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Isernia

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Isernia (, IPA: /iˈsεrnja/[5]; Sèrnia in dialetto isernino) è un


Isernia
comune italiano di 20 945 abitanti[2], capoluogo dell'omonima
provincia in Molise. comune

Tra i primi insediamenti paleolitici documentati d'Europa,


nell'antichità fu una fiorente città sannita, capitale della Lega
Italica e in seguito Municipium romano. Nel XIX secolo,
dopo l'unità d'Italia fu luogo di reazione borbonica anti-
unitaria. Per il bombardamento subito durante la seconda
guerra mondiale, Isernia è stata insignita della medaglia d'oro
al valor civile. L'istituzione della provincia risale al 1970.

Indice
Geografia fisica
Territorio
Clima
Origini del nome
Storia Quattro scorci: (da sinistra a destra)
Simboli veduta del centro storico dalla valle del
Onorificenze Carpino, veduta del campanile della
cattedrale, la Fontana Fraterna e la
Monumenti e luoghi d'interesse
facciata della cattedrale di Isernia
Architetture religiose
Cattedrale di San Pietro Localizzazione
Altre chiese Stato Italia
Architetture civili Regione Molise
Fontana Fraterna
Provincia Isernia
Palazzi di Isernia
Le mura di fortificazione Amministrazione
Altro Sindaco Piero Castrataro
Siti archeologici (Indipendente di centro-
Valico del Macerone sinistra) dal 18-10-2021

Società Territorio
Evoluzione demografica Coordinate 41°36′10″N 14°14′23″E
Etnie e minoranze straniere
Altitudine 423 m s.l.m.
Lingue e dialetti
Superficie 69,15 km²
Religione
Tradizioni e folclore Abitanti 20 945[2] (28-2-2021)
Il Tombolo di Isernia Densità 302,89 ab./km²
Le Confraternite di Isernia Frazioni Acquazolfa, Bazzoffie,
La processione del Venerdì Santo Breccelle, Capruccia,
Istituzioni, enti e associazioni Castagna,
Qualità della vita Castelromano,
Collecroci, Colle de'
Cultura
Istruzione Cioffi, Colle Martino,
Biblioteche Colle Pagano, Colle
Scuole Palumbo, Conocchia,
Coppolicchio, Fragnete,
Università
Sapienza Università di Roma Marini, Salietto, Valle
Facoltà di Medicina e Chirurgia Soda, Valgianese

Musei Comuni Carpinone, Forlì del


confinanti Sannio, Fornelli,
Media
Longano, Macchia
Stampa
d'Isernia, Miranda,
Radio
Pesche, Pettoranello del
Cucina
Molise, Roccasicura,
Vini
Sant'Agapito
Eventi
Festa dei Santi Cosma e Damiano Altre informazioni
Fiera delle Cipolle Cod. 86170
Festa di Sant'Antonio postale
Fiera nazionale del tartufo bianco molisano Prefisso 0865
Festa de L'Unità Fuso UTC+1
La canzone italiana d'autore orario
Codice 094023
Geografia antropica
ISTAT
Urbanistica
Centro storico Cod. E335
Piazza Celestino V catastale
Piazza X Settembre Targa IS
Quartiere San Lazzaro Cl. sismica zona 1 (sismicità alta)[3]
Frazioni e contrade Cl. zona D, 1 866 GG[4]
Castelromano climatica
Economia Nome isernini[1]
Settore Primario abitanti
Settore Secondario Patrono san Pietro Celestino
Settore Terziario Giorno 19 maggio
Infrastrutture e trasporti festivo
Strade Cartografia
Ferrovie
Mobilità urbana
Amministrazione
Gemellaggi
Sport
Impianti sportivi
Società sportive
Note
Bibliografia Isernia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Geografia fisica

Territorio

Territorio di Isernia

Il nucleo abitativo principale di Isernia è situato sull'ampio


crinale di una collina oblunga[6] dell'Appennino meridionale,
la quale separa due corsi d'acqua paralleli di modesta portata,
il Carpino e il Sordo[7][8]. Tali bacini fluviali confluiscono a Posizione del comune di Isernia
sud-ovest nel fiume Cavaliere, affluente del fiume Vandra, a
nell'omonima provincia
sua volta affluente del Volturno. La città sorge lungo il
tratturo Pescasseroli-Candela (un'antica via della Sito istituzionale (http://www.comun
transumanza), all'incrocio della strada statale 85 e la strada e.isernia.it)
statale 17 Appulo-Sannitica[6], ed è circondata dai monti del
Matese a sud e dalle Mainarde a nord-ovest. Il suo territorio
ha un'altimetria che varia da 285 m s.l.m. fino a 905 m s.l.m., per una media di 457 m s.l.m.[9]. La zona è
ritenuta ad alto rischio sismico in quanto l'attività tellurica nel territorio è stimata come molto intensa[10].
L'area settentrionale del centro abitato si trova ad un'altitudine maggiore rispetto alla parte meridionale
(storicamente più antica), ed è situata su un terreno quasi pianeggiante[6] ma molto umido e ricco di sorgenti
acquitrinose, tra cui quella del fiume Sordo.

Secondo la Carta Geologica d'Italia redatta dal Servizio Geologico d'Italia[11], il territorio del comune di
Isernia è situato a metà tra le formazioni "calcareo-dolomitiche mesozoiche" a sud, relative all'appennino
campano e dei monti del Matese, e i "sedimenti di tipo pelagico" del mesozoico-terziario a nord,
appartenenti all'appennino sannita e all'appennino abruzzese[11]. L'accavallamento molto esteso di queste
due zone costituisce un'anomalia rispetto al resto della morfologia appenninica. Il sottosuolo del centro
abitato è formato da rocce di travertino, mentre nella parte settentrionale del comune sono presenti rocce
arenarie e calcaree[11].
Clima

In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio,
si attesta a +5,9 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +23,5 °C[12].

Mesi Stagio
ISERNIA
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri E
T. max.
media 9,6 10,5 13,1 16,7 21,4 26,0 29,1 29,8 25,4 18,7 13,5 11,4 10,5 17,1 2
(°C)
T. min.
media 2,2 2,6 4,8 7,6 11,0 14,5 17,0 17,1 14,8 9,9 6,3 4,5 3,1 7,8 1
(°C)

La temperatura più bassa registrata ad Isernia, nel gennaio 2011, è stata di -8,5 °C.

Origini del nome


L'origine del toponimo Isernia non ha una provenienza certa. Una
delle ipotesi principali è che il nome provenga dalla radice
indoeuropea «ausa», che vuol dire «acqua». Questa radice, infatti,
ha dato origine a molti nomi di luoghi e città in tutta Europa, e a
sostegno di tale teoria ci sarebbe la peculiare posizione dell'antico
centro abitato di Isernia, circondato da tre fiumi. Ulteriori ipotesi
prevedono che il nome provenga dalla radice sannitica Aiser, che
significa "Dio". Questo darebbe un'aura sacrale al nome della
città[13], accresciuta anche dal fatto che la radice Aiser, in Lingua
etrusca, significa "Dèi"[14]. Entrambe le etimologie suggeriscono Iscrizione latina nel centro storico.
quindi che la città sarebbe stata "consacrata agli dèi". Infine, nel
nome latino di Isernia, cioè Aesernia, o meglio nel nome osco
Aisernio, è molto marcata l'assonanza con il toponimo Esere. Questo nome è un'epiclesi di Ercole e
compare in un frammento di ceramica di origine osca, trovato a Campochiaro. Di conseguenza, tale origine
potrebbe indicare che Isernia è una città sacra dedicata ad Ercole[15].

Storia
L'area dove sorge Isernia è stata abitata dall'uomo sin dall'era paleolitica[16]: i primi insediamenti, infatti,
risalgono ad almeno 700.000 anni fa. Anche le origini dell'agglomerato urbano sono molto antiche, ma allo
stato attuale non è possibile stabilirne una datazione certa.

