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Filosofia e prassi

“I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo.” (Tesi


su Feurbach, XI)

Si tratta quindi di passare dalle parole ai fatti. Il fatto sarebbe per Marx la rivoluzione che
trasforma il mondo alienato del sistema capitalistico in un mondo in cui “a ciascuno secondo le
sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”.
L'alienazione creata dal capitalismo, non è un errore mentale, teorico, ma è qualcosa di
materiale, reale, che getta nella schiavitù gli uomini vittima di questo sistema. Pertanto non si
tratta di fare come i filosofi ideologici (Feurbach, Stirner, Proudhon ecc.) che credono di
cambiare il mondo solo cambiando le idee del mondo (sovrastrutture illusorie che dipendono
dalla reale struttura economica), ma si tratta di trasformare la struttura economica che nella
società ha generato questa sovrastruttura che perpetua un regime di dominazione di alcuni
uomini su altri. La pratica è la trasformazione delle strutture economiche, attraverso la
rivoluzione operata dal proletariato che porterà ad una società più giusta e umana.
Marx auspica un'emancipazione dell'uomo non soltanto economica e politica, ma anche umana.
Tale emancipazione non si riferisce però all'uomo come individuo borghese, bensì al mondo
dell'uomo, poichè in questo caso esso stesso è il mondo umano, cioè un essere
fondamentalmente politico, che, cioè, dà forma a relazioni veramente umane. Per far ciò è
necessario rivoluzionare tutta la struttura economica, politica e sociale. Perciò, Marx scrive:
«come la filosofia trova nel proletariato le sue armi materiali, così il proletariato trova nella
filosofia le sue armi spirituali» e «il cervello di questa emancipazione è la filosofia, il suo cuore
è il proletariato. La filosofia non può realizzarsi senza la soppressione del proletariato, il
proletariato non può sopprimersi senza la realizzazione della filosofia»

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