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GIOVANNI PASCOLI

Giovanni Pascoli nasce il 31 dicembre 1855 in


un piccolo paese della Romagna San Mauro. Il
padre Ruggero amministra la tenuta agricola
del principe Alessandro Torlonia e la madre
Caterina ha portato in dote la casa e questo
garantisce la famiglia una certa agiatezza. Tra
il 1850 e il 1865 nascono 10 figli e Giovanni è i quarto. A sette anni Pascoli entra nel collegio dei
padri scolopi a Urbino e nasce nel 1871 per frequentare la seconda liceo a Rimini e la terza a
Firenze. Nel frattempo la sua vita è stata sconvolta da una tragedia il 10 agosto 1867 il padre viene
ucciso da una fucilata mentre stava tornando da Cesena. L'omicidio però resta impunito ma tutti
sanno chi ha sparato il mandante del delitto sembra essere un tale Pietro caccia guerra che prende il
posto di Ruggero come amministratore della tenuta.alla famiglia venne assegnata una pensione
molto cospicua. Nel novembre del 1873 Giovanni sostiene l'esame per ottenere una borsa di studio
e frequentare l'università a Bologna a presiedere la commissione e Giosuè Carducci.la carriera
universitaria di Pascoli dura nove anni, però frequenta poco le elezioni ed è diventato un attivista
politico di sinistra che si fanno notare dalla polizia in una contestazione al ministro dell’istruzione.
Diventa amico di Andrea costa che sarà tra i fondatori del movimento socialista in Italia.
Dal 1877 le poesie di Pascoli iniziano a comparire sulle riviste ma la maggior parte di esse ha una
circolazione limitata. Nel 1882 si laurea con la lode. per i successivi anni è supplente al liceo di
Matera e poi viene trasferito a Massa successivamente nel 1885 porta con sé le sue due sorelle e
ricostruisce quello che lui chiama il nido ovvero luogo dove si ritrovano per vivere insieme, lontano
dalla cattiveria degli uomini.
Il 10 agosto 1890 compaiono sulla rivista “vita nuova” nove poesie intitolate Myricae. nel marzo
del 1891 Pascoli accoglie in casa un suo cugino allevandolo e istruendolo. Nel 1891 esce la prima
raccolta di poesie Myricae , e nel gennaio del 1892 una seconda edizione. Successivamente Pascoli
vince un premio internazionale di poesia latina. la poesia latina pascoliane ha caratteristiche
differenti da quella italiana ma è altrettanto raffinata, il suo latino non è un linguaggio uniforme e
monotono al contrario è ricchissimo di varianti stilistiche. I primi giorni di gennaio del 1893
Gabriele D'Annunzio gli manda una lettera cordiale e allega la recensione molto elogiativo che
aveva scritto sul giornale di Napoli “il mattino” affermando che il nome di Pascoli acquista
risonanza nazionale. In autunno compare Lyra romana l'antologia scolastica e nel 1897 Epos , le
due antologie moderne Sul limitare del 1899 e Fior da fiore del 1901. nel gennaio del 1895 Pascoli
viene invitato a collaborare con il convito una nuova rivista romana diretta da D'Annunzio, questo
gli permette di scrivere ma il fidanzamento di Ida gli dà un dolore indicibile come scrisse in una
lettera lettera del 4 maggio 1895, le lettere che scrive sono terrificanti per la disperazione e
risentimento contro la sorella Ida che osa amare un uomo e sposarsi abbandonando il nido. da metà
ottobre i due fratelli si spostano a Castelvecchio. in primavera Pascoli si fidanza con una cugina. A
maggio Pascoli decide di troncare con Maria, trasferendosi poi a Bologna. nel 1897 pubblica i
poemetti, la sua seconda raccolta poetica costituita da poesie narrative in terzine di argomento
campestre, quest'ultima subisce i cambiamenti prevede infatti uno doppia mento i primi poemetti
escono nel 1904 e i nuovi poemetti nel 1909. Nello stesso 1897 esce anche la quarta edizione di
Myricae . Pascoli venne poi nominato professore di letteratura latina a Messina, nel 1898 pubblica il
primo volume di saggi intitolato Minerva oscura. Nel 1903 escono i canti di Castelvecchio e nel
1905 passa a Bologna come successore di Carducci alla cattedra delle letteratura italiana. Sotto
il titolo di poemi conviviali del 1904 riunisce le tre poesie pubblicate sulla rivista il convito.
Nel 1906 esce odi e inni, una raccolta di ispirazione politico civile dove Pascoli sottolinea il suo
carattere bellicoso pieno di fuoco attirato non solo da imprese d'armi gloriose ma da fatti di cronaca
e di notizie da attualità. Dal punto di vista metrico gli si distinguono perché sono costituiti sul
modello della lirica greca ovvero sulla ripetizione di una struttura ternaria. A partire dal 1907
Pascoli lavora a una serie di canti patriottici che chiama poemi del risorgimento che usciranno
postumi nel 1913, questi progetti li racchiude in una lettera del 1907 parlando di Garibaldi ,Cavour
Mazzini ,Carlo Alberto. Tra il 1908 e il 1909 Pascoli pubblica le canzoni di re Ezio. il termine
canzone va inteso con riferimento alla chanson de Geste, il poema epico medievale, ne realizza solo
tre: la canzone del carroccio, la canzone del paradiso, la canzone dell’olifante.
Nel 1911 è l'anno del 50º anniversario del regno d'Italia e Pascoli lo celebra pubblicando i poemi
italici che aggregano Paul Ucello Tolstoi e rossini. A novembre novembre pronuncia il discorso la
grande proletaria si è mossa in onore delle vittime italiane della guerra di Libia. Nel 1912 Pascoli
inizia a stare male muore poi il 6 aprile e venne seppellito nella piccola cappella che aveva fatto
costruire nella sua casa.

