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Storia della filosofia medievale Appunti
Storia della filosofia medievale Appunti
PROBLEMA DEL TEMPO: è affrontato da Agostino nell’ultima parte delle confessioni. Dio
che è somma verità, quindi solo conoscendo Dio possiamo capire l’uomo.
La dottrina del tempo → in principio Dio disse “sia la luce”. Cosa faceva Dio prima della
creazione? Agostino dice che la domanda è mal riposta. Agostino si chiede cosa sia il
tempo. “Tutti quanti sappiamo cosa sia il tempo ma non sappiamo definirlo”.
Per capire cosa sia il tempo, bisogna interiorizzare il problema. Dobbiamo cercare quella
verità che non sta fuori di noi ma dentro.
Che cos’è il passato dentro di noi? Il ricordo.
Che cos’è il futuro dentro di noi? E’ l’attesa, il timore, il protendersi verso ciò che non è
ancora.
Queste due realtà del tempo sono reali dentro l’anima. Questi due concetti esistono nel
presente. “Il tempo è il distendersi della vita dell’anima.” Il presente è un confine sempre in
movimento.
BOEZIO: era di famiglia romana nobile, ed alto funzionario alla corte dei goti.
Muore giustiziato perché accusato di aver congiurato contro l’imperatore.
Perchè Boezio studia la Logica? Perché vuole riportare le traduzioni in latino tutti i dialoghi e
tutte le opere di aristotele per metterle a disposizione nel mondo latino.
Boezio ha realizzato solo la prima parte → è riuscito a tradurre le Isagoge di Porfirio e le
prime due opere di Aristotele. (l’interpretazione e le categorie) e ci scrive anche dei
commenti.
Scrive anche 3 trattati:
● I sillogismi categorici: suoi sillogismi
● I sillogismi ipotetici: novità rispetto ad Aristotele
● Le differenze Topiche
L’insieme di queste opere rappresenta il nucleo della Logica Vetus (antica)
Boezio è definito il maestro della filosofia medievale per aver dato gli strumenti per formarsi.
- Uno dei 10 assiomi che boezio premette → “Diversum est esse et id quod est”.
“Diverso è l’essere è ciò che è.” L’essere determinato nello spazio e nel tempo.
La sostanza non è l’essere. Esiste un’altra dimensione dell’essere, quella dell’essere
come tale generale. L’essere di base non ha in sé la determinazione ma la trae da un
essere che è diverso.
28/09/2022
Nel 3° libro vi è il tema della libertà dell’uomo e il suo rapporto con la realtà divina. Dio è
onnisciente in quanto infinito e perfetto. In quanto il nostro svolgere avviene anche nel
tempo, Dio dovrebbe preconoscere tutto. → Allora noi non siamo liberi. (E’ tutto già deciso)
Fa un’argomentazione:
1° distinzione → tra necessità assoluta e necessità conseguente.
Necessità Assoluta: è quella di ciò che non può essere diverso da com’è. Propria solo di
Dio. Tutto ciò che è creato è contingente.
DE TRINITATE: Boezio fa un discorso sul come vada intesa la predicazione delle categorie
rispetto a Dio. Viene inserita in Dio la categoria di relazione (trinità).
Il nostro linguaggio, quando viene riferito a Dio, cambia le sue modalità di funzionamento.
Solo quando parliamo di Dio, in realtà le categorie tutte sono sostanziali. Quando si parla di
Dio, si parla sempre della sua sostanza. → non ha reali qualità.
5° Opuscolo teologico: Contro Eutiche e Nestorio → Eutiche e Nestorio sono due eretici del
V secolo. Boezio dice che per evitare le eresie in ambito trinitario, la prima cosa da fare è
definire 2 termini:
● Natura → è quella differenza che consente di distinguere una realtà dall’altra, dotata
di una diversa forma specifica. E’ ciò che determina la differenza di qualcosa.
● Persona → è una sostanza individuale dotata di una propria intelligenza e volontà.
Cosa sono gli universali? Sono quei concetti generali che possono fungere da predicato di
un numero grande di proposizioni singolari. (Concetto generale)
- Per Platone diceva che gli universali sono le idee.
- Per Aristotele diceva invece che erano forme. → strutturazione del concetto.
L’universale esiste in unione dei corpi.
Cerca di correggere Aristotele sulla base della superiore verità del Cristianesimo, quindi
incomincia quella tradizione medievale sul fatto della contraddizione di Aristotele.
ETERNITA’ DEL MONDO: per Aristotele il mondo è limitato, spazialmente finito. Egli ha una
dottrina dei luoghi naturali.
Gli elementi tendono a mettersi in ordine circolare (sfera) di peso:
Terra → Acqua → Aria → Fuoco.
Per Aristotele questa è un’evidenza empirica. Però se c’è un centro del mondo, quest’ultimo
non è infinito.
Per Aristotele non esistono corpi semoventi, un corpo dev’essere per forza mosso da
qualcosa per muoversi → applicato anche agli astri.
Ciò aveva un conto concetto → moto dei proiettili.
Aristotele prova a rispondere al problema: nel caso dei proiettili, quando lasciano il motore
che li muove, avviene uno scambio di motori. Filopono però spiega che non è molto
congruente in quanto allora potremmo muovere l’aria per far muovere un proiettile.
Il proiettile ottiene una capacità di muoversi anche quando ha lasciato il suo motore (Virtus
Motiva) → da Dio
Dal punto di vista di Filopono, la Virtus Motiva è una proprietà qualitativa.
Francesco della Marca riprende poi il concetto di Virtus Motiva e sviluppa la Teoria
dell’Impetus → il motore avvia uno slancio (Impetus).
Giovanni conosce il greco, è in grado di tradurre tutte le opere dello pseudo-Dionigi in latino.
La traduce un’altra volta perchè aveva affilato la sua conoscenza del greco.
