traduzione è tratta dalla edizione italiana a
3 Cfr. Manifesto della cosiddetta Fama Fraternitas, cura di Bruno Cerchio, Edizioni Mediterranee, Roma
Kassel 1614. 1984.

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testatina

AnAs-
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ca, delle immagini, della poesia e della prosa, Le incisioni su rame, da cui è ricavata la stampa
chiamando in causa, in tal modo, tutti i sensi. delle tavole illustrative, benché non firmate, sono
All’Epistola dedicatoria e alla Praefatio ad lectorem attribuite con sicurezza a Matthäus Merian (1593-
seguono cinquanta capitoli ognuno dei quali è 1650), genero di Jean Theodore de Bry, editore
aperto da una fuga musicale, seguita dal testo di con il quale Maier pubblicava, e celebre incisore
un epigramma da cantare, da una incisione con svizzero, detto il vecchio per distinguerlo dal figlio
emblema esplicativo e chiuso da un Discursus di omonimo, e di cui ci resta un’ampia produzione,
esemplare chiarezza espositiva.6 tra cui la monumentale Topographia Germaniae in
ventuno volumi.7
Il titolo, oltre ad alludere al tema ermetico della
6 “Le cinquanta fughe sono in realtà canoni a due voci scritti “corsa spirituale” nel processo della trasmutazio-
a diverse altezze e tutti svolti sopra un unico tenor. Questo ne, richiama anche la forma contrappuntistica
prende il nome di Pomum morans, mentre l’antecedente è detto delle composizioni musicali a cui Maier affida un
Atalanta fugiens e il conseguente Hippomenes sequens: i tre
elementi della leggenda sono, così, musicalmente avvinti, e
Meier ne spiega nella prefazione il significato alchemico”. Cfr. 7 - Luigi Mallé, L’incisione europea dal XV al XX secolo,
Bruno Cerchio, Atalanta fugiens, op. cit. Edizioni Galleria civica d’arte moderna, Torino, 1968.

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testatina

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Atalanta fugiens

complesso simbolismo sonoro.8 quarum duae ad unam simplicem melodiam distichis


Con L’Atalanta fugiens, il medico-umanista canendis peraptam, correspondeant, non absq, singula-
tedesco si propone di indagare, attraverso vari ri jucunditate videnda, legenda, meditanda, intelligen-
strumenti, i segreti della natura, a cui il saggio da, dijudicanda, canenda et audienda.12
accede con un vasto bagaglio di conoscenze, ma
anche con il conforto di una profonda spiri-
tualità che superi le diversità confessionali per
attingere direttamente e senza mediazioni nella
sfera del sacro, poiché: “Qui Rosarium intrare co-
natur Philosophicum absque clave, assimilatur homini
ambulare volenti absque pedibus”.9
Al riguardo si fa notare che Maier, pur essen-
do un fervente luterano, è molto vicino alle
posizioni espresse da Giordano Bruno nel suo
“Articuli centum et sexaginta adversus huius tempe-
statis mathematicos atque philosophos”,10 ripetendo
nell’emblema n. XLII il concetto che filosofia e
religione debbano seguire innanzi tutto gli inse-
gnamenti della natura, escludendo ogni disputa
e controversia, ma al contrario facendosi illumi-
nare dalla ragione.11
Tutto il programma dell’opera, infine, è espo-
sto chiaramente nel bellissimo frontespizio, da
considerarsi anche esso un emblema, che indica,
oltretutto, le sette fasi del percorso della cono-
scenza alchemica (videnda, legenda, meditanda,
intelligenda, dijudicanda, canenda et audienda): Ata-
lanta Fugiens, hoc est Emblèmata Nova ne Secretis
Naturae Chymica, Accommodata partim oculis et
intellectui, figuris cupro incisis, adjectisque sententiis,
Epigrammatis et notis, partim auribus et recreationi
animi plus minus 50 Fugis Musicalibus trium Vocum,

8 - Maria Pereira (a cura di), Alchimia. I testi della Tradi-


zione occidentale, Mondadori, Milano 2006.
9 - “Chi cerca di penetrare nel Roseto dei Filosofi senza
la chiave, sembra un uomo che voglia camminare senza
i piedi”. Atalanta Fugiens, emblema XXVII. 12 “Atalanta Fugiens, ovvero Nuovi Emblemi Chimici
10 - Il libro dedicato all’imperatore Rodolfo II che sui Segreti della natura, adatta in parte agli occhi e
nel 1588 lo aveva accolto alla corte di Praga, gli valse la all’intelletto attraverso immagini incise su rame con
scomunica comminatagli dalla chiesa luterana. annesse sentenze, epigrammi e note, in parte al piacere
11 - L’emblema rappresenta un vecchio con gli occhiali dell’udito e alla ricreazione dell’animo attraverso circa
che, armato di lucerna e appoggiandosi ad un bastone 50 fughe musicali a tre voci, delle quali due corrispon-
segue le orme della naura che cammina dinnanzi a lui, dono ad una semplice melodia adatta ad accompagnare
spargendo fiori. L’incisione è accompagnata dal motto dei distici cantati, non senza un singolar diletto nel ve-
“In Chymicis versanti Natura, Ratio, Experientia & lectio, dere, nel leggere, nel meditare, nel capire, nel giudicare,
fint Dux, scipio, perspicilia & lampas”. nel cantare, nell’ascoltare”.

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LA QuARTA DI COPERTINA

Cristina di Pizzano
L’EPISTRE D’OThEA A hECTOR

L’illustrazione è tratta da la sua vastissima cultura clas-


“l’Epistre d’Othea a Hector,” sica, divenendo una scrittrice
opera morale composta da professionista ed editrice delle
Cristina di Pizzano agli inizi sue opere, tra le più celebrate
del secolo XV. di Francia.
Il codice miniato, realizzato Tra i temi affrontati nella sua
nel laboratorio calligrafico vastissima produzione let-
che la stessa Cristina aveva
teraria emerge quello della
difesa del ruolo della donna,
impiantato a Parigi, è conser-
in polemica con la dimensione
vato, insieme ad altri prege-
antifemminista del Roman de
voli lavori di questa scrittrice,
la rose.
nella Bibliothèque nationale
I raffinati volumi realizzati nel
de France. suo atelier, presso il quale lavorarono i migliori
Cristina, nata a Venezia nel 1365 e morta a Parigi miniatori di Francia, la resero celebre presso
nel 1430, sposata con Étienne Castel, nobile im- tutte le corti europee che gareggiavano per pos-
parentato con la casata reale, restata vedova a 25 sederne, nonostante il loro costo elevatissimo,
anni e in ristrettezze economiche, mise a frutto almeno un esemplare.

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