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Bisceglie

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Bisceglie (pronuncia Biscéglie, /biʃ'ʃeʎʎe/[3];Vescégghie nel dialetto
Bisceglie
biscegliese[4]) è un comune italiano di 55 385 abitanti[1] della provincia di
comune
Barletta-Andria-Trani in Puglia. La città è stata insignita del riconoscimento
Bandiera Blu nel 2001[5] e per le spiagge di Scalette e Salsello nel 2003, 2005
e 2006[6][7][8].

È il quarto comune della provincia per numero di residenti[9] ed il


quattordicesimo della regione[10].

È un importante centro agricolo, con industrie manifatturiere prevalentemente


nel campo tessile.

Indice
Geografia fisica
Territorio
Clima
Origini del nome
Storia
Origini della città Localizzazione
Periodo greco-romano Stato Italia
Alto medioevo
Regione Puglia
Il periodo normanno-svevo e angioino
Età moderna e contemporanea
Provincia Barletta-Andria-Trani
Il Risorgimento
Dall'Unità d'Italia ai giorni nostri
Amministrazione
Simboli
Sindaco Angelantonio Angarano
Monumenti e luoghi d'interesse
([Coalizione Civica]) dal
Architetture religiose
Concattedrale di San Pietro Apostolo 24.06.2018
Chiesa di Sant'Adoeno
Territorio
Chiesa di San Matteo
Chiesa di San Nicolò
Coordinate 41°14′27.36″N
Chiesa di Santa Margherita 16°30′07.42″E
Chiesa di San Lorenzo Altitudine 16 m s.l.m.
Chiesa di San Domenico
Superficie 69,25 km²
Chiesa del Salvatore o del Santissimo
Altre chiese di Bisceglie Abitanti 55 385[1] (31-12-2017)
Architetture civili Densità 799,78 ab./km²
Palazzo San Domenico
Palazzo Tupputi Comuni Corato (BA), Molfetta
Altri palazzi di Bisceglie confinanti (BA), Ruvo di Puglia
Il Teatro Garibaldi (BA), Terlizzi (BA), Trani
Il "Palazzuolo"
Altre informazioni
Architetture militari Cod. 76011
Il castello e la torre maestra
postale
Le mura difensive
Prefisso 080
Architetture rupestri e insediamenti
I Casali Fuso UTC+1
Grotte orario
Grotta di Santa Croce
Codice 110003
I Dolmen
ISTAT
Il dolmen della Chianca
Il dolmen di Albarosa Cod. A883
Il dolmen Frisari catastale
Altri dolmen Targa BT
Siti di interesse Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Zona Pantano-Ripalta
Orto botanico comunale Veneziani-Santonio Cl. zona C, 1 202 GG[2]
Il Lungomare di Ponente ed il Teatro Mediterraneo climatica
Società Nome biscegliesi
Evoluzione demografica abitanti
Etnie e minoranze straniere Patrono Santi Mauro, Sergio e
Dialetto biscegliese Pantaleone
Tradizioni e folclore
Le feste durante l'anno Giorno Prima domenica di
La festa dei Tre Santi festivo agosto
La festa dell'Addolorata Cartografia
Cultura
Istruzione
Biblioteche
Scuole
Musei
Museo Diocesano di Bisceglie
Museo Etnografico "Francesco Prelorenzo"
Museo Civico Archeologico "Francesco Saverio
Maiellaro"
Museo Civico del Mare Bisceglie

Media
Stampa
Radio
Musica
La banda musicale di Bisceglie
Cinema e televisione
Set di riprese
Manifestazioni legate al cinema
Cucina
Geografia antropica
Urbanistica
Economia
Agricoltura e pesca
Industria manifatturiera
Terziario
Infrastrutture e trasporti
Ferrovie
Porti
Mobilità urbana
Piste ciclabili
Amministrazione Posizione del comune di Bisceglie
Gemellaggi
nella provincia di Barletta-Andria-Trani
Sport
Calcio
Sito istituzionale
Altri sport
Impianti sportivi
Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni

Geografia fisica

Panoramica del porto con ilcentro storico

Territorio
La città si affaccia sul mare Adriatico per uno sviluppo del litorale di circa 7,5 km, fra i comuni di Trani, a nord, e Molfetta, a sud
. Il territorio comunale, prevalentemente pianeggiante, scivola verso il mare solcato da diverse lame, nelle quali il microclima è
particolarmente favorevole alla proliferazione di flora e fauna. Il territorio comunale si spinge per alcuni chilometri verso i centri
di Corato, Ruvo di Puglia e Terlizzi, incontrando così i primi pendii delle Murge.
L'altimetria è compresa fra 0 e 160 metri di altitudine sul livello del mare. La città si estende prevalentemente in una fascia compresa
fra il tratto costiero e la linea ferroviaria Bologna - Lecce, con alcune propaggini che vanno oltre la strada ferrata (quartiere di
Sant'Andrea, zona artigianale, zona industriale). Il nucleo più antico della città, un tempo limitato da due lame che convergevano
verso il bacino portuale, sorge su una porzione di territorio predominante rispetto alle aree successivamente urbanizzate.

Clima
La città è caratterizzata da un clima mediterraneo con inverni miti continentali umidi ed estati calde e umide. Le escursioni termiche
sono contenute dall'azione mitigatrice dell'Adriatico. Essendo una città costiera, l'umidità relativa si mantiene molto elevata in tutto
l'anno, oscillando mediamente tra il 70% e 90%. Tuttavia, la città nei mesi invernali è spesso influenzata dalle correnti fredde di
provenienza nord-orientale, che sporadicamente determinano precipitazioni a carattere nevoso. Le piogge, concentrate nei mesi
invernali, sono caratterizzate da un regime estremamente variabile.

Origini del nome


Sull'origine del nome di Bisceglie le ipotesi più accreditate sono due. La prima sostiene che il nome derivi dal dialetto Viscile o
Vescegghie che a loro volta trovano la radice nell'antica voce Visciju (querciola). Il querciolo è la quercia di Palestina, una specie che
si sviluppa sia come albero che come arbusto. Tale quercia, che in Italia è solo presente in Puglia, Basilicata e Sicilia, in passato era
[11]
particolarmente abbondante nella zona di Bisceglie.
L'altra ipotesi fa risalire il nome al latino vigiliae[12], sentinella, nelle forme antiche Vigilas, Vigilarum civitatis, Vigilie, Vigilia e
Biscilia. Questa ipotesi è stata ed è sostenuta da chi ritiene che in epoca romana esistessero nel territorio dei posti di controllo e di
guardia sulla via Traiana, o ci fossero delle postazioni di guardia con torri e vedette lungo la costa, per difendere una vasta area dalle
eventuali invasioni di pirati.

Storia

Origini della città


Il territorio di Bisceglie fu abitato sin da epoche remote.
Nel paleolitico le grotte presenti nel territorio furono abitate
da una popolazione di stirpe mediterranea. Ne dimostrano
la presenza e l'attività umana le numerose pietre scheggiate
(armi e utensili), i resti di animali di specie estinte (leone
cavernicolo, orso delle caverne, buoi e cavalli primigeni), i
resti di animali di specie remote (rinoceronte, iena, cervo)
ed il femore umano curvo attribuibile all'uomo di
Neanderthal rinvenuto nella grotta di Santa Croce e
attualmente conservato nel museo archeologico nazionale
di Taranto.
Nella grotta dello zembro[13], invece, furono ritrovati
alcuni resti di ceramica del periodo neolitico.
Nell'età del bronzo vennero costruiti nell'agro di Bisceglie, Il Dolmen della Chianca nell'agro di Bisceglie
dalle primitive genti che qui vi abitavano, imponenti
sepolcri - altari denominati dolmen. I più interessanti per
qualità sono: il dolmen della Chianca (dal termine dialettalechienghe, lastrone di pietra), il dolmen di Albarosa e il dolmen di Frisari.

Periodo greco-romano
Quando la parte centrale della Puglia venne occupata dai Peucezi, secondo ipotesi non sostenute da sufficienti prove archeologiche,
l'area del pulo di Molfetta e la contrada di Navarino, nel territorio di Bisceglie, furono sede di coloni greci che avrebbero lasciato le
loro terre natìe di Pylos e Nabàrinon in Grecia, da cui sarebbero derivati i toponimi.[14] Nel III secolo successivo alla guerra di Pirro,
il territorio cadde sotto il dominio di Roma, e pur solcato da nuove strade continuò ad essere una zona di transito e un locus di scarsa
importanza.[15] A tal proposito è utile ricordare la presenza di una pietra miliare di epoca romana disposta nei giardini di piazza
Vittorio Emanuele II in prossimità della strada nazionale.

Alto medioevo
Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente l'agro biscegliese era caratterizzato dalla presenza di piccoli grumi di case circondate da
alti muri e spesso contigue a tempietti religiosi. Di questi caseggiati, detti casali, vengono annoverati per importanza storica il casale
di Giano risalente all'età romana, il casale di Cirignano, il casale di Pacciano, il casale di Sagina, ed il casale di Zappino.
Dai primi anni del VII secolo e fino all'800 il territorio biscegliese rimase sotto il Gastaldato Longobardo di Canosa.
Verso il 700 il casale di Giano, antico luogo di culto pagano, divenne sede di un ricco monastero; mentre nel 789 alcune case del
casale di Pacciano furono cedute al celebremonastero di Santa Sofia. In questo contesto vi era un luogo, lungo la costa, aspro e denso
di vegetazione, che costituiva un buon riparo per le imbarcazioni, e che fu denominato dagli abitanti Vescègghie, dal nome delle
querce selvatiche diffuse tutt'intorno. Questo luogo fu il naturale sbocco al mare di quei contadini che lentamente si avviarono ad una
modesta attività marinaresca. Sorse così un piccolo borgo marinaro denominato Vescègghie, coevo alla costituzione di altri borghi di
origine longobarda come Giovinazzo sulla costa Adriatica e Terlizzi, nell'entroterra.
Dall'800 il territorio venne assoggettato al gastaldato longobardo di Trani, in quel periodo fiorente città adriatica. Successivamente,
per circa un trentennio, laterra di Bari fu tenuta dai Saraceni, per poi passare ai Longobardi ed ai Bizantini.

Il periodo normanno-svevo e angioino


Verso l'anno 1000 sbarcarono sulla costa adriatica i Normanni. Il culto dei tre Santi protettori
Nel 1042 Roberto il Guiscardo assegnò Trani ed il suo Secondo la tradizione
circondario al suo vassalloPietro di Trani, che divenne conte di riportata da Armando,
Trani e ne rimase possessore fino al 1060. Egli, sotto le
vescovo di Bisceglie, al
tempo dell'imperatore
richieste di protezione delle genti dei casali, avviò i lavori di Traiano due nobili
costruzione a difesa di alcune case che si erano addensate in cavalieri romani, Sergio
prossimità del mare. Nel 1060 il nucleo più antico della città, e Pantaleone, furono
cinto da mura, venne dotato di una imponente torre di guardia conquistati dalle parole
Un'icona dei tre Santi
di Mauro di Betlemme,
detta torre maestra. Protettori
un vescovo che
In quest 'epoca venne introdotto il culto dei Santi Mauro , predicava il
Sergio e Pantaleone che divennero i nuovi protettori di cristianesimo.
Bisceglie . Nel 1063 venne istituita da Papa Alessandro II la Essendosi convertiti alla nuova fede furono
arrestati e condannati a morte il 27 luglio del117.
cattedra vescovile di Bisceglie. In quel periodo furono avviati
Dopo il martirio, i resti furono trasportati nell'agro di
i lavori per la costruzione della cattedrale. Bisceglie in contrada Sagina, dove una vedova
Nel 1071 Roberto il Guiscardo riassegnò Bisceglie a Pietro II cristiana, Tecla de Fabiis, li compose in una tomba
conte di Trani. che aveva fatto costruire. Lentamente il culto dei
tre Santi protettori cominciò a diffondersi nel
Nel 1167 Il vescovo Amando ordinò la traslazione delle sacre
nascente borgo marinaro di Bisceglie. Il 9 giugno
reliquie, custodite fino ad allora in un sepolcro nel casale di del 1167, sotto il vescovo Amando, le sacre reliquie
Sagina, nelle mura cittadine dove erano stati ultimati i lavori dei tre martiri vennero trasportate all'interno della
della costruenda cattedrale. Tra le attività del nascente cinta muraria di Bisceglie, e custodite inizialmente
nella chiesa di San Fortunato, nei pressi del
insediamento urbano fu importante quella marinaresca in
castello. Successivamente le ossa furono
proficui commerci con la costa dalmata e albanese, e con le trasportate nella chiesa di San Bartolomeo e,
isole dell'Egeo e con l'isola di Cipro.[17] infine, il 30 luglio del 1167 vennero trasportate
Successivamente, l'imperatore Federico II di Svevia ordinò la nella cattedrale di Bisceglie. Qui, furono collocate
costruzione di un castello contiguo alla torre maestra. Inoltre,
in tre urne di pietra sotto tre altari, nella cripta
costruita appositamente.[16]
gli svevi munirono l'intero territorio di torri di guardia. Alcuni
esemplari sopravvissuti sono rintracciabili nella torre Gavetino, nella torre di Sant'Antonio e nella torre di Zappino. Sotto gli
Angioini
Bisceglie entrò nel feudo dei conti di Montfort. Nel 1324 passò ad Amelio del Balzo e successivamente, nel 1326, a Roberto d'Angiò
figlio del re Carlo II di Napoli e di Filippo suo fratello. Nonostante il periodo di vivacità commerciale con i porti dell'Adriatico e non
solo, la nascente città si trovò al centro di intricate e sanguinose lotte che dilaniarono la Puglia sotto Giovanna I.
Nel 1360 Giacomo del Balzo divenne conte di Bisceglie. Nel periodo compreso fra il 1381 e il 1405 fu conte di Bisceglie Raimondo
Orsini Del Balzo.
Nel settembre del 1384 il pretendente al trono Luigi I d'Angiò, fratello del re di Francia, e Carlo di Durazzo si scontrarono con una
lunga guerriglia e nella notte del 13 settembre i durazzesi varcarono le mura e saccheggiarono Bisceglie. In questa circostanza Luigi I
d'Angiò venne ferito e morì dopo qualche giorno, il 20 settembre.
Dal 1405 al 1414 tenne la contea il re Ladislao I di Napoli, che venne affidata per meriti militari a Lorenzo Cotignola. In questo
periodo la regina Giovanna II di Napoli concesse a Bisceglie alcuni privilegi, tra i quali la facoltà di armare galee nel proprio
arsenale.

