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Torino

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Torino (disambigua).

Torino (IPA: /toˈrino/[5], ; in piemontese Turin [tyˈrɪŋ], Torino


[6][7]
) è un comune italiano di 837 610 abitanti [2], comune
capoluogo della regione Piemonte e dell'omonima città
Città di Torino
metropolitana.

Quarto comune italiano per popolazione e cuore di un'area


metropolitana che conta circa 1,7 milioni di abitanti, Torino
è il quarto complesso economico-produttivo del Paese
(insieme a Milano e Genova componeva il triangolo
industriale, centro dell'industrializzazione su larga scala
dell'economia italiana alla fine del XIX secolo, e durante
gli anni del boom economico) e costituisce uno dei (dettagli) (dettagli)
maggiori poli universitari, artistici, turistici, scientifici e
culturali d'Italia. Nel suo territorio sono inoltre presenti aree
ed edifici inclusi in due beni protetti dall'UNESCO: alcuni
palazzi e zone facenti parte del circuito delle residenze
sabaude in Piemonte (patrimonio dell'umanità[8]) e l'area
delle Colline del Po (riserva della biosfera).

Città dalla storia bimillenaria, fu fondata probabilmente nei


pressi della posizione attuale, attorno al III secolo a.C., dai
Taurini, quindi trasformata in colonia romana da Augusto
con il nome di Iulia Augusta Taurinorum nel I secolo a.C.. Veduta notturna sulla città con la Mole in
Dopo il dominio ostrogoto, fu capitale di un importante primo piano e la catena alpina sullo
ducato longobardo, per poi passare, dopo essere divenuta sfondo
capitale di marca carolingia, sotto la signoria nominale dei
Localizzazione
Savoia nell'XI secolo. Città dell'omonimo ducato, nel 1563
ne divenne capitale. Dal 1720 fu capitale del Regno di Stato Italia
Sardegna (anche se solo de facto fino alla fusione perfetta
Regione Piemonte
del 1847, quando lo divenne anche formalmente),[9] Stato
che nel XIX secolo avrebbe portato all'unificazione italiana Città
e che fece di Torino la prima capitale del Regno d'Italia Torino
metropolitana
(dal 1861 al 1865).
Amministrazione
Sede nel 1911 dell'Expo, nel 2006 dei XX Giochi olimpici
Sindaco Stefano Lo Russo (PD)
invernali, dal 2021 (fino ad almeno il 2025) delle ATP
dal 27-10-2021
Finals[10] e nel 2022 della 66ª edizione dell'Eurovision
Song Contest[11], città natale di alcuni fra i maggiori Territorio
simboli del Made in Italy nel mondo, tra cui il vermut, i
giandujotti, i grissini e il caffè espresso, è il fulcro Coordinate 45°04′45″N 7°40′34″E
dell'industria automobilistica italiana, nonché importante Altitudine 239 m s.l.m.
centro dell'editoria, del sistema bancario e assicurativo,
delle tecnologie dell'informazione, del cinema, Superficie 130,01 km²
dell'enogastronomia, del settore aerospaziale, del disegno
industriale, dello sport, della moda e dell'intelligenza Abitanti 837 610[2] (31-8-2023)
artificiale.[12][13]
Densità 6 442,66 ab./km²
La costante crescita d'importanza a livello internazionale ha Frazioni Circoscrizioni di Torino
fatto raggiungere a Torino il rango di città globale (terza
città italiana dopo Milano e Roma) nella categoria Comuni Baldissero Torinese,
Gamma.[14] confinanti Beinasco, Borgaro
Torinese, Collegno,
Grugliasco, Mappano,
Moncalieri, Nichelino,
Indice
Orbassano, Pecetto
Geografia fisica Torinese, Pino Torinese,
Territorio Rivoli, San Mauro
Clima Torinese, Settimo
Storia Torinese, Venaria Reale
Età antica Altre informazioni
Età medievale
Cod. postale 10121–10156
Età moderna
Età contemporanea Prefisso 011
Simboli Fuso orario UTC+1
Onorificenze
Codice ISTAT 001272
Strade
Reticolo viario Cod.
L219
catastale
Viali e corsi
Monumenti e luoghi d'interesse Targa TO
Architetture religiose Cl. sismica zona 3 (sismicità
Architetture civili bassa)[3]
Teatri
Mercati Cl. climatica zona E, 2 617 GG[4]
Aree naturali Nome abitanti torinesi
Parchi
Patrono san Giovanni Battista e
Alberi monumentali e secolari
Madonna della
Via Francigena
Consolata[1]
Società
Giorno
Evoluzione demografica 24 giugno
festivo
Etnie e minoranze straniere
Religione Soprannome Capitale delle Alpi
Istituzioni, enti e associazioni Motto Auxilium meum a Domino
Cultura Cartografia
Citazioni
Istruzione
Biblioteche e archivi
Ricerca scientifica
Università
Musei
Media
Stampa
Torino
Radio
Televisione
Altri media
Cinema
Musica
Torino nella musica
Magia e occultismo
Cucina
Eventi
Eventi periodici
Eventi recenti
Geografia antropica
Suddivisioni amministrative
Economia
Industria
Turismo
Infrastrutture e trasporti
Strade
Collegamenti autostradali
Tangenziali
Ferrovie
Localizzazione del comune di Torino
Aeroporti
nella città metropolitana di Torino
Mobilità urbana
Tram Sito istituzionale (http://www.comun
Metropolitana e.torino.it/)
Trasporto merci
Amministrazione
Consolati
Gemellaggi
Sport
Eventi sportivi
Impianti sportivi
Altri riferimenti al nome della città
Note
Annotazioni
Fonti
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Geografia fisica

Territorio

La città di Torino e, sullo sfondo, le Alpi.

Torino sorge nella pianura delimitata dai fiumi Stura di


Lanzo, Sangone e Po (quest'ultimo attraversa la città da sud
verso nord), di fronte allo sbocco di alcune vallate alpine: Val
di Susa, che collega la città con la vicina Francia attraverso i
trafori del Frejus (ferroviario e stradale) , Valli di Lanzo, Val
Sangone. Torino è detta "la città dei quattro fiumi"[15]: oltre ai
tre corsi d'acqua prima citati che ne incorniciano il territorio,
abbiamo la Dora Riparia che taglia la città da ovest a est,
scorrendo prossima al centro storico.[16]

Il fiume Po accentua la divisione tra la parte collinare e


quella, quasi pianeggiante, della città, collocata tra i 220 e i
280 metri sul livello del mare; il punto più elevato del
territorio comunale è il Colle della Maddalena, a 715 metri Mappa fisica del territorio di Torino
sul livello del mare, nei pressi del Faro della Vittoria. 200 m
250 m
La città è al centro di un anfiteatro montuoso che ingloba 300 m
alcune delle più belle vette alpine: il Monviso, monte dal 350 m
quale nasce il Po, il Rocciamelone, e i massicci del Gran
400 m
Paradiso e del Monte Rosa, mentre il Cervino diventa visibile
450 m
dalla zona sud-est dell'area urbana. 500 m
550 m
Torino dista 57 km da Asti, 79 km da Vercelli, 84 km da
Biella, 93 km da Alessandria, 96 km da Novara, 98 km da 600 m
Cuneo, 100 km da Pavia, 155 km da Verbania. Il confine 650 m
francese dista circa 70 km nei pressi del Colle del 700 m
Moncenisio, mentre sono 206 i chilometri che separano 750 m
Piazza Castello da Chambery, 222 da Nizza, 250 da Ginevra
e 314 da Lione.
Il 19 marzo 2016 l'UNESCO ha riconosciuto il parco del Po e la collina torinese come riserva della
biosfera[17][18], mentre nel 2020 la FAO e l'Arbor Day Foundation hanno conferito alla città di Torino il
riconoscimento di Tree City of the World 2019.[19]

Clima
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Torino Centro, Stazione meteorologica
di Torino Caselle, Stazione meteorologica di Torino-Bric della Croce e Stazione meteorologica di
Torino Fisica dell'Atmosfera.

Secondo la classificazione dei climi di Köppen, Torino appartiene alla fascia Cfa: clima temperato umido
delle medie latitudini con estate calda (mediamente i 30 °C sono raggiunti e superati quindici giorni all'anno
a Torino e la media di luglio si attesta intorno ai 23 °C)[20]. Dagli anni novanta in poi l'estate torinese ha
subito un riscaldamento. Gli inverni risultano moderatamente freddi, asciutti e spesso soleggiati. Se si
prende in considerazione il periodo di riferimento climatico 1971-2000, la media nivometrica nell'anno
idrologico è di 24,5 cm annui.[21]

Il record assoluto di temperatura, 37,1 °C, è stato registrato nella stazione meteorologica di Torino Caselle
l'11 agosto 2003, a causa di una pressoché continua persistenza di masse di aria di origine subtropicale. Gli
anni fra il 2000 e il 2010 hanno registrato molte estati decisamente più calde rispetto alla media climatica
storica.[22]

Durante la stagione invernale, la zona di Torino, così come buona parte del Piemonte occidentale di pianura
e meridionale, è interessata dalla formazione del cosiddetto "cuscinetto freddo", a seguito di afflussi di
masse d'aria continentali; grazie alla particolare conformazione orografica del catino padano occidentale,
detto "cuscinetto" può resistere tenacemente ai venti miti che scorrono a quote medio-alte, come lo
scirocco, provocando, occasionalmente, nevicate denominate "da addolcimento", per via della progressiva
risalita termica. Molto diversa la situazione nelle numerose zone collinari e prealpine, spesso più calde delle
pianure di parecchi gradi e quasi sempre prive di ristagni freddi. Prendendo in esame i dati rilevati
dall'Ufficio Idrografico del Po (presso Porta Susa), nel periodo 1961-1990, si evince che, in città, la
temperatura media annua è stata di 12,3 °C, con la minima, a gennaio, di 0,9 °C.

I periodi più piovosi sono il trimestre da aprile a giugno, e il mese di ottobre; il minimo più accentuato e
duraturo delle precipitazioni è situato in inverno, ed è seguito dal minimo secondario di luglio-agosto. Le
precipitazioni della tarda estate, che sulla carta sembrano rappresentare un ulteriore minimo secondario,
sono molto variabili a seconda degli anni. I temporali, in media circa venti all'anno, di cui due con grandine,
si verificano quasi esclusivamente nei mesi da aprile a ottobre, causando precipitazioni di durata inferiore,
ma d'intensità maggiore. Il 1º luglio 1987 caddero 60 mm di pioggia in un'ora. Il record del luglio 1987 è
stato superato il 22 giugno 2021, quando in una sola ora sono caduti tra i 60 e i 70 mm e in tre ore tra gli 87
e i 105 mm. Infatti a Torino non ha mai piovuto così tanto dal 1928.[23] Il 13 settembre 2008 l'Osservatorio
Meteorologico di Caselle Torinese, 14 km a nord-ovest di Torino, registrò una pioggia temporalesca di
220 mm in sei ore, quantitativo senza precedenti noti nella pianura torinese. L'ammontare delle
precipitazioni annue, 833 mm, si è conservata sostanzialmente immutata dalla metà dell'Ottocento a oggi.

Classificazione climatica: zona E.


Classificazione secondo il sistema climatico di W. Köppen: clima Cfa.

Di seguito è riportata la media trentennale di riferimento (1961-1990) rilevata dall'Ufficio Idrografico del
Po.
TORINO Mesi S
CENTRO[24] Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pr
T. max.
3,7 6,9 11,8 16,4 21,0 25,3 27,8 26,6 22,8 16,1 9,3 4,9 5,2 16,
media (°C)

T. min. media
−1,9 0,1 4,1 8,1 12,2 16,1 18,4 17,7 14,5 9,2 3,8 −0,2 −0,7 8,
(°C)

Precipitazioni
35 37 55 99 105 86 58 58 67 83 74 47 119 25
(mm)
Giorni di
4 5 6 9 10 9 6 6 6 7 6 5 14 25
pioggia

Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Torino.

Età antica

Si hanno scarse notizie, riferite a uno o più villaggi, che sarebbero


sorti nell'area dell'attuale città, a partire dal III secolo a.C.;
insediamenti riferibili a popolazioni di ceppo celto-Ligure,
conosciute con il nome di Taurini[25], spesso confusi, già in età
antica, con i Taurisci[26], che occupavano anche le vicine valli di
Susa e di Lanzo. Sempre secondo antiche fonti storiche, uno di
questi insediamenti, chiamato Taurasia o Taurinia, fu distrutto nel
218 a.C., dal condottiero cartaginese Annibale, dopo una strenua
resistenza opposta dai suoi abitanti[27].

Sui resti del villaggio, gli ufficiali romani di Giulio Cesare, nel 58
a.C., installarono dapprima un presidio militare: Iulia Taurinorum,
Personalità, di varie epoche,
quindi un vero e proprio castrum[28], con lo scopo di supportare
connesse con Torino: romana
meglio le guerre galliche. Nel 28 a.C. il castrum fu eretto a colonia,
(governatore anonimo), medievale
con il nome di Julia Augusta Taurinorum o, più semplicemente,
(sigillo di Adelaide di Torino),
Augusta Taurinorum. In epoca romana il territorio di Torino era il
moderna (Pietro Micca) e
terminale di un'importante strada romana, la via Gallica. Nel 312
contemporanea (Gianni Agnelli).
d.C., nei suoi dintorni, ebbe luogo la Battaglia di Torino, per la
successione al trono imperiale, tra le truppe di Massenzio e quelle di
Costantino I, che ne uscì vincitore.

Età medievale

Per la maggior parte del periodo che intercorre tra il V secolo e il XV secolo Torino non si contraddistinse
particolarmente rispetto al contesto dell'Italia nordoccidentale, rimanendo una città di dimensioni piuttosto
modeste. La città subì piuttosto una crescita progressiva che la portò, solo alla fine dell'epoca medievale, a
spiccare: la sua importanza politica e culturale venne, infatti, definitivamente sancita con l'assegnazione del
titolo di capitale dei territori circostanti e con la fondazione dell'università cittadina[29][30].
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente Torino passò sotto il controllo dei ostrogoti poi dei Romani
Orientali. Nel 596 la città venne occupata dai Longobardi, divenendo la capitale di un loro importante
ducato. La nomina del Duca di Torino, Agilulfo a re dei Longobardi, aumentò il prestigio della città. Torino
rimase sotto il regno dei longobardi fino alla discesa dei Franchi di Carlo Magno nel 773: il ducato fu
convertito in comitato (contea) mantenendo Torino come capitale. Nell'888 la contea venne assorbita dalla
marca di Ivrea e Torino perse il titolo di capitale fino al 940, data della fondazione della Marca di Torino,
un ampio territorio che comprendeva gran parte del Piemonte sud-occidentale e la Liguria occidentale. A
capo di questa marca v'era la cosiddetta "dinastia arduinica" che, attraverso il matrimonio tra Adelaide di
Susa e Oddone, figlio di Umberto I Biancamano (fondatore della casa Savoia), portò la città sotto
l'influenza della dinastia sabauda. La città conobbe un periodo di grande sviluppo economico, grazie alla
sua posizione strategica lungo le rotte commerciali che collegavano l'Italia alla Francia e alla Svizzera. Con
la morte di Adelaide, la marca si sfaldò e Torino si costituì in libero comune, subendo varie dominazioni.
Durante questo periodo, Torino aumentò il suo prestigio religioso, con la costruzione di numerose chiese e
l'arrivo di importanti ordini monastici, tra cui i benedettini e i cistercensi. Nel 1280 Guglielmo VII di
Monferrato cedette Torino a Tommaso III di Savoia, sancendo la definitiva appartenenza della città alla
famiglia sabauda. Nel 1295, con l'insediamento al potere del figlio Filippo I, capostipite del ramo-cadetto
degli Acaia, la capitale della contea venne spostata a Pinerolo, dove rimase fino alla morte dell'ultimo
membro dei Savoia-Acaia, Ludovico di Savoia-Acaia, avvenuta nel 1418. Il territorio tornò sotto il dominio
diretto del ramo principale dei Savoia, nella persona di Amedeo VIII, il quale lo incorporò nel suo stato, il
Ducato di Savoia. L'accresciuta importanza di Torino dovuta, fra l'altro, alla presenza dello Studium[31],
istituito nel 1404, portò il duca a eleggere la città sede del Consiglio ducale Cismontano, la sede del
governo amministrativo itinerante del ducato.

