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Trani

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Trani () è un comune italiano di 55 972 abitanti[1], capoluogo, insieme a
Trani
Barletta e Andria, della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia.
comune
La città è famosa per la cattedrale romanica e il castello Svevo, per la
produzione di un particolare tipo di marmo (la pietra di Trani) e di vino
Moscato.

Importante meta turistica, la città costituì un notevole scalo commerciale fino


al XVI secolo; si pensa vi sia stato promulgato il primo codice marittimo del
mondo occidentale, gliOrdinamenta et consuetudo maris, nel 1063.

Sede del tribunale, è stata in passato capoluogo della provincia di Terra di


Bari e successivamente sede della corte d'appello delle Puglie.

Indice
Origini del nome
Storia
Origini della città
Il Medioevo
Il primato commerciale e Federico II
La comunità ebraica Collage
I periodi angioino e aragonese: il declino Localizzazione
Gli avvenimenti del 1799
Stato Italia
Dal XIX secolo ad oggi
Regione Puglia
Geografia fisica
Territorio
Provincia Barletta-Andria-Trani
Clima
Simboli
Amministrazione
Onorificenze
Sindaco Amedeo Bottaro (Centro-
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose sinistra) dal 19-6-2015
Chiese principali
Territorio
Cattedrale di San Nicola Pellegrino
Monastero di Colonna Coordinate 41°16′N 16°25′E
Chiese di Trani Altitudine 7 m s.l.m.
Chiese altomedievali (IV - X secolo)
Superficie 103,41 km²
Chiese romaniche (XI - XII secolo)
Chiese del periodo angioino (XIII-XV secolo) Abitanti 55 972[1] (30-4-2018)
XVI secolo Densità 541,26 ab./km²
XVIII secolo
XIX secolo Frazioni Capirro
XX secolo Comuni Andria, Barletta,
Architetture militari confinanti Bisceglie, Corato (BA)
Castello svevo Altre informazioni
Fortino
Cod. 76125
Torre Barbinelli
postale
Porta Antica
Architetture civili Prefisso 0883
Casa de Agnete Fuso UTC+1
Torre dell'Orologio orario
Palazzo Caccetta
Codice 110009
Palazzo Antonacci Telesio
ISTAT
Altri palazzi nobiliari della città
Parchi e giardini Cod. L328
Villa comunale catastale
Società Targa BT
Evoluzione demografica Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Etnie e minoranze straniere
Religione
Cl. zona C, 1 190 GG[2]
Tradizioni e folclore climatica
Settimana santa Nome tranesi
Festa patronale della Croce di Colonna abitanti
Festa patronale di San Nicola il Pellegrino
Patrono san Nicola il Pellegrino
Cultura crocifisso di Colonna
Istruzione
Biblioteche
Giorno 3 maggio
Scuole festivo prima settimana di
Università agosto
Musei Cartografia
Media
Radio
Televisione
Eventi
Geografia antropica
Urbanistica
Economia
Pesca e agricoltura
Industria lapidea e manifatturiera Trani
Terziario
Infrastrutture e trasporti
Strade
Ferrovie
Mobilità urbana
Pista ciclabile
Amministrazione
Gemellaggi
Sport
Impianti sportivi
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Origini del nome
La tradizione vuole che il nome di Trani sia legato all'eroe della mitologia
greca Diomede, il cui figlio Tirreno avrebbe fondato la città (che in effetti in
passato veniva indicata come Tirenum o Turenum, nome però non attestato
prima del IV secolo). Tale ipotesi è però considerata poco probabile dagli
studiosi moderni, i quali hanno formulato due ipotesi più convincenti. Una
afferma che Trani possa essere la forma ridotta di Traiano (nome che potrebbe
essere stato dato alla città in onore dell'omonimo imperatore), mentre l'altra
(considerata la più verosimile) ritiene più probabile una derivazione dal
termine medievale trana (o traina) che indicava un'insenatura adatta alla
pesca[3].
Posizione del comune di Trani nella
Storia provincia di Barletta-Andria-Trani
Sito istituzionale

Origini della città


Alcuni ritrovamenti archeologici (tracce di insediamenti abitativi dell'Età del bronzo a Capo Colonna) attestano le sue origini
preistoriche, ma le tracce più concrete arrivano non prima della conquista dei
Romani.

Trani verrà, infatti, secoli dopo, indicata col nome di Turenum nella Tavola Peutingeriana, la copia medievale di un vecchio stradario
dell'antica Roma. Sotto i romani, ai tempi dell'imperatore Marco Aurelio Antonio Pio era un Municipio, come rilevasi da un'antica
iscrizione presente nel cortile di Palazzo Beltrani:

Imp. Caesa
Ri Divi Anto
Nini Filio Divi
Hadriani Nepoti
Divi Traiani Part.
Pron. M. Aurel.
Antonino Augusto
Pontif. Max
Trib. Pot. XV. Cons.II.
Publ. D. D.[4]

Facile è leggere l'ultima frase dell'iscrizione: Publico Decurionum Decreto. Dunque Turenum, oggi Trani, era un Municipio in quanto
aveva il Collegio de' Decurioni.

A riprova della presenza romana nel territorio tranese vi sono un Mausoleo appartenente alla famiglia dei Bebii, costruito
presumibilmente nel III secolo d.C. e demolito nella seconda metà del XIX secolo, l'opera di arginatura di un torrente che sfociava
nell'insenatura del porto, i cui resti vennero utilizzati in seguito come fondamenta per il sottopassaggio ferroviario di via Torrente
Antico, e le rovine di una villa recentemente ritrovata lungo il tratto di costa verso Bisceglie, attestabili Ialsecolo d.C.[5]

Le tracce della presenza della città si fanno più consistenti a partire dalIX secolo d.C.

Il Medioevo
«Trani era uno dei più importanti porti della Puglia, da sempre crocevia di popoli e culture del Mediterraneo e
porta per l'Oriente, testimone con le sue chiese, con i suoi palazzi e con la sua storia, di quell'età di mezzo, da
sempre ricca di fascino e di mistero.»
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidenteiniziò in Puglia il periodo bizantino,
caratterizzato da una pausa di dominazione longobarda e dalle minacce continue
provenienti dal mare ad opera dei Saraceni. Fu comunque il Medioevo il periodo
d'oro della città.

Sotto la dominazione longobarda, qui fu trasferita la sede vescovile, fino ad allora


situata a Canosa, distrutta dai Saraceni nell'813, e la città fu sede di un gastaldato. In
seguito alla caduta dell'Emirato di Bari, i Bizantini ripresero il controllo della città,
che ormai da semplice vicus era diventata una città fortificata. Durante il periodo di Il porto di Trani nel XVIII di Jacob
appartenenza all'Impero Bizantino la città godeva di un certo grado di prestigio ed Philipp Hackert
autonomia come punto di incontro tra Oriente ed Occidente. Nel 1010 e nel 1018
Trani si unirà ai moti guidati da Melo di Bari contro i Bizantini, che reprimeranno la
rivolta e riprenderanno il controllo della città fino all'arrivo deiNormanni.

Nel 1042 Trani venne scelta come sede di una delle dodici baronie in cui venne
divisa la Contea di Puglia: assegnata al conte Pietro, venne espugnata solo diversi
anni dopo. In questo periodo la città godette di un certo grado di autonomia, dovuto
al controllo ormai formale da parte dei governatori bizantini e alle lotte di potere tra
i diversi rami della famiglia Altavilla. Trani cadde definitivamente sotto il dominio
normanno nel 1073, dopo 50 giorni di assedio, per mano diRoberto il Guiscardo

Fu in questo periodo, corrispondente alla prima crociata, precisamente nel 1099, che
nella città si iniziarono i lavori per la costruzione della cattedrale in onore del santo
patrono San Nicola pellegrino, un giovane greco in viaggio verso Roma che morì a
Trani, dopo diversi giorni di malattia ed alcuni miracoli, e canonizzato subito dopo a
furor di popolo. Già allora aveva grande importanza il porto, che sarà in seguito
punto di partenza e di ritorno di diversecrociate.