La città fu sotto il dominio sannita[17] fin dal V secolo a.C. Grazie alla sua posizione strategica, il suo
controllo fu uno dei punti cruciali durante le guerre sannitiche[18]. Nel 264 a.C. divenne colonia latina e nel
209 a.C. rimase fedele a Roma nella seconda guerra punica[19]. Nel periodo che va dal 263 a.C. al 240
a.C.[20], cioè dopo la deduzione a colonia, furono coniate le monete di Aesernia. Alcuni autori ritengono
che parte della monetazione della guerra sociale possa essere stata coniata nello stesso centro[21]. Durante la
Guerra sociale, nel 90 a.C. Isernia fu occupata dagli italici dopo un lungo assedio e divenne la loro capitale.
Cadde alla fine della guerra[22] per mano di Silla, che la rase al suolo.[17]
Negli anni successivi, vari imperatori, da Cesare a Nerone, promossero un piano di ripopolamento inviando
colonie nei territori ove sorgeva la città. Ai tempi di Traiano, Isernia venne elevata al rango di Municipio; in
quel periodo, venne anche costruito il Capitolium[23].

Dopo la caduta dell'Impero romano, Isernia venne distrutta nel 456 dai Vandali, capitanati da Genserico,
per ben tre volte dai Saraceni, negli anni 860, 882 e 883.

Nel VII secolo, i Longobardi del ducato di Benevento ne


promossero la rinascita[24] con la costruzione di opere pubbliche.
Successivamente, durante il dominio normanno, nel quale faceva
parte della contea di Molise, subì una fase di decrescita: la sua
diocesi fu unificata con quelle di Venafro e Bojano. Inoltre, nel
1199, fu saccheggiata da Marcovaldo di Annweiler. Nel XIII
secolo, la città rinacque ancora, grazie a Federico II.
Fontana Fraterna in una foto d'epoca Tra il XIV e il XVI secolo Isernia alternò periodi di relativa
autonomia come città del demanio regio a fasi di infeudamento.
Nel 1476 la città venne donata da re Ferdinando I di Napoli alla
consorte Giovanna di Trastámara. Nel 1519 Isernia fu infeudata a
Guglielmo di Croÿ, ciambellano dell'imperatore Carlo V. Tramite
decreto datato 1521 Isernia venne nuovamente riammessa nel
demanio regio. Isernia rimase per tutto il XVI secolo l'unica città
demaniale del Contado di Molise. Nel 1638 essa venne tuttavia
posta in vendita, venendo acquistata dal duca di Montenero, Carlo
Greco nel 1643 dopo una serie di infruttuosi tentativi da parte
dell'universitas di Isernia di preservare la propria autonomia. Il
duca di Montenero nel 1644 rivendé Isernia a Diego d'Avalos, al
Rivolte cittadine nel 1957 quale venne conferito il titolo di Principe sul feudo. I d'Avalos
tennero Isernia per circa un secolo, salvo una breve parentesi
iniziata nel 1698, quando Cesare Michelangelo d'Avalos la cedette
a Fulvio Costanzo, principe di Colle d'Anchise, nella cui titolarità rimase sino al 1712. A causa di una serie
di contrasti con le autorità cittadine il Costanzo preferì infatti cedere Isernia nuovamente a Cesare
Michelangelo d'Avalos per 57.400 ducati. Alla morte di Cesare Michelangelo, avvenuta nel 1729, il suo
erede designato, Giovan Battista d'Avalos accettò l'eredità gravata da enormi debiti dello zio con beneficio
d'inventario. Nel 1733 si ebbe la confisca dei beni al Regio Fisco e dunque il relativo apprezzo. Ciò
consentì alla città di riscattarsi e rientrare nel demanio regio, giungendo nel 1742 ad un accordo con i
creditori del d'Avalos ed impegnandosi a pagare la somma di 43.000 ducati.[25]

Il 23 ottobre 1860 Isernia ospitò per una notte Vittorio Emanuele II di Savoia in viaggio per recarsi a Teano
ad incontrare Giuseppe Garibaldi. Il Sovrano prese alloggio nel Palazzo Cimorelli, sito nella via che poi
prese il Suo nome, ospite di Vincenzo Cimorelli (n. 5 aprile 1796 - m. 9 agosto 1889)[26]. L'indomani, alla
partenza per Venafro, donava all'ospite la sua tabacchiera d'oro in un cofanetto sul coperchio del quale
erano incise le iniziali reali[27].

Alla fine del XVIII secolo, era la città più popolosa del Contado di Molise. Oppose resistenza ai francesi
nel tentativo di conquista del Regno di Napoli, così come oppose resistenza anche nel 1860, in virtù della
reazione borbonica contro i Piemontesi[28]. I piemontesi ordinarono anche a Isernia fucilazioni sommarie in
cui secondo Pino Aprile morirono 1245[29], mentre secondo uno scritto del tempo (1861) lo scontro "costò
1245 vittime tra guardie nazionali, liberali, reazionari e soldati delle due armate belligeranti"[30].

Nel giorno 10 settembre 1943, durante la seconda guerra mondiale, Isernia subì un pesantissimo
bombardamento da parte degli alleati, che rase al suolo quasi un terzo dell'abitato e provocò la morte di un
numero altissimo di persone. Uno studio del 2007, a cura dell'Archivio di Stato di Isernia, evidenzia come i
morti in totale durante tutti i giorni di bombardamenti, furono in
realtà 489. A causa dei danni causati da questi e da altri
bombardamenti, verso la metà del XX secolo si pose in atto un
piano di rinascita[31] della città, che prevedeva anche lo sviluppo
nella zona più a nord.

Inoltre, nel 1957, dopo la divisione dell'Abruzzi e Molise,


cominciò a prendere piede l'ipotesi dell'istituzione della provincia
di Isernia. In realtà, questo non era il primo tentativo in tal senso:
l'istituzione della provincia era stata promossa già nel 1810 da
Gioacchino Murat, ma senza successo. Il Parlamento, però, rinviò
qualsiasi decisione al riguardo. Il nuovo fallimento del processo di
istituzione della provincia scatenò una protesta nella città,
Poesia di Carlo Betocchi su Isernia
caratterizzata da cortei di operai e studenti; la protesta, poi, sfociò
in una serie di rivolte cittadine, culminate con blocchi stradali e
violenti scontri con le forze dell'ordine, con feriti e arresti. Il 1957 e
1958 furono gli anni ricordati a Isernia come 'della violenza sociale'.

Il 16 febbraio 1970 il Parlamento sancì l'istituzione della nuova provincia che divenne operativa il 3 marzo
1970[32].

Simboli

Lo stemma di Isernia[33] è formato da uno scudo oblungo di tipo sannitico, su cui


campeggiano le iniziali della città composte da un caduceo, intorno al quale è
attorcigliato un serpente; lo scudo è avvolto da foglie di acanto ed è sormontato
da un elmo, rabescato a cancelli con cimiero. Le lettere, le foglie e i bordi dello
scudo sono giallo-oro, lo scudo è azzurro e l'elmo è grigio scuro. Il caduceo,
emblema del potere ed anche della prosperità, indica che Isernia è stata sempre
città regia e mai assoggettata in feudo, se non per pochi anni; il serpente, invece,
è simbolo di prudenza, di riflessione, di pace e di sollecitudine, qualità necessarie
per riuscire nelle imprese. Il caduceo e il serpente accoppiati simboleggiano
anche la prosperità e la buona salute; erano infatti attributi tradizionali di
Esculapio, dio della medicina.

Storia dello Stemma

Non si hanno notizie certe dell'epoca in cui è stato adottato lo stemma[34], né si


Gonfalone civico
conosce il nome del suo ideatore. Il primo documento storico pervenuto, su cui è
riprodotto lo stemma della città di Isernia, è il privilegio concesso alla città da
Carlo V nel 1521, il cui originale cartaceo è conservato nella biblioteca
comunale. Nel corso dei secoli è stato più volte ritoccato, abbellito, ma lo scudo e la disposizione delle
lettere sono rimasti sempre uguali; quello attuale risale al 1956.