Età moderna

Il periodo moderno della storia di Torino è caratterizzato da una


significativa crescita economica, politica e culturale della città,
crescita evidenziata dall'assegnazione del titolo di capitale del
Ducato di Savoia, dall'ampliamento della città e dalla costruzione
della maggior parte delle regge Sabaude presenti sul suo territorio.
Tuttavia, nello stesso periodo, la città ha affrontato diverse
difficoltà, in particolare diverse epidemie di peste e la continua
Carica del Principe d'Anhalt di
competizione con il vicino Regno di Francia, scaturita in diverse
E. Knackfuss
battaglie, assedi e occupazioni da parte di quest'ultimo.

La prima metà del XVI secolo è, per Torino, un'epoca difficile,


segnata da due epidemie di peste (nel 1510 e nel 1522) e continue
scorrerie da parte degli eserciti di Francesco I e Carlo V: fra il 1536 e il 1559 la città venne occupata e
annessa al Regno di Francia. L'inizio del secolo è anche segnato, però, da un aumento del prestigio
religioso grazie alla costruzione del Duomo e l'elevazione, nel 1515, a sede arcivescovile. Nel 1563, dopo
la pace di Cateau-Cambrésis (1559), per disposizione del duca Emanuele Filiberto di Savoia, la città
divenne capitale al posto di Chambéry, e venne dotata di mura moderne e di una cittadella pentagonale. Il
secolo si concluse con la terza epidemia di peste, avvenuta nel 1599.

Il XVII secolo fu un periodo complesso e fiorente per la città, che dovette affrontare guerre e malattie ma, al
contempo, il progressivo aumento del prestigio e della potenza del ducato si rifletté nella crescita delle
dimensioni e della ricchezza della città, la quale registrò due espansioni. Tra il 1600 e il 1630, Torino e il
suo territorio subirono molti episodi bellici di carattere politico o religioso; le guerre tra cattolici e valdesi
contribuirono fortemente a destabilizzare l'equilibrio sociale, provocando inevitabili ripercussioni
sull'economia locale. Nel 1620, comunque, Carlo Emanuele I ordinò l'espansione della città verso sud, con
la costruzione della cosiddettà "Città Nuova". Nel 1630 avvenne la quarta epidemia di peste di Torino, la
più grave per la città, con circa ottomila morti in meno di un anno e il trasferimento temporaneo della corte
a Cherasco. Un conflitto più severo avvenne, per Torino, nel 1639, nel contesto della guerra civile
piemontese: in seguito a una disputa ereditaria, la città fu
conquistata dalla fazione dei principisti e, successivamente,
assediata dall'esercito francese. Sia la città che la cittadella subirono
danni significativi durante gli scontri. Nel 1656 avvenne l'ultima
epidemia di peste la quale, fortunatamente, colpì solo
marginalmente la città. La seconda metà del XVII secolo fu un
periodo fiorente per la città: la cosiddetta "Torino barocca" vide un
secondo ampliamento (1673, verso est) e la costruzione di diversi
edifici, civili e religiosi, anche con grosse committenze. La richiesta
di manodopera richiamò in città molte persone, portando la Palazzo Carignano (lato p.za Carlo
popolazione della città dai 36.649 abitanti del 1631 a 43.866 del Alberto), sede, dal 1848 al 1860,
1702. della Camera dei deputati del Regno
di Sardegna e poi, dal 1861 al 1865,
Nel 1706 Torino subì l'assedio da parte delle truppe franco- della Camera dei deputati italiana.
spagnole nell'ambito della guerra di successione spagnola. La città e
l'esercito sabaudo resistettero per centodiciassette giorni e respinsero
così la violenta controffensiva francese. Nel 1713 i duchi di Savoia ottennero il titolo di re, prima di Sicilia
e poi, in cambio della Sicilia, di Sardegna. In entrambi i casi tuttavia i due regni rimasero separati dal
Ducato di Savoia, e quindi da Torino, trovandosi solamente in unione personale sotto il Casato dei Savoia.
La parentesi siciliana durò effettivamente molto poco (sette anni), mentre l'unione con la Sardegna rimase
tale fino al 1847, allorché Carlo Alberto di Savoia concesse la cosiddetta Fusione perfetta fra i suoi domini
e quindi Torino, anche formalmente, divenne la città capitale del Regno di Sardegna, anche se di fatto tutte
le decisioni più importanti venivano già prese a Torino, anche per quanto riguardava la Sardegna.

Età contemporanea

Il 26 giugno 1800 Torino ebbe una breve visita del vincitore della
seconda campagna d'Italia, Napoleone Bonaparte, e poco dopo
iniziarono i preparativi per l'annessione del Piemonte alla Francia.
S'insediò a Torino il generale Dupont, Ministro straordinario
francese per il Piemonte, che nominò una Commissione di governo
composta da sette membri, sostituita poi il 4 agosto dal successore
di Dupont, il generale Jourdan.[32] Il 19 aprile 1801 Jourdan
soppresse tutte le istituzioni governative e divenne Amministratore Artiglieria semovente tedesca a
generale del Piemonte, assistito da un Consiglio di sei membri Torino dopo l'annuncio dell'armistizio,
piemontesi[33] e infine, dopo l'abdicazione di Carlo Emanuele IV di nel settembre del 1943
Savoia, il 21 settembre 1802 i sei dipartimenti in cui era stato diviso
il Piemonte (Torino apparteneva al dipartimento del Po e inoltre a
essa faceva capo uno dei tre circondari in cui era diviso il dipartimento stesso) furono raggruppati in una
regione francese denominata Au delà des Alpes,[34] della quale Torino divenne il capoluogo e tale rimase
fino alla Restaurazione. Durante l'occupazione francese, diverse opere d'arte presero la via della Francia[35]
a causa delle spoliazioni napoleoniche. Secondo il catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l'art
français del 1936[36] delle 66 opere d'arte provenienti da Torino e inviate in Francia nel 1799, solo 46
fecero ritorno in Italia dopo il Congresso di Vienna.

Il Congresso di Vienna e la Restaurazione diedero al Piemonte il territorio della Liguria (precedentemente


repubbliche marinare di Genova e Noli) gettando così, anche se involontariamente, le basi del processo che
porterà in poco più di cinquant'anni all'Unità d'Italia. Torino fu la prima capitale del nuovo Stato unitario
dal 1861 al 1865, dopodiché la capitale divenne Firenze e, dal 1871, Roma.
La fine del XIX secolo e l'inizio del novecento videro Torino svilupparsi come città industriale: nel 1899
Giovanni Agnelli, insieme ad altri soci, vi fondava la FIAT, nel 1906 Vincenzo Lancia la fabbrica
automobilistica che portava il suo nome, e insieme a esse sorsero numerose altre realtà produttive.

L'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale (1915-18)


segnò pesantemente la popolazione. Nel 1919-20 si acuirono i
conflitti sociali (il cosiddetto Biennio rosso), sulla spinta di un forte
aumento dei prezzi. Molte fabbriche, in primis la FIAT, vennero
occupate dagli operai che continuarono in alcuni casi la produzione
autonomamente. Nel 1922, con la marcia su Roma, il fascismo
conquistò il potere. Questo periodo venne segnato da numerose
aggressioni squadriste nei confronti degli oppositori. In città la più
nota è conosciuta come la strage di Torino: ebbe inizio il 18
dicembre 1922 (da cui l'omonima piazza) e causò la morte di 11
antifascisti e l'incendio della Camera del Lavoro della città, a opera Scontri in corso Traiano a Torino nel
dei fascisti guidati da Piero Brandimarte. luglio 1962

Dopo l'entrata in guerra dell'Italia il 10 giugno 1940, Torino,


fondamentale polo industriale, venne ripetutamente bombardata dagli Alleati: il primo attacco ebbe luogo
l'11 giugno 1940, gli ultimi nel 1945 (la massima intensità fu raggiunta nel 1943). Nel 1943 ebbe inizio a
Torino l'ondata di scioperi nella grande industria che coinvolse quasi tutta l'Italia settentrionale e segnò la
ripresa del movimento antifascista. Dopo l'8 settembre Torino venne occupata dalle truppe naziste e
repubblichine che si macchiarono di numerosi eccidi, come quello del Pian del Lot, esecuzioni e
deportazioni.

Furono altresì attive in città le formazioni partigiane dei Gruppi (GAP) e delle Squadre di azione patriottica
(SAP). Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale, che aveva la propria sede regionale presso la
conceria Fiorio, proclamò l'ordine di insurrezione generale[37] e con esso i Partigiani presero il controllo
della città ponendo fine all'occupazione nazifascista[38]. Alcuni giorni dopo, il 3 maggio, giunsero anche le
prime truppe alleate.

Dopo il secondo dopoguerra Torino fu il simbolo della crescita economica dell'Italia, tanto che riuscì ad
attirare centinaia di migliaia di emigranti dal Sud dell'Italia e dal Veneto per via delle richieste di
manodopera negli stabilimenti automobilistici (circa mezzo milione nel ventennio 1951-1971). Nel 1974 la
città raggiunse gli 1,2 milioni di abitanti. Il numero di immigrati fu tanto consistente che il sindaco Diego
Novelli (1975–1985) definì Torino "la terza città meridionale d'Italia per popolazione dopo Napoli e
Palermo"[39].

Simboli
Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Torino.

Lo stemma della Città di Torino, approvato dallo Stato con decreto dell'11 agosto
1931, è costituito da uno scudo svizzero azzurro a cui è sovrapposto un toro
rampante d'oro e con le corna d'argento; lo scudo è sormontato da una corona
comitale a nove perle.

Onorificenze
La città di Torino è la quinta tra le ventisette Città decorate di medaglia d'oro come "benemerite del
Risorgimento nazionale" per le azioni patriottiche che ebbero luogo nella città nel periodo del
Risorgimento:

Medaglia d'oro alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale


«Per commemorare le benemerenze civili e politiche della cittadinanza torinese nei mirabili fatti
che iniziarono e compirono l'opera gloriosa della libertà e dell'unità della Nazione[40]»
— 1º maggio 1898

Torino figura inoltre tra le Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della
medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana
durante la seconda guerra mondiale:

Medaglia d'oro al valor militare


«Capitale e cuore di una regione guerriera non piegò sotto l'urto ferrigno e per diciannove mesi
oppose invitta resistenza all'oppressore sdegnando le lusinghe e ribellandosi alle minacce.
Rifiutò compromessi, tregue e accordi indegni che avrebbero offuscato la limpidezza delle sue
nobili tradizioni e si eresse, con la stessa fierezza dei padri, nuovo baluardo alla continuità e
all'intangibilità della Patria. Centro pulsante di vitale linfa, alimentò le sue formazioni partigiane
che, senza distinzione di parte, nel piano, sui monti e per le valli opposero i petti dei giovani figli
alle dilaganti orde che non riuscirono a portare il ludibrio nelle contrade, nelle case, nelle
officine, ove lavoro e onore erano atavico vessillo d'onesta fede e di sacro amore di Patria. Tutto
il suo popolo in armi, dopo aver fieramente rifiutato, nonostante minaccia di nuovi massacri e
distruzioni, il libero passo al nemico in ritirata, unito in un supremo sforzo che fece di tutti i
cuori, un solo cuore pulsante del più nobile ardore, travolgeva e abbatteva per sempre la
tracotanza nazifascista. 11 impiccati, 271 fucilati, 12.000 arrestati, 20.000 deportati, 132 caduti e
611 feriti in fatti d'arme, sono il sublime contributo di sangue e di martirio sacro patrimonio alle
generazioni future che ha infiorato la dura e radiosa via della redenzione e della libertà. Torino, 8
settembre 1943-25 aprile 1945[40]»
— 29 maggio 1959
Titolo di Città

Strade
Lo stesso argomento in dettaglio: Stradario di Torino.

Reticolo viario

A differenza della stragrande maggioranza delle città italiane, che


hanno una struttura viaria concentrica, con uno sviluppo di arterie
radiali culminanti nel centro cittadino, sede delle principali attività
pubbliche, il reticolo viario della città di Torino disegna una pianta a
scacchiera, le sue vie cioè si sviluppano in linea retta incrociandosi
a 90° con un orientamento simile a quello del castrum romano: un Torino dal satellite
cardo maximus (direzione nord-sud) e un decumanus maximus
(direzione est-ovest), incrociantisi al centro del castrum, e parallele
alle quali dovevano svilupparsi tutte le altre vie interne al castrum. Questo assetto fu in parte perso durante
il medioevo come in molte altre città (e infatti il moderno quadrilatero romano include molte strade non
perpendicolari)[41]. La pianta a scacchiera della città odierna però discende principalmente dall'ampliamento
avvenuto all'inizio del seicento a opera di Carlo di Castellamonte.[42] La pianta a scacchiera si rifece non
all'origine romana, ma ai principi di ordine del Rinascimento ed era intesa a rappresentare il nuovo ordine e
potere ducale di Torino, nuova capitale dei duchi di Savoia. Successivi ampliamenti a scacchiera furono
eseguiti dal figlio Amedeo di Castellamonte e proseguirono per il resto della storia cittadina.

Essa facilita notevolmente l'orientamento e, grazie anche ai grandi viali alberati (che naturalmente seguono
le direttrici delle altre vie), rende più scorrevole anche la circolazione meccanizzata, sia dei mezzi pubblici
che di quelli privati.

Viali e corsi

I viali alberati di Torino rappresentano un elemento distintivo del


tessuto urbano della città[43]. Essi vengono spesso accostati, per
storia e caratteristiche, ai boulevard di Parigi[44]. Il patrimonio
arboreo stradale di Torino si sviluppa lungo 320 km di viali,
presenti in particolare nella zona centrale, ed è composto da circa
60000 esemplari; le specie più rappresentate sono platano, tiglio,
bagolaro, acero e ippocastano[43][45]. I boulevard di Torino sono
suddivisi in due o tre diverse carreggiate: di norma i più antichi,
come Corso Vittorio Emanuele, Corso Francia e Corso Regina
Margherita, presentano una carreggiata centrale con almeno due
corsie per senso di marcia, divisa da alberate dalle altre due
carreggiate laterali, dette controviali.
Le prime piantumazioni di alberi nelle strade cittadine risalgono al
XVII secolo[46]: inizialmente, gli alberi, vennero piantati a
delimitare i viali extracittadini (ma oggi inglobati nel tessuto urbano)
che collegavano le residenze suburbane con la città; il più celebre
era l'Allea Oscura, oggi scomparsa, che collegava la porta Nuova Corso Francia
con il Castello del Valentino[47]. Il primo viale urbano propriamente
detto risale alla fine del XVIII secolo, quando venne realizzato un
passeggio pubblico tra l’Arsenale militare e la cittadella[48]. Con l'occupazione napoleonica di inizio
ottocento, l'impianto cittadino, in particolare quello militare, venne completamente rivoluzionato secondo i
canoni urbanistici illuministi[44][48]: nel 1808 il consiglio degli edili, insieme all'allora sindaco Giovanni
Negro, stilò un progetto urbanistico generale. La parte riguardante i viali venne effetivamente iniziata a
partire dal 1814, con alcuni lievi rimaneggiamenti, realizzata principalmente a opera dell'architetto Lorenzo
Lombardi[49]. I lavori proseguirono per tutto l'Ottocento e, fra gli autori di questo incremento, vi fu anche
l'architetto Jean-Pierre Barillet-Deschamps il quale fu direttore della "Divisione Giardini e Parchi di Torino"
dal 1858 al 1891[50]. Negli anni successivi, l'attenzione per i viali alberati crebbe, e con essa la
consapevolezza dell'importanza di questi elementi per il benessere della città e dei suoi abitanti. Nel corso
del Novecento, numerose furono le iniziative promosse dalle amministrazioni comunali per il
potenziamento dei viali alberati, anche grazie alla collaborazione di importanti architetti e urbanisti, tra cui
Marcello Piacentini.

Monumenti e luoghi d'interesse


Lo stesso argomento in dettaglio: Luoghi d'interesse a Torino.

