Sei sulla pagina 1di 6

- L' Europa e il mondo nella prima

metà dell’800 -
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
L’indipendenza dell’America latina
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
-----------------------------------------------------------------------
LA SITUAZIONE DELL’AMERICA LATINA AL PRINCIPIO DEL XIX SECOLO
-----------------------------------------------------------------------
Fra il 1760 e il 1810 l'America del centro-sud subì diverse trasformazioni:
Brasile: In seguito al fallimento dell’economia dello zucchero, la fonte di sviluppo primaria furono le miniere d'oro. Rio de Janeiro era
diventato il maggiore centro urbano del Brasile (40.000 abitanti). Così cominciarono ad essere “installate” le prime piantagioni di
caffé, che poi avrebbero fruttato un notevole guadagno.
Colonie spagnole: Anche qui la popolazione cresceva a dismisura, specialmente i bianchi (tra cui i creoli, nati da famiglie che abitavano
da diverse generazioni in America) ed i meticci. Le ricchezze minerarie e terriere appartenevano ai creoli, le alte
cariche politiche e militari spettavano di diritto agli spagnoli, mentre agli immigrati erano lasciate cariche inferiori.
Nuovi vicereami: Essi erano 2, e si facevano spazio nell'economia sud americana:
1. Ecuador, Colombia, Venezuela (Caracas) -> Nuova Granada: in cui crescevano piantagioni di cacao;
2. Argentina, Bolivia, Paraguay e Uruguay (Buenos Aires) -> Rio de la Plata: in cui l'allevamento bovino progrediva.
Ma qualche tempo dopo la Rivoluzione francese, gli effetti di questa incisero sulle colonie americane, infatti il governo spagnolo aveva
rotto il patto della coalizione antifrancese, andando ad allearsi con la Francia, schierandosi automaticamente contro l'Inghilterra. La
Spagna faticò a tenere sotto controllo le proprie colonie americane, data la supremazia inglese in mare. Infine, quando Napoleone impose
il blocco continentale, poiché essa non poté più commerciare in Europa, si insediò in sud America senza alcun ostacolo.

--------------------------------------------------
L’INDIPENDENZA DEL BRASILE E DEL MESSICO
--------------------------------------------------
Brasile: Dopo che la Francia invase il Portogallo i reali scapparono in Brasile, portandolo ad essere un regno autonomo, in unione
dinastica con il Portogallo. A causa di alcune rivolte spagnole il re portoghese tornò in patria lasciando in America il figlio Pietro I.
I Brasiliani temettero per la loro autonomia e iniziarono così delle manifestazioni, a cui però partecipò lo stesso Pietro. Egli
dichiarò nel 1822 la totale e definitiva indipendenza del Brasile e la sua carica di imperatore.
Messico: Restò fedele alla dinastia Borbonica fino al suo decadimento, che provocò malcontenti e successive rivolte. Gli indios si
ribellarono contro i latifondisti bianchi, che fecero difendere sé stessi e i propri interessi dal generale Agustìn de Itùrbide,
che represse violentemente i moti. Dato che i disordini continuavano, egli si proclamò imperatore del Messico indipendente.
Ma il suo era un regime dittatoriale, che crollò dopo un anno dopo rivolte ancora più liberali, che proclamarono la repubblica.

-----------------------------------------------------------
LE GUERRE D’INDIPENDENZA NELL’AMERICA MERIDIONALE
-----------------------------------------------------------
Per quanto riguarda le colonie spagnole nel sud America, la faccenda fu più complicata.
Napoleone mise sul trono di Spagna il fratello Giuseppe (al posto di Ferdinando VII), così si scatenarono due fenomeni:

• Lealismo: Coloro che mantennero la propria lealtà (fedeltà) a Ferdinando.

• Ribellione: Coloro che si ribellarono alle loro autorità, proclamandosi indipendenti.


In Perù e Bolivia prevalsero le forze “lealiste”, mentre in Argentina (Buenos Aires) e Venezuela (Caracas) quelle ribelli.
Tali rivolte sfociarono in una guerra civile. Ma il ritorno sul trono spagnolo di Ferdinando VII comportò la restaurazione della monarchia
in alcune regioni, come il Venezuela. Gli indipendentisti non aspettarono molto prima di reagire, trovando due “guide”:

• José de San Martìn: Partendo dall’Argentina, attraversando le Ande, entrò in Cile ed in seguito in Perù.

