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Campobasso

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Campobasso (AFI: /kampoˈbasso/[4], ; Campuascio,


Campobasso
Campuasce in molisano[5]) è un comune italiano di 47 827
abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia e della regione comune
Molise.

Prima città della regione per popolazione, sorge a


701 m s.l.m.[6] (a 792 m il castello Monforte), risultando così,
per altitudine, il terzo capoluogo di regione dell'Italia
peninsulare dopo Potenza e L'Aquila, e il quarto capoluogo
di provincia in assoluto, considerando anche Enna.

La città, di probabile origine longobarda, si trova nella zona


compresa tra i fiumi Biferno e Fortore. Il centro storico
raccoglie numerose testimonianze delle diverse epoche della
città, dalla duecentesca chiesa di San Leonardo, al
quattrocentesco castello Monforte, e alla neoclassica
cattedrale della Santissima Trinità. Nel 2018 Campobasso è
stata insignita dal Ministero dei Beni Culturali del titolo di
borgo di notevole interesse storico[7].

La città è sede dell'Università degli Studi del Molise, Panorama della città
dell'Arcidiocesi Metropolitana di Campobasso-Boiano, di una Localizzazione
Scuola Allievi Carabinieri e di una Scuola Allievi Agenti Stato Italia
della Polizia di Stato.
Regione Molise
Provincia Campobasso
Indice Amministrazione
Geografia fisica Sindaco Roberto Gravina (M5S)
Territorio dall'11-6-2019
Clima Territorio
Origini del nome Coordinate 41°33′39.6″N
Storia 14°40′06.24″E
Età antica Altitudine 701 m s.l.m.
Medioevo Superficie 56,11 km²
Cinquecento e Seicento
Abitanti 47 827[1] (31-1-2021)
Settecento e Ottocento
Novecento Densità 852,38 ab./km²
Simboli Frazioni Santo Stefano
Onorificenze
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture civili Contrade e località:
Architetture militari Calvario,
Architetture religiose Camposarcone,
Casello Ferroviario,
Sotterranei
Casino Barone,
Aree naturali Cerreto, Colle Arso,
Villa De Capoa Colle delle Api, Colle
Società dell'Orso, Colle Longo,
Evoluzione demografica Colle Serano, Coste di
Oratino, Feudo Primo,
Etnie e minoranze straniere
Feudo Secondo,
Qualità della vita Fossato Cupo, Lupara,
Cultura Mascione, Ospedale,
Biblioteche Pesco Farese, Polese,
Scuole San Giovanni dei
Gelsi, San Giovanni in
Università
Golfo Primo, San
Formazione militare Giovanni in Golfo
Musei Secondo, San Nicola
Centri culturali delle Fratte, Santa
Media Maria De Foras, San
Stampa Vito Inferiore, San Vito
Radio Superiore, Tappino,
Vazzieri
Televisione
Teatri Comuni Busso, Campodipietra,
Tradizioni e folclore confinanti Castropignano,
Sfilata dei Misteri Ferrazzano, Matrice,
Il Venerdì Santo Mirabello Sannitico,
Crociati e Trinitari Oratino, Ripalimosani,
Altri eventi San Giovanni in Galdo,
Geografia antropica Vinchiaturo
Suddivisioni storiche Altre informazioni
Frazioni Cod. 86100
Economia postale
Infrastrutture e trasporti Prefisso 0874
Strade Fuso UTC+1
Ferrovie orario
Mobilità urbana Codice 070006
Amministrazione ISTAT
Consolati Cod. B519
Gemellaggi catastale
Targa CB
Sport
Principali Impianti sportivi pubblici Cl. sismica zona 2 (sismicità media)[2]
Pallavolo Cl. zona E, 2 346 GG[3]
Atletica climatica
Atletica leggera Nome campobassani
Calcio abitanti
Ciclismo Patrono san Giorgio
Pallacanestro Giorno 23 aprile
Rugby festivo
Tennis Cartografia
Scherma
Campionati Nazionali Universitari 2010
Automobilismo
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
Campobasso

Geografia fisica

Territorio

«Le montagne intorno fino all'eccelsa Maiella


ordinavansi in file; e le loro cime, toccantisi in
apparenza e per dubbie liste distinte appena,
la immensità de' bacini accennavano del
Biferno del Trigno e del Sangro, ne' quali tante
altre minori valli convengono. Numerose
borgate, quale in iscorcio e quale in prospetto,
ad animar questa scena, coronavano
Campobasso, se non che tolti dalla neve gli
oscuri così de' boschi come de' tetti.»

(Dall'opera "La Pace" di Michelangelo Ziccardi[8], XIX


secolo. )

Campobasso è una città formata da una parte antica di origine


medievale, ricca di valori storici e artistici, posta sul pendio di
un colle dominato dal castello Monforte, e da una parte più Posizione del comune di Campobasso
moderna ed elegante originaria del XIX secolo, situata nella
nell'omonima provincia
pianura ai piedi del centro antico.
Sito istituzionale (http://www.comun
Intorno al castello che domina la città si sviluppa a ventaglio e.campobasso.it)
il centro storico, costituito da vicoli e scalinate lunghe e
tortuose, ai lati delle quali sorgono case ed edifici in pietra,
spesso aventi caratteristici cortiletti interni. Numerosi sono i portali ricchi di decorazioni, stemmi di famiglie
nobili e figure allegoriche.

La città ottocentesca, denominata centro murattiano, si estende in piano e presenta le caratteristiche tipiche
dello sviluppo urbanistico di tale periodo storico. Progettato secondo l'ideale della città giardino, presenta
molti spazi verdi e fontanelle.

Clima
Il clima della città è di tipo appenninico. D'inverno, durante le irruzioni gelide dai Balcani, si verificano
nevicate causate dallo stau adriatico indotto dall'Appennino meridionale sannita che talvolta favoriscono
significativi accumuli nevosi.

L'estate è mediamente piuttosto fresca e, essendo una città di media altura, l'umidità spesso è relativamente
bassa; non mancano però occasionali fasi di calura.

L'autunno è fresco e piovoso, con una media di 81 mm nel mese di novembre. La città presenta discreti
accumuli pluviometrici.[9]

Mesi S
CAMPOBASSO
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pr
T. max. media
7,1 7,2 10,3 14,0 21,2 27,0 29,2 28,3 24,2 19,2 16,2 8,1 7,5 15,
(°C)
T. min. media
1,2 1,3 3,2 6,4 13,2 16,2 20,0 17,0 13,0 11,2 7,2 3,1 1,9 7,6
(°C)
Giorni di gelo
12 11 7 1 0 0 0 0 0 0 2 8 31 8
(Tmin ≤ 0 °C)

Precipitazioni
55 60 50 51 47 35 20 18 45 58 81 63 178 148
(mm)

Origini del nome


Il toponimo Campobasso ha un etimo non chiaro, però gli studiosi
ritengono che debba essere avvicinato a Campus Bassi ‘campo di
Basso’, da un nome personale latino Bassus o Bassius[10][11]. Non
è plausibile[12] l'ipotesi che derivi da campus vassorum, cioè
campo dei vassalli: nel X e XI secolo i vassalli erano coloro che
abitavano, essendone soggetti, gli spazi circostanti i castelli del
feudatario[13]. Panorama della città e sullo sfondo il
Matese.
Un'ipotesi storica è quella del Galanti, che asseriva che in origine
l'abitato fosse diviso in due borghi, uno chiamato Campus de
Prata e l'altro Campus Bassus di cui primo insediamento, posto a una quota più alta, sarebbe andato
distrutto e gli abitanti si sarebbero trasferiti nell'altro che avrebbe così dato il nome alla futura cittadina[14].
Simile è la proposta del Gasdia che riteneva che il nome Campobasso fosse in rapporto con la sua
posizione topografica; egli afferma[15]:

«Chi primo s'affacciò alla conquista di questa regione, dopo l'affaticato salire e
discendere e risalire del cammino montuoso, respirò discendendo verso questo
minuscolo altipiano prativo. O fossero Bulgari guidati da Alzecone, o Longobardi
spoletini o beneventani, o conquistatori della normanna nobiltà, o pacifici monaci di
San Benedetto da Norcia che, armati della Regula, del salterio e dei sacri arnesi
agricoli risalissero da Santa Sofia di Benevento a ridar vita a questa regione…dissero:
ecco il Campo Basso, ecco la località bassa dove pianteremo il bivacco, la dimora, la
badia.»

(Gasdia, Storia di Campobasso)


Storia

Età antica

Secondo le ipotesi più accreditate, il territorio di Campobasso nell'antichità era punteggiato da una serie di
piccoli insediamenti agricoli sannitici, che poi con la dominazione romana diedero vita a diverse ville
rustiche.

Sull'altura che domina l'odierna città era presente un insediamento di controllo dei Sanniti, di cui ancora
oggi si conservano le tracce, posto a controllo del braccio tratturale "Cortile - Matese". Lo scopo difensivo
del sito è confermato dal ritrovamento, nei pressi del castello Monforte, di resti di mura sannitiche e dal
rinvenimento, tra le rovine della Chiesa di San Mercurio nel 1930, di un'iscrizione in lingua osca. Tale
insediamento gravitava intorno ad un centro sannitico più importante, ossia l'area corrispondente all'attuale
centro di Ferrazzano.

La storia del territorio di Campobasso è quindi indissolubilmente legata a quella dell'antico Sannio-Pentro e
a Roma.

Medioevo
Questa voce o sezione sull'argomento
storia è ritenuta da controllare.
Motivo: Nella sezione Origini del nome si asserisce
che il nome non deriva da Campus Vassorum,
invece qui sotto viene asserito che è citato proprio
come Campus Vassorum

Le fonti storiche datano l'atto di nascita di Campobasso all'epoca


della Langobardia Minor e più precisamente nel periodo del
Ducato di Benevento, essendo toponomizzata come Campus
Scorcio nel Borgo medioevale
Vassorum. Risale infatti all'anno 878 un documento stilato da un
monaco dell'abbazia benedettina di Santa Sofia di Benevento, in
cui si fa menzione di Campobasso come finibus Campibassi.
Questo documento, reperibile come Codice Vaticano Latino 4939, è il Chronicon Sancte Sophie ed è stato
redatto al tempo in cui Adelchi era quindi principe di Benevento.

Successivamente durante l'egemonia normanna, Campobasso assume un'importanza economica sempre


crescente riuscendo a diventare la “capitale” della Contea sotto la signoria dei De Moulins. Il fiorire dei
commerci e l'aumentata importanza amministrativa comportano l'ampliamento dell'antico borgo che si
espande soprattutto intorno alla chiese di San Bartolomeo e di San Mercurio. Diverse sono le connotazioni
che il borgo assume nel tempo: Civitas, Castrum, Universitas Hominum.