Il primato commerciale e Federico II Gli ordinamenta maris

Sotto il dominio normanno la città di Trani godette, insieme alle altre comunità
pugliesi, di una maggiore autonomia rispetto al centralismo del governo Bizantino. I
tranesi si unirono alle frequenti ribellioni contro i sovrani d'Altavilla, venendo però sconfitti sia da Ruggero II nel 1134 che,
definitivamente, dal suo successore,Guglielmo il Malo, che nel 1156 punì duramente la città insieme alle altre ribelli pugliesi, tra cui
Bari che venne quasi completamente distrutta.

Tuttavia in città fiorì il commercio di frumento e di olio, destinato ai porti di tutto l'Adriatico, in particolar modo verso la costa
dalmata e Venezia. Il porto, la cui naturale insenatura lo rendeva un punto d'approdo strategico per la protezione delle navi, divenne
uno dei principali punti d'imbarco per i crociati in partenza verso la Terrasanta. A testimonianza della prosperità economica raggiunta
dalla città vi sono la costruzione della maestosa Cattedrale e gli Ordinamenta Maris, promulgati ufficialmente nel 1063, che
rappresentano il primo esempio di codice marittimo nel Mediterraneo. La città era anche sede di un "ospitale" dei cavalieri Templari,
con annesso imbarcadero e una magnifica chiesa.

L'apice della prosperità venne raggiunto sotto la dominazione sveva: Federico II concesse numerosi privilegi commerciali e
amministrativi alla città e promosse la costruzione di nuove fortificazioni, il castello, nel 1233, e la nuova cinta muraria, che protesse
l'intera insenatura del porto e promosse l'espansione urbanistica della città, che fino ad allora era di poco cresciuta al di là delle
antiche mura longobarde. La murazione sveva venne completamente demolita nella metà del XIX; ci rimangono alcune planimetrie e
soprattutto il disegno di Pacichelli e la litografia di Porta Bisceglie di Gennaro Moselli L' imperatore svevo concesse inoltre libertà di
culto agli ebrei, che a Trani formavano una prosperosa comunità.
Manfredi, figlio di Federico, continuò l'opera del padre, concedendo il permesso di aprire logge e fondaci alle principali città
marinare, tra cui le repubbliche marinare di Amalfi[6], Genova, Venezia e Ragusa: le ultime due insediarono in città anche i loro
consoli. Tra le comunità che popolarono Trani in quel periodo, degni di menzione sono i mercanti di Ravello, che si insediarono in
una strada a ridosso delle antiche mura, chiamata in loro onore "ruga Ravellensium"; numerosi banchieri fiorentini aprirono inoltre
loro sportelli in città.

Testimonianza dell'importanza raggiunta da Trani in questo periodo storico e della predilezione dei sovrani per la città è il
matrimonio di Manfredi con Elena Ducas (1242 - Lucera, 1271) figlia del despota d'Epiro Michele II, il 2 giugno 1259, imitato dal
suo successore Carlo I d'Angiò, che sempre a Trani sposò nel 1266 Margherita di Provenza.

La comunità ebraica
La presenza di un notevole insediamento ebraico contribuì in modo determinante
alla prosperità tranese: la comunità animava infatti i commerci e gli studi e
rappresentò per lungo tempo il maggiore insediamento dell'Italia meridionale. La
comunità ebraica tranese si ingrandì soprattutto grazie alle espulsioni dei loro
correligionari dagli altri stati, come la Castiglia nel 1144 e la Francia nel 1182. La
Litografia di Porta Bisceglie del
distruzione di Bari ad opera di Guglielmo il Malo favorì il trasferimento degli ebrei
pittore e incisore Gennaro Moselli
baresi in Trani, che si apprestava a diventare l'epicentro delle attività commerciali in
1855
Puglia.

Gli ebrei si insediarono nella Giudecca, quartiere sito nella parte orientale del borgo antico e
collegato al porto: proprio la via che scende al porto è denominata tutt'oggi via Cambio, in
memoria dei banchi di cambio della comunità ebraica, oltre che di amalfitani e ravellesi. Nella
Giudecca erano presenti ben 4 sinagoghe, di cui si sono conservate la sinagoga 'Grande' - poi
chiesa di S.Anna ed oggi Museo - e la sinagoga Scolanova. Un importante ritratto della situazione
degli ebrei in città lo offre Beniamino di Tudela, che facendo tappa a Trani (città che agli occhi
del visitatore appariva <<Grande e Bella>>) durante il suo viaggio, censì la comunità ebraica in
200 famiglie, dedite in attività sia commerciali che artigianali, come ad esempio tintorie e
produzione di vasi.

La comunità ebraica venne tutelata sia dai sovrani normanni che da quelli svevi: con l'arrivo degli
La sinagoga Scolanova
Angioini la situazione peggiorò, con nuove imposizioni di tributi e soprattutto favorendo le
conversioni al Cristianesimo. L'annichilimento della cultura e delle tradizioni ebraiche conobbe il
suo apice durante il regno diCarlo III di Durazzo, che fece trasformare le 4 sinagoghe della Giudecca in chiese cristiane.

Sebbene la comunità si fosse in qualche modo conservata, come dimostrano gli statuti municipali concessi da Re Ladislao nel 1413,
che prevedevano la presenza di due cittadini neofiti nel consiglio della città, solo con l'arrivo di Alfonso d'Aragona si riebbe l'antica
tolleranza religiosa e la comunità venne rimpinguata grazie agli ebrei in fuga dalla Spagna. La comunità ebraica sopravvisse in città
fino al 1541, quando Carlo V decretò la definitiva espulsione degli ebrei dal suo regno. In memoria dell'importante presenza ebraica
in Trani, una nuova comunità ebraica è stata istituita nel 2004[7][8].

I periodi angioino e aragonese: il declino


Con l'arrivo degli Angioini e la fine delle Crociate, la città conobbe un primo periodo di crisi, al quale alcuni sovrani del Regno di
Napoli fecero fronte con la concessione di alcuni privilegi, come l'istituzione di diverse fiere commerciali e interventi di riparazione
per il porto. Proprio nel XIV secolo, la città perse per alcuni anni lo status di potestà demaniale e venne concessa in feudo al capitano
di ventura Alberico da Barbiano dal 1383, riguadagnando lo storico privilegio di essere sottoposta solo al sovrano nel 1409 (la città fu
brevemente reinfeudata nel1466 al condottiero albanese Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, il quale però morì due anni dopo, prima
di aver potuto prendere in consegna il dominio). Il XV secolo vide una breve ripresa
commerciale, grazie all'arrivo degli Aragonesi e alla breve dominazione veneziana,
dal 1496 al 1509. Per questo motivo venne scelta come territorio per il
combattimento della celebre "Disfida di Barletta" in quanto considerato campo
neutro.

Durante il secolo successivo si ebbe l'inesorabile declino delle attività commerciali


marittime: oltre alla perdita d'importanza delle rotte commerciali nel Mediterraneo a
causa della scoperta delle Americhe, la città non riuscì a porre rimedio al
progressivo insabbiamento del porto, legato all'accumulo di detriti portati dalle
acque torrentizie nell'insenatura naturale e all'attività della lavorazione del salnitro,
che si svolgeva nella parte meridionale dell'insenatura. Il ritorno degliAragonesi con Epitaffio della Disfida di Barletta in
Carlo V inasprì la crisi anche grazie alla definitiva espulsione della comunità agro di Trani. in foto i volontari nella
consueta commemorazione.
ebraica, che da sempre aveva costituito un potente fulcro economico nella società
tranese. Una nuova invasione veneziana durante le guerre italiane del 1526 e una
terribile epidemia di peste contribuirono al definitivo declino della città, con una drammatica riduzione del numero di abitanti.

