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EMANUELA DIOGUARDI

Lontologia dellinesauribile
essais
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Linteresse suscitato nellintera comunit losoca, sia italiana che in-
ternazionale, sulla nuova riessione losoca svolta da Pareyson nei
suoi ultimi anni (i temi del male, della sofferenza, del cristianesimo tragico,
dellontologia della libert) ha talvolta occultato che tale nuova riessione
era gi presente in nuce sin dagli inizi dei suoi primi esordi losoci. Il
nodo centrale dellopera pareysoniana rimane il nesso lineare che dal per-
sonalismo ontologico conduce alla teoria dellinterpretazione
1
e da questa
alla teoria della libert.
Il nesso persona-interpretazione risulta pi chiaro se si guarda al per-
sonalismo per quellaspetto per cui esso si pone come una Weltanschauung,
una fondamentale visione della vita.
2
Infatti in tale aspetto si pu evincere
sia il senso del perch la persona sia una prospettiva vivente sullessere e
sia in che senso questa prospettiva passi attraverso la libert.
La persona si denisce per la sua individualit irrepetibile e per la sua
profondit inesauribile: lessere pulsa nellindividualit irrepetibile della
persona: ogni persona porta seco il suo mistero ed certamente irriducibile
ad ogni considerazione obiettivante che pretenda di esaurirla,
3
come
se vi fosse in essa una indisponibilit che sfugge ad ogni cattura. Punto di
incontro fra ermeneutica e personalismo il concetto di libert che, come
facolt del bene e del male, inerisce sia al concetto di persona che al con-
cetto di interpretazione: la considerazione della libert come facolt del
Lontologia dellinesauribile
di EHAurIA DIoouAuoI
1
La teoria dellinterpretazione di Pareyson si interseca con lesistenzialismo, inserendosi
in quella prima epoca dellermeneutica post-heideggeriana, la cui caratteristica la tematiz-
zazione dellesistenzialismo e dellermeneutica come momenti dissolutivi dellhegelismo.
(M. FERRARIS, Aspetti dellermeneutica del Novecento, in AA.VV., Il pensiero ermeneutico, a
cura di M. Ravera, Genova, Marietti, 1986, p. 211).
2
G. RICONDA, Pensiero metasico ed ermeneutica, in AA.VV., Pensiero metasico e
pensiero ermeneutico, Roma, Citt Nuova, 2003, p. 242.
3
Ibid.
bene e del male essenziale alla persona, che si tempra quando fa la di-
stinzione fra bene e male e sa delimitare questultimo, Daltra parte per
proprio lesperienza del male [] sembra mettere in questione la persona
stessa per quella sua capacit di verit che le essenziale. [] Anche
questo deve essere affermato contro quelle ermeneutiche che, smarrito il
nesso verit-libert-persona, non possono concludere che everything goes.
4
Legata alla interpretazione lontologia dellinesauribile, che un
altro nome per esprimere quello che Pareyson chiama personalismo on-
tologico. Allora interpretare significa trascendere: non si pu parlare
autenticamente degli enti senza insieme riferirsi allessere
5
e nellinter-
pretazione il linguaggio non si limita a significare ci di cui si parla,
ma mentre parla di qualcosa di determinato, dice sempre anche qualcosa
di ulteriore.
6
Per comprendere lermeneutica pareysoniana essenziale rifarsi alla
sua autentica matrice che emerge sia in Verit e interpretazione, sia nella
quarta edizione di Esistenza e persona, di cui si gi trattato. La grande
novit del pensiero ermeneutico di Pareyson nel non aver fatto riferi-
mento alla fenomenologia, avendo trovato nuove vie alla speculazione -
losoca attraverso il concetto di esistenza arricchito dalla esperienza spe-
culativa dellidealismo classico tedesco (Fichte e Schelling).
