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nellinterno della struttura, solo apparentemente granitica, dello stato: e lezione dei
fatti e maturit scientifica si aiutavano e vicenda nel comabttere il monopolio
giuridico dello stato, e, con questo, il dogma della completezza. (139)
CRUET, Jean. A vida do direito e a inutilidade das leis. Salvador: Progresso, 1956. 266 p.
MORIN, Gaston. La revolte du droit contre le code; la revision necessaire des concepts
juridiques (contrat, responsabilite, propriete). Paris: Sirey, 1945.
Crtica ao positivismo.
KANTOROWICZ, Hermann. La lucha por la ciencia del derecho. In: La ciencia del derecho.
Buenos Aires : Losada, 1949. p.323-373.
La completezza non era un mito, ma unesigenza di giustizia; non era una inutile
funzione, na unutile difesa di uno dei valori supremi, cui deve servire lordine
giuridico, la certezza. Dietro la battaglia dei metodi cera, come sempre, una
battaglia ideologica. Il compito dei giuristi era quello di difendere la giustizia legale
oppure di favorire la giustizia sostanziale? (142)
Per completarsi, un ordinametno giuridico pu ricorrere a due metodi diversi che
possiamo chiamare, seguendo la terminologia di Carnelutti, di eterointegrazione e
di autointegrazione. Il primo metodo consiste nella integrazione operata
attraverso: a) il ricorso ad ordinamenti diversi; b) il ricorso a fonti diverse da quella
dominante (che , negli ordinamenti che abbiamo sottocchio, la legge). Il secondo
metodo consiste nella integrazione compiuta ttraverso lordinamento stesso, nell
ambito della stessa fonte dominante, senza far ricorso ad altri ordinamenti, e col
minimo ricorso a fonti diverse da quella dominante (166)
Il tradizionale metodo di eterointegrazione mediante ricrso ad altri ordinamenti
conisteva nellobbligo, fatto al giudice, di ricorrere, in caso di lacuna del diritto
positivo, al diritto naturale. Una delle funzione costanti del diritto naturale, durante
il predominio delle correnti giusnaturalistiche, fu di colmare le lacune del diritto
positivo. Il diritto naturale veniva immaginato come un sistema giuridico perfetto,
sul qual riposava lordinamento positivo, per sua natura imperfetto: compito del
diritto naturale era di porre rimedio alle imeprfezioni inevitabili del diritto positivo.
(...) art. 7 del Codice civile austriaco del 1812 nel quale si legge che nei casi
dubbi, non risolubili con norme di diritto postiivo, il giudice deve ricorrere ai principi
del diritto naturale. (167)
..
Il metodo pi importante di eterointegrazione, intesa come ricorso ad altra fonte
diversa daquella legislativa, il ricorso, in caso di lacuna della legge, al potere
creativo (169) del giudice, cio al cosiddetto diritto giudiziario. Com noto, i
sistemi giuridici anglosassoni rocorrono a questa forma dintegrazione pi
ampiamente che i sistemi giuridic continentali ove non si riconosce, per lo meno
ufficialmente, il potere creativo del giudice, salvo in casi espressamente indicati in
cui si attribuisce al giudice di emettere giudizi di equit. (170)
Il metodo dellautointegrazione si vale soprattuto di due procedimenti: 1) l
analogia; 2) i principi generali del diritto. (171)
I principi generali non sono, a mio vedere, che norme fondamentali o
generalissime del sistema, le norme pi generali. Il nome di principi trae in
inganno, tanto che vecchia questione tra i giuristi se i principi generali siano
norme. Per me non ce dubbio: i princii generali sono norme come tutte le altre
(181)
Anzitutto se sono norme quelle da cui i principi generali sono estratti, attraverso un
procedimento di generalizzazione successiva (181)non si vede perch non
debbano essere norme anchessi: se astraggo da specie animali ottengo sempre
animali, e non fiori o stelle. In secondo luogo, la funzione per cui sono estratti e
adoperati quela stessa che adempiuta da tutte le norme, cio la funzione di
regolare un caso. A quela scopo vengono astratti in caso di lacuna? Per regolare
un comportamento no regolato, chiaro: ma allora servono allo stesso scopo cui
servono le norme espresse. E perch non dovrebbero essere norme? (182)