Il governo vicereale cerco di porre rimedio alla crisi insediandovi nel 1586 la Sacra Regia Udienza, che trasformò Trani a tutti gli
effetti nel capoluogo della provincia di Terra di Bari, ruolo che rivestirà per quasi 200 anni: il Pretore era infatti sia rappresentante del
Regno che esecutore del potere giudiziario. La presenza dell'amministrazione giudiziaria permetterà alla città di rivestire un ruolo
prestigioso nel campo giuridico fino ai tempi moderni. L'insediamento dell'Udienza diede infatti vita a nuove prospettive di sviluppo
economico e sociale della città la quale da centro marinaro e commerciale diventò anche centro principale, amministrativo e culturale
della terra di Bari. Da allora la città divenne residenza di molti nomi illustri, avvocati, funzionari e magistrati, i quali vi si stabilirono
portando con sé anche le loro famiglie che arricchirono la città di tesori d'arte, preziose biblioteche e sontuosi palazzi.rani
T visse così
un periodo di grande fioritura culturale grazie alla sua funzione politica, ritrovando parte del suo passato splendore soprattutto nel
XVIII secolo, durante la dominazione deiBorbone.

Gli avvenimenti del 1799


Dopo la proclamazione della Repubblica Napoletana, alcuni cittadini ispirati dagli ideali liberali della nuova repubblica tentarono di
prendere il controllo della città: il Sindaco e gli eletti vennero dichiarati decaduti e il 3 febbraio venne piantato, di fronte alla chiesa di
San Francesco, l'albero della libertà, nel luogo denominato oggi Piazza Libertà in memoria di quegli avvenimenti. Alcuni cittadini
però si opposero, abbattendo qualche giorno dopo l'albero e proclamando la loro fedeltà al Re: i reazionari occuparono i punti
strategici della città e il porto, procedendo all'arresto dei cittadini repubblicani e attendendo il ritorno dei Borbone, coadiuvati dalla
flotta russa.

Nel frattempo l'esercito francese che appoggiava la Repubblica Napoletana, era giunto in Puglia per riconquistare le città ribellatesi
alla Repubblica, tra cui Andria, San Severo, Trani. I reazionari tranesi, asserragliati nelle massicce mura federiciane della città,
respinsero per ben otto volte la richiesta di resa avanzata dal generale francese Broussier, e per tutta risposta tra il 25 e il 29 marzo
massacrarono tutti i 35 detenuti politici repubblicani rinchiusi nel Castello e diversi cittadini ritenuti loro fiancheggiatori. Il 30 marzo
la città venne assediata dalle truppe francesi, capitolando dopo appena un giorno di assedio e di cannoneggiamento. Bloccata ogni
possibile via di fuga anche con un blocco navale, i francesi e i repubblicani capitanati dal Carafa, assaltarono la città il 1º aprile,
saccheggiando la città che venne in gran parte bruciata e distrutta. Molti abitanti furono massacrati, compresi molti esponenti delle
famiglie di Lernia, Bianchi, di Feo, Bassi, Palumbo e Moscatelli[9]: si stima che quel giorno morirono almeno 800 cittadini, mentre il
fumo degli incendi era visibile dalle città vicine. Le navi francesi non esitarono a sparare con i cannoni sui pescherecci dei cittadini in
fuga e a catturare e a fucilare diversi cittadini sfuggiti al blocco navale e sbarcati in approdi ritenuti più sicuri. La rappresaglia
francese, determinata soprattutto dalla errata convinzione che i rTanesi fossero avversi alle nuove idee della rivoluzione, fu

spietata. Innumerevoli furono le uccisioni di onesti cittadini, indiziati o no, gente anziana,sacerdoti, nobili e plebei, i saccheggi, gli
[10]
incendi che distrussero documenti della città, carte notarili, libri preziosi e arredi sacri.
Il giorno dopo i francesi presero il controllo della città, con il generale Broussier che emanò un proclama di perdono per i cittadini
insubordinati. Le truppe francesi si ritirarono dalla città qualche settimana dopo, permettendo il 16 maggio la restaurazione del
dominio borbonico.

Dal XIX secolo ad oggi


Trani ebbe lo stato di capoluogo fino all'era napoleonica, questo le venne tolto da
Gioacchino Murat in favore di Bari (1808): la città perse così il suo ruolo di
capoluogo mantenuto per più di due secoli. I francesi prima e i Borbone dopo la
restaurazione mantennero comunque la Corte d'Appello in città. Con la
proclamazione del Regno d'Italia nel 1861, Trani mantenne il primato giudiziario,
fino al 1923, quando la Corte venne definitivamente trasferita a Bari.

Durante la seconda guerra mondiale la città subì diversi bombardamenti, il più grave
dei quali distrusse una palazzina sul porto uccidendo 21 persone il 27 aprile 1943,
Rappresentazione della città del
ricordato dai cittadini come "Pasquetta di sangue". Pochi mesi dopo i tedeschi 1703
invasero al fitta'.La mattina del 14 settembre del 1943 un aereo tedesco decolla da
Barletta bombardando nuovamente la città. Furono colpiti l'ufficio delle Poste e
probabilmente per errore venne quasi distrutta la palazzina del notaio Filippo Salvati in via S.Gervasio.[11] Prima di ritirarsi verso
nord, i soldati nazisti rastrellarono 50 cittadini per rappresaglia dopo l'uccisione di due soldati durante un'azione di guerriglia. Grazie
all'intervento del potestà e dell'arcivescovo, i tranesi vennero però rilasciati dal tenente colonnello della guarnigione tedesca.

Trani è oggi un comune membro dell'organizzazione internazionale Cittaslow, fondata in Italia in favore di un rallentamento delle
frenetiche dinamiche moderne e per una migliore qualità della vita.

Geografia fisica

Territorio
«Là dove l'Adriatico già promette lo Jonio e perde il verde acidulo sotto le squame d'un azzurro tiepido e
denso, questa città che nessuno celebra, Trani, eleva un duomo alto come un'acropoli e una torre che ne
misura la distanza dal cielo.»

(Cesare Brandi , Inno a Trani )


La città è situata sulla costa adriatica 42 km a nord di Bari, ad un'altitudine di 7 metri s.l.m. Una piccola insenatura naturale, generata
nell'antichità dalla foce di un fiume ormai scomparso, corrisponde al porto cittadino. Il territorio è prevalentemente pianeggiante,
sebbene ricada nell'estrema porzione settentrionale della Bassa Murgia barese, caratterizzata da una serie di terrazzi, la cui massima
altitudine è raggiunta in corrispondenza della matina di Sant'Elia (a circa 200 metri s.l.m), che degradano verso la costa. L'intero
territorio è percorso da numeroselame, tra cui la più importante è Lama Paterno, che segna il confine con il comune di Bisceglie.

Le caratteristiche geologiche del territorio hanno permesso lo sviluppo dell'attività estrattiva della pietra di Trani, pregiata roccia
calcarea, per anni uno dei più importanti motori dell'economia cittadina. L'attività estrattiva degli ultimi decenni ha però provocato
irrimediabili alterazioni del territorio, sia a livello ambientale che paesaggistico, con il problema tutt'oggi irrisolto delle aree
ficilmente recuperabili[12].
dismesse, fattori di rischio ambientale e sanitario, dif

La costa sud è caratterizzata dalla presenza di piccole falesie, formazione geologica tipica del tratto di costa tra Trani e Bisceglie: lo
sfruttamento antropico, l'erosione da parte dei moti ondosi e in ultimo le opere di consolidamento della costa hanno notevolmente
ridimensionato l'estensione delle falesie, presenti ormai solamente nel tratto di costa tra il Lido Matinelle e la Torre Olivieri, al
confine con il comune di Bisceglie.
La parte settentrionale del territorio, geograficamente attigua alla valle del fiume Ofanto, si distingue per la presenza di una zona
umida costiera, in località Boccadoro-Ariscianne, caratterizzata dalla presenza di numerose sorgenti di acque salmastre, che
costituisce un importante habitat naturale per diverse specie animali e vegetali.