Età moderna e contemporanea


Nell'anno 1442 la crisi politica interna al regno di Napoli
consentì ad Alfonso V d'Aragona di conquistare il potere,
dopo aver cacciato gliangioini dal regno.
Passata agli aragonesi, Bisceglie divenne feudo di Giovanni
Antonio del Balzo, che non mancò ad una rapida congiura
contro il re facendo leva su Giovanni d'Angiò, duca di
Calabria. Questi rinunciò alla scalata e firmò la pace con
Ferdinando I di Napoli il 13 ottobre 1462. Con la "pace di
Bisceglie" furono confermati con gli stessi titoli i privilegi a
tutte le città ed i castelli che Giovanni Antonio del Balzo
possedeva prima della guerra, purché egli restasse fedele al
sovrano.
Dopo il 1485 il feudo biscegliese passò, sotto il titolo di
marchesato, a Federico d'Aragona, futuro re di Napoli.
In questo periodo, dopo il saccheggio di Otranto e le
numerose minacce dei turchi, si rese necessario abbattere la
vecchia cinta muraria normanna e sostituirla con una più Bisceglie, assetto urbano nel 1650. In grigio il Castello, in
moderna. Alla fine del secolo la città si presentava arancio gli edifici religiosi, in marrone scuro il fossato
adeguatamente fortificata e idonea a sostenere la guerra
moderna con le armi da fuoco.
Lucrezia Borgia duchessa di Bisceglie
Il 20 maggio del 1498 in Vaticano venne data lettura delle
Il 21 luglio 1498
tavole nuziali per il matrimonio fra Lucrezia Borgia, figlia del Lucrezia Borgia sposò
Papa Alessandro VI, e Alfonso d'Aragona, nipote di Federico in Vaticano Alfonso
re di Napoli. Alfonso d'Aragona portò in dote Bisceglie che, d'Aragona, duca di
unita a Corato, costituì il ducato di Bisceglie e Corato. Un Bisceglie e principe di
Salerno, figlio illegittimo
mese dopo ebbe luogo il matrimonio a Roma che ebbe vita
di Alfonso II di Napoli,
breve e funesta. Dal matrimonio nacque Rodrigo d'Aragona con l'appellativo di
che, dopo l'assassinio di suo padre, fu insignito dell'appellativo "bellissimo ragazzo".
di duca di Bisceglie e Sermoneta e signore di Corato.

Dopo la prematura morte di Rodrigo, nel 1513 Bisceglie,


versando al re di Napoli 13000 ducati, si riscattò. Il re concesse Lucrezia Borgia in un
la facoltà di armare galee e di difendersi con proprie milizie, dipinto di Dosso Dossi
già antico privilegio della cittadina. Ottenuti tali privilegi il
borgo ed il suo territorio prosperarono per molti anni finché il Anche queste nozze saranno brevi per Lucrezia, come
principe Filiberto di Chalons, viceré di Napoli, non affidò il quelle precedenti, e finiranno tragicamente per l'uomo da
feudo al nobile spagnolo Luigi Ram. lei amato. Cesare Borgia, fratello di Lucrezia, rifiutato da
Nel 1532 i deputati locali ottennero da Carlo V d'Asburgo il Carlotta d'Aragona, diventa cugino del re di Francia
riconoscimento di Bisceglie a città demaniale. A seguito delle sposando Charlotte d'Albret, impegnandosi ad aiutare il
continue controversie tra il Comune e il Vescovo, nel 1569 monarca a riconquistare il regno di Napoli. Tutto questo
vennero consegnati al Comune i "capitoli municipali" francesismo allarma Alfonso che si rifugia dai suoi parenti,
(ordinamenti amministrativi) che dureranno ininterrottamente abbandonando Lucrezia incinta e col cuore infranto. A
fino all'ottobre del 1806. Le attività economiche erano vivaci, i questo punto, il Papa per tirarle su il morale le affida
commerci si svolgevano via mare e via terra con i paesi interni l'incarico di governatrice di Spoleto. Il 19 settembre del
della Puglia, della Basilicata e con il beneventano. Si 1499 Alfonso, spinto da suo padre che non vuole dare
importava ferro, legno, lana e cuoio. Si esportava frutta, dispiaceri al papa, raggiunge Lucrezia ed insieme tornano
ortaggi, mandorle e soprattutto olio d'oliva. Due erano le fiere a Roma. In novembre la duchessa di Bisceglie partorisce
che si svolgevano durante l'anno: una a gennaio in occasione di un maschio di nome Rodrigo. Il 15 luglio del 1500 Alfonso
Sant'Antonio abate, primo protettore di Bisceglie, l'altra a viene ferito gravemente a seguito di un agguato. Il
luglio alla festa dei tre Santi protettori Mauro, Sergio e mandante fu Cesare, probabilmente desideroso di perdere
Pantaleone. Verso la fine del Seicento la vita cittadina fu la parentela spagnola. Nonostante la gravità delle ferite
influenzata dalla presenza del vescovo Pompeo Sarnelli che Alfonso guarisce con gioia di Lucrezia. Cesare, scontento
occupò la cattedra biscegliese dal1692 al 1724. di come sono andati i fatti, pronuncerà: ciò che non è stato
La guerra di successione spagnola portò gli austriaci nel regno compiuto a pranzo, può essere benissimo fatto a cena[18].
di Napoli, dal 1714 al 1738. Alfonso viene ucciso dal sicario di Cesare, un tale
Successivamente, con il governo dei Borboni di Spagna, che Michelotto Corella, il 18 agosto del 1500 nella stanza di
durò ininterrottamente dal 1738 al 1860 (eccetto il brevissimo Lucrezia, che con un pretesto era stata fatta allontanare.
periodo napoleonico), la città che contava quasi 6000 abitanti, La spiegazione ufficiale è che al duca di Bisceglie gli si è
venne assoggettata ad una pressione fiscale gravosa ed rotta la testa a seguito di una brutta caduta mentre era
insostenibile. Positivo si rivelò l'intervento dei Borboni rispetto ancora in convalescenza. Il ducato venne messo nelle
alla risistemazione del porto, ai traffici marittimi ed all'igiene mani del piccolo Rodrigo affiancato da un tutore, mentre
nella città, flagellata in questo periodo dalla peste. L'economia sua madre diventava governatrice di Nepi, e prossima a
cittadina si basava su: agricoltura, pesca e commercio dei divenire duchessa di Ferrara.[19]
prodotti del suolo.
Quando nel 1799 le truppe napoleoniche invasero il Regno
di Napoli, Bisceglie aprì le porte ai francesi inneggiando
alla libertà. Dopo l'occupazione di Bisceglie da parte dei
francesi, in città si sparse la voce di un imminente sbarco di
navi russe e turche per contrastare l'avanzata dei soldati
napoleonici; tuttavia la minaccia risultò infondata anche se
in città si ammassarono truppe francesi e italiane. Dopo
alcuni giorni, 1400 russi sbarcarono nel porto di Bisceglie e
la occuparono riconsegnandola ai Borboni.

Il Risorgimento Veduta di Bisceglie eseguita dal Des Prez nel1783

Durante il Risorgimento Bisceglie fu un vivace centro di


cospirazione, contando tra i nobili e il popolo circa 500 af
filiati alla Carboneria. Durante i moti del 1820-1821 ebbe luogo nel palazzo
Tupputi un'importante "dieta delle Puglie", in cui fu proclamata la Costituzione e ne vennero fissati gli Statuti in dieci articoli (5
luglio 1820).
Nobile figura di questi anni fu Ottavio Tupputi, il maggiore patriota biscegliese. Egli per ben due volte venne condannato a morte;
partecipò anche come generale alla disastrosa campagna napoleonica di Russia. In suo onore fu eretto nel 1911 un busto bronzeo in
Piazza Margherita.
Intanto, cominciavano a circolare in alcuni ambienti le idee mazziniane ed il pensiero socialista, in cui si collegavano gli ideali di
indipendenza nazionale, e le aspirazioni di riscatto sociale e politico delle masse contadine.
In questo quadro politico si distinse il patriota biscegliese Francesco Favuzzi, che nel 1857 aderì all'iniziativa meridionale
organizzata da Carlo Pisacane, e con altri patrioti raggiunse via mare Sapri, nel golfo di Salerno, per provocare una rivoluzione
popolare. Qualche anno dopo, nel 1860, il biscegliese Francesco Calò partecipò alla spedizione dei Mille arruolandosi con il grado
di maggiore nell'esercito garibaldino.
Nel 1860 Bisceglie, insieme ad altre città vicine, istituì una "Giunta di Insurrezione" al fine di sostenere i Garibaldini e il 21 ottobre
1860 si tenne un referendum nel locale monastero di Santa Croce: la maggioranza dei votanti si espresse a favore dell'annessione. Il
primo deputato al Parlamento Italiano eletto nel collegio di Molfetta fu Ottavio Tupputi.

Dall'Unità d'Italia ai giorni nostri


Il periodo pre-unitario si rivelò interessante sul piano dell'economia derivante dai traffici marittimi. I mercanti biscegliesi avevano
stabilito solide relazioni commerciali con i porti della Dalmazia, dell'Egeo e del mar Nero. Sin dal 1860 si stabilì a Kerč', in Crimea,
una piccola comunità di biscegliesi che vivevano di commerci transfrontalieri.
Nel 1864 l'apertura del tronco ferroviario Foggia-Barletta-Bari diede grande impulso all'economia locale e il 9 novembre del 1872 fu
inaugurato il Teatro Garibaldi dopo dieci anni di lavori, e ben presto il teatro divenne il centro della
vita mondana biscegliese.
La tradizione liberale risorgimentale si tradusse a Bisceglie in una vivace vita politica, dalla quale emerse il sindaco Giulio Frisari,
capo della sinistra democratica parlamentare pugliese e della "Società Operaia di Mutuo Soccorso"; non mancarono in questo periodo
vivaci scontri verbali e violenti scontri fisici.
Allo scoppio della prima guerra mondiale numerosi giovani biscegliesi partirono per il fronte e a fine guerra furono 430 i caduti (con
numerosi feriti e mutilati). Il 2 agosto 1916 Bisceglie conobbe da vicino la guerra, infatti alcune cannonate navali austriache
causarono diversi danni materiali ma nessuna vittima; tuttavia ancora oggi è possibile riconoscere sulla facciata di palazzo Albrizio
(accanto a palazzo Ammazzalorsa, di fronte al porto) un segno di una cannonata austriaca risalente proprio a quell'evento. Durante la
guerra si distinse il generale d'artiglieria, originario di Bisceglie, Beniamino Simone.
Il 5 ottobre 1924 fu inaugurato in piazza Vittorio Emanuele II un obelisco per commemorare i caduti biscegliesi nel primo conflitto
mondiale.
Nel 1920, a seguito delle adesioni alla politica fascista, fu aperta una sezione del fascio nel palazzo Logoluso.
Nell'inverno 1940-1941, durante il conflitto italo-greco, Benito Mussolini fissò la sua residenza a Bisceglie nella Villa Angelica
mentre il quartier generale alloggiò nella Villa Ciardi.
Nel 1943 i tedeschi precipitosamente si ritirarono da tutto il sud Italia e poco dopo Bisceglie fu occupata dagli anglo-americani. Il
travagliato passaggio dal fascismo alla repubblica trovò in Vincenzo Calace uno dei maggiori politici antifascisti e sostenitori della
democrazia. Al termine della seconda guerra mondiale si contarono circa 300 caduti biscegliesi, molti invalidi e anche alcuni
dispersi.
Le prime elezioni comunali del secondo dopoguerra, che registrarono il maggiore suffragio, alla Democrazia Cristiana, segnarono il
successo personale del sindaco Umberto Paternostro, che guidò la città nella ripresa dalla paralisi prodotta dalla guerra. Questo
periodo fu caratterizzato da una considerevole e significativa attività nel settore delle opere pubbliche.
Tra gli anni cinquanta e sessanta Bisceglie conobbe una fervida attività economica, alimentata dall'agricoltura, dalla pesca, e da un
fiorente commercio di prodotti ortofrutticoli in Italia e all'estero. La vita cittadina fu anche caratterizzata da una vivace attività
culturale.
Attualmente l'economia biscegliese si fonda soprattutto sulla piccola industria manifatturiera (in particolar modo nel settore tessile
delle confezioni, dei frantoi oleari e dell'industria per la lavorazione della pietra), sul commercio e sull'agricoltura. Significative
risultano le produzioni agricole delle olive per la produzione diolio di oliva, dell'uva da tavola, e della tipica ciliegia biscegliese.

Simboli
Lo stemma comunale è formato da un albero diquercia sradicato, dorato, disposto su uno scudo di
colore rosso. Nel 1532 l'imperatore Carlo V d'Asburgo concedette all'Università di Bisceglie la
facoltà di imprimere o dipingere sopra lo stemma la corona cesarea, quale simbolo di fedeltà
all'impero.
Inoltre, lo scudo è circondato, sui lati verticali ed in basso, da due rami uno di quercia e l'altro di
alloro, di colore verde, annodati per i loro gambi rivolti verso il basso da un nastro tricolore.
In un decreto del 1937, il Comune di Bisceglie fu definitivamente iscritto nel libro araldico degli
enti morali. Con lo stesso decreto fu approvato il gonfalone così descritto: drappo di colore bianco
bordato d'oro al palo sinistrato di rosso, attraversato da una banda abbassata dello stesso colore,
caricato dello stemma civico, con iscrizione centrata “Città di Bisceglie”.
Lo stemma di Bisceglie

Monumenti e luoghi d'interesse


Bisceglie nasce asserragliata sul mare, intorno ad un antico porto, tuttora attivo. Nella città intra moenia[20], fatta di strade
strettissime e alte, e di volte che le scavalcano, difesa a filo dal castello federiciano e dalla torre Maestra, sorge e domina dal punto
più alto la cattedrale, sorgono antiche chiese e monasteri, antichi palazzi nobiliari e un antico teatro.
La città intra moenia costituisce una imponente monumentalità tale da sembrare fatta in un unico pezzo, scavato e bucato. Andando
“oltre”, la città extra moenia è ricca di chiese e conventi, di palazzi, ville e casali.
Ci sono perfino i dolmen e le grotte anticamente abitate. Tutto ciò testimonia una storia che si perde nella notte dei tempi.
Architetture religiose

Concattedrale di San Pietro Apostolo


Edificata fra il 1073 e il 1295, la Concattedrale di San Pietro Apostoloè una costruzione romanico
pugliese.
L'edificio, orientato secondo l'asse est-ovest, si sviluppa su una pianta longitudinale a tre navate,
tre absidi non denunciate all'esterno della parete muraria e un transetto su cripta. L'alzato, invece,
si sviluppa su pilastri ematronei con la copertura della nave centrale a tetto.
Sulla facciata, rimaneggiata con l'apertura di tre finestre in stilebarocco, è addossato un pregevole
protiro disposto sopra l'ingresso principale. Nel corso dei secoli alcuni corpi di fabbrica, destinati Mappa del borgo antico
a cappelle, vennero addossati alla navata esterna meridionale.
All'interno, ristrutturato nel Settecento, spiccano gli stalli intagliati del coro in legno di noce
proveniente dal Santuario di Santa Maria dei Miracoli (Andria).
Nella cripta sono conservate le sacre reliquie dei tre Santi protettori Mauro, Sergio e Pantaleone.
Le reliquie furono rinvenute a Bisceglie nel 1167; secondo la tradizione, Sergio e Pantaleone
erano due cavalieri che, giunti in Puglia per arrestare il vescovo Mauro, furono invece da questi
convertiti al cristianesimo e successivamente martirizzati dal proconsole romano di Venosa. Ai tre
Santi la città di Bisceglie si affidò in occasione della peste del 1736, del colera del 1836 e in altri
momenti di pericolo.
I recenti restauri, hanno restituito un enorme affresco, raffigurante San Cristoforo dipinto intorno
all'Ottocento dal pittore Vito Calò, sulla parte esterna della omonima cappella.

