Bitonto è conosciuta come città degli ulivi[4] per gli estesi oliveti che la
circondano e la produzione olearia, rinomata già nel XIII secolo e perfezionata
nel corso del XX secolo, che costituisce ancora oggi la più importante risorsa
economica della città. Bitonto inoltre ha dato il nome al cultivar locale, cima
di Bitonto.
Il 25 maggio 1734 la città fu teatro della storica battaglia, combattuta tra gli
austriaci e i Borbone, che portò alla nascita del regno di Napoli come Stato
indipendente.
Città Bari
metropolitana
Indice Amministrazione
Geografia fisica Sindaco Michele Abbaticchio
Territorio (Sinistra Ecologia
Clima Libertà) dal 21-5-2012
Origini del nome
Territorio
Storia
Coordinate 41°06′30″N
Origini
Periodo romano 16°41′30″E
Medioevo Altitudine 118 m s.l.m.
Età moderna
Superficie 174,34 km²
Età contemporanea
Simboli Abitanti 55 320[1] (30-4-2017)
Monumenti e luoghi d'interesse Densità 317,31 ab./km²
Architetture religiose
Frazioni Mariotto, Palombaio
Chiese rupestri
Altre chiese e luoghi sacri Comuni Altamura, Bari,
Architetture civili confinanti Binetto, Bitetto,
Architetture militari
Mura e porte Giovinazzo,
Torri di campagna Modugno, Palo del
Altro Colle, Ruvo di Puglia,
Obelischi
Terlizzi, Toritto
Aree naturali
Altre informazioni
Società
Evoluzione demografica Cod. postale 70032
Etnie e minoranze straniere Prefisso 080
Lingue e dialetti
Religione
Fuso orario UTC+1
Tradizioni e folclore Codice ISTAT 072011
Istituzioni, enti e associazioni
Cod. A893
Cultura catastale
Istruzione
Targa BA
Biblioteche
Scuole Cl. sismica zona 3 (sismicità
Musei bassa)
Media
Stampa
Nome abitanti bitontini
Radio Patrono Maria SS.
Televisione Immacolata, San
Cinema Gaetano Thiene ,
Cucina
Sant'Andrea
Eventi
Avellino(compatroni)
Geografia antropica
Urbanistica Giorno 26 maggio
Strada poligonale o Anello di Bitonto festivo
Frazioni Soprannome La città degli ulivi
Economia Motto AD PACEM PROMPTUM
Agricoltura
DESIGNAT OLIVA
Industria
BOTONTUM
Turismo
L'oliva designa
Infrastrutture e trasporti
Bitonto pronta alla
Strade
Ferrovie pace
Mobilità urbana Cartografia
Amministrazione
Gemellaggi
Sport
Colori sportivi del Comune di Bitonto
Nero e Verde
Calcio
Unione Sportiva Bitonto
Omnia Bitonto
Olimpia Torrione Bitonto Bitonto
Rugby
Pallavolo
Pallacanestro
Tennis
Ciclismo
Giro d'Italia
Golf
Altri sport
Impianti sportivi
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
Il centro abitato si trova sul primo gradino dell'altopiano della Murgia a 118 m s.l.m.[9] mentre a 102 m s.l.m. raggiunge il suo punto
più basso. Il territorio comunale ha un'altezza minima pari a 39 m s.l.m. riscontrabili nella parte settentrionale, quella più vicina al
mare, mentre nella parte meridionale è decisamente collinare e raggiunge un'altezza massima di 491 m s.l.m.[9] che determina, così,
una escursione altimetrica di 452 m.
Il territorio comunale include ilparco nazionale dell'Alta Murgia e la Lama Balice, sito naturalistico e paesaggistico istituito nel 2007
come parco regionale, collocato ai margini del centro storico della città. Il terreno su cui insiste il territorio di Bitonto è caratterizzato
dalla presenza del calcare di Bari e della dolomia bitontina[10], i cui estesi giacimenti ne hanno fatto il materiale utilizzato per la
costruzione della stragrande maggioranza delle strutture e monumenti locali.
Classificazione sismica: zona 3 (sismicità bassa).Ordinanza ministeriale n. 3274/03, aggiornata al 16/01/2006 con le
comunicazioni delle regioni.
Clima
Il clima del territorio comunale è, come per il resto della regione, tipicamente mediterraneo, con inverni freschi, spesso sferzati da
freddi venti balcanici, ed estati calde, a volte anche torride per l'azione di caldi venti sciroccali. Le temperature medie in inverno
registrano eccezionalmente valori negativi. Nel mese di dicembre del 2007 è stata registrata una temperatura minima di -2,7 °C,
mentre nel mese di giugno dello stesso anno si è registrata una temperatura massima di 45,5 °C.
La tabella sottostante mostra i dati dei valori medi registrabili nel comune di Bitonto.
Mesi Stagioni
Bitonto
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri
T. max. media
10,5 11,4 13,6 17,4 22,2 26,5 29,1 29,3 25,4 20,2 15,7 12,1 11,3 17,7
(°C)
T. min. media
4,2 4,3 6,0 8,5 12,3 16,2 18,8 19,0 16,2 12,4 8,6 5,8 4,8 8,9
(°C)
Precipitazioni
52 58 46 43 39 30 22 26 49 61 62 60 170 128
(mm)
Umidità
relativa 78,4 77,1 75,1 72,0 69,1 65,2 61,6 63,6 70,7 77,3 79,3 79,4 78,3 72,1
media (%)
La maggiore piovosità si registra durante l'autunno e l'inverno, mentre i mesi estivi sono più secchi, talvolta con piogge del tutto
assenti.
Zona climatica C;
Gradi giorno 1350.
La probabile ma non certa origine del toponimo Botuntum, da "bonum totum", allude forse alla prosperità del luogo, in ambito
agricolo[12]. Altri studi affermano che il significato di Butuntum o Botuntum, sarebbe invece: città sotto la quale scorre acqua[13]
(dal greco "Bot" o "But": profondità dove scorre o stagna acqua e “ntum”, suffisso che indica città al pari di Tarentum, Metapontum e
Sipontum).
Storia
Origini
Secondo la tradizione, Bitonto sarebbe stata fondata dal re
illirico Botone, dal quale deriverebbe il nome[14]. La
presenza umana nel territorio risale all'epoca neolitica,
testimoniata da insediamenti in grotte e da menhir[15]. Una
necropoli dell'età del ferro era situata presso un'ansa del
torrente Tiflis, nella lama. Ciò fa presumere che la città Schizzo della Tavola Peutingeriana nei pressi di Bitonto
fosse sede di una grande comunità che attirava la
popolazione sparsa nelle campagne[16].
La città fu un importante centro peuceta[17], e dal VI secolo subì l'influenza delle città magnogreche, in particolar modo di
Taranto[18]. Dal III secolo a.C., quando la lega peuceta si sciolse, si dotò di una propria zecca[19], come dimostrano le stesse monete,
rinvenute nel centro storico, che riportano l'immagine di una civetta con un ramo di olivo, altre una conchiglia, altre un granchio,
altre ancora la testa di Atena. Il retro di queste monete riporta la legenda in caratteri greci "BYTON TINΩN" accompagnata in alcune
dall'effigie dell'eroe tarantino Falanto, in altre da una spiga di grano, in altre ancora da un fulmine[20]. Un'altra necropoli, risalente al
IV-III secolo a.C., è stata inoltre rinvenuta nell'attuale centro urbano.
