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Provincia di Grosseto

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La provincia di Grosseto è una provincia italiana della Provincia di Grosseto


Toscana. provincia
La provincia occupa interamente l'estremità meridionale
della Toscana e, per estensione territoriale con i suoi
4 503,12 km², risulta essere la più vasta della regione e la
sedicesima in assoluto in Italia; con 216  209 abitanti,[1] è
una delle province italiane con la più bassa densità
abitativa.

Confina a nord-ovest con la provincia di Livorno, lungo la


fascia costiera, e con la provincia di Pisa, nell'area delle
Colline Metallifere sud-occidentali; a nord e ad est il
territorio è diviso dalla provincia di Siena prima dalle
Colline Metallifere sud-orientali, poi da un tratto del fiume
Ombrone e dalla parte terminale del suo affluente, il fiume
Orcia, ed infine dal cono vulcanico del Monte Amiata; a
sud il confine con la provincia di Viterbo (Lazio) è segnato
lungo la fascia costiera dall'ultimo tratto del torrente
Chiarone, mentre nelle zone interne il limite tra le due
province risulta meno definibile.
Palazzo Aldobrandeschi, sede della
Bagnata ad ovest dal mar Tirreno, include anche le isole Provincia.
meridionali dell'Arcipelago Toscano: l'Isola del Giglio,
Localizzazione
quella di Giannutri e isolotti minori non abitati, tra cui le
Formiche di Grosseto e la Formica di Burano. La Provincia Stato  Italia
di Grosseto amministra, attualmente, un totale di 28
Regione Toscana
comuni, compreso il capoluogo Grosseto. Il consiglio e il
Presidente hanno sede all'interno di Palazzo Amministrazione
Aldobrandeschi, noto anche come Palazzo della Provincia.
Capoluogo
Grosseto

Presidente Francesco Limatola


Indice
(centro-sinistra) dal 18-12-
L'Istituzione nella storia 2021
Geografia e territori
Territorio
Clima
Diffusività atmosferica Coordinate
del 42°46′20″N 11°06′32″E
Geologia
capoluogo
Sismologia e vulcanologia
Geotermia Superficie 4 503,12 km²
Sottosuolo
Natura Abitanti 216 209[1] (31-10-2022)
Flora
Fauna Densità 48,01 ab./km²
Aree protette Comuni 28 comuni
Storia Province Livorno, Pisa, Siena,
Preistoria confinanti Viterbo
Etruschi e Romani
Altre informazioni
Medioevo
Storia moderna Cod.
58100, 58010-58055
Storia contemporanea postale

Religione Prefisso 0564, 0566


Diocesi e sedi vescovili Fuso
Periodo paleocristiano UTC+1
orario
Alto Medioevo
Dall'anno mille ai giorni nostri ISO 3166-2 IT-GR

Chiese evangeliche Codice


053
Comunità ebraiche ISTAT
Altre religioni Targa GR
Monumenti e luoghi d'interesse Cartografia
Aree archeologiche principali
Città murate
Centri storici
Castelli, rocche e torri costiere
Chiese
Sinagoghe
Gompa
Economia
Approvvigionamento idrico
Energia elettrica
Smaltimento dei rifiuti
Turismo
Cultura
Tradizioni e folclore
Musei
Musei di Maremma
Altri musei
Parchi artistici
Teatri
Enogastronomia
Infrastrutture e trasporti
Viabilità
Ferrovie
Porti
Aeroporti
Trasporto pubblico locale Posizione della provincia di Grosseto
Piste ciclabili all'interno della Toscana.
Comuni Sito istituzionale (http://www.provinci
Comuni più popolosi a.grosseto.it)
Amministrazione
Elenco dei presidenti
Assistenza sanitaria
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

L'Istituzione nella storia


Il territorio della provincia di Grosseto ebbe una propria autonomia
amministrativa a partire dal 1766, nel Granducato di Toscana.

Il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, istituì proprio in


quell'anno, la Provincia senese inferiore nell'ambito delle riforme
istituzionali e amministrative del granducato; successivamente, la
provincia inferiore venne denominata Compartimento Grossetano.[2]

Il territorio del Compartimento Granducale Grossetano è stato in


certi periodi più vasto rispetto a quello amministrato dall'attuale
provincia.
I comuni della Val di Cornia appartenevano al Principato di
Piombino, dopo l'annessione del principato al Granducato di
Toscana nel 1815 furono inclusi nel compartimento granducale di
Pisa, ma nel 1834 passarono per un breve periodo al compartimento
granducale di Grosseto, infatti nel 1860 ritornarono alla provincia di
Pisa. I suddetti comuni erano Piombino, Campiglia Marittima
(comprendente allora anche l'attuale territorio comunale di San
Vincenzo), Suvereto, Sassetta e Monteverdi Marittimo: i primi
quattro nel 1925 passarono come molti altri comuni appartenenti
alla provincia di Pisa, alla provincia di Livorno, mentre il quinto è
rimasto sempre in provincia di Pisa.

Nel 1970 una piccola porzione del territorio comunale di Piombino


(LI) individuata come la zona di Prato Ranieri, passò a quello di Gonfalone della provincia
Follonica, entrando così a far parte della provincia di Grosseto.

Per quanto riguarda la sede del capoluogo provinciale, va segnalato che, pur essendo sempre stata la città di
Grosseto, a causa dell'elevato rischio di malaria, fu emanato dai Lorena nel 1780 il Regolamento per
l'Estatatura, che prevedeva durante l'estate il trasferimento di tutti gli uffici pubblici e amministrativi da
Grosseto a Scansano: il provvedimento legislativo fu abolito soltanto nel 1897.
Lo stesso argomento in dettaglio: Estatatura.

Geografia e territori
Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della provincia di Grosseto.

La provincia di Grosseto, che si estende su oltre 4.500  km²,


presenta una notevole varietà di caratteristiche che si diversificano
da zona a zona, ognuna delle quali costituisce uno dei territori in cui
è suddivisa la provincia.

Il territorio risulta essere prevalentemente collinare nelle aree


interne, fatta eccezione per isolati rilievi montuosi nella zona delle
Colline Metallifere nella parte settentrionale e per il cono vulcanico
del Monte Amiata nella parte orientale della provincia.

In prossimità della fascia costiera si estende la pianura maremmana,


interrotta sporadicamente da isolati promontori, che tende anche ad Paesaggio rurale nei dintorni di
inoltrarsi nel retroterra, seguendo le basse vallate dei principali corsi Montiano
d'acqua. La fascia costiera è caratterizzata anche da alcune aree
umide, quali lagune e ambienti palustri.

I corsi d'acqua minori hanno regime prevalentemente torrentizio,


mentre i canali di bonifica presentano andamenti poco definibili; più
regolare risulta essere invece la portata dei fiumi principali. Da
segnalare, infine, anche alcuni laghi di piccole dimensioni che si
diversificano dai bacini lacustri costieri.

Tra le isole, quella del Giglio risulta essere quasi completamente


collinare, sfiorando la quota di 500 metri nel punto più elevato,
mentre Giannutri e tutti gli isolotti minori hanno superfici Isola del Giglio, Giglio Porto
completamente rocciose, nonostante le loro quote massime siano di
poco superiori al livello del mare (88 metri il punto più alto
dell'Isola di Giannutri).

Pianure Colline Montagne

Maremma Grossetana Colline Metallifere grossetane Monte Amiata (1.738 m)


Piana del fiume Pecora Colline della Valle dell'Ombrone
Poggio Trauzzolo (1.200 m)
Valle dell'Ombrone Colline dell'Albegna e del Fiora
Monte Labbro (1.193 m)
Piana del fiume Albegna Area del Tufo
Monte Buceto (1.152 m)
Monti Volsini
Monte Civitella (1.107 m)
Monte Aquilaia (1.104 m)
Monti delle Colline Metallifere

Cornate di Gerfalco (1.060 m)


Poggio di Montieri (1.051 m)
Poggio Ritrovoli (1.014 m)
Lagune, aree umide
Promontori Isole
costiere

Bandite di Scarlino (213 m) Laguna di Orbetello Isola del Giglio


Promontorio di Punta Ala e delle Rocchette Diaccia Botrona Isola di Giannutri
(350 m) Lago di Burano Formiche di Grosseto
Monti dell'Uccellina (417 m) Formica di Burano
Monte Argentario (635 m) Isolotto dello Sparviero (Punta
Promontorio di Ansedonia (113 m) Ala)
Isola Rossa (Monte
Argentario)
Isola Argentarola (Monte
Argentario)
Isolotto (Monte Argentario)

Fiumi Laghi Territori

Ombrone Lago dell'Accesa Arcipelago Toscano (isole meridionali)


Fiora Lago di San Floriano Maremma
Albegna Lago Acquato
Maremma Grossetana
Pecora
Bruna Bandite di Scarlino
Merse Valle dell'Ombrone
Lente Monti dell'Uccellina
Farma Costa d'Argento
Chiarone Colline Metallifere

Colline Metallifere grossetane

Bandite di Scarlino
Colline dell'Albegna e del Fiora

Area del Tufo


Monte Amiata

Clima
Lo stesso argomento in dettaglio: Clima della Toscana, Stazione meteorologica di Grosseto
Aeroporto e Stazione meteorologica di Monte Argentario.

La provincia di Grosseto gode di un clima mediterraneo, soprattutto


lungo la fascia costiera e sulle isole dell'Arcipelago[3].

Le temperature medie di gennaio variano tra i 3  °C dell'area


sommitale dell'Amiata e i 9-10 °C della costa e delle isole; in luglio
le differenze dei valori medi risultano minori con 21 °C sulla vetta
del Monte Amiata e 24  °C lungo la fascia costiera e nelle pianure
interne, dove però a causa delle caratteristiche più continentali del
clima è molto elevata l'escursione termica diurna[4].
Tipica giornata estiva nella Valle
Le precipitazioni, concentrate soprattutto nei mesi autunnali e nel dell'Ombrone
periodo di transizione tra inverno e primavera, si aggirano
mediamente attorno ai 500 mm annui (con valori localmente anche
inferiori) sulle isole e nella zona dei Monti dell'Uccellina e dell'Argentario; lungo la restante fascia costiera
e nelle pianure corrispondenti i valori sono inferiori ai 600  mm annui, mentre man mano che si procede
verso l'interno i valori tendono ad aumentare fino a toccare e superare i 1000  mm annui nella zona del
Monte Amiata e sui rilievi più elevati delle Colline Metallifere. Lungo la fascia costiera e nella relativa area
pianeggiante sono molto frequenti prolungati episodi siccitosi che nel tempo stanno causando una vera e
propria condizione di aridità[5]. Tra questi, è da annoverare l'annata del 2003 quando, in alcune zone della
fascia costiera, si sono registrati meno di 40 giorni con precipitazioni di almeno 1  mm. Lo stesso anno,
nell'area dei Monti dell'Uccellina e del Parco naturale della Maremma, si è verificata una sequenza di ben
125 giorni consecutivi senza pioggia dal 22 aprile al 25 agosto, quando si è avuto il passaggio nelle ore
serali di un fronte temporalesco atlantico che ha interrotto il lunghissimo periodo siccitoso[6]. L'area
prossima alla fascia costiera è da annoverare tra le zone italiane a rischio desertificazione[7].