7
Il compito che si pregge Pareyson quello di approfondire la diffe-
renza tra il pensiero che prodotto storico e il pensiero che manifesta la
verit. Questo un dilemma esistenziale che non riguarda semplicemente
la losoa ma appartiene ad ogni uomo: luomo deve scegliere se essere
storia o avere storia, se identicarsi con la propria situazione o farne un
tramite per attingere lorigine, se rinunciare alla verit o darne una rivela-
zione irrepetibile.
8
Dalla risposta a questa alternativa deriva la scelta
libera che ognuno di noi ha su se stesso: se farsi mero prodotto storico o
prospettiva vivente sulla verit, pi precisamente se fare del proprio pen-
siero espressione del tempo o una rivelazione personale del vero.
In questa alternativa il connubio soggetto-oggetto oltrepassato in
quello di persona e verit. La persona non soggettivit in quanto in-
tenzionalit, cio ha per sua stessa essenza una dimensione ontologica,
possiede una relazione costitutiva con lessere che ad essa irriducibile;
la verit non pu essere ridotta ad oggettivit perch fonte e origine ca-
pace di darsi alle molteplici interpretazioni, senza per questo ridursi a
2 EMANUELA DIOGUARDI
4
Ivi, p. 245.
5
PAREYSON, Verit e interpretazione, cit., p. 53.
6
Ivi, p. 209.
7
la tesi sostenuta da Giuseppe Riconda nella Premessa a PAREYSON, Verit e interpre-
tazione, cit., pp. V-XVII.
8
PAREYSON, Verit e interpretazione, cit., pp. 16-17.
uno di essi o alla loro totalit. Della verit non c che interpretazione e
che non c interpretazione che della verit.
9
Rivelazione della verit ed espressione di essa nel tempo, nellinterpre-
tazione, non possono essere in un rapporto di contiguit ma di sintesi, nel
senso che luna forma dellaltra, essa tutta rivelativa e tutta espressiva,
tutta insieme personale e ontologica.
10
Il principio fondamentale dellermeneutica appunto che lunica co-
noscenza adeguata della verit linterpretazione e questo signica che la
molteplicit delle interpretazioni non rappresenta una affermazione del
relativismo. Tale concetto esposto chiaramente da Pareyson attraverso
luso di una fortunata metafora artistica: lesistenza dellopera musicale
non quella inerte e muta dello spartito, ma quella viva e sonora dellese-
cuzione, la quale tuttavia, per il suo carattere necessariamente personale
e quindi interpretativo, sempre nuova e diversa, cio molteplice.
11
Infatti lopera darte si mantiene nei secoli identica a se stessa e si consegna
a coloro che sappiano riprodurla con fedelt e sappiano nella esecuzione
rifarla vivere. Cos la verit si mantiene unica e identica proprio in quanto
si incarna in molteplici formulazioni che riescano a coglierla e rivelarla,
ma soprattutto la verit si mostra temporale, cio parla a tutti e a ciascuno
nel suo irripetibile linguaggio.
Un rapporto del genere non pu essere delineato in termini di soggetto
ed oggetto: n linterprete un soggetto che dissolve lopera in se stesso,
n si deve totalmente spersonalizzare per riprodurre lopera in se stessa.
Il soggetto persona che sa servirsi della propria esistenza storica e della
propria attivit e iniziativa per penetrare lopera nella sua realt e farla ri-
vivere; n lopera oggetto a cui linterprete debba adeguare la propria
rappresentazione dallesterno, perch essa piuttosto caratterizzata da
una inoggettivabilit che le deriva dallessere sia inseparabile alla esecuzione
che la riporta ogni volta in vita, sia al tempo stesso dallessere irriducibile
a ciascuna delle proprie esecuzioni. La stessa possibilit della molteplicit
delle interpretazioni data dallinesauribilit dellinterpretato. A tal pro-
posito Pareyson dice: il rapporto della persona alla verit un rapporto
ben pi originario, giacch la persona costituita come tale proprio dal
suo rapporto con lessere, cio dal suo radicamento nella verit [] s
che il problema della verit metasico prima che conoscitivo, e impone
che si faccia ricorso non alla chiusura gnoseologica, propria del soggetto
ma allapertura ontologica propria della persona.