Traduce in latino anche alcune opere di Massimo il Confessore, che nel VII secolo aveva
commentato il Pseudo-Dionigi.
Traduce anche il “De Opificio Hominis" di Gregorio di Nissa.
Giovanni era un pensatore totalmente eccentrico.
1° Opera (851): Liber de Predestinazione, viene scritto da Giovanni su commissione da
vescovi. (concetto della doppia predestinazione (paradiso ed inferno))
Lui scrive che l’inferno non esiste.
Opera principale: “De divisione Naturae". All’inizio Giovanni si chiede se esista un termine
capace di includere in sé tutto l’essere e il non essere. → il termine è Natura.
Questo concetto però non si può definire. Dev’essere un termine più ampio del definito.
Non si può avere un genere più ampio di “Natura”. Si può dividere il concetto → albero di
Porfirio.
Concetto di Reazione → divisione in 4:
1° Natura → quella non creata e che crea → Dio
2° Natura → E’ quella creata e che crea → Idee, intelligenze angeliche.
3° Natura → Creata e che non crea → Creazione materiale (anche uomini)
4° Natura → Non è creata e non crea → Dio è il nulla
03/10/2022 [CAP. 7]
Divisione in 5 articolazioni di ciò che è e ciò che non è. Quadruplice divisione di natura che
richiede un’assunzione preliminare.
Il territorio esplorabile dalla ragione sia isomorfo al territorio rivelato dalla rivelazione. Sintesi
tra concetti e riferimenti delle scuole neoplatoniche e dati ricavati dalla rivelazione.
Anselmo D’Aosta ripropone la vera filosofia che coincide con il dato rivelato. Idea della
coestensività tra ragione e rivelazione non problematico.
[Giovanni] 1 Libro per una delle 4 nature. I-la natura che crea e che non è creata da Dio
creatore. Possibilità di parlare di dio - Teologia affermativa, negativa, superlativa.
- Categorie di Aristotele: tutte le volte che viene predicato qualcosa di dio, si sta
dicendo di lui una determinazione sostanziale. Le categorie si svuotano della loro
carica significativa, che sono modi di darsi dell’essere, corrispondenti a modi di dire
l’essere, Dio non ha queste articolazioni, è un essere sostanziale.
Utilizziamo le categorie aristoteliche in modo metaforico. Metafora, trasporto di significato.
- Categorie di spazio e tempo à Dio è dappertutto e sempre.
Atto e Potenza [aristotelica], La pianta è atto della potenzialità che c’è nel seme. La pianta è
inversamente l’atto della potenzialità che in essa il seme. Tra il seme e la pianta c’è il
germoglio, porta in atto la potenzialità del seme ma è a sua volta in potenza della
potenzialità del seme. Giovanni dice che in ogni sostanza c’è in realtà dinamismo, in ogni
realtà creata c’è una triade di determinazioni, Ousia (sostanza) Dynamis (potenza) energeia
(atto). Essere à sostanza ma potenza di qualcosa che c’è stato prima e atto di ciò che ci
sarà dopo. Ogni sostanza è dinamicamente sempre in evoluzione/movimento.
3° Natura che è creata e che non crea Sostanze costituite di materia. Esamerone, (”6
giorni”) Opere che cercano una spiegazione razionale del racconto della genesi. Cosa ha
determinato la luce di “in principio c’è la luce”?
L’Uomo ha enunciato una teoria della centralità dell’uomo, in lui coincidono il microcosmo e il
macrocosmo. Conoscere è assimilare. Il microcosmo, ciò che viene dopo l’uomo è presente
in esso, Teofania delle Teofanie. Tutto è uno specchio dentro al quale dio si riflette e dunque
è Dio entro i limiti dello specchio. L’uomo è l’unione di micro-macro cosmo, l’uomo è lo
specchio di specchi che riflette Dio. Un giorno lo specchio si rompe nel giorno della caduta
dal paradiso terrestre. Immagine frammentata nello specchio. Quando perde l’aderenza al
progetto originario, tutto si riflette in modo scomposto e deformato. Il progetto divino non si
interrompe, teoria Neoplatonica del ritorno a Dio, creazione separata a dio dunque non
essendo più divina dovrà tornarci.
4° natura, natura non creata e non crea, Dio. è Dio è il nulla. L’uno non è nulla perché al di là
dell’essere. Tutto deriva da dio ma torna sopra, oltre l’essere. Nella 4° natura dell’essere
perché è il superamento dell’essere. Ritorno a Dio secondo delle tappe: 1 resurrezione di
cristo. Quando risorge, ha una corporeità, improvvise, simultanee in luoghi diversi. Segno di
cristo trasfigurato dalla resurrezione, non materiale in senso comprensibile dall’uomo.
Corporeità spirituale. Anche le anime ritornano a dio trasfigurate, “saranno in dio come l’aria
nella luce”, distinti ma irriconoscibili. La sorte di coloro che hanno scelto di allontanarsi da
dio sarà una sorte infelice, ritornano a dio ma eternamente separate da lui, per l’eternità IN
Dio senza essere CON Dio. Dannazione, stare in dio senza voler stare con lui.
XI Secolo: Disputa tra Dialettici e Anti-dialettici: Berengario di Tour, disputa con Lanfranco di
Pavia. Pier Damiani e Roscellino di Compiègne. Autori dialettici, uso molto esteso della
filosofia in teologia. Anselmo D’Aosta ultimo autore medioevale in cui rivelazione e filosofia
sono interamente sovrapponibili.