Nel 1897 sulla rivista “il Marzocco” Pascoli pubblica i pensieri sull'arte poetica, questo nucleo
viene ampliato in modo consistente negli anni successivi e pubblicato con il titolo il fanciullino nel
1903 e poi riproposto nel 1000 1907, si tratta di un breve saggio nel quale dialogando con i grandi
autori del passato Pascoli illustra quella che oggi chiameremo la sua teoria della letteratura. La
figura del fanciullino viene descritta da Pascoli come se dentro ogni uomo ad adulto persiste la voce
di un bambino, il bambino che è adulto è stato e il compito del poeta è tradurre in versi
quell'insieme di immagini , intuizioni, associazioni di idee che sono caratteristiche dell’infanzia.
Nonostante le differenze di qualità e di interesse che si osservano tra le varie raccolte pascoli e in
tutte le sue poesie un maestro in innovazioni linguistiche infatti adopera in modo sistematico in
linguaggio tecnico e anche una professione a usare termini dialettici se si vuole parlare del mondo
contadino in modo appropriato mescola però anche all'italiano parole frasi inglesi e soprattutto
parole in un inglese italianizzato parole strane tra le quali si confondono quelle invece familiari
della nonna. Aldilà del gusto per la contaminazione delle lingue pascoli è attentissimo alla
dimensione fonica della lingua usa spesso infatti le onomatopee che creano versi cercando di
imitare con il loro suono i suoni che descrivono, infine presta molta attenzione alla parabola politica
in gioventù infatti era un militare dell'estrema sinistra e dopo la morte del padre diventa povero e
vive in Romagna una regione nella quale la presenza di anarchici e socialisti era cospicua, fu
sempre attento alla povera gente contadina infatti nel 1911 inneggia alla guerra coloniale di Libia
con il discorso la grande prioritaria si è mossa.