Periodo romano
In epoca romana fu municipio[18], mantenendo comunque il culto riservato alla dea Minerva, che veniva considerata dea protettrice
non solo di Bitonto, ma di molte altre città apule e italiche. A lei veniva attribuito il dono dell'ulivo alla città[21]. Un tempio a lei
dedicato doveva collocarsi su uno sperone che domina il iTflis, tra le attuali chiese di San Pietro in Vincoli e San Francesco la Scarpa.
La presenza del tempio in quel periodo è confermata da una lastra di pietra cubica di epoca romana, riusata nelle mura della sacrestia
dell'attuale chiesa[22].
La città era attraversata dalla via Traiana nel punto in cui il tracciato di quest'ultima si ramificava in due: la mulis vectabilis via per
Peucetios citata da Strabone, che passava per Celiae, Azetium e Norba e la via Minucia Traiana, che passava per Barium. Le due vie,
poi, si ricongiungevano a Egnazia[23]. Fu stazione di sosta menzionata nell'Itinerarium burdigalense[24], nell'Itinerario antonino[25],
nella cosmografia ravennate[26], nella tavola teodosiana[27], e nella Tavola Peutingeriana[28]. Fu inoltre citata da Marco Valerio
Marziale[29], da Sesto Giulio Frontino[30] e da Plinio il Vecchio. Quest'ultimo fa riferimento solo al nome degli abitanti
[31].
Medioevo
Dopo la dissoluzione dell'Impero Romano d'Occidente, del dominio di Odoacre e del
regno gotico, gran parte della Puglia, inclusa Bitonto, fu riconquistata dall'impero
Romano d'Oriente nell'ambito della "restitutio" giustinianea e si trovò coinvolta in
una fase di lotte. La Puglia, come le altre regioni costiere italiane, infatti, era
minacciata dalle scorrerie dei pirati saraceni. Al V-VI secolo risalgono i resti di una
[32].
chiesa rinvenuti negli scavi sotto l'attuale concattedrale
Tra XI e XII secolo sotto il dominio dei Normanni di Ruggero II, Guglielmo il Malo e Guglielmo II, Bitonto visse un periodo di
rinascita dal punto di vista civile e culturale[39]. La città si rivestì di nuove mura[40]. Il giudice bitontino Maggiore, a seguito della
distruzione di Bari da parte di Guglielmo il Malo, assunse la suprema carica di regio giustiziere: grazie a lui e con l'aiuto dei
Benedettini, prese il via la costruzione della nuova cattedrale. I Benedettini erano giunti in città in questo periodo[41], fondando fuori
le mura l'abbazia dedicata a San Leone e dando un forte impulso all'economia cittadina, grazie anche alle nuove tecniche agricole e
alla bonifica di nuove terre. La tradizionale "fiera di San Leone", che si svolge il 6 aprile per commemorare il Santo, si originò
probabilmente proprio nell'XI secolo[41]. Già celebre nel XIV secolo come fiera di animali, venne citata nel Decamerone di Giovanni
Boccaccio[42]:
«Non avendo adunque più modo a dover fare della giovane cavalla, per le parole che dette avea compar
Pietro, ella dolente e malinconosa si rivestì, e compar Pietro con uno asino, come usato era, attese a fare il
suo mestiere antico, e con donno Gianni insieme n'andò alla fiera di Bitonto, né mai più di tal servigio il
richiese.»
Lo stesso Puer Apuliae - soprannome di Federico II - probabilmente visitò Bitonto in occasione di un dictamen pronunciato
dall'abate e diacono barese Nicolaus, all'interno della Cattedrale di Bitonto, in lode all'imperatore. La data della visita è tuttora
incerta ma è collocabile dal 1229 al 1236. In questo periodo fu realizzato, dal maestro Nicolaus, anche l'ambone della stessa
Cattedrale che raffigura quattro persone e tra queste vi è Federico II. Probabilmente, l'ambone è stato realizzato proprio in onore
dell'imperatore in seguito alla sua visita effettuata a Bitonto. [44]
Già nel Duecento iniziarono le dispute di confine con Bari per il possesso del porto di Santo Spirito, attraverso il quale si svolgevano
i traffici marittimi. Nel 1265 il confine tra le due città venne fissato all'Arenarum, tra Palese-Macchie e Santo Spirito, ma il conflitto
continuò ancora nei secoli successivi[45].
Agli Svevi subentrarono gli Angioini: Carlo I d'Angiò contribuì a formare in città una nuova nobiltà, composta soprattutto dai
Rogadeo, Bove, Planelli e Labini, dedita ai traffici e al commercio. Tra i principali esponenti di quel tempo ci furono Sergio Bove e
Giacomo Rogadeo, entrambi originari diRavello, sulla costiera amalfitana. È questo un periodo di fioritura per la città, anche grazie a
un'economia basata sull'esportazione di olio che continuerà a crescere fino al XVII
secolo, quando si instaurò la dominazione spagnola[46]. In Puglia, infatti, l'olio
bitontino era apprezzato e richiesto soprattutto daVenezia[46].
Età moderna
Il 27 maggio 1551 la città riacquistò la propria autonomia e la regia demanialità, versando al duca di Sessa e alla corona spagnola una
somma di 86 000 ducati (66 000 per la città di Bitonto e 20 000 per il porto di Santo Spirito). Gli statuti cittadini furono redatti nel
1565[48]. La disputa di confine con Bari per il possesso di Santo Spirito, iniziata nel XIII secolo, riprese vigore in quegli anni: nel
1527 Bona Sforza, duchessa di Bari, aveva dichiarato "zona promiscua" il territorio tra Modugno e il mare[49]. Il conflitto riprese in
seguito tra l'"università" di Bitonto e quella diBari: il consiglio di Napoli nel 1584 fissò nuovamente i medesimi confini del 1265[50].
Nel Seicento fu la seconda città di Puglia dopo Lecce[51] e visse una fioritura
culturale, con la bottega di pittura di Carlo Rosa, l'Accademia degli Infiammati, il
musicista Tommaso Traetta, il matematico Vitale Giordano e Nicola Bonifacio
Logroscino, attore dell'opera buffa.
Nel 1647 vi furono moti insurrezionali del popolo contro la nobiltà frenati solo dal
conte di Conversano[52]. Il 25 maggio 1734, durante la guerra di successione
polacca, nel campo di San Leone l'esercito spagnolo di Carlo di Borbone vi
sconfisse gli Austriaci nella battaglia di Bitonto, assicurando ai Borbone il possesso
del Regno di Napoli. Per celebrare l'avvenimento fu innalzato un obelisco noto come
Obelisco Carolino.
Età contemporanea
Durante il Risorgimento il bitontino Giovanni Vincenzo Rogadeo fu nominato da
Giuseppe Garibaldi primo governatore della Puglia e in seguito divenne senatore del L'obelisco Carolino, eretto in seguito
Regno. Come sindaco della città, tra il 1870 e il 1875, promosse un "consorzio per alla battaglia di Bitonto
oli tipici", un "gabinetto di lettura"[53] e una "scuola serale di disegno"[54], oltre a
occuparsi della viabilità e degli accessi ferroviari. Nel 1893 avvenne l'uccisione di
un delegato della finanza; nella vita politica cittadina si sviluppò il movimento socialista. In seguito ebbero rilevanza le figure del
cattolico Giovanni Ancona Martucci e del vescovo Pasquale Berardi e ancora di
Giovanni Modugno, aderente alla corrente politica di
Gaetano Salvemini, tra il 1911 e il 1919.
