Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PREMESSA
IL PROGETTO
la costruzione del territorio
il sistema dei parchi lineari
interventi in ambito extraurbano
interventi in ambito urbano
Per sfuggire alla neve d’inverno e al caldo torrido d’estate, a settembre e a maggio dall’Abruzzo
alle Puglie e dal mare alla montagna, per millenni la transumanza delle pecore ( in spagnolo
trashumar ) ha prodotto vie naturali di transito: i tratturi.
Larghi come fiumi e verdeggianti d’erba, all’inizio, forse in epoca preistorica, costituivano vie di
passaggio per enormi mandrie di pecore che naturalmente inseguivano condizioni climatiche e
pascoli ottimali; in seguito, divenute propriet…, per poter mantenere aperte le vie di percorrenza
presso centri e possessi agricoli, diedero luogo a norme e a tasse di pascolo da pagare. Il
primo grande popolo che gett† le fondamenta della civilt… appenninica fu quello dei Sanniti.
Pastori – guerrieri, bellicosi ed esperti in guerriglia, sicuramente fin dal V secolo a.C.
disturbavano con le loro cicliche discese le pacifiche citt… dell’Apulia, occupandone le fertili
pianure. Odiati e temuti dai Romani, sconfitti alle Forche Caudine nel 321 a.C., i Sanniti,
migranti e tribali, si riunivano periodicamente in luoghi di culto monumentali ( Pietrabbondante,
II sec. A.C. ).
In epoca storica sicuramente i tracciati originari dei tratturi sono opera dei sanniti, essi
rasentano i centri abitati e sono vicinissimi ai pi‡ imponenti luoghi sacri: i templi di
Pietrabbondante, Schiavi d’Abruzzo, Sulmona.
I tratturi che collegavano i monti dell’Irpinia, del Sannio, dell’Abruzzo e del Molise
raggiungevano le terre di Puglia con un percorso ed uno sviluppo totale di circa 3.500 km.
Cicli naturali, stagioni, variazioni climatiche, ricerca di pascolo, riproduzione ne hanno scandito,
da sempre, il ritmo, costituendone peraltro, culture dalla grande significativit…; interessanti
reperti ci offrono ancora oggi la possibilit… di esaminarne e misurarne la portata.
I Sanniti, i Frentani, i Peligni, i Vestini, le loro capitali, Sepino, Lanciano, Sulmona sono stati
chiari esempi di forme di economia e di cultura molto pi‡ complesse rispetto ad altre di tipo
specificatamente agricolo.
Una ricognizione archeologica e topografica delle alte e medie valli del Biferno, del Trigno e del
Sangro, anche se parziale ed incompleta, ha permesso di individuare una lunga serie di recinti
poligonali considerata una delle testimonianze pi‡ caratteristiche delle forme di insediamento
nell’et… precedente all’espansione romana.
Non sembrer… azzardato collocare tali costruzioni tra il VI e IV secolo a.C., nˆ rilevare il loro
carattere non urbano, ma prevalentemente difensivo, in quanto, anche le cinte minori, situate
sempre in posizioni strategiche, appaiono, presumibilmente, come osservatori fortificati.
Nel territorio dei Pentri, soprattutto a nord di Boiano, gravitano sul corso del tratturo
Pescasseroli – Candela le fortificazioni sannitiche del Monte Lungo di Longano ( Isernia ), di
Campochiaro – Tre Torrette, di Sepino – Torrevecchia, di Cercemaggiore, mentre gravitano sul
tratturo Castel di Sangro - Lucera i centri fortificati di Carovilli, Chiauci, Civitanova del Sannio,
Duronia, Castropignano, San Giovanni in Galdo. Su bracci di questo stesso tratturo troviamo le
fortificazioni sannitiche di Frosolone, di Monteverde – Vinchiaturo e di Monte Vairano che
appare come il solo centro denotante un consapevole progetto per la costituzione di una
struttura urbana, mai del tutto realizzata, ma identificata, per i riferimenti topografici contenuti in
Livio ( X, 38 – 46 ) con il sito dell’antica Aquilonia.
Lungo la linea del tratturo Celano – Foggia si possono individuare i centri fortificati di Monte
Miglio – San Pietro Avellana di Monte Cavallerizzo – Capracotta, di Pietrabbondante – Monte
Saraceno, mentre sul tratturo Ateleta - Biferno gravita il centro fortificato di Montefacone del
Sannio.
Nell’alto e medio Sangro, in posizione strategica su bracci tratturali raccordati variamente alle
arterie armetizie Ateleta – Biferno e Centurelle – Montesecco, si possono censire i centri
fortificati di Monte – Pidocchio, Montenerodomo, Monte Maio, Liscia – palazzo, Montelapiano,
Montepallano.
L’interdipendenza e concatenazione di tutti questi centri fortificati e la visibilit… reciproca
permettevano, senza dubbio, l’uso di segnali a distanza tra l’uno e l’altro.
Quest’ultima considerazione avvalora l’ipotesi di una funzione fondamentale di controllo da
parte di questi centri che, in caso di guerra, servivano come rifugio per gli abitanti e gli armenti
degli insediamenti sparsi lungo le pianure e le valli circostanti, essendo stato dimostrato ( La
Regina ) che la condizione urbana si afferm† in questa zona, gradualmente, con la conquista
romana, nel quadro della trasformazione operata dalla municipalizzazione sulla struttura socio
– economica del Pagus e del vicus.
La pratica del pascolo transumatico ritarda, infatti, qualsiasi concentrazione di tipo urbano,
mentre assume particolare funzione in questo sistema socio-economico, la costruzione di
santuari, mantenuti dalle offerte della comunit… nei quali le famiglie maggiorenti avevano il loro
punto di incontro con denari e opere costruttive.
In realt… i pi‡ antichi luoghi culturali italici furono fiumi, boschi, caverne, o semplici aree, come
attestano i “ Kurtin Keriin “ ( luogo recintato in onore di Cerere ) della Tavola di Agnone, il
recinto chiuso da una siepe ed uno steccato, descritto da Livio ( X, 38 ) e il Lucus Angitiae
ricordato nell’Eneide ( VII, 759 ).
L’area sacra chiamata hurz ( Tavola di Agnone ) o Luvko ( Iucus – Capua ) o tero ( Abella )
sicuramente preesistette alle costruzioni templari italiche,
giacchˆ gli edifici dedicati al culto sono quasi sempre costruiti su un terrazzo pianeggiante,
scavato lungo il pendio di un monte o di un colle e sostenuto da muraglioni in opera poligonale.
Secondo questa tipologia furono edificati vari complessi culturali, tra cui il santuario sannitico di
Campochiaro ( II sec. a.C. ) a 800 m. s.l.m., alle falde del Matese, nelle immediate vicinanze
del tratturo Pescasseroli – Candela, dedicato ad Ercole ( la localit… • segnata nella tabula
peutingeriana col nome di Herculi(s) Rani ), il cui culto sopravvive nel toponimo dell’edicola
della “ Madama del Coreni “ ( epitato vicino all’Hercules Curinus di Sulmona ). Il santuario fu
distrutto da saccheggi e incendi nei primi decenni del I sec. a.C. in rapporto con la guerra
sociale.
Non presentano tracce di distruzione i due templi rinvenuti a Schiavi d’Abruzzo. Il primo,
databile alla fine del III sec. a.C., impostato su podio, presenta un notevole impegno nella
costruzione, mai del tutto realizzata, il secondo pi‡ piccolo, del I sec. a.C. reca inciso sulla
soglia della cella pavimentata con signino rosso e decorazioni di tessere bianche, il nome del
costruttore in lingua osca, Paapii(s).
Il tempietto sub‰ vari rifacimenti ed adattamenti, evidenziando nella sopravvivenza anche
misera, di non aver svolto propaganda ideologica antiromana. I moduli architettonici di Schiavi
si ravvisano in altre costruzioni.
Un podio simile a quello del tempio maggiore • stato individuato a Quadri.
Vi sorgeva la chiesa medioevale, diruta, di S. Maria dello Spineto.
Sulla base di un testo epigrafico incompleto ( C.I.L. IX, 2813 ) nella localit… gli studiosi hanno
ipotizzato il sito dell’antica Trebula.
Un pavimento di signino rosso, simile invece a quello del tempietto minore di Schiavi, • stato
recuperato nella cella del santuario Sannitico di S. Giovanni in Galdo ( il toponimo • di origine
longobarda, Walde = bosco, potrebbe ricordare il lucus, l’area sacra ), datato al II sec. a.C.
testimonia una sopravvivenza culturale fino al 3Š secolo dopo Cristo, intervallata dal periodo
buio della guerra sociale, per l’assenza di materiali databili alla fine del I sec. d.C.
Il maggior complesso architettonico sannitico preromana • rappresentato dal santuario di
Pietrabbondante ( forse Bovianum Vetus ), situato nell’alta valle del Trigno, in prossimit… della
grande arteria armentizia Celano – Foggia. Le scoperte archeologiche attestano una attivit…
sacrale ed edilizia sin dal IV secolo a.C., interrotta violentemente e radicalmente dalle
distruzioni operate da Annibale.
I resti imponenti del tempio A si riferiscono alla ricostruzione del II sec. a.C., mentre il
complesso scenograficamente superbo al tempio B – teatro pu† essere ascritto alla fine del II
sec. o agli inizi del I sec. a.C.
L’impegno profuso nella grandiosa opera architettonica non testimonia soltanto l’ultima impresa
edilizia sannitica, cui concorre di anno in anno il medix tuticus e l’intera nazione nell’etnico “
Safinim “ ( che ricomparir… nelle monete durante la guerra sociale, ma attesta la concezione
propria dei Sanniti di potenziare la sola edilizia cultuale, trascurando, invece, al contrario di
quanto avviene ad Alfedena, il decoro dei centri abitati e degli edifici a carattere civile e militare.
E’ infatti significativa nel Temenos o zona sacra la presenza del teatro che non aveva soltanto
motivazioni sacrali e rituali, ma poteva costituire l’equivalente del Bouleuterion o
ecclesiasterion, cio• parlamento o luogo di adunanza dei capi, data la particolare politica dei
Sanniti, con una assemblea popolare a voto individuale, detta kombennio, ed una assemblea
pi‡ ristretta e pi‡ elevata, detta komparakion.
La forte ideologia antiromana esercitata a Pietrabbondante fu duramente punita alla fine della
guerra sociale, con la soppressione giuridica delle attivit… cultuali, la cancellazione parziale
delle attivit… produttive, nonchˆ la confisca
degli immobili trasferiti a privati e con l’attribuzione della zona al municipio di Terventum, dopo
la sua costituzione.
E’ possibile rintracciare un complesso cultuale italico anche in area Carracina, a Juvanum, gi…
S. Maria del palazzo, in tenimento di Montenerodomo, a 1000 m. s.l.m..
Gli scavi archeologici condotti negli ultimi tempi hanno permesso di emendare d interpretare
quanto citato dalle fonti antiche ( Plinio, Nat. Hist. III, 106; Liber coloniarum, Porreca, Moschetta
ecc. ).
Ma mentre le testimonianze romane su Juvanum, che ebbe la condizione di municipium (
lapide XXIX ed. Madonna ), sono piuttosto cospicue, la fase italica • nettamente individuabile
sull’arce, con i resti di due templi ed un teatro.
Il complesso culturale sfrutta la naturale scenografia offerta da una collinetta, alla sommit… della
quale restano tracce di due templi di tipo italico, con un podio, l’altro meno chiaro, perchˆ serv‰
da basamento al diruto monastero cistercensi di S. Maria di Palazzo.
Alla base della collina • situato un piccolo teatro in pietra locale, di cui sono conservati il piano
dell’orchestra e otto ordini di gradini. L’intera struttura architettonica, di et… repubblicana,
quantunque meno imponente e raffinata di Pietrabbondante, ne ripete l’impianto e si allinea al
gusto costruttivo dei templi coevi di Schiavi, Quadri, S. Giovanni in Galdo.
E’ chiara, nel complesso, la costruzione su una primitiva area sacra, connessa col pascolo
transumatici e con ricchi scambi commerciali da esso attivati.
Sopravvive nel toponimo Vectigale di una frazione di Montenerodomo l’antico istituto del
pagamento della decima al santuario.
Incerta, invece, la divinit… venerata nei templi, ma Juvanum potrebbe adombrare l’attributo a
Giove, tipicamente italico e significativamente concomitante con un latro toponimo Juvanum,
derivato da un probabile
Juvanium che il Marino attribuisce alla piana iortonese dove sorge la cosiddetta Pietra di
Morrecine , per indicare un complesso culturale dedicato a Giove.
I resti archeologici di Juvanum romana, mostrano una citt… vasta ed imponente, collegata
all’arce da una strada lastricata, con un grandioso foro di m. 62 x 27, circondato da portici, uno
dei quali era forse usato come basilica o luogo di riunione al coperto.