Torino vanta un patrimonio urbano di grande importanza storica ed artistica. La storia millenaria si riflette
nella presenza di edifici che spaziano in moltissimi stili architettonici differenti, dagli edifici romani ai più
contemporanei. A causa delle imponenti opere di pianificazione urbana effettuate a partire dal XVI secolo
da parte della corte sabauda, però, Torino ha conservato un numero limitato di edifici e monumenti
precedenti all'epoca barocca, rappresentati, per lo più, da edifici religiosi. L'impostazione urbanistica attuale
deriva principalmente, dunque, degli imponenti
rimaneggiamenti operati col passaggio della capitale a
Torino: le zone centrali, in particolare, sono ricche di
palazzi nobiliari, teatri e chiese; tipici della città sono
anche i grandi viali alberati e i portici che adornano
diverse strade e piazze, caratteristiche che inziano a
prodursi in questo periodo. Importanti anche gli
interventi contemporanei, nati soprattutto in
occasione dell'evoluzione industriale del XX secolo e
quella post-industriale del XXI secolo. Altra
caratteristica cittadina è la grande presenza di parchi e
aree verdi, sia in centro che nelle zone periferiche.
Pochi sono, invece, gli esempi di edilizia militare
architettonicamente rilevante, a causa delle Edifici di Torino nelle varie epoche: romana (Porta
demolizioni operate nel periodo napoleonico. Da Palatina), medievale (Casaforte degli Acaja),
citare, infine, le cascine "a corte chiusa", presenti a moderna (Palazzo Reale) e contemporanea
partire dall'epoca medievale nel circondario di Torino (Grattacielo Intesa Sanpaolo)
(oggi facente parte del territorio comunale).

Architetture religiose
Lo stesso argomento in dettaglio: Edifici di culto a Torino.

Sul territorio comunale di Torino sono presenti 177 edifici di culto con architettura religiosa. Di questi, solo
due, il tempio Valdese e la sinagoga, sono stati costruiti in principio con destinazione non cattolica; altri
cinque edifici, Santa Croce, San Michele, la Santissima Annunziata delle Orfane, Sant'Antonio da Padova e
Santissimo Redentore sono nate come chiese cattoliche ma sono oggi destinate a riti di culto ortodosso,
bizantino o luterano. Per quanto riguarda gli stili architettonici, se si escludono le numerose chiese moderne
costruite ex novo dopo la seconda guerra mondiale a seguito della forte espansione abitativa della città
conseguente il grande flusso immigratorio degli anni cinquanta e sessanta, la maggior parte delle chiese di
Torino sono state costruite nei secoli XVII e XVIII; lo stile architettonico prevalente è il barocco, ma non
mancano esempi di stile rinascimentale e neoclassico o di commistioni fra uno di questi e il barocco (tipo
facciata neoclassica e corpo barocco). Alla progettazione e realizzazione delle opere relative hanno
contribuito architetti di chiara fama, fra i quali Amedeo e Carlo di Castellamonte, Andrea Costaguta,
Guarino Guarini, Filippo Juvarra, Filippo Giovanni Battista Nicolis di Robilant, Giuseppe e Bartolomeo
Gallo, Bernardo Antonio Vittone, Ascanio Vittozzi, Pietro Bonvicini e Nicola Mosso.
La cattedrale della città è il Duomo di Torino, dedicato a San Giovanni Battista, situata nel centro storico e
sede dell'arcidiocesi di Torino. Altri tre edifici di altissimo pregio, considerati fra i monumenti-simbolo della
città, sono la basilica di Superga[51], capolavoro Juvarriano in stile tardo-barocco, la chiesa della Gran
Madre di Dio[52], suggestiva opera in stile neoclassico situata sulle rive del Po, e la Cappella della Sindone,
opera di Guarino Guarini, contenente il sudario e inserita, insieme al palazzo reale di cui fa parte, nella lista
dei patrimoni dell'umanità[53]. Ulteriori edifici di rilevanza storica o architettonica comprendono la chiesa di
san Domenico, edificio in stile gotico risalente al 1227, la chiesa più antica ancora in uso della città di
Torino, le "chiese gemelle" di piazza San Carlo, ossia San Carlo e Santa Cristina[54], Santa Maria al Monte
dei Cappuccini situata sulla collina omonima e famosa per la vista panoramica e, infine, la chiesa di Santa
Elisabetta uno dei pochissimi esempi di chiese in stile liberty[N 1][55]. Da citare, in ultimo, il fatto che la Mole
Antonelliana fu progettata e finanziata inizialmente come tempio israelitico, ma la lievitazione dei costi in
corso d'opera fu tale che la comunità israelitica non fu più in grado di sostenerne l'onere quindi vi subentrò
il Comune che la terminò riconvertendola a uso civile. Per quanto riguarda l'architettura sepolcrale, Torino
presenta sei cimiteri comunali. Fra questi, quello maggiore per importanza e dimensioni è certamente il
Cimitero Monumentale, di pregevole fattura, il quale contiene numerosi monumenti funebri di personaggi
famosi. Altro cimitero degno di nota è il Cimitero di San Pietro in Vincoli: sito nell'omonima via del borgo
Aurora, fu il primo cimitero della città, costruito nel 1777 sui disegni dell'architetto Francesco Valeriano
Dellala ma dismesso nel 1829 a causa delle dimensioni troppo esigue. Oggi è utilizzato come sede per
eventi artistici e culturali.

Architetture civili

Torino presenta un gran numero di edifici civili d'importanza storico-artistica elevata. Come per il resto del
contesto urbano, gli stili più rappresentati sono quelli successivi ai rifacimenti cominciati nel XVII secolo.

Per quanto riguarda gli edifici dell'età antica o romana, in città son presenti più che altro resti murari e scavi
archeologici: fra i più importanti il Teatro romano di Torino, alcune abitazioni e domus, soprattutto di epoca
imperiale, una necropoli nel sottosuolo di Piazza San Carlo e un avamposto taurino, il Bric San Vito.
Spicca, però, la presenza della Porta Palatina, uno degli esempi meglio conservati di porta urbica di epoca
romana[56].

In merito all'epoca medievale e rinascimentale, gli edifici civili rimasti sono rappresentati da cinque palazzi
(Casa dei Romagnano, Casa del Senato, Casa del Pingone, Casa Broglia e Palazzo Scaglia di Verrua). Di
grande importanza è la residenza fortificata dei principi di Acaja in Piazza Castello, edificio in parte
rimaneggiato e oggi inglobato nel complesso denominato Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja.

Portici monumentali

Una caratteristica di Torino è costituita dai portici che si sviluppano


per oltre 18 km, dei quali circa 12 sono interconnessi. I primi portici
risalivano al Medioevo ma è a partire dal XVII secolo che
s'incominciò a costruire i portici monumentali tuttora presenti. La
prima testimonianza è l'ordinanza di Carlo Emanuele I di Savoia del
16 giugno 1606 in merito alla costruzione di piazza Castello
secondo il progetto di Ascanio Vittozzi, che comprendeva portici
attorno a tutta la piazza. Anche nel progetto di piazza San Carlo di
Amedeo di Castellamonte di qualche anno successivo erano previsti
portici tutt'intorno. Negli stessi anni Filippo Juvarra costruì i portici di porta Palazzo. Nel 1765 Benedetto
Alfieri ebbe l'incarico di rifare i portici di piazza Palazzo di Città mentre nel corso del XIX secolo si
aggiunsero quelli delle attuali piazza Vittorio Veneto, piazza Carlo Felice e piazza Statuto. Le stazioni
ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa vennero congiunte con un percorso porticato attraverso via Nizza,
via Sacchi, Corso Vittorio Emanuele II, Corso Vinzaglio e via Cernaia. Il portico che unisce piazza
Castello a Piazza Vittorio Veneto attraverso via Po sul lato sinistro fu progettato in modo tale da proseguire
anche nell'attraversamento delle vie laterali per permettere al re di giungere fino al Po senza bagnarsi in
caso di pioggia.

Di gran lunga più numerosi sono gli esempi di edilizia civile di epoca moderna, in particolare in stile
barocco. Con lo spostamento della capitale in città, infatti, la famiglia regnante dispose diverse espansioni e
un rinnovamento dell'assetto cittadino basato su modelli assolutistici che è alla base dell'assetto urbanistico e
architettonico del centro di Torino. Innumerevoli palazzi nobiliari o altoborghesi costellano le vie e le piazze
porticate secondo i progetti di eccellenti architetti dell'epoca, contribuendo all'affermazione del barocco
nella città sabauda; fra questi si possono citare Ascanio Vitozzi, Carlo di Castellamonte e suo figlio
Amedeo, Guarino Guarini, Filippo Juvarra, Benedetto Alfieri e Bernardo Antonio Vittone[57]. Tra i
maggiori esempi dell'architettura civile barocca a Torino vi sono le residenze sabaude, ossia le nuove sedi
della corte sabauda. Queste sono una serie di edifici nati nell'ambito di un progetto di pianificazione
territoriale composto dal rifacimento di antichi castelli e la costruzione di nuove residenze, delizie e capricci,
sia all'interno che nella cintura verde che circonda la capitale di quello che sarebbe diventato il Regno di
Sardegna. Attualmente, la maggior parte di queste opere sono iscritte, collettivamente, nella lista del
Patrimonio Mondiale dell'UNESCO e, di queste, undici sono situate entro il perimetro cittadino:

Zona di comando, comprendente:


Palazzo Reale di Torino
Palazzo Chiablese
Biblioteca Reale
Armeria Reale
Facciata del Teatro Regio
Palazzo della Prefettura (ex-Regie Segreterie di Stato)
Cavallerizza Reale
Regia Zecca - attuale Questura in via Verdi
Archivio di Stato di Torino (ex-archivio di Corte)
Accademia Reale di Torino (ex-Accademia Militare)
Palazzo Madama
Palazzo Carignano
Villa della Regina
Castello del Valentino

Moltissimi anche gli esempi delle varie correnti revivaliste che si possono trovare in città, specialmente in
stile neoclassico, neogotico ed eclettico. In particolare, il neoclassicismo a Torino, fortemente ispirato a
quello parigino, ebbe una forte valenza urbanistica, piuttosto che architettonica: le antiche fortificazioni
furono demolite, con la realizzazione di nuovi assi stradali e quartieri. Il ridotto controllo del governo sullo
stile architettonico da mantenere fece sì che lo stile neoclassico e gli altri stili revivalisti furono espressione,
principalmente, dell'edilizia privata: diversi palazzi, nobiliari ma, soprattutto, alto-borghesi, teatri e altre
opere civili a firma di architetti quali Ferdinando Bonsignore, Bernardo Vittone, Giuseppe Battista Piacenza
e Alessandro Antonelli, cominciarono a sorgere nei quartieri nuovi della città. Proseguì la porticatura di
diverse vie e piazze rendendo i portici una vera e propria caratteristica urbana[58]. Due opere di questo
periodo che spiccano per importanza e peculiarità sono rappresentate dalla Mole Antonelliana, edificio oggi
simbolo della città, e il Borgo Medievale, riproduzione alquanto fedele di un tipico borgo tardo medievale
edificata in occasione dell'Expo del 1884. Infine, le tre gallerie commerciali storiche del capoluogo
piemontese - Subalpina, Umberto I e San Federico, sono costruite secondo i canoni revivalisti.

Particolare successo ebbe lo stile liberty. Nello specifico panorama torinese il liberty risentì, nelle sue
maggiori opere, dell'influenza dell'importante scuola parigina e di quella belga divenendo uno dei maggiori
esempi italiani di questa corrente, tanto da decretare Torino come una delle capitali italiane dello stile
liberty, non senza subire anche inevitabili incursioni eclettiche e déco.[59]Sebbene vi siano diversi esempi di
architetture liberty nelle zone centrali del capoluogo, come i quartieri del centro storico, Crocetta, San
Salvario e collina, i quartieri che presentano la maggior parte delle opere sono quelli di San Donato e Cit
Turin. L'architetto più prolifico fu, certamente, Pietro Fenoglio, autore, fra gli altri, di Villino Raby, Villa
Scott e Casa Fenoglio-Lafleur. Altre opere d'interesse, edificate in questo stile, sono il villaggio Leumann,
intero quartiere residenziale progettato per gli operai della fabbrica Leumann, sita nel quartiere stesso, e la
prima fabbrica della Fiat (oggi museo e archivio storico della fabbrica).

Nell'epoca che intercorre fra le due guerre i risultati più significativi a livello urbano e architettonico sono
stati influenzati dal contesto politico, con la costruzione di diversi edifici della cosiddetta architettura
fascista. A differenza di altre località italiane, lo stile architettonico nella città di Torino risulta, però, più
moderato, meno retorico e maggiormente pragmatico, in sintonia sia con l'assetto urbano cittadino che con
la vocazione operaia della popolazione torinese di quell'epoca: i progetti risultano spesso essere una
mediazione fra gli stili contemporanei (soprattutto di stampo funzionalista, razionalistae littorio) e una
reinterpretazione di linguaggi tradizionali[60]. Poco presente è, infatti, lo stile monumentale, ampiamente
adottato in diverse realtà nazionali e invece riscontrabile, a Torino, in pochi esempi fra cui l'imponente
ricostruzione di Via Roma ad opera dell'architetto Marcello Piacentini. Le opere civili comprendono opere
pubbliche e private, di tipo residenziale, industriale, politico-governativo e sportivo. Fra i maggiori
contributori si ritrovano architetti quali Armando Melis de Villa, Giovanni Antonio Porcheddu, Giuseppe
Momo ed Eugenio Vittorio Ballatore di Rosana, autori, ad esempio, della controversa Torre Littoria
(Torino), gli stabilimenti della FIAT a Lingotto e Fiat Mirafiori, lo Stadio Mussolini e il Palazzo della
Moda[61][62].

I bombardamenti occorsi durante la seconda guerra mondiale produssero la distruzione di circa un terzo del
patrimonio urbano torinese, a cui la municipalità rispose con una ricostruzione generalmente poco regolata
e disomognea, atta a rispondere nel breve termine alle esigenze abitative e lavorative della popolazione
cittadina: molti dei quartieri sorti in questo periodo, soprattutto nelle periferie, sono caratterizzati da edifici
di scarso prestigio e qualità tipici dell'uso cosiddetto palazzinaro. Pochi gli esempi di particolare pregio
costruiti nella seconda metà XX secolo: fra questi si possono citare la ricostruzione del Teatro regio, i
grattacieli Lancia e RAI, il Palazzo della Provincia, la Torre BBPR, il Palazzo a Vela ed il vicino Palazzo
del Lavoro. Con il nuovo millennio, in seguito ad una spinta di post-industrializzazione e politiche di
riqualificazione cittadina, in città sono sorte diverse opere prestigiose: i grattacieli della Regione e di Intesa
San Paolo, a firma delle archistar Renzo Piano e Massimiliano Fuksas, il modernissimo Juventus Stadium,
la Stazione Porta Susa e il progetto della Spina Centrale, oltre al recupero del patrimonio edilizio in varie
zone della città.

Teatri

Torino può oggi vantare una grande varietà di teatri e sale di


rappresentazione. La città è inoltre sede di diverse istituzioni
teatrali, tra cui la principale è il Teatro Stabile di Torino,
dichiarato Teatro Nazionale[63]: fondato nel 1955, secondo in
Italia dopo il Teatro Stabile di Milano, gestisce le produzioni
stagionali del Carignano, del Gobetti e delle Fonderie
Limone di Moncalieri. Fra i teatri maggiori, con una capienza
superiore a 400 posti, vi sono il teatro Regio, in cui si tenne la
prima de La bohème di Puccini, il teatro Carignano, il teatro
Alfieri e il teatro Colosseo; importante, poi, è il teatro Il Teatro Regio, progetto di Carlo Mollino
Gobetti, sede principale del sopracitato teatro stabile
cittadino. Altre sale teatrali minori comprendono:

Alfa Teatro Teatro Nuovo Teatro San Giuseppe


Teatro Erba Cineteatro Baretti Cubo Teatro
Teatro Gioiello Teatro Marchesa Piccolo Teatro Scalzo
Teatro Vittoria Teatro Ruggero Teatro Espace
Teatro Tangram Leoncavallo Café Müller
Teatro Monterosa Teatro Principessa Cab 41
Teatro Agnelli Isabella Teatro Grande Valdocco
Teatro del Pilone
Teatro Astra Circolo Bloom
Teatro Educatorio della
Teatro Araldo Cap 10100
Provvidenza
Teatro Cardinal Massaia Teatro BellARTE
Teatro Crocetta
Teatro Le Musichall (ex Teatro Giulia di Barolo Atelier Teatro Fisico
Teatro Juvarra) Teatro Don Pollarolo
Teatro della Caduta (Officine Caos)
Casa del Teatro Ragazzi
e Giovani
Piccolo Teatro Comico

Vi sono inoltre diversi auditorium:

Auditorium Rai "Arturo Toscanini", sede dell'Orchestra sinfonica nazionale della RAI
Auditorium "Gianni Agnelli" del Lingotto
Auditorium Intesa-Sanpaolo (interno dell'omonimo grattacielo)
Auditorium "Vivaldi" (Biblioteca Nazionale)
Educatorio della Provvidenza - Auditorium Orpheus

Diversi edifici teatrali sono andati distrutti o caduti in disuso. Fra questi il teatro Balbo e il teatro di Torino,
distrutti durante un bombardamento nel 1943, il teatro Rossini, bruciato in un incendio nel 1941, i teatri
Adua, Gianduja, Gerbino e Arena torinese, smantellati e, infine, il teatro Nazionale riconvertito in cinema;
inoltre v'è una sala teatrale, oggi in disuso, nell'edificio storico della Cavallerizza Reale.