12
LONTOLOGIA DELLINESAURIBILE 3
9
Ivi, p. 53.
10
Ibid.
11
Ivi, p. 69.
12
Ivi, pp. 71-72.
Linterpretazione il nesso che tiene unita la persona allessere, il rap-
porto di interpretante e interpretato non pu essere paragonato a quello
di soggetto ed oggetto, perch la verit non oggetto di pensiero della -
losoa e il soggetto in tal modo non pu rappresentarsela conoscerla
con i metodi gnoseologici tradizionali. La verit quindi origine del pen-
siero e fonte del discorso e pu essere posseduta solo personalmente. Lin-
terpretazione viene ad essere lunica forma di conoscenza che possa acco-
gliere un innito. Infatti la verit non si esaurisce nelle molteplici
interpretazioni, ma ne richiede sempre di nuove.
Lontologia non consente lesplicitazione completa della verit. Poich
tra lespressione e la verit deve mantenersi una certa differenza, afnch
essa possa rimanere libera e non imprigionata in un sistema di denizioni.
questo tipo di ontologia a congurarsi come una ontologia dellinesau-
ribile da cui consegue un crollo sia del mito razionalistico, che pretende
lenunciazione denitiva della verit, sia dellirrazionalismo della ineffabilit
assoluta. Infatti la verit si lascia cogliere quando suggerisce una rivelazione
eterna e continua e non in una denizione che pretenda di essere compiuta
e denitiva.
13
Ma neanche lontologia dellinesauribile afferma che le for-
mulazioni della verit siano tutte inefcaci, come sostiene lontologia ne-
gativa. In tal modo Pareyson oltrepassa sia Hegel, per la razionalit siste-
mica della sua losoa, sia Heidegger per la sua ineffabilit dellessere.
Infatti la dialettica hegeliana lo svilupparsi dello Spirito assoluto che
abbraccia tutto, che spiega tutto in una serrata razionalit che non lascia
altro fuori da se stessa.
Tutto viene spiegato e detto della verit e niente sfugge allo Spirito As-
soluto e niente interrompe lincessante procedere del movimento logico
del sistema. Ogni cosa viene interiorizzata dal Soggetto Assoluto, nulla gli
resiste, e tutto viene trasformato in prodotto della ragione. Lessere altro
viene inglobato nellessere-in-s e per realizzarlo il sapere deve compiere
un lungo cammino.
14
Anche il falso viene inglobato perch un momento
della stessa verit: Lelemento della losoa il processo che si crea e
percorre i suoi momenti; e questo intero movimento costituisce il positivo
e la verit del positivo medesimo. Cos la verit racchiude in s anche il
negativo, ossia ci che si chiamerebbe il falso, qualora potesse venir consi-
derato come alcunch dal quale si debba fare astrazione. Ci che sta dile-
guando deve anzi venir considerato come essenziale.
15
Ci rappresenta la
perfetta adeguazione della verit e della sua espressione. Per Pareyson, in-
vece, rappresenta la monopolizzazione della verit, perch quando lespres-
4 EMANUELA DIOGUARDI
13
Cfr. G. MODICA, Per una ontologia della libert, Roma, Cadmo, 1980, p. 119.
14
G.W.F. HEGEL, Fenomenologia dello spirito, Firenze, La Nuova Italia, 1973, p. 21.
15
Ivi, p. 37.
sione pretende di formulare tutta la verit in realt la tradisce.