Tra i documenti storici del periodo compreso tra l'anno 1000 e il Trecento spicca la Pancarta
Campobassana del 1277 in cui trentadue campobassani denunciarono a Carlo I d'Angiò le angherie e i
soprusi del feudatario Roberto di Molise, dimostrando quindi di patteggiare per i francesi Angioini.

Il Quattrocento è per Campobasso un'età d'oro grazie all'intraprendenza dei Monforte-Gambatesa, divenuti i
feudatari del borgo. Secondo alcuni storici i Monforte sarebbero i discendenti dei Monfort di Francia e
d'Inghilterra, scesi in Italia al seguito di Carlo D'Angiò. Il personaggio di spicco dei Monforte fu il conte
Cola detto anche il "Campobasso", di cui parla anche Benedetto Croce[16]. Si distinse per le sue virtù
militari durante la lotta di successione al Regno di Napoli tra Angioini e Aragonesi. Cola batté moneta e
provvide ad ampliare il castello dotando la città di forti mura perimetrali lungo le quali edificò le porte di
San Leonardo e di Santa Cristina.

Nel 1442, con la sconfitta degli Angioini, che i Monforte avevano appoggiato, Campobasso passa agli
Aragonesi e in seguito ai De Capua.

Ferdinando I di Aragona concesse ai campobassani la possibilità di costruire le abitazioni addossandole alle


mura perimetrali.

Cinquecento e Seicento

Agli inizi del Cinquecento i De Capua sono feudatari in Campobasso. La città, grazie alla felice posizione
geografica, vive di un florido commercio; infatti l'area al di fuori dalle antiche mura, con le chiese di Santa
Maria Maddalena e della Santissima Trinità (che tra l'altro è stata fondata proprio nel 1504), è
contraddistinta da una notevole vivacità di scambi nei vari settori dell'artigianato.

Nel 1530 diventano signori di Campobasso i Gonzaga che ne aumentano il prestigio. A loro si deve la
riorganizzazione urbana della città; in ogni rione le singole strade sono indicate con il nome dell'attività
lavorativa prevalente come ad esempio scarparìe, ferrarìe (l'attuale via de' Ferrari), oreficerìe (l'attuale via
Orefici, ricca ancora oggi di botteghe e negozi di orafi).

Signori della città, dopo i Gonzaga, sono i Vitagliano nel 1638 e successivamente i Carafa.

Nel corso del Seicento Campobasso ha un ulteriore sviluppo grazie anche alla vicinanza dei tratturi che
favoriscono le comunicazioni con altri centri e l'arrivo di commercianti forestieri.

Settecento e Ottocento

Il Settecento è attraversato da idee nuove e la struttura feudale della


società viene vista come un intralcio alle iniziative della nuova
classe emergente: la borghesia. Questa ventata di novità arriva
anche a Campobasso. Ci sono uomini che nonostante
appartengano a famiglie di antica nobiltà, come Francesco de
Attelis, Anselmo Chiarizia e Giovan Matteo Japoce, si prodigano
in cause contro i feudatari. Molti intellettuali come Giuseppe Zurlo,
Giuseppe Maria Galanti, Francesco Longano, Paolo Nicola
Giampaolo, sostengono la necessità di superare l'immobilismo
Centro Murattiano. Piazza Gabriele
economico-sociale provocato dal feudalesimo. Campobasso
Pepe
diviene il cuore pulsante della cultura molisana, in cui trovano
rifugio molti intellettuali del tempo come Gabriele Pepe e
Vincenzo Cuoco.

A causa dei debiti del duca di Jelsi Mario Carafa, alla sua morte, avvenuta nel 1727 la sua eredità viene
accettata con beneficio di inventario dagli eredi di questi, il nipote Alessandro Milano duca di San Paolo e il
cugino Marcello Carafa. Tale situazione consente a Campobasso di rientrare nel patrimonio del fisco regio
che la sottopone ad un apprezzo nel 1732 per future vendite. In tale contesto si apre la possibilità per
l'universitas di Campobasso di riscattarsi dalla servitù feudale mediante il pagamento di un importo alla
Regia Camera, che le avrebbe consentito di rientrare nel demanio regio in una condizione di relativa
autonomia. Nel periodo che va dal 1728 al 1735 numerosi membri della borghesia locale appoggiano
l'iniziativa "demanista" in chiave antibaronale. Nel frattempo Marcello Carafa aveva presentato istanza alla
Regia Camera per vedersi confermato quel erede di Mario Carafa ed acquisire la titolarità del feudo,
ottenendo tale riconoscimento nel 1735 mediante il pagamento di
10 000 ducati al fisco e impegnandosi a pagare i creditori.
Difficoltà insorte nel soddisfare tale obbligazione forniscono ai
"demanisti" la possibilità di presentare nel 1738 alla Regia Camera
la relativa istanza di ricompra della città, che si concretizza infine il
4 marzo 1742 dopo il deposito di una somma pari a 102 841
ducati.

Nel 1755 Carlo di Borbone re di Napoli concede a Campobasso il


rango di città modello. Agli inizi dell'Ottocento, in piena età
Un palazzo in Piazza Vincenzo
napoleonica, viene istituita la Provincia di Molise; Campobasso,
Cuoco
come capoluogo, diviene sede di numerosi uffici amministrativi.
La popolazione, nonostante le gravi perdite umane e materiali
provocate dal terremoto del 1805, si moltiplica e di conseguenza
anche la città si espande. Si rende necessario realizzare un piano urbanistico per soddisfare nuove e
molteplici esigenze. Vengono presi in considerazione due progetti, quello di Bernardino Musenga e quello
di Vincenzo Wan Rescant.

Il Musenga immagina l'edificazione di un intero quartiere a schema ortogonale, invece Wan Rescant
prevede l'espansione del tessuto urbano intorno a una sola grande piazza con al centro l'edificio sede
dell'amministrazione civica. Al sistema radiale del Wan Rescant è preferito quello del Musenga. La parte
nuova della città si sviluppa in luogo pianeggiante, sulle “campère”, così chiamato perché un tempo era
occupato dai campi coltivati e dai boschi. Campobasso doveva essere “monumentale, funzionale, unitaria e
moderna, destinata a una borghesia ormai disposta ad abbandonare la città feudale, ritenuta poco
rappresentativa socialmente per uno Stato che, attraverso i palazzi pubblici, vuole creare l'immagine fisica
dell'autorità, come prima lo era il castello sui monti”. Le piazze alberate, i viali e le aiuole fanno guadagnare
a Campobasso l'appellativo di “città giardino”.

Novecento

Nel 1910 entrò nelle case l'energia elettrica e, a partire dagli anni
venti-trenta, vennero realizzate importanti costruzioni: gli edifici
della Casa della Scuola, della Banca d'Italia e il Teatro Sociale nel
medesimo luogo occupato in precedenza dal Teatro Margherita
(poi Teatro Savoia), il palazzo delle Poste e Telegrafi, la Camera di
Commercio, il Palazzo della G.I.L., il Palazzo di Giustizia,
l'Istituto per gli orfani di guerra (attuale sede del Conservatorio
musicale Lorenzo Perosi) e l'Istituto Tecnico “L. Pilla” (che ebbe
l'onore di essere inaugurato da re Vittorio Emanuele III).
Piazza Bernardino Musenga (Villa
Parallelamente a questa attività edilizia furono tracciate nuove dei Cannoni)
strade e lastricate piazze, costruiti marciapiedi, piantati alberi,
innalzati monumenti e fontane. Anche l'iniziativa privata diede il
suo valido contributo edificando eleganti palazzi e dotando la città di alberghi, ristoranti, bar, negozi e
cinema.

Nel 1927 la sede vescovile, con bolla pontificia, venne trasferita da Bojano a Campobasso.

La tragedia della seconda guerra mondiale non risparmiò neanche Campobasso. Qui fu combattuta la
"Battaglia di Campobasso" tra l'ottobre e il novembre del 1943, in cui si fronteggiarono le truppe canadesi e
tedesche per il possesso della città; ciò causò la distruzione di molti edifici pubblici, tra cui il municipio e gli
archivi in esso contenuti. Cinquanta civili furono uccisi in azione, tra cui il vescovo della diocesi,
monsignor Secondo Bologna, insieme a un numero imprecisato di
persone che vi rimasero ferite nel bombardamento intensivo.
L'occupazione della città da parte dei canadesi, che la resero un
importante centro di smistamento, amministrativo e di svago per le
truppe alleate, ebbe un tale impatto sulla città che questa venne
ribattezzata "Canada Town", cioè "Città del Canada", e anche
"Maple Leaf City", "Città della foglia d'acero", simbolo nazionale
del paese nordamericano, per la notevole presenza di questo tipo di
albero sul suo territorio. In tale circostanza alcune strade e piazze
vennero persino rinominate con denominazioni anglosassoni come
Veduta del castello Monforte da
Hyde Park per l'attuale Villa Berardino Musenga, Piccadilly Piazza della Vittoria
Circus per l'attuale zona di Piazza Gabriele Pepe e Scarth Street
per la zona della stessa piazza situata tra il Palazzo del Governo e il
Teatro Savoia, comunemente detta Piazza Prefettura; oggi l'unica testimonianza che resta è la scritta Scarth
St che i canadesi impressero su un palazzo in piazza Gabriele Pepe e che è stata oggetto di recupero con
l'applicazione di una lastra di plexiglas a protezione e una didascalia che descrive brevemente la storia di
questo unico reperto.

Nei primi anni del secondo dopoguerra la città conobbe una discreta e armoniosa espansione, ma è con
l'istituzione della Regione Molise nel 1963 che Campobasso poté crescere. Divenuta capoluogo di regione,
infatti, ebbe un notevole incremento demografico e un conseguente sviluppo edilizio (che porta alla nascita
del quartiere CEP nella zona nord della città), essendo sede di importanti uffici regionali e di numerose
filiali e agenzie di banche e di assicurazioni. Come era avvenuto agli inizi dell'Ottocento la città rinasce
grazie alla sua importanza amministrativa.

Dal 1982 è sede dell'Università degli Studi del Molise la quale in pochi anni ha incrementato notevolmente
l'offerta formativa ed ha riscontrato un rapido aumento della popolazione studentesca.

Dal 2002 è inoltre attiva la Fondazione di ricerca e cura Giovanni Paolo II, istituita per volere
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che si è rapidamente imposta come centro d'eccellenza nazionale
nei settori di diagnosi e terapia di varie branche della medicina come l'oncologia, i trapianti, le patologie
cardiache e la medicina ultraspecialistica.

Simboli

Lo stemma riporta un ovale con fondo rosso al cui interno sono rappresentate sei
torri merlate di cui una è sormontata da una corona marchesale che ne indica
l'origine feudale. Le sei torri raffigurano le torri principali che erano poste a guardia
degli ingressi dell'antico borgo medioevale: porta sant'Antonio Abate, porta san
Nicola, porta santa Maria della Croce, porta san Leonardo, porta Mancina e porta
san Paolo.