4/10/2022 [CAP. 8]
BERENGARIO DI TOURS
Transustanziazione: Cambiamento di sostanza (nel permanere degli accidenti), se cambia la
sostanza cambiano anche i suoi accidenti. Nella consumazione del pane e del vino a messa
si ha un cambiamento di sostanza in corpo e sangue di cristo, ma non comporta un
cambiamento degli accidenti. Il vero corpo e il vero sangue di cristo non possono stare nel
pane e vino sull’altare perché se fosse così dovrebbero essere immutabili, come il sangue e
il corpo di cristo che dopo la resurrezione, risale al cielo e ora, attualmente, il vero corpo e
sangue di cristo sono in dio. Sono reali nel mondo intelligibile, mondo delle essenze.
È legittimo pensare che dio possa annullare il passato? Far sì che Roma non sia mai
esistita? Problema della consistenza ontologica del creato. Che cosa può tenere la tenuta
logica del mondo creato. Ammettere un miracolo implica una conseguenza razionalmente
difficile.
Passato contraddittorio, o coerente? Problema della consistenza rispetto alla onnipotenza
di Dio. La risposta: 1 Il principio di non contraddizione è valido nel suo ambito, riguarda le
realtà create, ma dio è al di sopra di esse. Domandarci se dio può annullare il passato
significa porre male la domanda perché significa che dio dovrebbe seguire il principio di non
contraddizione, e dio non deve sottostare a nessun principio. Dio agisce solo a seconda del
principio del bene, tutto ciò che fa è buono, dio non può non contraddirsi, ma non può fare
del male, può contraddirsi, ma può fare solo cosa buona, se per fare una contraddizione
facesse del bene, quella contraddizione sarebbe buona.
Se volesse potrebbe non aver fatto permanere Roma perché decide di far permeare il bene,
dunque Roma è bene. Questi ragionamenti porteranno il tardo medioevo ad una distinzione
tra Potenza Assoluta e Potenza Ordinata di Dio.
POTENZA ASSOLUTA alla onnipotenza divina prima della creazione, può fare qualsiasi
cosa voglia.
POTENZA ORDINATA è ordinata nel momento in cui crea, e creando il bene, liberamente
creato, non ha intenzione di sovvertire l’ordine del bene. Il miracolo è sempre possibile, ma
rimane l’eccezione ad una regola. Sovverte temporaneamente l’ordine che dio ha imposto,
ma quest’ordine permane. Corrispondenza tra ordo rerum e ordo idearum, vacilla.
Se qualsiasi termine generale non ha significato, significa che niente esiste all’infuori
dell’individuo. Roscellino risponde che la sua teoria è l’unica a salvare dalle eresie, perché
se padre figlio spirito santo sono dio e dio è un’essenza comune realmente, significherebbe
che Dio padre sarebbe stato crocifisso. Tendenza a svincolare il verbo dalla realtà. Anselmo
trova in Roscellino un’icona di allontanamento dall’idea alla realtà.
ANSELMO D’AOSTA
1033-1109 a Canterbury come arcivescovo.
1076 - Lanfranco di Pavia si vede recapitare un’opera di Anselmo (a 43 anni) dal titolo
“Modello di Meditazione sulle Ragioni della Fede”. Le ragioni della fede: ragionamenti su di
essa, deduzione sulla fede, trattato di filosofia, scritta per ragionare sulla fede. Esagerazione
in senso razionalistico (Lanfranco), invita Anselmo a rivederla per evitare dottrine pericolose.
Anselmo replica, in caso di eresia lo brucio, se è coerente alla fede cristiana, rimarrà
invariato. Scrive una seconda opera “La Fede in Cerca di Intelligenza” ribadendo la propria
impostazione razionalistica, credo per capire e capisco per credere. Non ha l'obiettivo di
mutare la dottrina rivelata, ma applica una razionalità per comprendere. Titoli rinominati
Monologion e Proslogion.
Primo paragrafo del MONOLOGION: parte dal De Veritatae, la verità è una proprietà di
alcune proposizioni, ma la verità non riguarda solo le proposizioni, ma anche le cose.
Rectitudo, quella cosa o proposizione corrisponde in modo corretto nella corrispondenza con
l’idea che c’è in dio. Trattato filosofico che vuole dimostrare la rectitudo della verità di fede,
che sono totalmente razionali. La nostra ragione è limitata, tuttavia se si sforza di
corrispondere all’ordine del reale che è voluto da dio può arrivare a conoscere le verità di
dio. Dimostrazioni dell’esistenza di Dio, prove a posteriori, muovono da ciò che viene dopo,
dalle creature e risalgono al creatore, il contrario è a priori.
Argomenti a posteriori, nel proslogion abbiamo un argomento a priori. Anche nel Monologion
le argomentazioni sono a priori, argomenti che ritrovano nella realtà creata alcuni aspetti che
rimandano necessariamente a dio e della sua esistenza. Caratteri fondamentali, che
evidenziano la sua realtà. Es: concetto di Bene è quando desideriamo qualcosa, non
desideriamo la cosa in sé ma la desideriamo il buono che troviamo in quella cosa. Il buono
lo si trova grazie all’idea di un bene assoluto, se non ne avessimo l’idea non potremmo
comprendere che qualcosa è buona non cattiva. Tutti i beni del mondo ha senso che siano
beni in quanto esiste il bene sommo, e in quanto bene sommo è Dio.
Secondo argomento basato sulla Grandezza, in ogni cosa c’è un essere grande, ma ha
senso solo se commisurato ad una grandezza suprema. È più o meno grande perché ho in
me l’idea di una grandezza somma, secondo la quale tutte le cose sono più o meno grande,
dalla quale ricavo le grandezze che conosco.
La somma grandezza non può che essere una grandezza infinita e quindi Dio. Terza
argomentazione, Concetto di Relazione è ogni cosa che conosciamo è qualcosa, ha un
essere. Ha un essere significa che è in relazione ad altro, Se possiede un certo essere, o
cel’ha da sé o deriva da qualcos’altro. Ogni possesso di essere nasce da una relazione in
cui l’essere viene passato, a meno che non ci sia qualcosa che ha l’essere da sé, che è
l’essere, e tutto il resto trae l’essere da sé, ciò non può essere altro che Dio Quarta
argomentazione, I Gradi di perfezione è nella natura constatiamo che tutte le cose hanno
qualche grado di perfezione, con gradi diversi di perfezione, rudimentali e sofisticati.
