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Lo spettro delle reazioni IgE-mediate in risposta ad antigeni esogeni è riassunto nella Tabella
5.2.
Fig. 5.4
I fattori che portano ad una risposta immune dominata da anticorpi di classe IgE non sono stati
ancora del tutto chiariti. Tali fattori includono:
• alcune proprietà intrinseche di certi antigeni che ne fanno dei potenziali allergeni
(Tabella 5.III),
• meccanismi che solo in alcuni individui portano a risposte di tipo Th2 (e quindi con
anticorpi IgE) nei confronti di alcuni allergeni e non di altri,
• le influenze sulla risposta linfocitaria T esercitate dal microambiente in cui avviene il
riconoscimento dell'allergene
• il contributo delle cellule effettrici della flogosi nel mantenimento e nell'amplificazione
delle risposte secondarie di classe IgE.
Vi sono certi antigeni e certe vie di penetrazione dell'antigene che favoriscono le risposte
IgE. Le attuali conoscenze sui meccanismi che influenzano la differenziazione T in effettori
Thl o Th2 suggeriscono che la presentazione di dosi molto piccole di certi antigeni in forma
solubile attraverso le mucose delle vie respiratorie o digestive favorisce l'espressione della
potenziale allergenicità di tali antigeni e risposte di tipo Th2 (Tabella III). Al pari degli
antigeni escretori/secretori degli elminti, che come è noto evocano risposte Th2, molti
allergeni sono proteine variamente glicosilate, hanno un peso molecolare generalmente
compreso fra 5 e 25 kD e sono spesso dotati di attività biologica (enzimi od inibitori
enzimatici). Alcuni importanti allergeni sono veicolati da particelle essicate (granuli di
pollini, feci di acari), ma grazie alla loro elevata idrosolubilità, sono facilmente eluiti e
diffondono a piccolissime concentrazioni nel film liquido che ricopre le mucose. Non è noto
se queste peculiarità di ingresso dell'allergene influenzano le APC che ne presentano i
peptidi, determinando condizioni di costimolo (ad es. mancata produzione di IL-12) che
favoriscono le risposte Th2. Va comunque ricordato che tale eventualità si verifica solo in
una limitata popolazione di soggetti, quelli cioè che ereditano la predisposizione genetica
all'atopia.
Molti dei meccanismi cellulari e molecolari responsabili della sintesi di IgE sono stati
identificati. La sintesi di questa classe Ig da parte dei linfociti B dipende dalla funzione
helper di cellule T allergene-specifiche capaci di secernere IL-4 ed eventualmente IL-13,
senza (o con minima) produzione di IFN-γ. Sebbene IL-4 ed IL-13 siano il primo segnale che
dà inizio alla commutazione di classe da M ad E ed alla trascrizione del gene Cε, è
necessario un secondo segnale costituito dall'interazione di membrana fra CD40 (su linfociti
B) e CD40L (sui linfociti Th attivati) affinche un mRNA maturo di Cε venga trascritto e le
proteine IgE vengano prodotte (Fig. 5.6). In alcune condizioni in vivo e/o in vitro la sintesi di
IgE viene viene inibita da IFN-γ, IFN-α, TGF-β, IL-8, IL-l0 ed IL-12. In occasione della
risposta primaria ad un allergene da parte di un linfocita T naive, il meccanismo di
presentazione dell'allergene e di attivazione linfocitaria T deve necessariamente verificarsi a
livello delle strutture linfatiche satelliti alle vie di ingresso dell'allergene ove peraltro
migrano le APC che hanno captato l'allergene a livello del suo sito di ingresso (cute o
mucose). Una volta che la risposta T ha prodotto cellule Th2 allergene-specifiche di tipo
memoria, l'attivazione cellulare T nel corso di risposte secondarie prevede un minor numero
di requisiti costimolatori e pertanto anche cellule non T, quali i mastociti ed i basofili, sono
in grado di aiutare i linfociti B a produrre IgE. Questa funzione helper svolta a livello delle
mucose da parte di mastociti e basofili è resa possibile dal fatto che entrambe queste cellule
infiammatorie possono esprimere dopo attivazione sia CD40L che IL-4/IL-13 (Fig. 5.6).
Fig. 5.6