Il gonfalone, in cui campeggia lo stemma, è ripartito su due colori, il rosso e


l'azzurro che rappresentano quelli delle due antiche confraternite che nel
Cinquecento gestivano il potere politico e la vita religiosa della città: il rosso per i
Crociati mentre l'azzurro per i Trinitari.

Il gonfalone
Onorificenze
Titolo di Città

Medaglia di bronzo al Merito Civile


«Nell'immediato dopoguerra offriva un cospicuo contributo all'opera di bonifica del
territorio organizzando gruppi di rastrellatori civili di mine che, con la loro opera e
l'inevitabile costo di vite umane, consentirono la prima fase della ricostruzione e della
ripresa del Paese.»
— Campobasso, 1944-1948

Medaglia del Ministro della Difesa per i Comuni che hanno avuto famiglie con 3 o più
caduti durante il primo conflitto mondiale (per la famiglia Pistilli Sipio), 2013

Medaglia d'oro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di san Giorgio, 2019

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture civili
Palazzo San Giorgio: palazzo del Municipio, costruito
nel 1879 sulla chiesa medievale di Santa Maria della
Libera. Il palazzo presenta un ampio porticato con archi
a tutto sesto e grandi pilastri quadrati. L'elegante
facciata è suddivisa in tre piani ed è sormontata da un
quadrante d'orologio alla cui base è riportata la scritta
"MUNICIPIO". Al centro del primo piano è posto un
balconcino a colonnine di marmo sorretto da due Via Chiarizia: salita verso il castello;
colonne dal fusto liscio e dal capitello ionico. Le finestre a sinistra la chiesa di San Leonardo.
del primo piano si possono dividere in due gruppi: su
quindici totali, cinque di esse presentano un arco a tutto
sesto alla sommità, e le restanti dieci sono sormontate
da un tamburo a forma triangolare; mentre al secondo
piano tutte le quindici finestre non presentano tamburo
ma un semplice ordine orizzontale. Particolari le paraste
che al secondo piano separano le finestre e si
raddoppiano in alcuni punti sezionando la facciata in
cinque parti verticali, quasi volessero evidenziare anche
la divisione interna della struttura.
Palazzo Magno: Il palazzo prende il nome da Mercurio
Magno, che ottenne la proprietà dalla famiglia
napoletana dei De Tilla, i quali utilizzavano l'immobile Palazzo San Giorgio
come residenza privata estiva. Il Magno ne rimase
proprietario fino al 1936, quando la Provincia lo
acquistò per stabilirvi la propria sede. Durante la seconda guerra mondiale, la città di
Campobasso dovette subire la requisizione di diversi edifici, e tra questi vi fu anche Palazzo
Magno. Dai locali del palazzo furono ricavati un ospedale ed un obitorio da parte dei
Polacchi; con lo spostarsi del fronte al di là della linea Gustav, il Genio militare italiano
ottenne il permesso di insediare nel complesso il Comando Zona Bonifica Campi Minati del
Molise, organizzando così già nel 1944 il primo corso per rastrellatori di mine. Fu solo nel
1946 infine che l'edificio fu restituito alla Provincia e da allora ne funge ancora da sede.
Convitto nazionale Mario Pagano: In origine fu denominato "Collegio Sannitico" , per
decreto del 12 marzo 1816 con sede presso il monastero degli Antoniani poiché non idoneo
ad edificio scolastico. Compiuti i necessari lavori di adattamento del locale, il collegio venne
inaugurato il 16 novembre 1817, assumendo il prefisso Real con un altro regio decreto del
25 gennaio 1854. La direzione del Real Collegio Sannitico fu affidata ai Padri Barnabiti che
portarono avanti un progetto per la costruzione di un nuovo edificio per le scuole e per il
convitto. Ottenute le nuove strutture, chiesero ed ottennero di lasciare la gestione
dell'Istituto. Il collegio rimase chiuso fino al principio dell'anno 1857, quando venne
chiamato a dirigerlo il canonico Berardo Palombieri, sotto la cui amministrazione in
quell'anno stesso il collegio venne elevato a Liceo. Il 4 marzo 1865, sotto proposta del
Ministero della pubblica istruzione, con decreto firmato a Milano dal re Vittorio Emanuele II,
il collegio prese l'attuale denominazione di convitto nazionale "Mario Pagano", in onore del
giurista, politico e patriota italiano Mario Pagano. Curiosità: il pregevole giardino del
Convitto ricalca l'area in cui si estendeva il braccio tratturale "Cortile - Matese".
Palazzo della Banca d'Italia: L'edificio della Banca d'Italia venne inaugurato nel 1925; la
sua costruzione comportò l'abbattimento di molte case, compresa quella del Vecchio Dazio.
L'elegante palazzo è a tre piani. La facciata laterale offre una visione architettonica più
scenografica: infatti, essendo leggermente arcuata, sembra quasi voler accogliere l'austero
monumento a Gabriele Pepe.
Palazzo Mazzarotta: Il palazzo risale al XVI secolo come sede di una confraternita religiosa
e solo nel XVIII secolo diviene residenza della famiglia nobiliare napoletana dei Mazzarotta,
le cui origini risalgono all'epoca aragonese. Un ramo di tale famiglia si trasferì infatti a
Campobasso e si stabilì nel palazzo, dove è ancora visibile lo stemma con il delfino sul
mare ondoso, variante dell'originale in cui era presente un serpente. La parte interna ospita
il Museo sannitico.

Palazzo Cannavina: La sua edificazione va collocata tra


il XVII e il XVIII secolo[17], fu poi ampiamente
rimaneggiato nel corso del XIX secolo. Lo stabile
appartenne prima ai Carafa, duchi di Jelsi e feudatari di
Campobasso, poi, non avendo questi eredi[17], passò ai
baroni di Campobasso che lo tennero in proprietà fino al
1742[17] . Fu bene demaniale fino al 1783[17], quando
venne acquistato dalla famiglia Salottolo[17]; passò
infine alla famiglia Cannavina, il cui nome è rimasto
all'edificio[17]. Nel 2011 gli arredamenti e il palazzo sono Palazzo Mazzarotta, sede del Museo
stati messi in vendita dagli eredi. Sannitico, visto da vico Pizzoferrato
Palazzo dell'ex GIL: Il Palazzo ex GIL fu costruito fra il
1936 e il 1938 su progetto dell'architetto napoletano
Domenico Filippone (1903-1970), «un'architettura che ricevette unanime apprezzamento
per la chiarezza distributiva e per l'attenzione con cui il progettista aveva risposto all'effettiva
consistenza dell'ambiente paesistico e architettonico circostante, evitando risoluzioni
auliche e altisonanti».[18] Dopo essere stato sede delle attività della locale Gioventù italiana
del littorio, poi dei sindacati e alla fine di una scuola superiore, nel 1975 le competenze
sull'edificio passarono dallo Stato alla Regione Molise che però la abbandonò all'incuria e
al degrado finché, nel settembre 1989, il palazzo fu riconosciuto di interesse storico artistico
e sottoposto a vincolo della Soprintendenza. La Regione Molise, intenzionata a demolire la
costruzione, si rivolse allora al Ministero per i beni culturali e ambientali ottenendo la revoca
del vincolo. I contrasti continuarono e, nonostante il ripristino del vincolo nel 1992, in quegli
anni le due ali dell'edificio furono demolite.[19]
Casa della Scuola: edificio scolastico costruito nel XX secolo, in stile neoclassico oggi sede
della BiblioMediaTeca Comunale e della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea.
Palazzo delle Poste e Telegrafi: venne costruito tra il 1923 e il 1927. Progettato dall'ing.
Giambattista de Capoa esso si sviluppa su un pian terreno e due piani più un altro
sovrapposto successivamente. Le tre porte d'ingresso principali sono abbellite da robuste
inferriate su cui sono presenti, in quella a sinistra, lo stemma della Città di Campobasso e,
in quella a destra, lo stemma della Provincia di Campobasso. Nella porta laterale di sinistra,
sotto la scritta "Direzione", è presente un bassorilievo in bronzo raffigurante Mercurio che
tiene nella mano destra le saette, simbolo della velocità, e nella sinistra il caduceo (bastone
con due serpenti attorcigliati).
Palazzo di Giustizia: fu costruito su progetto dell'ing. Silverio Pappalardo tra il 1930 e il
1936 in uno stile che risente dell'austerità del stile dorico a significare la serietà della legge
per la difesa del cittadino.
Palazzo del Governo: nacque nel tardo Medioevo come convento di suore clarisse, che poi
venne chiuso ai primi del XVIII secolo. Su quei ruderi, per volere del ricco commerciante
Agostino Santellis, fu edificato un altro convento per le suore carmelitane. Anche questa
nuova fase costruttiva ebbe vita breve e, nel tempo, fu destinato a diversi altri usi. Nel 1810
divenne sede carceraria, fino al 1862 quando i detenuti vennero trasferiti nella nuova
costruzione che tuttora funge da carcere cittadina. In seguito, nel 1856 il Consiglio della
Provincia di Molise affidò all'architetto Oscar Capocci l'incarico di presentare un progetto di
ristrutturazione al fine di destinarlo a palazzo degli uffici. Esso fu consegnato nel 1861 e lo
completò, con modifiche, nel 1862.
Palazzo Iapoce: Costruito nel XVIII secolo dalla famiglia Iapoce (http://www.molise.benicultu
rali.it/index.php/la-sede), probabilmente su preesistenti costruzioni trecentesche e
quattrocentesche, è stato tra gli anni Ottanta e Novanta del XX secolo oggetto di notevoli
opere di ristrutturazione e consolidamento. È sede della Soprintendenza Regionale ai Beni
Culturali del Molise.

Architetture militari
Castello Monforte: Un'antica pergamena risalente al
1375 conferma l'esistenza di un castello nella città già
in tale data, ed è la testimonianza più antica al riguardo.
Domina la città a circa 790 m s.l.m., quasi cento in più
dell'altezza media del comune. L'area circostante è
occupata dal parco della Via Matris, un percorso
naturalistico che snodandosi lungo il pendio della
collina ripercorre le tappe della Via Crucis. Il castello è
inciso su una moneta d'argento da cinque euro coniata
dalla Zecca dello Stato nel 2012 per la serie "Italia delle Castello Monforte, ponte levatoio.
Arti" dedicata alla città di Campobasso[20].

Il castello ha pianta quadrangolare, con quattro torri angolari


circolari mozze, e una torre maggiore all'interno del corpo.
Essendo una struttura rimasta fedele al compito di
sorveglianza, anche nei secoli XVIII e XIX, il castello ha
mantenuto, sia all'esterno che all'interno, un aspetto piuttosto
austero, conservando la struttura originale.