Il 6 settembre 1928 con r.d. la frazione di Santo Spirito, unico accesso alla costa e oggetto di dispute di confine tra le due città sin dal
XIII secolo, passò al comune di Bari[55] per opera del podestà fascista di Bari (1926-1928), Araldo di Crollalanza. Il territorio
sottratto aveva una superficie di circa 16 km².
Simboli
Lo stemma di Bitonto, riconosciuto con decreto ministeriale del 25 giugno 1965[57] e descritto nello
statuto comunale[58], raffigura in campo bianco un ulivo terrazzato di verde, simbolo di pace ed elemento
distintivo del territorio bitontino.
All'ulivo sono affrontati due leoni, che vogliono richiamare la forza del potere esecutivo della città, tenuta
dai nobili e popolari. Sui rami dell'albero, cinque storni appollaiati, rappresentanti i cinque casati che
ebbero in feudo la città[59], beccano un'oliva ciascuno.
Lo scudo è sormontato da una corona marchesale e presenta alla base un ramo di ulivo e uno di leccio,
annodati con un nastro rosso. Il nastro bianco sottostante riporta, in caratteri argentei, il motto in latino
"AD PACEM PROMPTUM DESIGNAT OLIVA BOTONTUM", che in italiano si può tradurre con: "L'oliva
designa Bitonto pronta alla pace".
Gonfalone del
comune di Bitonto
Lo stemma va contestualizzato all'evento che ne ha portato la realizzazione: lo storico riscatto dal giogo
feudale, avvenuto nel 1551. In questo senso il motto e i due leoni stanno a indicare che le sorti della città
saranno da quel momento in poi legate all'olivo, e alle decisioni della popolazione, non più ai feudatari. Prima di allora il simbolo
principale della città era costituito dal solo ulivo. Esso infatti rappresenta il motivo ornamentale di molti edifici sparsi nel centro
storico.
Per ricordare questo evento è stata istituita la "Giornata del Gonfalone" in cui si premiano le personalità che più mantengono alto il
nome della città. Tre i premiati dalla prima edizione del riconoscimento (2009): Pasquale Schiraldi, Vito Domenico Gala e Francesco
Stellacci, giovani e illustri ricercatori e cattedratici di origine bitontina.
Architetture religiose
La concattedrale, dedicata a San Valentino, è stata innalzata nel XII secolo[60] in stile romanico pugliese. La facciata
è tripartita da lesene per tutta l'altezza ed è dotata di treportali. La ricca decorazione scultorea del portale centrale,
delle quattro bifore del registro superiore e delrosone a sedici raggi riprende scene delNuovo Testamento e motivi
zoomorfi. Lungo il fianco destro, caratterizzato da unesaforato e profondi arconi, si apre la Porta della Scomunica,
cosiddetta perché nel 1227 papa Gregorio IX vi scomunicò Federico II[61]. L'interno, con pianta acroce latina, è
diviso in tre navate absidate. Notevoli il soffitto a capriate lignee con
cosiddetta perché nel 1227 papa Gregorio IX vi scomunicò Federico II . L'interno, con pianta acroce latina, è
diviso in tre navate absidate. Notevoli il soffitto a capriate lignee con
decorazione policroma e l'ambone federiciano, decorato con paste
vitree secondo modelli islamici e recante i bassorilievi degli imperatori
svevi. La cripta conserva i resti di una chiesa precedente (databili a
partire dal V secolo)[62], tra i quali un brandello dimosaico raffigurante
un grifone, risalente all'XI secolo. Nella cattedrale sono conservati i
simulacri di Maria Santissima Addoloratae di Maria Santissima
Immacolata, patrona della città. È sede della Parrocchia diSanta Maria
Assunta.
Chiesa di San Niccolò ai Teatini o San Gaetano, commissionata dai Navata centrale, Cattedrale.
Teatini nel 1609[64] e realizzata secondo il progetto di Dionisio V olpone
di Parabita, fu eretta in piazza Cavour instile barocco sull'antico palazzo
dell'Universitas. La struttura venne consacrata nel1730[65]. La facciata
è composta da due registri: il primo è scandito da seilesene, il secondo
da quattro. Entrambi i registri sono delimitati dalle lesene laterali.
Alternati alle lesene, per entrambi i registri, vi sono dellenicchie che al
centro lasciano il posto al portale, nel primo registro, e a un finestrone
nel secondo. La facciata si chiude con untimpano recante lo stemma
dei Teatini. L'interno si compone di un'unicanavata, terminante in tre
absidi e delineata da quattroarcate per lato corrispondenti ad altrettante
cappelle. Notevole l'altare in pietra del1696 nella prima cappella a
destra, patronato della famiglia Sylos-Sersale[66]. Le pareti della navata
e il soffitto ligneo si presentano affrescati per opera del pittore bitontino
Carlo Rosa. Nella chiesa sono conservati i simulacri diSan Giuseppe,
della Madonna della Salute, San Gaetano Thiene eSant'Andrea
Avellino, questi ultimi due compatroni della città.
Architetture civili
La chiesa di San Giorgio Martire
Palazzo Vulpano-Sylos, monumento nazionale[78], fu costruito nella
seconda metà del Quattrocento per volere di Giovanni Vulpano,
riutilizzando forse una torre medievale delXII secolo. Oltre il portale con
elementi tardo-gotici aragonesi, si apre un cortile che riprende lostile
rinascimentale napoletano dove, nel fregio, diversi personaggi del casato
sono raffigurati insieme a condottieri e imperatori romani[79]. Allo
stemma della famiglia Vulpano si aggiunse quello della famiglia Sylos,
quando con l'estinzione della prima questa divenne proprietaria del
palazzo[79].
Palazzo De Lerma, fu fatto costruire accanto alla concattedrale, in un'area precedentemente inclusa nelle proprietà
del vescovo nel XVI secolo, da Girolamo De Lerma, duca diCastelmezzano e appartenente a una famiglia giunta in
Italia dalla Spagna verso il1500. Sulla sua destra preesisteva la chiesetta della Santa Maria della Misericordia [84],
[84]
della quale si conserva il portale principale (risalente al 1586 ) con, sulla parte superiore, il bassorilievo di una
pietà. Il palazzo è coronato da un ricco cornicione ed è in stilerinascimentale anche se successivamente vi furono
delle trasformazioni e delle aggiunte in stilebarocco, cui seguì l'aggiunta
dei balconi nel XVIII secolo. La facciata del palazzo è prospiciente con il
sagrato della concattedrale e tra di essi vi è una loggiacinquecentesca
chiamata loggia delle benedizioni. Essa è realizzata in stile
rinascimentale ed è posizionata ad angolo.
Villa Sylos, detta comunementeLa Contessa, si sviluppa a L su più
livelli. L'ingresso della villa è preceduto da un portale il cui interno è
voltato a botte ribassata. Un selciato attraversa il portale fino all'ingresso
della villa, formato da duestipiti e architrave con cornice su cui vi è lo
stemma della famiglia Sylos-Labini. A destra, in serie, si aprono tre
finestre. La facciata laterale sinistra è formata da una finestra e un
accesso simili quelli della facciata d'ingresso. La facciata retrostante è
identica a quella anteriore. La porta, sulla sinistra, è, però, dotata di un Loggiato del palazzo Sylos-Calò.
portico a cinque campate, chiuso alla parte esterna. La facciata destra è
dotata di sei finestre: quattro piccole e due più grandi. Nell'area recintata
della villa si trova la torre di Cesare, risalente al XV secolo[85], a cui è
addossato un portico a unacampata con volta a crociera. Infine, un
viale porta alla chiesetta di San Tommaso realizzata in pianta quadrata
e coperta da volta a crociera. La villa diventò bene demaniale nel 1975,
e dal 1978 giace in completo stato di abbandono, anche se è previsto
un recupero[86].