Onorificenze

«A Isernia, che vanta il titolo di prima capitale d'Italia, custode di bellezze naturali
ancora intatte e di testimonianze significative di una lunga storia di civiltà; a Isernia,
medaglia d'oro al valor civile per le stragi e distruzioni belliche sopportate con eroico
contegno; a Isernia, che fedele al suo motto araldico risorge oggi, come capoluogo di
una provincia ricca di antiche virtù e forte di una gioventù laboriosa e onesta.»
(Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla consegna della Medaglia d'oro al valor civile)

La Città di Isernia è tra le città decorate al valor militare per la guerra di


liberazione, insignita della Medaglia d'oro al valor civile[35] e della Croce di
guerra al valor militare[36] per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività
nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale:

Medaglia d'oro al valor civile


«Sopportava con stoico coraggio numerosi e spaventosi
bombardamenti aerei che distruggevano la maggior parte Targa alla medaglia d'oro
del centro abitato e uccidevano un terzo dei suoi abitanti, al valor civile, esposta
mai deflettendo dal suo eroico e dignitoso contegno verso sulla facciata di Palazzo
lo straniero e dalla sua fede nella risurrezione della Patria. San Francesco.
Isernia, 10 settembre 1943»
— 13 gennaio 1960

Croce di guerra al valor militare

Titolo di Città

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Cattedrale di San Pietro

È la chiesa più importante della


città, cattedrale della diocesi di
Isernia-Venafro è dedicata a San
Pietro Apostolo e si trova in
piazza Andrea d'Isernia. L'edificio
sorge su un antico tempio pagano
italico del III secolo a.C. di cui è
rimasto integro l'intero podio da
cui è possibile ricostruirne la
La cattedrale di San Pietro Apostolo. forma. Il tempio era un
capitolium, cioè un tempio
dedicato alla triade capitolina che
aveva l'ingresso dalla parte opposta rispetto alla collocazione attuale. In La torre campanaria della
epoca medioevale venne costruita una cattedrale di stile greco-bizantino Cattedrale, attraversata da
che rispettava la disposizione del precedente tempio pagano. Nel 1349 corso Marcelli per mezzo
questo edificio fu distrutto completamente da un terremoto e venne dell'Arco di San Pietro.
costruito un nuovo edificio nella disposizione moderna. Agli inizi dell'800
un nuovo terremoto lesionò gravemente la chiesa che venne ricostruita
nella stessa sede ma di dimensioni maggiori e di aspetto molto simile a quello attuale.
L'aspetto è dovuto ai restauri neoclassici ordinati dal vescovo Gennaro Saladino nella seconda metà del
XIX secolo che presenta il grande timpano triangolare in travertino, è sorretta da due coppie di pilastri agli
angoli e da quattro alte colonne ioniche sulla fronte. Lo spazio interno appare suddiviso in tre navate con
pilastri decorati da lesene corinzie in marmi policromi. Nella cappella del Santissimo Sacramento vi è
l'antica tavola bizantina denominata "Virgo Lucis" (la Madonna della Luce) di Marco Basilio risalente al
XV secolo.

Il campanile della chiesa, situato tra il fianco sinistro del tempio e l'Università, fu realizzato nel 1349 ed è
attraversato dal cosiddetto Arco di San Pietro. I due ingressi dell'arco sono sorvegliati da quattro statue
togate romane, inizialmente acefale, conosciute nella cultura locale come mamozi.

Altre chiese
L'Eremo dei santi Cosma e Damiano, come la cattedrale, è
stato edificato su un antico tempio pagano. Notizie certe della
sua costruzione si hanno a partire dall'anno 1130.
La chiesa di San Francesco, fatta costruire nel 1222 da San
Francesco. Tradizionalmente nota anche come Chiesa di
Sant'Antonio, per metonimia da un'ampia cappella in essa
situata, che custodisce una veneratissima statua del santo
portoghese.
La Chiesa di Santa Chiara, costruita nel 1275.
Il Monastero di Santa Maria delle Monache, costruito intorno
all'anno 1000, ha ospitato le monache dell'ordine benedettino.
Nelle sue stanze sono presenti il Museo Nazionale, la
Biblioteca Comunale di Isernia e parte del Museo paleolitico di La chiesa di Santa Chiara
Isernia.
La Chiesa di San Giuseppe lavoratore, costruita nel 1993 nel
rione San Lazzaro, il più popoloso della città.
La Chiesa di San Pietro Celestino, fondata nel 1623 insieme al
monastero adiacente, successivamente distrutto.
La Chiesa dell'Immacolata Concezione, sede della
Confraternita di San Pietro.
La Chiesa di Santa Maria Assunta, costruzione moderna nella
parte nuova della città.
La Parrocchia Sacro Cuore, costruita nel 1948, che comprende
il monastero dei frati cappuccini.

Architetture civili
Eremo dei Santi Cosma e
Damiano
Fontana Fraterna

Annoverata fra le fontane monumentali d'Italia per la sua mirabile struttura architettonica, la fontana
Fraterna[37][38][39] è una delle opere più significative e più importanti nonché simbolo della città.

La fontana, composta da blocchi di pietra locale provenienti da un numero imprecisato di edifici nella città e
da costruzioni di epoca romana, è formata principalmente da una serie di archi a tutto sesto. Presenta
diverse epigrafi incise su di essa, tra cui una dedicata agli Dei Mani. Al centro della fontana c'è una lastra di
marmo più grande delle altre, decorata con due delfini ed un fiore,
proveniente da un edificio sepolcrale. Si può affermare quindi che
la fontana non risale ad un periodo storico preciso, ma che è
testimone dei numerosi periodi storici che hanno attraversato la
città.

La fonte si trova in piazza Celestino V a seguito dei


bombardamenti del 1943; in precedenza si trovava in piazza della
Fraterna, da cui prese il nome.
La Fontana Fraterna nella sua L'Acquedotto romano di Isernia è un acquedotto di origine
collocazione attuale. romana scavato nelle rocce travertiniche nel sottosuolo
della città ed è funzionante.

Il ponte Cardarelli, già ponte della Precie, sul fiume


Sordo

«Alla via Nazionale, che con pendenze troppo


sentite attraversava la città d'Isernia, venne
sostituito un nuovo tratto di strada di cui fa parte il
viadotto detto 'La Precie', per l'attraversamento,
presso Isernia, del profondo vallone dal quale
prende il nome. Il manufatto è a due soli ordini,
quantunque misuri 57 metri d'altezza, il che lo Ponte Cardarelli, già Ponte della
rende specialmente ardito e singolare. È lungo ben Precie.
130 metri, di cui 92 tra le spalle. Riesce svelto allo
sguardo e pertanto, per la sua grande mole, desta
un senso d'imponenza ed ammirazione,
specialmente a chi lo ammira dal fondo della valle.
La sua costruzione ebbe principio nell'aprile 1887
e terminò nell'aprile 1892, con la spesa di lire
300.000. Vi si impiegarono 11.000 metri cubi di
muratura, compresi mille metri di pietra da taglio.
Allo scopo di diminuirne il peso, tra la sommità
delle arcate superiori e il piano stradale vi è una
galleria longitudinale di 120 metri, della capacità di
metri cubi 1090. Detta galleria è illuminata da
finestre ricavate sotto gli archetti ed è
comodamente praticabile. L'ingegnere del Genio
Civile Gustavo Baliviera diede al preesistente
progetto l'attuale sua forma ed ebbe la direzione
del lavoro»

(Notizie da una pubblicazione di fine Ottocento[40])