Intorno al foro botteghe, l’indicazione di una vasca, forse una fontana pubblica, con residui di
condotti delle acque, dappertutto basi di statue con iscrizioni, materiale ceramico, monete, tubi
in piombo e terracotta, denti di cinghiale frequentissimi, quasi a suffragare il culto a Diana, dea
delle selve, attestato in una lapide ( lap. XXVIII ed. Madonna ) e sopravvissuto nel toponimo
Selvagrossa, in un luogo ora spoglio di piante.
Nessun rinvenimento, invece, dei quartieri residenziali, malgrado la forte concentrazione
demografica che una struttura urbana municipale inevitabilmente richiedeva, data la presenza
di molte magistrature e corporazioni, come quelle menzionate nella XXIX epigrafe ( ed.
Madonna ); quattuoviri giusdicenti, edili, questori, prefetti dei fabbri, prefetti dei cavalieri.
Non vi sono tracce archeologiche neppure delle mura che, senza dubbio, circondavano la citt…
romana, restaurate da Fabio Massimo, personaggio identificato col rector della provincia del
Sannio ( lapide XXVII ed. Madonna ) del 352 d.C. e pi‡ volte menzionato in lapidi scoperte a
Histonium e Sepino.
La vita della citt… sembra infatti cessare completamente alla fine del IV sec. d.C..
Della grande romana, via Istonia, resta solo una colonna miliaria di forma rotonda, dedicata a
Valentiniano e Valente, proveniente da Montenerodomo.
Si attendono ulteriori scavi, pi‡ ampi e circostanziati per capire la funzione di una citt… cos‰
imponente e decentrata, nonchˆ la pubblicazione e divulgazione
dei reperti affiorati durante la campagna archeologica del 1980, tra i quali un sarcofago in
pietra locale con un coperchio a doppio spiovente e lunga iscrizione dedicatoria ad un giovane
adolescente morto a 16 anni.
La fortunata scoperta di due epigrafi ci permettono di ubicare la seconda citt… dei Carracini,
Cluviae. In una iscrizione di Isernia della fine del II sec. d.C. compare un curatore rei publicae
Cluviensium Carracinorum ( Castagnoli, Lavinium, I, 1972, pag. 117 ), mentre una lastra di
bronzo rinvenuta a San Salvo, localit• Bufalara, su cui ‚ inciso un decreto dell’assemblea
municipale di Cluviae per il conferimento del patronato ad Aurelius Evagrius Honoris nel 384
d.C., menziona, nel contesto di un linguaggio povero e scorretto, i Cluvienses Carracini ( La
Regina ).
Che poi il municipio di Cluviae sia da identificare con la Cluviae in Samnio, ciatata da Livio ( IX,
31 ) per un episodio bellico del 311 a.C. • cosa ancora da chiarire. Sulla base degli scarsi indizi
noti, gli storici da tempo erano riusciti a delimitare la probabile ubicazione della citt… tra
Anxanum e Juvanum. Il tentativo fatto per identificarla con Monte Pallano ‚ archeologicamente
inconsistente, perchƒ mancano ancora gli indizi difficilmente cancellabili della presenza di un
municipio ( Sgattoni ).
Le ricognizioni eseguite in vari luoghi per riconoscervi le caratteristiche di un oppidum sannitico
e di un municipium romano, consentono di rilevare una consistente struttura urbana nella
localit… detta Piano Laroma, presso Casoli, a cui gi… si attribuiva il nome di Pagus Urbanus (
C.I.L. IX, 2984 ) e in cui sopravvive una singolare testimonianza nel toponimo Fonte Carracina.
La mappa archeologica del pianoro di Cluviae – Piano Laroma consente di rilevare tracce di
una cinta di mura, su tre lati, nelle quali si dovevano aprire almeno cinque porte alte sui
torrenti Laio ed Avello, affluenti dell’Aventino, mentre sul lato Nord-Ovest • stata accertata la
presenza di una Necropoli.
Tra i numerosi ruderi affioranti, tracce cospicue di un edificio termale, con pavimento a mosaico
di periodo imperiale, mentre l’edificio pi„ chiaramente leggibile in pianta ‚ il teatro, ubicato sul
lato settentrionale dell’area urbana adiacente alle mura e con la cavea esposta a Nord-Est
verso l’esterno ( Sgattoni ).
Ovunque affiorano a Cluviae i resti di epoca romana, ceramiche, bronzetti, fibule, tegoloni,
pezzi di mosaici che, per l’incuria degli enti pubblici e l’avidit… dei privati, vanno ad arricchire le
mostre dei collezionisti, ripetendo lo scempio dei furti che, per secoli, hanno saccheggiato
anche Juvanum.
L’intensa romanizzazione dell’area frentana e la costituzione dei municipi penalizzarono e
mortificarono i centri sannitici che avevano tradotto la propria coscienza etnica in fatti politici,
linguistici ed artistici.
E’ appena il caso di ricordare che la base di un donario con iscrizione dedicatoria, risalente al II
sec. d.C., proveniente da Isernia, ci documenta: “ sulla organizzazione degli aitanti originari del
luogo, i Sanniti, privati di capacit• politica e ridotti nella condizione di stranieri residenti, incolae
, cui erano riconosciuti limitati diritti civili, nella struttura politica e sociale della colonia latina “ (
La Regina ).
Come prospettiva culturale, il modulo ellenizzante latino si sovrappose all’arte italica che,
benchˆ condizionata dal materiale esistente sul posto, si era modellata a contatto di culture
esterne, esprimendosi come segno inconfondibile di cultura e civilt….
Cultura romana e cultura italica ebbero, tuttavia, una spinta unitaria attraverso una forza
rilevante: la religione.
La divinit… maggiormente rappresentata • Giove, dio del cielo e della luce ma il suo nome •
quasi sempre accompagnato da altre determinazioni che richiamano un’altra divinit… o nozione
divinizzabile.
Il ricordo di are e culti in onore di Giove • rimasto nella toponomastica abruzzese: Monte Giove,
Campo di Giove, Fonte di Giove, Juvara ( da Iovis ara, presso Scanno ), Ara Bigiove ( presso
Rocca di Corno ), Colle S. Giovenale.
La manifestazione religiosa pi‡ antica • per† connessa non a Giove ma ai totem della
tradizione dei veria sacra, o migrazioni di giovani destinati ad essere sacrificati, appena nati,
perchˆ promessi con voto sacro in casi di calamit….
Ricordiamo il picchio dei Piceni, l’Hirpus degli Irpini, l’orso dei Marsi. Il toro dei Sabini Sanniti,
la cui radicale bus sopravvive in Boviano, Boiano, Vitulano, nel popolo dei Vitelli o Vitelli ( da
cui Italia ), nel toponimo grotta del Bove, si trasform† nelle leggende popolari di carattere
agiografico concernenti l’orma del bue di S. Raniero, venerato a Bagno.
Le migrazioni dei popoli sabellici ripetono in nuce le grosse migrazioni dei popoli “ di fondo
mediterraneo “ che, a pi‡ riprese, popolarono l’occidente, rappresentando la propria epopea
nel mito di Ercole ( Eracle per i Greci, Hercle per gli Etruschi, Melkart per i Fenici ) con cui
appare strettamente imparentato il mito dell’eroe legato alla cattura dei buoi di Gerione in
Iberia.
Il nostos alla guida della mandria • costellato di leggende italiche, favorite in Etruria, Campania
o Lazio dagli innegabili influssi esercitati dalla Magna Grecia.
Cos‰ il carattere colto, di importazione del mito di Ercole • ravvisabile non solo nelle
sopravvivenze toponomastiche: Porto Ercole, Ercolano, il villaggio dedicato ad Ercole nella foce
del Sarno, Pompei ( che, secondo Servio, era chiamata dalla pompa o corteo trionfale di
Eracle ), ma anche in varie istituzioni cultuali, come quella famosa dell’Ara Maxima, a Roma,
dove la vicenda del dio • connessa con le simbologie di Caco ed Evandro (malvagit… e bont…).
Il mito di Ercole • poi notevolmente e sorprendentemente diffuso in tutto l’Abruzzo – Molise,
dove sono stati rinvenuti, in numero incredibile, isolati o in stipi votive, ex voto in pietra e
bronzo, raffiguranti il dio e datati lungo un arco di tempo che va dall’arcaismo ai primi secoli
dell’era volgare; senza tralasciare le numerose dediche di templi al dio: Ercole Curino a
Sulmona, ad Alfedena, a Campochiaro, a Montorio al Vomano ed iscrizioni varie, tra cui quella
dei cultori di Ercole a Vico Stramenticio in Val Vibrata e quella di Juvanum attestante la
presenza di un collegio sacerdotale degli Ercolani.
Da tutte queste testimonianze e dalla costante iconografia rappresentante il dio n posizione
d’assalto, con la clava nella destra e la pelle di leone sul braccio , a evidente simbolizzazione
della funzione specifica del pastore attaccato al suo bastone, sterminatore di fiere ed uccisore
di ladroni, ci sembra di poter ipotizzare il carattere essenzialmente locale, indigeno dell’Ercole
abruzzese-molisano che, penetrato nelle nostre regioni attraverso le piste armentizie, vi si
attesta con caratteri originalissimi, bucolici, legati alla transumanza, con funzione rituale,
ritmica, ciclica, prevalentemente non epica. La forza di penetrazione religiosa di questo mito •
cos‰ radicale ed inconfondibile nella nostra cultura da sopravvivere nei secoli.
Ci sembra, infatti, significativo che Ercole sia collegato in Abruzzo a fenomeni naturali, come
avviene in Campania nei miti relativi alla lotta dei giganti nei Campi Flegrei ed alla costruzione
della diga che separa il lago Lucrino dal mare, soltanto nel medioevo, quando viene identificato
con Sansone, un eroe cristiano, per cos‰ dire, importato, le cui leggende si possono
rintracciare nel pollice, nella orma o nella pedata di Sansone, ricordati rispettivamente a
Gessopalena, Torricella Peligna, Lama dei Peligni, mentre l’eroe sopravvive con singolare
continuit… con i caratteri propri, originali, inconfondibili, espressi nella teologia della
transumanza, nella tradizione medioevale dei paladini, giganteschi pastori che ogni giorno
portavano le greggi al pascolo dalla Maiella alla Puglia, accumulando nei loro percorsi quei
tesori che la gente credeva nascosti a Juvanum, Montorio al Vomano o nelle caverne di
Monte Pallano.
Vale la pena, inoltre, ricordare che la Frentania • la zona in cui meno numerosi sono stati i
ritrovamenti archeologici inerenti il mito di Ercole, forse perchˆ la grande via armentizia
Adriatica l’Aquila – Foggia si svilupp† pi‡ tardi, quando gi… la romanizzazione aveva impresso
alla zona un carattere agricolo ben definito, prima delle ville, con colture di olivi e viti, in seguito
con la formazione di grosse strutture urbane, come Anxanum, Histonium, Buca.
L’archeologia potrebbe ancora rivoluzionare sorprendentemente qualsiasi ipotesi, molte sono le
incognite italiche o romane che la terra ancora nasconde.
La vittoria di Silla sui Sanniti ( 82 a.C. ), pur distruggendo l’entit… etnica, politica e culturale dei
sanniti, non ne mut† l’economia pastorale nˆ per importanza economica, nˆ per vocazione. Le
loro terre confiscate ed assegnate ai soldati veterani, mantennero intatti i tracciati dei tratturi.
Peraltro la pastorizia era l’unica fonte di notevole ricchezza per le Puglie, il Molise e l’Abruzzo
e forse, proprio durante l’impero, la pastorizia risent‰ di un nuovo e straordinario sviluppo ( • da
pecuus, pecora, che deriva il termine pecunia, denaro ); infatti • noto come fosse contemplato
nel diritto imperiale romano uno specifico regolamento riguardo ai tratturi, sia per il percorso
delle greggi che per il loro relativo stanziamento.
I privilegi di passaggio furono denominati tractoria e da essi presero il nome le strade stesse:
tractoria, tracturi, e infine tratturi.
Sentieri pubblici ( calles publicae ) vengono chiamati da Strabone, Varrone, Plinio. Lo stesso
Varrone scriveva: “io ci† so bene, perchƒ le mie greggi passavano le Puglie e l’estate sui monti
di Rieti, giacchƒ tra questi due luoghi vi sono pubblici sentieri ( calles publicae ) che
congiungono le distanti pasture, come l’arconcello riunisce le due cesta da soma “
( Varrone, De Re Rustica, libro II, cap. II ).
I ricchi romani e le famiglie aristocratiche di Roma investirono in greggi e questo fu, insieme
all’uso dello scudo ( non a caso denominato sannitico ), e della lancia corta, eredit… sicura della
cultura e dell’economia sannitica ed in genere abruzzese.
I Vandali, il dominio bizantino e le scorrerie saracene non modificarono la rete tratturale.
I tratturi rappresentavano i tronchi principali, le direttrici da cui si diramavano i tratturelli con
funzione di smistamento e i bracci che, a loro volta, collegavano i tratturelli. Lungo la rete
tratturale, presso corsi d’acqua e abbeveratoi si aprivano i riposi, grandi zone erbose, dove era
consentito al gregge di riposare per non pi‡ di tre giorni.