Mercati

A Torino sono presenti 49 mercati rionali.[64] Sebbene non sia la


città che ne ospita il maggior numero, il record è tuttavia costituito
dal fatto che sono fissi, aperti tutti i giorni e dislocati in tutti i
quartieri. I più importanti per ampiezza e giro d'affari si svolgono in
Piazza Benefica, in Corso Alcide De Gasperi, in via Onorato
Vigliani, in corso Svizzera, in Corso Racconigi e in piazza
Barcellona.

Il mercato più famoso è Porta Palazzo (Pòrta Pila in Lingua


Il Balon
piemontese), che è il mercato all'aperto più grande d'Europa.

Ogni sabato nei pressi si tiene il Balon, un grande mercato all'aperto


dell'usato, che la seconda domenica di ogni mese diventa Gran Balon, in cui si vendono anche oggetti di
antiquariato.

Nel 2011 il regista torinese Daniele Gaglianone ha realizzato il film documentario Uomini e mercati
centrato sui mercati di Porta Palazzo, Piazza Benefica e Corso Spezia.[65]

Aree naturali

In contrasto ad una prima impressione della zona centrale e ai vecchi pregiudizi sulla città grigia e
industriale, Torino è una delle città italiane con più verde pubblico per abitante. Su una superficie cittadina
di 130 km², vi sono infatti ben 21,37 km² di aree verdi: il che vuol dire che ogni abitante dispone di circa
23,6 m² di verde. In città sono presenti 60.000 alberi lungo le strade e 100.000 alberi nei parchi.[66] In più,
grazie ad un indice di verde visibile del 16,2%, Torino si piazza al tredicesimo posto tra le diciassette città
con più alberi nel mondo.[67]
Nel quartiere San Salvario, caratteristico è il Condominio 25 Verde, il cui principio è lo stesso del più
imponente (perché grattacielo) Bosco Verticale di Milano.

È inoltre la prima città italiana, tra quelle con più di 500.000 abitanti, per quanto riguarda la quota di
raccolta differenziata dei rifiuti, giunta nel 2014 al 42,2%.[68]

L'igiene urbana e la raccolta rifiuti sono gestiti dal 1969 da Amiat, società che si occupa anche del recupero
ambientale della Discarica Basse di Stura, di cui la parte più vecchia - esaurita nel 1983 e con una
superficie complessiva di 300.000 m² - è diventata parco fluviale, nota come Parco urbano della
Marmorina.[69]

Parchi
Lo stesso argomento in dettaglio: Parchi di Torino.

Torino dispone di 51 parchi nell'area urbana e quelli più grandi e


frequentati sono: il Parco del Valentino, il Parco della Pellerina, il
Parco Colletta, il Parco Rignon e i più recenti Parco Ruffini e Parco
Colonnetti. Attorno alla città, ad anello, vi sono il Parco della
Mandria e il Parco della Palazzina di caccia di Stupinigi, antiche
riserve di caccia dei Savoia, e quelli situati sulla collina torinese
quali il Parco della Rimembranza o il Parco Europa. Nei vari
quartieri della città sono presenti molti piccoli parchi, che ospitano
240 aree gioco per bimbi. Il sindaco Amedeo Peyron realizzò, agli
inizi degli anni sessanta, il primo giardino in Italia dotato di giochi Parco del Valentino
per bambini. Secondo un rapporto di Legambiente del 2007, Torino
è la prima città italiana per strutture e politiche dedicate
all'infanzia.[70]

Alberi monumentali e secolari

Torino ospita diversi grandi alberi. Dal grande platano del Parco
della Tesoriera (660 cm di circonferenza del tronco, oltre due secoli
di vita) ai platani del Parco del Valentino, dalle metasequoie del
Giardino Roccioso inaugurato nel 1961 agli alberi più annosi
dell'Orto Botanico fondato nel 1729, adiacente alle mura del
Castello del Valentino. Torino ospita anche alberi esotici secolari
come le sequoie costali (Sequoia sempervirens) dei parchi collinari
di Villa Genero e Giacomo Leopardi, i numerosi esemplari di Noce
del Caucaso (Pterocarya fraxinifolia) che costeggiano il Po e
Il Borgo e la Rocca medievali,
compaiono in parchi pubblici come i Giardini Cavour, il giardino
all'interno del Valentino
Sambuy, i Giardini Reali Bassi (lungo Corso San Maurizio), il
parco Millefonti. Due spettacolari esemplari di carpino bianco
(Carpinus betulus) arricchiscono il grande Parco della Rimembranza che si dispiega lungo il Colle della
Maddalena.[71]

Via Francigena

Per Torino passa la Via Francigena, ramo del Moncenisio[72]. L'itinerario, fra i preferiti nel Medioevo,
valicato lo spartiacque Francia/Italia al Colle del Moncenisio, giunge dalla Valle di Susa terra delle grandi
abbazie come Novalesa, Sacra di San Michele e Sant'Antonio di Ranverso e passando per Torino lungo il
Parco Colletta tende a San Mauro Torinese e poi verso Chivasso e successivamente a Vercelli, dove si
congiunge con l'altro ramo della Francigena, quella proveniente dal Colle del Gran San Bernardo.

Società

Evoluzione demografica
Lo stesso argomento in dettaglio: Demografia di Torino.

A partire dal secondo dopoguerra, in particolare nel decennio 1951-1961, la popolazione della città
conobbe un'improvvisa e repentina espansione (306.000 abitanti in più nel 1961 rispetto al 1951[73]),
dovuta alla migrazione interna dal Mezzogiorno, dal Triveneto e, seppur in misura minore, dalle vallate e
dalle campagne di tutto il Piemonte, da dove la gente si spostava in cerca di lavoro nelle fabbriche cittadine
(segnatamente la FIAT). Questa improvvisa e smisurata crescita, arrivata peraltro in un momento di precario
equilibrio sociale di un Paese appena uscito da un disastroso conflitto, portò naturalmente a notevoli
problemi di natura sociale e urbanistica, che solo durante l'ultimo ventennio hanno iniziato a trovare una
seppur lenta e graduale risoluzione.

Nel 1974 la popolazione torinese toccò il suo massimo con 1.202.846 abitanti.[74][75] Da quando la
popolazione della città ha raggiunto il suo apice, è diminuita secondo una tendenza simile a quella di tutte le
principali metropoli italiane. Ciò non è dipeso soltanto dal ritorno di molti immigrati del Mezzogiorno nelle
loro regioni di origine, ma dagli spostamenti avvenuti da Torino verso quella che poi divenne l'area
metropolitana, determinando così l'espansione dei comuni della prima cintura (Moncalieri, Nichelino,
Beinasco, Grugliasco, Collegno, Venaria Reale, Borgaro Torinese, Settimo Torinese, San Mauro Torinese)
e di quelli della seconda (Vinovo, Candiolo, Orbassano, Rivalta di Torino, Rivoli, Alpignano, Pianezza,
Druento, Caselle Torinese)

Considerando i dati dell'ultimo rilevamento provvisorio dell'ISTAT (dicembre 2020), la popolazione della
città conta poco più di 848.000 abitanti,[2] evidenziando un'ulteriore diminuzione rispetto al censimento del
2001 (865.263[73]).

Abitanti censiti (migliaia)[76]


Etnie e minoranze straniere

Al 1º gennaio 2022 risiedevano a Torino 124 585 stranieri, costituenti il 14,7% della popolazione totale. Di
seguito sono riportati i gruppi più consistenti[77]:

1. Romania, 43 825
2. Marocco, 15 059
3. Cina, 7 320
4. Perù, 6 700
5. Nigeria, 5 871
6. Egitto, 5 518
7. Albania, 4 792
8. Filippine, 3 587
9. Moldavia, 2 781
10. Bangladesh, 2 234

Religione

La prima confessione religiosa a Torino è quella cattolica secondo il rito romano[78]. La città è sede
dell'arcidiocesi di Torino, suffraganea di quella di Milano fino al 21 maggio 1515, quando papa Leone X la
elevò al rango di arcidiocesi metropolitana[79]. Torino è, inoltre, meta di pellegrinaggio da parte di fedeli
cattolici in quanto ospita la sacra sindone, importante reliquia cristiana giunta in città nel 1578. Torino è un
centro religioso abbastanza importante anche per quanto riguarda le confessioni protestanti, in particolare
per la comunità valdese: la città, per la vicinanza con le cosiddette valli valdesi, conta un numero non
esiguo di fedeli, i quali si riuniscono nel tempio situato in Corso Vittorio Emanuele II. Altre confessioni
protestanti o ortodosse presenti in città sono dovute, principalmente, all'immigrazione, in particolari dai
paesi dell'Europa orientale.
Seconda comunità religiosa cittadina è quella islamica con un numero di fedeli che varia fra le 30000 e le
50000 unità, Quasi tutti di origine straniera[80]. Nonostante la numerosità della popolazione islamica, in città
non vi sono edifici di culto strutturati, bensì delle cosiddette "sale di preghiera" sparse sul territorio
cittadino.
Relativamente all'ebraismo, Torino è sede della comunità ebraica più importante del Piemonte, terza in
Italia, con oltre mille fedeli in città e diverse istituzioni religiose, scolastiche e culturali. Lo stesso edificio
simbolo della città, la Mole Antonelliana, nacque come progetto della prima sinagoga cittadina, progetto poi
ceduto al comune in cambio del terreno ove sorge l'attuale Sinagoga di Torino.

Istituzioni, enti e associazioni

La città è sede d'importanti centri dell'ONU[81], ospitati in un unico campus nella zona sud di Torino. Essi
sono:

l'Istituto interregionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (UNICRI):
fondato nel 1968 a Roma - ma trasferito nel 2000 a Torino - si occupa di prevenzione del
crimine e giustizia criminale;
il CIF-ILO (Centro Internazionale di Formazione dell'Organizzazione internazionale del
lavoro), istituto di perfezionamento per i funzionari dell'agenzia ONU specializzata nella
promozione della giustizia sociale e dei diritti del lavoro;
lo United Nations System Staff College (UNSSC), la struttura incaricata della formazione dei
funzionari delle Nazioni Unite;

A Torino hanno inoltre sede la Fondazione europea per la formazione professionale (ETF), una delle
agenzie dell'Unione europea, e l'Autorità di regolazione dei trasporti (ART), autorità indipendente
italiana.[82][83]

Cultura
Questa voce o sezione sull'argomento Torino non cita le fonti necessarie o
quelle presenti sono insufficienti.

«Trovo che qui valga la pena di vivere sotto tutti gli aspetti.»

(Friedrich Nietzsche, Lettere da Torino)

Citazioni

Definita da Le Corbusier come « [...] la città con la più bella posizione naturale del mondo»[84], celebrata da
numerosi personaggi storici, tra cui Friedrich Nietzsche[85], Mark Twain[86] e Jean-Jacques Rousseau, il
quale descrisse il suo panorama dalla collina di Superga come « [...] il più bello spettacolo che possa colpire
l'occhio umano»[87], è una delle più importanti città barocche d'Europa ed è considerata, insieme a Milano e
Palermo, la capitale italiana dell'Art Nouveau[88], di cui sono grande esempio, fra l'altro, i suoi innumerevoli
e famosi caffè storici, fioriti soprattutto nel periodo risorgimentale e della Belle Époque.

Istruzione

Biblioteche e archivi
La città ospita
alcune
importanti
biblioteche: la
Biblioteca
nazionale di
Torino e la
Biblioteca Biblioteca nazionale di Torino
Reale di
proprietà dello
Stato, la Biblioteca civica centrale e molte collezioni specializzate come la
Biblioteca internazionale di cinema e fotografia Mario Gromo, la Biblioteca
Nazionale del Club Alpino Italiano, la Biblioteca della Fondazione Luigi
Einaudi, le biblioteche d'arte della Galleria civica d'arte moderna e
contemporanea e dell'Accademia Albertina. Altre importanti biblioteche
Autoritratto di Leonardo da
antiche sono la Biblioteca dell'Accademia delle Scienze, la Biblioteca della
Vinci, Biblioteca Reale
Scuola di Applicazione dell'Esercito (con sede nello juvarriano Palazzo
dell'Arsenale), la Biblioteca dell'Archivio di Stato e la Biblioteca
Provinciale dei Frati minori cappuccini, situata all'interno del Convento dei Monti Cappuccini.

La rete delle biblioteche civiche comprende, oltre alla Civica centrale, altre 23 istituzioni analoghe (17
biblioteche civiche diffuse sul territorio, 2 biblioteche situate presso le carceri e 4 punti di lettura), il cui
patrimonio complessivo ammonta a oltre 1.200.000 volumi.[89]

A queste si aggiungono le biblioteche centrali e dipartimentali delle università: l'Università degli Studi ne
dispone di 50, tra cui spicca la Biblioteca Interdipartimentale di Scienze Religiose Erik Peterson. Il
Politecnico dispone di 17 biblioteche. La consultazione dei volumi è libera per tutti, ma il prestito è
riservato ai soli iscritti alle varie facoltà.

Inoltre, i comuni di cintura dell'area urbana e metropolitana cittadina possiedono un sistema bibliotecario
integrato denominato SBAM (Sistema Bibliotecario Area Metropolitana) composto di 65 biblioteche per un
totale di circa 1.700.000 documenti.[90]

L'Archivio di Stato di Torino custodisce i documenti della corte e dell'amministrazione sabauda, sin
dall'epoca medievale.

Ricerca scientifica

A Torino hanno sede importanti istituti di ricerca scientifica,


tecnologica e cinematografica che sono la testimonianza di una
tradizione culturale improntata sulla sperimentazione e
sull'innovazione. Qui, infatti si trovano:

l'Accademia delle Scienze, fondata nel 1757


l'Istituto nazionale di ricerca metrologica (INRiM), istituito
con DL 38/2004 dalla fusione dell'Istituto elettrotecnico
nazionale Galileo Ferraris con l'Istituto di metrologia
"Gustavo Colonnetti" del CNR Immagine storica del Palazzo
dell'Accademia delle Scienze
il Centro ricerche e innovazione tecnologica Rai
l'Istituto per l'Interscambio Scientifico
l'Accademia di medicina di Torino
Telecom Italia Lab (già CSELT)
l'Accademia d'Agricoltura
il Centro sperimentale cinematografico appartenente alla Scuola nazionale di cinema

Torino è da sempre una città molto vivace dal punto di vista della ricerca scientifica e applicata in diverse
discipline. Essa, nel tempo, ha conseguito diversi primati. Ad esempio, qui è nato il motore elettrico a
corrente alternata a opera di Galileo Ferraris, che scoprì e dimostrò il campo magnetico rotante. Nel 1961
venne creato il laboratorio di telecomunicazioni CSEL, divenuto nel 1964 il centro di ricerca CSELT del
gruppo STET: già alla fine del decennio era affermato con collaborazioni di ricerca industriale con partner
non più solo nazionali. Il gruppo di tecnologie vocali di CSELT produsse, nel 1975, il primo sintetizzatore
vocale al mondo capace di parlare italiano e, curiosamente, anche di cantare: MUSA: il gruppo continuò la
sua attività e nel 2001 divenne lo spinoff Loquendo SpA. Nel 1977 Torino fu anche la prima città al mondo
dotata di una rete di fibra ottica urbana (lunga 9km)[91]), sperimentata proprio da CSELT; sempre in
CSELT, inoltre, nacque l'iniziativa MPEG che portò alla creazione, tra gli altri, dello standard di codifica
audio MP3 (il cui corretto funzionamento proprio qui venne dimostrato, per la prima volta in assoluto, nel
marzo 1992), diffuso rapidamente in tutto il mondo.[92] Nel 1999, a Torino venne sperimentata la prima
telefonata urbana UMTS, sempre da CSELT. Nel 2003 il centro divenne TILabs.