MYRICAE

Pascoli pubblica la sua prima raccolta, Myricae nel 1891 quando a 36 anni. La raccolta ha una storia
editoriale complessa e la prima edizione comprende 22 testi scritti tra il 1877 e il 1890, ma nelle
otto edizioni successive la raccolta cambierà volto e dimensioni arrivando a comprendere nella
versione definitiva 156 componimenti. In una lettera Pascoli spiega il titolo della raccolta Myricae
che letteralmente vuol dire Tamerici che la parola usata da Virgilio per indicare i suoi carni bucolici,
si riferisce ai versi iniziali della quarta bucolica del poeta latino Virgilio. in quattro libri si
dispongono in un crescendo di altezza stilistica, uno stile umile per Myricae e i canti di
Castelvecchio e uno stile mediano per i poemetti mentre abbiamo uno stile alto per i poemi
conviviali e le odi e inni. Come affermano le parole di Pascoli con l'allusione a San Mauro le
Myricae sono ambientate in Romagna, le poesie che formano il nucleo più antico del libro sono
riunite nella sezione intitolata ricordi e sono appunto un ritorno con la memoria ai luoghi
dell'infanzia e dell'adolescenza nei quali la natura si è manifestata come madre dolcissima. Le
poesie perlopiù brevi descrivono quadri campestri paesani familiari. soprattutto l'eri campestre
turbato sin dal principio dal tema dei lutti familiari, Pascoli descrive in una lettera a Severino
Ferrari del 1892 poco prima che uscisse la seconda edizione di Myricae dicendo che non voleva
morire senza aver fatto un monumento al suo papà e alla sua mamma. il tema funebre si associa così
a quello bucolico naturalistico e con il tempo la raccolta diventa sempre di più un libro familiare e
personale nel quale i lutti passati si intrecciano nell'angoscia presente per il destino suo e delle
sorelle Ida e Maria che compaiono come personaggi voci dialoganti in più di un componimento. I
metri sono perlopiù quelli brevi tradizionali, da un lato Pascoli recupera sia le tecniche espressive
del simbolismo europeo se i suoi procedimenti immaginati più tipici dall'altro invece il linguaggio
comincia a orientarsi decisamente verso il fonosimbolismo cioè verso quei fenomeni che sfruttano
la dimensione fonica della lingua.esistono altro tipo di fonosimbolismo detto tecnicamente
grammaticale o convenzionale che sfrutta l'associazione di suoni e concetti. Pascoli adopera i suoni
della lingua lingua per riprodurre i suoni della natura o del mondo umano.

TESTI:

X AGOSTO

La notte del 10 agosto , San Lorenzo è la notte delle stelle cadenti e la tradizione popolare le ha
interpretate come le lacrime piante da Lorenzo durante il suo martirio. Il 10 agosto il padre di
Pascoli sulla strada di casa fu ucciso in un agguato con una fucilata.Pascoli costruisce questa poesia
mettendo in relazioni due avvenimenti. la pubblicò per la prima volta sul numero datato 9 agosto
1896 della rivista il Marzocco accompagnandola con una nota. La prima strofa dà il tono alla poesia
ricordando la lugubre interpretazione popolare del fenomeno delle stelle cadenti, ma Pascoli
attribuisce le lacrime non solo al giorno di San Lorenzo bensì al cosmo nella sua interezza.un tipico
procedimento di Pascoli è quello di mettere in parallelo il mondo mondo umano e il mondo animale
o vegetale spesso utilizzando il secondo come simbolo del primo, nella seconda e nella terza strofa
pascoli fa l'esempio di una rondine uccisa mentre di ritorno al nido nella quarta e nella quinta
esplicita il simbolo la rondine corrisponde al padre di Pascoli e queste strade centrali sono ben
collegate. la rondine viene vista quasi come un equivalente di Cristo vittima 100 uccisa da uomini e
malvagi e il padre stesso di Pascoli in virtù dell'equivalenza con la rondine viene paragonato a
Cristo, ciò si aggiunge il fatto che nelle ultime sue parole perdona gli assassini proprio come fece il
Cristo.