L'eliofania (durata del soleggiamento), grazie alle caratteristiche orografiche e microclimatiche, raggiunge
sulle isole e lungo tutta la fascia costiera valori prossimi ai massimi assoluti dell'intero territorio nazionale
italiano[8], presentando mediamente valori minimi nel mese di dicembre di circa 4 ore giornaliere e valori
massimi nei mesi di giugno e luglio con oltre 11 ore giornaliere: il valore medio annuo supera le 7 ore al
giorno[9].

Nelle tabelle sottostante sono riportati i valori medi delle stazioni meteorologiche di Grosseto Aeroporto[10]
e di Monte Argentario[11] del servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare, rilevati nel trentennio (1961-
1990): nel caso del Monte Argentario, i valori delle temperature registrati dalla stazione meteo ufficiale
situata sulla vetta risultano notevolmente inferiori a quelli che si verificano nei centri abitati al livello del
mare.

Grosseto Mesi
Aeroporto Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv P

T. max.
11,9 13,0 15,1 17,9 22,2 26,4 29,9 29,8 26,5 21,7 16,2 12,6 12,5 1
media (°C)
T. min. media
2,7 3,3 4,6 6,8 10,2 13,9 16,7 17,1 14,7 11,2 6,8 3,7 3,2 7
(°C)

Precipitazioni
64,1 56,7 56,2 49,6 39,9 27,1 20,2 37,4 64,5 86,8 93,8 64,9 185,7 14
(mm)

Giorni di
7 6 7 7 5 3 2 3 4 6 9 7 20
pioggia

Monte Mesi
Argentario Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv P

T. max.
7,7 8,2 10,2 13,1 17,5 21,4 25,4 25,2 21,7 17,1 11,9 8,8 8,2 13
media (°C)
T. min. media
3,5 3,5 5,0 7,3 11,3 14,8 18,3 18,3 15,5 12,0 7,7 4,8 3,9 7
(°C)

Precipitazioni
50,9 37,6 43,3 28,3 24,8 16,0 8,6 23,0 28,4 58,0 48,3 52,2 140,7 96
(mm)

Giorni di
5 5 5 4 3 2 1 2 3 5 6 6 16 1
pioggia

Diffusività atmosferica
La diffusività atmosferica (capacità dei bassi strati dell'atmosfera di disperdere le sostanze inquinanti) è
determinata da turbolenza atmosferica e intensità del vento, in interazione con le caratteristiche orografiche
del territorio.

La provincia di Grosseto presenta quasi ovunque caratteristiche di medio-alta diffusività (condizioni


favorevoli alla dispersione degli inquinanti), fatta eccezione per i comuni di Magliano in Toscana e
Manciano, i cui territori sono sottoposti a bassa diffusività.

Nella tabella sottostante è riportata la classificazione dei comuni in base alla loro diffusività atmosferica[12].

Alta diffusività Media diffusività Bassa diffusività

Monterotondo Marittimo Grosseto Magliano in Toscana


Massa Marittima Montieri Manciano
Follonica Cinigiano
Scarlino Seggiano
Castiglione della Pescaia Castel del Piano
Gavorrano Arcidosso
Roccastrada Santa Fiora
Civitella Paganico Roccalbegna
Campagnatico Scansano
Semproniano
Castell'Azzara
Sorano
Pitigliano
Capalbio
Orbetello
Monte Argentario
Isola del Giglio

Geologia
Lo stesso argomento in dettaglio: Geologia della provincia di Grosseto.

La storia geologica della provincia di Grosseto è legata al


corrugamento e al sollevamento della catena degli Appennini,
abbracciando un lunghissimo periodo dal Paleozoico al
Quaternario, attraverso la sovrapposizione di domini e zone.

Durante il Paleozoico, la traslazione di domini e zone determinò la


formazione delle cosiddette unità paleozoiche.

Le unità liguri, costituite dall'unità ofiolitifera e dall'unità di


Monteverdi-Lanciaia, hanno avuto origine da un bacino oceanico Costa dell'Argentario corrispondente
costituito da Ofioliti, rocce magmatiche a basso contenuto siliceo al Gruppo di Cala Piatti
sovrastate da sedimenti.

Le unità austroalpine (Unità austroalpina interna e Unità austroalpina esterna) sono costituite da
basamenti sialici, le cui coperture costituiscono la zona austroalpina interna a ovest (in continuità con
quelle liguri) e la zona austroalpina esterna a est (in continuità col dominio toscano).
Le unità toscane (falda toscana e unità di Monticiano-Roccastrada)
sono formate da basamenti sialici palezoici con coperture
mesozoiche-terziarie, ripartite a loro volta in zona toscana interna,
zona toscana intermedia e zona toscana esterna (falda toscana non
metamorfica).

Nel Miocene e nel Pliocene, vi furono trasgressioni marine, con


l'acqua che raggiunse aree mai sommerse precedentemente, e la
conseguente formazione di bacini lacustri.
Costa dell'Argentario derivante
Il complesso epiligure miocenico, sviluppatosi nel periodo del
dall'Unità di Monticiano-Roccastrada
Miocene medio e superiore, è costituito da sporadiche e isolate
placche di arenaria che poggiano su argille e calcari.

Il complesso Neoautoctono, sviluppatosi tra il Messiniano e il


Pliocene inferiore, è originato da depositi lacustri che sono andati a
costituire locali affioramenti presso le depressioni neogeniche, che
poggiano sulle unità liguri ed austroalpine. È all'origine della serie
lignitifera, che ha contribuito allo sviluppo delle miniere di lignite e
dei conglomerati con ciottoli rossi ematitici.[13]

Il bacino lacustre Ombrone-Orcia, sviluppatosi lungo gli attuali Paesaggio corrispondente al Bacino
fiumi Ombrone e Orcia tra il Miocene superiore e il Pliocene lacustre Ombrone-Orcia presso la
inferiore, costituisce una vasta depressione tra il Monte Amiata, la Dorsale di Montalcino
Dorsale di Montalcino, la Dorsale medio-toscana e i Monti
dell'Uccellina, dove penetrò più volte l'acqua marina. È formato da
un conglomerato sabbioso, da argille brune e marnose poggianti sulla Serie lignitifera, da un conglomerato
arenaceo-marnoso, da argille alternate a sabbia e da calcari di acqua dolce[14].

Il bacino lacustre dell'Albegna, sviluppatosi lungo il corso dell'attuale fiume Albegna nella parte
meridionale del territorio provinciale, è costituito da un basamento di argille marnose sovrastate da calcari e
sabbie, le cui sedimentazioni sarebbero avvenute in un'unica fase durante il Pliocene inferiore.

Durante il Quaternario vi furono depositi di sabbie rosse nei


dintorni di Grosseto e di travertino nei pressi di Massa Marittima e
nella zona tra Montemerano e Saturnia. In questo periodo si
formarono, nelle aree dei rispettivi bacini lacustri, la Valle
dell'Ombrone, con il corso d'acqua principale e il sistema dei suoi
affluenti, e la Valle dell'Albegna; risulta ancora incerta, invece,
l'origine delle valli dei fiumi Pecora e Bruna nella parte nord-
occidentale del territorio provinciale.

L'Area del Tufo e gran parte del territorio del Monte Amiata hanno
L'Area del Tufo nei pressi di San
avuto origine durante questa fase, a seguito di manifestazioni Giovanni delle Contee
vulcaniche piroclastiche effusive, mentre una serie di intrusioni
magmatiche subvulcaniche acide completava la formazione
dell'Isola del Giglio[15] e[16].
Le oscillazioni eustatiche hanno portato i livelli dei corsi d'acqua ai valori attuali; la storia geologica della
provincia si completa con la formazione dei depositi alluvionali.

Sismologia e vulcanologia

Dal punto di vista geofisico, il territorio della provincia di Grosseto


è un'area pressoché asismica se si eccettua una lieve attività nelle
zone interne che può raggiungere livelli moderati sulle Colline
Metallifere, sull'Amiata (antico vulcano oramai spento) e nell'Area
del Tufo. Le isole, la costa e la pianura maremmana sono
caratterizzate da una sismicità irrilevante[17].

Fenomeni di vulcanesimo secondario si verificano in ordine sparso


e si manifestano attraverso sorgenti termali, tra le quali vanno
Le Terme di Saturnia
ricordate le celebri Terme di Saturnia, le Terme dell'Osa tra
Talamone ed Albinia, le Terme di Petriolo nel comune di Civitella
Paganico al confine tra le province di Grosseto e Siena lungo il
corso del torrente Farma, le Terme di Bagnolo nei pressi di Monterotondo Marittimo sulle Colline
Metallifere. Gran parte delle sorgenti termali sono di natura sulfurea e presentano temperature dell'acqua
oltre i 30 °C.

Geotermia

Sulle Colline Metallifere, nei pressi di Monterotondo Marittimo, i


soffioni boraciferi hanno permesso lo sviluppo di energia
geotermica che, con il passare degli anni, è sempre più sfruttata per
rendere i paesi della zona autosufficienti. Questi fluidi si trovano
nella cosiddetta Area delle Biancane, caratterizzata da un paesaggio
dai connotati biancastri con scarsissima vegetazione. I soffioni di
Monterotondo Marittimo costituiscono la parte meridionale
dell'insieme di risorse energetiche geotermiche che si sviluppano
Monterotondo Marittimo ai piedi
prevalentemente, più a nord, in provincia di Pisa attorno alla località dell'area geotermica
di Larderello.

Sul Monte Amiata si trovano i vapori geotermici alle Bagnore, nel


comune di Santa Fiora, nei pressi dell'omonimo centro. Anche in questa zona è iniziata da tempo la
produzione di energia geotermica che potrebbe essere implementata nel corso dei prossimi anni, nel rispetto
dell'ambiente locale, con particolare riferimento alla portata delle sorgenti particolarmente ricche nell'area
amiatina.

Sottosuolo

Il sottosuolo della provincia di Grosseto è ricco di numerose risorse minerarie.

Già in epoca etrusca venivano sfruttati i numerosi giacimenti presenti nell'area delle Colline Metallifere,
dove spiccano, tra tutti, quelli di pirite di Niccioleta, Boccheggiano e Gavorrano, quelli di rame presso
Roccatederighi, quelli di lignite presso Ribolla e quelli di rame, piombo, zinco e argento nei dintorni di
Massa Marittima[18].
La zona del Monte Amiata e del Monte Labbro è estremamente
ricca di giacimenti di cinabro[19], il minerale da cui si estraeva
mercurio, in particolare presso Selvena e Santa Fiora sul versante
grossetano e presso Abbadia San Salvatore sulla sponda senese.
Queste miniere mercurifere sono oggi completamente abbandonate.
Da oltre quaranta anni infatti il mercurio è stato sostituito in gran
parte dei suoi utilizzi industriali e chimici.

Nell'area collinare interna sono da segnalare alcuni giacimenti di


lignite nei pressi di Cana e Baccinello, di mercurio nei dintorni di La miniera dismessa di Gavorrano
Pereta e di antimonio[20] sempre vicino Pereta e in vari punti del trasformata in teatro
territorio di Manciano.