• Simòn Bolìvar: Risalendo il fiume Orinoco, conquista la Colombia e il Venezuela e si dirige in Ecuador.
Questo preoccupò il re che continuò ad inviare truppe contro i due condottieri. Le strade di Bolìvar e San Martìn si incrociarono in
Ecuador, ma anziché unirsi per un unico fine aumentarono le tensioni fra loro. Dato che l'unico esito di questa rivoluzione sembrava
essere una dittatura militare, San Martìn decise di ritirarsi dalla politica lasciando campo libero a Bolìvar.

----------------------------------------------
IL FALLIMENTO DELLE PROSPETTIVE UNITARIE
----------------------------------------------
Gli avvenimenti dell'Europa continuavano a riflettersi in America. Le ex colonie spagnole ricevettero sostegno da:

• Inghilterra: Essa infatti voleva che esse fossero indipendenti, in modo tale da avere campo libero sul loro mercato:

⇒ Continuava a mandare truppe in aiuto;

⇒ Diede il proprio riconoscimento diplomatico ai nuovi stati;

⇒ Prestò loro ingenti somme di denaro.

• Stati Uniti: Essi si schierarono dalla parte delle colonie poiché ritengono pericolosi gli interventi degli Europei.
Intanto Bolìvar, diventato presidente della Grande Colombia, aveva intenzione di unificare tutti gli stati del sud America formando così
uno stato federale come gli Stati Uniti, ma ciò si rivelò un fallimento. Anzi la situazione peggiorava a causa delle varie guerre di
frontiera, che portarono a diverse scissioni finché non si formarono cinque stati distinti: Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua,
Costa Rica). Bolìvar deluso dal proprio fallimento si ritirò e morì poco tempo dopo.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Lo sviluppo degli Stati Uniti
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
-----------------------------------------------------------------
LA GUERRA ANGLOAMERICANA E LA DICHIARAZIONE DI MONROE
-----------------------------------------------------------------
Gli organismi politici statunitensi furono creati in opposizione a quelli europei ritenuti dispotici e soppressori della libertà. Un particolare
astio esisteva con l'Inghilterra, la quale causava loro dei danni con il suo blocco marittimo (durante gli scontri con la Francia). Quest’astio
sfociò, nel 1812, in una guerra. La superiorità inglese portò il loro esercito ad occupare Washington, a salvare l'orgoglio statunitense fu il
generale Jackson che sconfisse gli inglesi a New Orleans, ma ciò avvenne solo dopo che era stato firmato un trattato di pace. Scoppiate le
guerre indipendentiste dell'America meridionale, Monroe, presidente degli Stati Uniti, rifiutò l’aiuto inglese, decidendo di agire da solo.
Nonostante fosse militarmente debole, è tuttora valida la “dottrina Monroe” secondo cui “L’America è degli americani”.

----------------------------------------------------
LA LOTTA POLITICA E LA NSCITA DEL BIPARTISMO
----------------------------------------------------
Alla base della Costituzione americana c'era l'ordinamento federale, ritenuto l'unico modo per garantire la libertà ad uno stato esteso.
Negli Stati Uniti, dopo vari mutamenti di nomi e di “personale”, si formarono definitivamente 2 partiti:
• Il Partito Repubblicano: Alexander Hamilton -> Rafforzare il potere dello stato centrale sui singoli stati federali.

• Il Partito Democratico: Thomas Jefferson ->


Il sistema americano fu comunque sempre bipartitico, che differenziava le parti per interessi economici e strutture sociali. Queste erano:
• Stati del Nord: - Approvavano solo il lavoro libero;
- Ritenevano la politica doganale protezionista indispensabile per lo sviluppo economico.
• Stati del Sud: - Si fondavano sulle piantagioni schiaviste e dipendevano dalle esportazioni di cotone in Inghilterra, dunque
avevano una politica liberista in favore di basse tariffe doganali.
------------------------------------------------------------
IL COMPROMESSO DEL MISSOURI E LA PRESIDENZA JACKSON
------------------------------------------------------------
1819: il congresso si riunì per discutere dell'annessione dello stato del Missouri, e lì ci fu un primo diverbio riguardo la schiavitù nel sud.