Gerarchia possibile grazie ad una perfezione somma, ed essa è Dio. Condensa questi 4
argomenti in uno solo scrivendo il Proslogion.
Alternativa alla teologia negativa, il linguaggio è vero perché è il linguaggio che dio ha voluto
nella creazione. Funziona solo per i parametri di Anselmo. Non possiamo predicare di Dio se
non delle perfezioni, perché dio non ha imperfezioni, ma le perfezioni non sono tutte dello
stesso grado, non possiamo predicare di dio qualsiasi perfezione ma solo le perfezioni più
alte, che sono quelle più lontane dalla finitezza delle creature. Il pensiero non contempla un
qualche limite (p. 212) Linguaggio portatore di verità e verità è Dio.
5/10/2022
Proslogion → trovare un unum argumentum (unico argomento) per evitare una pluralità delle
argomentazioni. Anselmo lo chiama prova ontologica, non argomento.
Dal Salmo 51: “insipiente dice in cor suo, Dio non esiste.” Lui non si rende conto di cosa stia
dicendo. Insipiente, per dire che Dio non esiste, deve avere una rappresentazione mentale
di Dio.
Cos’è il concetto di Dio che lui ha in mente? Anselmo dice "Ciò di cui non si può pensare
nulla di maggiore e ciò del quale dobbiamo pensare tutte le perfezioni.” L’esistenza è
una perfezione, perchè esiste è più perfetto di ciò che non esiste.
TRAD: Ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore (Dio), manca di una perfezione.
Allora non sarebbe qualcosa di cui non si può pensare nulla di maggiore. (manca
l’esistenza, quindi la perfezione) E quindi dire che Dio non esiste, è autocontraddittorio.
Questa risposta non funziona ma non si capisce dove. La parte che non funziona di sicuro è
la parte di Kant. (Battuta dei 100 talleri) → Non basta pensare una cosa per far si che esista.
● 2° Critica di Gaunilone: Ha una natura logica, per rendere logicamente valida una
definizione serve un termine più generale del definito (Dio) e ciò non è possibile. La
definizione che Anselmo ha dato di Dio è invalida proprio per questo motivo. Non
esiste un genere più esteso di Dio.
Cur Deus Homo → Perché Dio si è dovuto incarnare? Non poteva utilizzare un altro
metodo? Dio crea l’uomo perfetto, quest’ultimo lo tradisce e si ribella. Questo tradimento
priva l’uomo del suo status divino tramite il peccato originale.
Come riparare a questo danno? L’uomo avrebbe dovuto partecipare alla sua riparazione ma
nessuna volontà umana avrebbe potuto riparare un’errore di portata divina. La buona
volontà umana è necessaria ma non sufficiente. La redenzione umana è un fatto necessario.
Anselmo, in Dio non c’è libero arbitrio ma c’è libertà. Se ci fosse il libero arbitrio Dio potrebbe
scegliere di male ma Dio DEVE essere conforme alla sua natura: il bene supremo.
Dio non può non redimere l’uomo sennò sarebbe un dimeno, verrebbe meno alla sua natura.
L’unica opzione valida è che Dio si intrometta in questa redenzione tramite un corpo umano.
De Libero Arbitrio → Cos’è la vera libertà? é il poter mantenere la rettitudine del volere
motivati soltanto dalla volontà della rettitudine.
De Casu Diaboli → “La caduta del Diavolo”. La caduta di Lucifero non è biblica ma è nella
tradizione intertestamentaria di ambito ebraico. Fa parte dei libri scritti tra il 150 a.C. e il 100
d.C. Fa parte dei libri di Enoch. Parla del tema del male.
La domanda è: Perché il Diavolo si è ribellato a Dio? Ma se il mondo riflette questa
benevolenza e perfezione di Dio, perché il male?
Anselmo risponde: in Dio non c’è il male, in Dio tutto ciò che è il bene. Il male è la mancanza
di un modello divino corrispondente. Il male è ciò che non può essere assolutamente
pensato come un bene.(esistente) Ovvero, qualcosa di cui si può sempre pensare qualcosa
di migliore.
Quando si dice male, non si sta dicendo una realtà ma si sta dicendo qualcosa che non ha il
suo modello in Dio. La ribellione a Dio è una ribellione all’ordine divino.
Nel XII secolo → Le scuole escono dai monasteri, vengono istituite delle scuole alle
cattedrali. (L’istruzione di sposta in città)
Esistono scuole dai monaci e sono aperte anche ai non religiosi.
PIETRO ABELARDO → Fa una biografia “Storia delle mie disgrazie”. Nasce nel 1079
vicino a Nant. Figlio primogenito della carriera militare del padre. Ciò gli trasmise il gusto del
combattimento. Lui rinuncia alla sua primogenitura per studiare la filosofia e la retorica.
Viene poi spinto dall’ambizione e parte per Parigi. Incontra Guglielmo di Champeaux, con il
quale inizia a polemizzare. (Durerà 20 anni)
Pietro diventa poi insegnante di Logica e inizia a costruire la sua scuola.
Dopo aver raggiunto un alto livello di Fama incontra Fulberto, gestore di Notre Dame.
Fulberto ha una figlia (Eloisa) di 16 anni e chiede poi a Pietro di essere un insegnante
privato a lei, alla fine poi ci ha un figlio → matrimonio riparatore ma lei dice di no.
Tramite un concilio, Chiaravalle fa condannare Pietro, che si appella al Papa. Si avvia poi
verso Roma ma si ammala e trova riparo presso un’abbazia e viene preso in protezione da
Pietro il Venerabile. Quest’ultimo fa riconciliare i due litiganti in maniera personale. Alla fine
Pietro Abelardo muore poi nel 1142.
