Sei sulla pagina 1di 2

L’incontro tra sogno e realtà

Tasso
Oh potess’io rivedere la mia Leonora. Ogni volta che ella mi torna alla mente, mi nasce un brivido
di gioia, che dalla cima del capo mi si stende fino all’ultima punta de’ piedi; e non resta in me
nervo né vena che non sia scossa. Talora, pensando a lei, mi si ravvivano nell’animo certe
immagini e certi affetti, tali, che per quel poco tempo, mi pare di essere ancora quello stesso
Torquato che fui prima di aver fatto esperienza delle sciagure e degli uomini, e che ora io piango
tante volte per morto. In vero, io direi che l’uso del mondo, e l’esercizio de’ patimenti, sogliono
come profondare e sopire dentro a ciascuno di noi quel primo uomo che egli era: il quale di tratto
in tratto si desta per poco spazio, ma tanto più di rado quanto è il progresso degli anni; sempre
più poi si ritira verso il nostro intimo, e ricade in maggior sonno di prima; finché durando ancora
la nostra vita, esso muore. In fine, io mi maraviglio come il pensiero di una donna abbia tanta
forza, da rinnovarmi, per così dire, l’anima, e farmi dimenticare tante calamità. E se non fosse che
io non ho più speranza di rivederla, crederei non avere ancora perduta la facoltà di essere felice.

Genio
Via, questa notte in sogno io te la condurrò davanti; bella come la gioventù; e cortese in modo,
che tu prenderai cuore di favellarle molto più franco e spedito che non ti venne fatto mai per
l’addietro: anzi all’ultimo le stringerai la mano; ed ella guardandoti fiso, ti metterà nell’animo una
dolcezza tale, che tu ne sarai sopraffatto; e per tutto domani, qualunque volta ti sovverrà di
questo sogno, ti sentirai balzare il cuore dalla tenerezza.
Tasso
Gran conforto: un sogno in cambio del vero.

Tasso si trova in prigione e pensa che, se uscisse e incontrasse Leonora, sarebbe felice. Ma di
quale prigione si sta parlando? Certo, Tasso è un alter ego di Leopardi. La prigione sarebbe la
vita stessa che, piano piano, nel corso del tempo, ci chiude alla possibilità di essere felici e fa
morire quel primo libero uomo che eravamo, prima di aver “fatto esperienza delle sciagure e degli
uomini”. Ma, allora, in che senso Leonora non farebbe parte di quelle “esperienze” sciagurate e
sarebbe, nonostante tutto, “l’uscita” da quella prigione? Leonora sembra presentarsi a Tasso
come una sua salvatrice.
Qui però entra in scena il Genio, alter ego di Tasso alter ego di Leopardi, e lo mette in guardia.
Leonora non è una dea salvatrice, ma una donna in carne e ossa! Dice che è, sì, una dea nella sua
immaginazione e nel sogno, ma nella realtà è una donna reale senza nessun potere
soprannaturale.
Il Genio gli propone di incontrarla nel sogno, perché solo in questo modo Leonora si
presenterebbe come lui la desidera. La risposta di Tasso spiazza il genio: - so perfettamente che
il reale non corrisponde al desiderio, so perfettamente che il reale è insoddisfacente, e tuttavia,
uscire dalla gabbia dell’infelicità non è crearsi un fantasma di felicità nell’infelicità -.
Tasso è disposto a rischiare, ad andare incontro anche ad una delusione, perché solo così
sarebbe il vero modo di uscire dalla prigione e ritornare ad essere quel primo uomo che non si
aspetta nulla e, per questo, tutto gli accade. Leonora, appunto.
Tasso è il desiderio dell’altro “decostruito” dal suo essere solo sogno e fantasma dell’altro.
Come dire, bisogna pur sognar Leonora per poterla incontrare, ma se si rimane nel sogno, non si
incontra nessun altro fuori che se stessi, per quello che presumiamo di essere.
Il Genio è lo specchio per Tasso, Leonora sarebbe l’uscita dalla gabbia dello specchio.

Potrebbero piacerti anche