A Torino, inoltre, si svolsero alcuni episodi notevoli della storia dell'informatica: qui Charles Babbage
presentò per la prima volta in una conferenza scientifica il progetto della sua Macchina Analitica su invito
dell'astronomo Giovanni Plana; circa un secolo dopo nacque il torinese Pier Giorgio Perotto, ideatore e
progettista del primo personal computer, la Programma 101, sotto il marchio Olivetti; Perotto fu anche
docente al Politecnico di Torino.

Nel 2016 Torino si è aggiudicata il secondo posto del prestigioso Premio Capitale Europea
dell'Innovazione - iCapital, dietro ad Amsterdam e davanti a Parigi.[93][94]

Università

Il polo universitario torinese è uno dei principali in Italia. Nei due più importanti atenei cittadini, l'Università
di Torino e il Politecnico, risultavano iscritti nel 2006 quasi 100.000 studenti. Per l'anno 2020/2021
l'Università di Torino contava oltre 81.700 iscritti[95] mentre il Politecnico 33.102[96], a cui vanno aggiunti
gli iscritti ai corsi degli atenei minori.

Torino, secondo un'inchiesta di Skyscanner, fa parte delle dieci città universitarie più amate d'Italia.[97]

I principali istituti di studi superiori, oltre all'Università degli Studi e al Politecnico, sono:

Accademia Albertina di belle arti


Conservatorio Giuseppe Verdi
Scuola di applicazione e Istituto di studi militari dell'Esercito
Istituto europeo di design
Istituto d'arte applicata e design
International University College of Turin
Scuola superiore per mediatori linguistici Unicollege.

A Torino ha inoltre sede uno dei cinque campus europei dell'ESCP Business School. Gli altri campus
europei di questa Grande École sono: Parigi, Londra, Berlino e Madrid.

Per quanto attiene l'università popolare, in città è stata fondata e conserva tuttora la sede nazionale
l'UNITRE.[98]
Politecnico di Torino Castello del Porticato del Campus Luigi
Valentino, sede rettorato Einaudi, sede delle
della facoltà di dell'Università degli Scuole di scienze
architettura del Studi di Torino giuridiche, politiche
Politecnico ed economico-
sociali

Palazzo Nuovo, Conservatorio Accademia Albertina


sede delle facoltà Giuseppe Verdi di belle arti
umanistiche

Musei
Lo stesso argomento in dettaglio: Musei di Torino.

Torino possiede un sistema museale di livello


internazionale, forte di oltre 50 musei presenti sul
territorio cittadino e metropolitano,[99] i quali hanno
raggiunto nel 2017 la cifra complessiva di 5,3 milioni
di visitatori.[100] Vi sono quattro musei nazionali
(Museo del cinema, Museo dell'automobile, Museo
della montagna, Museo del Risorgimento) e numerosi
altri musei di rilevanza nazionale e internazionale
come il Museo egizio, il Museo Accorsi-
Ometto,l'Armeria Reale, ora ricompresa nei Musei
Reali, il Museo d'Arte Orientale, Museo
dell'Astronomia e Planetario, il J-Museum a cui si
aggiungeva, fino al 2015, il Museo dello sport. Immagini da alcuni musei di Torino: Museo egizio,
Alcuni musei sono stati ampliati e rinnovati negli Museo del cinema, Museo del Risorgimento, Museo
ultimi anni (per esempio il Museo del Cinema, il dell'automobile
Museo Egizio e il Museo dell'Automobile) o sono in
corso di rinnovamento: tra questi, il Museo di
anatomia umana Luigi Rolando, il Museo di Antropologia ed Etnografia, e il Museo di antropologia
criminale Cesare Lombroso, che verranno unificati in un unico Museo dell'Uomo, all'interno del "Palazzo
degli Istituti Anatomici" di corso Massimo d'Azeglio.

Molto importanti sono le collezioni artistiche della città: vi si trovano infatti opere di Leonardo da Vinci,
Antonello da Messina, Beato Angelico, Andrea Mantegna, ma anche di Van Eyck, Rembrandt, Van Dyck.
Per l'arte figurativa è da citare la Galleria Sabauda, una delle più importanti pinacoteche d'Italia, oggi parte
dei Musei Reali, che ospita dipinti per il periodo che va dal XII al XVIII secolo. Per l'arte moderna e
contemporanea vi sono la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea (il secondo museo di arte
moderna in Italia, con 5.000 dipinti e 400 sculture), il Museo civico d'arte antica di Palazzo Madama, la
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo contenente esposizioni degli artisti contemporanei provenienti da
tutto il mondo, la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli e la Fondazione Merz. Considerando che la vicina
Rivoli ospita nell'omonimo castello il Museo d'Arte Contemporanea, Torino può essere considerata come il
più importante polo museale italiano per l'arte contemporanea.

Le collezioni di arte antica, la cui raccolta fu iniziata dal duca Emanuele Filiberto di Savoia nella seconda
metà del Cinquecento, sono conservate nel Museo di antichità, che raccoglie anche le principali
testimonianze archeologiche piemontesi dal Paleolitico al Tardo Medioevo. Dal Museo di Antichità furono
separate, negli anni quaranta del Novecento, le collezioni egizie che costituirono il Museo egizio, il più
importante d'Europa (nonché il più antico al mondo), in quanto custode della seconda collezione di arte
egizia del mondo per vastità e importanza dopo quella del Museo del Cairo.

Inoltre, l'apertura del MAO - Museo d'Arte Orientale nel dicembre 2008 ha permesso di ospitare ricche
collezioni provenienti dal Vicino Oriente, dall'India, dalla Cina e dal Giappone, oltre che dall'Asia centrale.

Il museo Accorsi-Ometto è una ricca collezione privata, ora aperta al pubblico, di opere collezionistiche e di
arte decorativa. Mostre temporanee di rilievo si tengono a Palazzo Bricherasio e a Palazzo Madama.

Importanti sono poi dal punto di vista storico il Museo nazionale del Risorgimento italiano, presso Palazzo
Carignano, e il Museo nazionale della montagna, presso il Monte dei Cappuccini, sulla riva destra del Po.
Testimonianze della storia di Torino sono a disposizione presso l'Istituto Storico della Resistenza, che
gestisce inoltre il Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà.

Per quanto riguarda le scienze, è sicuramente da ricordare il Museo Regionale di Scienze Naturali, tra i
maggiori in Italia dello specifico settore, e il Museo della Sindone, che illustra al visitatore le scoperte
scientifiche sul telo sindonico.

Da ricordare il Museo dell'astronomia e Planetario di Torino, che sorge accanto dell'Osservatorio


astronomico di Torino a Pino Torinese, cittadina collinare nei pressi immediati del capoluogo piemontese.

Nel 2004 è stato inaugurato il Museo A come Ambiente, il primo in Europa interamente dedicato alle
tematiche ambientali.
Da segnalare, infine, che tutti i musei sopra indicati, più numerosi altri all'interno della Regione Piemonte
per un totale di circa 200 siti, sono gratuitamente e illimitatamente accessibili tramite l'Abbonamento Musei
regionale, che fin dagli anni '90 è stato sviluppato per permettere la fruizione dei luoghi museali sul
territorio previo acquisto annuale forfettario, e che nel 2017 ha raggiunto l'importante obiettivo delle oltre
136.000 tessere vendute e i circa 900.000 ingressi nei siti convenzionati.[100]

Media

Stampa

Torino ha una storica tradizione in campo editoriale. La concentrazione di case editrici in città è superiore
alla media nazionale e tutt'oggi il 50% delle case editrici scolastiche e universitarie italiane ha sede a Torino,
con un'incidenza del 30% del mercato librario scolastico nazionale.

A Torino inoltre è concentrato oltre il 90% della produzione editoriale nazionale a edizioni a grandi caratteri
per ipovedenti. Torino è anche luogo di sperimentazione tipografica.

Nel capoluogo piemontese sono nate importanti case editrici come:

UTET Umberto Allemandi & C. Edizioni ESAV


SEI - Società Editrice Elledici HAPAX Editore
Internazionale Comunicando Edizioni Gruppo Abele
Einaudi Codice Edizioni Editrice Antonelliana
Bollati Boringhieri Vittorio Pavesio Agorà Edizioni
Finanze & Lavoro Productions scolastiche
Rosenberg & Sellier SAIE Editrice Edizioni Camilliane
Claudiana Edisco Ananke Edizioni
Clut Petrini Editore Fogola Editore
EDT (editore) Viglongo Ariete Multimedia
Lattes Editori Editrice Il Punto Nino Aragno Editore
Loescher Daniela Piazza Editore Bradipolibri Editore
Paravia Minerva Medica Arethusa Edizioni
G. Giappichelli Editore Vivalda Editori ONE Books
Il Capitello Seneca Edizioni CET Casa Editrice
Centro Scientifico INSTAR Libri Torinese
Torinese Cosmopolis Edizioni ISEDI
Paola Caramella Editrice

Dal 1988 a Torino si organizza il Salone internazionale del libro.

Periodici

Sede in passato di importanti quotidiani nazionali come la Gazzetta del Popolo e Stampa Sera, adesso
hanno sede nel capoluogo piemontese:

La Stampa
Tuttosport
CronacaQui
In città hanno anche sede le redazioni locali de La Repubblica, de Il Giornale e del Corriere della Sera. Vi
si pubblicano anche l'edizione locale del free press quotidiano Metro, il settimanale Però, il mensile Torino
Magazine e il bimestrale Extratorino. Sono presenti in città anche le redazioni di svariati periodici dedicati
ad arte e cultura come Il Giornale dell'Arte, Il Giornale dell'Architettura e Il Giornale della Musica. Il
Comune di Torino, dal 2004, pubblica il periodico CittAgorà.[101]

Radio

Torino è stata per decenni la sede dell'EIAR e poi della Rai e perciò è la città da cui partiva la maggior parte
delle trasmissioni radiofoniche nell'epoca in cui non c'era ancora la televisione (1927-1954).

Le principali emittenti radiofoniche cittadine sono: Radio Manila, Radio GRP, Radio 2000 Blackout, Radio
Veronica One, Radio Torino International (quest'ultima è dedicata alla comunità proveniente dalla
Romania: la programmazione è trasmessa, infatti, prevalentemente in lingua romena). In passato esistevano
anche Radio Flash (che ha chiuso i battenti il 1º luglio 2019 cedendo la sua storica frequenza 97.6 (già
97.7) a Radio Italia Uno ed era affiliata al circuito Popolare Network) e Radio Centro 95 (poi ridenominata
Radio Centro Soft FM e chiusa definitivamente nel 2013).

Televisione

Torino è tra le sedi principali del Centro di Produzione Televisiva Rai, come quelli di Roma, Milano e
Napoli. Assieme a queste tre sedi, da quando ha iniziato i suoi programmi nel 1954, il centro di Torino
(ospitante il Museo della Radio e della Televisione) è stato anche il primo dell'azienda televisiva.[102]
Torino, inoltre, prima che si trasformasse in RAI, già ospitava il centro di direzione dell'EIAR dal 1927.

Altre emittenti, a diffusione regionale, sono Quartarete TV, GRP Televisione, TST, Quinta Rete,
Videogruppo Piemonte, Rete 7 Piemonte e Telesubalpina (quest'ultima chiusa nel 2019 e sostituita da
Radio Bianconera TV).

Una delle più importanti produzioni ambientate a Torino è stata la soap opera CentoVetrine che ha
utilizzato la gran parte delle location esterne per le case dei protagonisti, il commissariato Franco Balbis, il
carcere, l'ospedale e le principali piazze. Nel 2012 approda su Rai 1 la fiction Questo nostro amore,
ambientata a Torino. Il 21 dicembre 2012 è stato trasmesso su Canale 5 il film per la televisione Natale a 4
zampe con Massimo Boldi, dove gran parte delle riprese cinematografiche sono state girate a Torino.

Altri media

Torino è stata la seconda città italiana a finire su un videogioco in 3D, ma la prima (sempre d'Italia) come
città vera e propria, dov'era possibile girare liberamente per le numerose vie. Nel 2001 infatti la Rockstar
Games creò The Italian Job, ispirato al film The Italian Job, girato in parte a Torino nel 1969. Anche se nel
gioco la città è ben diversa dalla realtà, sono comunque presenti il tram numero 13, il Po e molti edifici
storici realmente esistenti. La prima città italiana ad apparire su un videogioco fu Venezia in Tomb Raider
II, ma c'erano solo i pochi edifici necessari per completare i 3 livelli (2, 3 e 4) ambientati in questa città.
Ispirandosi sempre al film del 1969 e utilizzando tre Mini Cooper, la band gallese degli Stereophonics ha
girato il video di Pick a part that's new a Torino. Ispirandosi sempre a questo film, nell'episodio La zingara
di Budapest della serie TV MacGyver, fu riprodotto il famoso inseguimento nel traffico torinese, rifacendo
alcune scene e utilizzando anche scene della pellicola originale, come l'inseguimento sulla pista di collaudo
automobilistico sita sul tetto dell'ex stabilimento FIAT del Lingotto.

Cinema

Torino è la città italiana in cui fu per prima stabilita l'industria


cinematografica, in ragione della storica vicinanza geografica e
culturale con la Francia dei fratelli Lumière. Proprio nel capoluogo
piemontese, nel marzo del 1896, gli inventori del cinematografo
esibirono la prima proiezione di un film in Italia e in via Po, a
novembre, la prima davanti ad un pubblico pagante.[103]

I primi studi cinematografici italiani aprirono a Torino nel 1907.


Giovanni Pastrone vi girò uno dei primi colossal della storia del
cinema: Cabiria del 1914.

Le produzioni delle principali case, come l'Ambrosio Film, l'Itala


Film, l'Aquila e gli studi Fert,[104] proseguirono fino al 1937, anno
di inaugurazione di Cinecittà a Roma.

La vocazione cinematografica di Torino non cessò. Nel 1956 venne


La Mole ospita il Museo nazionale
aperto il Museo nazionale del cinema, dapprima ospitato a Palazzo
del cinema
Chiablese e poi, dal 2000, nell'imponente sede della Mole
Antonelliana. Negli anni ottanta un gruppo di professori universitari
e critici cinematografici torinesi diede luogo, con il sostegno degli enti locali, alla rassegna cinematografica
Festival Cinema Giovani che dal 1997 assunse la denominazione di Torino Film Festival, conquistandosi
un punto di riferimento a livello internazionale specialmente per il cinema sperimentale, secondo in Italia
soltanto allo storico Festival di Venezia.

A Torino si svolgono il Torino Gay & Lesbian Film Festival, il Festival Internazionale Cinema delle
Donne, il Sottodiciotto Filmfestival legato ai temi dell'adolescenza, CinemAmbiente, la VIEW Conference
(in precedenza Virtuality, manifestazione interamente dedicata alla realtà virtuale) e il Piemonte Movie-
gLocal Film Festival, dedicato alla cinematografia regionale.

Oggi Torino è tra le principali sedi di realizzazioni cinematografiche e televisive in Italia, grazie al ruolo
della Torino Film Commission che vi riporta la produzione di molti lungometraggi, sceneggiati e spot.

Nel 2002 vennero riaperti gli studi Fert con la nuova denominazione di Virtual Reality & Multi Media
Park[105] e la Lumiq Studios[106] iniziò la sua attività: entrambi hanno cessato la loro attività nel 2013.

Sono nati a Torino il primo cinema d'essai italiano (il Romano nella Galleria Subalpina, nel 1971), la
principale associazione cinematografica nazionale (l'Aiace Torino) e la prima multisala del Paese (l'Eliseo,
nel 1983).

Nel 2007 è stata fondata a Torino la casa di distribuzione cinematografica italiana Movies Inspired, con
sede legale (dal 2014) nello storico Cinema Classico (già Impero - Vittorio Veneto - Empire).

A San Giusto Canavese è presente un importante centro di produzione cine-televisiva i Telecittà Studios,
mentre a Torino c'è il Cineporto, una struttura riservata alle società di produzioni cinematografiche che
vengono in città a girare film.