Quando Pareyson parla di identit tra la verit e linterpretazione in-
tende che quella vi risieda sempre come ulteriorit, perch non possibile
fare dellinnito un oggetto del sistema; mentre per Hegel si tratta sempre
di perfetta adeguazione. La formulazione della verit pu essere data solo
personalmente e non si pu dunque prescindere dalla concretezza della
persona. Lunico modo in cui la verit pu essere posseduta dalluomo
come costante ricerca e la vita, come la losoa, fatta di scelte.
Nella scelta i termini dellalternativa non possono essere mediati perch
essi deniscono il percorso esistenziale di ognuno di noi e di conseguenza
anche la direzione losoca. Come dice Pareyson, noi siamo posti dinanzi
ad una alternativa in cui ne va della nostra esistenza e spetta a noi se
essere fedeli allessere o rinnegarlo, dipende da questa scelta originaria
divenire prospettiva della Verit. Anche il sistema una scelta, infatti
anche il losofo speculativo sceglie suo malgrado un presupposto: il pre-
supposto di spiegare tutto con il pensiero, di affermare la coincidenza di
essere e pensare. Il sistema presuppone la decisione e quindi presuppone
lesistenza che decide e sceglie: il sistema lascia fuori di s lesistenza.
16
Non bisogna dimenticare che la losoa non una realt a se stante, ma
appartiene al losofo e la sua esperienza precede sempre la riessione.
Pareyson non condivide nemmeno la visione di Heidegger che ha come
presupposto limpossibilit che la losoa possa farsi sede della verit
no al punto di arrivo nel silenzio. Essa rappresenta lesatto contrario
della losoa hegeliana, perfetta adeguazione del concetto alloggetto,
nella misura in cui denuncia lincapacit del concetto di esprimere la
verit. Questo tipo di ontologia, secondo Pareyson appunto negativa, rap-
presenta lesatto contrario dellhegelismo e quindi non una valida alter-
nativa per la losoa, ma lesatto rovesciamento del sistema della ragione.
Se la verit sempre ulteriore non ne consegue necessariamente che
lespressione sia inadeguata e che la verit sia ineffabile, ma che il suo
essere inesauribile esiga molteplici formulazioni, le quali possono possedere
la verit nellunico modo sensatamente possibile: personalmente e inni-
tamente. Linterpretazione essendo rivelativa suppone uninseparabilit
di palesamento e latenza, perch da unoscurit cos fonda da non conte-
nere nemmeno un presagio di barlume non potrebbe prendere le mosse il
processo dilluminazione, e in unevidenza cos patente da non accogliere
nemmeno il pi esiguo segreto andrebbe disperso il carattere sorgivo
della verit come origine inesauribile.
17
Infatti tanto la totale presenza
quanto la totale assenza della verit non permettono linterpretazione,
LONTOLOGIA DELLINESAURIBILE 5
16
PAREYSON, Esistenza e persona, cit., p. 50.
17
PAREYSON, Verit e interpretazione, cit., p. 88.
che, invece, scaturisce dal rapporto ontologico della persona con la verit,
supponendo anche unalternanza di rivelamento e di nascondimento.
A tal proposito Pareyson scrive: Una manifestazione completa, che
culminasse nel tutto detto e auspicasse per la verit unevidenza deni-
tiva, rinuncerebbe a quellimplicito ch la fonte del nuovo, e nirebbe
per puntare sullunivocit oggettiva dellenunciato. Da un lato un culto
del mistero che perviene sino alla Schwrmerei, cio ad abbandonarsi de-
liberatamente a una fantastica mitologia, giacch il silenzio abissale e la
notte senza fondo sono una falsa ricchezza che ben diversamente dal-
lagostiniano canorum et facundum silentium veritatis non si presta che
alla fumosit di allusioni arbitrarie ed evanescenti; dallaltro un culto del-
levidenza che giunge sino alla superstizione, cio a pregiare lesplicito
per s stesso, ci ch schietta idolatria, giacch la parola tutta detta, priva
di spessore, ignara dellimplicito, poverissima, e pregiarla come rivelativa,
cio come sede della verit, sarebbe come valutarla pi del dovuto. Da
una parte la profondit senza evidenza e dallaltra levidenza senza profon-
dit: degenerazioni entrambe, perch ignare della natura dellinterpreta-
zione, e duciose nellirrazionalismo dellinafferrabilit assoluta e dellar-
bitraria allusivit della cifra, o nel razionalismo dellenunciazione completa
e della comunicabilit oggettiva dellesplicito.