TEMPORALE

La poesia pubblicata nella terza edizione di Myricae del 1894 fu concepita nell'agosto del 1892
come racconta lo stesso poeta in una lettera alle sorelle nella quale dice di essere stato colto da un
grande temporale mentre si stava recando a Siena. in apparenza la poesia si rappresenta come un
breve quadro descrittivo di un personaggio su cui incombe un temporale, c'è un unico verbo il cui
colore intenso si impone proprio nel paesaggio. questo testo è costituito attraverso un linguaggio
allusivo e analogico in cui una realtà misteriosa si sovrappone con quella concreta. Il paesaggio
assume un significato simbolico, l'orizzonte infuocato del tramonto sembra richiamare l'idea del
sangue mentre le nubi nere come la pece richiamano una realtà angosciante.
POEMETTI

Mentre Myricae e i canti di Castelvecchio sono grandi libri lirici quelli nel quale il suo io è più
presente sono i poemetti che sono poesie narrative di argomento campestre, crea raccontano una
storia. La raccolta originaria uscì nel 1897 e si sdoppierà poco dopo in due libri distinti i primi
poemetti del 1904 e i nuovi poemetti del 1909. Una parte importante dei primi e dei nuovi è
costituita dalla narrazione delle vicende familiari delle due sorelle Rosa e Viola e soprattutto
dall'amore che lega Rosa al giovane cacciatore Rigo, nella vicenda dell'innamoramento del
matrimonio e dell'abbandono della casa il lettore di Pascoli non ha difficoltà individuare la matrice
biografica. Aldilà di questo nucleo nei poemetti si registra una grande varietà tematica, anche qui
Pascoli racconta di sé ma lo fa da testimone. Nell’aquilone ad esempio rievoca i tempi del collegio
ma mette al centro del racconto non se stesso bensì un compagno morto giovanissimo. In digitale
purpurea rielabora un episodio riferitogli dalla sorella Maria e ne ricava un misterioso significato
allegorico, a che della raccolta è il poemetto Italy che introduce in questo libro campestre e
familiare la prospettiva degli emigrati tornati in patria che balbettano con il loro strano italo-inglese.

CANTI DI CASTELVECCHIO

I canti di Castelvecchio escono in prima edizione nel 1903. Nei canti di Castelvecchio come in
Myricae prevale la materia campestre con l'attenzione per le cose umili e quotidiane, la
differenza più evidente tra le due raccolte l'ambientazione le Myricae sono romagnole mentre canti
nascono nella campa lucchese. nei canti l'ambientazione toscana influenza il linguaggio infatti
Pascoli fa largo uso del lessico dialettale che imparò a conoscere parlando con i contadini, la
raccolta venne mossa da molte accuse a causa della scarsa comprensibilità. dal punto di vista dei
contenuti si accentua la presenza dei sogni delle tradizioni folcloriste dei presagi offerti dalla natura,
sono tutti elementi che esultano dalla conoscenza scientifica del mondo e che riguardano la parte
irrazionale dell’uomo. i diritti familiari sono uno schermo una finzione un velo un filtro con il quale
pascoli si difende da un'esperienza del presente, il filtro che permette di esprimere una storia di
dolore e di tenerla segreta dunque l'insoddisfazione per la vita con le sorelle negli ultimi anni e poi
il matrimonio di Ida creano un'infelicità profondissima che genera l'ossessione per la tragedia
familiare ed è per questo motivo che la poesia pascoliana non nasce funebre ma lo diventa sempre
di p fino alla diversificazione del lutto.

TESTI:

LA NEBBIA

Nebbia è un testo perfetto per illustrare l'atteggiamento pascoliano di fronte alla vita. La nebbia è un
elemento frequente della campagna pascoliana. fin dalle Myricae in questa poesia però il paesaggio
si carica di forti valori simbolici. questo testo in primo piano vi è un allontanamento nel tempo dal
ricordo del passato cioè dal ricordo dei morti Pascoli infatti vorrebbe liberarsi sia dal continuo
pensiero dei familiari defunti sia soprattutto dalle conseguenze che quei lutti hanno avuto sulla sua
vita, non vorrebbe vedere oltre la siepe vorrebbe ignorare il suo passato, la siepe è un altro elemento
di separazione come la nebbia, vorrebbe vivere dentro i muri di confine della sua vita attuale che
hanno in sé la capacità di quiet l’animo. in secondo luogo il poeta vorrebbe essere protetto dalla vita
che si svolge nel mondo esterno a quello che si è costituito. infine l'ulteriore minaccia da cui la
nebbia ha il compito di preservare sono i desideri del cuore gli istinti vitali che pure Pascoli aveva
avuto e talvolta in quei sogni notturni vicino all'alba ancora aveva ovvero sposare e avere dei
figli.non è questa la strada che vuole imboccare ma quella della fedeltà al nido della castità.

POEMI CONVIVIALI

I poemi conviviali hanno questo titolo perché alcuni di essi erano stati pubblicati sulla rivista “il
convito” , sono il libro del Pascoli classicista del professore poeta che sa tutto sulla lingua e sulla
poesia dei greci e dei latini. Siccome sono stati scritti nell'arco di un decennio quindi tra il 1894 e il
1905 i poemi conviviali presentano tra loro differenze di concezione e di stile, in tutto sono 10 uno
in più nella seconda edizione del 1905, Pascoli li dispone secondo l'ordine cronologico imposto dal
contenuto e si va da quelli ispirati ai poemi omerici e alla grecità fino alla buona novella sul
diffondersi del messaggio di pace di Cristo passando per Alessandro magno e un impero romano
Tiberio tra i primi conviviali più celebri c'è l'ultimo viaggio.

IL FANCIULLINO

Il fanciullino composto da 20 capitoli è pubblicato integralmente nel 1907 dopo un'elaborazione


durata una decina di anni ed è più importante scritto secondo la teoria poetica di Pascoli, il cui
nucleo espresso già nel titolo infatti dentro di noi esiste un fanciullino, un bambino che non cresce e
chi rimane in noi anche quando diventiamo adulti continuando a comunicarci le sue sensazioni e
emozioni con la stessa voce, ma noi non lo ascoltiamo perché siamo impegnati ad affrontare le
difficoltà della vita chi riesce invece ancora ad ascoltarlo con attenzione è il poeta, ad affascinare il
fanciullino al quale tutto appare nuovo e meraviglioso sono le gesta degli eroi le avventure di cui
coglie i particolari. Questo bambino che non cresce mai è presente in tutti gli esseri umani e ognuno
di noi sogna ride piange e osservava con attenzione curiosità si stupisce e prova entusiasmo.
Secondo Pascoli la poesia non ha alcuna utilità pratica ma una suprema utilità morale e sociale. la
poesia spinge gli uomini a essere contenti di ciò che hanno a moderare i desideri e anche i
sentimenti a rendere tollerabile la felicità e la sventura te temperandole d'amaro di dolce.
Il fanciullino è più complesso e articolato e Pascoli combatte per una sua visione della poesia le sue
posizioni infatti sono spesso in contrasto con quelle di Carducci e di D’Annunzio.
Testo: Una dichiarazione poetica