Alcuni giacimenti di pirite[21] si trovano anche sul promontorio dell'Argentario e all'isola del Giglio. Inoltre,
è da segnalare a sud dell'Argentario il lungo tratto di spiaggia tra Ansedonia e la foce del Chiarone: il
sottosuolo di questa zona è estremamente ricco di minerali pesanti, tra i quali ossido di ferro, magnetite e
pirosseni, che hanno contribuito a dare un colore grigio scuro e a tratti nero alla sabbia del litorale e della
doppia fascia dunale retrostante[22].

Natura
Nella provincia di Grosseto esistono varie tipologie di ambienti naturali che si susseguono e si diversificano
l'uno dall'altro. Dalla fascia costiera alla montagna, passando attraverso la pianura e la collina si incontrano
vari ecosistemi che si contraddistinguono sia per la flora che per la fauna.

Flora

Lungo la fascia costiera predomina la macchia mediterranea che si


diversifica in base alla tipologia di costa. Le coste alte sono
caratterizzate nelle immediate vicinanze del mare dal Limonium
multiforme, dal finocchio di mare e dalla carota di mare; salendo
lungo i promontori rocciosi si trovano il ginepro feniceo, il lentisco,
il linterno e l'olivo selvatico, spesso associati a eriche, rosmarino e
cisti[23]. In alcune zone particolarmente aride e soleggiate si possono
trovare anche le euforbie arboree e le palme nane, presenti
soprattutto sui Monti dell'Uccellina nel Parco naturale della Il Bosco dei Rocconi visto da
Maremma[24]. Le coste basse e sabbiose presentano in vari tratti le Rocchette di Fazio
dune litoranee, caratterizzate dalla presenza di euforbie, alcune
specie di graminacee, ginepro coccolone e liane che proteggono
parzialmente dai venti e dal sale marino gli spazi retrodunali dove possono svilupparsi elicrisi e gigli di
mare. La vegetazione forestale della fascia costiera è caratterizzata da leccete, pinete, sugherete e boschi
misti di sempreverdi e caducifoglie. Laddove si sono sviluppati incendi in tempi recenti possono ritrovarsi
alcuni tratti caratterizzati dalla presenza di garighe che presentano spesso vegetazioni arbustive dove
possono svilupparsi rosmarino, eriche, mirto e scornabecco: la gariga caratterizza diversi tratti del Monte
Argentario e delle isole.

Le zone di pianura sono caratterizzate da aree palustri e corsi d'acqua dove si sviluppano diverse tipologie
di vegetazione. Nelle vicinanze di laghi costieri e paludi si sviluppano in base alla salinità giuncheti o
canneti che possono precedere rispettivamente prati cespugliati o boschi di olmi, frassini, fichi, bagolari e
viti selvatiche frammisti a mirto e lentisco. Nelle vicinanze dei fiumi dove la siccità è meno sentita possono
svilupparsi varie specie di salici, ontani, frassini, tigli e olmi, mentre
nelle aree scarsamente soleggiate o esposte a nord possono esserci
carpini e noccioli. Le aree pianeggianti e di medio-bassa collina
sono caratterizzate dalla presenza di viti e ulivi che vengono
mantenuti e coltivati dall'opera dell'uomo.

L'area collinare è ricoperta da sugherete alle basse quote molto


esposte al sole su terreni acidi. Salendo di quota, la vegetazione è
caratterizzata da boschi di cerri, roverelle, castagni, carpini neri,
carpini bianchi, ornielli e sorbi frammisti ad arbusti spinosi quali il
prugnolo, il biancospino, il pero selvatico e il ginepro e a liane
come l'edera, la madreselva e la vitalba; frequenti sono il pungitopo La Laguna di Orbetello
e i ciclamini. Salendo ulteriormente di quota si ritrovano il loppo, il
ciliegio selvatico, il faggio e il nocciolo frammisti a primule,
anemoni e viole. In alta collina si trovano boschi di abeti bianchi, faggi e carpini bianchi, con cerri e frassini
nelle zone più temperate, associati a ginestra, rovo e felce aquilina.

La montagna è caratterizzata da faggio|faggi, castagni, abeti bianchi e rimboschimenti di conifere; nella


zona amiatina è piuttosto scarsa la vegetazione floreale a causa della natura vulcanica del terreno[25], anche
se è da riferire la presenza di fioriture spontanee di orchidee e di narcisi, in aree comprese nei territori
comunali di Arcidosso e Santa Fiora.

Fauna

La fauna presenta una notevole varietà in base agli ambienti presi in


considerazione.

Lungo la costa e sulle isole vi è una numerosa presenza di gabbiani,


molto evidente sull'isola di Giannutri dove nidificano in gran
numero. In alcune zone costiere si riscontra la presenza del falco
pellegrino e del falco pescatore; è presente anche la beccaccia di
mare tra la fauna delle aree costiere.
Volpi nella Pineta Granducale di
Marina di Alberese
Gli ambienti palustri, lagunari e i laghi costieri sono l'habitat
naturale per numerosi anfibi e per varie specie di uccelli tra i quali
spiccano gli aironi, i fenicotteri nella Laguna di Orbetello, il falco di
palude e l'albanella reale nella Riserva naturale Diaccia Botrona.

La macchia mediterranea e i boschi sono popolati da vari animali selvatici tra cui cinghiali, daini, caprioli e
volpi; sono presenti anche un buon numero di fagiani e, nella Pineta Granducale di Marina di Alberese,
sono stati avvistati anche il cuculo da ciuffo e la ghiandaia marina, due specie ornitologiche estremamente
rare. Tra i rettili vi sono numerosi serpenti, la maggior parte innocui come il biacco, ma tra essi è presente
anche la vipera, presente ovunque ad eccezione delle isole: nell'ambito del Parco dell'Arcipelago Toscano
le uniche isole dove si riscontra la presenza del serpente velenoso sono l'Isola d'Elba e l'Isola di Montecristo
amministrate dalla Provincia di Livorno.

Nelle zone collinari interne e in montagna è stata riscontrata anche la presenza del lupo che è notevolmente
cresciuto di numero negli ultimi tempi.

Tra gli insetti è da segnalare la grande presenza di zanzare nelle aree in prossimità di ambienti umidi che
possono essere presenti, seppure in numero ridotto, anche nei mesi invernali, alcune delle quali agiscono
durante le ore diurne con punture che possono divenire fastidiose. Sono presenti anche api, impiegate nella
produzione di un ottimo miele, vespe e calabroni: questi ultimi pungono molto raramente ma quando
accade possono causare gravi reazioni allergiche. Nei mesi primaverili ed estivi sono visibili varie specie di
farfalle; nello stesso periodo dell'anno si possono incontrare anche varie specie di ragni, tra i quali anche le
malmignatte, e zecche: queste ultime prediligono distese erbose frequentate da animali e, in caso di puntura,
è consigliabile farsi estrarre l'insetto da personale medico per evitare pericolose infezioni[26].

Aree protette

La provincia di Grosseto, con il suo 47% di territorio incluso in aree protette di varia tipologia, risulta essere
una delle province italiane maggiormente tutelate sotto il profilo ambientale e paesaggistico. Tra le aree
protette spiccano un'area marina protetta europea, un parco nazionale (dell'arcipelago), un parco nazionale
geominerario (Tuscan Mining UNESCO Geopark), un parco regionale (parco della Maremma) e una serie
di riserve naturali e oasi faunistiche (statali, regionali o provinciali), la cui gestione è generalmente delegata
alla provincia (funzione delegata alla Regione Toscana dal 2016, a seguito della riforma Delio sulle
province) o direttamente ai singoli comuni interessati.

Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della provincia di Grosseto.

Preistoria

L'attuale provincia di Grosseto fu abitata fin dalla preistoria, come


dimostrano i ritrovamenti effettuati in varie zone di numerosi reperti
risalenti al periodo eneolitico e all'età del bronzo. Nei pressi di
Pitigliano, sul luogo in cui sono venuti alla luce molti reperti, è in
fase di allestimento un parco preistorico con la ricostruzione di un
villaggio. Altri luoghi che hanno dato alla luce testimonianze
preistoriche sono le aree collinari tra Roccalbegna, Semproniano,
Saturnia, Manciano e Sovana e, in prossimità della fascia costiera,
le grotte all'interno del Parco naturale della Maremma tra Alberese e
la foce del fiume Ombrone.

Etruschi e Romani
Un tratto delle Vie Cave di Sovana
Gli Etruschi costruirono numerose città che ebbero il periodo di
massimo splendore intorno al VII secolo a.C., delle quali
rimangono numerosi resti archeologici di elevato interesse, tra i
quali spiccano le antiche città di Vetulonia, Roselle (con successive
testimonianze di epoca romana), Statonia e Sovana, dove le Vie
Cave collegavano le varie necropoli a quelle di Sorano e Pitigliano.

Altre città e necropoli etrusche si svilupparono presso Saturnia, a


Marsiliana e nel territorio collinare tra Magliano in Toscana,
Scansano e Civitella Paganico. Presso Ansedonia, gli Etruschi
realizzarono un'imponente opera di ingegneria, denominata Tagliata
L'Acropoli di Cosa
Etrusca, per impedire l'insabbiamento di un vicino porto[27]. Tra i
più importanti reperti, è da segnalare il Disco di Magliano,
rinvenuto presso l'omonima località ed attualmente conservato al
Museo archeologico nazionale di Firenze, che è risultato
fondamentale per la codifica dell'antica lingua etrusca.

I Romani si insediarono nei secoli successivi prevalentemente


presso le preesistenti città etrusche. I reperti archeologici di
maggiore interesse del periodo romano (fori, anfiteatri, ville e
strade) sono venuti alla luce a Roselle, nei dintorni di Scansano,
Magliano in Toscana e Pitigliano, a Saturnia e a Cosa, dove i
Romani completarono l'opera ingegneristica della Tagliata Etrusca, Veduta di Pitigliano
avviata dai loro predecessori, che venne denominata anche Spacco
della Regina[28].

Medioevo

Il Medioevo ebbe inizio con le invasioni barbariche, che causarono


l'abbandono di alcuni importanti centri etrusco-romani a vantaggio
di altri insediamenti situati in luoghi più protetti: in epoca
longobarda fu completamente abbandonata anche la città di Statonia
a vantaggio di Sovana. In questo periodo iniziò anche il lento
declino di Roselle che venne definitivamente abbandonata dopo La Villa granducale di Alberese
l'anno mille a vantaggio di Grosseto, dove fu eretta una possente
cinta muraria difensiva. In questo contesto ebbe pertanto inizio il
fenomeno dell'incastellamento che portò alla costruzione di
numerosi castelli, borghi fortificati e centri abitati circondati da cinte
murarie di difesa.

Gran parte delle località del territorio erano controllate da ricche e


potenti famiglie tra le quali gli Aldobrandeschi[29] (area del monte
Amiata, vasti territori tra Montalto di Castro e il Lago di Bolsena
nel Lazio, parte della Valdelsa e della Val d'Orcia in provincia di
Siena, oltre alla parte meridionale della provincia di Livorno), gli
Ardengheschi (Valle dell'Ombrone) e i Pannocchieschi (area delle
Colline Metallifere).[30]

I domini aldobrandeschi furono spartiti nel tardo Duecento nella


Contea di Sovana e nella Contea di Santa Fiora, e successivamente
concessi a due rami distinti della famiglia che, durante la battaglia di
Ritratto di Canapone, ultimo
Montaperti, si schierarono in campi avversi rispettivamente con i
granduca di Toscana
Fiorentini e con i Senesi.