18
Questa conclusione pareysoniana sorretta da una terza via di grande
profondit speculativa che risulta essere una alternativa alle due enunciate
nora: Pareyson riscontra [...] nellultima speculazione di Schelling, di
cui egli propone uninterpretazione postheideggeriana e posthegeliana, il
tentativo di una concettualizzazione dellinesauribilit. soprattutto
nelle Conferenze di Erlangen che, muovendo dallesigenza di evitare sia il
misticismo dellontologia negativa che conduce e si ferma al non sapere,
sia lontologia tutta esplicata di Hegel che conduce al sapere assoluto,
verrebbe delineandosi [...] una formulazione dellontologia dellinesauri-
bile.
19
Infatti in Schelling, secondo Pareyson, coesistono: la pi lucida
e critica speculazione con la mistica pi schietta e incontaminata, in modo
che n la mistica annulla la chiarezza della riessione n la losoa dissolve
in s la profondit della mistica, ma luna e laltra, connesse ma non giu-
stapposte, si colorano e si esaltano a vicenda, mutuandosi reciprocamente
il signicato profondo e il tono generale del pensiero.
20
Nelle Conferenze di Erlangen Schelling, parlando dellindenibile, af-
ferma che si pu denire solo ci che per natura rinchiuso in limiti de-
6 EMANUELA DIOGUARDI
18
Ivi, pp. 88-89.
19
MODICA, Per una ontologia della libert, cit., pp. 124-125.
20
L. PAREYSON, Introduzione, in F.W.J. SCHELLING, Scritti sulla losoa, la religione, la li-
bert, Milano, Mursia, 1974, p. 29.
terminati. Ma lindenibile, che il veramente innito, non pu essere
rinchiuso in nessuna forma, anche se esso, come dice Schelling stesso,
non cos indenibile da non poter diventare anche un denibile, non
cos innito da non poter diventare anche nito, non cos inafferrabile da
non poter diventare afferrabile. E se voi tenete ben fermo ci ecco che
voi avete il concetto positivo. Infatti, per potersi rinchiudere in una forma
deve essere certamente al di fuori di ogni forma, ma non questo, lessere
al di fuori di ogni forma, lessere inafferrabile, in lui il positivo, bens il
fatto che pu rinchiudersi in una forma che pu farsi afferrabile, il fatto
dunque che libero di rinchiudersi e di non rinchiudersi in una forma.
Daltra parte, n dallinizio si afferm non gi che esso sia semplicemente
ci che privo di forma e di gura, ma soltanto che non permane in nes-
suna gura, non si lascia avvincere da nessuna gura. Noi presupponemmo
quindi espressamente che esso assuma forma, giacch solo in quanto as-
sume forma, ma da ciascuna torna a uscire vittoriosamente, esso si palesa
come ci che in s inafferrabile, innito. Non sarebbe pi libero di
uscire da ogni forma, se n dallinizio non fosse stato libero di assumere e
di non assumere forma. Io dico: n dallinizio giacch una volta che ha
assunto forma, forse non capace di emergere immediatamente nella sua
libert, ma solo in quanto passa attraverso tutte le forme. Ma tuttavia ori-
ginariamente libero di rinchiudersi e di non rinchiudersi in una forma.
Non vorrei per esprimerlo in questo modo: esso ci che libero di as-
sumere forma. Infatti, in tal modo, questa libert apparirebbe come una
propriet che presuppone un soggetto distinto e indipendente da essa;
mentre invece la libert lessenza del soggetto, ossia esso stesso non
altro che leterna libert.