La vegetazione spontanea del territorio tranese è costituita da pini (nelle varietà domestico, marittimo e di Aleppo), carrubi,
corbezzoli, lentischi, querce, ginepri ed eriche. Le colture più diffuse sono quelle di olive, mandorle e uva da vino, in particolar modo
del Moscato di Trani.

Clima
Classificazione climatica[13]:

Zona climatica C;
Gradi giorno 1190

Secondo la classificazione dei climi di Köppen Trani appartiene alla fascia Csa ossia
al clima temperato delle medie latitudini con estate molto calda (temperatura media
assoluta del mese più caldo non inferiore ai 22º) e stagione estiva asciutta. Nello
specifico il clima tranese è tipicamente mediterraneo. Essendo una città costiera,
l'umidità relativa si mantiene molto elevata in tutto l'anno, con un valore medio del
Trani al tramonto
70%. La brezza marina fa sì che le temperature estive non salgano generalmente
sopra i 32°. Solo in caso di forti venti di libeccio, per effetto favonico, si possono
raggiungere e talvolta superare i 40 °C. (Record di +45,4 °C per Bari Palese)[14]. Anche le temperature invernali sono piuttosto
contenute. Non sono rare tuttavia irruzioni di aria fredda nord orientale che talvolta possono portare precipitazioni anche a carattere
nevoso. Le piogge sono concentrate soprattutto in autunno e in inverno, quasi assenti nel periodo estivo e per lo più a carattere
temporalesco.

Mesi Stagioni
Trani
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri
T. max. media
11,4 12,4 14,9 18,5 23,3 27,7 30,7 31,7 26,8 21,4 16,5 12,9 12,2 18,9
(°C)
T. min. media
4,1 4,3 6,0 8,4 12,3 16,2 19,8 20,0 16,2 12,3 8,5 5,6 4,7 8,9
(°C)
Precipitazioni
52 58 46 43 39 30 22 26 49 61 62 60 170 128
(mm)
Umidità
relativa 76,6 75,1 73,5 71,1 68,7 64,2 60,2 61,3 68,3 74,4 76,5 77,0 76,2 71,1
media (%)

Simboli
«Fortis Ferox Fertilis»

(Motto inciso sullo stemma )


Creato nel 1098 lo stemma della città raffigura un drago munito di grandi ali, nell'atto di schiacciare sotto i suoi
artigli una testa taurina, e con una torre poggiata sul dorso:

Di azzurro, al drago di verde con le ali aperte, con le zampe d'oro, con la coda attorcigliata, desinente in dardo e
volta all'insù, sostenente la torre di argento, murata di nero, merlata alla ghibellina di quattro, il drago poggiante la zampa sinistra
sulla collina di verde, fondata in punta, e afferrante con la zampa destra, posta in fascia, la testa e il collo di toro, posti in tre quarti,
d'argento.
Corona: Corona di città con cinque torri (concesso conDPCM del 13 luglio 1914)

Il gonfalone è un drappo di bianco bordato d'azzurro.

Lo stemma concesso nel 1914 non corrispondeva al simbolo storico, ma ad una ricostruzione fatta attraverso i
documenti all'epoca noti: per fare un confronto con lo stemma odierno il drago (con tutta la collina su cui poggia)
si trova in cima alla torre e non viceversa. Lo sfondo era inoltre grigio e non azzurro e la testa era bovina e non di
toro. Dopo accurate e approfondite ricerche storiche, anche attraverso il confronto con gli stemmi scolpiti su
diversi edifici cittadini, è stato ricostruito lo stemma originale e fatta domanda di sostituzione al Ministero. L'8
settembre del 2000 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha firmato il decreto di sostituzione dello
stemma e del gonfalone[15].

Onorificenze
Medaglia d'argento al merito civile
«Durante l'ultimo conflitto mondiale, a seguito di un bombardamento aereo che aveva
provocato numerose vittime e danni, la popolazione interveniva prontamente in
soccorso dei superstiti e si adoperava poi, con impavido spirito di sacrificio e pochi
mezzi a disposizione, nella instancabile opera di sgombero delle macerie e di
ricostruzione. Splendido esempio di umana solidarietà ed alto spirito di
abnegazione[16].»
— Trani 27 aprile 1943

Monumenti e luoghi d'interesse


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Grazie alla sua millenaria storia, la città di Trani può fregiarsi del titolo di città d'arte e vantare un ampio patrimonio artistico e
architettonico: oltre alla celeberrima cattedrale sul mare e al Castello svevo, la città è ricca di chiese e monasteri, oltre che di
pregevoli palazzi storici.

Architetture religiose

Chiese principali

Cattedrale di San Nicola Pellegrino


La cattedrale di Trani è intitolata al santo patrono, san Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città
pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di
san Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria,
precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è
possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il museo
diocesano.

La costruzione è stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave
della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.
Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere,
grazie alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della cattedrale e dal mare. La piazza ha
ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui George Benson, Massimo
Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a diverse rappresentazioni teatrali,
recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di opera.

Monastero di Colonna
La chiesa di Santa Maria di Colonna, situata sulla penisoletta di Capo Colonna, è a poco più di
un miglio dal centro della città, un tempo fuori dall'abitato urbano, ma adesso compresa al
centro di una florida zona turistico-residenziale. Fu fondata, insieme all'attiguo monastero
benedettino, tra la fine del sec XI e l'inizio del XII, dal nobile tranese Goffredo Siniscalco. La
facciata principale si avvale di elementi decorativi tipici dell'architettura romanica: il rosone, Facciata della Cattedrale
un arco lavorato e sostenuto da agili colonnine, un architrave di finissima fattura (proveniente
da un monumento pagano) e una serie di archetti pensili della cuspide. Nella Chiesa
si conserva il Crocifisso ligneo del XV secolo, oltraggiato dai corsari saraceni e un
prezioso altare donato dal Gran Duca di Toscana, in cambio delle reliquie di Santo
Stefano, che qui si veneravano fino al 1684. Attualmente il monastero è utilizzato
per iniziative culturali, concerti di musica Jazz e Classica all'interno dello splendido
chiostro o nel cortile esterno. Notevole è la veduta panoramica di cui si può fruire,
salendo al piano superiore, dal quale è possibile osservare la costa antistante il
lungomare, sino alla villa comunale con la cattedrale sullo sfondo.

