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Nel 1897 sulla rivista “il Marzocco” Pascoli pubblica i pensieri sull'arte poetica, questo nucleo
viene ampliato in modo consistente negli anni successivi e pubblicato con il titolo il fanciullino nel
1903 e poi riproposto nel 1000 1907, si tratta di un breve saggio nel quale dialogando con i grandi
autori del passato Pascoli illustra quella che oggi chiameremo la sua teoria della letteratura. La
figura del fanciullino viene descritta da Pascoli come se dentro ogni uomo ad adulto persiste la voce
di un bambino, il bambino che è adulto è stato e il compito del poeta è tradurre in versi
quell'insieme di immagini , intuizioni, associazioni di idee che sono caratteristiche dell’infanzia.
Nonostante le differenze di qualità e di interesse che si osservano tra le varie raccolte pascoli e in
tutte le sue poesie un maestro in innovazioni linguistiche infatti adopera in modo sistematico in
linguaggio tecnico e anche una professione a usare termini dialettici se si vuole parlare del mondo
contadino in modo appropriato mescola però anche all'italiano parole frasi inglesi e soprattutto
parole in un inglese italianizzato parole strane tra le quali si confondono quelle invece familiari
della nonna. Aldilà del gusto per la contaminazione delle lingue pascoli è attentissimo alla
dimensione fonica della lingua usa spesso infatti le onomatopee che creano versi cercando di
imitare con il loro suono i suoni che descrivono, infine presta molta attenzione alla parabola politica
in gioventù infatti era un militare dell'estrema sinistra e dopo la morte del padre diventa povero e
vive in Romagna una regione nella quale la presenza di anarchici e socialisti era cospicua, fu
sempre attento alla povera gente contadina infatti nel 1911 inneggia alla guerra coloniale di Libia
con il discorso la grande prioritaria si è mossa.
MYRICAE
Pascoli pubblica la sua prima raccolta, Myricae nel 1891 quando a 36 anni. La raccolta ha una storia
editoriale complessa e la prima edizione comprende 22 testi scritti tra il 1877 e il 1890, ma nelle
otto edizioni successive la raccolta cambierà volto e dimensioni arrivando a comprendere nella
versione definitiva 156 componimenti. In una lettera Pascoli spiega il titolo della raccolta Myricae
che letteralmente vuol dire Tamerici che la parola usata da Virgilio per indicare i suoi carni bucolici,
si riferisce ai versi iniziali della quarta bucolica del poeta latino Virgilio. in quattro libri si
dispongono in un crescendo di altezza stilistica, uno stile umile per Myricae e i canti di
Castelvecchio e uno stile mediano per i poemetti mentre abbiamo uno stile alto per i poemi
conviviali e le odi e inni. Come affermano le parole di Pascoli con l'allusione a San Mauro le
Myricae sono ambientate in Romagna, le poesie che formano il nucleo più antico del libro sono
riunite nella sezione intitolata ricordi e sono appunto un ritorno con la memoria ai luoghi
dell'infanzia e dell'adolescenza nei quali la natura si è manifestata come madre dolcissima. Le
poesie perlopiù brevi descrivono quadri campestri paesani familiari. soprattutto l'eri campestre
turbato sin dal principio dal tema dei lutti familiari, Pascoli descrive in una lettera a Severino
Ferrari del 1892 poco prima che uscisse la seconda edizione di Myricae dicendo che non voleva
morire senza aver fatto un monumento al suo papà e alla sua mamma. il tema funebre si associa così
a quello bucolico naturalistico e con il tempo la raccolta diventa sempre di più un libro familiare e
personale nel quale i lutti passati si intrecciano nell'angoscia presente per il destino suo e delle
sorelle Ida e Maria che compaiono come personaggi voci dialoganti in più di un componimento. I
metri sono perlopiù quelli brevi tradizionali, da un lato Pascoli recupera sia le tecniche espressive
del simbolismo europeo se i suoi procedimenti immaginati più tipici dall'altro invece il linguaggio
comincia a orientarsi decisamente verso il fonosimbolismo cioè verso quei fenomeni che sfruttano
la dimensione fonica della lingua.esistono altro tipo di fonosimbolismo detto tecnicamente
grammaticale o convenzionale che sfrutta l'associazione di suoni e concetti. Pascoli adopera i suoni
della lingua lingua per riprodurre i suoni della natura o del mondo umano.