10/10/2022
Risposta di Abelardo → L'universale è un termine, non una cosa. (NO al realismo di
champeaux ma SI ad una posizione nominalista perchè l'universale sta dalla parte delle
parole).
Distingue i termini tra voces (singolare vox) e sermones (singolare sermo), perchè secondo
lui l’universale è un sermo e non una vox. → Vox indica il termine senza il suo effettivo
significato.
Più diventa generale e più perde nel dettaglio. Di fatti è un’immagine confusa in quanto
appresa da tanti punti di sensibilità. Ma allora cosa mi dice che l’immagine è veridica?
Questa dottrina della trinità è un modalismo, la quale dice che il padre, il figlio e lo spirito
santo sono 3 modi di darsi dell’unica sostanza divina. Il problema è che sacrifica la trinità
delle persone nell’unicità della sostanza.
Abelardo risponde che la potenza, la bontà e la sapienza sono 3 diversi status dell’unica
sostanza divina. Dio ha 3 diversi status. Dio è divino proprio perché ha 3 diversi status nella
propria unica sostanza.
1° Opera → Sic Et Non (Si e no), è un’opera sull’antologia dei testi dei padri della chiesa
contrapposti gli uni agli altri per opposizione. In realtà la prima cosa che la filosofia aiuta a
fare è lo spiegare le contraddizioni e appianarle.
2° Opera → Le Sentenze di Pietro Lombardo. Pietro utilizza il principio di Abelardo per
creare un compendio dei testi patristici, tutto il sapere raccontato attraverso i testi dei padri
con un’opera concordistica, spiegando le differenze soffermandosi sulle contraddizioni.
Suddivide in 4 libri: Creazione, Antropologia, Sacramenti e Novità Ultime.
Scrive un trattato sull’etica, libro sul vizio, sulla virtù e un terzo non completato.
Ma se i vizi sono inclinazioni naturali, cioè dati dal nostro corpo, allora i vizi non sono peccati
perché dettati dalla nostra stessa natura (NON è una nostra scelta)
Il piacere in sé non è cattivo allora, perché è il piacere che ci inclina della nostra
inclinazione. Se l’inclinazione non è un peccato allora neanche il piacere lo è.
2° - Che cos’è il peccato? E’ il consenso dell’animo nei confronti di ciò che è proibito da
Dio. Il concetto è la nostra scelta di inclinare. E’ il consenso libero e volontario
all’inclinazione che è peccato.
UGO DI SAN VITTORE → 3 livelli di lettura (Littera, Sensus, Sententia). (Lectio medievale)
DIDASCALICON (manuale) → pone una serie di aspetti molto importanti del sapere
medievale. Ugo pone come motto dell’opera: “Impara tutto, dopo scoprirai che nulla sarà
stato inutile.”
Con la caduta del peccato originale, l’uomo è diventato bisognoso di tutto. Allora Dio gli ha
donato la filosofia per provvedere a ciò. (la filosofia serve a qualcosa, ha un valore
materialistico):
● La filosofia pratica (morale)
● La filosofia Teoretica (Ugo l’ha inventata)
● Filosofia meccanica → Pratico e razionale, il sapere di fare.
Tramite Riccardo di San Vittore, vi sono stati sviluppi a posteriori dell’esistenza di Dio. Dal
mondo creato da Dio come sua causa necessaria. (Agostino) → 5 dimostrazioni a posteriori
di cui 2 tratte da Riccardo.
Fa una polemica contro i cornificiani, gruppo di parigini che chiedevano di ridurre gli esami.
Bisogna assolutizzare il sapere umano.
11/10/2022
GILBERTO POITIERS → Studia a Parigi ed è per 20 anni insegnante alla scuola di Charte.
Incontra una condanna dottrinale nel 1148, ma non gli impedisce di insegnare le sue dottrine
trinitarie.
Fa un COMMENTO a 4 dei 5 opuscoli teologici di Boezio.
La teologia, secondo Gilberto, è la forma più alta del sapere in quanto ci permette di
connetterci a Dio tramite l’indagazione dei caratteri divini.
Manifesta una grande stima per Boezio. Boezio viene definito Auctor (Autore → Auctoritas,
autorità). Gilberto presenta la propria opera di commento non come un recitator ma come un
interpress. (vuol dire partire dal testo commentato ma con un’autonomia) → Lector.
Secondo Gilberto, una grande quantità dei problemi teologici nascono dal fatto che il termine
persona non può essere uguale a quello inteso nella filosofia naturale, ma una sostanza
razionale di Aristotele.
Se Dio è 1 e 3 allora il termine persona crea una discrepanza naturale tra l’unità della
sostanza e la trinità delle persone. Nel linguaggio teologico il termine persona non deve
essere inteso come significato analogo all’altro significato filosofico.
L’idea della trasmutazione si lega a una distinzione chiara ma nuova, epistemologica tra 3
discipline che bisogna distinguere in funzione dell’indagine teologica:
● La Filosofia Naturale (Si occupa dei corpi)
● Matematica (Si occupa delle forme immutabili presenti nei corpi)
● Teologia (Si occupa dell’unica forma immutabile separata)
Perché hanno oggetti e metodi differenti.
1° “Tutto ciò che esiste è singolare” Nuova visione ontologica della realtà. E gli universali?
Gilberto risponde: Tutto ciò che è individuale è singolare ma non tutto ciò che è singolare è
individuale. E’ singolare ciò che è distinto da altro, quindi anche gli universali sono realtà
singolari in quanto distinguibili. Dio è uno e singolo e, in quanto tutto è ad immagine di Dio,
allora tutto è singolare.
Gli universali sono reali ma sono dei “dividua” → Cos’è un dividum? E’ un divisibile. Perciò
l’individum è un’entità indivisibile.