Citazioni cinematografiche
Guerra e Pace. Diverse scene del kolossal sono state girate a Torino, in particolare le
battaglie.
Un colpo all'italiana. Un gruppo di ladri inglesi arriva a Torino a bordo di tre Mini Cooper per
organizzare una rapina ai danni di un convoglio che trasporta i ricavi della FIAT
dall'Aeroporto di Torino-Caselle fino alla città.
Profondo Rosso. Il film è ambientato in una città immaginaria, ma la maggior parte delle
scene sono state girate a Torino.
La donna della domenica. Film giallo ambientato a Torino. Offre una rappresentazione della
Torino dеgli anni '70, nonché un tour nella capitale sabauda.
Torino violenta. Un poliziesco interamente girato a Torino. Sono numerosi i luoghi
riconoscibili della città, come Piazza Statuto, Piazza Cavour e Corso Francia.
American Gigolò. La città viene citata nel film. Il protagonista, Julian Kay, interpretato da
Richard Gere, dopo un breve dialogo in francese con una bella sconosciuta (Lauren Hutton)
dice di essere nato a Torino e di aver studiato a Nantes.
Hannah e le sue sorelle. I protagonisti Holly e David s'incontrano per la prima volta al
Metropolitan Opera di New York mentre è in scena il Manon Lescaut di Giacomo Puccini. Le
scene all’interno del teatro, però, sono state girate al Teatro Regio di Torino.
A che punto è la notte. Diverse riprese vennero eseguite in zona Falchera.
Così ridevano. Un fedele ritratto della Torino del boom economico e della forte immigrazione
dal Sud.
Santa Maradona. Interamente girato a Torino.
Heaven. Film basato su una sceneggiatura di Krzysztof Kieślowski interamente girato a
Torino con protagonisti Cate Blanchett e Giovanni Ribisi.
Dopo mezzanotte. La città viene mostrata in tutte le sue sfaccettature ed è inoltre possibile
ammirare a fondo la Mole, sia internamente che esternamente.
La Pantera Rosa 2. Nella parte iniziale del film viene mostrato un panorama di Torino e
l'interno del duomo in cui viene rubata la Santa sindone. In realtà il panorama non è quello
reale e neanche la chiesa. Nel film viene mostrato come se la sindone fosse conservata in
una teca di vetro, anche se nella realtà non è così.
The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo. Nel film molte delle scene di apertura sono
girate a Torino.
Io sono leggenda. Nel film, quando il protagonista sta guardando le registrazioni di vecchi
telegiornali, viene mostrata piazza San Carlo. Quella utilizzata nel film è infatti la reale
registrazione di un collegamento avvenuto durante i XX Giochi olimpici invernali del 2006.
Il divo. Le riprese sono state effettuate a Palazzo Saluzzo Paesana, a Palazzo Birago di
Borgaro, a Palazzo dei Draghi, in via Carlo Alberto, nella Casa Circondariale "Lorusso e
Cutugno", al Palazzo Civico e al Ponte Rossini.
Vincere. Il film è stato girato in diverse location torinesi, tra cui via Palazzo di Città, Galleria
San Federico, l'ex manicomio di Collegno e l'ex cronicario denominato popolarmente
"Poveri Vecchi".
La solitudine dei numeri primi. Ambientato a Torino.
Mirafiori Lunapark. Una cartolina poetica della chiusura dello stabilimento Fiat di Mirafiori.
Lazzaro felice. Nelle ultime settimane la regista ha girato la città focalizzando le riprese tra
Galleria Umberto I, Porta Palazzo e la periferia nord.

Soap opera.

Cuori rubati
CentoVetrine (dal 2007 in numerosi cambi di scene si possono osservare i principali
monumenti della città)
Vivere
Il bene e il male
Elisa di Rivombrosa
Fuoriclasse

Musica
Lo stesso argomento in dettaglio: Musica a Torino.

L'ente lirico di Torino è il Teatro Regio, mentre la principale orchestra sinfonica cittadina è l'Orchestra
sinfonica nazionale della RAI, che si esibisce all'Auditorium della RAI. Nell'ambito della musica classica
sono attive anche l'Orchestra Filarmonica di Torino, la Filarmonica del Regio e l'Accademia Musicale
Stefano Tempia, specializzata nel repertorio barocco. Inoltre, notevole rilevanza è rivestita dalle stagioni
annuali dell'Unione Musicale e di Lingotto Musica, che vantano numerose collaborazioni con prestigiosi
solisti e orchestre internazionali.

A Torino vi è una ricca offerta musicale. Viene eseguita dal vivo ogni tipo di musica e, oltre ai principali
teatri e sale da concerto per la musica classica, dopo le recenti Olimpiadi sono aumentati i Palazzetti dove
avvengono concerti ed esibizioni di musica leggera. Tra questi i più frequentati sono:

il PalaRuffini, conosciuto anche come Palazzetto dello Sport;


il PalaTorino, già PalaStampa e Mazda Palace (chiuso dal 2011);
il Palasport Olimpico, oggi PalaAlpitour per motivi di sponsorizzazione (detto anche
PalaIsozaki dal nome del suo ideatore, l'architetto Arata Isozaki).

Inoltre vi si svolgono diversi eventi periodici annui:

Settembre Musica: rassegna musicale che si tiene ogni anno a settembre in vari luoghi,
unendo concerti di musica classica, jazz, etnica e pop. Fondata nel 1978, dal 2007 si svolge
in gemellaggio con Milano con il nome di MITO SettembreMusica;
Club to Club: festival internazionale di musica e arti elettroniche che dal 2006 coinvolge,
con la sezione "Club Europa", un'importante città europea, con scambio di pubblico, artisti,
iniziative;
Torino Jazz Festival: festival internazionale di musica Jazz tenutosi ogni anno a fine aprile
dal 2012 al 2016, con la partecipazione di ospiti prestigiosi come Al Di Meola, Paolo Fresu,
Caetano Veloso, Manu Dibango, Daniele Sepe, Enzo Avitabile.[107] Da maggio 2017 è
rimpiazzato dal nuovo format Narrazioni Jazz[108];
Traffic - Torino Free Festival: festival musicale gratuito che si è svolto annualmente a Torino
dal 2004 al 2014 nel mese di luglio. Dall'estate 2015 è stato sostituito dal TOdays
Festival[109];
Movement Torino Music Festival: festival di musica elettronica, arti visive e circensi nato nel
2006, che ospita le performance dei migliori musicisti e DJ internazionali, per rappresentare
gli sviluppi della cultura musicale contemporanea.
Kappa FuturFestival: nato come evento artistico nel 2009, è, dal 2012, un festival di musica
elettronica diurno che si svolge al Parco Dora.
Reload Music Festival.: festival di musica EDM che si svolge dal 2015 ogni anno tra
febbraio e marzo. L'edizione 2020 è stata annullata a causa della pandemia del COVID-
19.[110]

Torino nella musica

Torino è l'unica città italiana, oltre a Napoli, citata nel titolo di una canzone americana con il
nome non tradotto: per la precisione, il cantautore texano Shawn Phillips nel suo album del
1970 Second Contribution apre il lato A con un brano dal titolo lunghissimo, She was waitin'
for her mother at the Station in Torino and you know I love you baby but it's getting too heavy
to laugh ("Stava aspettando sua madre alla stazione di Torino e tu sai che ti amo tesoro ma
sta diventando troppo pesante per ridere"). Anche il dj austriaco Parov Stelar ha intitolato un
suo brano con il nome della città in italiano: A Night in Torino, EP del 2005.
Il gruppo Turin Brakes cita nel proprio nome la città di Torino. Secondo la stessa band, le
due parole non abbinano alcun significato e il loro accostamento non ha alcun senso
voluto.[111]

Magia e occultismo

«Torino è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante non d'Italia, ma del mondo»

(Giorgio de Chirico, 1939[112])

La città è anche conosciuta per la tradizione di magia e


occultismo.[113] Effettivamente, Torino non è soltanto la sede della
Sindone e dei santi sociali del XIX secolo, come Giovanni Bosco o
Giuseppe Benedetto Cottolengo. Leggende popolari, partendo dal
fatto che la città fu una munitissima piazzaforte nel XVII secolo,
affermano che Torino sia attraversata da una fittissima rete di
gallerie e sotterranei, utilizzata dai Savoia e dai nobili per
spostamenti in incognito.[114] Nel 1556 a Torino ha soggiornato
Nostradamus[115] e qui ha vissuto recentemente un singolare
personaggio come Gustavo Adolfo Rol.[116] A Torino fecero la loro
comparsa anche Cagliostro, Paracelso,[117] il Conte di Saint-
Germain e Fulcanelli.[115] Gli esperti di occultismo sostengono che
Torino sia vertice in due triangoli magici: il primo, quello bianco,
con Lione e Praga, mentre il secondo, quello nero, insieme a
Londra e San Francisco.[118] Elementi di Torino tradizionalmente
considerati esoterici. Da in alto a
Da un punto di vista strettamente storico, l'origine di questa
sinistra in senso orario: statua della
tradizione va ricercata, secondo alcuni, nel Risorgimento[119] e nella
carità davanti alla Gran Madre,
massiccia campagna di discredito organizzata contro la città dalla
monumento al traforo del Fréjus,
Curia Romana, che era contraria all'unità nazionale.[120] Altri Casa dei Draghi, portone del diavolo
sostengono invece, o almeno in concomitanza e contrapposizione,
che le autorità civili, Stato e comune e la corte sabauda, abbiano
tollerato e sostenuto circoli massonici, associazioni teosofiche e spiritistiche, favorendo così una specie di
agguerrita "concorrenza" nei confronti della Chiesa cattolica e favorendo quindi anche il mito di Torino,
città magica.[121] Libertà di pensiero e un certo spirito anticlericale furono poi rinfocolati, dopo l'Unità
d'Italia, dal progressismo positivistico e dal nascente movimento operaio. Simboli massonici sono presenti
in molti palazzi e in alcune tombe del Cimitero monumentale di Torino. Da qualche tempo vi sono in città
dei tour operator che organizzano anche visite guidate sui misteri di Torino.[122] Ai lati della scalinata che
conduce all'ingresso della chiesa della Gran Madre di Dio troviamo le due statue raffiguranti la Fede e la
Religione, tra le quali si troverebbe il nascondiglio del Graal.[123]

La Fontana del Frejus di Piazza Statuto fu ideata dal conte Marcello Panissera per ricordare l'inaugurazione
dell'omonimo traforo ed è indicata dagli esoteristi come il "cuore nero" della città, per due motivi: perché si
trova a occidente, e quindi in posizione infausta a causa del tramonto del sole, e perché qui vi era la vallis
occisorum, luogo di esecuzioni capitali e di sepoltura.[116][124] Ospitava infatti il patibolo, che rimase per
secoli in piazza Statuto e che venne poi spostato dai francesi all'incrocio tra corso Regina Margherita e Via
Cigna: il rondò 'd la forca (Rotonda della forca).[116]

Cucina
Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina torinese.

La cucina tipica torinese è una cucina ricca ed elaborata. Nonostante questo, è profondamente radicata nel
territorio. Essa infatti nasce da un connubio fra la sua origine contadina e le esigenze raffinate della corte
sabauda, entrambe aperte, oltretutto, alle influenze della cucina francese.

Eventi

Eventi periodici
"Luci d'artista": diverse installazioni luminose di artisti
contemporanei nei principali luoghi di Torino, per
addobbare la città durante il periodo di Natale e anche
oltre.
"EUROMINERALEXPO"[125]: fiera dedicata a minerali,
fossili, pietre preziose e bigiotteria, vero punto di
riferimento per studiosi e appassionati di geologia, che si
svolge a Torino da oltre cinquant'anni, solitamente il
Luci d'artista: Monte dei Cappuccini
primo fine settimana di Ottobre, ospitata nel corso degli
anni in varie sedi, dal vecchio "Palazzo a Vela", al
Lingotto Fiere, fino al PalaAlpitour.
"ARTissima": fiera dedicata all'arte contemporanea che si tiene al Lingotto verso novembre.
"Salone internazionale del libro": fiera dell'editoria in
Italia, che si tiene ogni maggio al Lingotto.
CioccolaTò: manifestazione fieristica del cioccolato, che
si svolge con cadenza annuale.
Share Festival: evento internazionale di arti e culture
digitali che si tiene a novembre al Museo di Scienze
Naturali.
"Festival internazionale Terra Madre": festival biennale
fondato nel 2004 da Slow Food presso l'Oval Lingotto
Fiera Internazionale del Libro
sui temi dei modelli di produzione agro-alimentare
sostenibili e della salvaguardia della biodiversità, della
qualità organolettica ma anche del rispetto dell'ambiente
e delle persone. Al Lingotto, in contemporanea, si svolgono il "Salone internazionale del
gusto" e il "Salone del vino".
"Settembre Musica" (vedi sez. Musica).
Club to Club (vedi sez. Musica).
"Biennale Democrazia", manifestazione prevista ogni due anni nel mese di aprile a partire
dal 2009, dedicata alla riflessione e al confronto sui temi della democrazia, della cultura
politica, dello sviluppo e dell'ambiente.
"Festival delle colline torinesi": festival di teatro contemporaneo che si svolge a Torino dal
1996 impegnando fra luglio e agosto diversi spazi della città.
"Torino Comics": salone e mostra mercato del fumetto, nata nel 1994, che si svolge in
primavera al Lingotto Fiere di Torino.
"VIEW Conference": evento internazionale incentrato sulla computer grafica, le tecniche
interattive, il cinema digitale, l'animazione 2D/3D, i videogiochi e gli effetti visivi. Si tiene
ogni anno al Centro Congressi "Torino Incontra" durante la stagione autunnale.
VIEWFest.: il Festival del Cinema Digitale organizzato da VIEW Conference, si svolge
annualmente al Cinema Massimo.
"Cinema a Palazzo Reale". Arena estiva dedicata ai classici del cinema che si svolge ogni
anno, dal 2012, nel Cortile d'Onore di Palazzo Reale.

Eventi recenti

Ostensione della Sindone del 1998[126] per celebrare il centenario della prima fotografia
della reliquia e il cinquecentenario del Duomo di Torino[127].
Ostensione della Sindone del 2000 per festeggiare l'anno Giubilare del Millennio[127].
Dal 10 al 26 febbraio 2006 a Torino si sono svolti i XX Giochi olimpici invernali.
Dal 10 al 19 marzo 2006 a Torino si sono poi svolti i IX Giochi paralimpici invernali.
Biennale dei Leoni 2006 (15 luglio - 30 settembre): mostra itinerante che celebra il legame
con la città di Lione. Disseminate per le vie e le piazze cittadine, le opere di sessantanove
artisti di diversi paesi che raffigurano il toro e il leone, simboli delle due città.
Torino Capitale Mondiale del Libro: dopo Alessandria d'Egitto, Madrid, Nuova Delhi,
Anversa e Montréal, l'UNESCO ha conferito a Torino, in collaborazione con Roma, il titolo di
capitale mondiale del libro per il periodo dal 23 aprile 2006 al 22 aprile 2007. Il
riconoscimento ha premiato l'attività di promozione della lettura svolta dalla città attraverso il
Salone internazionale del libro.
Torino 2008 World Design Capital: la città nel 2008 è stata la prima "capitale mondiale del
design". Il titolo, conferito a Copenaghen dall'ICSID (International Council of Societies of
Industrial Design), è stato creato appositamente per la Città di Torino per riconosciuti meriti e
competenze presenti sul territorio. Contemporaneamente a tale occasione, dal 30 giugno al
2 luglio, al Lingotto Fiere si è svolto il "XXIII congresso mondiale degli architetti",
accompagnato dalla mostra "Architetture sensibili", inaugurata il 26 luglio nel Castello di
Rivara.
Ostensione della Sindone del 2010[127].
Torino 2010 European Youth Capital: Torino Capitale Europea dei Giovani 2010.
"Esperienza Italia 150": serie di eventi e di iniziative, svoltesi a Torino per nove mesi a
partire dal 17 Marzo 2011 fino a fine anno, per commemorare i 150 anni dell'Unità d'Italia,
attraverso mostre tematiche allestite alle Officine Grandi Riparazioni e alla Reggia di
Venaria Reale[128][129].
Ostensione della Sindone del 2015[127].
Finale europea del Bocuse d'Or (11-12 giugno 2018)[130].
Climathon 2018 (main stage)[131].
Eurovision Song Contest 2022 (10, 12 e 14 Maggio 2022)[132]: la Città di Torino ha ospitato
l'Eurofestival presso il PalaOlimpico (PalaAlpitour o PalaIsozaki), in seguito alla vittoria dei
Måneskin con Zitti e buoni nell'edizione precedente; è stata la terza edizione della
manifestazione musicale a svolgersi in Italia, dopo le due edizioni del 1965 e del 1991.

Geografia antropica

Suddivisioni amministrative
Lo stesso argomento in dettaglio: Circoscrizioni di Torino.