21
Dalla lezione di Schelling si evince che solo la libert il fondamento
del reale e che da essa dipende sia la realt sia lessere. Se la realt
fondata dalla libert ne risulta che essa gratuita, un dono che poteva
non essere. Per la sua inoggettivabilit lessere inafferrabile come essere,
e ogni tentativo di coglierlo e denirlo non ha altro esito che il suo arre-
tramento. Questo fa s che lessere retroceda di continuo, e si dia solo sot-
traendosi, presente solo come ulteriore e solo come nascosto, non come
in una notte mistica, ove domina lindistinzione, ma nella inoggettivabilit,
ove il discorso continua anche se cambia segno.
22
Nelle Conferenze di Erlangen Pareyson ritrova lo stesso problema da
cui ha avuto origine Verit e Interpretazione: la possibilit della losoa
(che nei termini dellidealismo tedesco la possibilit della losoa come
LONTOLOGIA DELLINESAURIBILE 7
21
SCHELLING, Conferenze di Erlagen, in Scritti sulla losoa, la religione, la libert, cit.,
pp. 124-125.
22
PAREYSON, Esistenza e persona, cit., pp. 19-20.
scienza, la possibilit del sistema), conduce al soggetto stesso della losoa:
la verit per Pareyson, lAssoluto per Schelling. Nella ricerca del sistema
Schelling si pone, sin dallinizio, su una posizione antihegeliana,
23
affer-
mando la convinzione che ogni sistema abbia gli stessi diritti, la stessa le-
gittima pretesa di validit e deve essere una convinzione che deve prece-
dere lidea del sistema nel senso forte del termine, del sistema per
eccellenza.
24
Alluguale validit delle losoe denominate sistemi corri-
sponde luguale validit delle losoe viste come interpretazioni del vero:
alla coesistenza dei singoli sistemi, la conlosoa in cui dovrebbe consi-
stere il losofare.
25
Ma la congenialit tra Schelling e Pareyson appare pi evidente nel
principio della possibilit del sistema, che appunto il Soggetto Assoluto
della losoa: un Soggetto che deve scorrere attraverso tutto e non essere
nulla, cio non essere niente in modo che possa essere anche altro. Chi
vuole avvicinarsi a questo principio, che appare al di l di ogni forma de-
nita, deve abbandonare tutto.
26
Con lesplicitazione di questo principio,
che Schelling chiama il veramente innito, siamo, secondo Pareyson, vicini
alla teologia negativa e allascesi mistica dellabbandono: il trascendimento
di ogni denizione raggiunge qui unessenzialit e una purezza che forse
nessun teologo negativo aveva raggiunto prima.
27
Il discorso losoco si carica di un signicato ascetico per giungere a
cogliere nella sua purezza quel principio che al di l di ogni determinatezza:
Qui devessere abbandonato tutto ci che nito, tutto ci che ancora
un essente; qui deve scomparire lultima dipendenza; qui si tratta di ab-
bandonare tutto, non solo, come si suol dire, moglie e gliuoli, ma tutto
ci che soltanto , persino Dio, giacch anche Dio da questo punto di
vista non che un essente.
28
Secondo Gensabella Furnari in questo ab-
bandono che Pareyson ritrova lanticipazione della heideggeriana differenza
ontologica: lente deve essere abbandonato perch lessere sia colto nella
sua purezza, come ci che si pone al di l di ogni ente possibile. Un ab-
bandono che non puramente speculativo, ma che coinvolge la vita stessa
di chi vuole losofare. [] Al di l della suggestione e della bellezza del
testo schellinghiano, non avremmo che un precorrimento della differenza
ontologica predicata da Heidegger, non troveremmo la via per unalter-
nativa allontologia heideggeriana, ma solo una sua anticipazione.