Nello stesso periodo gli Ottieri riuscirono ad andare a capo di un


piccolo stato, la Contea degli Ottieri, che includeva 4 località ai limiti sud-orientali della provincia e riuscì a
rimanere indipendente fino all'estinzione naturale della famiglia in epoca moderna.

Agli inizi del Trecento l'influenza di Siena iniziò a farsi sentire su vari alcuni centri dell'entroterra che
passarono a famiglie nobili senesi quali i Bonsignori, i Piccolomini, i Tolomei e i Salimbeni o direttamente
sotto il controllo della Repubblica. Mentre gli Orsini riuscirono ad ereditare Pitigliano, Sorano e, per un
breve periodo, anche Sovana a seguito del matrimonio tra Romano Orsini e Anastasia Aldobrandeschi
(1293)[31], gli Sforza editarono nel corso del Quattrocento la Contea
di Santa Fiora, iniziando il loro dominio nella zona dell'Amiata, a
seguito del matrimonio tra Bosio Sforza e Cecilia Aldobrandeschi
(1439).[32]

Storia moderna

Tra il Trecento e il Quattrocento tutti gli altri centri, tra i quali anche
Grosseto e i liberi Comuni di Massa Marittima e Castiglione della
Pescaia, entrarono a far parte della Repubblica di Siena che fino al
1559, anno della sua caduta, dominò quasi tutto il territorio che
corrisponde all'attuale provincia.

Dopo la caduta della Repubblica Senese Orbetello, Porto Ercole,


Talamone, entrarono a far parte dello Stato dei Presidi[33] sotto il
Raffigurazione di David Lazzaretti
controllo degli Spagnoli, mentre Buriano e Scarlino erano stati
inglobati nel Principato di Piombino controllato dagli Appiani dal
1400: tutte queste località entrarono nel Granducato di Toscana
soltanto nel 1815.[34]

I centri della Contea degli Orsini[35] entrarono nel Granducato di Toscana tra la seconda metà del
Cinquecento e gli inizi del Seicento, mentre le località sforzesche della ex Contea di Santa Fiora vennero
annesse nel corso del Seicento a cui seguì la contea di Castellottieri.

Nel Settecento la scomparsa della dinastia medicea portò i Lorena a capo del Granducato di Toscana e la
quasi totalità dell'attuale territorio provinciale ne seguì le sorti. Nel 1766, Pietro Leopoldo divise il territorio
che nei secoli precedenti costituiva la Repubblica di Siena in due province. Grosseto divenne da allora il
centro principale della Provincia senese inferiore, che sarebbe poi divenuta l'attuale provincia di Grosseto.
Grazie alle riforme leopoldine, la città e la provincia di Grosseto andarono incontro ad una decisa rinascita
economica e culturale. I Lorena, oltre ad aver abolito la pena di morte il 30 novembre 1786, iniziarono
anche le prime grandi opere di bonifica della pianura costiera (diretti da Leonardo Ximenes) che
terminarono solo verso la metà del secolo scorso con l'eliminazione completa della malaria. Le riforme dei
Lorena vennero interrotte con l'occupazione delle truppe francesi (1796) che si protrasse a più riprese fino
al 1808, anno dell'annessione alla Francia napoleonica. Il Congresso di Vienna del 1815 sancì il ritorno del
Granducato di Toscana nelle mani di Ferdinando III di Toscana, al quale succedette il figlio Leopoldo II a
partire dal 1824.

Il granduca Leopoldo II governò fino al 1859, impegnandosi costantemente e in prima persona al


completamento delle opere di bonifica, affidate all'ingegnere Vittorio Fossombroni. Il granduca, con le sue
politiche di buon governo, riuscì a determinare un ammodernamento e un sensibile miglioramento delle
condizioni socio-economiche dell'intero territorio, tanto da risultare l'uomo politico più apprezzato nella
millenaria storia della provincia di Grosseto: Leopoldo II venne affettuosamente soprannominato
"Canapone" e onorato con un monumento scultoreo a lui dedicato, tuttora collocato in Piazza Dante a
Grosseto.[36]

Storia contemporanea

Nel corso dell'Ottocento, con la graduale diminuzione del rischio della malaria, iniziò il fenomeno di
ripopolamento della pianura che determinò l'inizio dell'espansione urbanistica di Grosseto verso gli attuali
quartieri semicentrali.
Nel marzo 1860 il plebiscito che si svolse nel Granducato di Toscana sancì l'annessione allo stato sabaudo,
entrando così a far parte del Regno d'Italia. Tuttavia, per alcuni anni vennero fermate le grandi opere di
bonifica della Maremma, portate avanti fino poco tempo prima dal granduca Leopoldo II, che determinò,
seppur temporaneamente, un nuovo calo demografico e una contemporanea recessione economica. Di
conseguenza, tra la popolazione iniziò a diffondersi un sentimento nostalgico verso le politiche di "buon
governo" portate avanti fino a poco tempo prima dai Lorena; in quegli anni, la vita media della popolazione
della Maremma scese addirittura a soli 24 anni.

In conseguenza, il brigantaggio si diffuse prevalentemente nelle campagne, nel corso della seconda metà
del secolo, potendo far leva sul malcontento, sulle precarie condizioni economiche conseguenti alle
politiche latifondiste e alla malaria che stava iniziando a diffondersi nuovamente. Tuttavia, questo fenomeno
non riuscì mai a raggiungere le vaste proporzioni come stava accadendo nell'Italia meridionale, rimanendo
piuttosto circoscritto sia in provincia di Grosseto che nell'Alto Lazio.

Di tutt'altra natura, ma inquadrabile negli episodi storici che seguirono l'Unità d'Italia, la sollevazione
pacifica, inserita in un utopistico progetto religioso, posta in essere da Davide Lazzaretti, personaggio
carismatico che visse nella seconda metà dell'Ottocento nell'area del Monte Amiata, dove predicava un
rinnovamento delle strutture della Chiesa di Roma, sostenendo una Repubblica, regno di Dio che, pur nella
totale pacificità di intenti e di azione, dovette apparire densa di pericoli per gli assetti costituiti dello Stato e
della Chiesa, tanto da essere oggetto di una cruenta repressione nel 1878, anno in cui venne ucciso alla testa
di una processione che scendeva dal Monte Labbro e che si accingeva ad entrare in Arcidosso.

Durante la seconda guerra mondiale sono da ricordare i pesanti bombardamenti subiti dalla città di Grosseto
il 26 aprile 1943, giorno di Pasquetta, che causarono molte vittime anche tra donne e bambini che si
trovavano all'aperto nei giardini e nelle vie del centro; vari eccidi nazisti si verificarono in alcuni paesi
dell'entroterra, il più grave dei quali avvenne a Niccioleta nei pressi di Massa Marittima tra il 13 e il 14
giugno 1943.

Nel dopoguerra, il completamento della riforma agraria iniziata nei primi decenni del secolo e la rapida
ricostruzione dei luoghi bombardati contribuirono a implementare lo sviluppo dell'agricoltura e
dell'allevamento (produzione di latte, formaggi, carni, olio e vino di elevata qualità). Al contrario, non si è
mai verificato uno sviluppo industriale degno di nota, fatta eccezione per alcune realtà circoscritte, e ciò ha
permesso un'ottima conservazione dell'ecosistema che si è mantenuto tra i più incontaminati dell'intero
territorio nazionale italiano, favorendo così lo sviluppo di un settore terziario sempre più in crescita legato al
turismo di qualità.

Il secolo scorso, inoltre, ha lasciato suggestive tracce artistiche integrate nella natura nel Giardino di Daniel
Spoerri nei dintorni di Seggiano e nel Giardino dei Tarocchi presso Capalbio.

Religione

Diocesi e sedi vescovili


Data la vastità dell'attuale provincia e le vicende storiche dei vari centri, fin dal passato il territorio era
raggruppato in varie diocesi, ognuna delle quali aveva la cattedrale e la residenza vescovile nel centro
principale della zona. Le antiche chiese della provincia di Grosseto per tutto il primo millennio ebbero il
proprio arcivescovo nella figura del papa di Roma che doveva confermare le elezioni dei nuovi vescovi e
provvedere alla loro consacrazione.

Periodo paleocristiano

In epoca paleocristiana vi erano due sedi vescovili, Roselle e Saturnia, ed altre diocesi che avevano
possedimenti nel territorio grossetano, pur avendo la loro sede centrale al di fuori dei confini dell'attuale
provincia.

Duomo di Massa Duomo di Le tre navate della Duomo di Orbetello


Marittima Pitigliano Cattedrale di Sovana

Diocesi
Territorio
paleocristiane

Diocesi di area dell'attuale Diocesi di Grosseto e alcune località


Roselle dell'attuale territorio comunale di Montalcino (SI)
Diocesi di territorio tra l'Ombrone e l'Argentario lungo la costa e le
Saturnia colline tra l'Albegna e il Fiora nell'entroterra
Diocesi di estremità orientale della provincia di Grosseto e un vasto
Statonia territorio dell'attuale provincia di Viterbo
Diocesi di Vulci Capalbio e Manciano
Diocesi di area del Monte Amiata
Chiusi Massa Marittima, Monterotondo Marittimo e area costiera
Diocesi di attorno a Follonica
Populonia Boccheggiano
Diocesi di
Volterra

Alto Medioevo

Nel VI secolo l'invasione longobarda determinò vari sconvolgimenti che portarono ad un temporaneo
trasferimento dei vescovi di Populonia sull'Isola d'Elba e alla distruzione della città di Saturnia che si
oppose strenuamente alle truppe provenienti dalla città di Lucca. Nell'area del Fiora si verificarono
migrazioni da Statonia a Sovana e da Vulci a Castro con il conseguente trasferimento delle sedi vescovili
rispettivamente a Sovana e a Castro. Roselle e Chiusi mantennero il loro territorio pressoché intatto, tranne
alcune aree che vennero perdute a vantaggio di Siena che inglobò la Valle dell'Ombrone a sud di Pari.

Inoltre, proprio in età longobarda, venne creato un itinerario di pellegrinaggi Lucca-Siena-Bolsena-Roma


che entrò a far parte della Via Francigena. Il tracciato tuttavia lambiva la provincia di Grosseto sfiorando
soltanto il territorio orientale di Castell'Azzara, pur attraversando aree all'interno delle diocesi che avevano
influenza su varie zone della provincia.