• La maggioranza della camera votò per far annettere il Missouri a patto che venisse abolita la schiavitù.

• Il senato era invece diviso, così arrivò a votare per la semplice ammissione, senza curarsi della schiavitù.
Ciò avrebbe provocato il dilagarsi della schiavitù. L'anno dopo si arrivò al cosiddetto “compromesso del Missouri”: una linea che divideva:
• Le terre del nord-ovest: Dove fu proibita la schiavitù (eccetto il Missouri).

• Le terre del sud-ovest: Dove fu ammessa la schiavitù.


Per bilanciare l’equilibrio al senato, venne aggiunto un 24° stato non schiavista, il Manie. Le diatribe fra nord e sud vennero sedate
dalla vertiginosa crescita degli stati dell'Ovest. Nel 1829-32 venne eletto presidente Andrew Jackson, il generale che si era distinto in
alcune battaglie, e che riuscì ad ottenere numerosi consensi:
• Effettuò delle concessioni doganali agli stati del Nord.

• Spostò l'attenzione dalla schiavitù alle prospettive che offriva l'ovest.

• Era anche visto come difensore delle nuove colonie dagli “abusi” del Nord.
---------------------------------------------------------------------------
L’ESPANSIONE TERRITORIALE E L’ACUIRSI DEL CONFLITTO SULLA SCHIAVITÙ
---------------------------------------------------------------------------
La popolazione in America cresceva a dismisura, e ciò dipendeva da:
• Dall'alto tasso di natalità;

• Da un “boom” di immigrati, provenienti dall'Europa (soprattutto tedeschi e irlandesi).


Tali immigrati premevano contro le nuove terre del West, si diressero soprattutto verso il Messico e il Texas. Dato che originariamente il
Texas era parte del Messico, ma con le immigrazioni stava divenendo autonomo, il Messico volle affermare la propria autorità,
scatenando una guerra che però vide vincitore il Texas: diventò una repubblica autonoma.
Gli Stati Uniti continuavano ad espandersi in 2 direzioni:

1. Verso la zona messicana.


2. Verso la zona dell'Oregon (dove però ci fu uno scontro d’interessi con gli inglesi).
In questo periodo si diffondeva l'idea del “manifesto destino”: la provvidenza vuole l'espansione degli Stati Uniti su tutto il Nord America.
La questione dell’Oregon fu risolta con una spartizione a tavolino, mentre una guerra contro il Messico risolse le pendenze con questo.
Alla scoperta di alcuni giacimenti d'oro in California ci fu la così detta “corsa all'oro”, che richiamò migliaia di avventurieri. Tale grande
espansione scombussolò gli equilibri. Gli stati del nord-ovest e gli altri in formazione erano assolutamente contro la schiavitù, e fino ad
allora erano 15 (contro i 15 schiavisti). L’aggiunta della California come stato non schiavista creò però un squilibrio in senato capace di
abolire tutta la schiavitù. La discussione era dunque molto tesa:
• Gli abolizionisti sostenevano che la schiavitù fosse totalmente contro la Costituzione e il cristianesimo.

• Gli schiavisti invece replicavano dicendo che gli operai salariati del nord stavano peggio dei loro schiavi e che il sud era portatore
di tradizioni culturali che non sarebbero state abolite dai “fanatici antischiavisti”.
Questi ultimi riscossero successo nella maggior parte della popolazione e dopo qualche tempo si arrivò anche in questo caso ad un
compromesso: la California divenne uno stato non schiavista, ma da ora in poi ogni stato che si sarebbe aggiunto avrebbe deciso con la
propria costituzione da quale “parte” stare senza influenze da parte del congresso.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
L’impero inglese in India
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
--------------------------------------------
I CARATTERI DEL DOMINIO BRITANNICO
--------------------------------------------
Gli inglesi decisero di rimodellare totalmente la società indiana secondo i caratteri di quella europea. In India le forme di conduzione della
terra erano completamente diverse dalla proprietà fondiaria in Inghilterra. Gli inglesi trasformarono gli zamindar (raccoglievano le
imposte per l’imperatore) in proprietari liberi di vendere e comprare beni fondiari e conseguentemente i contadini furono trasformati in
affittuari precari. Gli zamindar ora dovevano pagare delle imposte al sovrano britannico; dato che però il tasso da pagare era stabile, e
non in percentuale, lo zamindar sarebbe stato incentivato a produrre di più, perché esente dal tasso. Tutto questo però era su base
ipotetica, nella realtà gli zamindar non riuscirono a diventare grandi imprenditori come gli inglesi, che quindi aumentarono la pressione
sui contadini e rivendevano le terre in modo illegale. Accortisi di tale situazione gli inglesi, capendo che ciò avrebbe portato alla rovina.