Architetture militari
Durante il periodo angioino la difesa della città non fu trascurata; furono, infatti,
innalzate le torri cilindriche, tra cui il torrione, la torre più imponente e più La facciata del teatro.
resistente, e restaurate porta Pendile e porta Robustina. Tra il XV e XVII secolo,
furono attuati dei restauri e reintegrazioni che interessarono soprattutto il tratto tra
Porta La Maja, piazza Castello e Vico Goldoni, cosa che comportò un avanzamento di tale tratto rispetto al vecchio allineamento
normanno. Fu realizzato il Trione, cioè un torrione, posto sull'estremo orientale della città antica, laddove probabilmente sorgeva una
torre più vecchia[91]. Oggi delle mura, rimangono lunghi tratti che delimitano la parte meridionale del centro storico mentre della
parte settentrionale rimane ben poco. Delle cinque porte originarie rimangono solo porta La Maja e porta Baresana, mentre molte
torri, sia angioine che normanne, sono ancora esistenti.
Torrione angioino, è una torre cilindrica del XIV secolo[64]. Faceva parte
di una piazzaforte con ventotto torri e cortine[92]. Fu utilizzata come
torre di avvistamento e di difesa, e i suoi sotterranei furono adibiti a
luogo di detenzione. Ha un'altezza che supera i 24 m, e un diametro di
circa 16[64]. È dotata di mura spesse quasi 5 m[64] che rendono la torre
molto resistente. È realizzata inbugnato e termina con una merlatura.
Alla base il torrione è inanellato dalle casematte che, in basso, lasciano
il posto a uno zoccolo a stella che segna il perimetro interno delfossato,
profondo oltre 4 m. L'interno è composto da tre ambienti poveri. Quella
del piano terra è di pianta circolare e ci si entra da una apertura di
appena 80 cm. La copertura è a volta semisferica. Il primo piano
conserva una pianta ottagonale e la copertura è formata da unavolta a
crociera. Il secondo piano è, infine, nuovamente di pianta circolare. Il
torrione dal 2009 è sede di una galleria d'arte contemporanea allestita
nelle casematte, grazie a un intervento di riqualificazione che ha anche
riportato alla luce il fossato.
Torri di campagna
Oltre alle torri che costellano la cinta muraria della città, sono presenti, nell'agro bitontino, diverse torri di campagna, realizzate
soprattutto per scopi difensivi:
Torre Santa Croce fu addossata alla chiesa omonima nel XV secolo[75];
Torre Spoto, è situata nelle vicinanze della strada che porta a Ruvo di Puglia. È realizzata su tre livelli, i primi due
coperti da volte a botte, mentre il terzo livello è privo di copertura. Questa torre è stata il quartier generale di
Montemar e delle sue truppe durante la battaglia di Bitonto;
Torre D'Agera, del XV secolo[96]; è situata in direzione diGiovinazzo e apparteneva alla nobile famiglia degli Agera.
Fortemente degradata, si estende su due livelli e conserva unabifora;
Torre Pingiello, fu innalzata probabilmente agli inizi del 1700. Nei pressi della torre sono stati rinvenuti frammenti
ceramici databili al V secolo a.C.[97];
Torre Carriere, appartenente a una famiglia proveniente dal Veneto, risale invece al 1621, come riporta l'architrave
dell'ingresso;
Situata a ridosso dellalama è la torre Pozzo Cupo delXVI secolo;
Torre Morea, si trova sulla strada che portavaa Silvium (Gravina di Puglia). Fu realizzata nel XVI secolo, si eleva su
due piani ed è adornata all'ingresso da una nicchia un tempo af frescata;
Torre Ranocchio, datata ai primi anni del XVIsecolo; si erge su due piani ed è situata in direzione diPalo del Colle.
Altro
Obelischi
Aree naturali
Parco nazionale dell'Alta Murgia, il comune di Bitonto fa parte delParco nazionale dell'Alta Murgia. Le parti più
interne del territorio comunale, per un totale di 1 959 ettari, sono comprese entro i confini del Parco [100], che si
[100]
estende per 68 077 ettari complessivi . La presenza animale in questo spazio è caratterizzata da istrici, volpi e
tassi, ma ci sono anche rettili come lucertole sicule, vipere e bisce. Il parco ospita inoltre la più numerosa
popolazione italiana della specie prioritariafalco naumanni, comunemente noto come grillaio, ed è una delle più
numerose dell'Unione Europea.
Parco regionale Lama Balice, l'area protetta, identificata come parco naturale attrezzato nel1980 e come parco
naturale regionale dal 2007[101], si estende per 504 ettari tra i comuni diBari e Bitonto lungo il percorso
dell'omonima lama, una delle più lunghe della provincia[102]. Il torrente che vi scorre, chiamato un tempoTiflis, è
solitamente in secca, ma in occasione di abbondanti precipitazioni si gonfia per l'apporto di acqua piovana. Dal
punto di vista naturalistico la lama è area di sosta per avifauna
l' e mantiene in ampi tratti l'originariamacchia
mediterranea. I numerosi casali, chiese e masserie, oltre che i resti di epocaprotostorica restituiti dalle numerose
cavità naturali, attestano la continua frequentazione umana del sito.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[103]
Romania, 281
Albania, 200
Tunisia, 121
Cina, 63
Nigeria, 51
Polonia, 38
Algeria, 38
Somalia, 27
Croazia, 25
Iraq, 20
Lingue e dialetti
Il dialetto bitontino è la variante locale del dialetto apulo-barese centrali. È stato oggetto di numerosi studi[105], e reca traccia della
lunga presenza di dominazioni diverse (greca, francese, austriaca e spagnola).
Nella pronuncia dialettale tutte le vocali protoniche e postoniche, esclusa la "a" protonica, hanno ceduto il posto a una "e" muta
simile a quella francese[106]. Le vocali accentate sono rimaste tali in sillabe aperte (ad esempio l'italiano "mosca" diventa "mòsche"),
mentre si sono trasformate in dittonghi diversi in sillabe aperte:
La "a" muta nel dittongo "èu" (ad esempio "mano" in italiano, diventa "mèune").
La "e" si trasforma nel dittongo "ài" o "èi" (ad esempio, l'italiano "treno" diventa "tràine" o "trèine").
La "i", muta nel dittongo "ói" (ad esempio, l'italiano "partita" diventa "partóite").
La "o", diviene invece "àu" (ad esempio l'italiano "scopa" diventa "scàupe").
La "u" si trasforma nel dittongo "ìu" o "éu" (ad esempio, l'italiano "tu" diventa
téue o "tìue").
L'articolo singolare femminile è "la", quello singolare maschile "u", mentre il plurale di entrambi i generi è "re".