Uno scorcio della


Chiesa di Sant'Adoeno Cattedrale
Edificata nel 1074 all'interno delle mura, dopo la Cattedrale, è la chiesa più antica di Bisceglie. È
una delle chiese italiane di più diretta filiazione francese[21]. Le origini, ravvisabili nella
denominazione Sant'Adoeno o Sant'Audoeno (Saint Ouen) vescovo di Rouen, sono collegate ai
soldati conquistatori Normanni. L'abbazia conserva una piccola reliquia del Santo, proveniente
dalla Normandia.
La facciata, a cuspide, è in conci di pietra calcare, caratterizzata da un timpano mozzato che è
coronato da un'aquila sovrastante una fiera. Essa, è bucata in mezzeria da un piccolo rosone a
cinque mensole recanti 4 leoni romanici e la statua del Santo. Uno scorcio dell'Abbazia
Su di essa sono evidenti i segni deiMaestri comacini. La pianta della chiesa è a tre navate. di Sant'Adoeno
All'interno vi è una fonte battesimale in pietra dell'XI secolo con sei figure scolpite ad altorilievo,
recentemente restaurata.

Chiesa di San Matteo


La Chiesa di San Matteo venne edificata nel1090, durante l'episcopato del vescovo Mancusio.
Nel 1099 fu concessa dal vescovo Stefano alle famiglie dei casali di Sagina e Giano, rifugiatesi nella città di Bisceglie a causa delle
incursioni dei Saraceni.
Nel 1608, la chiesa di San Nicolò, chiusa al culto per le precarie condizioni statiche in cui versava, venne unificata alla collegiata di
San Matteo.
Distrutta da un incendio nei primi del Seicento, fu ricostruita nel 1628 ed il 25 luglio 1692 venne consacrata da Pompeo Sarnelli,
vescovo di Bisceglie.
Nella chiesa sono conservate opere pittoriche di Angelo Bizamano, Corrado Giaquinto, Girolamo Palumbo e altri autori di scuola
napoletana.

Chiesa di San Nicolò


La Chiesa di San Nicolò di Porta Ensita[22] fu edificata all'interno delle mura normanne, in strada Ospedale, durante l'episcopato del
vescovo Mancusio.
Il tempio, modesto nelle sue dimensioni e sviluppato in un'unica navata, venne concesso dal vescovo Stefano nel 1100 alle genti
provenienti dai Casali di San Nicola e Salandro che, assoggettate alle incursioni dei saraceni, trovarono rifugio all'interno della città
murata.
Nel 1609, a seguito delle precarie condizioni statiche, la chiesa venne unificata all'abbazia di San Matteo, pur essendo distinta e
considerata “eque principaliter”.
Nel 1891 l'arcivescovo di Trani Giuseppe de Bianchi Dottula ne decretò la soppressione. La chiesa fu spogliata di tutti i beni e
sconsacrata.

Chiesa di Santa Margherita


Edificio di impostazione romanico pugliese, venne fatto costruire fuori dalla cinta muraria nel
1197 dalla famiglia nobile dei Falconi. La chiesa, rimasta immune da rimaneggiamenti posteriori,
esprime un'architettura piacevole fatta di armonia e semplicità. La costruzione è interamente in
pietra calcare locale tagliata a corpi disuguali. La pianta, a croce greca, è coperta da una cupola
centrale su pennacchi e abside semicircolare. La facciata è coronata da un frontone triangolare
fregiato da archetti rampanti e da una rosa scolpita con la sigla della Santa.
La cupola è coperta da un tetto a piramide, con conci di pietra disposti a piccoli gradini.
Nella parte esterna, sono addossati sul fianco sinistro tre sepolcri dei Falconi: il primo sepolcro,
incompleto, con figura giacente di guerriero, è dedicato a Basilio e Mauro Falcone; il secondo,
dedicato a Riccardo Falcone, opera di Pietro Facitulo barese, ha un ricco baldacchino ornato di
rilievi e trafori; il terzo sepolcro, destinato ai fanciulli dei Falconi, opera di Anseramo da Trani, ha Chiesa S.ta Margherita:
un bizzarro baldacchino ad arco trilobo su due colonnine. le tombe dei Falconi

Chiesa di San Lorenzo


La chiesa di San Lorenzo, edificata fuori dalle mura urbane nella parte più alta del Palazzuolo all'imbocco dell'antica strada per
Corato, venne concessa nel1477 dal conte di Bisceglie Francesco Del Balzo ai frati di San Francesco dei minori osservanti.
Negli anni successivi, sul lato meridionale del tempio, venne edificato il complesso conventuale dei frati minori osservanti, attivo
fino al 1817, anno in cui fu soppresso.
Nel 1857, su progetto dell'ingegner Mauro Albrizio, venne costruito sul fianco settentrionale della chiesa di San Lorenzo il Calvario,
una teoria di cinque nicchie monumentali impostate secondo un linguaggio architettonico di ispirazione gotica e contenenti alcuni
mosaici raffiguranti la passione di Cristo.
Durante la notte del 2 febbraio1866 la chiesa fu incendiata per un atto di vendetta.

Chiesa di San Domenico


La chiesa di Santa Maria del Muro, eretta nel XII secolo ai limiti della prima cinta muraria, fu concessa ai padri domenicani dal
vescovo Martino nel 1502, che la dedicarono a San Domenico. Successivamente, nel 1525, i domenicani la ampliarono e la ornarono
internamente.
Nel 1693 la chiesa venne consacrata daPompeo Sarnelli, vescovo di Bisceglie.
La pianta della chiesa si sviluppa su tre navate orientate secondo l'asse nord – sud. La navata centrale, coperta da una volta a botte
unghiata, è conclusa da un'abside semicircolare. Il tempio è inserito nel complesso dell'ex convento dei padri domenicani, attuale
Palazzo San Domenico, sede del Municipio.

Chiesa del Salvatore o del Santissimo


Il tempio del Santissimo Salvatore fu edificato nel 1649 sul tratto della muraglia prossima allo specchio d'acqua del porto, in
corrispondenza di strada Caldaia[23], sul luogo dove sorgeva la chiesa di San Nicolò al Porto. Quest'ultima, costruita intorno al 1300,
venne distrutta in parte nel 1384 quando le milizie di Carlo di Durazzo penetrarono nella città, saccheggiandola, proprio attraverso il
muro della chiesa, che, dopo un lungo periodo di abbandono, venne occupata e sostituita al livello superiore dal nuovo tempio del
Santissimo Salvatore. Dell'antica chiesa sono ancora visibili alcuni resti di facciata su strada Caldaia.
La chiesa del Santissimo, modesta per dimensioni, si sviluppa su un'unica navata orientata sull'asse nord – sud. La sobria facciata,
bucata dall'ingresso sormontato da un timpano poggiato su mensole e da un semplice finestrone, è sovrastata da un piccolo campanile
a vela. All'interno, l'altare è dominato da un dipinto ad olio su tela di scuola napoletana, raffigurante la Trasfigurazione di Gesù
Cristo.
La chiesa custodisce, oltre alla statua lignea di Sant'Antonio che viene festeggiato con una processione marinaresca, una scultura
lignea del Seicento raffigurante La Pietà.

Altre chiese di Bisceglie


In città sono presenti molti edifici religiosi, i più antichi di questi si trovano nel suo nucleo storico, all'interno delle mura difensive.
Qui sono state edificate le seguenti chiese:

La chiesa di San Giovanni al Castello (in restauro) venne costruita nel periodo angioino.
La chiesa del Purgatorio, costruita in prossimità del castello nel1638.
La chiesa di San Luigi con l'annesso monastero delle Clarisse fu edificata sull'antico tempio di San Ludovico
nell'anno 1638.
La chiesa di Santa Croce e l'annesso monastero venne costruita intorno al 1650 in prossimità del bastione di porta
Zappino, oggi scomparso.

Alle chiese interne alla cinta muraria si aggiungono, per interesse storico - architettonico, le seguenti chiese
extra moenia:

La chiesa della Santa Madre della Misericordia, eretta nel1645.


La chiesa di Santa Maria di Passavia, edificata in prossimità delpomerium[24] (attuale Palazzuolo e villa comunale)
nel 1747.
La chiesa di Sant'Agostino, costruita nel1845.

Architetture civili
“Bisceglie contava non poche opere dei secoli della sua maggiore prosperità, che il tempo ha distrutto, ma che pur son ricordate dai
cronisti locali”, così il critico d'arte Demetrio Salazaro si congedava con la città nel suo libro Puglia Medievale. Per questo è
opportuno annoverare fra le architetture civili della città alcuni importanti palazzi, significativi dal punto di vista storico –
architettonico, il teatro comunale costruito laddove vi era uno teatri più grandi del regno di Napoli, ed infine l'antico porto.

Palazzo San Domenico


È sede del Municipio già dal1809 quando venne confiscato ai frati domenicani.
Nel 1823, alcuni locali del Palazzo, furono adibiti a prigione circondariale.
L'edificio venne edificato nella prima metà del XVI secolo sul tratto della muraglia prossimo al torrione di Schinosa o dell'abisso, e
contiguo alla chiesa di Santa Maria del Muro.
Il palazzo si imponeva e si impone nel paesaggio con la sua mole e con le caratteristiche logge che si elevano su due livelli di epoca
successiva al periodo di fondazione.

Palazzo Tupputi
Il Palazzo fu fatto edificare verso la seconda metà del XVI secolo con molta probabilità dalla famiglia Frisari, di origini salernitane,
che ricoprì importanti incarichi pubblici a Bisceglie.
L'edificio è da ritenersi una delle opere più interessanti dell'architettura rinascimentale in loco.
Verso la metà del XVIII secolo il palazzo fu venduto ai marchesi Tupputi, originari del piacentino, per cui assunse l'attuale
denominazione.
Durante il periodo risorgimentale l'edificio denominato Palazzo Nazionale fu sede della carboneria ed ospitò il 5 luglio 1820 la Dieta
delle Puglie, una storica riunione presieduta da Domenico Antonio Tupputi, durante
la quale i carbonari pugliesi concordarono un'azione comune a sostegno della
Repubblica Napoletana.
L'edificio è ubicato nel centro storico ad angolo fra via Cardinale Dell'Olio, su cui si
apre l'ingresso principale, e via Ottavio Tupputi. Il palazzo, caratterizzato da una
facciata in bugne a punta di diamante nel piano superiore, conserva all'interno alcune
colonne di granito numidico acquistate nel XVI secolo e provenienti dal duomo di
Giovinazzo.

Altri palazzi di Bisceglie


Seguendo un percorso cronologico, fra gli edifici rilevanti di più antica costruzione
vi è il palazzo Ammazzalorsa, eretto intorno al 1400 sulla muraglia nella zona
prospiciente al porto. L'edificio, restaurato nei primi anni del Novecento, possiede
una raccolta privata di dipinti del Grosso (XX secolo), alcune sculture del Dossena
(XX secolo), e varie collezioni di porcellane, armi e carrozze. Palazzo Tupputi
Verso la metà dell'XI secolo, venne costruito il Palazzo Vescovile, voluto da Pietro il
Normanno, conte di Trani e sorge accanto alla Cattedrale di S. Pietro. Dal 1980 il
Palazzo Episcopale è sede del Museo Diocesano. In largo Sant'Adoeno sorge il palazzo detto di Lucrezia Borgia, costruito nel XV
secolo e caratterizzato da una facciata realizzata abugne.
Nel 1556 venne edificato sulla muraglia (attuale via Frisari) il palazzo Frisari. L'edificio presenta una elegante facciata lavorata a
bugne a punta di diamante nel piano superiore.
Nel 1776 fu fatto erigere da Biagio Manes, un capitano spagnolo che si era stabilito a Bisceglie, l'omonimo palazzo Manes.
L'edificio, che si sviluppava su tre livelli (piano terra destinato a deposito, piano nobile e secondo piano), venne costruito a cavallo
fra la muraglia e via San Domenico.
Risale verso la metà del XVIII secolo la villa Fiori (detta anche palazzo Fiori) fatta costruire dalla famiglia nobile Fiori, originaria di
Sorrento. Questo edificio, costruito extra moenia nell'attuale via Montegrappa, presenta, secondo un linguaggio architettonico
barocco, una facciata preceduta da una doppia rampa che raggiunge il piano nobile.

Il Teatro Garibaldi
L'edificio fu costruito sul suolo occupato dal demolito "teatro della polveriera",
all'interno dell'antico bastione di Zappino. Le vicende legate alla concessione
edilizia ed alla costruzione del teatro furono piuttosto travagliate. Il progetto,
affidato all'architetto Giuseppe Albrizio dall'amministrazione comunale nel 1861,
venne portato a termine nel1872.
Nel 1870 vennero completati i lavori di muratura, mentre nei due anni successivi
furono realizzati gli arredi interni, la scenografia, le decorazioni sul soffitto e
l'impianto per l'illuminazione.
Nell'inverno del 1872 il teatro fu inaugurato con il "Rigoletto" di Giuseppe Verdi e
dedicato all'eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, il quale non potendo
partecipare all'evento, inviò una lettera scritta di pugno con cui ringraziava il
Comune di Bisceglie di un così grande onore.
Il teatro presentava una elegante facciata secondo un linguaggio architettonico
neoclassico. Lo spazio interno si sviluppava su tre ordini di palchi ed una platea con
200 posti. La copertura, con struttura in legno, presentava due falde.
Il teatro "Garibaldi"
Agli inizi del Novecento venne rinnovata la facciata ed aggiunti due rilievi in stucco
raffiguranti figure femminili, mentre negli anni successivi cominciarono a
manifestarsi i primi segni di decadenza della struttura che durante la prima guerra mondiale fu adibito a deposito di alimenti ed a
cinematografo.
Nel 1954 il teatro fu assoggettato ad una serie di demolizioni interne e destinato a struttura cinematografica.
Nel 1981 il Ministero dei Beni Culturaliha dichiarato l'immobile come bene di interesse storico - artistico.