La città di Torino è suddivisa in 92


zone statistiche e relativi quartieri
cittadini. Questi ultimi sono
raggruppati in 8 macro-zone
amministrative, chiamate
"circoscrizioni", con i rispettivi centri
civici.[133]

Ognuna delle 8 Circoscrizioni con i


rispettivi centri civici a loro volta
comprende più quartieri storici: borghi,
rioni, borgate, zone.

Circoscrizione I: Centro -
Crocetta
Circoscrizione II: Santa Rita - Mappa delle Circoscrizioni di Torino
Mirafiori Nord - Mirafiori Sud
Circoscrizione III: Borgo San
Paolo - Cenisia - Pozzo Strada - Cit Turin - Borgata Lesna
Circoscrizione IV: San Donato - Campidoglio - Parella
Circoscrizione V: Borgo Vittoria - Madonna di Campagna - Lucento - Borgata Ceronda -
Vallette
Circoscrizione VI: Barriera di Milano - Regio Parco - Barca - Bertolla - Falchera -
Rebaudengo - Villaretto
Circoscrizione VII: Aurora - Vanchiglia/Vanchiglietta - Sassi - Madonna del Pilone
Circoscrizione VIII: San Salvario - Cavoretto - Borgo Po - Nizza Millefonti - Lingotto -
Filadelfia

Economia
Torino è uno dei poli economici più importanti d'Italia, posizionandosi quasi costantemente, dagli anni
cinquanta, sul podio insieme a Milano e Roma[134]. Diversi fattori, in particolare le olimpiadi ivernali 2006,
hanno reso la città anche uno dei comuni col maggior debito pubblico: al 2021, la città presentava, infatti,
un PIL di circa 20,3 miliardi e un debito pubblico di circa 4,2 Miliardi di €[135] [136]. Torino presenta un
tasso di disoccupazione tra i più alti del Nord Italia, attestatosi nel 2014 al 12,9%, con un andamento che a
partire dal 2008 ha seguito quello medio nazionale. Il tasso di disoccupazione nel 2019 si attesta all'8,3%.
Insieme alla sua provincia è ai vertici dell'export italiano, piazzandosi al secondo posto tra le province
italiane per valore delle esportazioni.[137]
Considerata una delle capitali europee dell'automobile, a Torino e
cintura sono presenti alcune delle più importanti aziende del settore:
FIAT, Comau, Teksid, Magneti Marelli, Italdesign Giugiaro,
Pininfarina, Iveco.

Il forte radicamento del settore automobilistico nel territorio è


favorito anche da un sistema universitario con percorsi di studio
esclusivi a livello nazionale (il Politecnico di Torino è l'unico in
Italia ad avere un corso di laurea in Ingegneria dell'autoveicolo) e la
Lo stabilimento Fiat Mirafiori, la
fabbrica più grande d'Italia nonché la
presenza di importanti università di design come l'IED e l'IAAD.
più antica in Europa ancora in
In territorio torinese ci sono centri direzionali e stabilimenti
funzione.[138]
produttivi di CNH Industrial, operante nel settore dei capital goods
e tra i principali leader del settore e di Fiat Chrysler Automobiles
dove Torino è diventata nodale per la crescita di Maserati[139]: a
Grugliasco vengono prodotte Ghibli e Quattroporte, mentre nello stabilimento di Mirafiori viene prodotta,
dall'inizio del 2016, la nuova Maserati Levante. I livelli occupazionali nel settore automobilistico sono
rimasti pressoché stabili nel periodo 2012-2014[140], a peggiorare è stato il ricorso alla cassa integrazione,
iniziata a calare solamente nel 2014[141] grazie alla ripresa degli investimenti e alla ripartenza dei principali
mercati automobilistici europei.

Importante anche il contributo dell'automazione industriale alla crescente internazionalizzazione


dell'economia torinese, con la presenza di aziende come Prima Industrie e Comau, con quest'ultima (tra le
prime 4 in Europa per fatturato[142]) che realizza in tutto il mondo robot per i principali gruppi
automobilistici.

A Torino è molto sviluppato anche il comparto bancario con Intesa Sanpaolo, prima banca italiana per
capitalizzazione di mercato e terza della zona euro[143], e il comparto assicurativo con Reale Mutua
Assicurazioni. Le fondazioni bancarie Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT operano in campo
sociale, culturale e filantropico e sono rispettivamente la seconda e la terza fondazione d'origine bancaria
d'Italia per dimensione patrimoniale[144]; la prima è la principale azionista del gruppo Intesa Sanpaolo,
mentre la seconda fa parte della compagine azionaria di Unicredit. Anche le banche di private banking e
d'investimento Fideuram e Banca Investis hanno sede a Torino, così come la più piccola Banca del
Piemonte.

Altre aziende di rilievo in territorio torinese sono: Alpitour, Avio Aero, Basic Net (Robe di Kappa), De
Fonseca, Eataly Kelémata, Lavazza, Martini & Rossi, Caffè Vergnano, Carlo Pignatelli, Reply, Sabelt,
Seven, Sparco, Gruppo Armando Testa, Urmet. A Torino o nella sua città metropolitana hanno sede legale
anche diverse filiali italiane di società estere come Suzuki, Vodafone Italia, Bavaria, Diageo, Michelin,
Kimberly-Clark, Petronas, Mizuno e SKF.

Negli anni la città ha attraversato una lunga fase di riconversione industriale, sia per la crisi dell'industria
metalmeccanica, sia per la tendenza delle aziende dei paesi avanzati a trasferire le loro produzioni
manifatturiere nei paesi in via di sviluppo. Dagli anni ottanta Torino ha vissuto un'importante fase di
terziarizzazione, pur rimanendo uno dei principali centri industriali italiani ed europei. Tante sono le aziende
che hanno scelto Torino, tra le quali General Motors, che ha deciso di tenere nel capoluogo piemontese una
base di ricerca per la sperimentazione dei motori diesel. Con una rete di oltre 350 aziende di
componentistica, la Camera di Commercio di Torino ne ha selezionate 145. Il progetto From Concept to
Car mira a promuovere le eccellenze del settore in tutto il mondo.[145]

Negli anni vi è stato un boom del settore informatico ed elettronico. Alla già preesistente attività di ricerca
del Politecnico di Torino, dell'Istituto Mario Boella, dell'Istituto Galileo Ferraris e del Centro Ricerche Fiat,
si è affiancata l'attività del distretto informatico Torino Wireless che appartiene alla rete dei distretti italiani
riconosciuti dal Ministero dell'Università e della Ricerca. Nato per coordinare tutte le attività di ricerca e di
produzione del settore ICT dell'area torinese, attualmente vi sono impegnate circa 6000 imprese. Un'altra
operazione importante è stata la riconversione di una parte della superficie occupata dalla fabbrica di
Mirafiori, sostenuta dal progetto Torino Nuova Economia[146] che, anche grazie alla collaborazione con il
Politecnico, ospita il Centro del design.

L'evento olimpico del 2006 ha contribuito a diminuire il ristagno economico. Grandi opere pubbliche come
quelle per il Passante Ferroviario, la Metropolitana e le Spine hanno ridisegnato e stanno ridisegnando il
volto della città. Culla del cinema italiano, grazie all'associazione Torino Film Commission, la città è
diventata un'apprezzata quinta per l'ambientazione e la produzione di film, pubblicità e video musicali.
All'interno della Mole è ospitato il Museo nazionale del cinema. Nel capoluogo sabaudo è inoltre attivo il
Cineporto, una struttura polifunzionale dedicata alle produzioni cinematografiche unica in Italia.

Nel 2016 è stata classificata da GaWC come una città mondiale "Gamma".[147]

Nel 2014 l'UNESCO ha dichiarato Torino Città Creativa nella categoria del design.[148]

Industria

Torino è una città con una forte tradizione industriale e ospita una vasta gamma di imprese di diverse
dimensioni e settori. Una delle principali attività economiche della città è l'automotive, con la presenza di
importanti aziende come Fiat Chrysler Automobiles e CRF (Centro Ricerche Fiat). Altri settori di rilievo
sono l'aerospaziale, con aziende come Leonardo e Airbus, e il settore della meccanica in genere. La città è
anche sede di numerose imprese operanti nei settori dell'alimentare e del tessile.

Oltre alle grandi aziende, Torino è anche sede di numerose piccole e medie imprese che contribuiscono
all'economia cittadina e alla creazione di posti di lavoro. La città è anche un importante centro per la ricerca
e lo sviluppo, con la presenza di università e centri di ricerca di livello internazionale.

Turismo

Già meta del Grand Tour, Torino è una delle prime città italiane ad avere
avuto un'organizzazione turistica nella storia; per esempio, per i trecento
anni del miracolo del SS. Sacramento, il libraio Giovanni Gaspare Craveri
pubblicava la Guida de' forestieri. La guida del Craveri suddivide la visita
della città in quattro giornate e descrive, con dovizia di particolari, anche i
dintorni. A quella del Craveri fecero seguito altre guide come, per esempio,
quella di Onorato Derossi Nuova guida per la città di Torino, pubblicata
nel, 1781.

A partire dal 2006, anno dello svolgimento dei XX Giochi Olimpici


Invernali, l'attrattiva turistica della città è cresciuta in modo deciso e
costante. Nel 2017 la città di Torino si colloca stabilmente fra le prime 10 in
Italia per arrivi e presenze turistici, rispettivamente 1.200.000 e 3.700.000.
Se si comprende anche la prima cintura urbana gli arrivi sfiorano quota
1.900.000 e le presenze i 5.000.000.[149] Guida de' forestieri., 1753

Il riconoscimento sembra arrivare anche dalla presenza straniera e


dall'interesse della stampa internazionale: per il 2016 il New York Times ha consigliato la città di Torino -
l'unica in Italia - come una delle 52 destinazioni del mondo da visitare nell'anno[150], mentre Skyscanner le
dedica l'apertura della rassegna tra le venti bellissime città d'arte in Italia[151] e i blogger la includono tra le
sedici città italiane da visitare.[152] In totale, le presenze registrate in città durante l'anno solare sono state
4.800.000.[153]

Il sito internazionale di viaggi eDreams ha designato Torino come una delle mete turistiche più importanti a
livello mondiale per il 2017 e come prima tappa turistica europea, definendola inoltre la capitale culturale
del Nord Italia.[154]

Infrastrutture e trasporti

Strade

Collegamenti autostradali

Su Torino convergono cinque autostrade (tra cui è particolarmente importante quella in direzione della
Francia) e un raccordo autostradale:

A4 Torino - Milano - Brescia - Verona - Venezia - Trieste


A5 Torino - Ivrea - Aosta - Traforo del Monte Bianco
A6 Torino - Fossano - Savona
A21 Torino - Alessandria - Piacenza - Brescia
A32 Torino - Susa - Bardonecchia - Traforo stradale del Frejus
RA10 Torino - Caselle Torinese - Aeroporto di Torino-Caselle

Tangenziali
Lo stesso argomento in dettaglio: Tangenziale di Torino.

La tangenzale di Torino è la A55, divisa in Tangenziale Nord e Tangenziale Sud, va da nord est fino a sud
est passando in maniera semicircolare da ovest. Inoltre comprende la tratta da Torino fino a Pinerolo.

La tratta che manca a est (Tangenziale Est di Torino) è in fase di lavorazione.

Il sistema autostradale urbano di Torino comprende inoltre il raccordo all'A4 Torino-Milano e alla S.S.11 di
3,13 km.

Ferrovie
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazioni ferroviarie di Torino e Servizio ferroviario metropolitano
di Torino.

Torino è un importante nodo per il traffico ferroviario passeggeri e merci, terzo in Italia dopo Roma e
Milano[155]. La città presenta cinque stazioni attive ed è servita da diverse linee locali, nazionali e
internazionali; la maggior parte dei binari ferroviari sono interrati nel cosiddetto passante ferroviario di
Torino. La prima linea ferroviaria ad attraversare la città fu la Torino-Genova, inaugurata nel 1848 con
l'apertura della tratta che collegava l'Imbarcadero di Torino Porta Nuova alla Stazione di Trofarello[156].
La rete ferroviaria all'interno dei suoi confini è
costituita principalmente da linee ferroviarie RFI ma
anche da linee locali GTT. Le linea più importante
per numero di passeggeri e merci è quella che va
verso Milano, la quale è servita sia da una rete
tradizionale che da una ad alta velocità. Altre linee
ferroviarie principali che si dipartono da Torino sono
quelle che vanno verso Genova, Savona, Pinerolo e
verso la Francia (via Bardonecchia e il Traforo
ferroviario del Frejus) e Ventimiglia tramite il Traforo
ferroviario del Colle di Tenda). Ci sono poi otto linee
minori facenti parti del servizio ferroviario suburbano
della città, l'SFM, che offre un collegamento fra le
diverse zone del Torinese (pinerolese, Val di Susa, Esempi di trasporti a Torino: ferroviario, tranviario,
canavese) e delle contigue province di Cuneo e Asti; metropolitana e aeroporto
la linea che unisce Torino a Ceres collega, inoltre, la
città all'aeroporto cittadino (servizio rimasto sospeso
dal 2007). Infine, Torino è uno dei due terminali designati della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-
Lione, attualmente in via di realizzazione.

La città di Torino è attualmente servita da cinque stazioni:

Stazione di Torino Porta Nuova


Stazione di Torino Porta Susa
Stazione di Torino Lingotto
Stazione di Torino Stura
Stazione di Torino Rebaudengo Fossata

Porta Nuova e Porta Susa sono le due maggiori, facendo transitare trasporti nazionali, internazionali e ad
alta velocità; le altre tre sono stazioni minori, permettettendo il transito di linee metropolitane o regionali.
Oltre a queste, vi sono tre ulteriori stazioni in cantiere e dieci stazioni dismesse, alcune demolite altre
riqualificate. Infine è presente Torino Smistamento, un deposito locomotive fulcro del servizio di ricovero di
motrici ferroviarie dell'area nord-occidentale dell'Italia[157].

Aeroporti

Attualmente la città di Torino dispone di uno scalo aereo internazionale: l'Aeroporto di Torino-Caselle, un
aeroporto di medie dimensioni (200-300 ettari, 1-5 milioni di passeggeri all'anno) inaugurato nel 1953. È
presente anche l'Aeroporto di Torino-Cuneo, in provincia di Cuneo, che fa riferimento al capoluogo
piemontese come secondo aeroporto del Piemonte.

In corso Marche, inoltre, è presente l'aeroporto di Torino-Aeritalia: inaugurato nel 1916, dopo la
costruzione dell'aeroporto di Caselle è rimasto in uso come struttura di aviazione generale e da turismo,
affiancato da una scuola di volo per aerei ed elicotteri e dalla sede dei velivoli di elisoccorso e protezione
civile.

Vi sono, infine, due aeroporti dismessi:

Torino Mirafiori - Il primo scalo aereo della città fu quello di Mirafiori, costruito per scopi
militari e inaugurato nel 1911. L'aeroporto, a causa dei forti danni strutturali subiti durante i
bombardamenti della seconda guerra mondiale, venne dismesso nel 1947 e l'area venne
data in gestione al CNR fino all'anno 1976, quando venne convertita a parco pubblico
intitolato a Gustavo Colonnetti.
Torino Piossasco - Aeroporto Cerrina (Codice ICAO: LILT).

Mobilità urbana
Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti a Torino, GTT (azienda), Rete tranviaria di Torino e
Associazione torinese tram storici.

La rete di trasporti di Torino è gestita dal GTT, acronimo di Gruppo Torinese Trasporti, nato nel 2003 dalla
fusione di ATM e SATTI. Nel territorio comunale di Torino il sistema di mobilità metropolitana e ferroviaria
urbana si sviluppa complessivamente per 29 km, articolati su otto linee servite da ventotto stazioni. Per i
suoi acquisti verdi la città di Torino ha raggiunto il secondo posto dell'European Gpp Award del 2016, alle
spalle delle città di Vienna e davanti alla città metropolitana di Torino.[158]

Tram
Lo stesso argomento in dettaglio: Rete tranviaria di Torino.