---------------------------------
L’UNIFICAZIONE DELL’INDIA
---------------------------------
Per rimediare al precedente fallimento, gli inglesi tentarono altre vie per assicurarsi la promozione della proprietà fondiaria:
naturalmente sopprimendo le esigenze di sicurezza materiale, morale e culturale degli indiani. Occidentalizzazione dell’India:
• Imposizione del diritto e delle procedure legali britanniche;

• Imposizione dell’inglese come lingua ufficiale.


L’unificazione dell’India fu sempre difficile a causa della pluralità di lingue e l’immensità del territorio. Il territorio indiano era diviso
in centinaia di regni e principati, governati da dinastie locali, sebbene il loro peso politico fosse quasi nullo, la loro annessione era uno
degli obbiettivi primari dei governatori inglesi. Nel 1849-56 il raj britannico pretese di imporre la propria sovranità su tutti i principati
in cui non c’era un erede diretto; in alcuni casi fu necessario intraprendere delle guerre. Un altro punto primario, al fine dell’unificazione,
fu quello della costruzione della rete ferroviaria, che avrebbe collegato le tre capitali; insieme ad essa furono attivate le linee
telegrafiche e del servizio postale. Quindi con il miglioramento del sistema delle comunicazioni, dei trasporti e dell’irrigazione furono
evitate le antiche numerose carestie. Inoltre il raj inglese si preoccupò di difendere le frontiere indiane, e conquistò l’Afghanistan.

---------------------------------------------
LA RIVOLTA ANTI-INGLESE DEL 1857-58
---------------------------------------------
A partire dal 1830 il progetto inglese sembrò cominciare a dare qualche risultato. Il processo di rinascita del paese fu parallelo
all’anglicizzazione della nuova classe emergente indiana. La grande maggioranza della popolazione indiana tuttavia guardava con
sospetto alle iniziative economiche inglesi, alle annessioni dei principati indipendenti e all’attività dei missionari anglicani.
L’altezzoso dominio britannico, che disprezzava il popolo, portò all’insurrezione di molti militari indiani (sepoy), che si estese in diverse
zone dell’India, assumendo spesso le caratteristiche di una rivolta contadina che minacciava di cancellare la dominazione britannica. Gli
inglesi risposero con una violenza davvero incredibile, riprendendo il controllo nel 1858. Occorsero decenni per sanare i danni di queste
rivolte, ma il dominio inglese cambiò notevolmente. Gli ultimi poteri rimasti in mano alla East India Company vennero trasferiti alla
corona inglese. Si rinunciò all’annessione dei piccoli principati, furono lasciate alcune religioni tradizionali, e gli indiani cominciarono a
ricoprire cariche più importanti.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
La rottura dell’isolamento dell’impero cinese
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
-----------------------------------------------
LA CINA, L’EUROPA E GLI ALTRI “BARBARI”
-----------------------------------------------
La dinastia dei Qing, nel 1770, prevalse su tutte le altre popolazioni “vicine”, inglobando nel proprio territorio Tibet e parte dell’Asia.
Ma già alla fine del secolo cominciarono a prospettarsi alcuni problemi:
• La popolazione cresceva (da 300 a 400 milioni) in misura superiore a quelle che erano le possibilità di produzione agricola

• I costi elevati per controllare regioni molto lontane.

• La burocrazia sfociava nella corruzione e nel formalismo.

• Ricomparivano fenomeni di sollevazione contadina.