TESTI:
X AGOSTO
La notte del 10 agosto , San Lorenzo è la notte delle stelle cadenti e la tradizione popolare le ha
interpretate come le lacrime piante da Lorenzo durante il suo martirio. Il 10 agosto il padre di
Pascoli sulla strada di casa fu ucciso in un agguato con una fucilata.Pascoli costruisce questa poesia
mettendo in relazioni due avvenimenti. la pubblicò per la prima volta sul numero datato 9 agosto
1896 della rivista il Marzocco accompagnandola con una nota. La prima strofa dà il tono alla poesia
ricordando la lugubre interpretazione popolare del fenomeno delle stelle cadenti, ma Pascoli
attribuisce le lacrime non solo al giorno di San Lorenzo bensì al cosmo nella sua interezza.un tipico
procedimento di Pascoli è quello di mettere in parallelo il mondo mondo umano e il mondo animale
o vegetale spesso utilizzando il secondo come simbolo del primo, nella seconda e nella terza strofa
pascoli fa l'esempio di una rondine uccisa mentre di ritorno al nido nella quarta e nella quinta
esplicita il simbolo la rondine corrisponde al padre di Pascoli e queste strade centrali sono ben
collegate. la rondine viene vista quasi come un equivalente di Cristo vittima 100 uccisa da uomini e
malvagi e il padre stesso di Pascoli in virtù dell'equivalenza con la rondine viene paragonato a
Cristo, ciò si aggiunge il fatto che nelle ultime sue parole perdona gli assassini proprio come fece il
Cristo.
TEMPORALE
La poesia pubblicata nella terza edizione di Myricae del 1894 fu concepita nell'agosto del 1892
come racconta lo stesso poeta in una lettera alle sorelle nella quale dice di essere stato colto da un
grande temporale mentre si stava recando a Siena. in apparenza la poesia si rappresenta come un
breve quadro descrittivo di un personaggio su cui incombe un temporale, c'è un unico verbo il cui
colore intenso si impone proprio nel paesaggio. questo testo è costituito attraverso un linguaggio
allusivo e analogico in cui una realtà misteriosa si sovrappone con quella concreta. Il paesaggio
assume un significato simbolico, l'orizzonte infuocato del tramonto sembra richiamare l'idea del
sangue mentre le nubi nere come la pece richiamano una realtà angosciante.
POEMETTI
Mentre Myricae e i canti di Castelvecchio sono grandi libri lirici quelli nel quale il suo io è più
presente sono i poemetti che sono poesie narrative di argomento campestre, crea raccontano una
storia. La raccolta originaria uscì nel 1897 e si sdoppierà poco dopo in due libri distinti i primi
poemetti del 1904 e i nuovi poemetti del 1909. Una parte importante dei primi e dei nuovi è
costituita dalla narrazione delle vicende familiari delle due sorelle Rosa e Viola e soprattutto
dall'amore che lega Rosa al giovane cacciatore Rigo, nella vicenda dell'innamoramento del
matrimonio e dell'abbandono della casa il lettore di Pascoli non ha difficoltà individuare la matrice
biografica. Aldilà di questo nucleo nei poemetti si registra una grande varietà tematica, anche qui
Pascoli racconta di sé ma lo fa da testimone. Nell’aquilone ad esempio rievoca i tempi del collegio
ma mette al centro del racconto non se stesso bensì un compagno morto giovanissimo. In digitale
purpurea rielabora un episodio riferitogli dalla sorella Maria e ne ricava un misterioso significato
allegorico, a che della raccolta è il poemetto Italy che introduce in questo libro campestre e
familiare la prospettiva degli emigrati tornati in patria che balbettano con il loro strano italo-inglese.
CANTI DI CASTELVECCHIO
I canti di Castelvecchio escono in prima edizione nel 1903. Nei canti di Castelvecchio come in
Myricae prevale la materia campestre con l'attenzione per le cose umili e quotidiane, la
differenza più evidente tra le due raccolte l'ambientazione le Myricae sono romagnole mentre canti
nascono nella campa lucchese. nei canti l'ambientazione toscana influenza il linguaggio infatti
Pascoli fa largo uso del lessico dialettale che imparò a conoscere parlando con i contadini, la
raccolta venne mossa da molte accuse a causa della scarsa comprensibilità. dal punto di vista dei
contenuti si accentua la presenza dei sogni delle tradizioni folcloriste dei presagi offerti dalla natura,
sono tutti elementi che esultano dalla conoscenza scientifica del mondo e che riguardano la parte
irrazionale dell’uomo. i diritti familiari sono uno schermo una finzione un velo un filtro con il quale
pascoli si difende da un'esperienza del presente, il filtro che permette di esprimere una storia di
dolore e di tenerla segreta dunque l'insoddisfazione per la vita con le sorelle negli ultimi anni e poi
il matrimonio di Ida creano un'infelicità profondissima che genera l'ossessione per la tragedia
familiare ed è per questo motivo che la poesia pascoliana non nasce funebre ma lo diventa sempre
di p fino alla diversificazione del lutto.