Il "Palazzuolo"
Il "Palazzuolo" è la più grande piazza di Bisceglie, indicata nella toponomastica come piazzaittorio
V Emanuele II.
Il Palazzuolo si forma come enormepomerium in corrispondenza della porta principale della Città, Porta Zappino. Già nel XV secolo
questa vasta area che si estendeva oltre il fossato era denominata "largo de lo Palazulo". Questo nome derivava dalla presenza del
"palatiolum"[25] che sorgeva sulla strada detta "dei palazzi", l'attuale via Giulio Frisari, e si affacciava sul tratto della muraglia
compreso fra la Porta Zappino ed il torrione Schinosa.
Questa enorme spianata di terra abbandonata era attraversata dalla strada consolare[26], e vi arrivavano tutte le strade interne dei
Comuni limitrofi.
Con l'espansione extra moenia Ottocentesca, il nudo e selvaggio terreno antistante alla porta principale della Città, divenne l'orgoglio
e la delizia dei biscegliesi.

Architetture militari
La città conserva la torre maestra, punto di riferimento per tutto il territorio ormai da oltre un millennio, il castello ed una buona parte
delle mura di cinta aragonesi,limes del nucleo più antico della città rispetto all'espansione urbana avvenuta fuori le mura.

Il castello e la torre maestra


La torre nota come Maestra fu fatta erigere verso il 1060
dal conte Pietro di Trani[27]. Interamente costruita in pietra
calcarea locale, rappresenta l'elemento dominante della città
con i suoi 27 m di altezza.
Per dimensioni e caratteristiche di fabbrica può essere
considerata analoga alla torre normanna di Rutigliano. È da
essa che ogni giorno, sin dai primi anni del dopoguerra, alle
ore 8.00 ed alle ore 12.00, si diffonde in tutta la città l'ormai
tradizionale segnale sonoro di una potente sirena, usata
durante il secondo conflitto mondiale come allarme aereo.
Il castello, probabile opera del periodo svevo, è formato da
un recinto quadrilatero sostenuto da quattro torri angolari -
quadre e da una quinta torre, più piccola, inserita all'interno
della cortina muraria. L'accesso al fortilizio avveniva per La torre maestra ed il castello di Bisceglie
mezzo di un ponte levatoio. All'interno vi erano gli alloggi
dei militi, le stalle, la chiesetta di San Giovanni ed un
palatium. All'esterno del recinto si stagliava la torre maestra che era collegata ad esso tramite un ponte levatoio. Verso la metà del
Cinquecento, con la nuova cinta muraria della città, il castello fu riconosciuto inef
ficiente e venne disarmato.
Attualmente la struttura è sottoposta ad un intervento di restauro che ne consente solo la fruizione esterna dei corpi di fabbrica.

Le mura difensive
Agli inizi del XV secolo, il sistema difensivo medioevale di cui la città era dotata, risultò essere inadeguato a sostenere la nuova
artiglieria da fuoco. Fu così che con l'avvento degli Aragonesi le vecchie mura normanne, alte e sottili, vennero sostituite da una
nuova cinta muraria, bassa e terrapienata, che seguì quasi ovunque il tracciato precedente. Il tracciato aragonese prevedeva 4 torrioni
più una torre di cinta del castello: Torrione Sant'Angelo (NW), Torrione dell'abisso (SW), Torrione San Martino (NE) (smantellato),
Torrione della Porta (S) (smantellato). La nuova murazione aveva mantenuto le due porte cittadine: una orientata a nord detta porta di
mare (oggi murata ma ancora visibile), una orientata a sud chiamata "di Zappino" (ove attualmente sorge il teatro Garibaldi). Nella
seconda metà del XVI secolo a seguito delle minacce
turche, sempre più insistenti, e con l'avvento degli Spagnoli
le mura furono rafforzate con 5 baluardi pentagonali e
intorno ad esse vennero scavati enormi fossati, e fu creato il
cosiddetto guasto. I cinque baluardi erano: il Bastione della
Porta o Polveriera (smantellato), il Bastione di San Paolo
(W), il Bastione del Castello (SE) (oggi inglobato da
edifici), il Bastione di San Gennaro (E), il Bastione di San
Martino (NE) il più grande ed ultimo ad essere stato
costruito. Gran parte delle strutture di fortificazione è
attualmente fruibile e visibile, soprattutto sul versante del
porto e lungo la via che ad esso giunge.

Architetture rupestri e insediamenti

Assetto murario agli inizi del 1700. In rosso, i resti della


I Casali
cinta muraria medievale rinvenuti durante alcuni scavi
Nell'agro biscegliese sono stati presenti in passato ben 10
antichi Casali di epoca medievale e longobarda, testimoni
della presenza di genti che abitavano stabilmente questi luoghi. Casali di Bisceglie
Tuttavia nel corso del tempo, tra invasioni e guerre, sono ben
Casale di Giano
pochi i casali rimasti integri, dei restanti o si hanno poche
Casale di Pacciano
tracce, o l'unico indizio rimasto è quello toponomastico. Non
Casale di Zappino
tutti i Casali si sono sviluppati alla stessa maniera e nello
Casale di Sagina
stesso periodo, infatti, i Casali di Giano, Pacciano, Sagina e
Casale di San
Vigiliae, sorgono su siti romani. La causa della nascita di Nicola
questi piccoli centri rurali, è da attribuirsi alla caduta Casale di San
dell'Impero Romano, e all'avvento dei Longobardi e Bizantini. Andrea
Le genti lasciate alla mercé di scorribande dei barbari, Casale di Santo
iniziarono ad aggregarsi in piccoli centri, con una propria Stefano
podestà, con proprie leggi e culti. Tali centri vennero muniti di Casale di Cirignano Casale di Pacciano
mura, chiese casaline e torri d'avvistamento, e mediamente vi Casale di Salandro
erano insediati tra i 20 o 30 fuochi (famiglie). Il declino Casale Vigiliae
avvenne con l'arrivo dei Normanni, che assicurarono un rifugio più sicuro presso il Casale Vigiliae, da loro fortificato come
"castrum", e dal pericolo crescente che arrivava dalle campagne a causa dei nuovi conflitti politici. Così facendo, i Casali si
spopolarono a poco a poco, ma non del tutto per un buon periodo di tempo, le genti confluirono nella neo città di Vigiliae, apportando
in essa le identità casaline (religiose specialmente), tutelate dagli stessi Normanni.

Grotte
Nel territorio di Bisceglie si trovano lungo il corso delle lame di Santa Croce e lama d'Aglio, antiche vie di comunicazione tra
l'entroterra e la costa, importanti insediamenti neolitici e paleolitici che sono stati oggetto di esplorazioni archeologiche in tempi
diversi.

Grotta di Santa Croce


La grotta è lunga 100 metri, al suo interno è stretta verso l'alto e si allarga progressivamente sino a formare ambienti molto ampi
verso il basso.
Nella grotta sono state rinvenute concrezioni, stalattiti, reperti risalenti all'industria litica del periodo musteriano come 2200 punte,
raschiatoi e schegge, un femore neandertaliano, e fauna pleistocenica.
Altri strati hanno riportato alla luce strumenti litici dell'Epigravettiano finale (11000 anni fa) come frammenti ceramici neolitici e
frammenti dell'età del bronzo – ferro.
La grotta di Santa Croce fu individuata nel 1937 da Francesco Saverio Majellaro, al quale è dedicato il Museo Civico Archeologico
di Bisceglie.

I Dolmen
In prossimità delle lame maggiori, sono localizzate, su terrazzi pianeggianti, alcune importanti strutture dolmeniche.

Il dolmen della Chianca


Il dolmen della Chianca è un monumento megalitico tra i
più importanti d'Europa, per dimensioni, bellezza di linee e
stato di conservazione.
Fu scoperto il 6 agosto 1909 dagli archeologi Mosso e
Samarelli. La struttura, databile all'età del Bronzo medio,
appartiene alla tipologia della tomba a corridoio largo,
composta da una cella sepolcrale e da un corridoio di
accesso.
Tutto il materiale litico che compone il dolmen è in pietra
calcare proveniente dal territorio circostante.
Il corridoio - lungo 7,50 m - è formato da lastroni piatti,
infissi verticalmente nel terreno, di altezza notevolmente
inferiore rispetto a quelli della cella.
Pertanto, la lunghezza totale è poco meno di 10 m ed ha Il dolmen della chianca
l'ingresso rivolto ad est.

Il dolmen di Albarosa
Il dolmen di Albarosa fu eretto a poco meno di 1 km daldolmen della Chianca.
Il tumulo è ubicato nell'omonima contrada posta sulla strada provinciale BisceglieRuvo
- di Puglia, a circa 8 km dal centro urbano.
Anche questo dolmen fu scoperto nel 1909 da Francesco Samarelli all'interno di uno specchione a pianta ellittica. Esso è costituito da
sette lastroni verticali, tutti costituenti le pareti del sepolcro.
Al momento della scoperta furono rinvenuti alcuni oggetti in ceramica lavorata a mano, resti umani, schegge di selce e alcuni bollitoi
di pietra calcarea lavorati a mano.

Il dolmen Frisari
Nel 1909 il dolmen Frisari fu oggetto di una prima esplorazione archeologica da parte del Gervasio. Già in quel periodo il megalite si
presentò semidistrutto e privo di copertura.
Esso appartiene alla tipologia di tumulo a pianta ellittica, composto da cella sepolcrale, larga 2 m e lunga circa 4 m, preceduta da un
dromos.
Il monumento megalitico databile al periodo dell'Età del bronzo (proto appenninico), si affaccia ai primi declivi della sponda sinistra
della caratteristica incisione carsica di lama dell'Aglio, in prossimità del crocevia di confine con i territori di Molfetta e Ruvo di
Puglia, non molto distante daldolmen di Albarosa e dal dolmen della Chianca, e prossimo al casale detto torre di Navarrino.

Altri dolmen
Il "dolmen di Giano", cosiddetto perché si trovava nelle immediate vicinanze del "tempio di Giano" in contrada Santeramo, in
prossimità di una lama. Di questo dolmen, distrutto nel 1975, non resta più niente, se non minutissimi frammenti di roccia del
dromos. Anch'esso può considerarsi analogo agli altri dolmen presenti nell'agro biscegliese.
Il "dolmen di Santa Croce" ubicato in località lama Santa Croce, non molto distante dagli altri megaliti biscegliesi, che presenta
analogie con i dolmen salentini[28].
Nel territorio di Corato, non lontano dal confine con Bisceglie, si può ancora visitare il "dolmen dei Paladini".

Siti di interesse

Zona Pantano-Ripalta
La località, che occupa un'area pari a 685 ettari lungo la costa fra Bisceglie e Molfetta[29], è definita di interesse naturalistico nel
Decreto Ministeriale n. 30 del 1º agosto 1985, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 06/02/1986. Il sito, di
elevato valore paesaggistico, rappresenta un elemento morfologico e strutturale di grande importanza per la definizione olistica del
paesaggio costiero e carsico pugliese. Il paesaggio vegetale, guardato nel suo insieme, è caratterizzato da campi agricoli: dominano
l'olivo, il mandorlo, i vigneti con impianto a tendone e gli orti disalberati, segno evidente che la mano dei coltivatori ha contribuito
non poco a trasformare il luogo, un tempo completamente ricoperto da vegetazione tipica delle zone umide e della macchia
mediterranea.

Orto botanico comunale Veneziani-Santonio


A ridosso della strada ferrata, in prossimità della "lama fondo noce", si trova l'orto botanico comunale "Veneziani - Santonio", donato
al Comune di Bisceglie dalla famiglia che ne era proprietaria.
Il giardino, già organizzato sul finire dell'Ottocento, conservava originariamente una raccolta di piante di Ficus (Moraceae),
Succulente Cactaceae, Aloe Liliaceae, Agavi Agavaceae, Callistemon Mirtaceae ed altre specie come la Chorisia speciosa, la
Jacaranda, specie del genere Brachychiton, Phoenix, ed altre specie rare.

Il Lungomare di Ponente ed il Teatro Mediterraneo


Sul finire degli anni Ottanta, l'incalzante fenomeno dell'erosione marina che
riguardava in particolar modo il tratto di costa balneare compreso fra Bisceglie e
Trani, indusse l'Amministrazione a dotarsi di un piano di recupero costiero
dell'intero litorale di Ponente.
Le opere realizzate, impostate secondo criteri di architettura del paesaggio,
attualmente costituiscono un imponente ed originale sistema di percorsi pedonali e
ciclabili, articolati su più livelli, che si sviluppano per circa 3 km sull'intero litorale
ponentino.
Il "waterfront"[30] dell'intero sistema, caratterizzato da una altimetria variabile fra 2 Il lungomare di ponente visto da
m s.l.m. e 13 m s.l.m., appare come una enorme muraglia in pietra a secco che, “Salsello”
interrotta a tratti da elementi rocciosi preesistenti, trova una scenografica apertura
sul mare in corrispondenza delTeatro del Mediterraneo, in località Trullo Verde.