Mura medievali di fortificazione: sono le mura medievali


costruite nel XIII secolo, danneggiate nel terremoto del 1456, e
smantellate dopo il grave terremoto del 1805. Di esse
rimangono tuttavia le linee di confine del borgo medievale, e
numerose torri di avvistamento, e porte urbiche di accesso alla
città vecchia. Tra le torri vi sono:
Torre Terzano: Torre Terzano

Si trova presso la chiesa di San Bartolomeo, nella parte più alta del borgo.
Famosa perché, secondo la leggenda, nel XVI secolo v'erano due famiglie in guerra: la Confraternita dei
Crociati (composta da artigiani), e quella dei Trinitari (il nuovo ceto commerciale emergente). I loro figli
Fonzo Mastrangelo e Delicata Civerra, osteggiati dalle rispettive famiglie nel loro amore, non poterono
coronare il loro sogno, perché il padre di Delicata rinchiuse la figlia dentro la torre, murandola. Fonzo,
disperato, si arruolò nell'esercito per dimenticare, e Delicata morì di crepacuore, e dopo alcuni anni Fonzo,
scoperta la tragedia, decise di espiare le sue colpe facendosi frate.
La torre ha pianta circolare in pietra trezza semplice, con alcune
feritoie.

Torre San Mercurio (o Torre di vico Carnaio):

torre fortificata, restaurata nel XV secolo, posta presso l'ex chiesa


di San Mercurio. Torre cilindrica a tre piani, con tre finestre, oggi
divenuta abitazione. Ha la sommità coperta da tegole.
Incisione del 1898 della porta
Porta Santa Cristina (Porta Mancina') Sant'Antonio

porta del XV secolo, modificata nei secoli successivi.


Ha alla base due grandi bastioni che fortificano l'arco
urbico, e al fianco una torre semicircolare, a tre livelli. Oggi essa è diventata residenza
civile, ma ha mantenuto il suo aspetto originario.

Torre dei Petitti e Torre dei Presutti

costruite nel 1456 per volere di Cola di Monforte. Oggi sono residenze civili, ma hanno
conservato la loro struttura originale a base a scarpa, con pianta circolare, suddivisa in
massimo tre settori.

Porta Sant'Antonio (Porta della chiaia) e Torre Pettini

sono un complesso fortificato, eretto nel 1456. La porta è un semplice arco a tutto sesto,
situata presso la chiesa di Sant'Antonio Abate. Più a destra vi è la torre, collegata ad una
residenza civile, un tempo parte delle mura fortificate. La Torre ha pianta circolare con
base a scarpa.

Porta San Paolo (Porta di Rosa) e Torre dei Ferrante

costituiscono un unico complesso difensivo, vicino all'accesso del castello. La porta è un


rozzo arco a tutto sesto che tuttavia presenta ancora un importantissimo stemma
medioevale e a fianco vi è la torre di guardia di origine rinascimentale, anch'essa oggi
residenza civile, ma che ha pressoché mantenuto il suo antico aspetto. Ha pianta circolare
con base a scarpa.

Porta Santa Maria della Croce - non più esistente; costruita nel XIV secolo da Nicola
Monforte
Porta San Nicola (Porta Nuova)

porta costruita nel 1456 per volere di Cola di Monforte. Ha aspetto di un arco cittadino con
cornice in pietra, e archivolto con stemma della famiglia nobile della città.

Torre dell'abate Ginetti

ha struttura di conci irregolari con base a scarpa. Fu costruita nel 1456 per volere di Cola
di Monforte, e si trova in via San Lorenzo.

Porta San Leonardo (Porta della piazza - Porta del borgo) - non più esistente

Architetture religiose
Cattedrale della Santissima Trinità: Nel 1504, su
incoraggiamento del feudatario Andrea di Capua, fu
edificata al di fuori della cinta muraria la chiesa della
Santissima Trinità. Fin da subito in questa chiesa ebbe
sede la grande confraternita della Trinità, soppressa solo
con le leggi napoleoniche nel 1809 e divenuta celebre per
le sanguinose lotte con quella dei Crociati per l'egemonia
sulla città. Distrutta dal terremoto del 1805, fu ricostruita su
progetto dell'architetto Bernardino Musenga. Fu riaperta al
culto nel 1829 diventando parrocchia e sede del capitolo
collegiale. Nel 1860 fu chiusa al culto e utilizzata dalle
truppe regolari quale caserma. Nel 1900 fu riaperta ai
fedeli, diventando cattedrale nel 1927. Con lo spostamento Cattedrale della Santissima
della sede vescovile da Bojano a Campobasso l'edificio fu Trinità
oggetto di ulteriori lavori. Su progetto dell'architetto Tullio
Passarelli e dell'ing.Vittorio Tiberio si provvide, tra il
1927 e il 1933, all'innalzamento della navata centrale e
alla costruzione dell'abside, quest'ultima contenente un
affresco di buon livello di Romeo Musa raffigurante la
Pentecoste e altri ad opera di Amedeo Trivisonno.
Recentemente però, una ricerca pubblicata da due
giovani studiosi ha ricostruito l'aspetto baroccamente
sfarzoso della chiesa ante 1805 e, inoltre, ha portato
alla ribalta il fatto che dal 1573 nella chiesa aveva sede
un'altra grande confraternita cittadina: quella del
Santissimo Rosario[21].
Chiesa di San Bartolomeo
Chiesa di Sant'Antonio Abate: La chiesa di
Sant'Antonio Abate fu edificata nel 1572 sopra i resti di
una preesistente chiesa di modeste dimensioni. È il
monumento più rappresentativo dell'arte barocca a
Campobasso. L'interno è ad una navata con un
magnifico altare maggiore realizzato in marmo nel 1748.
Sulle pareti laterali vi sono quattro altari intagliati in
legno e rivestiti di oro zecchino. Nella chiesa sono
presenti pregevoli dipinti di Guarino da Solofra come la
tela di san Benedetto del 1643 e alcune altre opere di
piccolo formato che si trovano sull'altare dedicato a
sant'Antonio Abate. Numerosi i dipinti sulle pareti del Interno della Chiesa di Santa Maria
presbiterio di scuola napoletana del XVII e XVIII secolo, Maggiore
tra cui quelli del pittore molisano Michele Scaroina.
Chiesa di Sant'Antonio di Padova: chiesa moderna
degli anni '60. Ha struttura che rispetta abbastanza i canoni classici di una chiesa: pianta
rettangolare a navata unica, e campanile turrito. La facciata è scandita da due ordini di sette
finestre snelle rettangolari, con al centro di essa un rilievo di Sant'Antonio. L'accesso ha un
portico. L'interno ha due colonnati laterali, e un'abside semicircolare, con raggi sulla
sommità
Chiesa di San Bartolomeo: La chiesa risale alla metà
del XIII sec. e presenta una facciata a coronamento
orizzontale, la cui parte centrale è rialzata rispetto a
quelle laterali. Lo pseudo-protiro che adorna il portale è
l'elemento più evidente della facciata e presenta due
arcate cieche divise da due colonne addossate alla
parete. Di ispirazione pugliese, il protiro è molto
schiacciato, quasi fosse non più che un altorilievo;
all'interno del protiro è presente una lunetta suddivisa in
due sezioni: la prima raffigura il Cristo Redentore
benedicente "alla greca", l'altra è a sua volta divisa in Scorcio del campanile di San
otto figure trapezoidali che circondano i simboli dei Bartolomeo e della Torre Terzano (a
quattro evangelisti e su ognuno dei quali vi è un dottore sinistra).
della Chiesa d'Oriente e Occidente contrapposti a due a
due. Particolare è la mano rappresentata sulle teste di
tali dottori a rappresentare l'Onnipotente. L'interno della chiesa, come lascia intuire la stessa
facciata, è diviso in tre navate da file di colonne prive di base e con capitelli geometrici unite
tra loro da archi a tutto sesto.
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù: ricostruita del tutto dopo un incendio divampato nel 1922,
è edificata praticamente sull'antica chiesa della Pace, dedicata all'Annunziata e costruita a
fine Cinquecento come segno tangibile della riappacificazione fra le due confraternite
nemiche della città, ossia i Crociati e i Trinitari. Possiede un busto settecentesco di
Sant'Anna, unica statua che fu salvata dall'incendio del 1922.
Chiesa di San Giorgio: La chiesa risale al Medioevo. La facciata è a capanna e si nota un
tentativo di distinzione tra la navata centrale e quelle laterali attraverso due pilastri con
capitello. Sul portale è presente una lunetta che propone il tema dell'agnello crucifero
decorato da ornamenti floreali. Perpendicolarmente alla lunetta, posto più in alto è presente
anche un piccolo rosone dalla forma a imbuto.
Chiesa di San Giovannello: L'unica informazione circa la datazione della chiesa è fornita
dall'architrave che sovrasta il portale d'accesso, che riporta la data 1551, una croce e due
figure in adorazione. Testimonianze antiche ci informano che nel 1764 la collina fu adibita a
luogo di sepoltura, in vista di una possibile epidemia all'interno della città. Nel passare dei
secoli la chiesa è stata sottoposta a più dipendenze: sull'architrave della facciata vi è
inserito il simbolo della chiesa di Santa Maria della Croce datato 1846; successivamente
fece parte della parrocchia delle chiesa di San Leonardo e di San Giorgio
Chiesa di San Giuseppe Artigiano: La parrocchia fu istituita l'8 dicembre 1969 per decreto di
mons. Alberto Carinci, vescovo di Campobasso. Progettata dall'ing. Enrico Mandolesi fu
iniziata nel 1972 e terminata nel 1974. L'ingresso ha una scala in travertino di Tivoli e le
porte d'ingresso in vetro sono protette da cancellate in ferro composte da robusti chiodi
piramidali a ricordo dei chiodi della crocifissione di Cristo.
Chiesa di San Leonardo: Le componenti strutturali della chiesa sono della fine del sec. XIV:
il portale, di ispirazione gotica, ha scarsa strombatura e si compone di stipiti, pilastri e
colonnine lisce: gli archi, con modanatura centrale a spirale, racchiudono nella lunetta
l'agnello crucifero. Romanica è la monofora, sulla sinistra del portale, delineata da intrecci di
rami e motivi floreali.
Chiesa di Santa Maria della Croce: Sorta nel periodo normanno ad opera dei fedeli che
costituirono la confraternita dei "Crociati", ha subito trasformazioni a seguito di terremoti che
ne hanno modificato l'aspetto originario. Presenta un impianto quattrocentesco con una
pianta longitudinale a croce latina a tre navate illuminata da una cupola classicheggiante.
La facciata evidenzia, con i suoi tre portali, la divisione basilicale dell'interno. Ai lati
dell'altare sono presenti la Cappella dell'Addolorata e quella del Sacro Cuore, nelle quali
sono conservate la statua lignea ottocentesca dell'Addolorata, di scuola napoletana, e
quella del Cristo morto ricostruita in gesso nel 1954.
Chiesa di Santa Maria de Foras: Abbiamo notizie della chiesa e del convento nel XIV
secolo a proposito del terremoto del 1348 e degli spostamenti di alcuni abati. La chiesa
attuale, rifatta completamente negli anni 1969-1970, è delle stesse proporzioni di quella
antecedente, stessa anche la campana fusa ad Agnone nel 1822. Internamente sono visibili
le statue dell'Assunta e di San Rocco entrambe opere di Paolo Saverio Di Zinno ed il San
Cristoforo di Emilio Labbate del 1890.