Acque Sulfuree: è presente, in contrada Acqua Sulfurea, uno stabilimento termale risalente
ai tempi dei Romani e caduto in disuso da molto tempo. Nello stabilimento è presente una
fontana di acqua sulfurea attiva. A seguito di una ancora parziale ristrutturazione del sito ad
opera dell'amministrazione comunale - c'è stato un tentativo di rivalorizzazione
architettonica del luogo.
Viadotto Santo Spirito: viadotto ad arco della Ferrovia Termoli-Vairano sul fiume Carpino.
Distrutto nei bombardamenti alleati del 1943, venne ricostruito nella forma attuale. È sorretto
da due serie di arcate separate da un arco di notevoli dimensioni che scavalca il Carpino.
Palazzi di Isernia
Palazzo D'Avalos-Laurelli, edificato nel 1694 ad opera
del principe Diego I d'Avalos.
Palazzo San Francesco, costruito nel 1222 da San
Francesco.
Palazzo De Lellis-Petrecca, risalente a circa la metà del
settecento, è un'opera vanvitelliana fatta costruire da
Ferdinando II di Borbone.
Palazzo Jadopi, risalente al XVIII secolo, fu testimone
dell'impiccagione di alcuni garibaldini.
Palazzo D'Avalos-Laurelli
Palazzo Pecori Veneziale, uno dei più belli della città, fu
costruito nel XVIII secolo dal marchese Pecori.
Palazzo Orlando, situato nella zona nuova della città, è una delle sedi dell'università degli
studi del Molise.
Palazzo Pansini-Clemente, edificato tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento sulla
chiesa dell'Annunziata, andata distrutta.
Palazzo dell'Università è un'altra sede dell'Università degli studi del Molise; costruito sulla
vecchia chiesa di San Paolo, è collegato alla cattedrale attraverso l'Arco di San Pietro.
Palazzo Viti sorge su l'attuale Corso Garibaldi, all'altezza della Villa Comunale. Costruito
agli inizi del 900 (1901), si caratterizza per 4 rosoni sulla facciata che simboleggiano le virtù
della famiglia (arte - lavoro - onestà - commercio)

Le mura di fortificazione

Isernia non è stata mai dotata di un castello, piuttosto di una cinta muraria
ancora in parte individuabile nel centro antico. La sopraelevazione naturale
dell'abitato sulla collina, rendeva già dal XII secolo Isernia una città ben
protetta. Per quanto riguarda la precedente era romana, gli elementi arrivati
riguardanti la muratura, a grossi blocchi trachinici parallelepipedi, ne sono
visibili delle tracce sulla parte orientale. Il foro romano era l'attuale Piazza
Andrea d'Isernia o piazza del Mercato, dove il duomo di San Pietro fu
eretto sopra il tempio di Giove. Il decumanus maximus coincideva con
l'andamento del corso Marcelli; nella ripetizione regolare dei vicoli a
questo ortogonali, unica eccezione il vico Storto del Castello, si riconosce
una teoria di cardines.

Nelle'poca medievale longobardo-normanna, la cattedrale di Isernia, Isernia, torre della


l'episcopio e il territorio attorno al foro vennero a costituire un polo di Cattedrale di San Pietro
carattere religioso nella parte topograficamente più elevata della
semidistrutta città romana; un altro polo di carattere civile si formò secondo
Franco Valente, più tardi in età longobarda (X secolo), cioè fuori le mura a nord, quando venne istituita la
Contea d'Isernia, sarebbe stata eretta una fortezza nell'area sud, tra via Occidentale e Largo Purgatorio,
scomparsa, di cui però rimangono i toponimi di via Castello, vico Porta Castello.

Nell'847 un terremoto distrusse Isernia, altri danni furono arrecati dai Normanni, sicché la contea passò
nella Contea di Boiano, o di Molise. Nel 1223 l'imperatore Federico II, lottando contro il conte Tommaso di
Celano dei Marsi, ordinò l'abbattimento delle mura isernine. Così queste lentamente nei secoli seguenti
vennero a fondersi con le case civili, complici altre distruzioni arrecate dai terremoti del 1456 e del 1805.
Nel 1703 l'abate Giovan Battista Pacichelli realizzò una pianta della città di
Isernia come si presentava all'epoca, nella legenda della carta geografica,
con lettere dell'alfabeto, sono riportati i monumenti principali:

A: Convento dei Cappuccini


B: Santuario dei Santi Cosma e Damiano
C: Monastero dei Celestini (San Pietro Celestino)
D: Monastero di Santa Maria delle Monache
G: Palazzo del Principe
I: Palazzo vescovile e campanile del duomo
L: Piazza del Mercato
M: Chiesa e convento di Santa Chiara
Torre della cortina urbana
M: Sobborgo San Rocco
ovest

Le lettere E - F - H - N riportano degli edifici scomparsi: la chiesa di


Sant'Onofrio, di San Vincenzo, dell'Annunziata, e di Santa Lucia. La cinta
muraria orientale, benché in rovina, serviva come camminamento di ronda. Tre sono i fornici di accesso, il
primo dalla chiesa di Santa Maria delle Monache, il secondo all'altezza della cattedrale, dalla porta del
campanile di San Pietro, e il terzo al di sotto della chiesa di Santa Chiara, mediante Porta Fonticella.

Nei pressi di Piazza Purgatorio, dove sorgeva la chiesa, distrutta nel bombardamento del 1943, pare che
manchi un tratto della cortina muraria, forse crollato già col terremoto del 1805, si nota una rientranza, un
declivio con un terreno senza costruzioni. Sul lato meridionale la muratura mostra un avancorpo, una torre
circolare e Porta da Piedi, con un ponte che scavalcava un fossato; quest'ultimo sembra generato dal fiume
Carpino. Probabilmente venne realizzato un canale artificiale a protezione dell'accesso alle mura, all'inizio
del corso Marcelli. Il lato nord delle mura appare caratterizzato da una serie di massicci contrafforti che
fanno supporre l'ampio riutilizzo dei resti delle mura sannitiche; manca l'ingresso da nord, detto Porta
Maggiore, che accoglieva i mercanti e i pellegrini dalla strada degli Abruzzi e di Bojano, Campobasso, e vi
si trovava la chiesa dell'Immacolata Concezione.

Il disegno di Pacichelli non fornisce informazioni sul


versante occidentali, opposto al punto di vista della città, una
pianta del XIX realizzata dal geografo Tommaso Zampi,
custodita nella Biblioteca nazionale "Vittorio Emanuele III"
di Napoli, mostra com'era la pianta muraria di questa
porzione, dall'andamento a cortina. Successivamente però in
più punti il tratto di via Occidentale è stato rimaneggiato
dalla presenza di abitazioni.

Il fronte occidentale presentava tre torri circolari,


individuabili facilmente tra le case, e 4 porte di accesso:
Porta Castello, Porta di Giobbe, vicino a vicolo Castello, e
Largo Purgatorio con la fontana Fraterna
Porta Mercatello, che esiste ancora, e introduce a Piazza (Isernia) nel 1898. Si chiama Piazza
Andrea d'Isernia; poi ancora Porta San Bartolomeo, che si Celestino V, ricavata dallo slargo delle
trovava vicino alla chiesa omonima successivamente abitazioni distrutte nel bombardamento
distrutta, la porta è ancora esistente, si trova in Largo alleato del 1943
Ciarlante.

Altro
L'Incontro (Piazza della Repubblica)[41]. Nel 1998, in Piazza
della Repubblica, fu posta una scultura in pietra lavorata
del maestro Pietro Cascella, denominata "L'incontro".
L'opera rappresenta l'anima di Isernia, fondata su un
incontro di più strade, e quindi di culture diverse.
Monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale,
collocato nel Parco della Rimembranza, e realizzato dal
mastro scalpellino Camillo Centuori. Il monumento è
dedicato alle vittime della Prima guerra mondiale; è formato
da sei colonne con capitelli corinzi, che sorreggono una
Il monumento L'Incontro, opera di
struttura circolare sulla quale sono scolpiti i nomi delle
Pietro Cascella.
vittime della Grande Guerra e i sei fiumi protagonisti della
vittoria italiana.
Le leonesse di marmo: nel XVI secolo in piazza Andrea
D'Isernia era presente una grande fontana, di cui rimangono soltanto quattro leonesse
ornamentali in marmo. Due di queste statue sono state posizionate ai lati dell'ingresso sud
dell'attuale villa comunale. Le rimanenti due giacciono nel deposito comunale del museo
(ritrovate casualmente da un operaio dello stesso comune), e da almeno un decennio
attendono di essere ricollocate.
Statua alle vittime del X Settembre, situata in
Piazza X Settembre, la statua delle vittime del X
Settembre rappresenta una figura maschile
bronzea tra le macerie, che si ripara dai
bombardamenti aerei.
Terminal Francesco Martino: Il terminal per gli
autobus urbani ed extraurbani, costruito nei primi
anni 2000 vicino alla stazione ferroviaria, è stato
intitolato a Francesco Martino, il ragazzo di
Isernia morto in un incidente ferroviario sulla
Monumento ai Caduti Statua alle vittime del
tratta Roma-Campobasso nei pressi di
della Prima guerra bombardamento del
Roccasecca il 20 dicembre 2005[42].
mondiale. 10 settembre 1943.
Mura Ciclopiche: il centro storico di Isernia (cioè
la parte della vecchia colonia latina) era
circondato da mura ciclopiche (visibili solo in
alcuni punti) risalenti al terzo secolo a.C. circa. Le mura circondavano l'area della cittadella
fortificata sul tracciato delle quali nel Medioevo furono innalzate delle torrette di guardia
circolari ancora perfettamente visibili. L'area delle mura ciclopiche va dalla zona della
Chiesa di San Pietro Celestino ed arriva all'altezza dell'attuale piazza Celestino V dove è
situata la Fontana Fraterna davanti alla quale sono state scoperti resti delle suddette mura.
Altri resti sono stati scoperti durante il restauro di un locale adibito a ristorante adiacente
piazza Celestino V.