Santa Maria di Colonna Trani


Chiese di Trani
La città di Trani vanta un gran numero di chiese, per la maggior parte in stile
romanico, in primis la cattedrale, che rappresenta lo splendore e lo sfarzo che aveva nel Medioevo. In tutto tra sconsacrate, demolite
ed ancora esistenti se ne sono contante più di cento. Inoltre la città vantava la presenza di ben quattro sinagoghe di cui due sono
andate perdute e le altre due ancora esistenti sono state riconvertite in chiese. Le elenchiamo:

Chiese altomedievali (IV - X secolo)

Ipogeo di Santa Geffa


Chiesa di Santa Maria di Giano
Chiesa di Santa Maria de Dionisio
Monastero di Santa Maria di Colonna
Chiesa di San Martino

Chiese romaniche (XI - XII secolo)

Cattedrale di Trani
Chiesa di Ognissanti
Chiesa di San Francesco
Chiesa di Sant’Andrea
Chiesa di Sant'Antonio abatee Fortino
Chiesa di San Giacomo

Chiese del periodo angioino (XIII-XV secolo)

Chiesa di Santa Maria Scolanova(sinagoga)


Chiesa di Sant'Anna (sinagoga)
Chiesa del SS. Crocifisso o Santuario di Maria SS. dell'Apparizione
Chiesa di Santa Chiara
Chiesa di San Donato e torre dell'orologio

XVI secolo

Chiesa di Sant'Agostino
Chiesa di San Rocco
Chiesa del Carmine
Chiesa di Santa Maria delle Grazieo dei Cappuccini

XVIII secolo

Chiesa di Santa Teresa


Chiesa di San Domenico
Chiesa di San Giovanni

XIX secolo

Chiesa di san Toma


Chiesa di san Michele

XX secolo

Chiesa del Sacro Cuore


Chiesa di Sant'Antonio
Chiesa della Madonna di Fatima
Chiesa di San Giuseppe
Chiesa della Madonna del pozzo
Chiesa degli Angeli Custodi
Chiesa dello Spirito Santo

Architetture militari

Castello svevo
Il castello svevo di Trani è un castello edificato nella città di Trani nel 1233 sotto il
regno di Federico II. Nel castello soggiornò spesso il figlio di Federico, Manfredi,
che il 2 giugno del 1259 vi sposò la seconda moglie, Elena Ducas.

Fortino
All'estremità sinistra della villa comunale si accede all'antico fortilizio destinato alla
protezione dell'estrema punta orientale del porto: il fortino è un'opera di
fortificazione posta a protezione dell'ingresso del porto, sul molo di Sant'Antonio,
Il castello svevo che prende il nome da un edificio religioso del XII secolo,la chiesa di Sant'Antonio
Abate, inglobata definitivamente nel 1541 all'interno della costruzione difensiva
preesistente a seguito della fortificazione voluta dal Viceré Pietro de Toledo per
esigenze difensive della rada del porto. La chiesa e il fortino sono stati oggetto di restauro negli anni '80

Dalla sommità del fortino è possibile ammirare tutta l'insenatura su cui si affaccia il borgo antico, distinguendo chiaramente la
Cattedrale e le caratteristiche absidi della chiesa di Ognissanti. Questo punto panoramico è considerato dai suoi abitanti uno dei posti
più belli e suggestivi della città.
Torre Barbinelli
Torre fortificata dell XI sec. situata in p.zza Cesare Battisti. Con scopi di
avvistamento faceva parte del primo castello regiobizantino - normanno.

Porta Antica
Delle 4 porte di accesso dell'antica cinta muraria Longobarda una sola si conserva
Il fortino visto dalla cattedrale ancora oggi inglobata nei fabbricati, è porta antica detta ancheaurea.

Architetture civili

Casa de Agnete
Venne edificata nel 1283 da Nicola Lombardo figlio di Giovanni De Agnete, presenta una facciata medievale quasi integra ricca di
dettagli architettonici decorativi. Al piano terra presenta, come altri edifici della stessa via, le tracce di un antico portico. Al primo
livello un'elegante finestra, in origine bifora ma oggi mancante della colonna centrale, dal profilo interno lobato, è sormontata da una
cornice a estroflessione esterna dalla forma triangolare poggiante su due colonnine, e due finestrine monofore ad arco acuto
lateralmente alla grande finestra. Al livello superiore vi è una più grande finestra centrale ad arco acuto ai lati della quale vi sono le
mensole poggia tenda.

Torre dell'Orologio
La torre medievale è l'edificio più alto del centro storico dopo il campanile della Cattedrale. Venne fatta edificare dal Sindaco Spirito
de Piczioni, nel 1473, attigua alla chiesa di San Donato. All'interno della torre, di proprietà del Comune, venne collocato un orologio
meccanico, uno dei primi nel Regno di Napoli. La base della torre reca lo stemma originario della città. La torre è stata restaurata nel
1931, mentre l'orologio è stato ripristinato dopo anni di incuria solo nel 1994. Oggi la torre non è accessibile al pubblico.

Palazzo Caccetta
Il Palazzo venne fatto edificare dal mercante tranese Simone Caccetta nel 1456. È da ritenersi una
delle opere più interessanti dell'architettura del Rinascimento a Trani, data la commistione di
generi che caratterizza la facciata, unico elemento che ha conservato le caratteristiche originarie
dell'epoca di costruzione del palazzo. La facciata principale è stata realizzata principalmente in
stile tardogotico, ma oltre al portale ad arco gotico a raggiera sono presenti elementi architettonici
di stili diversi,come ad esempio la bellissima trifora in corrispondenza del portone principale
d'ingresso.

Nel 1484, re Ferdinando confiscò il palazzo a Simone Caccetta, a causa di un tentativo di rivolta
contro l'autorità regia, vendendolo per 1000 ducati all'Università di Trani. Di proprietà del
comune, ha ospitato i governatori veneti fino al 1509, diventò convento dei monacieresiniani
T nel
Palazzo Caccetta
1642 e Seminario nel settecento. Attualmente è una delle sedi staccate del Palazzo di Giustizia.

La tradizione vuole che da questo palazzo la notte del 13 febbraio 1503 partì la notizia per
tutt'Italia della vittoria dei 13 cavalieri italiani capeggiati da Ettore Fieramosca sui francesi nella
Disfida di Barletta.

Palazzo Antonacci Telesio


Dopo l'incendio delle case degli Antonacci nel 1799, il palazzo fu edificato in quel sito nei primi anni dell'Ottocento dalla famiglia
Antonacci (lo stemma di famiglia posto nell'androne che indica la data del 1761 fu prelevato dall'androne dell'attiguo palazzetto a via
San Giorgio 15, pure di proprietà degli Antonacci, e posto nell'androne di Palazzo Telesio-Antonacci nel 1960 dal Duca Vincenzo
Telesio e, perciò, non si riferisce alla data di costruzione del palazzo) e passò poi per successione alla famiglia Telesio, insignita del
titolo di duca di Toritto, che tuttora lo abita. Con la facciata principale rivolta verso
il porto sulla odierna Piazza Quercia, ha subito un ampliamento sul lato est, dopo la
demolizione delle mura federiciane, nel 1845 ad opera dell'architetto Luigi
Castellucci di Bitonto, il quale pure adeguò la facciata su piazza Quercia allo stile
neoclassico. Il palazzo ospita all'interno il Museo delle Carrozze: una raccolta di 33
carrozze ottocentesche, appartenenti per lo più alla famiglia Telesio, oltre a finimenti
e divise da cocchiere. L'importanza di questa raccolta sta nell'illustrare l'abilità
artigianale dell'epoca e nel far rivivere la storia di un'intera classe sociale e di tutti
coloro che per essa operavano.