Il percorso transumatico non era recintato; successivamente, in periodo medievale, i tratturi
furono delimitati da pietre sulle quali era inciso il sigillo del Regio Tratturo : R.T.
Per questa storia • importante la data del 1155, data della Costituzione normanna di Guglielmo
il Malo che istitu‰ precise norme ma anche privilegi di pascolo a favore dei pastori dell’area
abruzzese, molisana e pugliese.
Il Tavoliere divenuto Regio Demanio, si trasforma, nell’istituto fiscale pi‡ vantaggioso per la
corona.
Sono proprio gli Svevi a dare il pi‡ grosso impulso a tutto questo, quando Federico II istituisce
una speciale commissione con un regolare apparato amministrativo, a cui d… il nome di Mena
delle pecore in Puglia.
Gli Angioini non sempre furono sensibili alla protezione delle terre dei regi Demani e solamente
Giovanna II, dopo aver ricostruito il Regio Demanio, da cui molte terre erano state svincolate
dai suoi predecessori, ricostitu‰ la Costituzione normanna e nomin† un magistrato speciale.
Successivamente gli Aragonesi e, in particolare, Alfonso I d’Aragona, detto il Magnanimo, ne
riorganizzarono e ampliarono la relativa legislazione rurale e l’Amministrazione chiamata
Dogana della Mena delle Pecore in Puglia.
Siamo nel 1447 e Foggia, sede della Dogana, nodo terminale dei pi‡ importanti tratturi,
controlla, smista, censisce milioni di pecore (esse raggiungeranno quasi 6.000.000 nel 1604 ).
Tutto questo assume tale importanza per il Meridione, da segnare per sempre una specifica
vocazione, quella pastorale e transumatica e, una volta cessata questa, l’assoluta impossibilit…
alla riconversione.
Infatti se consideriamo che questa azienda costituiva la maggior fonte di introito del regno di
Napoli, 400 mila ducati veneziani all’anno solo di fisco, ci rendiamo conto come gli interessi
economici ad essa legati erano tali da incidere sull’ambiente naturale, continuamente
attraversato da milioni di persone e di animali che impedirono sia il nascere di piccoli
agglomerati abitativi ma soprattutto un giusto sviluppo dell’agricoltura, considerata unicamente
per garantire riserve di grano per la capitale, Napoli, e la misera sussistenza per le
popolazioni; per questi motivi Alfonso I, non si sa bene fino a che punto sensibile alle lamentele
dei pastori, proib‰ severamente il dissodamento e la coltura delle terre salde impedendo persino
rarissimi tentativi di rotazione dei terreni detti di portata ( di coltura ), sottoponendoli, sempre
pi‡ spesso, alla servit‡ della statonica ( diritto di pascolo estivo ).
La Dogana Aragonese, al contrario della Mena di Federico II, era divenuta struttura fiscale con
magistratura autonoma. Altre terre furono aggregate: la zona dell’Abruzzo chietino e buona
parte del teramano, dalla Pescara al Tronto, area detta rispettivamente dei Regi Stucchi e delle
Poste d’Atri.
I tratturi furono ampliati e il Tavoliere sottoposto a Demanio raggiunse un’estensione di circa
400 mila ettari, d’estate con un clima torrido e malarico e in inverno saccheggiato e
sovraffollato da uomini e animali.
Di qui la necessit… di ricorrere ai “ ristori “, zone di pascolo, terre di privati, praticamente
requisite. Obblighi di soggiorno, di soste, di passaggi, di canoni per l’erbaggio, erratico o fido ( il
vectigal romano ) (1) , produssero un’eccessiva protezione per la pastorizia ma forti danni
all’agricoltura impedita sia nell’ espansione che nelle necessarie motivazioni all’innovazione
agronomica e agraria in senso lato.
Questo apre e lascia inalterata nei secoli una aperta conflittualit… fra i proprietari frontisti che
tentano di sconfinare sui territori demaniali, usurpandoli, e lo Stato che, toccato profondamente,
reagisce con continue reintegre.
La reintegra consisteva in una misurazione e conseguente redazione di piante delle aree
tratturali.
Gli agrimensori o compassatori alle dipendenze della Dogana consentivano il recupero dei suoli
tratturali o adibiti al riposo, illegalmente coltivati, o usati per costruzioni.
Tale forma di economia pastorale, cos‰ usata e sfruttata dalle strutture del potere centrale,
dopo tanti secoli, inizia uno strano fenomeno, come di distacco dal territorio; costretta dal suo
utilizzo indiscriminato e forzatamente incrementato, la transumanza produce una ricchezza che
si accumula all’esterno delle sue specifiche funzioni, che non produce affatto miglioramenti alle
condizioni sociali delle popolazioni e dei lavoratori del settore e che inoltre all’agricoltura danni
enormi e alla lunga, esiziali per il destino meridionale del dopo unificazione.
La monocoltura, la mancanza di strutture primarie e, di conseguenza, l’insufficienza di funzioni
secondarie e terziarie, all’infuori delle vie della lana sempre pi‡ usurpate dai baroni,
saccheggiate dai briganti, maldestramente difese dagli Aragonesi con l’allestimento di squadre
di cavallari (essi avrebbero dovuto assicurare una scorta alle greggi che dovevano raggiungere
le montagne abruzzesi ma in effetti si mostreranno come i pi‡ feroci autori dei furti di
bestiame ); tutto questo non • che in minima parte la sintesi di un inizio di decadenza culturale
ed economica che si specificher… per tutto il corso dei secoli XVI, XVII e XVIII.
Le speculazioni e gli investimenti su pecore o, approfittando di condizioni temporaneamente
favorevoli, ritorno al potenziamento del latifundum, le terre non coltivate per secoli, perchˆ
d’inverno luogo di pascolo per greggi, la scarsit… di manodopera specializzata, la mancanza di
attenzione ai problemi della sostenibilit… ambientale, l’assenza di sistemi di drenaggio e di
manutenzione, conducono ad un lento ma definitivo degrado geomorfologico ed idrografico del
territorio.
----------------------------------
( 1 ) cfr. Natalino Paone, La transumanza, immagini di una civilt•, Cosmo ed., Isernia, 1987;
pag. 23 e segg.
Due reazioni a tutto questo si ebbero gi… lungo il corso del 1600, modesti provvedimenti furono
presi assegnando parti delle terre salde per essere avviate a coltura e costituire colonie e in
seguito piccole borgate, insicure e dal clima, peraltro comune a gran parte del territorio ,
fortemente malarico.
Nel corso del ‘700 e dell’800 ( 2 ) frequenti sono i conflitti sorti per impadronirsi delle poste,
luoghi messi a locazione per il ricovero e il soggiorno delle pecore durante i mesi freddi, ma
anche delle terre assegnate a coltura da parte di grandi proprietari.
Insigni studiosi ed economisti come il Filangieri, il Galanti, Melchiorre Delfico avvertono la
gravit… della situazione e contestano la scelta economica di quel modello pastorale.
I Borboni concessero la riduzione dei confini dei tratturi e l’ampliamento delle zone destinate
alla semina e alle colture, pur predisponendo dei limiti, non potendosi superare un quinto,
aumentarono l’ammontare dei canoni per proprietari e pastori, e, se da circa un secolo le
assegnazioni dei pascoli avvenivano per professione volontaria, in base alla dichiarazione
personale di ogni locatario circa la grandezza, in numero di capi, del proprio gregge, dal 1788
in poi il regime doganale cominci† a cedere, Ferdinando IV consent‰ la nascita, in cinque siti
reali del Tavoliere, di colonie agricole; venne accolta la proposta del Filangieri di affittare i
pascoli per un numero di anni relativamente lungo; 6 anni, per consentire l’avvio di migliorie,”
ma l’infiltrazione degli insediamenti permanenti e l’estensione delle terre a coltura incalzavano
erodendo l’area pastorale doganale che, a fine secolo, risultava fortemente ridotta
territorialmente e col sistema fiscale molto indebolito sul piano dottrinario e giuridico-formale. Il
declino della transumanza dapprima lento e contrastato era ormai vicino al punto di non
ritorno “ ( 3 ). Solo il 21 maggio 1806, Giuseppe Bonaparte “ sciolse tutti i vincoli e le servit„ del
Tavoliere, e concesse ad enfiteusi perpetua, con diritto di affrancamento, le sole terre salde
a coltura” ( 4 ). Invano i Borboni, ritornati al potere, pur con molti tentennamenti e paure,
cercarono di annullare gli effetti giuridici ed economici delle avvenute enfiteusi ( legge 13
gennaio 1817 ).
--------------------------------------------
( 2 ) Ettore D’Orazio La pastorizia Abruzzese, studio bibliografico Adelmo Polla, Avezzano;
T. Runbolt, I tratturi e le trazzere, in Rivista del Catasto e dei servizi tecnici, 1959, n. 3.
( 3 ) Natalino Paone, op. cit., pag. 24
inoltre vedi A. Jamalio, Tratturi e trazzere, in “ annali d’Italia “, Roma 1937, pag. 420
( 4 ) Ettore D’Orazio, op. cit., pag. 8
Corografia della Daunia in et… imperiale – rif. La Daunia Antica, dalla preistoria all’alto
medioevo ( M. Mazzei )
Carta dei tratturi. I segmenti in verde indicano le coincidenze tra vie romane e tratturi.
LA TRANSUMANZA
Il contesto
Come abbiamo visto per i pastori la montagna e la pianura erano considerate complementari.
Sfruttando questo tipo di cultura, re Alfonso, al fine di aumentare le entrate fiscali, la pratica
della transumanza, che fino ad allora era facoltativa, la rese obbligatoria.
I pascoli del Tavoliere consistettero principalmente nelle locazioni distinte in ventitre ordinarie
( originarie ) e venti aggiunte.
Le ventitre locazioni originarie erano:
Andria, Apricena - Castel Pagano – Sant’Antonio, Arignano, Camarda, Candelaro, Canosa,
Casalnuovo, Castiglione, Cave, Cornito, Feudo, Guardiola, Lesina, Ordona, Orta, Ponte
Albanito, Salpi, San Giuliano, Sant’Andrea, Tressanti, Trinit…, Valle Vaccarella.
Le venti locazioni aggiunte furono:
San Giovanni e Rodi Garganico, San Giacomo e Monte San Nicandro, Lama Ciprana, San
Chirico, Fontanelle, Versentino, Farano, San Lorenzo, Fabrica, Correa ( grande e piccola ),
Siponto, Stornara, Stornarella, Camarelle, Quarto delle Torri, San Giovanni in Fonte, San
Giovanni di Cerignola, Canne. Gaudiano, Parasacco.
E’ stato appurato che i locati provenissero da trecentocinquanta paesi ed appartenessero a
duemilatrecentoquindici famiglie.
Una descrizione dettagliata di come si presentava il Tavoliere tra il 1577 e il 1579, epoca
della istituzione della Dogana della mena delle pecore, • riportata in una lettera scritta da
Camillo Porzio indirizzata a don Innico Lopez de Mendoza, Marchese di Mondesciar e vicer• di
Napoli ( 5 ):
“ Di Capitanata, ovvero di Puglia piana.
Distendesi la provincia di Capitanata, detta d• Latini Apulia Daunia, dal fiume Ofanto al fiume
Trigno; tiene il primo dall’oriente et il secondo dall’occidente. E’ provincia assai giovevole alle
altre del Regno, ma in quanto a sƒ ‚ la pi„ inutile che vi sia; perchƒ ‚ malissimo abitata, di non
buona aria, priva di alberi e di legna, poverissima di acque. La state viene infettata da
grandissimi caldi et innumerevoli mosche e gran copia di serpi: Gli uomini sono inetti all’arme
et alle fatiche, i cavalli deboli di forze. Dall’altro canto, produce questa provincia grano, orzo, et
altre biade in tanta quantit• che veramente si pu† chiamare il granaio non solo di Napoli e del
Regno, ma di molte citt• d’Italia. Vi si fa sale e salnitro; vi si transuma nel verno, e nutrisce la
maggior parte del bestiame del Regno, che da’ luoghi montuosi e freddi discende al piano, et
all’aria temperata di lei , et in tanto numero che alle volte passa i milioni. Discendono anche la
state in essa infinito numero di persone a mietere il grano; e la natura contra il male delle serpi
l’ha anche dotata del rimedio producendo in quelle parti assai cicogne che le divorano, le quali
fanno il medesimo servigio in Terra di Bari. Nascono ancora nel monte di S. Angelo erbe
salutifere, che con gran diligenza si cercano d• regnicoli e d• forestieri per comporre le
medicine.
E’ di poi questa provincia principal membro di entrate regie rispetto della Dogana del bestiame
e delle tratte del grano che in essa si esigono, per causa della quale abbondanza ed entrata
pu† essere desiderata da tutti i principi vicini e lontani.