Un essere è un individum quando non è conforme a nient’altro. Mentre il dividum è un
singolare ma è conforme a qualcos’altro.
ID QUOD EST → indivisibile perchè non è conforme a nient’altro.
ESSE → è il dividum di Boezio. Esse è il principio determinante di quell’essere.
L’individuo è un gigantesca sovrapposizione di dividua (realtà partecipabili) di cui è costituito.
1° Aspetto - Distinzione tra exemplum ed exemplar. E’ una distinzione fra due tipi di idee
platoniche. L’exemplar è la forma platonica totalmente e generalmente universale.
Bernardo però riteneva difficile che una forma così generale potesse entrare direttamente a
contatto con la materia.
L’exemplum è un’idea di generalità intermedia, non del tutto co-eterna con Dio e, essendo
venuta dopo Dio e partecipante della creazione, è in grado di legarsi alla materia. → forme
native (natus)
2° Aspetto - Cerca di spiegare la relazione tra sostanza e qualità nei termini paronimi.
Paronimi si indicano quei termini che derivano da un’unica radice ma assumono poi forme
grammaticali diverse.
Es. Albedo (purezza), il verbo Albet (imbianca) e albus (aggettivo bianco)
C’è un riferimento ad una sostanza e una qualità, c’è sempre qualcosa che imbianca e
bianca. Qual è allora la relazione tra sostanza e qualità in queste tre forme grammaticali.
In Albedo, la sostanza rimane il fondo e sul proscenio rimane la qualità.
In Albus, il significato primario è la qualità e secondariamente c’è il riferimento ad una
sostanza.
In Albet, indica l’inizio dell’inerenza della qualità della bianchezza nella sostanza.
Es. La neve imbianca, incomincia ad inerire alla sostanza. L’aggettivo bianco indica la piena
unione della qualità con la qualità.
Guglielmo teorizza l’utilizzo della filosofia naturale. → le cause seconde. (Dio causa prima,
ma da Dio derivano altri agenti causali capaci di intervenire direttamente sulla natura)
Queste cause seconde sono strutture matematiche.
Insieme ordinato della natura, realizza matematicamente la bellezza che Dio ha voluto porre
nella creazione. Guglielmo parla a volte di un’anima mundi. → sembra identificare l’anima
del Timeo con la terza persona della trinità (spirito santo) ma è molto attento a tenersi
lontano dal panteismo. Dio è immanente nel mondo non più trascendente, creando una
problema teologico. Per evitare questo problema Guglielmo riprende la distinzione di Boezio
tra eternità e perpetuità.
Dio è eterno come lo spirito santo ma l'anima del mondo è perpetua perché costituita da
agenti causali materiali.
Quindi Dio è prima di tutto causa efficiente, creatrice. Ma Dio è anche causa formale del
mondo perché è l’ideatore del mondo naturale, colui che alla natura la sua forma. Ma anche
causa finale, perché è ciò a cui tutta la natura tende.
Quindi in realtà, se guardiamo bene la natura vedremmo tutti i tipi di causali di Dio.
Ma tutto ciò non potrebbe esserci senza la causa materiale, la stoffa di cui è fatto il mondo.
TEODORICO DI CHARTRES → E’ chi più di tutti colui che allarga lo spettro delle fonti
conoscendo tantissimo Plinio Il Vecchio o Varrone. Conosce anche i testi della tradizione
ermetica come Trismegisto. Un suo allievo traduce il Planisfero di Tolomeo.
E’ noto anche per aver fatto scritti dedicati alla Maria vergine.
L’etica fiorisce e diventa una disciplina filosofica, v’è anche uno sviluppo della logica nel
mondo tecnico.
(Gilberto) C’è anche una rivalutazione della consistenza ontologica del singolare.
San Vittore → studi aperti anche ai laici, impostati didatticamente in modo standard.
Chartres → Ampliamento delle prospettive culturali, v’è un’attenzione analitica per il mondo
della natura.
Salisbury → Problemi non risolvibili di eterna discussione.
VIII secolo → i califfi hanno un’intuizione: per governare dei territori con una cultura più
antica della loro, devono conoscere la cultura che dovrebbero occupare. Quindi fondano a
Baghdad un centro di traduzione della scienza e filosofia greca. In generale sono traduzioni
greco-arabe anche se esistono traduzioni siriaco-arabe.
1000 → Gli arabi hanno tantissimi testi di Platone e di Aristotele anche se li leggono con filtri
diversi dai nostri. Anche loro sono figli del tardo neoplatonismo, con l’accordo tra Platone e
Aristotele. V’è un ottica su cui Platone e Aristotele convivono.
Un’altra differenza tra i due mondi è la considerazione della riflessione razionale in
rivelazione religiosa.
Il Corano è un testo che si presenta sostanzialmente come privo o fuori dalla storia, come
dettato in maniera continuativa da Allah a Maometto. Il Corano non ha bisogno di
interpretazione razionale perché non è troppo problematico.
Il fondamentalismo islamico non muore perchè si può prendere in blocco il corano, perché
storico e quindi non problematico.
Fin dall’inizio i teologi islamici hanno iniziato a pensare che il xalam, nucleo fondamentale
della tradizione coranica, non avesse bisogno se non di una difesa apologetica.
AL KINDI IX secolo→ Teologia (Teologia Aristotelis): pensando fosse una parafrasi delle
tesi aristoteliche.
LIBRO DELLE CAUSE (sottotitolato: discorso di Aristotele sul bene puro). E’ una serie di
proposizioni su Dio, le cause prime e seconde, commentate facendo una compilazione di
testi prevalentemente di Proclo. (Liber de Causis), errore di attribuzione → ad Aristotele.
Queste due opere saranno molto importanti del medioevo latino.