Vista porto di Palazzo Telesio (dopo


Altri palazzi nobiliari della città ristrutturazione 2009)

Palazzo Beltrani
Palazzo Bianchi
Palazzo Bonismiro
Palazzo Broquier già Lepore Campitelli
Palazzo De Angelis
Palazzo De Angelis-Ventricelli
Palazzo Candido
Palazzo Carcano
Palazzo Covelli già Forges Davanzati
Palazzo Filisio
Palazzo Gadaleta
Palazzo Gattola-Mondelli
Palazzo Lambert già Palagano
Palazzo Morola
Palazzo Moselli-Maggiolla
Palazzo Palumbo-Quercia
Palazzo Petta già Lopez
Palazzo Rogadeo oggi Palazzo Arcivescovile
Palazzo Sarlo
Palazzo Sifola
Palazzo Sorìa
Palazzo Torres
Palazzo Valenzano
Palazzo Vischi

Parchi e giardini

Villa comunale
È il giardino pubblico più grande della città. Si estende su un terrazzamento a picco
sul mare, cinto dai bastioni delle antiche fortificazioni della città. La posizione della
villa offre, sul lato sud, una splendida vista panoramica del lungomare fino al
Monastero di Santa Maria di Colonna, mentre dal lato nord si accede al Fortino, da
cui si può godere della vista dell'intera insenatura del porto e della Cattedrale. La
villa venne inaugurata nel 1824 e successivamente ampliata grazie alla bonifica dei
terreni immediatamente a sud, sulla costa, nella zona denominata per l'appunto
Canneto a causa dell'insalubrità dei luoghi.
Villa comunale e fortino
L'area è piantumata a palme, lecci, querce e pini, ed è abbellita da aiuole, fontanelle e giochi per bambini. Nella parte sud è presente
un acquario contenente 18 vasche valorizzate con pietra di Trani che ospitano circa 500 pesci di innumerevoli specie provenienti da
quasi tutti i laghi e fiumi del mondo e piante acquatiche ornamentali. Il viale centrale corre quasi interamente parallelo alla linea della
costa ed è lungo 350 metri; sul viale, collocato di fronte all'ingresso principale, si trova il Monumento ai Caduti, scolpito nel 1923 dal
tranese Antonio Bassi. Percorrendo il viale si incontra uno chalet del XIX secolo, sede di mostre e iniziative culturali a cura di artisti
locali, e la cassa armonica, realizzata nel 1888 e recentemente restaurata e resa nuovamente funzionale[17]; nei viali di destra sono
raccolte sei colonne miliari dell'anticavia Traiana, provenienti dal trattoRuvo-Canosa.

Società

Evoluzione demografica
Abitanti censiti[18]

Etnie e minoranze straniere


[19]:
Gli stranieri residenti a Trani al 31 dicembre 2012 erano 1 668. Le comunità nazionali più numerose erano

Albania: 716
Marocco: 310
Romania: 185
Algeria: 77
Cina: 58

Religione
Trani è la principale sede arcivescovile, con le città di Barletta e Bisceglie, fa parte dell'omonima arcidiocesi suffraganea
dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto e appartenente alla regione ecclesiastica Puglia. La diocesi è stata costituita nel VI secolo e nel 2004
contava 274.060 battezzati su 286.560 abitanti: attualmente è retta dall'arcivescovo Leonardo D'Ascenzo. L'arcidiocesi, oltre alle tre
città titolari, annovera anche i centri diCorato, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Pugliae Trinitapoli.
La città di Trani venera il suo santo patrono San Nicola Pellegrino, un giovane predicatore greco morto a Trani nel 1094, e il
crocifisso di Colonna, un antico crocifisso che rubato dal monastero di santa Maria di Colonna nel 1480 durante un'incursione
saracena, venne mutilato del naso e miracolosamente prese a sanguinare.

In città vi sono diverse confraternite, se ne contano quindici (di cui tre Arciconfraternite). Ognuna di queste festeggia un proprio
santo, da cui prendono l'obbligo religioso, i riti e gli oneri dei festeggiamenti, come le processioni per le vie cittadine. Anticamente
nascevano come organizzazioni di arti e mestieri e in seguito per assicurare ai confratelli il rito funerario e la tumulazione presso le
cripte delle chiese dove erano stabilite le confraternite. La più antica è quella di San Vito martire, la cui presenza è già attestata nel
1466.

Si registra dal 2004 il ritorno della comunità ebraica, attiva fin dal Medioevo, che attualmente esercita presso la Sinagoga Scolanova;
è presente inoltre una comunità ortodossa rumena che esercita presso l'antica chiesa cristiana di San Martino, consegnata al nuovo
culto nel 2008.

Molto presenti a Trani sono anche i testimoni di Geova.

Risale invece al 1975 la nascita di una testimonianza di fede Evangelica ad opera di alcuni missionari olandesi, consolidatasi nel
tempo, ed ora guidata da pastori locali.

Tradizioni e folclore

Settimana santa
Un periodo particolare e suggestivo della tradizione tranese è la settimana santa, pertanto citiamo
gli Altari della Reposizione (erroneamente chiamati Sepolcri per l'immediata successione degli
eventi) del Giovedì santo, ossia la solenne esposizione dell'Ostia consacrata, pratica liturgica
comune alla Cattolicità. A Trani le varie parrocchie cittadine assieme alla Basilica Cattedrale e
alle sole rettorie sedi di associazioni religiose, coadiuvate dalle rispettive confraternite, si
impegnano ogni anno preparando degli Altari della Reposizione suggestivi che portano i cittadini
tranesi a riversarsi nelle vie dalla sera del Giovedì santo sino alla mattina del Venerdì santo e a
recarsi di chiesa in chiesa. La tradizione vuole che bisogna visitarne almeno sette.

Una delle tradizioni più suggestive che la città vanti è la processione dell'Addolorata organizzata
Processione dei Misteri,
dall'Arciconfraternita dell'Addolorata che si svolge nelle primissime ore del mattino (dalle ore tre)
la statua del Cristo alla
del Venerdì santo. La processione percorre quasi tutte le vie della città, visitando dieci dei colonna o Flagellatur
quattordici Sepolcri delle chiese cittadine seguita da una numerosa folla di devoti e non. L'uscita
della Madonna di notte, come chiamano semplicemente i Tranesi, è fissata alle tre del mattino
dalla chiesa di Santa Teresa, che è la stessa dove si venera la statua che viene portata in
processione.

Un'altra processione della settimana santa è la Processione dei Misteri che si svolge alle ore 20.30
del Venerdì santo, una processione di ben quattordici immagini sacre che parte dalla Cattedrale e
si snoda per le vie più antiche di Trani alla quale partecipano tutte le confraternite cittadine ed è
organizzata dalla Arciconfraternita del SS. Sacramento (o dei Bianchi). Questa processione è nata
per ricordare un miracolo eucaristico avvenuto in città nell'XI secolo, infatti il gonfalone nero che
apre il corteo presenta la scritta SPQR che indica la presenza dell'Impero romano d'Oriente
durante questo miracolo. Fino al 1986 la processione veniva chiusa da quattro sacerdoti che, a
piedi scalzi, portavano a spalla un'urna in argento contenente il Santissimo Sacramento; questo Processione della Croce
avveniva, tradizionalmente, in segno di riparazione al miracolo. Attualmente, invece, viene di Colonna
portata una reliquia di un pezzo della Sacra Croce. Questa processione ha spesso cambiato giorno infatti dal
Giovedì santo si è passati
al Venerdì, in seguito al Sabato (per l'aliturgicità del giorno) per poi ritornare al Venerdì santo, con un passo lento (fino al 2006 la
processione si è avviata alle ore 17.00).

Festa patronale della Croce di Colonna


Il 3 maggio si festeggia il SS. Crocifisso di Colonna che ha origini antichissime in cui storia e leggenda si confondono. Si narra difatti
che il 3 maggio del 1480 fu rubato dalla chiesa di Santa Maria di Colonna dai pirati un Crocifisso ligneo cui fu mutilato il naso del
Cristo che prese a sanguinare e venne gettato in mare; così da quel lontano anno l'evento è ricordato ancora. La festa del SS.
Crocifisso dà vita ad una processione di barche che partendo dalla penisola di Colonna con il Crocifisso a bordo di uno dei
pescherecci della locale marineria, si porta sino al porto dove è impartita la benedizione solenne alle acque tra fuochi pirotecnici e
suono di campane, dopo di che la Sacra Immagine viene sbarcata sulla terraferma ed è effettuata la solenne processione con suon di
banda musicale. La processione che tradizionalmente percorre tutto il porto, percorre le principali vie di Trani sino ad arrivare in una
delle parrocchie della città ove il SS. Crocifisso di Colonna rimane alla venerazione dei fedeli per circa cinque giorni. La festa si
conclude con la via Lucis, partendo dalla parrocchia ove il SS. Crocifisso è rimasto esposto, sino al Santuario di Colonna; fino agli
anni '50 i festeggiamenti in onore del SS.Crocifisso seguivano un cerimoniale diverso da quello attuale: dopo esser arrivato in porto,
il SS. Crocifisso lo percorreva per intero senza effettuare alcuna "sosta" in una delle parrocchie cittadine e tornando direttamente al
Santuario di Colonna.