Chiesa di Santa Maria della Libera: La chiesa fu


inglobata nel Palazzo San Giorgio, purtroppo resta priva
di qualunque segno nella facciata esterna che richiami
ad un luogo sacro. La tradizione vuole che il monastero
originario fosse stato costruito sul sito dallo stesso san
Pietro Celestino nel 1290; in seguito sarebbe stato
ampliato dal discepolo del santo, il beato Roberto da
Salle. La chiesa, la cui facciata fu edificata nel 1320, fu Chiesa di San Giorgio
gravemente colpita dal terremoto del 1805; tra tante
rovine rimase illeso soltanto il muro in cui era la nicchia
della statuetta della Vergine: una antichissima statua
lignea, piuttosto piccola (cm.109 di altezza), dal corpo
snello, dal collo lungo, dal viso ovale, dal sorriso dolce
appena accennato.
Chiesa di Santa Maria di Loreto: si trova in contrada
Santo Stefano: L'attuale chiesa di S. Maria di Loreto fu
costruita nel 1890 e completata nel 1922. Andava a
sostituire la precedente, costruita nel XVIII secolo e Chiesa di San Leonardo
distrutta a seguito della frana del 1902. In essa sono
contenuti un quadro di autore ignoto raffigurante la
Vergine Addolorata e le statue della Madonna
Addolorata, di S. Stefano e di S. Lucia più un crocifisso del XV secolo.
Chiesa di Santa Maria Maggiore - Santa Maria del Monte: si trova presso il Castello
Monforte. La chiesa di Santa Maria Maggiore, prospiciente il castello Monforte, è l'antica
Santa Maria del Monte. La prima notizia sicura della sua esistenza risale al 1354. Era sorta
infatti come semplice cappella gentilizia dedicata alla Vergine e, nel tempo, adibita anche a
luogo di sepoltura delle famiglie feudatarie. Nel 1905 la chiesa venne affidata ai Padri
Cappuccini che ancora oggi la custodiscono. L'intero edificio di culto è stato restaurato; la
facciata ha un paramento murario in pietre di Vinchiaturo con bugne scabre collocate
irregolarmente. All'interno ha un pregevole altare in marmi policromi. Particolarmente
interessante è la statua della SS. Vergine del 1334, devotamente venerata.
Chiesa di Maria Mater Ecclesiae: Il fabbricato per l'abitazione dei religiosi e per le opere
sociali ebbe inizio nel 1975. La cura venne affidata ai Padri Marianisti che avevano avuto
l'incarico, già dal 1965, di interessarsi del rione Vazzieri nel quale non vi era nessun edificio
di culto. Il luogo di culto ha forma semicircolare ed ha al centro il fonte battesimale.
Chiesa di San Paolo: La prima chiesa di san Paolo, ancor oggi esistente, risale al XVII
secolo ed è situata alla fine di viale del Castello. Costruito in una sola navata servì,
inizialmente, ad officiarvi messa per quegli abitanti che si erano stabiliti appena fuori dal
borgo o che vivevano nella zona detta, appunto, di san Paolo e che non volevano,
specialmente durante il periodo invernale, correre il rischio di ruzzoloni sulle strade di
accesso alle altre chiese poste più in alto dell'abitato
Chiesa di San Pietro: chiesa moderna degli anni '60, con struttura rettangolare, dal cui
estremo lato destro sorge la chiesa vera e propria, innalzandosi con cupola trapezoidale
scandita da costoloni, e da cui sorge un piccolo campanile.
Chiesa e convento di San Giovanni del Gelsi: chiesa del XII secolo, restaurata nel 1415,
che venne data in affidamento al Beato Giovanni da Stroncone, divenendo uno dei centri
conventuali più noti del Molise. Dopo la chiusura per volere di Murat, venne restituito alla
comunità dei frati nel 1892, a poi chiuso nuovamente. Nel '900 è stato riaperto e restaurato.
Ha facciata barocca con architrave classica, ed edificio rettangolare del convento, con
portico e chiostro interno. All'interno della chiesa lo stile liberty è molto forte, poiché è stata
restaurata nel primo '900, essendo in cattivo stato di conservazione.
Ex chiesa di San Mercurio: chiesetta sconsacrata di notevole interesse, risalente almeno
all'XI secolo. Ha pianta a navata unica, con facciata in pietra a capanna, decorata da un
portale sormontato da una lunetta monolitica e un rosone centrale. L'interno è perfettamente
conservato nella forma romanica, anche se la parete del presbiterio è frutto di numerosi e
del tutto disomogenei restauri.

Sotterranei

Gli ipogei, ricavati nei secoli dall'opera dell'uomo, rappresentano una realtà nascosta del borgo antico. Gran
parte della pietra fu estratta per poter costruire i palazzi per cui si possono immaginare i volumi esistenti nel
sottosuolo. A seguito del catastrofico terremoto del 1456, il conte Cola di Monforte progettò la nuova città,
con un assetto difensivo, dotandola di doppia cinta muraria, interrotta dalle porte che davano accesso al
borgo. Utilizzò i vuoti esistenti collegandoli tra loro e rendendoli funzionali a una logica militare. Una
ragnatela di cunicoli, una sorta di “rete” in tempi medievali che consentiva la comunicazione rapida da più
punti. Tra i sotterranei fotografati, ci sono alcuni tratti dell'antico camminamento che permetteva alle
guarnigioni di spostarsi velocemente da una torre all'altra e dalle mura di cinta alla parte alta del colle. Su
questa attendibile ipotesi l'Associazione "Centro Storico" orienta le ricerche con l'obiettivo di ripercorrere il
leggendario passaggio che permetteva l'estrema fuga in caso di prolungati assedi.

Nel corso dei secoli i sotterranei hanno subito diverse destinazioni: verso la fine del XV secolo, con
l'ampliamento del borgo e l'istituzione della dogana per l'editto di Ferrante d'Aragona, furono aperti i
fondaci della farina, del sale, delle carni.

Durante la Seconda guerra mondiale furono utilizzati dalla popolazione come rifugi antiaerei.

Negli anni Sessanta alcuni furono adibiti a discoteche e luoghi di incontro per giovani, grazie all'ampiezza
degli spazi e al loro naturale isolamento acustico.

Successivamente furono del tutto abbandonati e non più utilizzati, diventando in molti casi autentiche
discariche di materiale edile a seguito delle ristrutturazioni degli edifici della superficie. Attualmente sono
molto ricercati per renderli fruibili come pub e ristoranti.

Aree naturali

Queste sono le principali aree verdi della città:

Bosco Faiete
Giardino del convitto nazionale Mario Pagano
Piazza Bernardino Musenga (Villa dei Cannoni)
Parco Alessandro Manzoni
Parco Eduardo De Filippo
Parco Giuseppe Ungaretti
Parco della Memoria
Parco della Musica Giuseppe Manente
Parco della Via Matris
Parco del torrente Scarafone
Pineta di San Giovannello

Villa De Capoa

La settecentesca “Villa De
Capoa”, recuperata con un
accurato progetto, è uno
dei luoghi più suggestivi
della città.

Il parco, adiacente all'ex


convento di Santa Maria
delle Grazie, fu fatto
Sentieri a Villa de Capoa costruire nel Cinquecento Scorcio a Villa de Capoa
da Andrea di Capua.
Svolse per circa due secoli
la funzione di riserva delle erbe che i monaci del convento utilizzavano per la creazione di medicinali
naturali. Nel Settecento fu acquistato da privati e riorganizzato in parco vero e proprio. Infine nell'Ottocento
la contessa Marianna de Capoa lo donò alla città.

Il giardino è all'italiana, ricopre un'area di quasi 16 000 m². Il viale principale, va dall'ingresso a una piazza;
in essa sono collocate una fontana e una piattaforma circolare, usata per allestire spettacoli. In altre zone del
giardino vi sono un labirinto di siepi e una rotonda delimitata da quattro aiuole, in cui, nel 1929, sono state
impiantate delle sequoie. Ad arricchire i suggestivi sentieri vi sono sculture mitologiche, archi di pietra o di
siepi, un sarcofago di fine Quattrocento, un pozzo, panchine in pietra e una grotta. L'ingresso principale,
con il pregiato cancello in ferro battuto di stile liberty, si affaccia su piazza Savoia.

Le specie vegetali presenti sono varie e degne di attenzione: alte sequoie, possenti cedri del Libano, eleganti
cipressi, abeti rossi, profumati tigli continuano ad avere una funzione non solo ornamentale: sono la
testimonianza della cultura, del gusto e dell'arte di coloro che tanti anni fa hanno realizzato questo gioiello.

All'interno del parco è presente un complesso sportivo per praticare tennis, con diversi campi coperti e
scoperti, in cui dal 2002 al 2012, ogni anno, veniva organizzato il torneo internazionale femminile di tennis
del circuito ITF Women's Tour nominato "Regione Molise" il cui premio in palio è oscillato tra i 10 000 e i
25 000 $; nel 2011 fu vinto dall'italiana Karin Knapp.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[22]
Etnie e minoranze straniere

Gli stranieri residenti a Campobasso al 31 dicembre 2019 sono 1 908, pari al 3,9% della popolazione.[23] Le
nazionalità più numerose sono:

Romania – 630 (33,0%)


Ucraina – 138 (7,2%)
Nigeria – 135 (7,1%)
Marocco – 92 (4,8%)
Pakistan – 67 (3,5%)

Qualità della vita

Il rapporto di ecosistema urbano di Legambiente relativo all'anno 2018 colloca il comune al 77º posto tra le
104 città italiane capoluogo di provincia[24].