Filosofia di Al Kindi: abbiamo grumi filosofici diversi. Dio è causa prima di un mondo che non
è eterno che ha cominciato ad essere nel tempo. Inizia nel tempo da un passaggio dalla
potenza dell’atto dal non essere all’essere. → molteplicità. Dio è la causa prima unitaria,
invece le cose materiali sono mutevoli perché non sono perfettamente come Dio.
All’inizio del XIII secolo con le università le tradizioni aristoteliche vengono rifatte e partire
dal greco. Con l’avanzare degli anni si inizia a tradurre Aristotele in latino dal direttamente
dal greco.
AL FARABI 950 d.C.→ Scrive un’opera sull’accordo delle opinioni dei due sapienti
sottotitolato “il divino Platone e Aristotele”. E’ il primo autore che sa che Aristotele ha avuto
l’idea del mondo eterno. Secondo lui, per Aristotele il tempo e il mondo sono stati generati
insieme: quindi non c’è stato un tempo in cui il mondo non ci fosse → il mondo è eterno.
Al Farabi, sul modello della repubblica platonica, scrive un trattato sulle opinioni degli
abitanti della città perfetta.
Tramite lui, vi è un’applicazione al creazionismo coranico il modello gerarchico della
tradizione neoplatonica. Infatti da Dio deriva l’intelligenza in primis per poi generare le
emanazioni successive. → Discesa dei gradi della realtà man mano più lontani da Dio e
sempre più verso la materia.
18/10/2022
BACONE → Modalità fondamentale della scienza: Scientia experimentalis.
Vi è un progetto di riforma del sapere con al centro la teologia. Vi è un concetto della scienza
basata sull’esperienza. L’attitudine alla sperimentazione richiede comunque un originario
atto di fiducia. (Mi fido di quello che ho imparato).
La ragione di per sé non è principio di validità, ma la validità della tradizione si può
conservare attraverso un atteggiamento di fiducia. La fede non è in contrasto con una
scienza basata sulle esperienze.
Per gli esseri umani la conoscenza di Dio è opaca, non possiamo conoscere compiutamente
Dio. Non possiamo avere esperienza di Dio ma la fede è un valido sostituto dell’esperienza
che Dio ci ha lasciato. La conoscenza intuitiva ed immediata del divino, con forma diversa
rispetto alla conoscenza sensitiva ma che mette in contatto con l’ambito del divino. La fede è
fondamento della teologia e la rende una scienza sperimentale. V’è una conoscenza
immediata dell’oggetto. Il fondamento della teologia deve tornare ad essere la bibbia.
La sapienza: Secondo Bacone la teologia è la manifestazione ultima più alta di una sapienza
comune all’umanità, tramandata nei secoli, in tre tappe. Nella seconda tappa → tradizione
ermetica e alchimia.
In quanto sapienza più alta, essa si è manifestata anche in forme lontane dalla trasmissione
del sapere. La teologia non può essere definita una scienza in senso pieno e tanto meno
dev’essere speculativa ma dev’essere una sapienza (non è una disciplina che si codifica ma
è una forma di conoscenza di Dio mossa dall’amore e che cambia il nostro comportamento)
Ed è per questo che, rovesciando la tradizione aristotelica, l’etica viene definita come un
culmine tra le discipline più filosofiche/letterarie.
Il principio femminile della generazione è passivo e quello maschile è l’attivo. Per Alberto il
seme maschile porta con sé la virtus vegetativa. Quando si forma poi l’embrione si forma
naturalmente, formando le proprie funzioni vitali fondamentali. → Crescendo poi sviluppa le
funzioni sensitive. Dio dall’alto poi infonde in esso l’anima intellettiva.
Dottrina della Copulatio (unione) dell’intelletto (anima) con Dio → Alberto è iniziatore di un
movimento di pensiero chiamato mistica renana. (dice che il nostro intelletto deve seguire
una strada ascensiva il cui ultimo passo è l’unione con Dio)
Alberto dice anche che Dio si manifesta sensibilmente nei segni, ciò che è nella creazione, e
segni che sono rimandati a Dio. Subiectum generaliter, centro generale della teologia.
Se il subiectum è inconoscibile, allora la teologia non può essere una scienza speculativa in
quanto non può ignorare il proprio subiectum. Però essa può essere una scienza pratica in
quanto quest’ultima può avere un subiectum non completo. → In quanto pratica è una
scienza affettiva, orientando i comportamenti alla luce della relazione con Dio.
All’inizio del XII secolo nascono gli ordini dei Francescani e Domenicani, con una grande
rapida espansione. Il clero secolare inizia ad appoggiarsi agli ordini mendicanti, sostituendo
la chiesa lì dove essa non arriva. Col tempo la chiesa inizia ad utilizzare i francescani e li
integra nel suo sistema. → Alessandro di Hase, egli lascia il suo abito secolare e diventa
francescano.
Da lì la chiesa inizia a pretendere il fatto di essere francescano per insegnare teologia.
A Parigi arriva una cattedra francescana di Teologia, ma per un ambito di fatto e non di
diritto. → Nel 1256 il vescovo accetta che la cattedra diventi di diritto per francescani e
domenicani.
Bonaventura insegnerà solo per 1 semestre per poi diventare Generale dei francescani e
andare in Lazio.
Nel 1271-3 viene invitato a Parigi come docente ospite e vi furono 3 discorsi, “collazioni” sui
10 comandamenti, poi i 7 doni dello spirito santo e sull’Esamerone.
Alla fine, il suo pensiero filosofico finisce un po’ con lui; la sua dottrina è la rigida
subordinazione della filosofia alla teologia. (assorbita da essa)
19/10/2022
1° Paragrafo di Bonaventura: Opere giovanili → Commento alla sacra scrittura + un
commento alle sentenze.