Festa patronale di San Nicola il Pellegrino


La festa patronale in onore di San Nicola il Pellegrino è organizzata dal Comitato Feste Patronali
ed è molto sentita dalla devozione tranese. Le celebrazioni si svolgono nell'arco di tre giorni, tra il
sabato e il lunedì della prima settimana di agosto. La festa per il Santo attira un grande numero di
visitatori dalle zone limitrofe oltre ai turisti, anche stranieri.

Oltre alle solenni processioni e alle iniziative culturali e religiose, vengono organizzate gare e
spettacoli pirotecnici, giri bandistici per le vie della città e concerti. Il momento principale della
festa è la prima domenica di agosto, quando vengono portate in processione per le vie della città il
busto d'argento e le reliquie del Santo, con la partecipazione delle massime autorità ecclesiastiche
(Capitolo Cattedrale e clero tutto), civili e militari e tutte le arciconfraternite e confraternite della
città.
Processione del Santo
patrono
Cultura

Istruzione

Biblioteche

Biblioteca comunale Giovanni Bovio;


Biblioteca diocesana.

Scuole

Scuole Secondarie di I grado: 3 scuole


Scuole Secondarie di II grado: 6 scuole (2 istituti professionali, 1 istituti tecnici per ragionieri, 4 licei: classico,
scientifico, pedagogico, linguistico)

Università
È presente a Trani l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "San Nicola Pellegrino".
Dal 2012 è presente una sede distaccata dell'università privata LUM Jean Monnet: la sede di Trani, nata da un accordo con la
Provincia di Barletta-Andria-Trani e con i Comuni aderenti al Patto Territoriale Nord Barese Ofantino, è adibita a sede di tutoraggio
per gli studenti iscritti, oltre ad ospitare diversi convegni.

Sono presenti, inoltre, sul territorio cittadino due università telematiche: laUnicusano e la Guglielmo Marconi.

Musei

Museo diocesano la cui sede è il Palazzo Lodisposto, che comprende numerosi reperti recuperati dalla cattedrale e
dalle varie chiese cittadine. Nasce nel 1975 per volontà dell'Arcivescovo Giuseppe Carata, al fine di dare una più
adeguata sistemazione al materiale lapideo e scultorio proveniente da demolizioni operate nella Cattedrale ed in
altre chiese della città di Trani. Nel corso degli anni il suo patrimonio si è notevolmente arricchito di opere e reperti di
grande valore artistico e storico.
Museo ebraico situato presso la sinagoga di sant'Anna, raccoglie opere e testimonianze della storie ebraica
cittadina, è l'unico museo ebraico del sud Italia.
Pinacoteca Ivo Scaringila cui sede è nel palazzo Beltrani, raccoglie una collezione di opere del pittore tranese Ivo
Scaringi, donata dalla famiglia.
Museo delle carrozze, sede presso il palazzo Antonacci in piazza Quercia, sono ospitate circa 40 carrozze
appartenute ai duchi Telesio e divise di cocchieri e finimenti per i cavalli.

Media

Radio
Le uniche emittenti radiofoniche presenti in città sono:

Radio Bombo[20]
Radio Canale 93 Stereo

Televisione
La città non ha ospitato per circa vent'anni alcuna emittente televisiva infatti l'unica TV locale presente, Tele Radio Nord Barese
[21].
(Trnb), aveva cessato le trasmissioni all'inizio degli anni '90

Con il passaggio al digitale terrestre è nata la nuova emittente TeleTrani, prodotta da Telebari, che ospita il nuovo canale sulla sua
piattaforma; a TeleTrani è stato assegnato il canale numero 188. La programmazione del nuovo can
ale è iniziata l'11 febbraio 2013.

Eventi
I Dialoghi di Trani, un festival culturale e letterario nato nel 2002 e organizzato dall'associazione La Maria del Porto
con il patrocinio del comune di Trani, della provincia Barletta-Andria-Trani e della Regione Puglia. IDialoghi ospitano
principalmente dibattiti e tavole rotonde nella cornice del Castello svevo e coinvolgono scrittori, autori, giornalisti e
artisti di fama nazionale ed internazionale. La programmazione del festival si articola in diverse giornate ed è
caratterizzata da una tematica diversa ogni anno, intorno al quale i diversi ospiti sono chiamati ad interessanti
confronti e dibattiti.

Geografia antropica

Urbanistica
Il tessuto urbano della città è facilmente distinguibile in tre zone (vedasi foto). Il primissimo nucleo racchiude la zona del porto e
comprende la giudecca o quartiere ebraico, che con porta vassalla e porta aurea racchiudono la prima murazione della città.
Successivamente le mura furono ampliate, esse correvano lungo le attuali vie Alvarez e Bovio fino alla Piazza della Repubblica dove
sorgeva l'antica porta di Bisceglie, per poi proseguire verso il mare, scendendo l'attuale corso Cavour con deviazione sull'attuale via
E. Comneno fino alla villa comunale. Queste mura sono rimaste in piedi fino agli
inizi dell'Ottocento, poi furono abbattute per l'esigenza espansionistica della città;
nacque così il borgo ottocentesco formato da due strade principali che si intersecano
presso piazza della Repubblica, via Cavour e corso Vittorio Emanuele. A ridosso di
queste due direttrici si espandono le altre vie dritte e intersecate tra di loro e tutte
parallele. È possibile notare la distinzione tra il borgo medioevale formato da vie
strette e tortuose e la zona ottoncentesca più lineare[22]. Malgrado i tentativi di
rendere organica l'espansione della città, con un progetto di urbanizzazione lungo le
direttrici del borgo ottocentesco, lo sviluppo urbanistico nel Novecento è proseguito
dapprima sfruttando la direttrice di corso Vittorio Emanuele verso Bisceglie, lungo
cui la città ha avuto la maggiore espansione, arrivando a collegare la zona intorno Urbanistica di Trani
alla penisola di Colonna, fino agli anni '50 isolata e caratterizzata da pregevoli
villette. Nell'ultima metà del XX secolo, si è avuta una notevole espansione anche
verso Andria e Corato, con la nascita di quartieri periferici di grandi dimensioni (Pozzo Piano, Sant'Angelo, Stadio-Alberolongo).
Non si è verificata invece un'espansione verso Barletta, a causa della nascita della zona industriale all'inizio del XX secolo, che si è in
seguito sviluppata lungo la costa verso Barletta con l'insediamento di numerose attività di lavorazione del marmo e della pietra di
Trani. Disattese le direttive dei P.R.G. del 1929 e del 1977, la città si è dotata di un Piano Urbanistico Generale (PUG) nel 2009.
L'ultimo decennio ha visto anche la progressiva urbanizzazione della frazione di Capirro, con la nascita di una zona residenziale,
caratterizzata dalla presenza di villette monofamiliari: il nuovo agglomerato si è espanso a tal punto da essere collegato a nord-ovest
con il resto della città, in particolar modo con i quartieri Stadio-Alberolongo e Pozzo Piano.