Siti archeologici
"Isernia-La Pineta" è un sito archeologico del Paleolitico risalente a circa 700.000 anni fa[16]
candidato nel 2006 alla lista dei patrimoni dell'umanità[43]. Fu rinvenuto casualmente dal
ricercatore Alberto Solinas nel maggio 1979[44], in occasione dei lavori per una bretella che
collega SS 85 e SS 17. La scoperta è avvenuta in località La Pineta, a poche centinaia di
metri ad est del centro abitato attuale.
La Necropoli della Quadrella. Lungo le strade che conducono fuori dall'antico centro abitato
si sono susseguiti diversi ritrovamenti di oggetti funerari, relativi ad alcune necropoli di età
romana. Il ritrovamento più importante è stato quello avvenuto nel 1980 in località Quadrella,
di una necropoli risalente ai primi secoli dopo Cristo. La zona interessata si trova a sud del
centro abitato, dove il Sordo e il Carpino si uniscono a formare il fiume Cavaliere. Le tombe
rinvenute erano di tipo "a fosso", ricche di corredo funerario poco eterogeneo, ad indicare
una presunta uniformità sociale tra i defunti. Alcuni dei corredi funerari sono esposti nel
museo nazionale di Santa Maria Delle Monache.

Valico del Macerone

Il valico del Macerone (684 m s.l.m.), situato nella zona settentrionale del comune, è stato fin dall'età
romana il valico appenninico che collegava Isernia con Forlì del Sannio e Castel di Sangro tramite
l'omonimo percorso stradale. Una sezione del tragitto è stata sostituita da una superstrada pressoché
parallela, che ha notevolmente ridotto i tempi di percorrenza della tratta Isernia-Rionero Sannitico. Il valico
fu interessato da una terribile frana nel 2013 che devastò l'intera sede stradale rivelando strati su strati di
asfalto aggiunti negli anni per contrastare quella che era una "frana perenne". Tale avvenimento portò
notevoli disagi agli abitanti delle frazioni: Vandra e Masserie Lotto del comune di Forlì del Sannio. Il settore
della SS17 è stato poi riaperto dall'ANAS nel 2019.

La particolare ripidezza e tortuosità del "Macerone" fanno sì che il valico sia estremamente popolare tra gli
appassionati di ciclismo e gli escursionisti in moto.

Pagine memorabili del ciclismo professionistico sono state scritte su questo percorso: in una tappa del Giro
d'Italia del 1921, il "campionissimo" Costante Girardengo, alle prese con i chilometri del "Macerone" -
alcuni dei quali con pendenze fino al 14% -, scese dalla bicicletta e tracciò una croce sulla polvere della
strada, sussurrando con voce stremata "Girardengo si ferma qui!", per poi abbandonare la corsa.[45]

Società

Evoluzione demografica

Sul territorio comunale di Isernia sorgono numerose frazioni e contrade che comportano una distribuzione
demografica irregolare all'interno del comune. Il centro abitato principale ha una popolazione che si attesta
intorno alle 16.000 unità.

Un notevole incremento demografico si è avuto subito dopo l'istituzione della provincia di Isernia nel
1970[32]. Tale variazione positiva è proseguita in maniera ridotta nei decenni successivi. Per far fronte
all'incremento della popolazione residente sono sorti due nuovi quartieri con ampi spazi verdi ed ampie
carreggiate stradali: il quartiere San Leucio e il quartiere San Lazzaro, leggermente distaccato dal centro
cittadino primario.

Negli ultimi anni è in notevole espansione la zona nord della città (località Nunziatella), con la costruzione
di un piccolo ma moderno centro commerciale e con l'ammodernamento dell'impianto stradale attraverso la
realizzazione di nuove rotonde e di una nuova strada (doppia corsia e due marciapiedi) che collega più
agevolmente il centro della città direttamente con il nuovo polo di Pesche dell'università del Molise.

Abitanti censiti[46]
Etnie e minoranze straniere

Al 31 dicembre 2019, gli stranieri residenti a Isernia sono 1163, pari al 5,3% della popolazione
comunale.[47]

Le nazionalità più numerose sono:

Romania, 375 - 32,2%


Marocco, 107 - 9,2%
Somalia, 70 - 6,0%
Ucraina, 65 - 5,6%
Nigeria, 60 - 5,2%
Cina, 54 - 4,6%

Molto popolosa è la comunità rom, presente soprattutto a causa delle deportazioni compiute dal regime
fascista nel 1943 nel locale campo di internamento. La maggior parte dei rom risiede nelle abitazioni
popolari dei quartieri di San Lazzaro e San Leucio.

Lingue e dialetti

Il dialetto di Isernia fa parte del dialetto molisano della zona centro-occidentale della regione, con tutte le
sue particolarità. Molto marcato è il rotacismo negli articoli determinati maschili (ru càne per "il cane" o ru
cegliùcce per "l'uccellino"), così come il rotacismo della "d", tuttavia non sempre applicato (songhe re
Sernia per "sono di Isernia").

Religione
Lo statuto comunale di Isernia indica come patrono san Pietro Celestino, considerato dalla tradizione nativo
del luogo, mentre la diocesi di Isernia-Venafro riconosce quali patroni san Nicandro[24][48], san Marciano e
santa Daria, il cui culto, come riportano alcuni documenti,[49] fu celebrato con fiere e processioni religiose
già nel XIX secolo. Tale culto, abbandonato nei primi decenni del Novecento, si è conservato intatto nella
vicina Venafro, dove nel 303 d.C. i tre santi furono martirizzati proprio nello stesso luogo in cui sorge la
basilica ad essi dedicata.

Tradizioni e folclore

Il Tombolo di Isernia

A Isernia è molto diffusa da secoli la lavorazione del merletto a


tombolo[50][51] (Isernia è definita anche la città dei merletti). La
cosa che più contraddistingue il tombolo isernino è, oltre alla
finissima fattura, un tipo di filo prodotto in zona di colore avorio
che rende tutto il lavoro più luminoso ed elegante. La sua
introduzione nella città è di antica origine, si presume infatti che la
diffusione risalga al XIV secolo, ad opera di suore spagnole che
alloggiavano nel monastero di Santa Maria delle Monache. Col Donne dedite alla lavorazione del
passare del tempo il tombolo viene lavorato sempre meno in tombolo negli anni cinquanta del
maniera artigianale e sempre più in maniera industriale. È anche Novecento.
materia presso l'Istituto artistico della città.

Le Confraternite di Isernia

A Isernia sono presenti numerose confraternite[52][53]. La più antica è la confraternita "la Fraterna", istituita
nel 1289 di Pietro Angelerio (futuro papa Celestino V); poi esistono la confraternita del "Santissimo
Rosario", la confraternita "Santa Maria del Suffragio" e la confraternita di "Sant'Antonio. In passato le
dispute tra le varie confraternite erano delle vere e proprie lotte di classe, poiché ogni confraternita
rappresentava una diversa classe sociale.