Diocesi
Territorio
altomedievali

Diocesi di area della Valle dell'Ombrone


Siena area dell'attuale Diocesi di Grosseto
Diocesi di preesistente Diocesi di Statonia, con parziale annessione
Roselle territoriale della Diocesi di Saturnia
Diocesi di preesistente Diocesi di Vulci
Sovana
area del Monte Amiata
Diocesi di
Massa Marittima, Monterotondo Marittimo e area costiera
Castro
attorno a Follonica
Diocesi di
Boccheggiano
Chiusi
Diocesi di
Populonia
Diocesi di
Volterra

Dall'anno mille ai giorni nostri

Dopo l'anno mille la riforma canonicale voluta da Ildebrando di Sovana, divenuto papa Gregorio VII, diede
un forte impulso alla costruzione di nuove cattedrali. Nello stesso periodo venne spostata la sede vescovile
da Populonia a Massa Marittima a seguito di invasioni piratesche che sconvolsero la fascia costiera.

Nella prima metà del XII secolo vi fu anche il trasferimento della diocesi di Roselle a Grosseto e
contemporaneamente ci fu un forte conflitto tra i vescovi di Sovana e Orvieto, dopo che gli Orvietani
impedirono ai vescovi sovanesi di recarsi nell'antica cattedrale di Statonia che rappresentava la culla
dell'intera diocesi. Successivamente, la nuova diocesi di Grosseto cedette la località di Prata a Volterra in
cambio di Boccheggiano; Volterra cedette inoltre a Massa Marittima alcune chiese che si trovavano nelle
vicinanze di quest'ultima città divenuta anch'essa nuova sede vescovile.

I confini delle diocesi rimasero quindi pressoché inalterati fino alla seconda metà del Settecento, quando
Manciano e Capalbio passarono dalla diocesi di Castro a quella di Sovana in cambio dei centri di Onano e
Proceno in territorio laziale; l'area amiatina passò invece da Chiusi a Siena.[37]

Diocesi attuali della provincia Territorio

Arcidiocesi di Siena-Colle di area della Valle dell'Ombrone e del Monte


Val d'Elsa-Montalcino Amiata (già nella Diocesi di Chiusi)
Diocesi di Grosseto preesistente Diocesi di Roselle con
Diocesi di Pitigliano-Sovana- l'acquisizione di Boccheggiano
Orbetello Capalbio, Manciano e preesistente Diocesi
Diocesi di Massa Marittima- di Sovana
Piombino preesistente Diocesi di Populonia
Diocesi di Volterra Prata

Chiese evangeliche
A Grosseto e nella provincia sono presenti anche un cospicuo numero di fedeli evangelici, nonché di chiese
evangeliche sparse in quasi tutto il territorio. La comunità più consistente è quella Pentecostale, soprattutto
quella Apostolica, e le Assemblee di Dio in Italia. A Grosseto sono inoltre presenti comunità di Evangelici
Battisti.

Di rilevante importanza è il Centro Nazionale della Chiesa Evangelica Apostolica (Pentecostale), nonché
Centro Studi Teologici, situato a Grosseto in via del Commendone.

Nella categoria del cristianesimo riformato, per la sua evoluzione storica e di principi, possiamo anche
includere il movimento di Davide Lazzaretti il Giurisdavidismo, sviluppatosi nella zona del Monte Amiata
nella seconda metà dell'Ottocento e conta ancora una comunità di alcune centinaia di fedeli.

Comunità ebraiche

Oltre ai cristiani, nel territorio provinciale si insediarono anche


alcune comunità ebraiche delle quali però non si hanno notizie
antecedenti al Quattrocento. Inizialmente le comunità ebraiche si
insediarono a Grosseto, Campagnatico, Montemerano, Sovana e
Pitigliano.

Nella seconda metà del Cinquecento, a seguito delle bolle pontificie


di restrizione, le comunità ebraiche preferirono insediarsi nei piccoli
Staterelli autonomi dove potevano integrarsi meglio con la
popolazione locale e partecipare in modo integrato alla vita civile ed
economica trovando accoglienza e protezione in cambio
dell'esercizio di attività artigianali e commerciali. Le comunità
ebraiche si rafforzarono così a Scarlino nell'ambito del Principato di
Piombino, a Castell'Ottieri che all'epoca era controllato dai signori
locali, a Scansano e Santa Fiora nella contea degli Sforza e a
La Sinagoga di Pitigliano
Pitigliano e Sorano nella Contea degli Orsini; anche Sovana
mantenne fino a tutto il Seicento una comunità ebraica.

Quando le contee della parte meridionale della provincia di Grosseto passarono ai Medici e vennero inserite
nel Granducato di Toscana, inizialmente gli ebrei furono costretti a chiudersi nei ghetti come avvenne nella
prima metà del Seicento a Sorano e Pitigliano ma successivamente, quando i granduchi capirono
l'importanza di queste comunità nella vita economica, vennero concessi loro alcuni privilegi.

Dalla seconda metà del Seicento in poi le comunità ebraiche di Scarlino iniziarono a spostarsi a Livorno,
mentre quelle dei vari centri della Toscana meridionale e dello Stato Pontificio iniziarono ad insediarsi a
Pitigliano, dove l'integrazione fu molto forte, al punto che questa località venne chiamata la piccola
Gerusalemme. In seguito ci furono spostamenti anche verso Sorano, Scansano, Montemerano e Manciano
dove la comunità ebraica raggiunse diverse unità.

Tuttavia il legame di tutte queste comunità rimaneva molto forte con la Sinagoga di Pitigliano. La
popolazione cristiana di Pitigliano difese la comunità ebraica e il ghetto dal tentativo di saccheggio condotto
dagli Aretini alla fine del Settecento. Lo stesso accadde durante il secondo conflitto mondiale ma
l'intervento dei Pitiglianesi non riuscì a fermare il sensibile calo demografico della comunità ebraica che già
aveva avuto inizio alla fine dell'Ottocento.

Pitigliano conserva ancora oggi la sinagoga sorta alla fine del Cinquecento, i locali per il Bagno Rituale, la
Macelleria Kasher, il Forno delle Azzime e il Cimitero Ebraico al di là del torrente Meleta, le cui origini
precedono quelle del tempio di alcuni decenni.
Anche Sorano ha mantenuto intatto il ghetto dove sorgevano la Sinagoga e il Forno delle Azzime; un'altra
sinagoga, trasformata oggi in negozio, è stata identificata lungo via Selvi e risalirebbe ad epoche precedenti
all'istituzione del ghetto.

Santa Fiora conserva il quartiere ebraico lungo via Lunga e attorno all'attuale Piazza del Ghetto: sembra che
la sinagoga sorgesse in un edificio all'inizio di via Lunga.[38]

Altre religioni

Tra le altre confessioni religiose, spicca la comunità tibetana di Merigar West[39] si è stabilita nell'area
amiatina, nei pressi di Arcidosso, sul poggio sovrastante la Zancona, sulle pendici del Monte Labbro. Il
tempio, fondato il 17 giugno 1981 dal maestro tibetano Namkhai Norbu, è divenuto una sede del
Buddhismo tibetano in Italia, visitato anche dal Dalai Lama nel 1990. La comunità deve la sua
denominazione alla Montagna di Fuoco (Merigar), per la natura vulcanica del sottosuolo.[40]

Inoltre, dagli ultimi decenni del secolo scorso in poi, in numerosi centri della provincia si sono stabiliti
numerosi fedeli di religione islamica provenienti da altre nazioni. La comunità islamica più numerosa è
sicuramente quella di Grosseto che si riunisce per le preghiere del venerdì presso i locali del Centro
Culturale Islamico.

Monumenti e luoghi d'interesse

Aree archeologiche principali


Cosa
Parco archeologico Città del Tufo
Sovana
Statonia (necropoli di Poggio Buco)
Vie Cave
Vitozza La Tomba Ildebranda di Sovana

Pian di Palma
Roselle
Vetulonia

Città murate
Lo stesso argomento in dettaglio: Cinte murarie della
provincia di Grosseto.
Le Mura di Magliano in Toscana
La quasi totalità delle località della provincia hanno avuto origini e
sviluppo in epoca medievale, quando erano completamente
racchiusi da cinte murarie fortificate, talvolta costruite su preesistenti strutture di epoca etrusca, che
generalmente si sviluppavano attorno ai luoghi del potere feudale, in molti centri identificabili con la
relativa Rocca aldobrandesca; le stesse mura, in alcune località, sono state ulteriormente fortificate dal
Cassero Senese, negli anni in cui, queste, entravano a far parte della Repubblica di Siena.
In alcuni casi, le originarie mura furono ulteriormente ampliate o
riqualificate durante il periodo rinascimentale, riuscendo quindi a
pervenire quasi intatte fino ai giorni nostri. In tutti gli altri centri
storici, invece, nel corso dei secoli successivi le originarie cerchie
murarie possono essere state parzialmente incorporate nelle pareti
esterne di edifici abitativi, oppure in gran parte danneggiate o
abbattute per l'espansione dei nuclei abitati.

Tra le più conosciute e imponenti, sono da annoverare le mura di


Grosseto per l'aspetto fortificato che conferiscono al centro storico
cittadino, mentre quelle di Capalbio e di Magliano in Toscana
spiccano per la pregevolezza che le caratterizza. Le cinte murarie
presenti nella provincia superano le cinquanta unità.

Centri storici
Esterno della Mura di Grosseto
La quasi totalità dei centri storici dei comuni e delle frazioni della presso il Cassero Senese
provincia di Grosseto sono di origini medievali e, talvolta, si sono
sviluppati nei pressi di preesistenti insediamenti etruschi e romani.
Tutte le località si caratterizzano, pertanto, per la presenza di palazzi
e chiese, dove sono ravvisabili elementi stilistici romanici e gotici.

Fra i centri medievali più rilevanti vi è il centro storico di Santa


Fiora, capitale della omonima contea prima aldobrandesca, poi
sforzesca.

I centri più importanti si sono ulteriormente ampliati nelle epoche


successive ed arricchiti anche di monumenti rinascimentali e/o
barocchi. Nell'area tra Orbetello e il Argentario è ben evidente
l'influsso stilistico portato dagli Spagnoli.

Tra l'Ottocento e il Novecento si sono verificati restauri e


ricostruzioni in stile neogotico (Palazzo Aldobrandeschi a Grosseto,
Palazzo Comunale di Montieri), grazie all'intenso lavoro
dell'architetto Lorenzo Porciatti e della sua scuola.[41] La Torre di Collelungo

Tra i centri storici di particolare rilevanza storico-artistica sono da


ricordare:

Grosseto
Santa Fiora
Massa Marittima
Orbetello
Pitigliano
Porto Ercole La Pieve di San Donato a Porrona
Sorano
Sovana
Arcidosso

Castelli, rocche e torri costiere


Lo stesso argomento in dettaglio: Castelli della provincia di
Grosseto, Rocche aldobrandesche e Torri costiere della
provincia di Grosseto.