Società

Evoluzione demografica
Abitanti censiti[31]
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2015 la popolazione straniera residente era di 1.287 persone. Le nazionalità maggiormente
rappresentate erano:

Romania: 428
Albania: 178
Ucraina: 148

Dialetto biscegliese
"Lingua odorosa di terra e di mare,
sobria come il nostro pane,
violenta come il nostro sole,
rude e amara a volte,
ma sempre sincera e virilmente ottimista"
(Mario Cosmai, dialetto biscegliese)

Su di esso vi è una leggenda secondo cui san Nicola Pellegrino, arrivato in


Dialetto biscegliese
Puglia dalla Licia per diffondere il Vangelo di città in città, giunse a
Dialìtte vescegghiàse
Bisceglie. Qui gli abitanti rimasero insoddisfatti e delusi del Santo, che
schivo e di poche parole si limitava a concludere i propri discorsi con Parlato in Italia
"kiri, kiri eleison", tanto che lo scacciarono in malo modo. San Nicola, Regioni Puglia
risentito, pregò Dio che punisse i biscegliesi storpiando la loro parlata,
come infatti avvenne. Per questo motivo i biscegliesi quando parlano Locutori
tendono a storcere un po' la bocca, e soprannominati quindi come vòcche Totale 55.000 circa (esclusi abitanti
stóurte.[32] all'estero)
Classifica non in top 100
La fonetica del dialetto è regolata da leggi rigorose e costanti, soprattutto
se si tiene conto del processo di trasformazione dalla lingua più antica, Tassonomia
come il latino popolare, alla lingua più recente, come il dialetto. A mo' di Filogenesi Indoeuropee
esempio, il passaggio del suono PJ latino nella doppia cm³ dialettale, Italiche
rappresenta una legge fonetica, come in SAPJO (latino) da cui deriva Romanze
sacce (dialetto). Sul piano etimologico, ci sono alcune parole che derivano Dialetti italiani meridionali
dal greco[33], altre dal latino popolare[34], la maggior parte dei termini Dialetti pugliesi
deriva dall'italiano che va conquistando sempre maggior spazio. Ma oltre Apulo-barese
ai grecismi antichi, vi sono anche i germanismi[35], i bizantinismi[36], gli Biscegliese
spagnolismi, gli arabismi, i francesismi e tracce di lingua pre-
Estratto in lingua
indoeuropea[37].
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Nel 1892, Domenico Pastore, dopo aver partecipato e vinto un concorso
Dechiarazione de le derìtte de l'umene -
nazionale organizzato dal Ministero della pubblica istruzione nel 1890,
Art.1
pubblicò il dizionario italiano – biscegliese e biscegliese – italiano.
Successivamente, nel 1925, l'arcidiacono, studioso di latino e greco, Tutte re crestiène nèscene líbere e tìnnene la
Francesco Cocola diede alle stampe “il vocabolario dialettale biscegliese – stéss'a degnetò e le stésse derìtte. Tìnnene
italiano” comprendente 12778 voci. Quest'ultima opera rimane un punto di cervèidde e chescìnze e s'honne a chembertò
riferimento per il recupero di vocaboli che sono scomparsi o rischiano di come ce fossere fròte iùne co l'alte.
scomparire.
Per completare il panorama degli studi sul dialetto biscegliese risultano
importanti i lavori, che seguono un ordine cronologico, svolti da Jolanda De Gregorio, dal linguista russo V. F. Sciscmarev e da Luca
De Ceglia con il suo “Dizionario dei soprannomi biscegliesi nei secoli XVI – XVIII” e il "Dizionario Dialettale Biscegliese" edito nel
2009.
A Bisceglie è sempre stata ricca la produzione di testi dialettali, di poesie, stornelli satirici, e prose in vernacolo, sui periodici locali
come la Riscossa, Il Palazzuolo ed Il Biscegliese.
I poeti dialettali che vantano una vasta produzione sono: Riccardo Monterisi, Matteo Dell'Olio, Eugenio Monopoli, Sergio Di
Clemente, Gianni Rigante, Francesco Palazzo e Demetrio Rigante.

Tradizioni e folclore
Nell'ambito del folclore pugliese, le tradizioni di Bisceglie costituiscono un patrimonio di consuetudini, atteggiamenti,
comportamenti, rituali religiosi, canti e racconti, tipici del mondo contadino – marinaro meridionale. L'antica tradizione del teatro a
Bisceglie, che vantava già nel regno di Napoli uno dei più grandi teatri detto la “polveriera”, trova testimonianza anche in una
maschera da non dimenticare: Don Pancrazio Cucuzziello.
Successivamente, vengono passate in rassegna le feste dell'anno e le due principali feste patronali, veri e propri eventi: la festa dei tre
Santi e quella dell'Addolorata.

Le feste durante l'anno


Nella tradizione biscegliese, la sera di San Silvestro è consueto Don Pancrazio Cucuzziello
attendere la mezzanotte in famiglia, giocando a tombola o a Don Pancrazio Cucuzziello,
carte. Fino ai primi del Novecento, qualche minuto prima della detto anche il biscegliese, è
mezzanotte in famiglia era tipico vestire due ragazzi, uno da
una maschera di ispirazione
locale già affermatasi nella
vecchio con gobba, barba e bastone, e l'altro da adolescente che prima metà dell'Ottocento,
sventolava una bandierina. All'Epifania, oltre allo scambio di con grande entusiasmo del
regali, è tradizione mangiare fichi secchi e pèttue, frittelle pubblico, nei teatri di Napoli.
imbevute di vin cotto. Qui, grazie all'opera
dell'attore napoletano
Il carnevale inizia il giorno di Sant'Antonio abate, che
Giuseppe Tavassi e di altri
corrisponde con il 17 gennaio. Un tempo era annunciato da autori napoletani come
alcune donne che, con tamburelli e trombe, facevano baldoria Pasquale Altavilla, fu il Don Pancrazio
fra le vie della città. Durante i giorni di festa, le maschere dopo protagonista sulle scene del Cucuzziello
teatro San Carlino, in
aver girovagato per le strade, da parenti e amici, si radunavano
concorrenza con Pulcinella.
presso il Palazzuolo. Oggi, questa tradizione è lasciata solo ai La maschera biscegliese impersonava il tipo del
bambini. Pittoreschi erano i carri in corteo, costruiti ed pugliese trapiantato nella capitale del regno,
addobbati dai pazienti e dal personale dell'ospedale psichiatrico laborioso, parsimonioso e schivo nel parlare, cioà
“Casa della Divina Provvidenza”, fino all'inizio degli anni l'esatto l'opposto del napoletano, ozioso,
novanta. Durante il carnevale si usava mangiare, nel primo e spendaccione e ciarliero[38]. Guercio e claudicante,
simile alla maschera veneziana Pantalone, con un
negli ultimi giorni, re pèttue. L'ultimo giorno era e rimane di
abito di velluto nero e maniche, berretto e calze in
rito mangiare u cùcue de carnevòle. rosso, appoggiandosi sul pomo di un bastone,
Il ciclo delle feste pasquali si apre con la domenica delle quando appariva sulla scena provocava, anche per
Palme. All'alba i contadini, tornati dai campi, portano fasci di il suo dialetto, risate irrefrenabili.
rami d'olivo in chiesa per farli benedire durante la messa dal Questa maschera fu portata in auge agli inizi del
sacerdote. Questi ramoscelli, divenuti sacri, sono portati in Novecento da un attore biscegliese, Raffaello Bianco, che
casa o donati e si conservano per tutto l'anno. I riti dellaPasqua ne cambiò il nome in Pippo Cocozza, e, verso la seconda
si svolgono secondo forme di antica tradizione, tipicamente metà dell'Ottocento da uno scrittore francese, Paul De
locali. Dal pomeriggio del giovedì fino al sabato, la chiesa è in Musset, che ne prese spunto per una sua novella. Nel
lutto. In questo periodo non vengono suonate le campane. In 1975 una compagnia teatrale barese ripropose in Puglia e
passato le campane erano sostituite dalla terròzzue (nota, anche in altri teatri italiani la maschera, un po' dimenticata,
Raganella, strumento di legno con ruota dentata che strisciando di Don Pancrazio
su una lamiera provoca un suono stridente). Il giovedì santo,
nelle chiese gli altari vengono addobbati con fiori e luci. Il giovedì sera si allestiscono i sepolcri. La gente visita gli altari addobbati,
considerati come il Sepolcro di Cristo. Nelle prime ore del venerdì santo, la gente raggiunge piazza Vittorio Emanuele II e si riversa
in prossimità del Palazzuolo per assistere al tradizionale incontro, una sacra rappresentazione tra l'immagine dell'Addolorata e quella
del Cristo che porta la croce. Le due statue, portate a spalla e accompagnate da marce funebri, si incontrano al Calvario. Nel tardo
pomeriggio si svolgono le processioni dei Misteri, statue lignee del Settecento raffiguranti i momenti della passione di Cristo, che
partendo da chiese diverse confluiscono tutte in un'unica processione, intorno al Palazzuolo. I cortei sono seguiti dalle Confraternite, i
cui membri indossano particolari abiti di origine medioevale, e recano nella mano destra un cero acceso. L'ultimo corteo è quello del
Cristo morto in la catène, venerato nella chiesa di San Matteo. La messa di Resurrezione viene celebrata nella tarda serata del sabato.
La Pasqua ha un'appendice festiva nel lunedì dell'Angelo che assume la denominazione biscegliese di lunedì del Pantano, perché in
passato la gente si recava a trascorrere la pasquetta nella zona del Pantano, un'amena località, oggi riserva naturale, fra Bisceglie e
Molfetta.
Le fiere campestri e rionali che si svolgono subito dopo la Pasqua fino alla Pentecoste sono: la fiera di Zappino e quella successiva di
Giano (entrambe si tengono nei rispettivi casali medioevali), seguono le fiere delle chiese di San Lorenzo, Sant'Agostino, di Santa
Maria della Misericordia, della Madonna di Passavia e di Sant'Adoeno.
Il giorno dei defunti il cimitero si popola di gente che si aggira tra le tombe adorne di lumi, ceri e fiori. Anticamente vi era l'usanza di
lasciare un cero acceso nel caminetto con la tavola apparecchiata, con i resti della cena. Secondo un'antica credenza popolare, i
defunti portano ai bambini dei regali, detti l'èneme de le móurte[39], che ricevono in una calza appesa al letto. Il cibo tradizionale di
questo giorno è la cólve (u farne de re cóutte)[40].
Alla vigilia della festa dell'Immacolata si prepara la cena tradizionale, consistente in un piatto di rape, baccalà fritto e nel gustoso
fami.[41]
calzone. Fino alla metà degli anni ottanta erano preparati ed accesi, per devozione, dei grandi falò, detti

La festa dei Tre Santi


La festa patronale si svolge in tre giorni verso la seconda domenica di agosto nelle forme che si
tramandano ormai da diversi secoli. Questa festa ha le radici nella "Traslazione dei Santi" dal
casale di Sagina, ubicato nell'agro, all'interno delle mura, nel borgo marinaro. In passato si
svolgeva il 30 luglio, giorno in cui attualmente la gente si reca nella concattedrale per visitare le
sacre reliquie.
La festa ha inizio il sabato mattina. Alle otto, il segnale prolungato della sirena della torre maestra
e il suono delle campane di tutte le chiese, uniti agli scoppi di bombe a salve, aprono i Le reliquie dei tre Santi
nella cripta della
festeggiamenti. Sempre il sabato mattina, gira per le vie della città u tamburre, una bassa
Cattedrale di Bisceglie
banda[42] costituita da alcuni suonatori di piatti, di tamburi, uno di flauto e da uno di grancassa,
che suonano alcune marce.
Il sabato sera la gente si riversa nel Palazzuolo, centro della festa, dove tra l'altro viene organizzato anche un mercato con bancarelle
di ogni genere. Il palazzuolo, via Marconi, via cardinale dell'Olio ed altre vie in prossimità del duomo, vengono addobbate con
particolari luminarie. Sulla facciata del Teatro Garibaldi, viene eretto un altare ornato di luminarie, drappi e fiori in cui viene inserita
una immagine dei Santi Patroni, detta “il quadro”. Al centro del Palazzuolo viene disposta una cassa armonica, intorno a cui la gente
ascolta la musica eseguita dalle varie bande che si susseguono.
La domenica, alle dieci, la gente si riversa nella concattedrale dove si trovano esposte ai fedeli le statue dei Tre Santi. Alle ore venti,
dopo lo scoppio dei fuochi pirotecnici, ha inizio la solenne processione dei Tre Santi. Aprono il corteo i devoti, le congreghe delle
parrocchie ed il vescovo in pompa magna. Seguono le statue dei Santi, rivestite in oro e argento, portate a spalla dai confratelli
dell'antica congregazione dei Santi. Dietro il baldacchino avanzano le autorità e le bande musicali. Al rientro della processione, verso
la mezzanotte, la gente si assiepa sulla muraglia e lungo tutto il porto per assistere ai
fuochi pirotecnici lanciati dal nuovo molo.
La festa riprende il lunedì, quando un gruppo di fedeli seguìto dalle bande musicali accompagnano in cattedrale il “quadro” dei Santi.
La chiusura della festa viene celebrata con i fuochi pirotecnici lanciati dal bacino portuale.

La festa dell'Addolorata
Nella concattedrale è venerata come compatrona della città l'Addolorata, la cui festa ha luogo il
15 settembre. Anche questi festeggiamenti iniziano il 14, con le stesse modalità con cui si svolge
la festa dei tre Santi, e si concludono il 16 sera a tarda ora.
Le bancarelle, le luminarie ed i fuochi pirotecnici riportano la gente nel clima della festa dei Santi.
Presso il teatro Garibaldi viene ornato un altare circondato da luminarie, drappi e fiori, in cui
viene posta il sabato sera l'immagine della Madonna. La processione, lunga e solenne,
accompagna la statua dellaMèmme du paése[43], vestita di nero e col cuore trafitto da sette spade. La Madonna Addolorata
Segue la statua[44] la congrega dell'Addolorata e la folla dei fedeli. Le donne indossano un abito
nero e portano ceri di varia grandezza. Nella tradizione, le donne che hanno ricevuto delle
[45].
"grazie" fanno voto alla Madonna portando i capelli sciolti e i piedi nudi per tutto il periodo festivo

Cultura

Istruzione

Biblioteche
Un punto di riferimento per molti studiosi era ed è rappresentato dalla Biblioteca comunale "Pompeo Sarnelli", ubicata nello storico
edificio del monastero di Santa Croce, in via Frisari nel cuore della città. Nella biblioteca sono conservati oltre 16000 volumi di ogni
genere, fra cui libri rari ed antichi.
Presso il Seminario vescovile è presente la Biblioteca diocesana "San Tommaso d'Aquino" ed un archivio con numerosi fondi. Infine,
presso la Parrocchia di Santa Caterina da Siena, è presente la Biblioteca Parrocchiale "don Michele Cafagna" che conserva un fondo
moderno di circa 10000 libri, con una ricca sezione dedicata alla storia locale.

Scuole
[46] tra le quali le seguenti secondarie di secondo grado:
Nel territorio di Bisceglie sono presenti varie istituzioni scolastiche,

I.I.S.S. "Sergio Cosmai", sede associata di Trani.