Dalla parte di terra ha poche difese, e del mare potrebbe essere grandemente offesa, se le
fusse occupato monte S. Angelo che le sta di sopra, si come l’occuparono i Saraceni quando
dominavano la Sicilia, e tennerlo molti anni. Nƒ bastavano i regnicoli a cavarneli, se non
fussero stati aiutati per mare dagli Schiavoni, che allora, et anche di presente, frequentano
molto queste regioni e fannovi abitazione. Imper† che il monte gira pi„ di centocinquanta
miglia, et ha aspre salite; e sopra di esso vi sono acque, piani e boschi et assai terre e castella.
Et ha il lago di Varano di un cupo fondo e di circuito di trenta miglia, posto al lato del mare, che
con poca fatica potrebbe servire per un grande e sicuro porto. Per lo quale sospetto e per
avere Principi potenti intorno, come sono il Turco et i Veneziani, il Re in tempi sospetti
custodisce due terre del detto monte, S. Angelo e Viesti. Corrono per la provincia, oltra il fiume
Ofanto e Trigno, Fortore e Candelaro.
Vi ‚ il detto lago di Varano e quello di Lesina, che producono grossissime anguille, chiamati
capitoni; vi ‚ il lago (……) e il lago di Salpe con altri laghetti.
Ha di riscontro l’isola di Santa Maria di Tremiti, gi• detta Diomedea, et ‚ posseduta d• Canonici
regolari, che vi hanno un monastero in fortezza.
E’ numerata questa provincia dalla Regia Corte fuochi 19469.
Vi possiede il Re terre di demanio Manfredonia, Sansevero, Lucera, Foggia, Viesti.
Vi tiene due fortezze, Manfredonia e Viesti, e ponevi anche il presidio in tempo di sospezione
di armate nimiche.
Vi sono soldati del battaglione 982.
Ha un arcivescovato : Siponto.
I vescovati sono : Viesti, Larino, Lucera, Ascoli, Bovino, Lesina, Troja, Volturara, Termoli,
Salpe. I benefici de jure patronato regio sono: a Lucera il decanato, l’arcidiaconato, tesorerato,
cantorato, e l’alternativa dƒ canonicati.
I baroni titolati di detta provincia sono: il Principe di Ascoli, il Principe di Cirignola, il Duca di
Termoli, il Duca di Torre Maggiore, il Marchese di Vico, il Conte di Macchia, il Marchese di
Deliceto.
Fannovi due fiere l’anno, nella citt• di Lucera, et un’ altra nella terra di Foggia.
Vi tiene anche il Re la razza de’ cavalli.
Il governatore di questa provincia risiede nella terra di Sansevero, et ha due auditori.
Vi ‚ anco il doganiere di Puglia che esige nella terra di Foggia la dogana del bestiame, e tiene
uno auditore che fa ragione a’ pastori.
Nel soprascritto monte di S. Angelo ‚ una devotissima spelonca, dove apparve l’Arcangelo
Michele, e pienamente si frequenta da’ popoli vicini.
E’ anco in questa provincia un tempio celebre per tutto il Regno dedicato a S. Leonardo,
liberatore de’ prigioni e degli uomini posti in servit„. “
La dogana
L’ordinamento della Dogana, inizialmente fece aumentare il gettito fiscale nelle casse dell’erario
dello Stato, in seguito per†, per disposizione del vicer• Toledo, il sistema di conteggio effettivo
del bestiame che veniva condotto al pascolo nelle locazioni venne sostituito con quello della
professazione, ovvero professione volontaria, detto anche in alia , che rappresenta anche
l’inizio per la rovina del ceto dei locati. Inizialmente il locato pi‡ professava tanto pi‡ pascolo
riceveva, in caso di insufficienza l’amministrazione della Dogana acquistava erbe dai privati,
baroni e monasteri. Dalla miscela avidit… del governo – astuzia dei doganieri nacque un
sistema di sfruttamento che spogliava anche del pensum diei i poveri pastori abruzzesi.
Con la professione in alia ogni pastore, ascritto ad una locazione, aveva diritto all’erbaggio non
in proporzione al numero dei capi ma a quanto professato ( dichiarato ), ovviamente chi pi‡
professava pi‡ pagava.
----------------------------------
( 5 ) cfr. Mario A. Fiore , Demani e usi civici nel regno di Napoli, 2007, ed. Comune di
torremaggiore;
Di contro, se il fisco aumentava gli introiti, a parit… di estensione di terreno, si veniva a sottrarre
terreni a pascolo a chi professava di meno costringendo i pastori a trattare erbaggi con i locati
delle poste contigue e a pagare di nuovo l’erba gi… acquistata dal fisco.
Ne deriv† che l’unica forma di difesa era quella di professare pi‡ degli altri con il risultato di
aumentare la conflittualit… specie nei periodi in cui vi era scarsit… di erba.
Alfonso determin† che i pascoli non fossero pi‡ oggetto di stipulazioni private, bens‰ solo lo
stato potesse disporne, per tali motivi prese in locazione perpetua i fondi dei privati e dei baroni
( che potevano disporne solo in periodo estivo ) e divise tutto il territorio in locazioni, lasciando
solo una parte del territorio adibito a masserie di campo e portate, coltivate a cereali dai
proprietari originari dei luoghi. E’ facile capire come sia i baroni che i massari di campo
sconfinassero abusivamente nella zona delle locazioni per aumentare a scapito dei locati
l’estensione dei loro terreni. Fin dall’inizio dell’istituzione della Dogana, ancor pi‡ durante il
periodo del viceregno, la Capitanata fu teatro di abusi e violenze perpetrate dai baroni ai danni
sia delle popolazioni che dei pastori, questi a mala pena protetti dai privilegi del foro doganale.
Alle pressanti richieste dei locati abruzzesi che lamentavano la sottrazione di terre da parte dei
baroni, re Ferrante, nei capitoli promulgati il 17 dicembre 1480, dispose una prima verifica
della estensione del Tavoliere; la reintegra venne effettuata il 1483, riportando i pascoli ai
provvedimenti fondativi di re Alfonso, ai tempi del primo doganiere Montluber. In poco pi‡ di
venti anni i terreni vennero di nuovo occupati ed i locati, nel 1507, si videro costretti a ricorrere
a Ferdinando il Cattolico, per promuovere una nuova reintegra. L’esecuzione venne affidata al
presidente della Camera della Sommaria, Antonello di Stefano, che per una serie di motivi non
la port† mai a termine. Qualche decennio dopo, per volont… del vicer• di Toledo, si pose mano
ad una nuova reintegra, affidata al luogotenente della Camera della Sommaria Francesco
Revertera, al quale venne affiancato il presidente Alfonso Guerrero.
La reintegra fu disposta con provvedimento del vicer• del 3 ottobre 1548.
A fine operazioni si riscontr† che tutto il Tavoliere era formato di 15495 carra ( * ), di cui 9139
pascolative e 6356 a coltura. La maggior parte degli studiosi di economia e finanza del Regno,
consideravano il sistema Tavoliere un cancro; si andava affermando sempre pi‡ l’idea che la
sola percezione degli affitti era riduttivo rispetto alle potenzialit… dei terreni.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
( * ) carro – estensione agraria pari a venti versure ( Ha 24.69.00 )
Dopo qualche mese dalla conquista del Regno, Giuseppe Bonaparte, l’8 maggio 1806, entrava
in Foggia e poteva rendersi conto di persona dello stato della Dogana e del Tavoliere. dopo
meno di due settimane, il 21 maggio, venne emanata la legge per la censuazione del
Tavoliere di Puglia, fondamentale per ogni altra normativa successiva sull’oggetto. Il testo si
compone di 44 articoli, racchiusi in cinque capitoli: 1. Dell’enfiteusi delle masserie delle terre
salde di Corte a coltura; 2. Della enfiteusi delle locazioni; 3. Della redenzione delle servit‡ sulle
terre di portata; 4. Dell’enfiteusi delle terre azionali spettanti ai luoghi pii; 5. Disposizioni
generali.
L’intenzione del legislatore era di far decollare sia l’agricoltura che la pastorizia e di realizzare
delle entrate cospicue in favore dell’erario. Venne abolito il Tribunale della Dogana ed istituita la
Suprema Giunta per la censuazione.
La legge del 12 dicembre 1816, sull’amministrazione civile, all’art. 189, disponeva che “ l’uso
l’uso civico si esercita dai cittadini per gli animali addetti alla loro particolare industria. Ne sono
quindi esclusi i negozianti di bestiame ed i censuari di Puglia gi… detti locati. Essi possono
parteciparvi nei Comuni a cui appartengono per quella sola parte di animali che serve alla loro
particolare industria nella latitudine che compete ad ogni altro ricco cittadino.”
Fra alterne vicende la Dogana sopravviveva fino a quando le tre leggi del Parlamento Italiano
del 26 febbraio 1865, del 7 luglio 1868 e del 7 marzo 1871 non la toccarono pesantemente. “ I
molteplici intricatissimi vincoli furono disciolti; il dominio diretto del Tavoliere fu convertito in un
credito ipotecariamente privilegiato verso i censuarii, composto da un capitale equivalente a
ventidue volte il canone che precedentemente si contribuiva, e pagabile in 15 rate annue con
l’interesse del 5% decorrente dal 1 gennaio 1872; ogni altro diritto di pascolo estivo ed
autunnale di promiscuit• o di uso civico, venne recisamente abolito “ ( 6 ); in tal modo gli
affittuari divennero proprietari a tutti gli effetti di legge sia per l’utilizzazione che la destinazione
delle terre.
Nel 1865 le operazioni che erano di pertinenza della Dogana furono affidate alla Direzione
Generale delle Tasse e del Demanio di Foggia ( poi Intendenza di Finanza, con Legge 26
settembre 1869 n. 5286 ). Questa trasformazione segn†, in modo evidente, cambiamenti anche
a carico dell’economia e dell’agricoltura in particolare ( 7 ).
D’altronde le molte e ripetute reintegre non fecero altro che mettere in luce sia i dissesti dei
tratturi che l’abbandono delle colture con la necessit… di grandi dissodamenti di terre.
I tratturi vengono sempre pi‡ disertati; i pastori cominciarono, per questi motivi, a preferire, per
la transumanza, i percorsi di induzione verso le campagne laziali e questo anche a causa dei
continui furti, delitti, violenze e pericoli che i boschi di Setacciato e del Saccione, vasti e non
protetti, frequentemente favorivano.
Per questo studio e per meglio individuare i termini specifici dell’economia transumatica anche
nel loro variare nel tempo e, per questo discorso, il loro deperire, si esamini il quadro, di seguito
riportato, che riproduce il numero dei capi che attraversano il Tavoliere ( 8 )
1440 2.500.000
1461 900.000
1474 1.700.000
1494 1.700.000
1540 1.500.000
1556 1.517.000
1574 3.000.000
1592 3.747.000
1602 4.700.000
1604 5.500.000
1610 2.000.000
1612 580.000
1649 1.200.000
1733 850.000
1793 750.000
1808 700.000
1815 950.000
1840 1.200.000
1860 760.000
1877 730.000
1951 400.000
1958 205.000
------------------------------------------------------
( 8 ) M. De Martini, i tratturi demaniali e la loro liquidazione, in rivista del Catasto e dei Servizi
Tecnici Erariali, n. 3, 1959, pag. 169 e segg.
I molti anni i proprietari dichiaravano un maggior numero di pecore per poter avere pi‡ vasti
pascoli in assegnazione. Alcune brusche riduzioni ( 1610 ) sono state provocate da epidemie,
in questo caso dal vaiolo e quella del 1612 da un inverno rigidissimo che consent‰ a pochi
animali di sopravvivere.
Pertanto, gi… nella seconda met… dell’ ‘800, il numero sempre minore di pecore transumanti, i
vasti movimenti migratori che interessano le aree limitrofe i tratturi e la conseguente
espansione urbana, rappresentano tutti fenomeni tesi a restringere i limiti tratturali che
diventano molto vicini a quelli di una comune strada.
Oltre alla legge n.793 del 21 agosto 1862 altre ( 1865 ) consentirono ad alcuni Comuni in
Provincia di Campobasso e Benevento di attiva reintegre a loro spese ed, in cambio, per
compenso, di ricevere la met… dei tratturi la cui larghezza si ridusse a m. 5.55 ( 9 ).
Gi… agli inizi del ‘900 i tratturi, equiparati alle strade statali ( 10 ) terminano di assolvere
pienamente alle loro funzioni.
Sostituite dalle rotabili e dalle strade ferrate, le poste, dissodate, vengono destinate
all’agricoltura e nell’area del demanio, grazie al processo di affrancamento , sorgono molti
poderi privati. I nuovi proprietari riservano al pascolo piccolissime zone, spesso approfittando
dell’anno di riposo o del periodo delle stoppie.
Per questo, dopo che la transumanza, per secoli, ha rappresentato l’area abruzzese, molisana
e pugliese, una grandissima risorsa economica, anche se con le dovute riserve
precedentemente messe in evidenza, e sicuramente
un tracciato dalle enormi valenze culturali, viene da questo momento in poi messa in crisi e si
dubita circa l’utilit… stessa dei tratturi.