Durante il Medioevo il fenomeno dell'incastellamento ha favorito la Porto Santo Stefano - La Fortezza


costruzione e lo sviluppo di rocche e castelli nelle aree strategiche Spagnola
più isolate e in prossimità dei principali insediamenti, parallelamente
alla nascita dei numerosi borghi medievali. Fra i più importanti
castelli vanno ricordati, per le implicazioni storiche e istituzionali
riferite alle varie epoche vi sono Santa Fiora, sede della casata degli
Aldobrandeschi e degli Sforza e quindi della Contea di Santa Fiora,
citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, e Arcidosso,
successivamente sede organizzativa locale della Repubblica di
Siena e del Granducato di Toscana, nonché il Castel di Pietra, nel
territorio comunale di Gavorrano, per la leggenda della Pia de'
Tolomei, rievocata da Dante Alighieri nella Divina Commedia.
Roccatederighi - La Chiesa di San
Martino Vescovo
Lungo la fascia costiera, furono erette fortificazioni e torri con
funzioni difensive e di avvistamento, che potevano comunicare tra
loro grazie all'emissione di segnali luminosi. Il sistema difensivo
costiero si è sviluppato, a più riprese, tra il periodo medievale ed il Cinquecento inoltrato, quando la linea di
costa era controllata a nord dal Principato di Piombino, nella parte intermedia e all'estremo sud dal
Granducato di Toscana e nell'area tra Talamone e l'Argentario dallo Stato dei Presidi[42].

Chiese

La provincia di Grosseto conta un gran numero di luoghi di culto, quasi tutti di origini medievali, tra i quali
spiccano 5 cattedrali: il Duomo di Massa Marittima in stile romanico, il Duomo di Grosseto in stile
romanico-gotico, il Duomo di Orbetello in stile gotico e con decorazioni barocche all'interno, il Duomo di
Sovana in stile romanico con elementi preesistenti paleocristiani, il Duomo di Pitigliano in stile barocco ma
col campanile che ricorda le origini medievali.

Nei centri minori vi sono chiese parrocchiali e pievi, prevalentemente in stile romanico o gotico; talvolta,
pievi e cappelle rurali possono trovarsi isolate nelle campagne, soprattutto in prossimità di alcuni castelli.

Le abbazie, anch'esse di origini medievali, sorgono invece isolate dai centri abitati, essendosi sviluppate
presso gli antichi luoghi monastici[43]. Da segnalare il Convento della Presentazione al Tempio sul Monte
Argentario, che costituisce la casa madre della Congregazione dei Padri Passionisti.

Sinagoghe
Sinagoga di Pitigliano
Sinagoga di Sorano

Gompa
Gompa di Merigar West (Arcidosso)

Economia
Il territorio della provincia di Grosseto è stato riconosciuto come
primo distretto rurale d'Europa, a seguito del recepimento della
normativa comunitaria attraverso il D.Lgs 228/01, grazie alla
vocazione per l'agricoltura, all'elevata qualità dei prodotti e alla
tutela e salvaguardia dell'immenso patrimonio ambientale e
paesaggistico.[44]

A livello artigianale prevale la logica della piccola-media impresa,


anche a livello familiare, che risulta significativa nei principali centri
urbani; la grande industria è presente soltanto nel distretto del Cavalli autoctoni nella prateria
Casone tra Follonica e Scarlino, dove prevale il polo chimico maremmana
(Gruppo Solmar ed il Gruppo Huntsman).

Grosseto ospita la sede centrale della catena di profumerie La Gardenia, dell'industria di abbigliamento
Mabro, della fabbrica di prodotti plastici Eurovinil, dell'industria specializzata nella fabbricazione di prodotti
in vetroresina, tra i quali anche i caschi da moto e da auto Vemar e di un'importante azienda di commercio
di pavimenti, rivestimenti, materiali idraulici e sanitari, la Metalmaremma presente nelle aree di Grosseto,
Siena, Livorno e Viterbo. Sempre a Grosseto ha sede la IGS (Innovative Gas System, parte di una
multinazionale statunitense) che sviluppa impianti di produzione di ossigeno e azoto. L'azienda è
importantissima per la sua tecnologia avanzata, ed esporta in Asia ed Africa.

Per quanto riguarda l'industria alimentare spiccano la Latte Maremma, che produce latte e derivati con sede
a Grosseto, e la Corsini, che produce pane e dolci per il mercato nazionale e internazionale con sede a
Castel del Piano. Importante è anche il polo agricolo di Albinia dove ha sede la Copaim ed una filiale di
Conserve Italia importantissimo per la lavorazione del pomodoro, con una capacità di lavorazione di 85.000
tonnellate all'anno, è il secondo stabilimento produttivo di pomodoro di Conserve Italia.

Di una certa rilevanza è anche il Cantiere Navale dell'Argentario di Porto Santo Stefano, uno dei più
importanti cantieri italiani per il restauro di barche d'epoca,[45] per il resto le piccole e medie imprese della
provincia si concentrano principalmente nel manifatturiero.

Lo stile country che avvolge tutto il territorio, ben rappresentato dai butteri con il loro modo di vestire, è
stato oggetto di ispirazione per l'azienda di abbigliamento di livello internazionale, Capalbio.

Approvvigionamento idrico
Lo stesso argomento in dettaglio: Acquedotto del Fiora.

L'approvvigionamento idrico è reso possibile dal più grande acquedotto della Toscana e da uno dei più
estesi d'Italia, l'Acquedotto del Fiora, operante nell'Ato n. 6 Ombrone della regione Toscana.
Questa infrastruttura interregionale, sorta a partire dagli anni trenta del secolo scorso, convoglia l'acqua a
tutto il territorio provinciale, dopo averla raccolta e raccordata dalle numerosi sorgenti presenti sul Monte
Amiata, tra cui anche quella del fiume Fiora.

Per far fronte ai ricorrenti episodi di siccità estiva, sono stati realizzati numerosi invasi, sia nelle aree
pianeggianti che in quelle collinari, mentre lungo la fascia costiera sono allo studio di fattibilità alcuni
progetti per la realizzazione di impianti di dissalazione, che andrebbero ad aggiungersi a quello già esistente
ed in funzione all'Isola del Giglio.[46]

Energia elettrica

Nel territorio provinciale vanno segnalate le risorse geotermiche


presenti nella zona delle Colline Metallifere presso Monterotondo
Marittimo[47] e a Santa Fiora nell'area del Monte Amiata.

Nel primo caso, la risorsa di energia geotermica è riuscita a rendere


autosufficiente il consumo di riscaldamento nel comune di
Monterotondo Marittimo, nel secondo caso, invece, l'obiettivo da
raggiungere è quello di rendere completamente autonoma l'area dei
comuni dell'Amiata, sia nel versante grossetano che in quello Parziale veduta del Parco eolico dei
senese.[48] Poggi Alti

Nel gennaio 2007 c'è stata, inoltre, l'apertura del Parco eolico dei
Poggi Alti, sulla vetta di una collina a nord-est di Scansano. Con dieci aerogeneratori da 2 MW ciascuno,
ha l'obiettivo di rendere autosufficienti in futuro i vari comuni del territorio delle Colline dell'Albegna e del
Fiora.[49]

Nel giugno 2008 sono terminati i lavori di realizzazione del Parco fotovoltaico di Sticciano, nel comune di
Roccastrada, con 137 inseguitori solari che consentiranno la produzione di 1 MWe, in grado di rendere
autosufficienti oltre 500 nuclei familiari, con una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica di
almeno 950 Mg.[50]

Smaltimento dei rifiuti

La parte indifferenziata dei rifiuti domestici prodotti in provincia di Grosseto viene parzialmente smaltita dal
cogeneratore di Scarlino, impianto di incenerimento capace di produrre energia elettrica, situato nella zona
industriale dell'omonimo comune, nella Piana del fiume Pecora (area settentrionale del territorio
provinciale)[51].

La parte non smaltibile dei rifiuti viene messa a discarica, mentre i rifiuti speciali e quelli industriali
vengono inviati fuori provincia per il loro smaltimento.

Da segnalare, infine, la presenza in varie località, tra cui Grosseto, di impianti di raccolta e depurazione dei
liquami, affinché possa essere diminuito ulteriormente l'impatto di smaltimento.

Turismo

La principale risorsa per la provincia è costituita dal turismo che, nella stagione estiva, fa decuplicare la
popolazione presente[52].
Quello balneare, grazie alla bellezza dei luoghi e al clima
favorevole durante tutto l'anno, risulta essere l'elemento trainante
del settore. Numerose località della fascia costiera, oltre a costituire
la seconda residenza, sono il luogo di adozione scelto da numerose
autorevoli personalità in campo politico, industriale e culturale e da
personaggi del mondo dello spettacolo, che hanno contribuito a
diffondere l'immagine della Maremma nel mondo. Capalbio, Monte
Argentario, Talamone, Castiglione della Pescaia e Punta Ala
costituiscono i principali punti di riferimento per il turismo balneare
di élite.
Suggestiva veduta notturna di
Il turismo culturale sta vivendo una fase di crescita, grazie alle Pitigliano
numerose aree archeologiche (Cosa, Parco archeologico Città del
Tufo, Roselle, Vetulonia, ecc.) e ai caratteristici centri storici
(Grosseto, Massa Marittima, Orbetello, Pitigliano, Sorano, Sovana, ecc.), dove si mischiano atmosfere
medievali e rinascimentali.

Il turismo rurale, in forte e costante espansione, può contare su un elevatissimo numero di agriturismi,
grazie alle numerose aree protette presenti che hanno mantenuto pressoché inalterati i paesaggi e gli habitat
naturali (su tutti il Parco naturale della Maremma).

Infine, rivestono la loro importanza anche il turismo montano estivo ed invernale, che interessa la zona del
Monte Amiata dove in inverno si può sciare, e quello termale, grazie alle rinomatissime Terme di Saturnia
presso l'omonima località del comune di Manciano e alle emergenti Terme di Petriolo nel comune di
Civitella Paganico; da alcuni anni sono state rilanciate anche le Terme di Sorano, presso l'antica Pieve di
Santa Maria dell'Aquila. Le Terme dell'Osa (nei pressi di Talamone) e le Terme di Roselle (presso
l'omonima località del comune di Grosseto) attendono, per vicende diverse, un rilancio e una migliore
valorizzazione nel futuro prossimo.

Cultura

Tradizioni e folclore

Periodo Evento Località


quarta
domenica di
Balestro del Massa
maggio e
Girifalco Marittima
seconda di
agosto Balestro del Girifalco
Festival
luglio- Internazionale
Santa Fiora
settembre "Santa Fiora in
Musica"

Capalbio Corto
luglio Capalbio
Film Festival
Carnevale
febbraio Follonica
Follonichese

ultima
domenica di Corsa dei Barchini Orbetello
luglio
Palio marinaro dell'Argentario
ultima
settimana di Festival delle
Orbetello
luglio e prima Crociere
di agosto
Rispescia
agosto Festambiente
(Grosseto)

primo fine
Festa del
settimana di Roccatederighi
Medioevo
agosto

Palio di
14 agosto Roccatederighi - Roccatederighi
Corsa dei ciuchi
Palio marinaro Porto Santo
15 agosto
dell'Argentario Stefano

terza
Bagnolo (Santa
domenica di Palio dei Somari
Fiora)
agosto

ultimo fine
settimana di Palla eh! Vetulonia
agosto
prima Palio delle
domenica di Contrade - Corsa Vetulonia
settembre dei ciuchi

Palio delle Castel del


8 settembre
Contrade Piano
Torciata di San
19 marzo Pitigliano
Giuseppe
agosto Petilia Festival Pitigliano

Primo week-
Festa del vino e
end di Pitigliano
delle cantine
settembre

Musei

La provincia di Grosseto, anche per il fatto di estendersi su un vasto territorio eterogeneo, possiede
numerosi musei.