La processione del Venerdì Santo

Come in altre città d'Italia, durante Venerdì che precede la Pasqua,


anche ad Isernia si svolge la processione del Venerdì Santo[54].
Essa percorre tutta la città e riscuote una partecipazione da parte
della popolazione davvero numerosa. Molto tradizionale è la
presenza degli incappucciati, fedeli che per un voto di penitenza
partecipano alla processione incappucciandosi totalmente con un
telo bianco (in modo da non permettere a nessuno di essere
riconosciuti), e si incoronano la testa con una corona di spine. Gli Incappucciati.
Molti di loro, per aggravare la penitenza, portano croci e
camminano scalzi per tutto il percorso della processione; loro è
anche il compito di portare statue della Mater Dolorosa e del Cristo Morto. Le confraternite della città
partecipano alla processione, ognuna con un ruolo ben preciso all'interno del corteo.

Istituzioni, enti e associazioni


Ospedale Ferdinando Veneziale: è l'ospedale più grande della provincia. È intitolato a
Ferdinando Veneziale, politico isernino che partecipò alla Consulta Nazionale.
Comunità Montana Centro Pentria[55], sorta nel 1973.

Qualità della vita

Come stabilito anche dalla ricerca di Legambiente, Mal'Aria 2010[56], Isernia è uno dei capoluoghi di
provincia con la qualità dell'aria più alta d'Italia, grazie alla folta vegetazione ed alla bassa urbanizzazione
del suo territorio ed alla mancanza di industrie pesanti e di traffico.

Inoltre, sempre secondo uno studio di Legambiente, nel 2011 Isernia è risultato uno dei comuni
completamente rinnovabili d'Italia, infatti il fabbisogno energetico della città è completamente coperto
attraverso la produzione di energia elettrica da pannelli fotovoltaici per 392 kW, miniidroelettrico 3,3 MW,
eolico 2,4 MW e 625 kW da biogas[57].

Cultura

Istruzione

Biblioteche
Biblioteca civica "Michele Romano"[58]
Biblioteca provinciale Theodor Mommsen, è la biblioteca
provinciale[59] che ha sede nel palazzo della provincia. Nata
per un progetto provinciale di diffusione della cultura e della
lettura in tutto il territorio[60], contiene circa 40.000 volumi e
60.000 tra giornali quotidiani, periodici ed opuscoli, in
particolare per le sezioni "scienze", "economia" e "diritto".
Sono presenti una emeroteca, una mediateca e un internet
point[61].
Biblioteca comunale[62]
Biblioteca della Camera di commercio, industria, artigianato e
agricoltura
La Biblioteca civica
Biblioteca dell'archivio di Stato di Isernia[63]
"Michele Romano", ospitata
Biblioteca dell'Ente provinciale per il turismo pentro[64] tra le mura dell'antico
Biblioteca di ateneo di Isernia[65] Monastero di Santa Maria
delle Monache.

Scuole

Isernia è sede di varie scuole elementari e medie, e di un numero rilevante di complessi scolastici per le
scuole superiori.

Con l'espansione della città sono stati costruiti due nuovi plessi scolastici (nei quartieri San Leucio e San
Lazzaro), intitolati ai due giovani studenti di Isernia Michele Iavagnilio e Vittorio Tagliente, i quali persero
la vita durante il terremoto dell'Aquila del 2009.

Le scuole elementari intitolate a San Giovanni Bosco e ad Ignazio Silone sono chiuse a causa dell'inagibilità
dei rispettivi edifici.
Università

Sapienza Università di Roma

A Isernia è presente una sede dell'università La Sapienza di Roma[66]

Facoltà di Medicina e Chirurgia


Corso di laurea in Infermieristica
Corso di laurea in Igiene Dentale

Musei

Nella città sono presenti quattro musei importanti:

Museo nazionale di Santa Maria delle Monache


Museo nazionale del paleolitico di Isernia
Museo Maci
Museo dei costumi del Molise.

Media

Stampa
Quotidiano del Molise
Nuovo Molise
Il Tempo Molise

Radio
Radio Valentina
Radio Orizzonte

Cucina

La cucina di Isernia è molto legata alla tradizione contadina della zona, soprattutto per quanto riguarda la
preparazione di pasta fatta in casa, salumi e prodotti caseari[67].

Un secondo tipico della città sono i "turcinelli" arrostiti, interiora di agnello avvolte in budella e arrostite. Ci
sono poi "ru macche" (polenta con fagioli), i "frattaruoli" (tocchetti di polenta con salsiccia) e "ru
sciarone" (mezzelune di pasta ripiene di uova e formaggi)[67].

Per quanto riguarda i prodotti della natura, molto tipici della zona sono:

il tartufo molisano, in particolare quello bianco, di cui è ricca l'intera provincia, si stima infatti
che contribuisca alla produzione nazionale con una quota di mercato del 40%.
la cipolla di Isernia[68] detta anche di San Pietro: tonda, schiacciata e di dimensione
notevole (ogni cipolla pesa circa dai 100 ai 300g). Famosa anche la varietà Majorina, più
piccola e precoce. È molto importante nella tradizione isernina sia in campo medico, perché
veniva usata per la cura delle cisti e duroni ai piedi, sia dal punto di vista della preparazione
di piatti tipici come la frittata di cipolle (cipollata).

A Isernia è presente un proverbio sulla cipolla

«La mogl ch vò ben a ru marit la sera r fa truà la cpullata»

(La moglie che vuole bene al marito la sera gli fa trovare la cipollata)

Vini

In zona si producono anche molti vini, per lo più produzioni casalinghe, tra i quali:

Pentro di Isernia bianco


Pentro di Isernia rosso
Pentro di Isernia rosato

Eventi
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Festa dei Santi Cosma e Damiano

Il 26 settembre di ogni anno si celebra ad Isernia la festa dei santi Cosma e Damiano, molto sentita nella
città. Oltre che nel giorno sancito dalla Chiesa, ad Isernia le celebrazioni proseguono anche nel giorno 27,
localmente noto come festa dei santi[69][70]. Oltre alle classiche celebrazioni religiose, tradizionalmente si
svolge anche una grande fiera, che ha luogo nel centro storico di Isernia. Ad essa si aggiungono vari
spettacoli e intrattenimenti musicali, organizzati dall'apposito comitato.

In origine la festa era una celebrazione pagana del Dio Priapo, ma sul finire dell'età romana fu convertita
nella celebrazione cristiana dei due santi medici. Stando ad una lettera-relazione inviata nel 1781 da Sir
William Hamilton a Sir Joseph Banks, alcuni residui del rito pagano avevano finito per protrarsi e
conservarsi pressoché intatti nei secoli. Le usanze in questione prevedevano la commercializzazione di ex-
voto a forma di genitali maschili e femminili, o il pellegrinaggio e la benedizione - all'interno dell'eremo - di
donne e uomini infertili[71]. Queste antiche pratiche, osservate e descritte con stupore dal diplomatico
inglese alla fine del Settecento durante un suo soggiorno isernino, non sono più presenti nella celebrazione
odierna dei santi Cosma e Damiano.

San Pietro e le cipolle


Fiera delle Cipolle

La Fiera delle Cipolle[72], L'associazione tra San Pietro e la cipolla deriva da un'antica
legata ai festeggiamenti leggenda isernina in cui, per salvare sua madre dall'inferno, San
dei Santi Pietro e Paolo, è Pietro fece scendere una resta di cipolle a cui la donna poteva
la più importante della aggrapparsi. Alla resta, però, si
città di Isernia e si svolge aggrapparono anche altre anime.
il 28 e 29 giugno. Di La madre del santo, allora, per
antica origine (la prima non far aggrappare gli altri
testimonianza risale al XV dannati, cominciò a dimenarsi.
secolo), è nata Così facendo, però, fece rompere
inizialmente per favorire il la resta e ricadde tra le fiamme.
commercio della cipolla di
Isernia dei produttori
Fiera delle Cipolle sull'area occupata
locali; è diventata una
in seguito dalla villa comunale
fiera molto variegata e
frequentata ma sono
comunque presenti i tipici
banchetti con la cipolla di Isernia. Un tempo si svolgeva dove si trova il parco della Rimembranza,
denominato il largo delle cipolle; in seguito, dopo l'espansione a nord della città, la fiera si è svolta per
alcuni decenni su corso Risorgimento, per poi spostarsi negli ultimi anni sul corso principale della città,
corso Garibaldi[72]. La fiera, con il passare del tempo, ha perso la sua funzione originaria, cioè quella di
favorire il commercio della cipolla. Allo stato attuale, la maggior parte delle bancarelle adibite alla vendita
di questo prodotto è stata rimpiazzata da allestimenti di tipo generico, presenti in qualsiasi altra fiera o
mercato italiano[72].