Per diventare maestri di teologia bisognava essere baccellieri (assistenti) del maestro. (2
anni di baccelliere biblico e 2 anni di baccelliere sentenziario facendo commenti alle
sentenze)
Nei commenti biblici giovanili di Bonaventura, si tratta di una lettura fedele alla lettera del
testo biblico dalla quale incominciano a enucleare delle discussioni.
Commento alle sentenze: Da una teologia dà una “determinatio distraens” dei contenuti
della rivelazione. La teologia prende i credibilia e ci dice le verità a cui dobbiamo credere. →
li porta poi sul piano degli intelligibilia (piano razionale). Quindi gli oggetti della fede
diventano oggetto di elaborazione razionale, diventando oggetto della volontà. Il credibile
diventa quindi oggetto della volontà.
● La ragione inferiore: è quella con la quale noi costruiamo la filosofia ma porta con sé
il rischio di assolutizzare la ragione filosofica.
● La ragione superiore: illuminazione divina. → mezzo con il quale Dio da certezza ad
alcune verità di non abbiamo certezza dentro di noi. (Agostino)
L’illuminazione, per Bonaventura, è un contatto diretto tra la mente umana e quella di Dio
che ci da le strutture fondamentali del nostro pensiero. Dio ha creato la nostra mente, e data
l’illuminazione divina, possiamo conoscere la nostra mente e in parte Dio.
Centralità dell’esemplarismo divino: Idea che Dio abbia nella sua mente gli esemplari (idee)
della creazione che sono i modelli di ciò che esiste ma sono anche ciò a partire da cui Dio ci
illumina. Ciò con cui veniamo in contatto nell’illuminazione sono le idee presenti nella mente
divina.
La filosofia per essere vera deve accettare il fatto di essere illuminata da Dio. → è
fondamentale ma non deve pretendere di sapere la propria finalità.
COLLAZIONI: cosa sono? Sono dei grandi discorsi fatti da un docente ospite dell’università
e soprattutto rivolti a tutto il corpo universitario.
3° Paragrafo: La riconduzione delle arti alla teologia → Pluralità del sapere umano riportato
alla teologia.
3° Paragrafo: Itinerario della mente a Dio → Opera chiaramente di stampo francescano.
Bonaventura racconta di essere andato in pellegrinaggio e che sia stato illuminato.
Ci sono 3 livelli nella salita al Divino (3 modalità di manifestazione della luce, divisi in 2: uno
interno all’uomo e uno esterno ad esso)(molto agostiniano):
● Luce Esteriore
● Luce Interiore
● Luce Superiore
cit. “La scienza filosofica è la via a ogni altra scienza, ma chi vuole trattenersi in essa, cade
nelle tenebre. Per questo, la discesa (dispersione) alla filosofica c’è il massimo pericolo.”
TOMMASO D’AQUINO → Allievo di Alberto Magno a Colonia. Centralità assoluta della
filosofia medievale.
Tommaso trasforma la classica teoria dei 4 sensi della scrittura facendola diventare una
dottrina delle 4 cause della scrittura. → Applica poi la dottrina alla Bibbia per interpretare i
Salmi.
Nel 1259 fa un concilio per un nuovo progetto di studi per i frati domenicani nella quale
inseriscono Aristotele.
Deve rifondare la metafisica cristiana sulla base di quella aristotelica (Aveva 27 anni)
LENTE ET ESSENTIA → Sono neologismi filosofici del suo tempo e che i nativi li ritrovano
nella Metafisica di Avicenna. Tommaso dice che l’ESSENTIA è la verità di ciò di cui si
predica l’essere, ovvero la vera risposta alla domanda: che cos’è x? L’essenza si esprime
linguisticamente in una definizione.
L’ENTE è il definito, quella cosa di cui la definizione dice l’essenza.
Quali sono i diversi tipi di Enti per capire quali sono i diversi modi di darsi dell’essenza.
Tommaso spiega che negli enti ci sono sostanze e accidenti ma ci sono 2 tipi di sostanze:
composte e semplici. Composte di forma e materia. Le sostanze semplici non hanno
composizione con la materia e quindi hanno pura forma.
Sostanze Composte: Siccome essere sono costituite di forma e materia, anche la loro
essenza sarà costituita da una parte formale e una materiale.
Che cos’è che nelle sostanze composte individua la forma? Le forme sono essenze
sganciate dalla realtà le quali si particolarizzano per diventare realtà (Aristotele)
Aristotele [dice che la materia è ciò che individua la forma, perciò i singoli individui sono tali
perché si uniscono alla forma. Le cose mutano perché hanno materia ma la materia è di per
sé immutabile. Ma se la materia fosse diversa negli individui allora sarebbe già individuata
perché non più materia.]
Tommaso dice che la materia non è di per sé ma lo è soltanto quando è determinata nella
quantità. La materia è già in parte attualizzata per avere delle attualizzazioni quantitative.
Sostanze semplici: quali sono le sostanze prive di materia? Una è Dio e le altre sono le
intelligenze separate, le quali sono gli angeli. Però non sono perfettamente uguali perché in
Dio essenza ed essere coincidono, perfettamente atto e perfettamente necessario. Significa
che Dio è per essenza, Dio non può non essere. Gli angeli invece non sono ciò che sono per
essenza perché sono ciò che sono per creazione. Nelle intelligenze, l’essenza non coincide
con l’essere perché l’essere è dato da Dio. Dio è l’essere, le intelligenze hanno l’essere.
Se sono senza materia, come si distinguono le intelligenze? Tommaso dice che il fatto che
non siano individui non significa che non si possano distinguere; perché anche le specie si
differiscono tra loro. Le intelligenze si distinguono fra loro come si distinguono tra specie.
ENCICLICA AETERNI PATRIS (Papa Leone XIII)→ Nascita del neotomismo. V’è un attacco
alla religione rivelata. Viene pubblicata dal Papa in sintesi di Tommaso, e vengono spiegati il
dato rivelato e la riflessione filosofica.