I principali sono quelli legati all'archeologia e alla civiltà etrusco-romana, come nel caso del Museo
archeologico e d'arte della Maremma di Grosseto, il più importante di tutta la provincia, ma degni di nota e
particolarmente significativi sono anche il Museo archeologico di Massa Marittima, il Museo civico
archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia e il Museo archeologico nazionale di Cosa, ad Ansedonia, unico
tra tutti i musei del territorio di competenza statale. Non meno importanti sono invece i musei dedicati
all'arte medievale e rinascimentale, come il Museo d'arte sacra di Massa Marittima, il Museo d'arte sacra
della diocesi di Grosseto e il Museo di Palazzo Orsini di Pitigliano, mentre unico nel suo genere è il
MAGMA di Follonica, dedicato all'arte della ghisa e della siderurgia. Numerosi sono poi i piccoli musei
sparsi nella Maremma che documentano la storia, le usanze e le tradizioni locali. Per quanto riguarda l'arte
contemporanea, si contano nella provincia vari giardini e parchi artistici, tra cui sono da segnalare il
Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Capalbio, e il Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano.

Musei di Maremma

I numerosi musei della provincia fanno parte dal 2004 della rete museale provinciale Musei di Maremma,
che regola e promuove le più significative strutture sparse nei comuni del territorio. I musei della rete sono
quarantasei e sono suddivisi per aree geografiche.

Colline Metallifere

1. Antica falegnameria (Massa Marittima)


2. Antico frantoio (Massa Marittima)
3. Aquarium Mondo Marino (Valpiana)
4. Complesso museale di San Pietro all'Orto: Museo di arte sacra e Collezione d'arte
contemporanea (Massa Marittima)
5. Museo archeologico di Massa Marittima (Massa Marittima)
6. Museo degli organi Santa Cecilia (Massa Marittima)
7. Museo della miniera (Massa Marittima)
8. Museo di arte e storia delle miniere (Massa Marittima)
9. Parco archeologico del Lago dell'Accesa (La Pesta)
10. Torre del Candeliere e Cassero Senese (Massa Marittima)
11. Centro di documentazione Davide Manni (Gavorrano)
12. Parco minerario naturalistico di Gavorrano (Gavorrano)
13. Museo delle arti in ghisa nella Maremma (Follonica)
14. Pinacoteca civica di Follonica (Follonica)
15. Centro di documentazione del territorio per gli Etruschi (Scarlino)
16. Centro di documentazione del territorio Riccardo Francovich (Scarlino)
17. Museo archeologico di Portus Scabris (Puntone di Scarlino)

Monte Amiata

1. Centro visite del parco faunistico e delle riserve naturali del Monte Amiata (Arcidosso)
2. Centro studi David Lazzaretti (Arcidosso)
3. Giardino di Piero Bonacina (Montegiovi)
4. Museo della vite e del vino (Montenero d'Orcia)
5. Raccolta d'arte di Palazzo Nerucci (Castel del Piano)
6. Casa museo di Monticello Amiata (Monticello Amiata)
7. Museo delle miniere di mercurio del Monte Amiata (Santa Fiora)
8. Museo della focarazza (Santa Caterina)
9. Sentiero e gallerie minerarie del Cornacchino (Castell'Azzara)

Piana di Grosseto

1. Museo archeologico e d'arte della Maremma (Grosseto)


2. Museo d'arte sacra della diocesi di Grosseto (Grosseto)
3. Museo di storia naturale della Maremma (Grosseto)
4. Museo civico archeologico Isidoro Falchi (Vetulonia)
5. Museo multimediale della Casa Rossa Ximenes (Castiglione della Pescaia)

Colline dell'Albegna e del Fiora

1. Museo archeologico all'aperto Alberto Manzi (Pitigliano)


2. Museo civico archeologico di Pitigliano (Pitigliano)
3. Museo di Palazzo Orsini (Pitigliano)
4. Percorso ebraico: Museo ebraico, sinagoga e ghetto (Pitigliano)
5. Museo del Medioevo e del Rinascimento (Sorano)
6. Parco archeologico Città del Tufo (Sorano)
7. Polo museale di Sovana (Sovana)
8. Museo archeologico di Saturnia (Saturnia)
9. Museo di preistoria e protostoria della Valle del Fiora (Manciano)
10. Museo archeologico e della vite e del vino (Scansano)

Costa d'Argento

1. Acquario mediterraneo della Costa d'Argento (Porto Santo Stefano)


2. Mostre permanenti della Fortezza Spagnola: Memorie sommerse e Maestri d'ascia (Porto
Santo Stefano)
3. Acquario della Laguna di Orbetello (Talamone)
4. Museo archeologico di Orbetello (Orbetello)
5. Museo della cultura contadina (Albinia)

Altri musei
Mostra permanente sulla storia di Prata (Prata)
Museo dei giubbonai (Pitigliano)
Museo dei vecchi attrezzi (Roccatederighi)
Museo della civiltà rurale (Montemassi, loc. Pian del Bichi)
Museo della filarmonica Pietro Mascagni (Poggio Murella)
Museo della mineralogia e della geologia (Giglio Castello)
Museo della vite e del vino (Roccastrada)
Museo di storia locale Ildebrando Imberciadori (Montepescali)

Parchi artistici
Giardino dei Suoni (Boccheggiano)
Giardino dei Tarocchi (Capalbio)
Giardino di Daniel Spoerri (Seggiano)
Giardino di Piero Bonacina (Montegiovi)
Viaggio di ritorno (Buriano)

Teatri
Teatro degli Industri, Grosseto
Teatro Comunale, Santa Fiora
Teatro Moderno, Grosseto
Anfiteatro Romano, Roselle
Parco di Pietra, Roselle
Teatro degli Unanimi, Arcidosso
Sala Teatrale, Boccheggiano
Teatro Amiatino, Castel del Piano
Teatro Comunale, Castell'Azzara
Teatro Auditorium Comunale, Cinigiano
Teatrino Comunale, Civitella Marittima
Teatro delle Rocce, Gavorrano
Teatro Salvini, Pitigliano Il Teatro degli Industri a Grosseto
Teatro dei Concordi, Roccastrada
Teatro Castagnoli, Scansano
Teatro Fonderia Leopolda, Follonica

Enogastronomia

Negli ultimi anni, si è incrementato notevolmente anche il turismo


enogastronomico che può contare sulla carne bovina di razza
maremmana, sulla cacciagione, sull'olio (l'Olivastra seggianese ha
ottenuto nel 2005 il riconoscimento DOP) e, soprattutto sul vino.
Nel territorio della provincia di Grosseto ritroviamo la
denominazione Maremma Toscana IGT e, tra le DOC, il Morellino
di Scansano, il Montecucco, il Monteregio di Massa Marittima, il
Parrina, il Capalbio, il Sovana, il Bianco di Pitigliano e l'Ansonica I Buoi maremmani che forniscono la
Costa dell'Argentario. Tra i vitigni a bacca rossa il più diffuso risulta pregiatissima carne maremmana
essere il Sangiovese, ma negli ultimi anni, grazie ad ingenti investimenti, vengono prodotti molti super
tuscans grazie anche all'impiego di Merlot, Cabernet-sauvignon, Cabernet franc, Alicante e Petit Verdot
(quest'ultimo vitigno nell'area in prossimità della costa riesce a dare ogni anno ottimi risultati grazie
all'intenso soleggiamento, alla costante ventilazione e alle temperature elevate durante la fase vegetativa).
Tra i bianchi prevalgono su tutti il Trebbiano, il Vermentino e l'Ansonica nell'area dell'Argentario e all'isola
del Giglio (quest'ultimo per maturare necessita le condizioni climatiche tipiche di questa zona con intenso
soleggiamento, temperature elevate e precipitazioni scarse o assenti durante la fase vegetativa).

Nel campo alimentare, rivestono notevole importanza anche l'acquacoltura ad Orbetello e le industrie
casearie sparse in tutto il territorio, tra le quali spiccano i caseifici di Sorano (famosissimo il Pecorino
stravecchio), Manciano (ricotta) e dell'area amiatina, dove si affiancano all'altrettanto rinomata produzione
di castagne e marroni che hanno ottenuto il riconoscimento DOP.

Da segnalare, infine, la ricchezza di tartufi di ottima qualità nelle pinete costiere (marzoli) e nell'area attorno
a Castell'Azzara.

Di ottima qualità sono le già citate carni bovine di razza maremmana provenienti da capi allevati allo stato
brado e, in generale, il pesce di acquacoltura di Orbetello (orate, branzini, ecc.), dove è rinomata anche la
Bottarga di Muggine.

La cucina si caratterizza, pertanto, per piatti a base di carne e di pesce e per zuppe elaborate sfruttando i
prodotti dell'agricoltura locale.

Antipasti Primi piatti Secondi piatti Dolci e frutta


Castagna del Monte
Crostini dei Butteri Acquacotta Buglione
Amiata

Filetti di branzino
Crostini alla bottarga di muggine Caldaro dell'Argentario Panficato
all'Orbetellana

Pecorino stravecchio di Sorano Nidi di Rondine


Bistecche di cinghiale Sfratti di Pitigliano
con miele e pinoli Duecenteschi
Pappardelle al Schiacciata con
Cinghiale in dolceforte
cinghiale l'uva

Carne maremmana
Pici all'Ardenghesca
all'Aldobrandesca

Peposo di carne
Tagliolini alla Buttera
maremmana
Tortelli maremmani

Zuppa arcidossina

Infrastrutture e trasporti

Viabilità

Quella di Grosseto è una delle poche province italiane a non essere attraversate da arterie autostradali.

Per raggiungere l'Italia Settentrionale e il versante adriatico è necessario immettersi nella Strada statale 223
di Paganico che conduce fino a Siena, da dove è possibile proseguire sia verso Firenze e le altre città del
nord, sia verso Arezzo, Perugia e Fano: lungo la tratta tra Grosseto e Fano è in fase di realizzazione la
cosiddetta Superstrada dei Due Mari.
Lungo l'asse tra Genova e Roma, i collegamenti stradali sono
possibili grazie alla Via Aurelia che conduce fino al casello di
Civitavecchia dell'Autostrada A12 procedendo verso sud, mentre
andando verso nord si raggiunge la medesima autostrada al casello
di Rosignano Marittimo attraverso la cosiddetta Variante Aurelia (a
carreggiate separate e con due corsie per ogni senso di marcia): la
A12 è incompleta proprio nel lungo tratto tra Civitavecchia e
Rosignano Marittimo.

L'assenza di tratti autostradali ha diviso in due l'opinione pubblica La Strada Statale Maremmana
locale e nazionale. Da un lato ci sono coloro che sono favorevoli al presso Pitigliano
completamento autostradale del cosiddetto Corridoio tirrenico
(progetto avanzato già a partire dalla metà del secolo scorso) che,
secondo il loro punto di vista, permetterebbe un ulteriore sviluppo di tutto il territorio provinciale; dall'altro
lato, l'idea di un'autostrada che attraverserebbe da nord a sud la Maremma è vista come un possibile
scempio ambientale e paesaggistico (idea portata avanti anche da numerosi esponenti intellettuali, oltre che
da numerose comunità locali).