TESTI:
LA NEBBIA
Nebbia è un testo perfetto per illustrare l'atteggiamento pascoliano di fronte alla vita. La nebbia è un
elemento frequente della campagna pascoliana. fin dalle Myricae in questa poesia però il paesaggio
si carica di forti valori simbolici. questo testo in primo piano vi è un allontanamento nel tempo dal
ricordo del passato cioè dal ricordo dei morti Pascoli infatti vorrebbe liberarsi sia dal continuo
pensiero dei familiari defunti sia soprattutto dalle conseguenze che quei lutti hanno avuto sulla sua
vita, non vorrebbe vedere oltre la siepe vorrebbe ignorare il suo passato, la siepe è un altro elemento
di separazione come la nebbia, vorrebbe vivere dentro i muri di confine della sua vita attuale che
hanno in sé la capacità di quiet l’animo. in secondo luogo il poeta vorrebbe essere protetto dalla vita
che si svolge nel mondo esterno a quello che si è costituito. infine l'ulteriore minaccia da cui la
nebbia ha il compito di preservare sono i desideri del cuore gli istinti vitali che pure Pascoli aveva
avuto e talvolta in quei sogni notturni vicino all'alba ancora aveva ovvero sposare e avere dei
figli.non è questa la strada che vuole imboccare ma quella della fedeltà al nido della castità.
POEMI CONVIVIALI
I poemi conviviali hanno questo titolo perché alcuni di essi erano stati pubblicati sulla rivista “il
convito” , sono il libro del Pascoli classicista del professore poeta che sa tutto sulla lingua e sulla
poesia dei greci e dei latini. Siccome sono stati scritti nell'arco di un decennio quindi tra il 1894 e il
1905 i poemi conviviali presentano tra loro differenze di concezione e di stile, in tutto sono 10 uno
in più nella seconda edizione del 1905, Pascoli li dispone secondo l'ordine cronologico imposto dal
contenuto e si va da quelli ispirati ai poemi omerici e alla grecità fino alla buona novella sul
diffondersi del messaggio di pace di Cristo passando per Alessandro magno e un impero romano
Tiberio tra i primi conviviali più celebri c'è l'ultimo viaggio.
IL FANCIULLINO
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GABRIELE D’ANNUNZIO
D'Annunzio ebbe una vita intensa ricca di esperienza diverse baciata dal successo e dalla celebrità e
alle creare il mito di se stesso, la sua dimora il vittoria da lui pensata è arredata come museo
autocelebrativo attira ancora oggi molti moltissimi turisti. D'Annunzio non si laureò mai mai,
arrivato a Roma si dedicò al giornalismo e visse di quanto riusciva a guadagnare con i suoi articoli e
i suoi libri, aveva dunque la necessità di vendere i suoi prodotti questo aspetto pratico si alleò con il
suo esibizionismo. la sua sorte di autore è legata al personaggio pubblico che D'Annunzio volle
essere un elegante Playboy che si accompagnava ad donne celebri e viveva in dimore sontuose, fu
un esteta cioè un uomo devoto soprattutto alla causa del piacere e del bello e fu un dandy cioè un
uomo elegante raffinato abituato al lusso. D'Annunzio esordisce molto giovane infatti l'opera Primo
vere esce quando 16 anni, canto nuovo quando ne ha 19, ed entrambe le raccolte mostrano il debito
che gli ha contratto con la poesia classicista Carducci, il debito è soprattutto formale a livello
tematico in primo vere D'Annunzio insiste maggiormente sulle descrizioni della natura su una
vitalità più positiva e soprattutto su una sensualità più esplicita, quest'ultima è il tratto che desta più
scalpore nell'intermezzo di rime e che si merita l'accusa di pornografia.
D'Annunzio dà i suoi risultati migliori fra i 30 e i quarant'anni tra il poema paradisiaco e i primi tre
libri delle laudi del cielo del mare della terra e degli eroi: Maya Elettra e alcione.