Economia

Pesca e agricoltura
La vocazione marinara della città è testimoniata dalla sua flotta peschereccia, che conta oltre 50 imbarcazioni e rende la pesca un
elemento di primo piano nell'economia cittadina. L'agricoltura è imperniata principalmente sull'olivicoltura e la produzione vinicola:
il moscato di Trani, che prende il nome dalla città ma è prodotto da uve coltivate anche nei comuni vicini, è un vino dolce naturale
che gode della denominazione d'origine controllata. La versioneliquorosa, pure DOC, è indicata per accompagnare i dessert.

Industria lapidea e manifatturiera


L'economia della città è legata da sempre all'estrazione della tipica pietra locale detta pietra di Trani. Gravitano intorno a questo
settore un gran numero di attività dedite all'estrazione e lavorazione e all'esportazione di questo prodotto, sono presenti infatti sul
territorio un gran numero di cave e segherie. Oltre all'estrazione anche il settore dell'edilizia è molto importante per l'economia della
città. Inoltre sono da segnalare la presenza di molte imprese dedite alla lavorazione di calzature da donna (per lo più tomaifici) e dei
capi di abbigliamento (maglifici). Tra le attività più tradizionali e rinomate vi sono quelle artigianali, che si distinguono per la
lavorazione di vimini e giunchi, finalizzati alla realizzazione di oggetti d'arredo.[23]

Terziario
Il settore terziario cittadino, un tempo legato soprattutto alla presenza del tribunale, è oggi rivolto principalmente al turismo. Alle
numerose strutture alberghiere, per lo più a conduzione familiare, si accompagnano numerosi locali e discoteche che rendono il
centro cittadino uno dei poli di attrazione per la Puglia centro-settentrionale.

Infrastrutture e trasporti

Strade
La città è attraversata dalla strada statale 16 Adriatica e servita in tangenziale dalla variante nota come strada statale 16 bis, che
assicura i collegamenti veloci verso nord in direzione di Foggia e verso sud in direzione di Bari. I collegamenti a lunga percorrenza
sulla direttrice nord-sud sono invece assicurati dall'autostrada A14 Bologna-Taranto, che a breve distanza della città presenta il
casello di Trani.

Una rete di strade provinciali connette inoltre la città con i centri vicini: in particolare, Andria è raggiungibile mediante la strada
provinciale 130 e Corato mediante la strada provinciale 238.

Ferrovie
La stazione ferroviaria di Trani sorge lungo la ferrovia Adriatica Lecce - Bologna, a doppio binario

Mobilità urbana
La gestione del trasporto urbano pubblico della città è gestita da Amet s.p.a. con tre linee di autobus.

La città ha la sede legale della STP Bari -Società Trasporti Provinciale- società,nata a Trani, che gestisce il trasporto pubblico
extraurbano di persone nelle province diBari e Barletta-Andria-Trani, con città anche dellaProvincia di Foggia.

Pista ciclabile
Sul lungomare è presente un tratto di percorso ciclabile, facente parte del più ampio
progetto della costruenda Ciclovia Adriatica che una volta completata collegherà
tutte le località costiere dell'Adriatico, con benefici sulla mobilità sostenibile locale,
sul turismo balneare e sul cicloturismo di lunga percorrenza che a queste latitudini è
praticabile tutto l'anno. La pista ciclabile è blu e a doppio senso di marcia, lunga
circa 2 km.

Nell'agosto 2009 è stata inaugurata una nuova pista ciclabile[24], completata


solamente nel 2012, che costituisce un circuito nelle campagne della zona di
Una delle 4 postazioni di bike sharing
Capirro, collegandosi con la parte sud della città lungo via Martiri di Palermo. La
pista è a senso unico e di colore verde.

Nel giugno 2011 sono state installate 4 stazioni di bike sharing nei pressi della villa comunale, del castello, sulla penisola di colonna
e alla stazione. Il servizio è stato temporaneamente sospeso a causa dei ripetuti atti di vandalismo, che hanno compromesso l'integrità
delle biciclette[25].

Amministrazione

Gemellaggi
Ragusa

Sport
Ha sede nel comune l'Associazione Sportiva Dilettantistica Vigor Trani Calcio. Fondata nel 1928 come Unione Sportiva Tranese, ha
cambiato numerose denominazioni nella sua storia. Milita nel campionato di Eccellenza pugliese e raggiunse il suo culmine con il
campionato nazionale diserie B.

In passato aveva sede a Trani l'Associazione Calcio Femminile Trani 80 che ha vinto tre Scudetti e una coppa Italia.
Altre società sportive sono la Fortitudo Basket Trani, la juve trani basket, la squadra
di pallavolo femminile Aquila Azzurra Trani e di pallavolo maschile Asd Geda
Volley Trani. [26] Si disputava nel comune la Trani Cup, un torneo professionistico
di tennis giocato sulla terra battuta, che ha fatto parte dell'ATP Challenger Tour.

Impianti sportivi
Stadio comunale con capienza di 8 401 posti a sedere.

Tensostatico Ferrante è un impianto utilizzato per ospitare partite di pallavolo e La formazione della Polisportiva
basket. [27] Trani che conquistò la serie B

Note
1. ^ a b Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html)- Popolazione residente al 30 aprile 2018
2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia(PDF ), in Legge 26 agosto 1993, n.
412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile , 1º marzo
2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 782, ISBN 88-02-07228-0.
4. ^ Istorica Descrizione del Regno di Napoli diviso in dodici province , su books.google.it.
5. ^ Una villa romana alla "seconda spiaggia", da T ranilive (5/11/2008), su tranilive.it. URL consultato il 25 settembre 2010.
6. ^ Armando Lodolini, Le repubbliche del mare, edizioni Biblioteca di storia patria, a cura dell'Ente per la dif fusione e
l'educazione storica, Roma 1967 (pagina 146)
7. ^ Trani | (http://www.napoliebraica.it/wordpress/trani/)
8. ^ Gli ebrei a Trani|Sinagoga Trani (http://sinagogatrani.sistemab.it/gli-ebrei-a-trani/)
9. ^ Lambert', G. Amorese,Un secolo in veletta e cilindro.
10. ^ R. Piracci. Il Tranesiere (PDF ), su ilgiornaleditrani.it.
11. ^ La storia di Pina, scampata alle bombe tedesche. Racconto familiare dei fatti del '43. , in traniviva.it. URL consultato il
4 novembre 2016.
12. ^ A.Paglionico, D.Sollitto:Analisi delle aree estrattive dismesse nel territorio di rTani, Convegno Le risorse lapidee
dall'antichità ad oggi in area mediterranea, Canosa di Puglia, 25-27/09/2006 (PDF ), su lapideiculturali.unifi.it.
13. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani , su confedilizia.it. URL consultato il 25 marzo 2007.
14. ^ Record meteo estremi, su meteo-net.it. URL consultato il 25 settembre 2010.
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23. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985,p. 11.
24. ^ Trani, inaugurata la pista ciclabile in via sant'Annibale , Traniweb, 1/08/2009, su traniweb.it.
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26. ^ (IT) Asd geda volley Trani.
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Bibliografia
Benedetto Ronchi, Invito a Trani, 1988 Schena Editore
Francesca Onesti, Il Borgo ottocentesco di Trani, 1989
Cosimo Damiano Fonseca,Trani, in Itinerari e centri urbani nel Mezzogiorno normanno-svevo
, 1993 Atti delle
decime giornate normanno-sveve, a cura di Giosuè Musca, pp. 365–384
Stefania Mola, Trani guida turistico culturale, 1994, Mario Adda editore
Lino Patruno, Stefania Mola, Raffaele Nigro, Trani, 2008, Mario Adda editore
Giuseppe Strappa, Matteo Ieva, Maria Antonietta Dimatteo, "La città come organismo. Lettura dirani
T alle diverse
scale", 2003, Mario Adda editore

Voci correlate
Accademia dei Pellegrini
Ordinamenta et consuetudo maris
Repubblica Napoletana (1799)
Storia della Puglia

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