• Si faceva sentire l’insofferenza dei popoli appena sottomessi.
Gli europei, che erano definiti “barbari” poiché stranieri, commerciavano con la Cina solo in poche basi e porti. A questo proposito il
governo inglese tentò di far aprire altri porti alla East Indian Company, ma fu un completo fallimento. Il commercio con la Cina per gli
europei era un po’ problematico, in quanto, sebbene i prodotti cinesi davano notevoli profitti, i cinesi non compravano dagli europei,
quindi vi era un commercio unilaterale. I mercanti inglesi allora cominciarono a scambiare i prodotti cinesi con un prodotto proibito in
Cina, una droga: l’oppio. Le terre indiane furono quindi destinate a grandi coltivazioni di papavero (da cui proveniva l’oppio) che poi
veniva utilizzato per il commercio con la Cina: tra il 1820-38 le importazioni cinesi di oppio decuplicarono.

-----------------------------------
LA PRIMA GUERRA DELL’OPPIO
-----------------------------------
La prima strada tentata in Cina fu quella del proibizionismo: coltivazione, importazione o consumazione. Ciò però portò ad un aumento
del prezzo dell’oppio e ad un accrescimento dei canali di commercio clandestino. Dato che l’apparato di corruzione e criminalità diventava
più grave dello stesso consumo dell’oppio, si pensò di abolire ogni divieto. Il mercato dell’oppio portava ad una perdita d’argento per la
Cina, equilibrando i conti con gli europei. Continuando a prevalere la linea proibizionista, i mercanti europei dovettero consegnare tutto
l’oppio in loro possesso, e in seguito a questo vi furono alcuni scontri armati che furono definiti “guerra dell’oppio”. Esse furono vinte
dagli inglesi, ed altri 4 porti furono aperti alla East India Company, importante quello di Shangai; ottennero anche l’isola di Hong Kong.

--------------------------------------------------------
LA RIVOLTA DEI TAIPINGLA PRIMA GUERRA DELL’OPPIO
--------------------------------------------------------
La prima guerra dell’oppio era stata vista come uno scontro tra l’ormai decrepito stato asiatico contro l’industriale stato inglese. Il
commercio tra Europa e Cina rimaneva lo stesso, unilaterale, anzi quest’ultima invece ora importa solo massicce casse d’oppio. Segnò un
punto di rottura la rivolta dei Taiping (“grande pace”), del 1850. Le cause principali di questa rivolta (oltre al fatto che i commercianti
della rivolta di Canton furono danneggiati dallo spostamento a Shangai del commercio) va ricondotta ai problemi interni del paese:
• Impoverimento dei contadini (per la crescente pressione demografica).
• Carattere oppressivo della dinastia Qing.
Essa assunse caratteri sempre più rivoluzionari e complessi, tanto che i ribelli instaurarono un nuovo stato, il Taiping tiangui (“Regno
celeste della grande pace”), ma anche una nuova società, tendente al comunismo, al rifiuto di gran parte della cultura tradizionale, al
sincretismo religioso. Nanchino divenne la nuova capitale. Anche in altre regioni si scatenarono ribellioni, con circa 20 milioni di morti.
In questo periodo ebbe luogo la “seconda guerra dell’oppio”, che vide francesi ed inglesi scatenati contro la Cina, al fine di raggiungere
un’apertura completa della Cina al commercio straniero. Stavolta gli europei ebbero la meglio.

----------------------------------------------
L’EMIGRAZIONE CINESE NEL XIX SECOLO
----------------------------------------------
Le rivolte dei Taiping causarono la caduta nella più assoluta miseria di milioni di contadini cinesi, che furono quasi costretti ad emigrare
per sopravvivere. Nel 1849 il flusso migratorio assunse però il carattere di un vero e proprio traffico di schiavi. Per essere trasportati nei
luoghi di destinazione, infatti, i poveri contadini cinesi (chiamati coolies) erano costretti ad accettare la condizione di schiavitù.
Inizialmente la destinazione dei coolies era il Perù dove venivano impiegati nella raccolta del guano; in seguito i cinesi furono impiegati
nella ricerca dell'oro in California e alla costruzione del tronco della ferrovia che doveva unire l'Atlantico al Pacifico.

Potrebbero piacerti anche