Religione
Bitonto, con Bari, è sede dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto. La diocesi di Bitonto ha un'origine che può essere fatta risalire al tempo
della piena conversione della Puglia. La cronotassi episcopale parte infatti dal 515. Sebbene vi siano notizie confuse circa la presenza
di un certo Andreano, vescovo di Bitonto intorno al 734[107], il primo vescovo di Bitonto di cui si hanno notizie dettagliate fu
Arnolfo nel 1087. Nel 1818 la diocesi di Bitonto venne unita aeque principaliter a quella di Ruvo ma nel 1978, con le dimissioni del
vescovo Marena, la diocesi fu affidata in amministrazione apostolica a vescovi delle diocesi vicine e il 30 settembre 1982 fu
nuovamente separata[108].
Il 26 febbraio 1984 è da ricordare la visita di Papa Giovanni Paolo II a Bitonto nel cui discorso rende omaggio ai cittadini bitontini:
«il mio viaggio a Bari sarebbe stato incompleto senza questo incontro con voi, uomini e donne di Bitonto che con la vostra quotidiana
[109].
fatica rendete feconda questa terra, traendone prodotti abbondanti e universalmente apprezzati»
Bitonto fu dapprima unita in persona episcopi all'arcidiocesi di Bari-Canosa e poi, con la riforma del 1986 che riordinò le sedi
diocesane in Italia, fu aggregata a questa, assumendo il suo nome attuale. In occasione del Congresso eucaristico nazionale del
maggio 2005, l'arcidiocesi di Bari-Bitontofu meta del primo viaggio apostolico diBenedetto XVI dopo l'elezione a papa.
Arciconfraternita Sant'Anna;
Arciconfraternita Immacolata Concezione;
Arciconfraternita Santa Maria del Suffragio;
Arciconfraternita Santissimo Rosario;
Arciconfraternita Maria Santissima del Carmelo;
Arciconfraternita Santissimo Sacramento (estinta);
Arciconfraternita Angeli Custodi (estinta);
Confraternita Sant'Antonio di Padova;
Monte dei Morti della Misericordia;
Confraternita Maria Santissima Annunziata;
Confraternita Santissimo Crocifisso;
Confraternita San Rocco da Montpellier (estinta);
Confraternita San Michele Arcangelo;
Confraternita Santa Lucia;
Confraternita San Giuseppe;
Confraternita Sant'Isidoro Agricola;
Confraternita Santa Filomena;
Confraternita Sacro Cuore di Gesù;
Confraternita San Francesco di Paola;
Confraternita San Filippo Neri;
Confraternita Maria Santissima delle Grazie;
Confraternita San Pasquale Baylon;
Associazione Maria Santissima di Loreto;
Associazione Santa Rita da Cascia;
Terz'Ordine francescano.
Presente nella città è anche la comunità dei testimoni di Geova, che hanno a disposizione la "sala delle Assemblee", che è situata in
campagna ed è una struttura di grandi dimensioni che è un punto di riferimento per i testimoni di Geova di tutta la regione.
Tradizioni e folclore
La città di Bitonto venera come santa patrona l'Immacolata Concezione, la cui
devozione risale al 1703, quando la città rimase intatta in seguito alla scossa di
terremoto che provocò invece diversi danni nei dintorni. Questo evento fu attribuito
all'Immacolata e in suo onore fu quindi fatta erigere in piazza Cattedrale la guglia
dell'Immacolata. È però il miracolo occorso tre anni dopo durante la battaglia di
Bitonto dove la tradizione vuole che la Vergine, apparsa al Generale Montemar delle
truppe spagnole e salvando così la città dal saccheggio e dalla distruzione, che
consolida la figura dell'Immacolata come patrona[110].
Cultura
Istruzione
Biblioteche
Biblioteca civica Eustachio Rogadeo: la biblioteca comunale prende il nome dal palazzo che la ospita, donato nel
1966 dall'omonima famiglia al Comune per essere adibito a biblioteca civica e a museo. La biblioteca contiene un
ingente patrimonio librario: circa 60 000 volumi di cui cospicuo è il numero di
cinquecentine, incunaboli e
manoscritti[114];
Biblioteca diocesana: nata come biblioteca del seminario, nel1738 è diventata biblioteca vescovile. Possiede circa
50 000 volumi[115];
[116];
Biblioteca Antonio De Capua: istituita circa trent'anni fa dal Centro Ricerche di Storia e Arte bitontina
Biblioteca Martucci Zecca: la biblioteca della famiglia Martucci Zecca consiste in una raccolta di giornali locali e
pugliesi degli ultimi decenni dell'Ottocento;
Biblioteca dei musicisti pugliesi: la biblioteca fu istituita dall'Associazione musicale "T
ommaso Traetta" e raccoglie
pubblicazioni dei musicisti locali e pugliesi.
Scuole
Musei
Galleria nazionale De Vanna, è la prima galleria nazionale diarte moderna di Puglia. È intitolata ai bitontini Girolamo
e Rosaria Devanna che ne hanno permesso l'apertura donando la loro collezione nel 2004. Essa raccoglie 229
dipinti e 108 disegni attribuiti a importanti artisti italiani e stranieri, databili tra ilXVI e i primi del XX secolo[118]. Vi
sono esposti 166 dipinti suddivisi in cinque sezioni, nella cornice delrinascimentale palazzo Sylos-Calò. Al piano
superiore sono sistemate le altre sezioni. In quella delCinquecento sono esposte soprattutto opere di artistiVeneti e
meridionali, alcune di forte influenza bizantina, ma anche opere di artisti di altre zone d'Italia. Nelle sale del Seicento
e del Settecento sono esposte opere di autori italiani e stranieri disposti per tematiche. Nella sala dell' Ottocento si
concentrano i ritratti ma anche scene di storia e nature morte, sempre di autori italiani e stranieri. L'ultima sezione, al
piano inferiore, è dedicata agli artisti delNovecento italiani, soprattutto meridionali, ma anche stranieri e
d'oltreoceano.
Museo diocesano Marena, creato tra il 1969 e il 1970[119], si tratta del museo dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto, che
raccoglie i beni artistici della cattedrale di Bitonto e di altre chiese del territorio bitontino. Il museo ha sede presso
l'ex seminario vescovile annesso allachiesa di San Francesco della Scarpa. La struttura, articolata su due livelli e
dotata di un giardino pensile, conserva oltre 2500 pezzi che ne fanno il museo diocesano più grande del
Mezzogiorno[120].Il primo piano è dedicato alla pittura dell'Ottocento e del Novecento in Puglia; il secondo piano è
dedicato ai dipinti del Seicento e del Settecento ma espone anche sculture del Quattrocento e del Seicento. Di
particolare interesse un'icona lignea raffigurante la Vergine di autore bizantino databile al XII secolo e un crocefisso
del XIV secolo di scuola umbra[119]. Nel terzo piano sono sistemate opere realizzate da artisti della scuola bitontina
del XVII secolo (Alfonso de Corduba,Carlo Rosa, Nicola Gliri, Francesco Altobelli).
Media
Stampa
Radio
Una certa importanza storica nel settore radiofonico locale ha avuto "Bitonto Radio International", che è stata una delle prime
stazioni radiofoniche libere italiane. Fu fondata nel 1976 ma cessò di trasmettere due anni dopo. La radio di Bitonto più seguita è
Radio One, che offre una programmazione incentrata sulla musica rock.[124]
Televisione
"PuntoTV" (Puglia).
Cinema
Tre personaggi di Bitonto sono stati più volte presenti sul "grande schermo":
Michele Mirabella, Bianca Guaccero e Pippo Mezzapesa.