Festa di Sant'Antonio

Ad Isernia è molto sentito il culto di Sant'Antonio da Padova[73][74]. Nella città, infatti, gli sono state
dedicate una grande cappella della Chiesa di San Francesco e una confraternita cittadina. La processione,
che negli ultimi anni ha avuto luogo di sera, è una delle cose più caratteristiche della città, in quanto
prevede la partecipazione di cavalli bardati con vistosi drappi, nastri colorati e immagini del santo che
seguono il corteo per tutta la città. Per tradizione i cavalli sono 13, in modo da rispettare la numerologia
attribuita al santo[73]. In origine i cavalli partecipanti erano di proprietà dei contadini, ma sono poi stati
utilizzati quelli della comunità Rom, molto presente nella città. Oltre al corteo, durante i giorni di festa, a
Isernia sono presenti svariati altarini con immagini raffiguranti il santo, e molti bambini vengono vestiti
come Sant'Antonio per invocare la protezione del santo su di essi. Di questa festa sono responsabili il
comitato festa e la confraternita di Sant'Antonio, fondata nell'anno 1781 con Regio Decreto. Nel giorno
della festa (13 giugno) in chiesa viene distribuito il pane benedetto a tutti i fedeli che vi si recano.

Fiera nazionale del tartufo bianco molisano

Il 4 dicembre 2011 è stata inaugurata la prima fiera nazionale del tartufo bianco molisano a cui hanno
partecipato numerosi produttori di tartufi e prodotti tipici dell'intera regione. La fiera ha avuto una durata di
una settimana accostando alla vendita del tartufo anche numerosi eventi e manifestazioni culturali[75].

Festa de L'Unità

Altro evento della città è la Festa de l'Unità, dal nome del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, già
organo ufficiale del PCI e poi giornale di "area", che si svolge solitamente nei primi giorni di settembre,
dura all'incirca 5 giorni e presenta serate all'insegna di musica e spettacoli vari. Anni fa veniva organizzata
nel centro storico, quindi all'interno della villa comunale, ed era incentrata su giochi popolari.
Successivamente venne spostata in piazza Ignazio Silone (adiacente alla scuola elementare) mentre negli
ultimi anni si è svolta nel terminal situato in contrada Tremolicci[76] con l'organizzazione di concerti di artisti
anche molto famosi come i Negramaro, Caparezza, Luca Barbarossa, Modena City Ramblers, Bandabardò.
Essendo sostanzialmente una festa di partito, peraltro organizzata a livello nazionale, con la nascita del PD,
sorto dalla fusione di Ds e Margherita, la festa ha cambiato nome e negli ultimi anni non è stata più
organizzata ad Isernia.

La canzone italiana d'autore

La canzone italiana d'autore[77] è un concorso musicale ideata dall'assessorato alla cultura del Comune di
Isernia che si svolge nella città (in piazza Andrea d'Isernia, prima si svolgeva in piazza Celestino V) e
propone il rilancio della musica italiana. È un concorso per artisti emergenti non professionisti, ognuno dei
quali si esibisce con un brano edito ed uno inedito. Ospiti del concorso sono stati artisti di fama nazionale
come Alex Britti. Eugenio Finardi, Angelo Branduardi e Bobby Solo. È un concorso che ha visto come
direttore artistico Red Ronnie, ruolo che è successivamente stato rivestito da Dario Salvatori. L'evento
musicale rientra nella serie di iniziative appartenenti a Molise Live[78].

Cronologia Vincitori

Edizione 2005 - Less Than Zero e Tabula Osca


Edizione 2006 - Nobraino
Edizione 2007 - Giorgia Paradiso e Megliosole
Edizione 2008 - Erica Mou e Dioniso
Edizione 2009 - Marco Saltatempo
Edizione 2010 - Gianmarco Dottori
Edizione 2011 - Matteo Sperandio & Q-Artet
Edizione 2012 - Chiara Ruocchio

La sigla di apertura del concorso canoro è stata realizzata dal compositore isernino Giacomo Bucci, il titolo
del brano è "Il Grande Momento"

Geografia antropica

Urbanistica

L'urbanistica di Isernia è notevolmente cambiata dopo la sua istituzione a Provincia[32]. Al centro storico (a
sud), caratterizzato da un unico corso principale (Corso Marcelli) e da numerosi strettissimi vicoli, si è
aggiunta (a nord) la parte nuova della città. Quest'ultima si espande attorno a 4 assi stradali principali
(Corso Garibaldi, Corso Risorgimento, via XXIV Maggio e via Giovanni XXXIII) disposti a V, il cui
vertice coincide con la Villa Comunale. Fuori dal centro cittadino è nato il quartiere di San Lazzaro, mentre
è in forte espansione la località a nord della Città. Lo sviluppo urbano della città non presenta mai
un'eccessiva densità; inesistente o quasi il problema del traffico, facilmente risolto con la costruzione di
poche rotonde, realizzate soprattutto dopo le pressioni dell'opinione pubblica.

Centro storico

Il centro storico della città, che ha mantenuto in parte il suo antico aspetto, si contraddistingue per i suoi
stretti vicoli. Situato nella parte sud ovest della città, è stretto al lato da due pendii; è circondato da due
antiche mura e da due strade, via Roma e via Occidentale, che ne permettono un facile accesso. Il completo
restauro dopo il terremoto del 1984[79] ha consentito al centro storico di tornare cuore pulsante della città,
anche grazie all'apertura delle sedi universitarie e di numerose botteghe locali; il giovedì e il sabato mattina
è sede di un caratteristico mercato. Presenta un corso principale,
corso Marcelli, che unisce le due piazze principali, piazza San
Pietro Celestino V e piazza Andrea D'Isernia (dove è presente la
cattedrale).

Piazza Celestino V

La piazza san Pietro


Celestino V è una delle
piazze più importanti della
città. Situata nel centro
storico, accoglie la
Fontana Fraterna. Essa è
nata dopo il
Piazza Celestino V, già Piazza bombardamento del 10
Concezione. La pavimentazione della settembre del 1943, che
piazza è decorata in modo da Il centro storico è suddiviso
distrusse la maggior parte
ricordare la planimetria delle simmetricamente in due metà
delle abitazioni che vi
abitazioni distrutte nel dall'antichissimo Corso Marcelli.
erano presenti facendo
bombardamento. Sullo sfondo, il campanile di Santa
spazio alla nuova piazza;
Maria delle Monache.
attraverso la differente
pavimentazione, è
possibile riconoscere dove erano allocate le vecchie abitazioni e la strada principale. Su questa piazza è
presente anche la chiesa della Concezione (a volte la piazza è chiamata "la Concezione") e una statua del
patrono d'Isernia San Pietro Celestino.

Piazza X Settembre

La piazza, intitolata al bombardamento del 10 settembre 1943, accoglie la statua bronzea che ricorda le
migliaia di vittime che la città pagò quel tragico giorno. La piazza stessa è stata figlia di quel
bombardamento spaventoso e sono ancora visibili alcuni ruderi delle abitazioni preesistenti.

Quartiere San Lazzaro

Il quartiere San Lazzaro si è sviluppato nella parte nord della città, lungo la Strada Statale 17 su una piccola
collina collegata al resto della città attraverso il viadotto "San Leonardo" sopra il fiume Sordo.

Frazioni e contrade

Sono frazioni o contrade di Isernia: Colle Croce, Colle Marino, Colle Pagano, Conocchia, la Castagna,
Salietto, Castelluccio, Castelromano, Coppolicchio, le Piane, Breccelle, Fragnete, Signora Rosa, il Tiegno,
Colle Palumbo, Asinina, Masseria Capruccia, Bazzoffie, Cutone.