Secondo Il Sole 24 ORE, Campobasso nel 2019 era la 74ª città italiana con la qualità di vita più alta su un
totale di 107; nel 2014 si trovava invece all'82º posto.[25]

Cultura

Biblioteche
Biblioteca Provinciale Pasquale Albino (temporaneamente chiusa)[26]
Biblioteca dell'Archivio di Stato di Campobasso[27]
BiblioMediaTeca comunale
Biblioteca comunale Giovanni Antonio Colozza
Biblioteca comunale Sacro Cuore di Gesù
Biblioteca comunale Campobasso Nord
Biblioteca del Conservatorio statale di musica Lorenzo Perosi
Università degli Studi del Molise
Biblioteca centrale d'Ateneo
Centro di documentazione europea
Centro di cultura del Molise

Scuole

Nel comune sono presenti istituzioni prescolastiche, scolastiche di primo grado e di secondo grado,
inferiore e superiore. Quelle di secondo grado superiore comprendono un istituto professionale per i servizi
commerciali e turistici, un professionale per l'industria e l'artigianato, un professionale per l'agricoltura e
l'ambiente, un tecnico commerciale e per geometri, un tecnico industriale, un tecnico per le attività sociali,
un liceo classico, due licei scientifici, due licei linguistici, un liceo delle scienze umane, un liceo artistico, un
liceo musicale.

Università
Università degli studi del Molise
Università Cattolica del Sacro Cuore (corsi di laurea delle professioni sanitarie a
Campobasso)
Sapienza - Università di Roma (corsi di laurea delle professioni sanitarie a Isernia)
Scuola Superiore per Mediatori Linguistici del Molise
Conservatorio statale di musica Lorenzo Perosi

Formazione militare
Arma dei Carabinieri
Scuola allievi carabinieri
Polizia di Stato
Scuola allievi agenti Giulio Rivera

Musei
Museo sannitico
Museo dei misteri
Museo internazionale del presepio in miniatura Guido Colitti
Museo della scuola e dell'educazione popolare[28]
ARATRO Centro di arte contemporanea[29]
Palazzo Pistilli[30]
Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea[31]

Centri culturali
Palazzo dell'ex GIL
Palazzo ex ONMI

Media

Stampa
Il Quotidiano del Molise
Primo Piano Molise
Il Bene Comune
AGI

Radio
Radio Orizzonte Molise
Radio Hollywood
Radio Luna Network
Radio Valentina

A Campobasso è nata Radio Tau, antesignana di Padre Pio TV.

Televisione
Rai (Sede regionale per il Molise)
Telemolise
Teleregione Molise
TVI Molise
TLT Molise
TRSP
Telenorba (Sede del Molise)

Teatri
Teatro Savoia

Tradizioni e folclore
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Motivo: Sezione priva di fonti, contiene descrizioni dettagliate di manifestazioni
ed eventi minori di dubbia enciclopedicità. Le tradizioni sarebbero da collocare
nella sezione "Tradizioni e folclore" sostenute da fonti terze autorevoli. Da
rivedere come richiesto da Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Eventi.

Sfilata dei Misteri


Ogni anno, nella domenica del Corpus Domini, nelle vie della città sfilano
i "Misteri", strutture in una lega ferrea flessibile e resistente create dal
campobassano Paolo Saverio di Zinno nel XVIII secolo. Si presentano
come dei carri allegorici su cui sono esposti i misteri della Bibbia. I
"Misteri" sono anche nominati quadri viventi, infatti bambini, anziani e
adulti, si trasformano in santi, angeli e demoni ancorati alle strutture in
acciaio e legno appositamente rivestite offrendo una visione surreale e
generando l'impressione che i personaggi aleggino nell'aria. Le strutture
sono portate a spalla da gruppi di portatori che avanzano al ritmo scandito
dal capo mistero e cadenzato dalla banda musicale che propone una marcia
tratta dal Mosè di Rossini. La sfilata è composta, nell'ordine, dalle seguenti
raffigurazioni:

Sant'Isidoro; I Misteri, L'Assunta


San Crispino;
San Gennaro;
Abramo;
Maria Maddalena;
Sant'Antonio Abate;
Immacolata Concezione;
San Leonardo;
San Rocco;
L'Assunta;
San Michele;
San Nicola;
Santissimo Cuore di Gesù.

Alla fine della manifestazione, dal palazzo comunale l'arcivescovo


La processione della
metropolita di Campobasso-Bojano impartisce la Benedizione ai Misteri.
Madonna dei Monti
Nel febbraio del 1997 nasce l'Associazione "Misteri e Tradizioni",
supportata una forte richiesta dei cittadini, per tutelare il patrimonio storico
culturale dei Misteri, con successiva realizzazione del Museo dei Misteri e
del sito ufficiale della manifestazione.

Nel Medioevo i Misteri si allestivano e si disfacevano anno per anno, variando di forme e di costumi, con il
patrocinio di congregazioni religiose laiche che sostenevano le spese di allestimento. Le rappresentazioni
avvenivano su palchi fissi o mobili con scenografie elementari, i copioni erano in linguaggio popolare e gli
argomenti rispettavano la vita e la fantasia delle platee di fedeli a cui si rivolgevano. In quelle forme di
rappresentazioni possiamo trovare forme di teatro greco o romano e nel Quattrocento si cerca di
canonizzare le rappresentazioni dei Misteri creando regole per non cadere nel goffo e nel profano. La
trasformazione di quadri viventi in quadri stabili non indecorosi o goffi, lontani da forme di irreligiosità, si
verifica a Campobasso negli anni 1766-68, quando la borghesia locale suggella la sua ascesa con
l'affrancamento dal servaggio feudale. In origine i Misteri erano ventiquattro conservati nelle tre chiese che
provvedevano all'organizzazione della processione del Corpus Domini. Sei di essi non ressero alla prova
che il Di Zinno, autore degli stessi, fece con i modelli di cera da lui creati prima di poggiarci le persone, altri
sei invece furono distrutti dal terremoto del 26 luglio 1805, mentre il Santissimo Cuore di Gesù fu realizzato
nel 1959 sulla base di un bozzetto del Di Zinno.

Il Venerdì Santo
L'origine della processione del venerdì Santo a Campobasso risale probabilmente alle sacre
rappresentazioni del XIII secolo. La notizia storica più sicura risale al 1626 quando in un "istrumento di
concordia tra i Crociati e i Trinitari" si accenna a tale manifestazione.

Nella chiesa di Santa Maria della Croce vengono custodite le statue dell'Addolorata e del Cristo morto.
Tutta la cittadinanza si ritrova in questa chiesa nelle sere del settenario, raccolta in silenzio mentre viene
cantato l'inno che viene chiamato dai campobassani "lo zuchetezù", una specie di "botta e risposta", che il
suo compositore chiamò: "Oh di Gerico beata".

La processione del venerdì Santo si colloca all'interno delle manifestazioni processionali legate alla
passione. Il corteo solitamente inizia alle ore 17.00 del Venerdì Santo da Santa Maria della Croce e vede la
partecipazione della quasi totalità della città che segue mestamente il Cristo morto. La statua dell'Addolorata
viene posta tradizionalmente dietro il Cristo e viene accompagnata da donne vestite di nero che reggono
nastri che partono dalla statua. Il coro che accompagna la processione del venerdì Santo era inizialmente
formato da un centinaio di cantori e dalla banda musicale, mentre in epoca contemporaneea sono oltre
settecento persone quelle che vi partecipano.

Crociati e Trinitari

La vita cittadina del XVI - XVII è animata da lotta fra due grandi confraternite, quella dei Crociati e quella
dei Trinitari. Probabilmente le rivalità nascevano dalla volontà di conquistare la supremazia sulla città da
parte di un gruppo sociale sull'altro. Diversi e violenti furono gli scontri fra queste fazioni che
insanguinarono le strade della città. Le due confraternite posero fine alle lotte fratricide durante la
Quaresima dell'anno 1587, con la mediazione del frate predicatore cappuccino Geronimo da Sorbo. In
queste drammatiche vicende, stando alla leggenda, si inserisce una tragica storia d'amore fra la trinitaria
Delicata Civerra e il crociato Fonzo (o Alfonso) Mastrangelo, una sorta di Giulietta e Romeo
campobassani. Il loro matrimonio, come nella famosa opera di William Shakespeare, viene proibito dalle
rispettive famiglie per la rivalità tra le due confraternite a cui appartenevano. Fonzo fugge e si arruola come
soldato. Delicata, invece, per il dolore si ammala mentre si trova nella Torre Terzano dove è stata
imprigionata e addirittura muore, proprio nel giorno in cui le parti avverse fanno pace. Il suo amato Fonzo,
ricevuta la triste notizia della morte della giovane, abbandona tutto e diventa frate francescano.

Altri eventi
Il 31 maggio, in occasione della Festività della Madonna dei Monti, si realizza, lungo le
strette vie del borgo antico, un'infiorata con la quale si illustrano scene sacre e simboliche.
Crociati e Trinitari. Ogni anno si svolge un corteo in costumi d'epoca per rievocare
l'importante evento storico del 1587 ossia la pace fra i Crociati e i Trinitari, che dal 1997,
anno della morte del suo ideatore Corrado Caluori detto Corradino, viene portato avanti
dall'associazione da lui fondata, la "Pro Crociati e Trinitari". Di solito viene effettuata in
concomitanza dei grandi festeggiamenti estivi del Corpus Domini.
Dal 1996 il capoluogo molisano ospita la Mostra d'Arte Contemporanea internazionale
"Fuoriluogo", promossa dall'Amministrazione Provinciale di Campobasso e
dall'Associazione Culturale Limiti-Inchiusi Arte Contemporanea.
Dal 2002 la città ospita un Festival Internazionale del cinema, ideato dal comune e dal
Cineclub Kimera di Termoli, dal nome di "Kimera Film Festival" ex "La Notte dei Corti
Viventi". Il Festival è l'unico evento internazionale legato al cinema che la regione possa
vantare, oltre ad essere la manifestazione cinematografica con la massima anzianità
regionale e con la migliore continuità.
Nel 2007 è stata realizzata dopo anni di assenza Moliseinfiera, la maggiore rassegna
espositiva della regione e nel 2008 è stata presentata la prima edizione di Piacere Molise,
la prima fiera enogastronomica della regione.
Sant'Antonio abate. Il 17 gennaio comincia ufficialmente il Carnevale. La festa ha il suo
scenario obbligato nella chiesa e sul sagrato dedicata a Sant' Antonio abate. È qui che c'è
la benedizione degli animali, ed è qui che si ammassano i ciocchi di legna che arderanno
fino a ora tarda.