Il film di Lucio Fulci Non si sevizia un paperino, è ispirato a una storia vera
avvenuta a Bitonto nel 1971 quando la città fu teatro di una serie di delitti dove le
[125].
vittime erano bambini, da cui appunto il regista trasse spunto per il soggetto
Cucina
Ricca è la cucina bitontina, che annovera diversi piatti tipici. Tra questi è la
ciallédde, preparato con pane bagnato, pomodorini, olio e sale. Piatti simili sono
diffusi in tutta la Puglia[128]. Diffusi sul territorio murgiano sono i lampascioni, una
pianta che genera dei bulbi dalla forma di piccole cipolle. Tali bulbi sono raccolti e
lasciati a mollo almeno due giorni, dopo i quali sono pronti per essere serviti,
solitamente conditi consale e olio d'oliva.
Rinomati i dolci legati alle tradizioni festive. Tipica del periodo di Ognissanti è la
Lampascioni sott'olio colva, preparata con grano ammorbidito nell'acqua, chicchi di melograno e di uva,
[129].
scaglie di cioccolato fondente, il tutto legato insieme dal vin cotto di uva
Tipiche del periodo natalizio sono, invece, le cartellate, e i cuscinetti. Le prime sono dei nastrini di una sottile sfoglia di pasta
preparata con farina, olio e vino bianco, avvolti su sé stessi sino a formare una sorta di "rosa" che sono poi fritte in abbondante olio e
passate nel vin cotto di uva, di fichi, o di fichi d'India. aTlvolta il vino bianco è sostituito con del succo di arancia.
Con lo stesso impasto si preparano i cuscinetti: si ricavano piccoli rettangoli di pasta farciti con della pasta reale, ottenuta dalla
triturazione delle mandorle e l'aggiunta di zucchero. Successivamente sono chiusi per formare piccoli cuscinetti che dopo saranno
cotti: cosparsi di zucchero a velo se passati al forno oppure rigirati nello zucchero semolato se fritti.
A Pasqua, invece, si prepara la scarcella, una ciambella o colomba di cioccolato di pane addolcito con della glassa. La ricetta tipica
prevede anche un uovo sodo al centro.Carnevale, infine, è l'occasione per la preparazione dellechiacchiere.
Tipica è anche la focaccia di patate, un piatto occasionale che per tradizione si mangia la domenica. L'impasto consiste in farina, olio
d'oliva, pomodori e patate macinate. Il tutto viene poi cotto in forno per circa 15-20 minuti.
Il dolce simbolo della città è però il bocconotto. La ricetta era un segreto delle suore
del monastero di Santa Maria delle Vergini.
Eventi
Geografia antropica
Urbanistica
Il nucleo storico della città, di forma trapezoidale, è delimitato a tratti dai resti delle mura di periodo normanno. Si è sviluppato a
partire dal quartiere chiamato "cicciovizzo", situato tra il torrente iTflis a sud e la via Traiana (che vi giungeva da Ruvo di Puglia) che
lambiva l'abitato a nord, attraversando probabilmente la zona di porta Robustina fino ad arrivare a porta La Maja[135]. Lo sviluppo
urbano si è, nei secoli, spinto a nord di tale quartiere, attratto dalla presenza della detta via Traiana, fino a raggiungere l'estensione e
l'aspetto attuale.
Le strade del centro storico hanno andamento tortuoso, solo raramente seguono uno schema definito. Sparsi per tutto il borgo antico
sono gli archi e le corti. Le strutture rilevanti più antiche presenti nel centro storico risalgono al basso Medioevo[136], le più recenti al
primo Ottocento.
È questo il punto di incontro di ben tre piazze: piazza Cavour, interna alle mura del centro storico, piazza Moro, che si forma
dall'incontro tra via Repubblica e il corso, e piazza Marconi, che unisce via Crocifisso e via Traetta. Il corso ospita palazzo Gentile,
l'attuale sede del Comune[138].
Lo sviluppo di primo Novecento non è separato in modo deciso dalla zona ottocentesca. Grosso modo, anzi, conserva una soluzione
di continuità con essa. La ferrovia, a nord, rappresenta il limite naturale del centro abitato vero e proprio. I quartieri più recenti si
sviluppano oltre la ferrovia, come la zona artigianale, e a est, come lazona 167.
Degno di nota è la rete fognante di Bitonto, tra le più antiche d'Europa, realizzata secoli prima di quelle di Napoli e Parigi. La sua
costruzione risale al 1512 e fu completata nei primi anni delSeicento[139].
Frazioni
Mariotto (circa 2300 abitanti) si trova a circa 15 km da Bitonto e in posizione leggermente più elevata (240 m s.l.m.).
Il nome deriva dal feudo di Mariotto dei V erità, con numerose tenute e masserie. L'attività prevalente è agricoltura
l'
(olivicultura e vigneti) e vi si produce il vino "San Barbato".
Palombaio (circa 3500 abitanti), si trova a circa 8 km da Bitonto, a metà strada fra Ruvo di Puglia e Palo del Colle.
Negli ultimi cinque anni è stata soggetta a un notevole sviluppo demografico, che ne ha visto raddoppiare la
popolazione e sorgere numerosi campi sportivi. Nelperiodo natalizio vi si svolge un presepe vivente sulla piazza del
Milite Ignoto.
Economia
L'economia cittadina è da sempre legata all'agricoltura, principalmente all'ulivo. Ad essa si affianca un'organizzazione industriale
basata sull'olio. Sul territorio, insistono migliaia di piccole e medie aziende agricole a conduzione prettamente familiare molte di esse
associate nelle due Cooperative esistenti "Produttori Olivicoli Bitonto" e Cima di Bitonto[140]. Sul territorio comunale insiste, benché
in crisi, la manifattura tessile, con una quarantina di siti produttivi e oltre trecento aziende del settore abbigliamento.
In crescita il turismo, soprattutto culturale, ma anche naturalistico. Il commercio è basato soprattutto sulle tradizionali fiere ("fiera di
San Leone" e "fiera dei Santi Medici").
Agricoltura
Bitonto con un patrimonio di oltre 1 700 000 alberi di ulivo si impone tra i maggiori produttori in Italia di olio d'oliva. Il territorio
comunale infatti, produce un olio extravergine d'oliva ricavato dalla varietà di olive "Cima di Bitonto", diffusa in molti dei comuni
circostanti.
L'olio di Bitonto, la cui produzione si è particolarmente sviluppata nel corso del XX secolo, è caratterizzato da una bassissima acidità
(0,21%)[141], e viene esportato in tutta Europa e in America. Bitonto è anche membro dell'Associazione Nazionale Città
dell'Olio[142]. È commercializzato comeTerra di Bari a denominazione di origine protettacon la menzione geograficaBitonto[143].
Accanto alla produzione olearia, la campagna di Bitonto è adibita ad altre colture arboree, quali il mandorlo, il pero, il fico e il
percoco (che produce frutti simili alle pesche): vengono inoltre coltivati i cereali e, oltre la frazione di Mariotto, la vite, dalla quale si
ricava l'uva destinata alla produzione divino (tra cui i vini Zagarello e San Barbato).
Il settore agroalimentare si caratterizza per alcuni tipici prodotti da forno come il pane locale, la focaccia casereccia, e anche i taralli,
conosciuti nella zona come i taràlle de màsse. Minoritario è l'allevamento (bovino) dal quale deriva però una piccola produzione di
latte.