La legge del 1908 che istituiva il Commissariato per la reintegra dei Tratturi, aliena quasi
interamente l’intera rete ad eccezione dei quattro ritenuti fra i pi‡ importanti ( L’Aquila – Foggia,
Pescasseroli – Candela, Lucera – Castel di Sangro ). Uno fra i provvedimenti emessi dal
Commissariato fu la vendita di alcuni tratti del suolo tratturale; in uno era compreso un intero
centro urbano: quello di Raiano sul Celano-Foggia. Ma problemi procedurali e soprattutto la
prima guerra mondiale bloccano la possibilit… di molte attuazioni.
Il fascismo, negli anni che seguono, non sottovaluta e nˆ trascura tale problematica, anzi,
approfittando della drastica riduzione del numero degli animali transumanti, della necessit… di
bonificare ampie zone o di recuperare spazi urbani a costo zero per costruire edifici pubblici, e
della obiettiva difficolt… a reintegrare l’intero tracciato tratturale ormai definitivamente
spezzettato da appropriazioni abusive e da colture attivate dai frontisti, dona antiche sedi
tratturali e vaste aree adibite al pascolo agli invalidi di guerra e a quelli della rivoluzione
fascista, o permette di costruire case per l’edilizia economica e popolare.
---------------------------------------------------------------------
( 9 ) M. De Martini, op. cit. Lo stesso autore fa presente che vendite sporadiche erano gi…
avvenute come quella del 1656 per il Comune di Castelfrentano e in seguito per altri venti
Comuni che sorsero in parte sui tratturi.
( 10 ) legge 20-03-1863, n. 2248, all. F.
Tali iniziative dimostrano come anche durante il ventennio fascista permangono a carico del
Sud, quelle scelte di tipo economico, estremamente nocive e comunque, sicuramente
discutibili: non incentivazione delle colture
intensive, una bonifica non supportata da infrastrutture secondarie, protezione politica ai grandi
latifondisti, attenzione economica sensibile solo nei confronti di aziende agricole a produzione
di tipo estensivo: grano.
Nella tabella che segue, sono indicate le superfici vendute dai diversi Uffici dal 1656 al 1936, la
superficie delle vendite eseguite dal Commissariato dal 1937 al 1958, l’area tratturale occupata
dalle strade ordinarie, dalle ferrovie e dalle acque pubbliche, quella occupata in maniera
abusiva e, infine, quella disponibile ( 11 )
-------------------------------------
anni capi
-------------------------------------
1950 120.000
1951 71.000
1958 28.000
1960 45.000
1968 36.000
Sprengel ricorda, inoltre, come in questi anni ( ’50 – ’70 ), gli spostamenti a piedi riguardano
distanze brevi per le quali occorrono uno al massimo due giorni ( 14 )
( 11 ) Le leggi pi‡ importanti a tal proposito sono quelle del 30 dicembre 1923 n. 3244, con la
quale il Commissariato con tutto il personale passava alle
dipendenze del Ministero dell’Economia Nazionale e il decreto 16 luglio 1936, n.1706. Per
questo e per i dati riportati cfr. M. De Martino op. cit.
( 12 ) N. Paone, La transumanza, op. cit., pag. 27.
( 13 ) ivi.
(14) U. Sprengel, La pastorizia transumante nell’ambiente dell’Italia centro-meridionale,
Marburg 1971.
Il Palasciano ha censito tutto ci† che rimane della rete tratturale con questi dati ( 15 ):
estensione accertata: ha. 16.530, di cui 12.000 ha. reintegrati e 4530 ha. da
reintegrare;
dei 12.000 ha. del Demanio Regionale, solo 6.000 ha. sono occupati da strade, ferrovie
e corsi d’acqua ( 3.000 ha. ) o non praticabili per eccesso di pendenza ( 3.000 ha. ) ( 16 ).
Spinte sociali e di natura psicologica, proprie di generazioni sempre pi‡ imborghesite, insieme
ad obiettive difficolt… ( norme pi‡ restrittive sul rapporto fra numero di capi in migrazione e
personale addetto ) ( 17 ), hanno contribuito a rendere definitivo l’abbandono di questa attivit….
--------------------------------------------
( 16 ) Le Regioni possono decidere sul destino del Patrimonio tratturale in base all’art. 66 del
D.P.R. del 24.07.1977 n. 616 e successive modiche e integrazioni oltre alle leggi, in materia,
che le Regioni interessate hanno emanato in modo autonomo.
( 17 ) Le nuove norme impongono 1 addetto ogni 50 capi sul tratturo e 1 addetto ogni 25 capi
sulle rotabili ( il rapporto tradizionale era 8 – 10 addetti ogni 800 – 1000 capi ) - cfr. N. Paone,
op. cit., pag. 29.
reintegra dei regi tratturi, dogana delle pecore, ( s.l.f. 18 anno 1651 ) – archivio di stato di Foggia
reintegra dei regi tratturi. ( Alfonso Crivelli anno 1712 ) – archivio di stato di Foggia
reintegra dei tratturi. ( anno 1810 ) – archivio di stato di Foggia
reintegra dei tratturi. ( atl. 43, c.8 anno 1835 ) – archivio di stato di Foggia
IL TERRITORIO DELLA TRANSUMANZA NELLA CAPITANATA
I caratteri dell’insediamento
Come in molti paesi mediterranei, l’agricoltura nella provincia di foggia • un prodotto pi‡ del
clima che del suolo ed il ruolo agricolo che il primo esercita, in una variet… di condizionamenti, •
stato tale da determinare , fino agli inizi dell’ottocento una distribuzione produttiva
prevalentemente a mezza costa; “…la coltivazione meno sensibile alle base temperature: il
grano, non supera gli 800 – 900 m. s.l.m., mentre le altre due colture che hanno consentito di
estendere l’agricoltura in montagna: la segala e la patata erano di troppo recente introduzione
per aver gi• determinato degli insediamenti in quota. A valle, d’altra parte, il paludiamo
consigliava , agli abitanti e alle coltivazioni, di rimanere per quanto possibile in posizione
elevata.” ( cit. A. Filangieri Territorio e popolazione nell’Italia meridionale ).
Queste osservazioni definiscono abbastanza chiaramente la configurazione delle colture, se si
tiene presente la struttura orografica, geomorfologia ed idrologica della Capitanata. “…Ma per
comprendere come l’esercizio dell’agricoltura si svolgesse, occorre rifarsi alla posizione degli
abitati. Il lavoro per la coltivazione, per pascolare il bestiame e per far legna, doveva essere
fornito quasi ovunque da popolazioni che non risiedevano direttamente sul luogo ma che
vivevano in villaggi o in borghi agricoli.
La possibilit• di ogni terreno di venir coltivato era dunque condizionata dalla distanza al centro
abitato, distanza che doveva venir coperta su sentieri malagevoli a piedi o a dorso d’asino,
recando con sƒ gli attrezzi per lavorare il terreno.
Anche se percorrenze prolungate erano da considerarsi normali, pur tuttavia si aveva una forte
tendenza al rarefarsi della coltura man mano che ci allontanava dai luoghi di residenza.
Lontano da questi ultimi erano poi escluse le produzioni maggiormente soggette a furti ed a
danneggiamenti come quelle arboree in generale.” ( op- cit. ).
Da queste esigenze prendeva dunque forma una distribuzione assai vicina a quella teorizzata
da Von Thunen, in cui attorno al villaggio si addensano le colture pi„ esigenti: per la
sorveglianza dei prodotti ( es. i frutteti ), per la gravosit• dei trasporti ( es. i boschi ) , per il
numero di giornate di lavoro richieste ( es. i vigneti ). Pi„ oltre si distribuiscono i cerali che,
richiedendo meno giornate di lavoro, si adattano meglio a posizioni lontane e raggiungibili con
difficolt• ed infine pi„ lontano i pascoli.
A questa distribuzione ‚ legata la localizzazione degli insediamenti residenziali, d’altro canto
condizionata dagli eventi storici di diversa natura ( epidemie malariche, incursioni,
defeudalizzazione, terremoti ecc.) che hanno variamente caratterizzato e determinato la spinta
demografica e la conseguente espansione nel territorio.
In definitiva il territorio ‚ caratterizzato da una serie di concentrazioni urbane immerse in una
campagna scarsamente antropizzata.
Idrologia
Il territorio della capitanata • interessato da un reticolo idrografico minore caratterizzato dai
torrenti Candelaro, Cervaro e Carapelle che discendono verso est per sfociare in mare.
In ogni caso i corpi idrici non si possono definire perenni, per cui il reticolo idrografico
superficiale • quasi inesistente. Caratteristica dell’area • una duplice circolazione sotterranea
da una falda profonda ed una superficiale. Quella profonda che rinviene a notevole profondit…,
ha acque caratterizzate da un elevato contenuto salino a causa di fenomeni di contaminazione
marina. Il livello della flda superficiale varia da zona a zona in dipendenza del substrato, degli
emungimenti per l’irrigazione. Un elemento di criticit… • rappresentato dall’alto livello di
vulnerabilit… delle risorse idriche sotterranee determinato dal tipo e dallo spessore dei substrati
del suolo. La permeabilit… dei terreni del medio e basso tavoliere va da bassa a media, mentre
nella parte nord la permeabilit… diminuisce diventando da scarsa a bassa.
Estratto dal DPP per la formazione del PUG – Comune di Foggia 2005
Siti di interesse naturalistico
ll bosco Incoronata
“ la grande moltitudine dei cafoni e dei contadini viene a piedi, taluni facendo fino a ottanta
miglia per venire a visitare la Madonna dell’Incoronata. L’arrivo di queste carovane ‚
singolarissimo e pittoresco; si pu† vedere attraverso le grandi distese di grano, per parecchie
miglia di distanza, i pellegrini ordinati in lunghe file; sembrano delle processioni di formiche. Si
sentono in lontananza delle melodie alternate, voci di donne e voci di uomini, rinforzarsi a
misura che si avvicinano al bosco delle querce, arrivano sfiniti e stanchi appoggiati al loro
bastone di pellegrini. Appena giunti fanno tre volte il giro della chiesa e poi si inginocchiano
davanti alla porta….”
Cos‰ descriveva, nei suoi appunti di viaggio, l’arrivo di pellegrini all’inizio del novecento la
viaggiatrice inglese E. Ross.
Il senso storico del bosco dell’Incoronata • da ricercarsi sia nella tradizione religiosa che nella
dimensione ludica.
Gi… nel 1254 Manfredi, fra le pompose feste per la sua incoronazione organizzo una grande
partita di caccia con oltre 1500 invitati col risultato di una considerevole distruzione di
selvaggina.
Nei secoli successivi, l’allodio dell’Incoronata, forse per la sua particolare posizione
pianeggiante, • sempre stato uno dei preferiti delle Case Regnanti dell’ Italia Meridionale fino
a quando , nel 1759 Carlo III di Borbone, chiuse l’attivit… della caccia reale.
caratteri climatologici
Le precipitazioni annue variabili tra i 400 e i 500 mm. Caratterizzano il clima con temperature
medie variabili tra i 10 – 20 ŠC, con minimi assoluti di -10 ŠC e massimi assoluti di +45 ŠC. La
zona, inoltre • soggetta ad escursioni termiche molto sensibili, in media di circa 20 ŠC ogni
anno.
caratteri geologici
Il sottosuolo • costituito da strati composti, procedendo dal basso verso l’alto, di argille azzurre
plioceniche, argille giallastre, sabbie argillose, sabbie e limo.
Il rapporto tra piogge e temperature estive • sempre largamente inferiore a 10, per cui il
territorio in esame ricade nell’ambito della zona a clima caldo-arido.
Popoletum albae
associazione a Pioppo bianco compreso i canneti Ha 44.15.20
Fraxinetum
associazione di bosco misto di frassino Ha 8.00.00
Quercetum pubescentis
associazione a Roverella con molti esemplari secolari Ha 13.00.00
Quercetum pubescentis
associazione a Roverella costituita da gruppi pi‚ o meno ampi e sparsi Ha 28.89.60
con radure.
Totale Ha 90.04.80
La seconda associazione • stata impiantata artificialmente ed • essenzialmente costituita da:
o i termini lapidei
I termini furono apposti in occasione delle varie reintegre succedutasi nel tempo. Essi portano
sulla faccia anteriore una numerazione progressiva( da un lato del tratturo i numeri dispari,
dall’altro i pari ) e su quella posteriore la scritta R.T. ( Regio Tratturo ) e l’anno in cui furono
apposti.
o le poste
La struttura doganale, nel 1447 venne gestita dal doganiere F. Montluber, che utilizz† per il
pascolo del bestiame i possedimenti della Corona nel Tavoliere e altri territori di feudatari, enti
ecclesiastici, comunit… locali.
Queste propriet…, chiamate locazioni, a loro volta furono suddivise in porzioni minori dette
poste o iacci, ovili che venivano assegnati ai proprietari del bestiame, i locati, con relativo
pascolo proporzionato all'armento.
La posta doveva essere riparata dal vento, orientata a sud, in leggera pendenza, dove gli ovini
passavano la notte o i giorni pi‡ freddi.