Il poema paradisiaco raccoglie poesie composte già in parti di Atene tre anni e mezzo precedenti la
data di pubblicazione, una struttura attentamente calcolata nonostante sia formato da brevi poesie,
l'aggettivo paradisiaco rimanda all'etimologia greca della parola paradiso che significa giardino
infatti i giardini nella raccolta hanno un ruolo privilegiato, è organizzata in tre sezioni in intitolate
giardino chiuso giardino dei fantasmi e piccolo giardino dell'anima, introdotto da un testo di dedica
alla nutrice. Per quanto riguarda il registro D'Annunzio si avvicina al linguaggio parlato utilizzando
un atteggiamento più modesto.
Le laudi del cielo del mare della terra e degli eroi rappresentano una svolta non solo per
D'Annunzio ma per tutta la poesia, egli andò in Grecia e si convinse che il gran pan e in Maya socia
la celebrazione dell'antica civiltà greca e quella di una natura divinizzata e molteplice.secondo il
progetto dannunziano il ciclo poetico delle laudi del cielo del mare della terra e degli eroi avrebbe
dovuto essere formato da sette libri, uno per ciascuna stella della costellazione delle Pleiadi. cinque
vennero realizzati il primo è Maia del maggio del 1903 il secondo e il terzo Elettra e Alcyone
compaiono nel dicembre del 1903, Merope è del 1912 e Asterope del 1918.
IL PIACERE
Il piacere pubblicato dall'editore Treves nel 1889 è il primo romanzo di D'Annunzio, il protagonista
è Andrea Sperelli un dandy aristocratico colto raffinato che dopo aver viaggiato si stabilisce a Roma
nel 1884, il suo primo amore è Elena muti, giovane vedeva corrotta e sensuale la loro storia termina
all'improvviso nel 1885 quando l'hai scompare misteriosamente. Andrea Sperelli si dedica al piacere
seducendo una donna dopo l'altra ma non riesce a dimenticare Elena, dopo un duello rimane ferito e
trascorre un periodo di tempo nella villa della cucina, qua conosce Maria Ferres moglie di un
ambasciatore che ne attratto e inizia corteggiarlo. nel dicembre del 1886 Elena torna a Roma ma è
sposata con un nobile e Sperelli è diviso tra il nuovo amore e il precedente.desidererebbe una donna
che unisse e Elena e Maria i due sono gelosi a vicenda. il marito di Maria viene scoperto mentre
barra al gioco e da costretto a lasciare Roma e Sperelli facendo per l'ultima volta l'amore con Maria
si lascia sfuggire il nome di Elena la quale fuggì. nell'ultimo capitolo spell si aggira per il palazzo di
Maria in cui i beni sono messi all'incanto provando una sensazione di stanchezza quasi come un
bisogno di morire.
L'intreccio è molto complesso il romanzo è diviso in quattro libri:
1) sperelli attende a casa Elena ricomparsa a Roma dopo due anni, il colloquio tra i due in cui
spera cerca di riallacciare la relazione viene deciso da lei, qui inizia un lungo flashback in cui
vengono raccontati l'inizio della storia d'amore la conclusione la vita di Sperelli successiva
l'abbandono e infine il duello.
2) Fa parte ancora del flashback e comprende la convalescenza e la relazione con Maria Ferres
nella villa della cugina
3) Spinelli torna a Roma dove incontra di nuovo Elena e il flashback termina che nel secondo
capitolo
Da qui in poi fabula intreccio coincidono.per quanto riguarda la storia D'Annunzio descrive con
compassione al centro storico di Roma i palazzi gli arredi, la aristocrazia romana.
Andrea Sperelli è un personaggio idealizzato con parecchi tratti autobiografici, rappresenta ciò che
D'Annunzio desiderava di essere incerta misura era un esteta ammaliato dalle cose belle
ossessionato dalle donne. E all'introduzione del romanzo D'Annunzio si mostra molto critico nei
confronti del suo personaggio e del suo stile di vita, ma in realtà l'atteggiamento del narratore nei
confronti del suo personaggio e di ammirazione. Dunque non è facile capire se nell'introduzione
D'Annunzio finga di condannare al suo personaggio solo per motivi di opportunità o se ciò era
evitare la censura o la critiche moralistiche che potrebbero nuocere al libro, critiche che potevano
appuntarsi sia sulla forte componente sessuale del libro sia sul cinismo di Sperelli. La passione per i
pittori che percorrono i Rinascimento fa disperare un preraffaellita , la confraternita dei preraffaelliti
, è una corrente pittorica inglese fondata nel 1848, con questo si spiega la predilezione di Sperelli
per lo Stilnovo.