Industria
L'industria è sviluppata con insediamenti siderurgici, di lavorazione di pelli, per la produzione di ceramica, lavorazione di
conglomerati bituminosi, lavorazione di pneumatici, lavorazione di vinacce e frantoi, calce viva, scatolifici, gomma soffice,
prefabbricati, falegnameria industriale.
L'attività artigianale e della piccola industria mette sul mercato nazionale e internazionale soprattutto i prodotti della confezione,
dell'abbigliamento e della meccanica leggera: l'indotto conta oltre 1200 aziende con circa 13 000 addetti. È anche prevista la
costruzione, sulla direttrice Bitonto-Giovinazzo, di insediamenti industriali dotati delle più moderne infrastrutture e reti,
ecologicamente attrezzate, in grado di attrarre insediamenti di aziende che producono beni e servizi ad alto contenuto tecnologico, su
un'area di circa 800 ettari[144].
Turismo
Il settore turistico a Bitonto sta vivendo un periodo di forte crescita. Nel2007 infatti, le presenze turistiche in città sono aumentate del
350% rispetto al 2006, risultando così il comune più virtuoso della provincia[145]. La città si mostra sempre più disponibile a
iniziative per la promozione del territorio, in particolare per quanto riguarda il
turismo culturale.
Questo successo è dovuto a una politica di restauro e valorizzazione dei beni culturali, come ad esempio il palazzo Sylos-Calò, dove
ha sede la galleria nazionale De Vanna e il torrione angioino, adibito a museo di arte contemporanea, le cui fondamenta sono state
riportate alla luce dai lavori di restauro. Analoghi interventi sono stati attuati nelle chiese, prima tra tutte la concattedrale[146], che gli
scavi archeologici hanno trasformato in un museo vero e proprio, nella chiesa di San Domenico[147] e in quella del Purgatorio, dove
la ripulitura della facciata esterna ha fatto riemergere le immagini scheletriche ivi raffigurate.
Anche il turismo naturalistico fa la sua parte, dopo la rivalorizzazione della lama Balice con la costruzione di una pista ciclabile sul
sito e il suo potenziamento con una serie di fontane. Il turismo religioso è, invece, ben affermato da tempo, grazie alle processioni dei
Santi Medici e della Settimana Santa, che sono tra le più prestigiose di Puglia e accolgono ogni anno sempre più partecipanti e
visitatori.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il casello autostradale di Bitonto dell'autostrada A14 Bologna-Taranto è situato in territorio comunale, tre chilometri a nord dal
centro. La città è servita inoltre dalla SP 231 (già SS 98 andriese-coratina), che costeggia il centro cittadino nella parte meridionale
fungendo quasi da tangenziale: questa arteria collega Bitonto a est con Modugno, ove si innesta sulla strada statale 96 per Bari e
Altamura, e a ovest con i centri interni del nord-barese.
Ferrovie
Bitonto è servita dallaferrovia Bari-Barletta gestita dalla Ferrotramviaria, che ricalca il percorso dellaprecedente tranvia a vapore. Le
città collegate sono quelle interne del nord barese oltre cheBari e Barletta[148].
Fino al 1963, la città era servita da una breve linea ferroviaria, la Bitonto-Santo Spirito, che collegava la città alla sua frazione
costiera. Oggi parte di quel tracciato fa parte delle ferrovie del Nord Barese.
Da luglio 2013 è inoltre in funzione una relazione ferroviaria che collega Bitonto con l'aeroporto di Bari-Palese inquadrata come
servizio FM2 delle Ferrovie del Nord Barese: da Fesca la linea Bari-Barletta devia verso il nuovo tracciato, che include nell'ordine
una stazione al quartiere San Paolo di Bari e la stazione a servizio dell'aeroporto, per poi riallacciarsi alla linea Bari-Barletta in
direzione di Bitonto.
La STP Bari gestisce le autolinee che collegano Bitonto ad Adelfia[151], passando per Palo del Colle, Bitetto, Binetto, Grumo
Appula, Sannicandro di Bari e Bitritto; a Toritto[151], seguendo il percorso per Adelfia fino a Grumo; a Molfetta[151], passando per
Giovinazzo. La Cotrap collega Bitonto a Santo Spirito.
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
13 luglio 1990 31 maggio 1993 Michele Coletti Partito Socialista Italiano Sindaco [152]
Francesco [152]
4 giugno 1993 20 giugno 1994 Partito Socialista Italiano Sindaco
Dimundo
6 dicembre Comm. [152]
20 giugno 1994 Mario Tafaro
1994 straordinario
6 dicembre 30 novembre Partito Democratico della [152]
Umberto Kühtz Sindaco
1994 1998 Sinistra
30 novembre [152]
27 maggio 2003 Nicola Pice L'Ulivo Sindaco
1998
27 maggio [152]
29 aprile 2008 Nicola Pice L'Ulivo Sindaco
2003
20 febbraio [152]
29 aprile 2008 Raffaele Valla Il Popolo della Libertà Sindaco
2012
20 febbraio Pasquale
30 maggio 2012 Comm. pref.
2012 Minunni
30 maggio Michele [152]
in carica Liste civiche Sindaco
2012 Abbaticchio
Gemellaggi
Banja Luka[153]
Sport
Nero e Verde
Particolarità della maggior parte delle associazioni sportive bitontine è il riconoscersi negli storici colori neroverdi che da sempre
rappresentano la città nelle competizioni sportive. Possiamo ricordare nel calcio: l'U.S.D. Bitonto; nella pallavolo: le squadre
maschili e femminili della Volley Ball Bitonto; nel rugby: le squadre maschili e femminili dell' Amatori Rugby Bitonto 2012; nel
tennis: il Circolo Tennis Bitonto 1968; nel ciclismo: Team Oroverde Bitonto; nel running: l'A.S.D. Bitonto Runners; nel calcio a 5:
l'Atletico Bitonto e l'U.S.D. Città di Bitonto.
Calcio
Omnia Bitonto
L'A.S.D. Omnia Bitonto è stata la seconda società di calcio a Bitonto, fondata nel 2008[155]. Nella stagione 2017/18, l'Omnia batte ai
playoff nazionali del campionato di Eccellenza l'Afragolese, approdando per la prima volta nella sua storia in Serie D.[154] Dalla
stagione successiva, tuttavia, i dirigenti decidono di dismettere la società omniana per raccogliere l'eredità sportiva cittadina lasciata
dall'U.S.Bitonto e creare l'U.S.D. Bitonto Calcio così da poter portare avanti la centenaria tradizione neroverde.
Dal 2016, l'U.S.D. Olimpia Torrione Bitonto è affiliata alla società calcisticaGenoa C.F.C.
Rugby
Dalla stagione 2012/2013 una squadra di Bitonto è iscritta a un campionato di rugby: si tratta dell'Amatori Rugby Bitonto 2012 che
[156][157]
partecipa alla serie C e disputa le sue gare nel campo polisportivo Nicola Rossiello.
Pallavolo
La squadra maschile dipallavolo Comix Volleyball Bitonto in passato ha raggiunto laserie B1. Dopo la cessione del titolo, è nata una
nuova società che milita inserie C, la Volley Ball Bitonto.