Geografia antropica

Suddivisioni storiche

Pur non rivestendo il ruolo di enti amministrativi locali propriamente detti, sono nate delle associazioni di
quartiere su tutto il territorio comunale. Tali associazioni, nate da aggregazioni di cittadini, si pongono a
servizio dei quartieri da esse definiti come mediatori tra il cittadino e l'amministrazione comunale. Il
territorio dunque risulta diviso nei seguenti quartieri: Centro Storico, Centro Murattiano, Campobasso
Nord, San Giovanni, Vazzieri, Colle dell'Orso, Sant'Antonio Abate, Tappino. Le principali zone moderne e
storiche all'interno del Comune sono:

Centro storico: il centro di


Campobasso si divide in due nuclei
storici: quello medievale che si
arrampica sul monte del castello, e il
nuovo centro di Gioacchino Murat fatto
costruire dopo il 1805, detto appunto
"Centro Murattiano", alle porte del borgo
vecchio, le cui arterie principali sono
corso Vittorio Emanuele II, viale Regina Veduta del centro storico
Elena, corso Francesco Bucci, corso
Giuseppe Mazzini e le piazze Gabriele
Pepe, Vittorio Emanuele II, Francesco d'Ovidio, della Vittoria e Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino (già Savoia).
In cima alla montagnola si erge il quattrocentesco castello Monforte con il santuario della
Madonna del Monte (o Santa Maria Maggiore, frequentata anche da Padre Pio), e dalla
fortezza partiva la cinta muraria, rifatta nella seconda metà del XV secolo voluta da Nicola
dei Monforte, che abbracciava tutto il nucleo medievale, demolita dal sisma del 1805 e
inglobata nelle case, dove è ancora è possibile vedere alcune porte di ingresso allineate
con le torri (Porta Sant'Antonio a ovest, Porta San Nicola a sud-ovest, Porta Mancina a sud-
est e Porta San Paolo a est). Dopo il terremoto del 1456 il centro nevralgico della vita
cittadina è divenuta la piazzetta con la chiesa di San Leonardo, a differenza della parte di
sopra con la chiesa di San Bartolomeo e l'ancora più periferica chiesa romanica di San
Giorgio, usata come sepolcro dei cittadini e delle famiglie illustri. Diversi sono i palazzi
rinascimentali e settecenteschi, come il Palazzo Japoce, il Palazzo Angioino, il Palazzo
Mazzarotta sede del museo sannitico di Campobasso. Scendendo sempre più in basso, in
Piazza Gabriele Pepe, ingresso al cosiddetto "Centro Murattiano", si trovano il Teatro
Savoia accanto l'ottocentesca Cattedrale della Santissima Trinità e il Palazzo Magno. In
Piazza Vittorio Emanuele si trovano diversi edifici progettati insieme ai principali decumani
della città a scacchiera (Corso Vittorio Emanuele II, Corso Mazzini, Piazza Musenga, Corso
Francesco Bucci, Piazza Pepe, via Vittorio Veneto e viale Garibaldi. In Piazza Vittorio
Emanuele si affacciano il Palazzo San Giorgio (sede del Comune, ricavato dall'ex
monastero dei Celestini), il Palazzo della Banca d'Italia, il Banco di Napoli e il Convitto
Nazionale "Mario Pagano", mentre il corso Mazzini conduce alla strada antica per il
cimitero, dove si trova la chiesa monastero di San Giovanni del Jelsi, e poi la parrocchia del
Sacro Cuore, ricavata dal convento dei Cappuccini.
Sant'Antonio Abate: piccolo sobborgo del centro
storico, situato alla periferia ovest, alle pendici del
monte del Castello, delimitato da via Sant'Antonio
Abate e via Paolo Saverio di Zinno. Anticamente era la
periferia occidentale di Campobasso, con la porta
omonima di accesso alle mura, e la chiesetta di
Sant'Antonio. Nell'Ottocento si sono costruite nuove
case, che delimitano le attuali via Monforte e via
Firenze, che tornando verso est, si ricollegano al centro
Murattiano mediante il sagrato della Cattedrale.
Vazzieri: è un quartiere di recente costruzione, pensato Corso Vittorio Emanuele
in occasione dell'istituzione dell'Università degli Studi
del Molise, che vede il suo principale campus insistere
nel quartiere. Sorge a sud, oltre la Tangenziale Est, con casello omonimo di uscita, è
delimitato da viale Principe di Piemonte, viale Manzoni, via Pascoli e via Leopardi. Le
parrocchie sono quelle di Sant'Antonio di Padova e di Santa Maria Mater Ecclesiae, erette
tra gli anni '70 e '90, e in sostanza il quartiere è una piccola città a sé per le esigenze degli
universitari.
Campobasso Nord: nato tra la fine degli anni
sessanta e l'inizio dei settanta con il progetto di
Enrico Mandolesi per la nascita di una zona
residenziale a nord della città, che verrà
conosciuta come quartiere CEP. Si tratta di uno
dei quartieri più popolosi della città, ricco di servizi
e sede di diversi uffici amministrativi, tra i quali il
consiglio regionale. Architettonicamente è
rilevante l'area già menzionata del quartiere CEP,
Via Damato
esempio all'avanguardia dell'edilizia popolare del
tempo, caratterizzato dalla costruzione con faccia
a vista, tipica dell'architettura del Mandolesi. Negli
anni l'espansione è proseguita verso nord, ed oggi ingloba anche la zona commerciale e
industriale a condivisa e al confine col comune di Ripalimosani, per cui ricadono a
Campobasso Nord anche i centri commerciali, alcuni nuclei produttivi, e servizi.
San Giovanni: confinante ad ovest con Vazzieri, deve il nome alla chiesa di San Giovanni
dei Gelsi, che sorge all'ingresso del grandecimitero comunale. L'area sino agli anni '70 è
rimasta inedificata e il quartiere che vi sorge, raggiungibile facilmente dalla strada statale
con omonimo casello, non ha una conformazione urbanistica ben precisa, ma si sviluppa a
nord dell'antico convento e intorno alle arterie principali di via San Giovanni e via Puglia. Il
quartiere è ospita diversi uffici amministrativi, tra i quali il Centro per l'Impiego, il Tribunale
Amministrativo Regionale, il Centro smistamento di Poste Italiane, campi sportivi e palestre
oltre il Terminal Bus di Piazza San Pio da Pietrelcina.
San Nicola delle Fratte: sorge a nord del monte del castello, confinante con la zona di
Campobasso Nord. La parrocchia è la Chiesa Cristiana Battista, non si rilevano interessanti
forme architettoniche dato che è un quartiere ancora in via di espansione, solitamente
residenziale.
Nuova Comunità: attraversato dalla Strada provinciale 57 di Mirabello Sannitico, e dalla
Provinciale per Ferrazzano, il quartiere è di recente fondazione, costruito negli anni '90.
Sorge a sud di Vazzieri, ed è provvisto di moderne infrastrutture come palestre e plessi
scolastici oltre a parchi pubblici, come lo "Giuseppe Ungaretti" e l' "Alessandro Manzoni".

Frazioni
L'unica frazione della città è Santo Stefano, exclave circondata da Ripalimosani (di cui faceva parte in
passato), Castropignano e Oratino.

Economia
L'economia della città si basa principalmente sul commercio e sulla lavorazione dei prodotti alimentari
(oleifici, distillerie, pastifici); nel territorio comunale ha sede l'industria alimentare La Molisana. Altrettanto
sviluppato è il settore del pubblico impiego, legato principalmente alla sua funzione di capoluogo regionale.
Sono da ricordare inoltre alcune lavorazioni di prodotti artigianali come la produzione di coltelli e forbici,
attività presenti sin dall'epoca medievale, durante la quale le officine di Campobasso erano considerate tra le
più importanti d'Europa. Anche le lavorazioni dell'argilla, finalizzate alla produzione di oggetti per uso
domestico, oltreché quelle del cuoio, del ferro battuto e del legno non sono del tutto scomparse.[32] Erano
anche rinomate le produzioni di ceramiche e di terrecotte.

Infrastrutture e trasporti

Strade

I collegamenti stradali extraurbani sono caratterizzati dalle seguenti strade statali:

SS 87 Sannitica (verso Isernia, Roma, Napoli e Benevento);


SS 645 Fondovalle del Tappino (verso Foggia);
SS 647 Fondovalle del Biferno dir/B (dalla zona industriale alla SS647 verso Termoli e il
Nord Italia).

La città è servita da una tangenziale divisa in:

SS 710 Tangenziale Est di Campobasso, conosciuta anche come Variante alla SS 87 che
taglia la città a sud-est attraversandola tramite dei viadotti e una galleria (Vazzieri-San Vito)
partendo dalla località San Vito e giungendo all'innesto col raccordo Ingotte passando per i
quartieri Vazzieri, San Giovanni, Colle dell'Orso, Campobasso Nord e la Zona Industriale.
SS 711 Tangenziale Ovest di Campobasso, che parte dalla località San Vito con i raccordi
per la Tangenziale Est e la SS 645, per collegarsi alla SS 751 Fondo Valle Rivolo,
inaugurata il 29 marzo 2014, che si innesta sulla Bifernina.

Ferrovie

La stazione di Campobasso è situata nel centro della città, in piazza Vincenzo Cuoco ed è gestita da
Centostazioni, società del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. La stazione è capolinea delle linee Termoli-
Venafro e Benevento-Campobasso.

L'esercizio commerciale è operato da Trenitalia con treni regionali da e per Caserta, Isernia, Napoli, Roma e
Termoli; a seguito della sospensione del servizio ferroviario sulla linea Benevento-Bosco Redole nel 2013, i
servizi lungo tale direttrice sono effettuati da autobus sostitutivi. In città sono presenti anche le fermate San
Michele e Duca d'Aosta, costruite nell'ambito del progetto noto come "metropolitana leggera Matrice-
Boiano"[33], la cui attivazione non è ancora stata effettuata data la concomitanza dei lavori di elettrificazione
in corso sulla tratta Campobasso - Roccaravindola. Nel territorio comunale è presente inoltre la stazione di
Ripalimosani, soppressa nel 2001, lungo la linea Campobasso-Termoli.
Mobilità urbana

I trasporti urbani e interurbani di Campobasso vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da SEAC,
ATM, Flixbus e SATI.

Amministrazione

Consolati
Consolato Onorario di El Salvador

Gemellaggi

Campobasso è gemellata con:

Vladimir (Oblast' di Vladimir)[34]


Ottawa[35]
Banja Luka[36]
Viterbo
Vastogirardi[37]
Alessio (Albania)

Sport
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controllare.
Motivo: Sezione povera di fonti e ricca di informazioni non enciclopediche o non
previste da Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Sport.

Principali Impianti sportivi pubblici


Stadio Nuovo Romagnoli
Stadio Vecchio Romagnoli
Antistadio Selvapiana
Nuovo Antistadio Selvapiana
Campo di atletica leggera Nicola Palladino
Campo da calcio Don Luigi Sturzo
PalaVazzieri
Palaunimol
Piscina Comunale
Impianti tennistici di Villa De Capoa

Pallavolo
Nuova Pallavolo Campobasso
Free Volley Campobasso
Atletica
Gruppo Sportivo Virtus
Atletica Molise Amatori
Polisportiva Molise Campobasso
CUS Molise
Podistica Avis Campobasso
SC Promosport

Atletica leggera

Ogni anno si svolge la mezza maratona Tappino-Altilia, che parte dalla località Tappino, a Campobasso, e
si conclude nel comune di Sepino presso il sito archeologico sannita-romano di Saepinum, alle propaggini
del Massiccio del Matese. Dal 2002, in considerazione delle sue caratteristiche peculiari, la Tappino-Altilia
è stata inserita dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo tra le manifestazioni delle
Giornate Europee del Patrimonio dedicate al tema Lo sport nell'Italia antica.