La città dispone di una fitta rete tranviaria, gestita da GTT. Essa si estende per 90 km e su 9 linee; inoltre,
nei periodi festivi, circola una linea speciale, la linea 7 di Piazza Castello, sulla quale circolano vetture
storiche[159]. Il parco tranviario torinese utilizza solo tram articolati composti da 5 serie di vetture (più una
nuova serie di prossimo impiego).
La rete tranviaria di Torino è la più antica d'Italia, risalendo le prime linee a trazione equina al 1871[160].Nel
corso degli anni, si discusse della necessità di modernizzare la rete di tram a cavalli con l'elettrificazione dei
veicoli. Tra i sostenitori, anche il fisico Galileo Ferraris, allora consigliere della città: nel 1897 fu assegnata
la concessione alla Società Anonima Elettricità Alta Italia (SAEAI). Nel 1907 la SAEAI venne
municipalizzata, dando vita all'ATM, Azienda Tranvie Municipali. Nel 1922 vennero incorporate anche le
altre società che operavano sul territorio comunale (STT e STB), determinando il processo di unificazione
delle reti. La massima espansione della rete tranviaria si verificò nel 1949, quando a Torino si contavano
ventitré linee di tram. La rete subì un periodo di declino negli anni cinquanta e sessanta, con la soppressione
di molte linee, ma negli anni settanta tornò timidamente a espandersi. Nel 1982 il Comune di Torino attuò
una profonda riforma della rete tranviaria, che mirava a sostituire l'originario impianto a struttura radiale con
uno "a griglia" che consentisse altresì di eliminare le sovrapposizioni. Inoltre si propose l'istituzione di una
rete di metrotranvia composta da cinque linee, di cui però una sola fu realizzata.
Metropolitana
Lo stesso argomento in dettaglio: Metropolitana di Torino.

La metropolitana di Torino è un sistema di trasporto pubblico di


massa dotato di sistema automatico VAL e gestita dal Gruppo
Torinese Trasporti. La rete si compone attualmente della linea 1 di
15,1 km (23 stazioni), di cui sono in corso prolungamenti verso
ovest. Il progetto della linea 2 prevede di collegare la zona nord-est
con quella sud-ovest, interscambiando con la linea 1 a Porta
Nuova[161].
Il primo progetto per una rete metropolitana nella città di Torino
risale agli anni venti del XX secolo, su idea dell'imprenditore
biellese Riccardo Gualino, ripreso nel 1931 da Marcello Piacentini La metropolitana di Torino
nel contesto della grande ristrutturazione di via Roma con la
creazione di un vano sotterraneo adatto al transito di mezzi; il
progetto, però, non si realizzò. Negli anni sessanta, sull'onda del boom economico, l'idea del sistema
metropolitano venne ripreso: a questo collaborò anche la FIAT e venne costituita una società dedicata. La
crisi petrolifera del 1973, l'austerity e l'elezione di una giunta comunale avversa al sistema metropolitano
sancirono l'abbandono del progetto.[162] Lo spazio sottostante la via Roma, da piazza San Carlo a piazza
Castello, venne adibito a parcheggio pubblico a pagamento. Una linea di ferrovia metropolitana venne poi
realizzata e inaugurata il 4 febbraio 2006, in occasione dei XX Giochi olimpici invernali.

Trasporto merci
Lo stesso argomento in dettaglio: Interporto di Torino.

Amministrazione
Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Torino.

Le prime testimonianze riguardanti l'amministrazione della città


risalgono ad un documento del 827 riguardante un placito tenuto
dal messo imperiale Bosone, in cui sono citati tre scabini di Torino:
Sunifrè, Giovanni e Gherardo[163]. Ad esclusione di definizioni
poco chiare, il secondo documento in cui si può riconoscere la
presenza di figure amministrative della città è un rogito (Breve
recordationis de conventione facta inter Taurinenses cives et
Ribaldum de Ripalta[164]) redatto dal notaio torinese Ogerio il 30
giugno 1149, in cui sono citati dei consoli torinesi (Taurinenses
consules): Ulrico e Bongiovanni Zucca, Taurino Rufo, Taurino
Dudolo, Rodolfo Alessandra e Ansaldo Fibentaria[165]. La carica di Bandiera ufficiale di Torino, risalente
console non era unica e variava sia per numero che per le funzioni all'assedio del 1706
svolte, le quali andavano dall'amministrazione della giustizia al
disbrigo dei pubblici affari e all'esercizio del potere esecutivo.
Inoltre, v'era una suddivisione in base al lignaggio in "Consoli maggiori", di famiglia aristocratica (o
"d'albergo"), a cui erano riservati gli incarichi più prestigiosi, e "Consoli minori" di origine popolare e con
compiti meno importanti[166]. L'assetto consolare durò fino al 1149, quando le tensioni sociali e la sempre
maggior preminenza della città sul territorio circostante portarono alla creazione di un sistema bipolare del
potere con la nomina di un potestà imperiale: Tommaso il Nono di Annone; dopo una breve parentesi nel
1199, in cui i nobili ripresero il potere in città, dal 1200 il potestà divenne la figura preminente del potere
cittadino[166][167]. Nel 1270 la città passò sotto il dominio di Carlo I d'Angiò e, con la cacciata del potestà, fu
nominato un vicario regio, l'albese Pietro di Brayda[168]. La figura del vicario era, però, maggiormente
legata alla figura del signore dominante e, perciò, l'amministrazione cittadina era delegata ad un sistema
complesso, formato da figure quali chiavarii (o clavarii), sindaci, capitani e gruppi consigliari (o credenzie:
credenzia maggiore, credenzia minore e parlamento)[166][169]. Questo intricato assetto istituzionale durò fino
al 1562, quando Emanuele Filiberto di Savoia ammodernò l'apparato amministrativo cittadino, riducendo il
numero di consiglieri a sessantadue unità ("consiglio generale"); tra questi, ventidue ("consiglio ristretto")
avranno il compito di eleggere annualmente dai due ai quattro decurioni che, salvo casi eccezionali,
provenivano dall'aristocrazia. I primi tre decurioni furono eletti nel 1564: Paolo Nicolò, Lorenzo Nomis e
Bernardino Ranzo[170].

Consolati

Torino è sede di uffici diplomatici stranieri dal 1684, quando venne aperta in città, l'ambasciata del Regno
di Francia[171][172]. Fra il XVIII e il XIX secolo, in quanto capitale del ducato di Savoia prima e del Regno
d'Italia poi, la città si arricchì di diverse ambasciate; con il trasferimento della capitale a Firenze e,
successivamente, a Roma, gli uffici delle ambasciate si spostarono e, a Torino, rimasero le sedi consolari di
alcuni stati. Attualmente, il corpo consolare di Torino annovera al suo interno cinquanta Consolati,
comprendenti tre Consoli generali (Marocco, Perù e Romania), quarantacinque Consoli generali onorari e
Consoli onorari con ufficio a Torino, e due Consolati con uffici ubicati fuori regione; essi rappresentano gli
interessi nazionali nelle entità territoriali della regione Piemonte e, sovente, della Valle d'Aosta[173].

Gemellaggi

Torino è gemellata[174] con 15 città:

Liegi, dal 1958


Chambéry, dal 1957
Lilla, dal 1958
Colonia, dal 1958
Nagoya, dal 2005
Córdoba, dal 1986
Quetzaltenango, dal 1997
Detroit, dal 1998
Rotterdam, dal 1958
Esch-sur-Alzette, dal 1958
Salt Lake City, dal 2006
Gaza, dal 1999
Shenyang, dal 1985
Glasgow, dal 2003
Tirana, dal 2009

ha accordi di collaborazione con:

Louga, Senegal, dal 2007


Bacău, Romania, dal 2007
Lione, Francia, dal 2012
Barcellona, Spagna, dal 2005
Ouagadougou, Burkina Faso, dal 2003
Belo Horizonte, Brasile, dal 2006
Praia, Capo Verde, dal 2003
Breza, Bosnia ed Erzegovina, dal 1997
Rabat, Marocco, dal 2009
Buenos Aires, Argentina, dal 2010
Rosario, Argentina, dal 2011
Campo Grande, Brasile, dal 2002
Cannes, Francia, dal 1999 San Pietroburgo, Russia, dal 2012[177]
Ekaterinburg, Russia, dal 1998 Salvador de Bahia, Brasile, dal 2003
Fès, Marocco, dal 2010 Santos, Brasile, dal 2011
Haifa, Israele, dal 2005 Shenzhen, Cina, dal 2007
Skopje, Repubblica di Macedonia, dal
Harbin, Cina, dal 2003
2012
Harhorin, Mongolia, dal 2016[175] Várzea Paulista, Brasile, dal 2011
Hebron, Israele, dal 2013 Volgograd, Russia, dal 2011
Ho Chi Minh, Vietnam, dal 2015[176] Yangon, Birmania, dal 2015[178]
Kragujevac, Serbia, dal 2005 Zlín, Repubblica Ceca, dal 2004
La Paz, Bolivia, dal 2011

Gioia Tauro, Italia, dal 2019[179]

e ha firmato lettere di intenti con:

Smirne, Turchia, nel 2012


Lisbona, Portogallo, nel 2012
Luoyang, Cina, nel 2013
Nantes, Francia, nel 2013

Sport
Lo stesso argomento in dettaglio: Sport a Torino.

La città di Torino ha una lunga tradizione sportiva,


sede di alcune fra le prime società sportive italiane, di
club pluripremiati e luogo di eventi internazionali di
massimo rilievo. Nel 2015 alla città è stato assegnato
il titolo di Capitale europea dello sport[180], in quanto
eccellenza nel panorama sportivo europeo[181],
riconoscimento assegnato annualmente da ACES
Europe a città che si contraddistinguono con dei
progetti che seguono i principi etici dello sport.
La prima società sportiva di Torino risale al XIX
secolo, più specificatamente al 17 giugno 1844, data
della fondazione della prima società ginnica italiana,
la Reale Società Ginnastica di Torino[182]. Immagini sportive di Torino: Olimpiadi invernali
Nel 1863 venne fondata la Reale Società Canottieri 2006, derby di Torino, canottaggio sul Po, ATP
Cerea, la più antica società di canottieri d'Italia[183]; Finals 2021
25 anni dopo, nel 1888, venne fondata la
Federazione Italiana Canottaggio con il nome di
Rowing Club Italiano, seguita il 25 giugno 1892 dalla Fédération Internationale des Sociétés d'Aviron
(FISA), la federazione internazionale di canottaggio[184].
Torino è una città molto importante anche per il gioco del calcio: oltre a essere sede di due delle società
professionistiche più antiche e premiate d'Italia e del mondo, la Juventus (fondata nel 1897) e il Torino (del
1906), vi fu fondata nel 1898[185] la Federazione Italiana Football, oggi Federazione Italiana Giuoco Calcio
e, nello stesso anno, l'8 maggio, si tenne al Velodromo Umberto I il primo campionato ufficiale[186].
Altro sport in cui la città ha una tradizione di rilievo è il ciclismo: il capoluogo piemontese, oltre ad avere
ospitato diverse volte una tappa del Giro d'Italia, è il luogo d'arrivo della Milano-Torino, la corsa ciclistica
più antica del mondo, essendosi disputata per la prima volta nel 1876[187].
Anche il tennis può essere annoverato fra gli sport rilevanti per la città: oltre a essere stata sede del Tennis
Club Juventus, campione per tre volte del campionato italiano di Serie A1 per squadre, la città ha ospitato
numerosi tornei di prestigio, tra i quali quelli disputati della squadra nazionale di Coppa Davis durante sei
edizioni della competizione e, come sede unica, la Federation Cup 1966. A Torino sono state inoltre
assegnate le ATP Finals dal 2021 al 2025[188].
Un ulteriore primato della città è rappresentato dal rugby: Torino vanta la primogenitura in Italia sia del
rugby a 15 (o rugby union) che del cosiddetto "tredici" (o rugby league). Fu nel capoluogo sabaudo, infatti,
che nel 1910 si tenne la prima partita documentata di rugby a 15 mai disputata in Italia, un incontro
dimostrativo tra il parigino SC Universitaire e la ginevrina Servette[189], e ivi nacque il primo club rugbistico
italiano, che durò solo il tempo di un incontro amichevole contro una selezione di rugby della Pro
Vercelli[189]. Nel 1952 Torino ospitò il primo incontro interno della Nazionale italiana a XIII[190], una
sconfitta 18-22 contro la Francia (solo nel 2008 la Nazionale a XV disputò il suo primo incontro a
Torino[191], una sconfitta 15-22 contro l'Argentina[191]).
Realtà prestigiose, nelle rispettive discipline, sono poi la Juventus Women (calcio femminile, cinque volte
Campionesse d'Italia), i Giaguari Torino (football americano, campioni nel 1991), la Sisport (pallacanestro
femminile, cinque scudetti e una Coppa dei Campioni) e il CUS Torino (pallavolo maschile, quattro
scudetti e una Coppa dei Campioni).
Un altro sport abbastanza praticato è l’hit-ball[192][193]. A Torino nei primi anni ’90 è stata fondata e ha sede
la Federazione Italiana Hit Ball (FIHB), che dal 1992 organizza il campionato nazionale[194][195][196].

Altri sport praticati in città sono baseball, curling, hockey, pallanuoto, pallamano, scherma, tennis tavolo,
tiro con l'arco, bocce e pallone elastico.

Eventi sportivi

Per quanto riguarda gli eventi sportivi, il maggiore vanto della città è l'aver ospitato la XX edizione dei
Giochi olimpici invernali, svoltisi il 10-26 febbraio del 2006, seguiti a marzo dalle Paralimpiadi. Il 14
maggio 2014 la città ha ospitato la finale di UEFA Europa League tra il Sevilla Fútbol Club e il Benfica.
Un altro evento di grande prestigio per Torino è rappresentato dal torneo di tennis ATP Finals, ospitato in
città per cinque edizioni, dal 2021 al 2025.
Ulteriori competizioni di rilievo che si son svolte in città comprendono il campionato mondiale di scherma
2006, le Olimpiadi degli scacchi del 2006, i campionati mondiali universitari di golf nel 2006 e nel 2022, le
Universiadi invernali del 2007, i Campionati Mondiali Olimpici e Paralimpici di tiro con l'arco del Luglio
2011, i Mondiali assoluti di nuoto pinnato nel 2015, le fasi finali del campionato mondiale di pallavolo
maschile 2018 e la fase finale della UEFA Nations League 2020-2021, oltre a diversi altri campionati
sportivi europei.

Impianti sportivi

Grazie alla solida tradizione sportiva della città, Torino dispone di impianti sportivi e d'intrattenimento
all'avanguardia, parco implementato grazie all'assegnazione della sede ospitante i XX Giochi Olimpici
Invernali. Fra le strutture con una capienza superiore ai 10000 posti si citino lo Juventus Stadium, lo stadio
Olimpico Grande Torino, il Palasport Olimpico e il PalaTorino, quest'ultimo chiuso però dal 2011; altri
impianti con capacità molto vicine a questi numeri sono lo stadio Primo Nebiolo e il PalaVela. Decisamente
più piccolo (circa 4000 posti), ma ugualmente importante per la storia sportiva cittadina, è il PalaRuffini.
Una menzione speciale, infine, merita lo stadio Filadelfia, teatro del ciclo di vittorie del Grande Torino negli
anni quaranta del XX secolo, oggi rinnovato e ridimensionato come centro sportivo e campo di allenamento
del Torino.

Altri riferimenti al nome della città


Alla città di Torino è stato dedicato l'asteroide 9523 Torino, in riferimento all'omonima scala
di pericolosità degli oggetti di tipo NEO (near-Earth object).
A Torino è dedicata l'automobile Ford Torino, un modello coupé molto in voga negli USA
durante gli anni settanta: si tratta della vettura utilizzata dall'agente Starsky nella serie
televisiva Starsky & Hutch. Il nome del modello "GT" compare nel film Gran Torino, diretto e
interpretato da Clint Eastwood nell'anno 2008.

Note

Annotazioni
1. ^ Il liberty era considerato uno stile inopportuno per la realizzazione di architettura sacra
poiché ostentava forme troppo frivole, talvolta sensuali e spesso evocative di uno stereotipo
di femminilità considerato decadente e lascivo.

Fonti
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affidamento del 1695).
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caduti tra i 60 e i 70 mm in un'ora e in tre ore tra gli 87 e i 105 mm. Infatti a Torino non ha mai
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Mondadori, 1998, (riguardo all'interesse per l'alchimia di Emanuele Filiberto). Lo storico
Cibrario narra che nel 1648 venne scoperto un complotto che utilizzava la magia nera,
avente lo scopo di uccidere Maria Cristina di Francia: i responsabili, un monaco di nome
Gandolfi, l'aiutante di camera Gioia e il senatore Sillano vennero arrestati. Vedi inoltre:
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Voci correlate
Area metropolitana di Torino
Luoghi d'interesse a Torino
costruzioni di Torino più alte
pietre d'inciampo a Torino
Storia dell'illuminazione pubblica a Torino
Piemonte
Rete filoviaria di Torino
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Storia di Torino
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Collegamenti esterni

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