La squadra femminile di pallavolo, la Volley Ball Bitonto dalla stagione 2018/2019 disputerà nuovamente, dopo alcuni anni di
[158].
assenza, il campionato diserie C. La GS Robur A.S.D. Bitonto milita anch'essa in serie D
Pallacanestro
Le squadre maschili di pallacanestro, Sporting Club Bitonto[159] e A.S.D.Virtus Bitonto[160], la prima milita nel Campionato di
Promozione Fip, la seconda milita nel Campionato di Serie D Maschile Fip.
Tennis
Nel comune è presente la squadra del Tennis Club Bitonto fondata nel 1968.[161]
Ciclismo
L'A.S.D. Velosprint[162] è la società ciclistica bitontina.
Giro d'Italia
Il 18 maggio 2010 Bitonto è stata sede di arrivo della decima tappa del Giro d'Italia, Avellino - Bitonto, vinta dallo statunitense Tyler
Farrar.
Golf
Dal 2012 è presente l'Omnia Golf Bitonto[163]. Il team partecipa alle competizioni organizzate dalla FIG, siano esse individuali o a
squadre. Nel 2014 ha fatto registrare ben otto successi individuali in giro per l'Italia.
Altri sport
Sono attive inoltre associazioni diatletica leggera, pattinaggio a rotelle, squash, nuoto, karate, ginnastica ritmica.
Impianti sportivi
Diversi sono gli impianti sportivi cittadini come la piscina comunale, il palazzetto dello sport, nell'istituto M. Cristina di Savoia, lo
stadio Città degli Ulivi, il centro polisportivo Nicola Rossiello e il Circolo di eTnnis.
Note
1. ^ a b Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html)- Popolazione residente al 30 aprile 2017.
2. ^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 16 marzo 2013.
3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani , Milano, GARZANTI, 1996,
p. 81.
4. ^ De Napoli, titolo dell'opera.
5. ^ Galleria nazionale di Puglia, su gallerianazionalepuglia.beniculturali.it. URL consultato il 16 maggio 2012.
6. ^ Bol. n. 18 del 9-02-2006, su regione.puglia.it. URL consultato il 17 maggio 2012.
7. ^ A Bitonto aperte 60 dimore storiche - Puglia, in ANSA.it, 26 maggio 2018. URL consultato il 28 maggio 2018.
8. ^ Tuttitalia, su tuttitalia.it. URL consultato il 24 gennaio 2013.
9. ^ a b Comuni Italiani, su comuni-italiani.it. URL consultato il 5 luglio 2011.
10. ^ Gelao, p. 197.
11. ^ Confedilizia - Clima Puglia, su confedilizia.it. URL consultato il 31 luglio 2008.
12. ^ Moretti, Robles, p. 346.
13. ^ Città dove sotto scorre l'acqua; gente di Botone. V edi Il portale del sud - Bitonto, su ilportaledelsud.org. URL
consultato il 7 febbraio 2008.
14. ^ Moretti, Robles, p. 347.
15. ^ Touring club italiano, p. 14.
16. ^ Riccardi, Depalo, p. 45.
17. ^ Riccardi, Depalo, p. 21.
18. ^ a b Riccardi, Depalo, p. 19.
19. ^ Riccardi, Depalo, p. 25.
20. ^ Riccardi, Depalo, pp. 35-36.
21. ^ Lo sviluppo del centro storico di Bitonto, su rilievo.stereofot.it. URL consultato il 3 gennaio 2013.
22. ^ Custode, p. 209.
23. ^ Riccardi, Depalo, p. 43.
24. ^ Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per Aulonam et per urbem Romam Mediolanum usque
(datato al 333) pubblicato in Corpus Christianorum. Series latina, CLXXV, Itineraria et alia geographica, Turholti
1965, pp. 1-26.
25. ^ La città è citata nell'Itinerario Antonino 117,1.
26. ^ Anonima Ravennate, Cosmographia, 4.
27. ^ Corci, p. 523.
28. ^ La città è presente nellaTabula Peutingeriana (segm. VI) sotto il nome di Butuntos.
29. ^ "Haec praesta mihi, Rufe, vel Butuntis" (Marziale, II,48) e "Haec tam rustica malo quam Butuntos" (Marziale, IV,55).
30. ^ L'incontro bitontino tra Papa Callisto II e Suger De Saint-Denis con alcune considerazioni sul romanico pugliese
(PDF ), su culturaservizi.it. URL consultato il 4 settembre 2008.
31. ^ "Inter mediterraneos calabrorum...Butuntinenses " (Naturalis historia III,105).
32. ^ Custode, p. 197.
33. ^ Castellano, Muschitiello, pp. 260-61.
34. ^ Touring club italiano, p. 157.
35. ^ De Blasiis, p. 33.
36. ^ De Blasiis, p. 55.
37. ^ CPASP, pp. 127-30.
38. ^ Il vescovo Arnolfo è citato come partecipante alla cerimonia della traslazione delle reliquie di
san Nicola di Bari nel
1089.
39. ^ a b Stefania Mola, Bitonto: la Cattedrale, su mondimedievali.net. URL consultato il 31 gennaio 2008.
40. ^ Custode, p. 201.
41. ^ a b La Badia di San Leone(PDF ), su emeroteca.provincia.brindisi.it. URL consultato il 31 gennaio 2008.
42. ^ Decameron/9a giornata/Novella Decima - Wikisource, su it.wikisource.org. URL consultato il 30 giugno 2008 (archiviato
dall'url originale il 13 settembre 2006).
43. ^ Moretti, pp 265, 298.
44. ^ bitontotv.it, http://www.bitontotv.it/2015/12/Quali-furono-i-rapporti-tra-Federico-II-e-Bitonto.html
.
45. ^ Vantaggiato, p. 48.
46. ^ a b Sciancalepore, pp. 154-155.
47. ^ a b c d Archivio storico del comune di Bitonto(PDF ), su archiviocomunedibitonto.com. URL consultato il 30 giugno 2008.
48. ^ Gelao, p. 195.
49. ^ Cinquecento - Il Ducato Sforzesco a Bari e la famiglia Capitaneo , su palesemacchie.it. URL consultato il 31 gennaio
2008 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2008).
50. ^ Cinquecento - I confini tra l'Università di Bari e Bitonto: il iTtolo, su palesemacchie.it. URL consultato il 31 gennaio 2008.
51. ^ Bitonto città d'arte, su gallerianazionalepuglia.beniculturali.it. URL consultato il 31 gennaio 2008.
52. ^ Piacente, pp. 334-36.
53. ^ Milillo, p.229.
54. ^ Milillo, p.401.
55. ^ Gazzetta Ufficiale, su augusto.digitpa.gov.it. URL consultato il 5 luglio 2011.
56. ^ In ricordo di quest'ultimo evento sulla porta Baresana è stata apposta una targa in marmo che riporta una frase da
lui pronunciata: «Ecco la consegna che vi lascio uomini e donne di questa nobile terra che da sempre ha nell'ulivo il
suo simbolo prestigioso ed il suo impegnativo programma; fatevi paladini della casa della solidarietà e della pace;
offrite a tutti la testimonianza di una comunità che sa collaborare in spirito di costruttiva e lungimirante concordia;
operate con fiducia per lo sviluppo pieno della vostra terra ».
57. ^ Statuto comunale, art.4, comma 1(PDF ) , su comune.bitonto.ba.it. URL consultato il 23 ottobre 2009.
58. ^ Statuto comunale, art.4, comma 3(PDF ) , su comune.bitonto.ba.it. URL consultato il 26 luglio 2008.
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