Ist. Prof. Industria e Attività Marinare A
" merigo Vespucci", sede associata di Molfetta.
Istituto Tecnico Commerciale "Giacinto Dell'Olio" con vari indirizzi di studio.
Liceo Scientifico - Linguistico - Coreutico- Scienze applicate StataleLeonardo
" da Vinci".
Liceo Delle Scienze Umane - Economico socialeGiacinto Dell'Olio

Musei
Museo Diocesano di Bisceglie
Il Museo Diocesano di Bisceglie è situato nel Palazzo Vescovile, nel centro storico della città. Fondato nel 1982 con decreto
dell'allora arcivescovo di Trani Giuseppe Carata, raccoglie quadri, argenti, sculture lignee e lapidari oltre a preziosi messali ed
evangeli provenienti dallaCattedrale di Biscegliee da diverse parrocchie, databili al XVII, XVIII, e XIX secolo.

Museo Etnografico "Francesco Prelorenzo"


Fondato nel 1987, ha trovato la sua sede all'interno della Torre Normanna, presso il castello. Possiede una raccolta etnografica
distribuita su tre piani. Al primo piano si trovano attrezzature rare legate ai mestieri scomparsi. Al secondo piano abbiamo la casa
d'altri tempi con arredamenti e oggettistica risalente al periodo compreso fra il Settecento e l'Ottocento. Al terzo piano sono presenti
le raccolte sulla religiosità popolare con una serie di ex voto per grazie ricevute.

Museo Civico Archeologico "Francesco Saverio Maiellaro"


Fondato nel 1960, custodisce una raccolta di reperti paleolitici rinvenuti presso la grotta di Santa Croce come selci,strumenti ossei,
oltre a ceramiche neolitiche brunite e dipinte risalenti al V millennio a.C. provenienti da siti archeologici di Santa Croce ed Albarosa.
Alcuni reperti provengono anche dal Dolmen della Chianca. Il museo custodisce l'impronta fossile di un cesto-stuoia risalente al VI
millennio a.C., una collezione di anfore e colli d'anfora vinarie di età romana recuperate dai fondali nei pressi del Salsello e una
preziosa urna cineraria di epoca romana risalente al I sec.d.C. proveniente dalla chiesa di Santa Margherita donata al museo dalla
famiglia Dell'Olio. Il museo è situato presso il Monastero di Santa Croce in via G. Frisari, un antico complesso monastico che ospita
anche la Biblioteca comunale "monsignor Pompeo Sarnelli", nonché l'archivio storico di Bisceglie.

Museo Civico del Mare


Il Museo Civico del Mare, inaugurato il 20 luglio 2002, è situato presso il complesso di Santa Croce. È suddiviso in nove sezioni tra
le quali vi sono strumenti per la navigazione, archeologia sub-marina, ancore e modellismo navale.

Media

Stampa
A Bisceglie sono presenti le sedi di alcune piccole case editrici nonché di alcuni periodici quali:

Bisceglie 15 Giorni
Il Biscegliese
BisceglieViva (ex La Diretta, ex La Nuova Diretta, ex Bisceglie in Diretta)
BisceglieLive
Bisceglie24
La Diretta 1993

Radio
L'unica emittente radiofonica presente in città è Radio Centro Bisceglie.

Musica

La banda musicale di Bisceglie


Bisceglie, città che diede i natali al grande chitarrista Mauro Mauro Giuliani
”La grande scuola di chitarra che si crea nei primi
Giuliani, al compositore Gaetano Veneziano e al flautista di
fama europea Sergio Nigri, mantiene un'antica tradizione decenni dell'Ottocento vede i virtuosi ed i
compositori italiani ergersi a protagonisti: il primo di
compositori italiani ergersi a protagonisti: il primo di
musicale che si tramanda anche essi che si impone con
attraverso la sua banda musicale. autorità è Mauro Giuliani. Nel
1806 si reca a Vienna, città in
Il primo gruppo musicale stabile cui operano alcuni
della città risale al 1832. Dieci anni
strumentisti come Simon
Molitor e il boemo Wenzel
dopo, nel 1842 la banda, diretta dal Matiegka, i quali benché già
Maestro Biagio De Gaudio, era affermati, riconoscono in
composta da 29 bandisti. Mauro Giuliani il vero
Negli anni successivi, sotto la rinnovatore della chitarra.
Ammiratissimo solista,
direzione del maestro Emmanuele
Giuliani suona anche in
Gotus di Napoli, la banda di formazioni da camera
Bisceglie ottenne un discreto insieme con il violinista Mauro Giuliani
successo. In questo periodo i 33 Mayseder e con i pianisti
Moscheles e Hummel. In
bandisti indossavano l'elegante
qualità di compositore egli rocca con eguale talento
“uniforme di panno bleu, con i diversi generi e le forme musicali del suo tempo,
collaretto e paramani color componendo per chitarra sola o con altri strumenti.
scarlatto, ornati di galloni Di particolare rilievo sono i suoi 3 concerti (opera
d'argento e con lira ricamata in
30, 36, e 70) per chitarra ed orchestra.”[47]
Uniforme della argento nella estremità delle falde”.
banda
Nel 1863, la direzione del corpo musicale venne affidata al maestro Roberto Curci di Barletta, figlio del
rinomato musicista Giuseppe Curci, che ne istituì una scuola di musica.
Successivamente, nel 1869, ereditò la bacchetta del direttore il maestro Biagio Abbate di Bitonto, padre dei maestri Gennaro ed
Ernesto, che condurrà il corpo musicale in una ricca stagione di successi.
Nella prima metà del Novecento, l'attività bandistica fu modesta, talvolta discontinua, anche a causa delle ridotte risorse che venivano
stanziate dall'amministrazione comunale.
Al termine del secondo conflitto mondiale, il corpo bandistico riprese lentamente le stagioni concertistiche e nel 1963, sotto la
direzione del musicista e compositore Cataldo Gigante di Molfetta (uno dei primi maestri di Riccardo Muti)[48] attraversò un intenso
periodo di produzione musicale.
Nella storia recente della banda di Bisceglie è da annoverarsi il nome del maestro Raffaelle Miglietta di Taranto che dal 1989 al 1994
è stato protagonista con la banda da giro di Bisceglie di grandi stagioni concertistiche apprezzate su tutto il territorio nazionale.
Dal 2003 il Concerto Bandistico " Città di Bisceglie" è stato affidato ad una nuova associazione musicale denominata "I Fiati".
L'attuale organizzazione è condotta da Benedetto Grillo che ha istituito una scuola di musica popolare finalizzata alla ricerca di
musicisti locali. Dopo qualche anno di difficoltà e di assestamento la banda ha ripreso il suo splendore sotto la direzione del maestro
Dominga Damato esibendosi durante la festa di San Trifone in Adelfia nel novembre 2011 e partecipando a diversi concorsi e
rassegne nazionali.

Cinema e televisione

Set di riprese
Il 28 giugno 2014 sono iniziate a Bisceglie le riprese del nuovo film di Michele Placido intitolato La scelta con Ambra Angiolini,
Raoul Bova, Valeria Solarino e Placido stesso. Il film che vede come comparse molti cittadini biscegliesi è stato interamente girato a
[49][50]
Bisceglie. Le riprese sono terminate il 4 agosto 2014.

Sempre a giugno 2014 la città è stata il set di riprese per Pietro Mennea - La freccia del Sud, fiction Rai diretta da Ricky Tognazzi
dedicata all'atleta barlettanoPietro Mennea.[51]

Manifestazioni legate al cinema


Dal 26 luglio al 4 agosto2014 in occasione della fine delle riprese del film La scelta di Michele Placido ha avuto luogo a Bisceglie la
prima edizione del Cine Dolmen Fest, kermesse cinematografica che ha avuto come ospiti Renzo Arbore, Maria Grazia Cucinotta,
Bianca Guaccero, Alessandro Preziosi, Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Emilio Solfrizzi, Antonio Stornaiolo, Giovanni
Veronesi, Gennaro Nunziante e tanti altri.[52]

Cucina
La cucina tradizionale biscegliese è in perfetto equilibrio tra Il “sospiro”
terra e mare. È il dolce preferito dalla
I piatti tipici sono: ceci e cavatelli; ceci e pasta; cime con pasticceria locale. Dalla sua
strascinati (simili alle orecchiette) e cardi (piante di carciofi
denominazione si coglie
perfettamente l'essenza del
lessate e cucinate in brodo con l'uovo); cime e strascinati “dolce sospiro”, un impasto
assése; patate, cozze e checozze[53] al forno; sevéirchie de fatto con pochi ingredienti,
checòzze e chechezzéidde mbregatorie; ciammarechéidde cu banali, tutti appartenenti alla
premedòle[54]; l'arancia rotta all'acqua; u sfricone[55]; tradizione locale. Pare che la Il sospiro
ricetta si tramandi dal lontano
l'acquasale[56], la cialdédde[57]; strascinati e cime di rapa;
XV secolo, quando le
pane, pomodoro, olio e sale. Clarisse producevano e
Completano queste pietanze: il pesce, servito in tutte le salse, sfornavano i cosiddetti "sospiretti delle monache",
tra cui quello servito alla griglia e u ciambotte[58], ma anche realizzati con pan di Spagna farcito con crema e il
tutto ricoperto da una glassa di colore rosa.
prelibatezze marinare come alici marinate, ricci, piccoli polpi e
Una leggenda racconta che questi dolci furono preparati
seppioline crude condite con limone e olio e cozze crude
dalle Clarisse in occasione delle nozze di Lucrezia Borgia.
oppure cotte; le braciole e l'arrosto di castrato; le
Ma la sposa non arrivò mai; nel frattempo gli ospiti
gnimbredde[59].
sospiravano appunto per l'attesa e quindi questi dolci, dalla
Tra la frutta, primeggiano le ciliegie di Bisceglie, l'uva da
forma provocatoria perché riproducenti il seno femminile,
tavola del genere "baresana" (detta anche turchesca o lattuario
furono mangiati. Una testimonianza certa arriva
bianco), l'uva "regina" e l'uva "cardinale".
dall'eremita Aleandro Baldi che li descrive così: "A
Una tipica ghiottoneria locale è u calzaune[60], una focaccia
Visceglia si confeciuma una zacchero assai gustoso e
ripiena di sponsali lessati e baccalà, olive nere, acciughe,
buono".
diabuicchie (peperoncino) e uva passa. Un'altra varietà di
calzone è preparata con pomodori, ricotta forte e cipolla.
Rientra nella tradizione mangiare il calzone alla vigilia dell'Immacolata ed alla vigilia di Natale.
I dolci tipici della cucina locale sono: le cartellate, dolci preparati in occasione delle feste natalizie; i pizzetti fatti con mandorle
arrostite, zucchero e cacao; i marzapane; le sapienze, fatte con farina, zucchero e marmellata; le ciambelle, fatte con farina e uova e
inzuppate nel giléppe (glassa), preparate per le feste pasquali; le zeppole, fatte con uova, farina, un po' di burro e fritte in forma di
taralli servite in occasione della festa di San Giuseppe; la schiuma di uova; la scarcella; u seseméidde; la còlve, preparata il giorno
dei morti con grano bollito condito con abbondante vin cotto[61], mandorle tritate, pezzi di noce, pezzetti di cioccolato, chicchi di
melograno; le pestazze e la monaca; u calzengéidde; il "sospiro"[62]. Quest'ultimo è il dolce tipico biscegliese più famoso, tutelato dal
consorzio Pasticceri Di Bisceglie, che ne hanno redatto il disciplinare (ingredienti e preparazione), legando ulteriormente la storia di
questo dolce alla storia della città stessa.

Geografia antropica

Urbanistica
Dall'evoluzione urbana della città risulta chiaro che già sul finire del XVIII secolo i due quartieri esterni al nucleo più antico,
delimitato dalle mura aragonesi e cresciuto in simbiosi con la natura, si formarono spontaneamente ai mar
gini delle fortificazioni.
L'espansione extra moenia settecentesca, che seguiva come dei tentacoli i solchi scavati dalle due "lame" ai fianchi della città murata,
venne ricucita ad un tessuto urbano ottocentesco, più regolare, che si sviluppò intorno al grande
pomerium denominato Palazzuolo.
La realizzazione del tronco ferroviario Foggia – Bari e la costruzione del fabbricato viaggiatori avvenuta nel 1864, determinò un
nuovo orientamento nell'espansione urbana di fine Ottocento,
limitata ad ovest dalla costruzione del camposanto (1863). Già nel
1874 era stato affidato all'ingegnere barese Giorgio De Vincentiis
l'incarico di redigere per Bisceglie un piano regolatore e
d'ampliamento[63] che trovò nella stazione un elemento di
orientamento della nuova espansione urbana. L'idea di collegare
con un asse viario il fabbricato viaggiatori con piazza del mercato
(attuale piazza San Francesco) ed ilPalazzuolo, ripresa nel piano di
ampliamento del 1909 redatto dall'ing. Gaetano Ventrella, diede
luogo nel 1928 alla realizzazione delRettifilo[64].
Tuttavia, la costruzione della ferrovia ha rappresentato, almeno fino Espansione urbana di Bisceglie
alla metà del secolo scorso, un nuovo limite urbano che ha segnato
l'organizzazione del territorio nella direzione est –ovest.
Solo con il Piano regolatore generale comunale del 1959 si proponeva un'area destinata alle attività industriali che scavalcava la
ferrovia e si proiettava in direzione sud – est. Questo piano, pur prevedendo la riorganizzazione della città attraverso la realizzazione
di nuove arterie stradali (via della Repubblica, via della Libertà, corso Umberto I), non tenne conto dei “segni antichi” del territorio,
non salvaguardò né la cittàintra moenia, né l'edilizia di interesse storico – architettonicoextra moenia, molto diffusa fuori dalle mura.
Tutto ciò determinò una espansione urbana a "macchia d'olio" dominata da una grande quantità di edilizia priva di qualità.