Castelromano

La frazione più grande e popolosa (500 abitanti circa) è Castelromano che sorge in un pianoro ai piedi del
monte La Romana (882 m) ad un'altitudine di 680 m s.l.m., distante circa 5 km ad ovest della città.

Economia
Isernia e la sua provincia è una delle aree del Mezzogiorno che ha
visto diminuire il peso dell'imprenditoria privata, essendo per lo più
una città basata su redditività statale e parastatale. Il comune pentro
è infatti incentrato sull'agricoltura con piccole presenze artigianali
quali, conciarie, dolciarie, meccaniche, automobilistiche, delle
materie plastiche e dei laterizi difatti ha il nucleo produttivo più
piccolo d'Italia, contando poco meno di 7600 imprese in tutta la
provincia[80].

Settore Primario Il logo dell'azienda automobilistica


DR.
L'industria agraria è poco sviluppata, per lo più è di tipo privato o
in aziende di medie dimensioni, con scarse forme di allevamento e
pastorizia. Molto praticato, invece, è l'artigianato delle ceramiche e dei merletti a tombolo; degno di nota è
anche il settore della falegnameria che si distingue per le sue manifatture. Ci sono inoltre varie piccole
botteghe nel centro storico della città (ad esempio pelletterie ecc.). Anche la lavorazione della canapa,
seppur non più distribuita uniformemente sul territorio come in passato, è da segnalare per i suoi pregevoli
prodotti, tra i quali corde e funi.[81][82]

Settore Secondario

Vi è una minuta presenza di medie imprese fuori dal territorio comunale del tipo tessile e del tipo
automobilistico, quest'ultima ormai rimaneggiata.

Negli ultimi anni si sta tentando di sviluppare vari settori, tra cui quello delle energie rinnovabili.

Settore Terziario

Le attività terziarie si basano soprattutto sulla pubblica amministrazione. Oltre al Comune, dopo l'istituzione
della Provincia[32], Isernia è diventata sede di numerosi servizi pubblici, che hanno dato nuovo slancio alla
crescita economica e sociale della città.

Notevole anche la rilevanza turistica della città, soprattutto in ambito archeologico; tra i vari siti spicca
quello di Isernia La Pineta.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Il territorio del comune di Isernia è attraversato principalmente dalla Strada statale 17 dell'Appennino
Abruzzese e Appulo Sannitica che la collega a nord con Sulmona, L'Aquila fino ad arrivare a Antrodoco, e
verso est fino a raggiungere Campobasso e Foggia. Negli ultimi anni è stata inaugurata la variante della
ss17, che arriva fino a Forlì del Sannio, e che rappresenta il primo pezzo della nuova strada che collegherà
Isernia con Castel di Sangro[83]. IL 28 dicembre 2011 è stato inaugurato il lotto finale di questa strada, cioè
quello che collega Forlì del Sannio a Castel di Sangro[84]

Molto importanti sono anche la Strada statale 650 di Fondovalle Trigno, che collega Isernia con San Salvo
Marina, la Strada statale 85 Venafrana che collega la città con Vairano Patenora e infine la ex Strada statale
627 della Vandra (poi diventata Strada Provinciale 1 Vandra) che la collega a Colli a Volturno.
Isernia dista esattamente 80 km da entrambe le coste, sia quella adriatica di San Salvo Marina, sia quella
tirrenica di Scauri[85].

Ferrovie

Dal 1894 Isernia è collegata con Vairano, e quindi con Napoli,


attraverso la linea ferroviaria Vairano-Isernia, questa linea è stata
collegata nel 1900 con la linea Isernia-Campobasso per permettere
i collegamenti tra le due città. I collegamenti con Roma sono
garantiti dal 2001 attraverso la diramazione Rocca d'Evandro -
Venafro che permette collegamenti diretti con la capitale. Infine dal
1897 fino al 2010 (data di chiusura fino a data da destinarsi) era
attiva la linea Sulmona-Isernia sostituita con una linea di autobus,
ma attiva saltuariamente per eventi turistici.
La stazione ferroviaria di Isernia.

Mobilità urbana

Il trasporto pubblico locale nell'ambito del territorio comunale è gestito dalla società AUTOSERVIZIO
URBANO Aesernia s.r.l.[86]; il servizio consta di 8 linee di autobus[86] che collegano tra loro il centro
storico, il centro urbano, l'ospedale Veneziale e il quartiere San Lazzaro oltre che le varie frazioni nel
territorio e il cimitero. È presente inoltre un servizio navette che collegano il centro della città e la stazione
ferroviaria con la nuova sede dell'università[87].

I collegamenti regionali, con il capoluogo e con gli altri centri della provincia sono gestiti dalle società ATM
e Sati[86].

Infine è presente una piccola rete di taxi[86].

Amministrazione

Gemellaggi
Douz

«Douz, nel cuore dell'oasi fra le dune del grande sud tunisino, già deserto del Sahara,
Isernia, fra le colline alberate del centro meridione d'Italia. Due mondi separati dallo
stesso mare, vicini, lontani. Diversi per vicende storiche, filosofie di vita, religioni,
abitudini ancestrali, ma fatti di uomini che continuano al tempo stesso a cercarsi per
scoprirsi e conoscersi, divenire amici e, se possibile, amarsi invece di combattersi. [...]»

(Maria Franca Martino, convegno sul tema «Isernia-Douz, incontro tra due civiltà»[88])

Sant'Elia Fiumerapido[89]

Sport

Impianti sportivi
Stadio Mario Lancellotta
Palazzetto dello Sport "Liborio Fraraccio"
Piscina comunale (chiusa)

Società sportive
Isernia Football Club, la squadra di calcio principale della città che ha disputato anche
diversi campionati di Serie C2 e che durante la sua storia ha militato nel campionato di
Eccellenza.
Aesernia Futsal, società sportiva di calcio a 5 che milita in serie C1.
La Fenice Volley Isernia militante nel campionato nazionale di Serie B2[90].
A.S.D. Aesernia Hockey Club[91], associazione sportiva di hockey in line, che organizza
anche dei corsi di pattinaggio in linea.
A.S.D. Il Globo Basket, associazione sportiva di pallacanestro, che durante la sua storia ha
militato in Serie B.
A.S.D. Karate Team Isernia
F.V.C. Effesport Isernia, squadra femminile di pallavolo, che milita nel campionato di B1,
dopo che ha vinto il campionato di B2 nella stagione 2014/2015.

Note
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Bibliografia
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Domenico Romanelli, Antica topografia istorica del regno di Napoli, Volume 2, Napoli, 1818.
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Mauro Gioielli. Isernia festeggia Sant'Antonio di Padova, un santo per gli zingari, "Extra
Molise", 13 giugno 1998

Voci correlate
Cattedrale di Isernia
Castelromano
Provincia di Isernia
Diocesi di Isernia-Venafro
Molise
Sindaci di Isernia
Isernia La Pineta
Sanniti
Lega Italica (storia romana)
Football Club Isernia
La Fenice Volley Isernia
Monetazione di Aesernia

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Sito del Comune d'Isernia, su comune.isernia.it.
Sito sugli scavi di Isernia La Pineta (https://web.archive.org/web/20100228022359/http://we
b.unife.it/progetti/isernia-la-pineta/) dell'università di Ferrara
"Accampamenti di cacciatori preistorici a Isernia La Pineta" (http://150.146.3.132/218/01/FO
LDER-it-2005-34.pdf) articolo on-line sul sito FastiOnLine.
Scheda sul giacimento di Isernia La Pineta (http://www.iserniaturismo.it/modules/smartsectio
n/item.php?itemid=346&page=0) sul sito IserniaTurismo.it
Sito Comunità Montana Centro Pentria, su comunitamontanacentropentria.it.
VIAF (EN ) 143053082 (https://viaf.org/viaf/143053082) · LCCN (EN ) n79046629 (htt
Controllo di p://id.loc.gov/authorities/names/n79046629) · GND (DE) 4027735-5 (https://d-nb.inf
autorità o/gnd/4027735-5) · WorldCat Identities (EN ) lccn-n79046629 (https://www.worldcat.
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