Lo stile del piacere è omogeneo e dunque analizzando una parte si ottengono informazioni che
possono essere estese a tutto il libro, sono tratti caratteristici a metà tra la forma e il contenuto la
tendenza alla sovrabbondanza e all'esasperazione, all'enfasi per cui tutta al massimo. D'Annunzio
utilizza un lessico colto e raffinato, l'amore per la lingua raffinata impone anche di utilizzare parole
straniere quando non si trova un equivalente italiano.
ALYCONE
D'Annunzio esordisce giovanissimo nella poesia lirica, si tratta di una produzione imponente per
quantità che ottiene un'attenzione costante fino al secondo decennio del novecento, è possibile
rintracciare alcune caratteristiche unificanti tra queste varie stagioni come un lessico colto la
sensualità una visione vitale ed euforica dell’esistenza.
Alycone è il terzo libro dell'Einaudi e contiene alcune delle poesie più celebri di D'Annunzio, il
tema è quello dell'estate, e piuttosto che dal lì del poeta il centro della scena occupato dalla natura
visto come personaggio in azione, Alycone è la raccolta dannunziana nella quale è più vivo il senso
di fusione e di identificazione con la natura.
TESTI ( Alycone):
LA SERA FIESOLANA
In una sera limpida di così estate dopo un temporale i due amanti osservano la campagna di Fiesole,
una splendida collina vicino a Firenze. La presenza della donna a cui il poeta si rivolge appena
accennata. Anche il poeta è quasi assente dalla scena visto che non viene descritto in alcun modo
ma sappiamo che è presente perché è lui che parla. oltre ai due amanti vi è un'altra presenza umana
quella di chi raccogliere foglie del gelso ma anch'essa passa così inosservata, l'avrei protagonista dei
versi infatti è la natura presenta in un fluire continuo di immagini. La sera fiesolana è la poesia più
antica di Alycone in calce al manoscritto si legge la cappoccina Settignano di desiderio, Aldi 17
giugno 1899 verso la sera dopo la pioggia, la cappoccina la villa dei marchesi capponi affittata da
D'Annunzio e si trova a Settignano.D'Annunzio ribattezzò il paese Settignano di desiderio in onore
dello scultore desiderio da Settignano per il quale compose un epigrafe. Boh adesso guardo mio
nonno
D'Annunzio e Eleonora Duse ribattezzata Ermione si trova in una pineta della Versilia sulla costa
settentrionale della Toscana sono in riva al mare.inizia a piovere la poesia descrive i suoni delle
gocce sulla vegetazione e la trasformazione dei due amanti in elementi della natura. Le immagini e
le sensazioni con le quali D'Annunzio costituisce la poesia sono già contenute nelle note dei
Tarquini alla data marina di Pisa. Le cicale che cantavano ancora sotto il cielo cinerino a poco a
poco ammutoliscono.il loro canto si fa sordo sotto la pioggia poi si rallenta e poi si spegne, e su
tutta la foresta si espande il suono della pioggia tiepida un suono infinitamente dolce e persuasivo.
la pioggia nel pineto risale all'estate del 1902 ciò significa che D'Annunzio recupera gli appunti di
tre anni prima per trasformarli in poesia.
Nelle prime tre strofe indica che nella poesia l'udito ha il primato sugli altri sensi, D'Annunzio
registra i suoni della pioggia e ne tenta un'imitazione ritmica attraverso le parole. La caratteristica
principale della poesia è la graduale fusione dei due amanti in particolare di Ermione con la natura,
quando si parla di panismo si fa riferimento a questa fusione tra elemento umano ed elemento
naturale, la pioggia infatti cade sulla donna ne m e mentre camminano le caviglie e poi le ginocchia
dei due amanti rimangono avvinte nei cespugli, queste immagine forse rimanda all'Apollo ed Dafne
di Bernini in cui la ninfa vede mutarsi in tronco gli arti inferiori mentre i piedi sono avvolti
dall’erba. l'amore è un'illusione questo lo sanno entrambi perché entrambi sono stati innamorati di
altre persone ma oggi gli innamorati sono loro tocca a loro vivere questa nuova illusione.