Nei primi anni settanta, con il nuovo Piano regolatore generale (PRG), redatto
dall'architetto Antonio de' Grassi di Pianura e dall'ingegnere Giambattista La Notte,
proporzionato rispetto al 2010 con una popolazione di 79.000 abitanti, il territorio è
stato organizzato principalmente sul reperimento di nuove aree di espansione esterne
alle "maglie" già edificate o parzialmente edificate. Per cui, nel nuovo PRG (inteso
come strumento urbanistico di indirizzo generale approvato nel 1975), venivano
individuate nuove aree di tipo residenziale[65], veniva riorganizzata la zona turistico
– residenziale di “Salsello e la Testa” ed individuata a sud della città, tra la SS 16 e
la ferrovia un'area destinata alla residenza stagionale, e si individuavano nuove aree
per gli insediamenti industriali (zona lama di Macina, verso Molfetta) e artigianali Il PRG degli anni settanta
(via Ruvo e SS 16 in direzione Molfetta). Il piano, inoltre, prevedeva il recupero del
centro storico e teneva conto della proposta avanzata nel 1967 dal Consiglio
Comunale per la costruzione di un porto – canale di tipo turistico all'interno della "lama Paterno", sul confine con il territorio di
[66].
Trani. Progressivamente, negli anni successivi, il PRG è stato attuato attraverso la redazione di specifici piani attuativi
A partire dai primi anni novanta tutto il litorale di ponente, assoggettato ai fenomeni di erosione marina, è stato riprogettato[67]
secondo tecniche di progettazione ambientale. Fra gli interventi realizzati è da annoverarsi il teatro "Mediterraneo"[68], costruito in
prossimità del mare in zona "trullo verde".
Nel 2009 è stato conferito l'incarico ad un gruppo di 16 professionisti[69] per la redazione del nuovo PUG (piano urbanistico
generale). Nella corposa relazione generale del 2010, composta da 245 pagine, a cui vengono allegate 29 tavole di analisi e di
strategie da adottare, si pone l'attenzione verso l'agro biscegliese proponendo fra i progetti strategici la creazione di un parco agricolo
lungo la lama di Santa Croce, del parco Pantano – Ripalta e di un itinerario naturalistico, la creazione di un foro urbano a cavallo
della ferrovia, la ricostruzione di un nuovo fronte mare compreso fra “la salata e la seconda spiaggia”, e alcune strategie per il
[70].
recupero del nucleo antico. Inoltre, con il nuovo PUG si prevede per i prossimi 15 anni un incremento abitativo per 6000 abitanti

Economia
La “Banca dei biscegliesi”
Agricoltura e pesca Per ben settantasette anni la stabilità e la vitalità
dell'economia locale è stata garantita dallaBanca
Popolare di Bisceglie. In città già sul finire
dell'Ottocento operava la Banca Tupputi a
sostegno del credito agrario. Nel 1913 alcuni
sostegno del credito agrario. Nel 1913 alcuni
L'economia della città è da sempre legata all'agricoltura. I suoli professionisti ed un gruppo di
agricoli utilizzati sono principalmente coltivati a oliveti, commercianti diedero vita ad
vigneti per uva da tavola ed a ciliegeti. La città vanta un
un nuovo Istituto bancario
che, nonostante il modesto
fiorente commercio di esportazione ortofrutticola per l'Italia e avvio, attraversò tra la fine
per l'estero. La costruzione della ferrovia Adriatica favorì ed degli anni Sessanta e l'inizio
intensificò, già sul finire dell'Ottocento, gli scambi con le degli anni Settanta, un
grandi città dell'Italia settentrionale e dell'Europa centro- considerevole periodo di
crescita patrimoniale sotto la
settentrionale.
guida di Michele Dell'Olio. La
Dallo scalo merci ferroviario, coperto e scoperto, si spedivano Banca Popolare di Bisceglie,
per i mercati di Milano, Torino, Bologna, per l'Austria, la oltre alle normali operazioni Bisceglie. La sede
bancarie, sostenne della Banca
Svizzera, la Francia e la Germania, uva da tavola[71],
l'economia locale Popolare di
mandorle, olive, ciliegie, e di ortaggi come insalate pomodori e Bisceglie
concedendo crediti sulle
cavoli. nuove costruzioni di alloggi,
Attualmente la produzione agricola alimenta l'attività molitoria anticipazioni ad imprese che
delle olive per la produzione di olio di oliva, ed il commercio lavoravano nel settore dei lavori pubblici, crediti ad
imprese commerciali ed artigiane.
dell'uva da tavola e delle ciliegie[72].
L'attività marinara della città è testimoniata dalla sua flotta L'Istituto, che aveva filiali a Canosa di Puglia, Trani e

peschereccia, che conta oltre 30 imbarcazioni di notevole Corato, dopo la fusione con la Banca del Salento, ha

stazza, che, nonostante la crisi del comparto, rende la pesca un chiuso i battenti nel 1990.

settore significativo nell'economia cittadina.


La pesca viene prevalentemente svolta secondo il metodo a strascico. Meno praticate sono le tecniche di pesca volante ed a
circuizione.
Inoltre, lungo il tratto costiero biscegliese sono presenti alcuni impianti diacquacoltura.

Industria manifatturiera
La struttura produttiva è caratterizzata dalla prevalenza di micro e piccole imprese che gravitano intorno ai settori dell'agricoltura e
della pesca, come i frantoi oleari e piccole industrie conserviere.
Significativa è la presenza sul territorio di numerose imprese che operano nel settore dell'abbigliamento, in particolar modo nella
produzione di biancheria intima e di ricami[73].
Sono da segnalare alcune industrie dedite alla lavorazione del legno e della pietra locale.

Terziario
Il settore dei servizi, un tempo fortemente legato alla struttura sanitaria della “Casa della Divina Provvidenza, è rivolto
principalmente al turismo. Ai numerosi esercizi ricettivi, ben distribuiti su tutto il territorio, corrispondono significativi arrivi e
presenze durante l'anno. Per questo la città risulta essere punto di riferimento nel settore turistico – alber
ghiero del nord barese.
Inoltre, sul territorio è considerevole l'attività di aziende e professionisti che svolgono servizi alle imprese.

Infrastrutture e trasporti

Ferrovie
La stazione di Bisceglie è posta sulla direttrice adriatica Lecce - Bologna gestita da Rete Ferroviaria Italiana. Il piazzale è composto
da due binari entrambi di corsa.

Porti
Il porto di Bisceglie si sviluppa in un bacino naturale di circa 100.000 m² ed è
settorializzato nell'attività peschereccia ed in quella turistico-diportista.

Mobilità urbana
Il trasporto pubblico urbano è gestito dal Comune di Bisceglie, garantito con due
linee di autobus. I trasporti interurbani sono gestiti dalla STP Bari, mentre i
collegamenti giornalieri con la città di Corato sono serviti dagli autobus della ditta
Conca aderente al consorzio regionaleCotrap.
Porto di Bisceglie: lo scalo di alaggio
La stazione degli autobus è ubicata nel centro della città, presso piazza regina
Margherita.

Piste ciclabili
La città è dotata di un sistema perimetrale di piste ciclabili. Il tratto più consistente si sviluppa sul lungomare di ponente e fa parte del
più ampio progetto della costruendaciclovia Adriatica che collegherà tutte le località costiere dell'Adriatico.

Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Primo
Periodo Partito Carica Note
cittadino
26 maggio 21 giugno Francesco [74]
Democrazia Cristiana Sindaco
1988 1990 Contò
21 giugno 16 febbraio Francesco [74]
Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1993 Contò
16
24 aprile Biagio [74]
dicembre Partito Repubblicano Italiano Sindaco
1995 Lorusso
1993
Maria
8 maggio 13 marzo Giuseppina [74]
Polo per le Libertà Sindaco
1995 1996 Del
Monaco
4 luglio 13 febbraio Francesco [74]
centro-sinistra Sindaco
1996 1998 Napoletano
8 giugno 28 maggio Francesco [74]
Partito della Rifondazione Comunista Sindaco
1998 2002 Napoletano
28 maggio 7 gennaio Francesco [74]
centro-sinistra Sindaco
2002 2006 Napoletano
Francesco
30 maggio 22 giugno [74]
Carlo centro-destra Sindaco
2006 2011
Spina
lista civica: bisceglie che vogliamo,lista civica: forza
Francesco
20 maggio 22 febbraio giovani, la puglia prima di tutto,lista civica: movimento [74]
Carlo Sindaco
2011 2013 politico alfonso russo, lista civica: progresso e libertà,
Spina
nuovo psi, lista
Partito democratico (dal 2016) -lista civica: per
Francesco
12 giugno bisceglie, lista civica: noi riformatori, lista civica: [74]
06/09/2017 Carlo Sindaco
2013 ambiente e socialità, lista civica: bisceglie d'amare,
Spina
lista civica: biscegliesi, lista civica: progresso e libertà
Partito democratico (dal 2016) -lista civica: per
Vittorio bisceglie, lista civica: noi riformatori, lista civica: [74]
06/09/2017 "in carica" Sindaco
Fata ambiente e socialità, lista civica: bisceglie d'amare,
lista civica: biscegliesi, lista civica: progresso e libertà

Gemellaggi
San Pancrazio Salentino
Al Fuheis
Khan Younis
Tartous
Kalwaria Zebrzydowska

Sport
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Motivo: Sezione contenente descrizioni dettagliate di società dilettantistiche, (alcune
con voce propria) ricca di informazioni non enciclopediche e povera di fonti. Da
ristrutturare come daWikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Sport .

Calcio
Il calcio è lo sport che occupa il primo posto sia per atleti che per appassionati e tifosi.
Nel 1908 gli studenti Luigi Ventura, Francesco de Villagomez, Fedele Papagni e i fratelli
Pasquale, fondarono la società sportiva “Ercole” che raccolse atleti nelle discipline del calcio, del
ciclismo, del nuoto e dell'atletica leggera.
Dopo qualche anno la prima società sportiva biscegliese cambiò denominazione in "A.S. Velox"
ed ebbe come presidente Mauro Simone, un industriale del legno.
U.S. Biscegliese -
Sulla scia di questa esperienza, nel maggio del 1913, Giuseppe Maenza ed altri atleti costituirono
Modenese, anno 1929
l'Unione Sportiva Biscegliese, dai colori blu con stella bianca, che attraversò un periodo di
successi, raggiungendo la qualificazione al massimo campionato italiano (I divisione).

Nel 1929, alcuni impiegati della Banca Popolare di Bisceglie, fra cui Gustavo Ventura, a cui verrà dedicato il nuovo stadio comunale
consegnato alla città negli anni settanta, fondarono una nuova società calcistica, denominata “Diaz”.
Inizialmente le partite di calcio erano giocate sulla spianata del palazzuolo. Il luogo, già risultato non regolamentare per lo
svolgimento di partite di calcio nel campionato del 1921 – 1922, venne ben presto sostituito da un nuovo campo di calcio
regolamentare (l'attuale campo vecchio "Francesco Di Liddo).

Nel 1950 le società A.S. Diaz e A. S. Biscegliese diedero vita all'Bisceglie, dai colori nero e azzurro con stella bianca, che negli anni
si è distinta qualificandosi e giocando i campionati di serie C.
Negli anni settanta venne realizzato un nuovo impianto sportivo comunale destinato a stadio comunale ed attrezzato per ospitare le
gare di atletica leggera.
Nell'ultimo decennio si è diffuso il Calcio a 5, grazie alla Società Sportiva Bisceglie Calcio a 5 distintasi anche a livello nazionale, e
sciolta nel 2012. La diffusione del Calcio a 5 ha determinato la fondazione in città di diversi club sportivi.

Bisceglie è sede delle seguenti società calcistiche:

L'Bisceglie, squadra militante in Serie C


L'A.S.D. Unione Bisceglie Calcio, squadra militante nel girone unicopugliese di Eccellenza
La società Olimpiadi calcio a 5, squadra attualmente militante inserie B (calcio a 5)
ASD Arcadia 2010 calcio a 5 femminile, squadra attualmente militante nel campionato di serie A

Altri sport
La tradizione sportiva biscegliese registra oltre un secolo di attività, in diverse discipline sportive, sia di squadra che individuali.
La prima attività di pallacanestro risale al 1978 con l'associazione sportiva G. S. Basket. Nel 1989 venne fondata l'A.S. Basket
Bisceglie che ha disputato campionati in C1 e B2.
Fra gli appuntamenti sportivi che la città ospita sono da annoverare: il giro podistico Città di Bisceglie, giunto alla cinquantunesima
edizione, e l'evento "Asta Night" a cui partecipano i campioni nazionali disalto con l'asta.
Qui di seguito sono elencate le società sportive con sede a Bisceglie:

La società Olimpia Bisceglie Basket, squadra attualmente militante inserie B Dilettanti (basket)
L'A.S.D. Sportilia volley, squadra femminile militante in serie C (pallavolo)
La società ciclistica “Gaetano Cavallaro” ciclismo)
(
Sono inoltre presenti: la società Atletica Riccardi, un club sportivo che opera nelle discipline dell'atletica leggera, la squadra
Nazionale di karate, il gruppo sportivo ciclistico cicloamatoriale AVIS e l'associazione giovanile Ludobike Racing Team, la società
Basket Ambrosia Bisceglie che è impegnata nella pallacanestro, la sezione biscegliese del Tiro a Segno Nazionale, l'associazione
sportiva Hippos impegnata nell'equitazione.

Impianti sportivi
La città, che ha ospitato nel 1997 alcune gare della XIII edizione dei Giochi del Mediterraneo, è dotata di uno stadio comunale
intitolato a Gustavo Ventura, con pista per atletica leggera e campo da calcio. È dotata di altri due campi di calcio (campo vecchio
"Francesco Di Liddo", campo di calcio “Don Uva” con annessi impianti sportivi), di un palazzetto dello sport comunale denominato
PalaDolmen, di piscine coperte e scoperte, di impianti sportivi regolamentari con campi da tennis, pallavolo e calcetto, di un impianto
privato per il tiro a segno, di un ciclodromo e di un impianto privato per ilbowling.