29
Schel-
8 EMANUELA DIOGUARDI
23
GENSABELLA FURNARI, I sentieri della libert, cit., p.146.
24
SCHELLING, Conferenze di Erlangen, cit., p. 198.
25
GENSABELLA FURNARI, I sentieri della libert, cit., p.146.
26
SCHELLING, Conferenze di Erlangen, cit., p. 203.
27
PAREYSON, Verit e interpretazione, cit., p. 163.
28
SCHELLING, Conferenze di Erlangen, cit., p. 203.
29
GENSABELLA FURNARI, I sentieri della libert, cit., pp. 147-148.
ling non si ferma qui, ch labbandono di ogni ente, che corrisponde al-
limpossibilit di denire lessere, solo il primo momento del losofare:
da esso prende lavvio un tentativo di superare la negativit dellontologia:
linnit dellorigine vien fatta emergere proprio dalla pura assenza
dogni denizione.
30
Schelling, dopo essersi reso conto che attraverso i
concetti di innito e indenibile, approdato ad un concetto negativo
del soggetto assoluto, si propone di riprendere la via della ricerca: Ma
non per questo noi rinunciamo, bens ci sforziamo con tutti i mezzi di ot-
tenerne il concetto positivo.
31
Ci che importante nelle Conferenze
proprio questa ripresa dopo labbandono: l dove alla suggestione della
tematica mistica fa riscontro il vigore speculativo di chi vuole ricominciare
a pensare, pur essendo giunto al punto limite del pensiero.
32
, infatti,
dalla stessa indenibilit dellessere che vien fuori quel concetto positivo
dellessere come eterna libert. Un passaggio che ritorner da Schelling a
Pareyson, nellapprofondirsi dellontologia dellinesauribile come ontologia
della libert. La libert come fondamento un abisso, possibilit di
essere e non essere, cio un fondamento che si nega come fondamento.
Se il fondamento la libert signica che lessere legato al nulla e ci
crea sgomento. Dinanzi alla co-essenzialit di essere e libert luomo pu
soltanto esercitare il proprio assenso o il proprio riuto. la libert,
infatti, che rappresenta il legame tra lessere e luomo. In questo quadro
lontologia dellinesauribile porta avanti la ferma convinzione che la verit
non si lasci esaurire dal discorso losoco e che linnito si pu possedere
solo nella forma di una ricerca interminabile. Lo scarto tra la formulazione
della verit e la verit stessa segno di quellulteriorit che suscita e susci-
ter sempre nuove riessioni.
Linesauribile pareysoniano come lindenibile schellinghiano: en-
trambi non possono essere deniti ma rappresentano lo stimolo della ri-
cerca della verit, perch la verit stessa fonte inesauribile: La verit ri-
siede nella sua formulazione non come oggetto duna sia pure ideale
enunciazione completa, ma come stimolo duna rivelazione interminabile
[...]. Lideale della formulazione del vero non unesplicitazione completa
o unenunciazione denitiva, ma lincessante manifestazione dunorigine
inesauribile, s che non si pu imputare a una sua imperfezione o carenza
lassenza di quella compiuta enunciazione che essa non intende fornire.
33
Lessere inoggettivabile e inesauribile si mantiene sempre trascendente ri-
spetto alluomo. Pertanto il rapporto ontologico implica sempre un rap-
LONTOLOGIA DELLINESAURIBILE 9
30
PAREYSON, Verit e interpretazione, cit., p. 163.
31
SCHELLING, Conferenze di Erlangen, cit., p. 204.
32
GENSABELLA FURNARI, I sentieri della libert, cit., p. 148.
33
PAREYSON, Verit e interpretazione, cit., p. 77.
porto verticale che fonda e garantisce i rapporti con gli altri e la stessa tra-
scendenza della verit diviene certezza dellapertura della persona.
10 EMANUELA DIOGUARDI
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