Calcio

Calcio a 11

S.S.D. Città di Campobasso - Stagione 2021/2022 campionato italiano Serie C.


A.S.D. Campobasso 1919 - Stagione 2021/2022 campionato regionale di Eccellenza.
Quartiere Campobasso Nord - Stagione 2017/2018 campionato regionale Prima Categoria.
Acli Calcio Campobasso - Stagione 2017/2018 campionato regionale di Prima Categoria.
Campobasso Calcio - Stagione 2017/2018 campionato regionale di Seconda Categoria.
Reds Campobasso - Stagione 2017/2018 campionato regionale di Seconda Categoria.

Calcio a 5

Planet Campobasso - Stagione 2007/2008 Campionato Nazionale maschile di Serie B


girone D.
Five Campobasso - Stagione 2011/2012 Campionato Nazionale maschile di Serie B girone
D.
Polisportiva Chaminade 1999 - Prima Squadra (C1 regionale) - Under 21 Nazionale -
Juniores Regionale - Allievi regionali - Giovanissimi regionali - Pulcini.
Circolo la Nebbia Cus Molise - Stagione 2019/2020 Campionato Nazionale Serie A2 girone
C

Ciclismo

Per 12 volte Campobasso è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1913, l'ultima nel
1989.

1913 6ª tappa Bari-Campobasso, vinta da Costante Girardengo


1927 9ª tappa Bari-Campobasso, vinta da Alfredo Binda
1934 8ª tappa Bari-Campobasso, vinta da Félicien Vervaecke
1936 8ª tappa Bari-Campobasso, vinta da Olimpio Bizzi
1937 11ªb tappa San Severo-Campobasso, vinta da Cesare Del Cancia
1950 16ª tappa L'Aquila-Campobasso, vinta da Fiorenzo Magni
1956 9ª tappa Pescara-Campobasso, vinta da Charly Gaul
1960 3ª tappa Sorrento-Campobasso, vinta da Miguel Poblet
1963 3ª tappa Bari-Campobasso, vinta da Jaime Alomar
1966 9ª tappa Napoli-Campobasso, vinta da Vincent Denson
1975 4ª tappa Teramo-Campobasso, vinta da Roger De Vlaeminck
1989 6ª tappa Potenza-Campobasso, vinta da Stefan Joho

Pallacanestro
Magnolia Campobasso - stagione 2021/2022 Campionato Nazionale di Serie A1 femminile.

Rugby
Hammers Rugby Campobasso, dall'autunno 2017 unica squadra ovale del capoluogo, è
attiva in vari settori

Tennis

Dal 2002 al 2012 nel mese di giugno la città ha ospitato il Torneo Internazionale Regione Molise di tennis,
su terra battuta e facente parte dell'ITF Women's Circuit:

2012 - Vincitore Federica Di Sarra


2011 - Vincitore Karin Knapp
2010 - Vincitore María Irigoyen
2009 - Vincitore Iryna Burjačok
2008 - Vincitore Maša Zec Peškirič
2007 - Vincitore Kyra Nagy
2006 - Vincitore Alisa Klejbanova
2005 - Vincitore Marija Korytceva
2004 - Vincitore Sania Mirza
2003 - Vincitore Catalina Castaño
2002 - Vincitore Natalia Gussoni

Scherma
A.P.D Galassport Campobasso (spada, sciabola e fioretto)

Campionati Nazionali Universitari 2010

Campobasso, insieme alle altre due sedi dell'Università del Molise, Isernia e Termoli, ha ospitato i
Campionati Nazionali Universitari 2010, tra il 21 e il 29 maggio. Questi i numeri dell'evento:

CUS aderenti: 49;


Partecipanti: circa 6 000 (atleti, tecnici, accompagnatori, ecc.);
Discipline sportive: 20-22;
Trasporti: circa 1 000 transfer (con 4 bus da 50 posti, 20 minibus, 30 autovetture e 30
scooter);
Copertura sanitaria: 20 medici sui diversi campi di gara distribuiti nelle tre sedi;
Premiazioni: 300 coppe, oltre 500 medaglie d'oro e d'argento, oltre 700 medaglie di bronzo;
Operatori: circa 500 persone.

In occasione dello svolgersi di tale manifestazione, è stato inaugurato nel campus di Vazzieri il Palaunimol,
adiacente al palazzo della Biblioteca Centrale d'Ateneo.

Automobilismo

La città ospita dal 1994 la gara di slalom "Città di Campobasso", che è stata fino al 2020 la competizione
da più tempo presente nel Campionato Italiano Slalom. Esso è stato vinto in cinque occasioni dal
campobassano originario di Cercemaggiore Fabio Emanuele, a sua volta vincitore per sei volte del CIS.

Note
1. Statistiche demografiche ISTAT (dati provvisori), su Demo.ISTAT.it. URL consultato il 6 maggio
2021.
2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in
Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie,
l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile
2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
4. ^ Luciano Canepari, Campobasso, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli,
2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
5. ^ Vincenzo Eduardo Gasdia, https://books.google.it/books?
id=gSkaAAAAIAAJ&q=%22campuasce%22&dq=%22campuasce%22, in Storia di
Campobasso, vol. 2, Ghidini & Fiorini, 1960, p. 309.
6. ^ Comuni capoluogo di provincia - elenco per altitudine, su TuttItalia.it. URL consultato il 23
agosto 2020.
7. ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 7 settembre 2018.,
riconoscimento sancito nei decreti 23 e 24/2018
8. ^ Michelangelo Ziccardi, La Pace, Campobasso 1841.
9. ^ Clima Campobasso - Medie climatiche » IL METEO (http://www.ilmeteo.it/portale/medie-cli
matiche/Campobasso)
10. ^ Giovanni Alessio, Toponomastica storica dell'Abruzzo e del Molise, Napoli, Liguori, 1963,
p. 51.
11. ^ Marcello De Giovanni, Studi linguistici, Verona-Pescara, Anteditore-Istituto di studi
abruzzesi, 1974, p. 51, SBN IT\ICCU\SBL\0587527.
12. ^ Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 145, ISBN 88-02-07228-0.
13. ^ Giambattista Masciotta, Il Molise, dalle origini ai nostri giorni, Napoli, tipolitografia Pierro,
1915.
14. ^ Giuseppe Maria Galanti, Descrizione del Contado di Molise, Napoli, Società letteraria e
tipografica, 1781.
15. ^ Vincenzo Eduardo Gasdia, Storia di Campobasso, Verona, Linotipia veronese Ghidini e
Fiorini, 1960.
16. ^ Benedetto Croce, Il Conte di Campobasso in vite di avventure, di fede e di passione,
edizione Laterza, Bari 1953.
17. Franco Nicola, I Palazzi della Provincia di Campobasso, su www.amicomol.com. URL
consultato il 9 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2015).
18. ^ Maristella Casciato, Domenico Filippone, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 47,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997. URL consultato il 25 dicembre 2015.
19. ^ Fondazione Molise Cultura - La sede (http://www.fondazionecultura.it/?q=node/235).
20. ^ Campobasso entra nell'Italia delle Arti, su IL TEMPO.it - Molise, 21 agosto 2012. URL
consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
21. ^ Libero Cutrone, Gioele Di Renzo, CAMPOBASSO 1573: La nuova confraternita del
Santissimo Rosario, 2020.
22. ^ Statistiche I.Stat (http://dati.istat.it/Index.aspx) - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
23. ^ Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2018 - Campobasso, su
demo.istat.it. URL consultato il 10 aprile 2020.
24. ^ Ecosistema urbano 2018, su Legambiente. URL consultato il 23 gennaio 2019.
25. ^ Qualità della vita 2019: la classifica delle città italiane dove si vive meglio. Milano la
migliore | Il Sole 24 ORE, su www.ilsole24ore.com. URL consultato il 3 giugno 2020.
26. ^ Biblioteca Provinciale Pasquale Albino, su Provincia di Campobasso.
27. ^ Home - Archivio di Stato di Campobasso, su www.ascampobasso.beniculturali.it. URL
consultato il 6 marzo 2017.
28. ^ Museo della scuola e dell'educazione popolare, su unimol.it. URL consultato il 18 aprile 2018
(archiviato dall'url originale il 19 aprile 2018).
29. ^ ARATRO Centro di arte contemporanea, su dipscienzeumanistiche.unimol.it. URL consultato
il 18 aprile 2018.
30. ^ Polo museale del Molise – Musei: Palazzo Pistilli, su musei.molise.beniculturali.it. URL
consultato il 18 aprile 2018.
31. ^ Inaugurata alla Casa della Scuola la Galleria Civica con le opere di Antonio Pettinicchi, su
quotidianomolise.com, 21 maggio 2019. URL consultato il 20 marzo 2020.
32. ^ Nel Molise l’artigianato è ancora molto vitale - nel sito UNPLI MOlise, su unplimolise.it. URL
consultato il 7 aprile 2016.
33. ^ TRAIL - Portale nazionale delle infrastrutture di trasporto e logistica del sistema camerale,
su trail.unioncamere.it. URL consultato il 24 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2014).
34. ^ Città gemelle di Vladimir (http://www.vladimir-russia.info/city_info/sister_cities.htm)
Archiviato (https://web.archive.org/web/20090105224213/http://www.vladimir-russia.info/city
_info/sister_cities.htm) il 5 gennaio 2009 in Internet Archive.
35. ^ Città di Campobasso (CB), su araldicacivica.it. URL consultato il 13 agosto 2018 (archiviato dall'url
originale il 13 agosto 2018).
36. ^ città gemellate dal sito di Banja Luka, su banjaluka.rs.ba. URL consultato il 10 novembre 2010
(archiviato dall'url originale il 17 settembre 2011).
37. ^ gemellaggio istituzionale dal sito del comune di Vastogirardi (IS) (PDF), su
comune.vastogirardi.is.it. URL consultato l'11 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2015).

Altri progetti
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale, su comune.campobasso.it.


(EN) Campobasso, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
VIAF (EN ) 132509102 (https://viaf.org/viaf/132509102) · LCCN (EN ) n79039955 (htt
Controllo di p://id.loc.gov/authorities/names/n79039955) · GND (DE) 4216181-2 (https://d-nb.inf
autorità o/gnd/4216181-2) · WorldCat Identities (EN ) lccn-n79039955 (https://www.worldcat.
org/identities/lccn-n79039955)

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