Galleria d'immagini
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Bisceglie extra moenia. Bisceglie intra moenia. I Bisceglie intra moenia. Bisceglie intra moenia.
Pietra miliare di età tre archi Un arco medioevale Uno scorcio
romana

Bisceglie intra moenia. Bisceglie extra moenia. Bisceglie extra moenia. Bisceglie intra moenia.
Uno scorcio Palazzo Fiori Monumento ai caduti Strada caldaia

Bisceglie intra moenia. Bisceglie intra moenia. Bisceglie. Giardini Bisceglie. Il palazzuolo
Palazzo sede Palazzo Frisari.
dell'Università
Bisceglie. Il rettifilo Bisceglie. Castello Bisceglie. Scorcio del Bisceglie intra moenia.
Palazzo Ammazzalorsa Dettaglio Concattedrale

Palazzo Tupputi

Note
1. ^ a b Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html)- Popolazione residente al 31 dicembre 2017.
2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia(PDF ), in Legge 26 agosto 1993, n.
412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile , 1º marzo
2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
3. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Bisceglie", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2007,
ISBN 978-88-397-1478-7.
4. ^ Autori Vari, Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani,1996, Milano, GARZANTI,
p. 80.
5. ^ Bandiera Blu 2001, in tuttitalia.it. URL consultato il 6 aprile 2015.
6. ^ Bandiera Blu 2003, in bandierablu.org. URL consultato il 6 aprile 2015.
7. ^ Bandiera Blu 2005, in bandierablu.org. URL consultato il 6 aprile 2015.
8. ^ Bandiera Blu 2006, in bandierablu.org. URL consultato il 6 aprile 2015.
9. ^ istat.it, dati del bilancio demografico ufficiale ISTAT http://demo.istat.it/bilmens2012gen/index02.html dati del
bilancio demografico ufficiale ISTAT. URL consultato l'11 settembre 2014.
10. ^ Dato Istat al 09/10/2011
11. ^ cfr. la tesi sostenuta dal prof. Alberto Simone, esposta nell'articolo IL NOME BISCEGLIE E LA SUA ORIGINE,
pubblicata nella Raccolta della Rassegna Storica dei Comuni, pag. 110 e succ., vol. 3 anno 1971 edita dall'Istituto di
Studi Atelliani, e la tesi del prof. Mario Cosmai presentata nel suo libro LA ST ORIA DI BISCEGLIE, pag. 20 e succ.,
pubblicato nel 1960 dall'editore Il Palazzuolo.
12. ^ "Pompeo Sarnelli congetturò che Bisceglie fosse stata fondata dai romani al tempo della guerra di Pirro. Al servizio
di Roma il paese avrebbe assolto il compito di vigilanza sul mare attraverso postazioni di controllo, da cui derivava al
luogo il nome Vigiliae con cui era denominataBisceglie dall'anno 1000 in poi. Inoltre, poiché era in uso presso i
romani donare un ramo di quercia a chi avesse salvato la vita umana, Bisceglie che con la costante vigilanza salvava
intere città... avrebbe avuto in dono un albero di quercia.", Mario Cosmai, LA ST ORIA DI BISCEGLIE, 1960
13. ^ toponimo derivato da termine dialettale "zembre" che significa becco
14. ^ a tal proposito leggasi Memorie de' Vescovi di Bisceglia, di Pompeo Sarnelli pubblicato a Napoli nei primi del
Seicento e le osservazioni fatte daMario Cosmai nel primo capitolo del libro Storia di Bisceglie, edito a Bisceglie nel
1960
15. ^ "Alla luce di prove storiche, non ci sono tracce che rivelano l'esistenza di una città romana sul tratto costiero fra
Trani e Molfetta, nonostante non manchino tracce di grecità e romanità nell'agro biscegliese. Si fa cenno a Giano in
una carta del 700 e a Pacciano in una carta del 790. Il primo documento in cui si nomina in modo esplicito il luogo
Vigiliae risale solo alla fine dell'800." Mario Cosmai, Storia di Bisceglie, pag. 19, Bisceglie, 1960
16. ^ Questo è quanto viene riportato nella tradizione. Per ulteriori approfondimenti leggasi Mario Cosmai in ST ORIA DI
BISCEGLIE, pag. 33, ed. Mezzina, 1960.
17. ^ In una carta del 1211 si fa cenno ad un accordo commerciale fra Bisceglie e Ragusa Dalmata. Mario Cosmai,
Storia di Bisceglie, pag.30
18. ^ citazione non suffragata da prove provate
19. ^ Spunti e riflessioni della narrazione sono in RINASCIMENT O PRIVATO, di Maria Bellonci edito da Rizzoli
20. ^ all'interno delle mura
21. ^ dal libro Bisceglie turistica, Mario Cosmai, ed. Bisceglie 1960
22. ^ Denominata così perché era stata concessa alle genti provenienti da Enziteto, un'area che si estendeva a sud –
est rispetto al borgo, in direzione di Molfetta
23. ^ strada che scendeva verso il porto in cui erano ubicate le caldaie per la produzione della pece
24. ^ Secondo l'etimologia, incerta, proposta dagli antichi romani,pomerium deriverebbe da post-moerium dove moerus
varrebbe murus, oltre le mura
25. ^ Palazzo del regio governatore di Città
26. ^ A tal proposito è utile indicare la presenza di una pietra miliare romana ubicata nei giardinetti della piazza in
direzione di Trani
27. ^ Pompeo Sarnelli nel suo libroMemorie de' Vescovi di Biseglia pubblicato nel 1693, attribuisce la costruzione della
torre maestra al conte Pietro I il normanno. Per questo la torre è detta ancheorre T Normanna.
28. ^ a tal proposito si legga l'articolo scritto da Alfredo Logoluso nel novembre del 2006 e pubblicato su internet al
seguente indirizzo Alfredo logoluso (http://www.pinodenuzzo.com/pietre/logoluso.htm)
29. ^ Inserita nel Foglio 177 tav. IV S.O. della Carta d'Italia (I.G.M.)
30. ^ Fronte marino
31. ^ Statistiche I.Stat (http://dati.istat.it/Index.aspx)- ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
32. ^ Storia, leggenda e tradizioni, su uniurb.it. URL consultato il 12 luglio 2013.
33. ^ per esempio [... la parola Ascre, che significa terrazza, richiama i cocci che in greco sono detti òstraka...] cit. Mario
Cosmai, Il dialetto Biscegliese, Bari, edizioni Levante, 1984
34. ^ per esempio [... la parola chelòmme, fiorone, prende il nome dal latino COLUMBUS, il colombo, per somiglianza;
cra, domani, ripete il noto avverbio latino CRAS; méire, vino, è così detto dal latino MERUM, che significa puro...] cit.
Mario Cosmai, Il dialetto Biscegliese, Bari, edizioni Levante, 1984
35. ^ per esempio [... il germanico sparon ci ha dato sparagno, mentre risparmio è rimasto fuori dal nostro lessico...] cit.
Mario Cosmai, Il dialetto Biscegliese,pag. 17, Bari, edizioni Levante, 1984
36. ^ per esempio [... il nostro vastòse ripete il bizantino bastasio, facchino...] cit. Mario Cosmai, Il dialetto Biscegliese,
Bari, edizioni Levante, 1984
37. ^ per esempio [... relitti mediterranei sono: cala, per rada; matina, piccola altura; e pochi altri...] cit. Mario Cosmai, Il
dialetto Biscegliese, Bari, edizioni Levante, 1984
38. ^ così scriveva Mario Cosmai inLEGGENDE E TRADIZIONI BISCEGLIESI, pag. 112, Mezzina ed., Molfetta, 1980
39. ^ trad. dal dialetto: l'anima dei morti
40. ^ grano cotto misto con acini di melagrane, scaglie di cioccolato, granoturco e vin cotto
41. ^ dal greco phanós, fiaccola. [Questa tradizione ha origini nella credenza popolare secondo cui la Madonna, dopo
aver preparato il corredo per il nascituro Gesù, volle lavarlo in questo giorno ma, poiché era cattivo tempo, accese il
fuoco per asciugarlo.] tratto da Mario Cosmai,LEGGENDE E TRADIZIONI BISCEGLIESI, Mezzina ed., Molfetta,
1980
42. ^ [La bassa banda è formata da 4 o 5 persone (sono chiamati gli analfabeti del pentagramma: orecchianti) che
suonano rispettivamente piatti, tamburo, grancassa e flauto o pif fero che esegue la melodia. Essa inizialmente
accompagnava per il paese i questuanti dei comitati feste patronali] così Luca De Ceglia in STORIA DELLA BANDA
MUSICALE DI BISCEGLIE, pag. 8, tip. Mezzina, Molfetta, 1989
43. ^ Mamma del paese
44. ^ scultura lignea realizzata verso la metà del Settecento dall'artista andriese Nicola Antonio Brudaglio
45. ^ cit. Mario Cosmai, Leggende e tradizioni biscegliesi, Mezzina ed., Molfetta, 1980
46. ^ tuttitalia.it, http://www.tuttitalia.it/puglia/73-bisceglie/36-scuole/. URL consultato il 1º novembre 2014.
47. ^ nota brano tratto dal DIZIONARIO ENCICLOPEDICO UNIVERSALE DELLA MUSICA E DEI MUSICISTI , vol. I,
pag. 536, ed. UTET, Torino, 1983
48. ^ scrive Luca De Ceglia inSTORIA DELLA BANDA MUSICALE DI BISCEGLIE, pag. 48, tip. Mezzina, Molfetta, 1989
49. ^ La scelta di Michele Placido, in trovacinema.repubblica.it. URL consultato il 22 luglio 2014.
50. ^ Primo ciak per La scelta di Michele Placido, in www.bisceglielive.it. URL consultato il 22 luglio 2014.
51. ^ Ricky Tognazzi gira la freccia del sud, in corrieredelmezzogiorno.corriere.it. URL consultato il 22 luglio 2014.
52. ^ Cine Dolmen Fest, tanti gli attori che animeranno la kermesse a Bisceglie , in www.ilikepuglia.it. URL consultato il 22
luglio 2014.
53. ^ zucca
54. ^ lumachine bollite e successivamente cotte col sugo di pomodoro, aglio e peperoncino
55. ^ aglio olio e peperoncino sfritto con l'aggiunta di pomodori e sale
56. ^ si prepara mettendo a bollire in un tegamino dell'acqua e aggiungendovi pomodori prezzemolo e olio. Quando
l'acqua bolle si tagliano pezzetti di pane che vengono messi in un piatto e sopra si versa il brodo ottenuto condito con
olio e formaggio
57. ^ Si versa un po' d'acqua su pezzi di pane fatto in casa, che viene condito con olio, pomodori freschi, sale, origano e
ruca.
58. ^ zuppa di pesce, o minestrone fatto con pesci di varie sorte
59. ^ involtino di budelline, fegatino e cibreo di coratella
60. ^ focaccia ripiena di sponsali lessati e baccalà, olive nere,acciughe sotto sale, diabuicchie e uva passa. Un'altra
versione è preparata con pomodori, ricotta forte e sponsali lessati.
61. ^ mosto non fermentato
62. ^ Descrizione del sospiro suCentro Studi Biscegliese(http://www.centrostudibiscegliese.it/foto.php?id=10284)
63. ^ Gianfrancesco Todisco, Bisceglie nella documentazione grafica dal '500 al '900 , pag. 93, Mezzina ed., Molfetta,
1988
64. ^ strada rettilinea che si rifà ai diversi assi viari proposti negli interventi urbanistici di fine Ottocento
65. ^ zona San Francesco a est della città, zona Sant'Andrea compresa tra la ferrovia e la costruenda strada a grande
scorrimento SS 16 bis
66. ^ L'attuazione del PRG approvato nel 1975 si è sviluppata attraverso la redazione di specifici piani esecutivi come: Il
PQ della zona artigianale est approvato nel 1979; il PP della zona artigianale sud del 1982; il PP di Salasello
approvato nel 1985; il PR del centro storico approvato nel 1986; il PEEP approvato nel 2002; 22 PL approvati in un
arco temporale compreso fra il 1976 ed il 2005; 6 Programmi Speciali approvati fra il 1999 ed il 2009; una
pianificazione specialistica afferente l'area ASI del 2008. Dati riferiti alla tavola SC 3.2 stato di attuazione
pianificazione esecutiva, PUG Bisceglie 2010
67. ^ il progetto generale venne affidato dal Comune di Bisceglie all'arch. Amedeo Clavarino
68. ^ la costruzione, che afferisce alla tipologia classica del teatro greco, è incassata nella roccia con la scena rivolta
verso il mare ed orientata in direzione della cattedrale di rTani
69. ^ coordinamento generale prof. arch. Gianluigi Nigro, arch. Francesco Nigro, arch. Mauro Sàito
70. ^ Dalla Relazione Generale del PUG 2010, pag. 213 [... si ritiene che, in base all'andamento demografico degli ultimi
anni e riferendo il PUG... ad un arco temporale di 15 anni il dimensionamento del piano possa aggirarsi attorno a
nuove quantità per soddisfare un fabbisogno di circa 5.500/6.000 abitanti, pari al 10/12% degli attuali abitanti in ciò
comprendendo anche le eventuali nuove necessità per l'edilizia sociale]
71. ^ Agli inizi del Novecento Bisceglie era considerata il più importante centro di produzione e di scambio della famosa
uva da tavola denominata “baresana”, oggi soppiantata dall'uva “regina” e da altre qualità di uva
72. ^ La presenza del ciliegio nel territorio di Bisceglie risale alla seconda metà del XVI secolo. Nei primi del Novecnto
dallo scalo ferroviario biscegliese partiva un quarto della produzione nazionale di ciliegie. Attualmente alla
produzione della ciliegia tipica biscegliese la “dura del Reddito” detta “durone di Bisceglie” si fiancaaf la coltivazione
delle ciliegie della qualità Ferrovia, Bigarreau Moreau, Bigarreau Burlat, Celeste, New Star , Prime Giant, Giorgia,
Sweet Heart. Nel 2003, al fine di tutelare e promuovere la produzione cerasicola della ciliegia tipica del territorio, è
stato costituito il “Consorzio di tutela e valorizzazione della ciliegia di Bisceglie”
73. ^ Bisceglie vanta un'antica tradizione di merletti e ricami ottenuti con la tecnica del "tombolo", un grosso cuscino su
cui le donne cucivano ed intrecciavano, fra tantissimi spilli, il cotone in vari colori, secondo le indicazioni del cliente.
74. ^ a b c d e f g h i j k http://amministratori.interno.it/

Bibliografia
G. Di Benedetto e G. La Notte (a cura di),Bisceglie nella documentazione grafica dal '500 al '900 , Molfetta, Mezzina
editore, 1988
Erminia Cardamone e Matteo de Filippis (a cura di),Strutture teatrali dell'800 in Puglia, Bari, assessorato alla
Pubblica Istruzione Regione Puglia - Accademia delle Belle Arti di Bari, 1988
Gianfranco Borraccetti,Guida ai luoghi del centro storico di Bisceglie, Terlizzi, cooperativa culturale RTS, 2003
Francesco Cocola, Vocabolario dialettale biscegliese - italiano, Trani, tipografia Paganelli, 1925
Mario Cosmai, Storia di Bisceglie, Bisceglie, edizioni il Palazzuolo, 1960
Mario Cosmai, Bisceglie nella storia e nell'arte, Bari, Levante editore, 1968
Mario Cosmai, Leggende e tradizioni biscegliesi, Molfetta, Mezzina editore, 1980
Mario Cosmai, Il dialetto biscegliese, Bari, Levante editore, 1984
Luca De Ceglia, Storia della banda musicale di Bisceglie, Molfetta, Città di Bisceglie ed., 1989
Pompeo Sarnelli, Memoria de' vescovi di Bisceglia e della stessa città , Napoli, 1693
Giambattista La Notte,Bisceglie. Insediamenti culturali, Bari, Adda ed., 1991
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file suBisceglie

Collegamenti esterni
Associazione Turistica Pro Loco Bisceglie, su prolocobisceglie.it.
Centro Studi Biscegliese, su centrostudibiscegliese.it.
Biblioteca Parrocchiale don Michele Cafagna, su parrocchiasantacaterinabisceglie.it.
Associazione Bisceglie Vecchia Extramoenia, su bisceglievex.it.
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