Tra le vie di comunicazioni secondarie sono da segnalare anche la Strada statale 74 Maremmana, che da
Albinia arriva fino ad Orvieto attraverso Pitigliano e il Lago di Bolsena, e la Strada statale 439 Sarzanese
Valdera, che da Massa Marittima giunge fino alla Versilia attraverso le Colline Metallifere, la Valdelsa e la
Piana di Lucca.

Ferrovie
Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Tirrenica e
Ferrovia Siena-Grosseto.

La provincia di Grosseto è attraversata da nord a sud dalla ferrovia


Tirrenica, tratto della linea che collega le città di Genova e Roma.
La stazione di Grosseto è posto di blocco della quasi totalità dei
treni in transito, mentre nelle stazioni di Follonica e di Orbetello-
Monte Argentario fermano tutti i convogli regionali ed
interregionali, buona parte dei treni diretti e alcuni intercity; in tutte
le altre stazioni ferroviarie fermano solo alcuni treni pendolari a La Stazione di Grosseto
carattere locale.

Dalla stazione di Montepescali, una diramazione secondaria a binario unico senza cavi elettrici dà origine
alla linea Grosseto-Siena che, a Monte Antico, prosegue nel suo tronco principale per Buonconvento,
mentre si ramifica nel tratto dismesso Monte Antico-Asciano, usato per gite in littorine d'epoca: entrambi i
percorsi si ricongiungono a pochi chilometri da Siena.

Da segnalare, infine, la Ferrovia Giuncarico-Ribolla (mineraria), la linea mineraria dismessa tra Follonica e
Massa Marittima, la Ferrovia Cana-Arcille-Rispescia e la Ferrovia Cana-Arcille-Grosseto, entrambe
dismesse.
Stazioni lungo la Ferrovia Grosseto-Monte Antico-
Stazioni lungo la Ferrovia Tirrenica
Siena

Stazione di Follonica (km 105): linea dismessa Stazione di Grosseto (km 0)


per Massa Marittima Stazione di Montepescali (km 12): linea tirrenica per
Stazione di Scarlino (km 113) Livorno-Pisa
Stazione di Gavorrano (km 121) Stazione di Sticciano (km 20)
Stazione di Giuncarico (km 129): linea mineraria Stazione di Roccastrada (km 29)
Giuncarico-Ribolla Stazione di Civitella Paganico (km 37)
Stazione di Montepescali (km 137): linea per Stazione di Monte Antico (km 46): linea dismessa
Siena Monte Antico-Asciano
Stazione di Grosseto (km 148)
Stazione di Alberese (km 163)
Stazione di Talamone (km 172)
Stazione di Albinia (km 180)
Stazione di Orbetello-Monte Argentario (km 186)
Stazione di Capalbio (km 199)
Stazione di Chiarone (km 205)

Porti

La provincia di Grosseto, bagnata dal Mar Tirreno, ha come porto


principale il Porto del Valle di Porto Santo Stefano, dove è possibile
imbarcarsi sui traghetti per l'isola del Giglio e l'isola di Giannutri;
quasi tutti gli altri approdi sono esclusivamente di tipo turistico.

Porti dell'Arcipelago
Porti lungo la costa toscana
Toscano

Porto del Puntone di Scarlino Porto di Giglio Porto


Il porto turistico di Marina di
Porto di Punta Ala Porto di Giglio Campese
Grosseto
Porto di Castiglione della Porto di Giannutri
Pescaia
Porto di Marina di Grosseto
Porto di Talamone
Porto di Santa Liberata
Porto del Valle
Porto Vecchio di Porto Santo
Stefano
Porto Vecchio di Porto Ercole
Porto di Cala Galera

Darsena vecchia del porto del valle


Aeroporti
di Porto Santo Stefano
L'unico scalo presente in provincia, dopo la trasformazione dello storico Idroscalo di Orbetello in parco
cittadino, è l'Aeroporto "Corrado Baccarini" di Grosseto, infrastruttura militare dove possono atterrare
anche voli civili, privati e charter. Sono inoltre presenti due aviosuperfici nel capoluogo e altre nelle località
di Cura Nuova, Marsiliana, Pian d'Alma e Scarlino.

Trasporto pubblico locale

I centri della provincia sono collegati al capoluogo grazie ad un servizio di autobus gestito da Tiemme.

Piste ciclabili

Di seguito, è riportato l'elenco delle principali piste ciclabili presenti nella provincia di Grosseto.[53]

Pista ciclabile Grosseto est: ciclopedonale urbana nella città di Grosseto.


Pista ciclabile Grosseto-Marina di Grosseto: ciclabile suburbana asfaltata.
Pista ciclabile Marina di Grosseto-Castiglione della Pescaia: ciclopedonale extraurbana
asfaltata.
Pista ciclabile Castiglione della Pescaia-Bivio di Rocchette: ciclopedonale suburbana
asfaltata.
Pista ciclabile Portiglioni-Cala Civette: ciclopedonale su ghiaia e fondo sterrato nelle
Bandite di Scarlino.
Pista ciclabile Marina di Grosseto-Principina a Mare: ciclopedonale suburbana asfaltata.
Pista ciclabile Alberese-Marina di Alberese-Bocca d'Ombrone: ciclabile e ciclopedonale
asfaltata nel Parco naturale della Maremma.
Pista ciclabile Grosseto-Ponte Tura: ciclopedonale su ghiaia lungo il fiume Ombrone.
Pista ciclabile della Laguna di Levante: ciclopedonale su fondo misto attorno alla Laguna di
Levante di Orbetello.

Comuni
Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Grosseto.

Appartengono alla provincia di Grosseto i seguenti 28 comuni:

Scorcio di Sorano
Superficie Densità
Comune Abitanti[1] (km²) (ab./km²)
Stemma

Arcidosso 4256 93,39 45,57

Campagnatico 2337 162,15 14,41

Capalbio 3884 108,60 36,76 Panorama di Seggiano

Castel del
4842 67,79 67,34
Piano

Castell'Azzara 1341 64,72 20,72

Castiglione
7105 208,96 34,00
della Pescaia

Cinigiano 2389 161,66 14,78

Civitella
3023 192,71 15,69
Paganico

Follonica 21091 55,84 377,70

Gavorrano 8218 164,04 50,10

Grosseto 81575 474,46 171,93

Isola del
1349 23,80 56,68
Giglio

Magliano in
3341 250,68 13,32
Toscana

Manciano 7254 372,04 19,50

Massa
8175 283,73 28,81
Marittima

Monte
11799 60,29 195,70
Argentario

Monterotondo
1282 102,51 12,51
Marittimo
Montieri 1175 108,34 10,85

Orbetello 14481 226,98 63,80

Pitigliano 3676 102,73 35,78

Roccalbegna 922 124,96 7,38

Roccastrada 8837 284,37 31,08

Santa Fiora 2483 62,91 39,47

Scansano 4314 273,579 15,77

Scarlino 3816 88,38 43,18

Seggiano 1006 49,53 20,31

Semproniano 988 81,44 12,13

Sorano 3 147 174,60 18,02

Comuni più popolosi

Stemma Comune Abitanti[1]

Grosseto 81575

Follonica 21091

Orbetello 14481

Monte Argentario 11799


Roccastrada 8837

Gavorrano 8218

Massa Marittima 8175

Amministrazione

Elenco dei presidenti


Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Provincia di Grosseto.

Assistenza sanitaria
L'assistenza sanitaria è garantita dall'Azienda USL 9 Grosseto, struttura pubblica facente capo al Servizio
sanitario della Toscana, che opera nell'ambito territoriale dell'intera provincia di Grosseto.[54]

Gli ospedali sono le strutture finalizzate all'organizzazione ed all'erogazione delle prestazioni specialistiche,
i ricoveri ordinari e i day hospital medico-chirurgici. L'assistenza ospedaliera è garantita da 5 presidii
ospedalieri presenti nel territorio, strutture dotate anche di Pronto soccorso.

L'assistenza territoriale, suddivisa in 4 distretti, include vari tipi di servizi (prevenzione, diagnosi, cura e
riabilitazione) erogati all'interno dell'intero territorio provinciale, senza la necessità di ricovero.

Data la vastità del territorio di competenza, nella maggior parte dei comuni è presente un servizio di
poliambulatori. Inoltre, durante la stagione estiva, vengono allestiti punti di primo soccorso nelle varie
località balneari e viene implementato il servizio di camera iperbarica presso l'Ospedale Misericordia di
Grosseto rispetto ai restanti periodi dell'anno, visto il decuplicarsi della popolazione residente e il gran
numero di sub che praticano la loro attività di immersione.

Un altro fondamentale servizio gestito dall'azienda sanitaria grossetana è l'elisoccorso, che permette di
raggiungere in pochi minuti sia le isole dell'Arcipelago che ogni altra località isolata o impervia del territorio
provinciale. L'Ospedale Misericordia di Grosseto è dotato di un'area attrezzata per il decollo e l'atterraggio
dell'eliambulanza "Pegaso", fornita dalla Regione Toscana.
Distretto
Comuni Ospedali
territoriale
Follonica, Gavorrano, Massa
Colline Ospedale Sant'Andrea di
Marittima, Monterotondo
metallifere Massa Marittima
Marittimo, Montieri, Scarlino

Capalbio, Isola del Giglio, Ospedale San Giovanni


Colline Magliano in Toscana, Manciano, di Dio di Orbetello -
dell'Albegna Monte Argentario, Orbetello, Ospedale Petruccioli di
Pitigliano, Sorano Pitigliano

Arcidosso, Castel del Piano,


Amiata Castell'Azzara, Cinigiano, Santa Ospedale Civile di
Grossetana Fiora, Seggiano, Semproniano, Castel del Piano
Roccalbegna
Campagnatico, Castiglione della
Area Pescaia, Civitella Paganico, Ospedale Misericordia di
Grossetana Grosseto, Roccastrada, Grosseto
Scansano

Note
mensili della radiazione globale
1. Bilancio demografico mensile anno 2022 giornaliera. Roma, CNR, Ist. Fis. Atm.
(dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
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carolingia all'unificazione d'Italia. Siena
11. ^ www.wunderground.com/, Dati
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toward a Rational Classification of Climate, wunderground.com. URL consultato il 3
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Da: Atlante Tematico d'Italia (tav. 10). TCI- della Toscana (Regione Toscana). Istituto
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fonction climatologique: l'indice d'aridité. della Toscana meridionale. Milano,
La Metéorologie, 2: pag. 449-459 Amilcare Pizzi Editore, 1993.Pag. 19-82
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Potential Evotranspiration and the Water quadro dell'evoluzione paleografica e
Balance, Thornthwaite Associates, tettonica della Toscana meridionale. Mem.
Laboratory of Climatology, 10: 185-311, Soc. Geol. It., 21 (1980), pag. 281-287
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su lamma-cres.rete.toscana.it. URL consultato It., 102 (1983), pag. 419-556
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Bibliografia
Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia sulla provincia di Grosseto.

Voci correlate
Colline Metallifere
Maremma Grossetana
Toponimi latini dei comuni della provincia di Grosseto
Porti della Repubblica di Siena

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Collegamenti esterni

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