L'assegnazione della posta, avveniva dopo il controllo del numero di pecore denunciato dal
pastore e veniva fatta dal Doganiere che destinava al gregge, ancora nel riposo, la locazione
e la posta adatta prendendo nota per la riscossione della relativa fida in maggio.
transumanza e posta
o le taverne
Le taverne erano delle osterie attrezzate poste lungo gli assi tratturali, dotate di servizi ricettivi
sia per i pastori che per gli animali; per questi ultimi, non volendo usufruire della possibilit… di
un ricovero al chiuso, si potevano montare dei recinti smontabili.
La religiosit… era strettamente legata al mondo dei pastori, non • un caso che nell’iconografia
cristiana Cristo nasce in una mangiatoia con i pastori che mettono a disposizione i loro animali.
Pertanto, col diffondersi del Cristianesimo, lungo le vie tratturali e/o in territori a loro correlati
nascono cappelle e piccole chiese dallo stile essenziale, luoghi non solo di culto ma anche di
commercio. Infatti, in determinati periodi dell’anno e in concomitanza della transumanza si
svolgevano delle fiere per la promozione di prodotti tipici.
Questi manufatti, indispensabili per la vita sia degli uomini che degli animali, sono presenti
lungo tutti i percorsi tratturali e rappresenta un patrimonio archeologico assolutamente
originale.
o la vegetazione
Lungo tutto il percorso il bestiame arricchiva il terreno di liquame per cui si sviluppava una
vegetazione tipica dell’habitat legata al ciclo dei nitrati quali l’ortica, i cardi, i verbaschi.
o l’ambito extraurbano
la strada
il suolo
la masseria
il paesaggio
o antropizzazione in ambito urbano
n e l la z o n a u r b a n a i l tr a t tu re ll o c o in c i d e c o n v ia
S . P e l l ic o .
D a l l' i n c r o c io c o n v ia M . N a to la , c o n v e rs o u s c e n _
t e d a ll a c i tt • , c o i n c id e c o n la s t r a d a C a m p o r e a le .
indentificazione urbana
32
compromissione
livello di
A s c o li.
D a l l' in c r o c io c o n l a t a n g e n t e s e t te n t r io n a le ,
c o n v e r s o u s c e n t e d a l la c it t • , c o i n c id e c o n v ia
d e g li A v i a t o r i.
indentificazione urbana
36
compromissione
livello di
G a l ia n i , p r o s e g u e c o n v ia le F o r to r e e c o s te g g ia
i l c o m p le s s o d e l C a m p o F i e r e d i F o g g ia .
I l tr a t tu r e ll o ‚ r i c o n o s c ib il e s o lo p e r l a p a r t e e x tr a -
u r b a n a .
indentificazione urbana
41
compromissione
livello di
tratturello Foggia-Tressanti-Barletta
n e l la z o n a u r b a n a i l tr a t tu r e l l o c o in c i d e p e r u n
t r a t t o c o n v i a l e F o r t o r e e p e r la p a r te r e s i d u a c o n
v ia C a s ti g l io n e .
45
indentificazione urbana
compromissione
livello di
V . G i o b e r ti.
L a id e n ti fi c a z i o n e ‚ p o s s ib il e d a l li m i te d i in te r s e _
z io n e c o n l a c i r c u m v a ll a z io n e i n p o i, c o n v e r s o
u s c e n te d a l la c i t t• .
indentificazione urbana
35
compromissione
livello di
t ra s v e r s a lm e n te l a c i t t • e p e r la r e s id u a
p a r t e c o i n c id e c o n s t ra d a e s t e r n a a l c o m p a rto
O rd o n a S u d d e ll a n u o v a z o n a 1 6 7 .
L a id e n ti fi c a z i o n e ‚ p o s s ib il e d a l l' i n c r o c io c o n
M o n s . F . F a ri n a i n p o i, c o n v e r s o u s c e n te d a lla
c it t • .
indentificazione urbana
37
compromissione
livello di
tratturello Foggia-Ordona-Lavello
n e l la z o n a u r b a n a i l t r a t t u re ll o c o in c i d e c o n v ia
S c i ll it a n i, c o n i l s o t t o v ia d e l v ia le F o r t o re e c o n
v ia d e l M a re .
42
indentificazione urbana
3
compromissione
livello di
F o g g i a - L ' a q u i la e n e l la z o n a u r b a n a r is u l ta
o c c u p a t o d a c a s e c o s t r u it e s i a in e p o c a r e m o ta
c h e r e c e n te .
O lt r e l a s e d e f e r r o v i a r i a F o g g i a - L u c e r a , c o n v e r s o
u c e n t e d a ll a c i tt • , e s s o c o in c i d e c o n l a s t r a d a
v ic in a l e V i ll a n o v a .
86
indentificazione urbana
compromissione
livello di
S . S e v e r o .
indentificazione urbana
compromissione
livello di
t ra s v e r s a lm e n te i l te s s u t o e d i f ic a to , n o n ‚
p o s s ib i le , q u in d i , la s u a i d e n t if ic a z io n e .
o lt r e il p o n t e fe rr o v ia ri o , i l tr a t tu ro
c o in c id e c o n v ia M a n f re d o n ia .
indentificazione urbana
compromissione
livello di
a tt ra v e rs a tr a s v e rs a l m e n t e il t e s s u to e d ific a to ,
p e r u n ' a l tr a p a rt e c o in c i d e c o n v ia L u c e ra .
indentificazione urbana
5
compromissione
livello di
t ra s v e r s a lm e n te i l te s s u t o e d if ic a to p e rt a n to
l a s u a id e n ti fi c a z i o n e ri s u lt a c o m p ro m e s s a .
indentificazione urbana
compromissione
livello di
Il nodo tratturale
“ Fra il recinto della citt• di Foggia, dal lato est, ed un suo sobborgo giace un pianura di forma
parallelogrammica la cui larghezza ‚ di circa 400 palmi e la lunghezza di palmi 1.400 che
chiamasi il Piano della Croce.
Vien cos‹ denominato da una colonna sormontata da una croce di ferro sostenuta da una base
circolare a diversi ripiani restringentesi a misura che si elevano dal suolo.
Alcune tradizioni dicono che in quel punto cessarono di vivere i santi Guglielmo e Pellegrino
antiocheni, venerati attualmente come protettori di Foggia. Altri vogliono che sia una semplice
opera civica eretta al momento che fu inaugurato lo stabilimento del Piano della Croce.
Questo Piano ‚ un aggregato di pi„ centinaia di fosse scavate e costruite pel deposito di generi
cereali degli agricoltori foggiani e forma uno stabilimento utile ad produttori e negozianti di essi.
Le fosse sono profonde fino a 20 palmi e pi„. La loro forma ‚ conica slargata, la cui cima ‚
troncata mercƒ un’apertura quadrata di circa tre palmi per ogni lato o circolare di tre palmi di
diametro ( quale apertura si chiama il boccale ) per immettervi e per estrarre le granaglie.
Nell’interno della fossa o sia del cono si fa un rivestimento a fabbrica con calce e pietre
calcaree friabili dette “ cruste “; questo rivestimento giunge fino all’apertura o sia boccale e
viene orlato da pietre da taglio; nel fondo poi ella fossa o sia alla base del cono i costruisce un
pavimento con calce e mattoni.
Sull’apertura o sia sulla bocca delle fosse si adattano dei tavoloni per chiuderle e opra di essi si
gitta del terreno in modo da fare una protuberanza di circa due palmi dal livello del piano.
Questo terreno serve a riconoscere il sito delle fosse che ad impedire che l’acqua delle piogge
penetri e guasti il genere.
Le fosse cos‹ costruite e cos‹ mantenute conservano le granaglie in buono stato per molti anni,
ve ne sono delle piccole capaci di 200 e 300 tomoli ( 1 ) e altre che ne possono contenere
1.000 a 2.000; ci† dipende dalla profondit• non solo, ma dalla figura pi„ aperta che si d• al
cono.
Il numero di esse ‚ di circa mille……….) ( descrizione del Piano della Croce fatta dal Notaio
F.P. Modula il 17 agosto 1845 ).
( 1 ) unit… di misura del grano: 1 tomolo ( prima del 1840 ) equivale a 55.319 litri
1 tomolo ( dopo il 1840 ) equivale a 55,545 litri 46-48 kg (in funzione della qualit… dei grani ).
Charles Yriarte, corrispondente della rivista francese le Tour du Monde, nel 1975 scriveva : “ E’
la prima volta, dopo l’Algeria e il Marocco, che io constato de visu l’abitudine che hanno gli
abitanti dei paesi meridionali ricchi di grano di conservarli nei silos.
Una delle porte della citt• d• su una vasta piazza. Piano della Croce o Piazza delle Fosse,
sotto il cui suolo si aprono pi„ di mille fosse o pozzi di grano, a forma di tini, la cui apertura, al
livello del suolo, si ricopre di un soppalco su cui si stende uno strato di terra. Una volta riportata
la terra su questo impiantito, non si scorge alcuna traccia delle fosse a tal punto che le vetture
vi stazionano, i cavalli e le bestie le percuotono; sarebbe impossibile sospettarne l’esistenza
senza un tassello di pietra con un numero che le distingue.”.
Allo stato attuale non vi • nessuna traccia che ricordi il passato. Il Piano delle Fosse • stato in
parte occupato da costruzioni e le fosse residue riempite di terra.
L’istituzione post-romana delle fosse granarie ( horrea fiscalia ) si deve a Federico II che nella
costituzione di Melfi del 12 giugno 1231, istitu‰ un tributo in natura sui cereali pari a 1/12 della
quantit… prodotta. Inoltre si obbligava i contribuenti a portare il tributo a proprie spese nei
magazzini imperiali posti nei luoghi a prevalente attivit… agricola ( …ad orrea imperialia, que
statuta sunt per civitates et loca, in quorum territorio agricolturam exercent…) (2)
La costituzione prevedeva inoltre l’istituzione di fondachi doganali nei quali doveva essere
immagazzinata la merce. Sia i fondachi doganali, che i magazzini per cereali furono fatti in
prossimit… delle sedi degli Ufficiali della Curia imperiale: presso la porta principale della citt…,
vicino al castello o al palazzo della Curia. Nella maggior parte dei paesi della Capitanata i
depositi dei cereali erano costituiti da fosse poste in prossimit… di piazze adiacenti gli uffici della
Curia.
Le fosse resistettero anche alla crescente invadenza della Mena delle Pecore istituzionalizzata
da Alfonso I d’Aragona nel 1442, l’Universit… di Foggia, infatti, in considerazione che la sua
terra non have altra industria che da fare campi de grani, ottenne nel 1479 da re Ferdinando il
rispetto delle mezane antique dove per lo passato solevano fare pascere et tenere li loro bovi
domiti et in quelle possano fare pasculare dicti bovi.
Le fosse granarie furono dimesse l’11 settembre 1937, con l’inaugurazione da parte del
Principe Umberto di Savoia del grande silos granario di via Manfredonia .
E. Winkelmann, Acta Imperi inedita . Innsbruck, 1880, pagg. 615/616.
obiettivi di fondo
La stesura del Piano Comunale dei Tratturi del Comune di Foggia riserva una serie di
riflessioni sia sul metodo di approccio e sia sulla condizione culturale ed economica che tale
realt… • stata ed • in grado di sviluppare.
Il P.C.T. interessa tutto il territorio comunale in particolare si propone di affrontare il problema
della riqualificazione delle aree dei percorsi tratturali che nel tempo hanno assunto molte
caratterizzazioni lungo tutto il sito individuando alcune tipologie insediative come: l’urbano
industriale, l’agrario, il naturale e il seminaturale; il tutto determinatosi dalle diverse
antropizzazioni.
Si Innestano cos‰ una serie di valutazioni e connessioni ai fini di una riqualificazione in grado di
valorizzare i vari siti incidendo sul sistema fisico percettivo.
Il piano pertanto si configura come uno strumento di pianificazione e organizzazione
territoriale finalizzato a degli approfondimenti e valutazioni sulla riorganizzazione e
valorizzazione del paesaggio urbano, attraverso il principio della riqualificazione degli spazi
capaci di esprimere nuove finalit… in continuit… storico patrimoniale del sistema tratturale.
Pertanto questo tipo di assunzione di metodo andr… a favorire un’ ipotesi di recupero dei tratturi
i quali si devono proporre come luogo di attivit… e di trasformazione capaci di esprimere una
sostenibilit… economica e ambientale.
Per rafforzare tale ipotesi poniamo un attimo la riflessione su quella che • stato, nella storia, il
sistema infrastrutturale dei tratturi e quale valorizzazione • stata impressa ad esso e quali
interventi possano consentire la conservazione di queste realt… fisiche che su linee fratturali si
snodavano su diversi territori regionali.
I tratturi interessati che si concludono sul territorio comunale di Foggia sono: Foggia-L’Aquila,
Foggia-Celano, Foggia-Campolato, Foggia-Ofanto, oltre ad una serie di tratturelli.
Questi hanno rappresentato un sistema infrastrutturale di collegamento mettendo in relazione
fisico-economica le diverse realt… territoriali regionali.
Oggi nell’ottica di un progetto unitario si pu† prevedere una loro utilizzazione che consenta,
nello specifico, di restituire valori storici ed economici in dei circuiti tematici che trovano
riscontro sul territorio stesso.
Per questo si dovr… creare un parco dei tratturi che possa muovere interessi dall’area del
Comune di Foggia per ampliarsi sul territorio regionale al fine di rendere il recupero un valore
unitario con occasioni tematiche per l’economia di tutto il territorio.
la trama tratturale
INDAGINI PRELIMINARI
fonti cartografiche
La procedura, cos‰ come progettata e realizzata, al fine di consentire una idonea
funzionalit… e semplicit… d’utilizzo, risulta essere distinta nelle seguenti fasi di lavoro:
cs_catasto.map
Cartografia catastale costituita dall’unione territoriale di n. 219 fogli di mappa, con
relativi n. 24 allegati di tipo X e n. 24 allegati di tipo _X) in agro del Comune di Foggia,
aggiornati al 20/12/2006.
cs_prg92.map
Cartografia di gestione dello strumento urbanistico vigente (Piano Regolatore Generale
1992), del PUTT e del PAI ( aggiornato al 29 giugno 2006 )
cs_ortofoto.map
Cartografia catastale degli elementi grafici di sfondo riferiti ai fogli di mappa costituenti
l’agro del Comune, aggiornati al 20/12/2006_
Nello specifico, i seguenti file di lavoro comprendono la gestione delle relative banche dati:
cs_catasto.map
Cartografia catastale fogli di mappa costituenti l’agro del Comune.
1. Gestione Acque (fiumi, torrenti e corsi d’acqua).
2. Gestione Fogli Catastali ( elaborazione e ricerca dei fogli catastali utilizzati per la
costituzione del sistema territoriale, con annessa la possibilit… di visualizzare i
fogli catastali originale e di aggiornamento del sistema al 20 Dicembre 2006 ).
3. Gestione Elementi Dati Catastali ( elaborazione e ricerca degli elementi foglio di
mappa / particella catastale )
cs_prg92.map
Cartografia di gestione dello strumento urbanistico vigente (Piano Regolatore Generale
1992) completa dei seguenti elementi:
4. Gestione Vincoli Territoriali (di carattere Urbanistico e Ambientale, con
individuazione della denominazione della maglia territoriale gestita in sistema).
5. Gestione delle Norme dello Strumento Urbanistico
6. Gestione P.U.T.T. – Regione Puglia
7. Gestione P.A.I. – Regione Puglia
Sono attualmente gestiti i seguenti file in modalit… raster in entrambi i sistemi di riferimento
geografici, che consentono la completa copertura del territorio denominato “Agro del Comune
di Foggia”:
IGM scala 1:100.000
1. Foggia
2. Lucera
Al fine di fornire un quadro esaustivo degli elementi gestiti, la procedura consente di utilizzare,
in via informatizzata, i seguenti elementi topologici territoriali, aggiornati al Dicembre 2006:
4. aerofotogrammetria
La cartografia aerofotogrammetrica utilizzata • stata concessa dal Comune di
Foggia.
L’indagine ha comportato una verifica puntuale di tutte le concessioni esistenti agli atti
dell’Ufficio Parco Tratturi di Foggia. Per facilitare una lettura organica dei dati a disposizione, le
informazioni relative alle concessioni sono state riportate nelle tavole di analisi, ( cfr. strisciata
relativa alle propriet… catastali ) mentre tutto ci† che non risulta campito • da considerarsi
come occupazione abusiva. La ricognizione dei luoghi ha completato questa fase di indagine.
Per la individuazione delle aree tratturali non pi‡ demaniali, in quanto oggetto di atti di
trasferimento a privati o ad altri Enti, si • operato mediante la preventiva consultazione dei
“Registri delle vendite”, archiviati presso l’Ufficio Parco Tratturi di Foggia.
In essi sono riportati, relativamente ad ogni tratturo e per Comune interessato, gli atti di
trasferimento del bene , gli estremi e gli elementi pi‡ significativi dello stesso.
Costituiti da una raccolta di modelli a due fogli contrapposti, questi venivano manualmente
integrati negli anni, in concomitanza con la stipula di nuovi atti di trasferimento, dal funzionario
che, al momento, era preposto alla alienazione.
Poichˆ le vendite sono state effettuate in un arco temporale abbastanza lungo, la conclusione
ovvia • che vi • una palese disuniformit… nella completezza di dati registrati a partire, per
quanto concerne le aree tratturali ricadenti nel Comune di Foggia, dal maggio 1938 sino ad
oggi.
Dalla consultazione dei “Registri delle vendite” si • pervenuti alla individuazione degli atti ivi
registrati che hanno interessato i tratturi del Comune di Foggia: complessivamente sono stati
effettuati duecentodieci atti di trasferimento contraddistinti con un numero di repertorio.
I suddetti atti sono contenuti in nŠ98 volumi, archiviati presso l’Ufficio Parco Tratturi, ciascuno
dei quali comprende cento atti con numerazione progressiva del repertorio.
Si • proceduto, pertanto, alla consultazione di ciascuno degli atti di vendita, al fine di
individuare planimetricamente la particella trasferita.
L’operazione non • semplice, poichˆ la particella non • distinta, sia nei Registri delle vendite
che negli atti di trasferimento, con i suoi identificativi catastali, bens‰ con un codice
alfanumerico che fa riferimento ad uno schizzo planimetrico allegato allo stesso atto o, talvolta,
ad atti precedenti relativi a zone dello stesso tronco tratturale.
Dal confronto tra detti schizzi planimetrici e l’attuale situazione catastale, con l’aiuto della
descrizione riportata in atto, si • pervenuti alla individuazione delle aree tratturali trasferite.
Conclusioni
Il limite della ricerca risiede nel fatto che si • potuto appurare la consistenza immobiliare
venduta solo dal 1939 in poi. Per la parte antecedente a tale periodo, vale il principio di
propriet• demaniale non attestata, ovvero la propriet… • del Demanio della Regione Puglia,
salvo la dimostrazione del diritto vantato da terzi.
IL SISTEMA DEI VINCOLI
Piani Statali
1. Il patrimonio culturale e' costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici.
2. Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11,
presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e
bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze
aventi valore di civilt….
3. Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree indicati all'articolo 134, costituenti
espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri
beni individuati dalla legge o in base alla legge.
1. Fino all'approvazione del piano paesaggistico ai sensi dell'articolo 156, sono comunque
sottoposti alle disposizioni di questo Titolo per il loro interesse paesaggistico:
a) i territori costieri compresi in una fascia della profondit… di 300 metri dalla linea d
battigia, anche per i terreni elevati sul mare;
b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondit… di 300 metri dalla
linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;
c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle
disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11
dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150
metri ciascuna;
d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena
alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole;
e) i ghiacciai e i circhi glaciali;
f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonche' i territori di protezione esterna dei
parchi;
g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorche' percorsi o danneggiati dal fuoco, e
quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6,
del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 227;
h) le aree assegnate alle universit… agrarie e le zone gravate da usi civici;
i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica
13 marzo 1976, n. 448;
l) i vulcani;
m) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del
presente codice.
Piani Regionali
Adottato nel dicembre 2004 dal Comitato Istituzionale di Bacino Interregionale della
Puglia, cos‰ come previsto dalla normativa vigente in materia di difesa del suolo
( L. 183/89 e successive modifiche ed integrazioni ), il piano nell’attuale
configurazione, per il territorio del Comune di Foggia, • stato approvato nella seduta del
29/06/2006 n. 221 reg. delle deliberazioni.
Esso produce come effetto l’adeguamento di tutti gli strumenti urbanistici alla normativa
in vigore.
3. Pianificazione delle aree naturali protette ( L.R. n. 19 del 24/07/97 )
La Regione Puglia si • dotata di una propria legge in materia, conforme alla legge
quadro nazionale sulle aree protette ( L. n.394/1991 ), la L.R. n. 19 del 24 luglio 1997
recante norme per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione
Puglia.
Oltre al Parco Nazionale del Gargano, ricadono nella provincia di Foggia altre cinque
aree naturali di pregio e di grande valenza naturalistica e ambientale. In particolare
individua nel territorio del Comune di Foggia l’area del Bosco Incoronata quale “ ultimo
relitto “ di bosco igrofilo del tavoliere Pugliese.
Con D.M. Ambiente del 3/4/2000 G.U. 95 del 22/4/2000 viene istituito il Parco Naturale
Regionale “ Valle del Cervaro – Bosco dell’Incoronata “ dichiarato Sito di Importanza
Comunitaria.
La disciplina relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora
e della fauna selvatiche ( Direttiva Habitat ), • affidata alla Direttiva Comunitaria
92/43/CEE, che norma le procedure per la costituzione della rete e dei siti Natura 2000:
aree contenenti habitat naturali, seminaturale e specie ( faunistiche e floristiche ) di
particolare valore biologico ed a rischio di estinzione. In Puglia sono stati censiti, con il
programma Bioitaly, 77 Siti di Importanza Comunitaria ( pSIC ) e sono state indicate nel
dicembre 1998, 16 Zone di Protezione Speciale ( Z.P.S. ) designate ai sensi della
Direttiva Uccelli n.79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Di seguito si riporta la scheda illustrativa relativa ai dati ai dati generali del SIC valle
del Cervaro – Bosco dell’Incoronata.
Il Parco Naturale Regionale del Bosco Incoronata Ä situato a circa 12 chilometri dalla cittÅ di Foggia, nel cuore del Tavoliere
delle Puglie. L'area protetta, di circa 1000 ettari, custodisce un piccolo lembo di vegetazione naturale all'interno di un territorio
profondamente coltivato. E' un territorio diversificato rappresentativo degli ambienti che in passato ricoprivano buona parte del
Tavoliere. Il Parco Naturale Regionale comprende oltre il Bosco dell'Incoronata anche parte del Sito di Importanza Comunitaria
proposto (pSIC) denominato "Valle del Cervaro - Bosco dell'Incoronata" ricadente nel perimetro del Comune di Foggia.
Estensione: ha 4560
Altezza minima: m 54
Altezza massima: m 71
Regione biogeografica: Mediterranea
Provincia: Foggia
Comune/i: Orsara di Puglia, Bovino, Delicato, Panni, Castelluccio dei Sauri, Foggia.
Comunita' Montane: Comunita' montana dei Monti Dauni meridionali
Riferimenti cartografici: IGM 1:50.000 fogli 408-420-421.
CARATTERISTICHE AMBIENTALI
Il paesaggio si presenta uniforme, il tipo di clima e' tipicamente mediterraneo. Sito caratterizzato dalla presenza del corso del
fiume Cervaro, bordato dalla caratteristica vegetazione ripariale di elevato valore naturalistico. Il bosco dell'Incoronata
rappresenta l'ultimo lembo di foresta presente sul Tavoliere.
VULNERABILITA':
Disboscamento per messa a coltura dei terreni. Prelievo idrico a monte con alterazione dell'equilibrio idrogeologico. Carico
antropico rilevante per la presenza, nelle immediate vicinanze del bosco, di un santuario; pascolo eccessivo.
(*) Habitat definiti prioritari ai sensi della Direttiva 92/43/CEE: habitat in pericolo di estinzione sul territorio degli Stati
membri, per la cui conservazione l'Unione Europea si assume una particolare responsabilita'.
vincoli derivanti dalla pianificazione locale
Piani Comunali
1. Il comune di Foggia • dotato di Piano Regolatore Generale a firma del prof. L. Benevolo,
approvato con pareri condizionati in data 11/11/97 delibera di G.R. n. 7914 e
20/7/2001 delibera di G.R. n. 1005. Allo stato attuale l’Amministrazione Comunale ha
ottemperato alle prescrizioni e si • in attesa dell’approvazione definitiva.
2. Il 9 marzo 2004 • stato varato lo schema del nuovo DDL sul DRAG (Documento
Regionale di Assetto Generale): “Principi, indirizzi e disposizioni per la pianificazione del
territorio regionale. Il DDL avvia l’esatto quadro di conoscenze del territorio,
fondamentale punto di riferimento per l’esatta pianificazione su larga scala e strumento,
per tutti gli Enti Locali , per la tutela e la conservazione della identit… sociale e culturale,
oltre che dei valori ambientali. “ Il DDL definisce per un verso gli aspetti urbanistico-
procedurali relativi ai contenuti ed alla semplificazione normativa degli strumenti di
pianificazione alle varie scale e, per altri versi, delinea le iniziative e i comportamenti atti
a consentire sia il reale governo del territorio, sia il raggiungimento di sostenibili pi‡ ampi
obiettivi di crescita.” La necessit… di questo documento scaturisce dall'art. 4 della legge
regionale 20/2001, relativa a "Norme generali di governo e uso del territorio" che ha
inteso regolamentare la materia su tre livelli; quello regionale per mezzo del DRAG,
provinciale per mezzo del PTCP e comunale con il PUG – PUE.
In ottemperanza a quanto soprascritto il Comune di Foggia si • dotato del Documento
Programmatico Preliminare a firma del prof. F. Karrer, propedeutico alla formazione del
PUG.
In applicazione del principio di pianificazione volontaria di recente si sono sviluppate altre forme
di pianificazione. Il riferimento • al piano di azione locale di cui all’Agenda 21 con il progetto
Comunic@re e P@rtecipare , finanziato dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio,
per la Comunit… di uno strumento di partecipazione capace di innescare sinergie sul tema della
sostenibilit• ambientale, e a quella promossa dalla Provincia con l’Agenda 21 la Capitanata –
Riflette quale processo strategico per incoraggiare e controllare lo sviluppo sostenibile.
Tali paini costituiscono un utile riferimento per individuare risorse e indicare prospettive per la
soluzione dei problemi.
Il P.C.T. interessa tutte le aree tratturali all’interno del territorio comunale di Foggia in
particolare i tratturi Aquila – Foggia, Celano – Foggia, Foggia Campolato, Foggia – Ofanto
oltre a tutti i tratturelli, individuando e perimetrando dette aree in categoria come previsti dal
comma 2 art. 2 della L.R. n. 29/2003.
Il P.C.T. si propone di regolamentare e disciplinare i processi di trasformazione urbanistica
finalizzati alla modificazione fisica in cui sia promossa la tutela e il mantenimento dell’identit…
stessa e culturale delle aree tratturali il tutto per avere un processo di sostenibilit… territoriale.
Il Piano Comunale Tratturi (P.C.T.) si configura quale “Piano Urbano Esecutivo P.U.E.” ed in
quanto tale, ai sensi della vigente normativa regionale urbanistica, si identifica quale variante
allo strumento urbanistico generale vigente P.R.G. (comma 3 art. 2 L.R.29/2003), lo stesso
apporta le necessarie modifiche e variazioni al PUTT/P di cui agli articoli 5.06 e 5.07 (comma 4
art. 2 L.R. 29/2003).
Il P.C.T. si propone nell’ambito della pianificazione predisposta dal Comune di Foggia, quale
strumento attuativo.
Il P.C.T. • adotatto ed approvato dal Consiglio Comunale, previo il rilascio dei pareri vincolanti
della Regione Puglia, della Soprintendenza Archeologica e della Soprintendenza per i Beni
Architettonici e per il Paesaggio, inoltre bisogna acquisire i pareri inerenti l’intero sistema di
vincoli insistenti sulle aree oggetto del Piano.
I pareri obbligatori sono:
Parere Paesaggistico
art. 5.03 delle N.T.A. del PUTT/p
il piano • soggetto a parere paesaggistico, per cui si dovr… dotare di idoneo parere da parte
degli Enti preposti
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La L.R. n. 29 del 23 dicembre 2003 definisce i contenuti essenziali del Piano Comunale dei
Tratturi. La perimetrazione delle aree tratturali fatta ai sensi dell’art. del comma 2 art. 2 L.R.
29/2003 e l’indicazione delle aree annesse rappresenta il contenuto minimo del Piano.
La legge divide le aree in tre categorie e precisamente:
Il P.C.T. riguarda tutti i tratturi che attraversano il Comune di Foggia con la finalit… di
suddividerli in categorie distinte:
i tronchi tratturali di cui all’art. 2 comma 2 lett. a, della legge in narrativa, sottoposti a
vincolo di inedificabilit… assoluta; per essi • prevista la conservazione, tutela e
valorizzazione da parte della Regione Puglia;
i tronchi tratturali di cui all’art. 2 comma 2 lett. b e c, per i quali, previa delibera di G.R.
di autorizzazione e sdemanializzazione possono essere ceduti e/o alienati a favore di
enti locali , con vincolo permanente di destinazione, o a favore di soggetti privati previa
valutazione del prezzo di alienazione.
L’intento • quello di
o tutelare l’identit… storico – culturale del territorio
o salvaguardare la pubblica utilit…
o riqualificare il paesaggio.
Vi • da dire che solo con il Documento Preliminare per la formazione del PUG si affronta il
problema della salvaguardia della trama tratturale. Infatti il prof. Karrer ipotizza una
pianificazione di decentramento concentrato; un decentramento che avviene all’interno
dell’attuale area della citt•, o , con termini pi„ attuali, ci si potrebbe riferire al programma
“ Smart Growth “ …. che punta sull’ equilibrio dei diversi usi del suolo allo scopo di creare
senso di appartenenza e identit•, oltre che integrazione di funzioni, ….
In merito alla rete tratturale dice:…. I tratturi sono la testimonianza dell’apertura della citt• verso
la campagna ed i loro assi direttori potrebbero essere sfruttati per orientare l’allargamento della
citt• verso l’esterno e verso luoghi abitativi gi• prescelti in passato ed ora abbandonati ma
comunque situati nella immediata periferia del nucleo centrale della citt•.
Un’altra area da valorizzare nel territorio comunale ‚ certamente l’identificato sito archeologico
a nord del centro abitato che ancora non ‚ stato sottoposto ad alcuna indagine conoscitiva….
Il contributo di questo piano • di fornire una tessera al mosaico della costruzione del territorio
cercando di rispondere in maniera aderente allo spirito della legge.
Il progetto dei percorsi tratturali coniuga le diverse esigenze tra antropizzazione e ambiente;
esso interessa i seguenti tratturi:
( elenco dei tratturi, tratturelli, bracci e riposi estratto dalla G.U. del 23 aprile 1912 n.97. )
generale
n.pianta
tratturello __________
di fatto normale
braccio o
riposo Km metri metri metri
1 tratturo Aquila-Foggia 1 9 645 58-111 111 reintegra 1877
2 tratturo Celano-Foggia 5 6 320 30-111 111 reintegra 1878
3 tratturo Foggia-Campolato 12 10 010 111 111 reintegra 1875
4 tratturo Foggia-Ofanto 14 14 009 111 111 reintegra 1876
5 braccio Candelaro-Cervaro 15 11 518 111 111 reintegra 1877
6 tratturello Foggia-Ciccallente 48 8 670 8,22 18,50 non reintegrato
7 tratturello Foggia-Camporeale 32 5 830 3-4 27,75 non reintegrato
8 tratturello Motta-Villanova 49 4 030 7,21 18,50 non reintegrato
9 tratturello Foggia-Verzentino 44 7 422 8,29 27,75 non reintegrato
10 tratturello Foggia-Zapponeta 42 13 595 5,27 27,75 non reintegrato
11 tratturello Foggia-Tressanti- 41 17 546 6,36 27,75 non reintegrato
Barletta
12 tratturello Foggia-Castiglione 45 11 450 6-14 18,50 non reintegrato
tratturo denominazione COMUNI larghezza
n. ordine
generale
n.pianta
tratturello __________
di fatto normale
braccio o
riposo Km metri metri metri
13 tratturello Troia-Incoronata 33 14 700 3-11,50 18,50 non reintegrato
14 tratturello Foggia-Ordona- 37 14 780 5-21 27,75 non reintegrato
Lavello
15 tratturello Foggia-Ascoli- 36 13 365 6,58 27,75 in corso di
Lavello reintegra
16 tratturello Cervaro-Candela- 38 7 630 7-21 27,75 non reintegrato
S.Agata di Puglia
17 tratturello Foggia-Castelluccio 35 15 530 7-22 18,50 non reintegrato
dei Sauri
18 tratturello Foggia- 86 dati non disponibili non reintegrato
Sannicandro
L’elenco riporta le vie armentizie fino al nŠ 83 ( n. di pianta generale ) ed i riposi sino alla
lettera H, pertanto non vi sono dati disponibili per i tratturelli allibrati oltre tale numero.
1^ fase di studio
Il progetto prevede il recupero delle sedi tratturali non compromesse al fine di costituire una
trama di parchi lineari capaci di migliorare la visitabilit… e la leggibilit… dei tracciati e
contemporaneamente promuovere un riuso compatibile del suolo ottenuto con il
potenziamento del verde, dei percorsi pedonali e ciclabili.
Gli interventi previsti rimandano ad un momento successivo la elaborazione di progetti di
dettaglio.
I percorsi in ambito extraurbano
Si possono evidenziare nell’ambito di un recupero regionale i seguenti percorsi:
percorso
Il parco lineare • formato da due sedi stradali contigue e parallele; una per la bassa
velocit… ( bici, mountain-bike, tricicli, carrozze per andicappati, carozzine ecc. ) e
l’altra con sede naturale, per avvicinarsi il pi‡ possibile ai tracciati originari detti a mazza
battuta, solo pedonale.
polo di scambio primario
Sono spazi attrezzati con parcheggi per auto, attrezzature di ristoro, locali attrezzati per
la manutenzione e il fitto di biciclette, e quant’altro occorre per un’adeguata fruizione
dei percorsi. Questi in generale sono localizzati in ambito urbano in dipendenza del
livello di antropizzazione del tratturo.
polo di scambio secondario
Sono spazi attrezzati con il solo parcheggio di auto e strutture atte a favorire
l’interscambio con la fruizione pedonale, i mezzi di locomozione a bassa velocit…, a
cavallo dei tracciati.
Questi in generale sono localizzati in ambito extra urbano, in prossimit… dell’orbitale,
poichˆ il segno tratturale in ambito urbano • stato compromesso sia
dall’antropizzazione che dalle alienazioni operate nel tempo.
elementi semantici
Il recupero del sistema infrastrutturale • supportato da una serie di segni, quali invarianti
distintivi dei percorsi. Tra questi avremo:
mirtus
Rosmarino
Sistema di misura
Il sistema di misura da usare nell’approccio progettuale • lo stesso vigente nel Regno
Borbonico .
Di seguito si riportano i multipli e sottomultipli del sistema con l’equivalenza al sistema metrico
decimale:
In sintesi si agir… con progetti mirati tenendo conto delle diverse suscettivit… che
preliminarmente si possono individuare in:
1. il parco dei tratturi
2. i parchi archeologici
3. recupero dei segni della civilt… pastorale ( masserie, abbeveratoi, poste ecc. )
4. aumento del grado di connettivit… delle reti
5. l’ambiente costruito
6. la continuit… biotica
Quello che viene in evidenza • che la volont… di recupero di questo sistema infrastrutturale che
ha dato vita a uno dei pi‡ singolari insediamenti, deve confrontarsi oggi, per un’azione di tutela
e di recupero compatibile in una disponibilit… economica in cui lo Stato non • in grado di
riversare molte risorse.
Con queste premesse, si rende indispensabile, affrontare il tema del P.C.T. con un approccio
di tipo sistemico dove il recupero possa essere effettuato partendo da due grosse
considerazioni.
La prima che tenga conto, nel recupero, di sviluppare risorse sostenibili offrendo le opportunit…
agli operatori pubblici e privati di investire, privilegiando gli usi compatibili con le
valorizzazione delle risorse locali.
La seconda, per consentire una progettualit… coerente e veritiera, si dovr… affrontare il
problema della perfetta identificazione dei tracciati indicandone lo stato di conservazione e il
livello di compromissione al fine di avviare un processo di sviluppo coerente e sostenibile.
Il progetto di dettaglio, pertanto, dovr… tenere conto del quadro legislativo – normativo
nazionale, regionale e comunale, nonchˆ dei riferimenti storici.
Il Piano Comunale dei Tratturi • stato redatto con lo scopo di perimetrare le aree tratturali
ricadenti tutte sul territorio comunale di Foggia le quali in parte risultano gi… impegnate in
misura consistente da interventi edilizi e di normare il loro utilizzo secondo le leggi vigenti e con
l’obiettivo di tutelare e valorizzare in particolare quelle ancora libere.
Le finalit… del P.C.T. sono perfettamente coerenti sia con quanto prescrivono i decreti
ministeriali e sia con quanto prevede la pianificazione regionale
Il P.C.T. per sua natura si colloca a mezzo fra lo strumento urbanistico generale e i Piani
Attuativi; pertanto gli interventi saranno definiti mediante l’attuazione di Progetti
Particolareggiati.
Come gi… espresso nei punti precedenti, le finalit… del P.C:T. saranno quelle di adempiere alle
prescrizioni provenienti dai Decreti Ministeriali e recepire quelle Regionali.
Le motivazioni che spingono alla definizione di un sistema di perimetrazione delle aree
interessate dal Piano sono supportate dai seguenti aspetti fondamentali:
dato il particolare sistema tratturale che interessa il tessuto urbano di Foggia diventa
fondamentale tutelare e valorizzare l’insieme del sistema stesso, nonostante sia evidente una
eccessiva compromissione del tracciato.
L’indirizzo di tutela e valorizzazione della rete tratturale deve essere sostenuta non solo
dal Piano ma attraverso consistenti e puntuali atti progettuali tali da consentire una effettiva
risposta .
il P.C.T. dovr… individuare, per la tutela e la valorizzazione, azioni progettuali finalizzate
alla eliminazione, per quanto possibile, degli usi impropri del sistema tratturale, di disciplinare
gli usi ammissibili connessi con le attivit… turistico-culturali e agricole ed infine di migliorare,
ove possibile, la leggibilit… dei tracciati e delle preesistente