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GABRIELE D’ANNUNZIO

Gabriele D’Annunzio nasce il 12 marzo 1863 a Pescara da una famiglia


benestante, suo padre di cognome Rapagnetta era stato adottato dalla zia
materna di cognome D’Annunzio , a Gabriele non piacque il suono
plebeo del cognome del padre e decide quindi di usare il suo secondo
cognome. Tra il 1874 e il 1881 studia nel collegio Cicognini a Prato , una
scuola prestigiosa , in cui inizialmente viene preso in giro per il suo
accento meridionale e le sue origini provinciali. Due sono i modi per
eccellere : lo studio intensissimo e le bravate continue.
Nel novembre del 1878 mentre torna a sala in Abruzzo , acquista a
Bologna le odi barbare di Carducci. Nel 1879 finanziato dal padre , esce
il primo volume poetico , Primo vere, D’Annunzio riesce farsi recensire
positivamente da Giuseppe Chiarnini , amico di Carducci , il nome di D’Annunzio ricevette subito
una risonanza nazionale , la seconda edizione di Primo vere esce l’anno successivo. Dopo il
diploma nel 1881 d’Annunzio si trasferisce a Roma , per mantenersi scrive sui giornali , frequenta
poco l’università , perché preferisce il bel mondo , fare la high Life , non si laureò mai , ma intanto
pubblica con un editore sommaruga , un’altra volume ispirato dall’amore per Giselda Zucconi ,
canto nuovo e una raccolta di novelle , terra vergine.
Maria Hardouin , figlia dei duchi di Galles , si innamora di lui , dal matrimonio nasceranno tre
figli , d’Annunzio pero non era fatto per essere padre , per vivere nella monotonia.
Alla fine del 1883 pubblica l’intermezzo di rime , le prose narrative del libro delle vergini , due anni
dopo nel 1884 , le novelle del san pantaleone e le rime dell’isotta Guttaduro. Nell’aprile del 1887
incontra Barbara Leoni ,, che diventa sua amante , tra luglio e dicembre del 1888 in un soggiorno a
Francavilla nasce il primo romanzo dannunziano , il Piacere pubblicato a Treves . Nel 1890 dopo
un anno di servizio militare si separa dalla moglie.
Nel 1891 si trasferisce a Napoli dove inizia una relazione con Maria Gravina. Le difficolta
finanziarie aggravate dai debiti del padre , che muore nel 1893 sono pesanti e lo inducono a
scrivere molto. D’Annunzio non solo aveva una vasta cultura letteraria era informatissimo sulle
ultime uscite francesi e italiani , tenta un adattamento italiano alla narrativa russa , nel 1892
scrive il racconto Giovanni Episcopo e il romanzo intitolato l’innocente. Continua comporre le
Elegie romane che escono per Zanichelli. La quantità di produzione letteraria era per d’Annunzio
un segno di forza , vitalità e della qualità della propria ispirazione , ma era anche una necessità
poiché con esse si guadagnava da vivere attraverso i diritti d’autore.
Nei primi mesi del 1894 D’Annunzio si traferisce in Abruzzo a Francavilla al mare dove rielabora.
Completa il romanzo trionfo della morte. Nel 1895 insieme all’amico De Bosis fonda la rivista
“il Covito”, qui compare a puntate il romanzo le vergini delle rocce , che esce poi in volume nel
1896. In un soggiorno a Venezia incontra la celebre attrice Eleonora Duse e con ella inizia una
storia d’amore che si concluderà nel 1904. Nel 1898 i due si traferiscono a Settiniamo, a Firenze ,
qui vive nel lusso più sfrenato , la vicinanza della Duse lo porta a scrivere per il teatro , la prima
tragedia fu la città morta del 1898 , poi Francesca da Rimini del 1901. Invece la figlia di Iorio del
1904, considerata capolavoro , e ambientata in un Abruzzo contadino. Nel 1900 esce il romanzo il
fuoco , questi sono gli anni del ciclo poetico della laudi: sono del 1903 i primi tre libri . Terminato
l’amore con la Duse , D’Annunzio inizia una relazione con Alessandra Di Rudini e poi con la
contessa Mancina. Nel 1910 compare l’ultimo romanzo dannunziano forse che si forse che no.
Però non affrontare i creditori fugge in Francia nel 1910 e gli oggetti accumulati vanno all’asta. Gli
amori si susseguono e a Ida Rubinstein dedica il dramma il Martir de San Sebastian musicato dal
compositore de bussi. In francese scrive ancora il dramma la Cevrefeuille e la commedia la
Pisanelle. D'Annunzio mantiene viva la sua presenza in Italia grazie alla collaborazione molto ben
retribuita con il Corriere della Sera diretto da Luigi Albertini. nel maggio del 1915 D'Annunzio
inaugura il monumento dei 1000 a Quarto vicino a Genova pronunciando un discorso in favore
dell'entrata in guerra dell'Italia, quando la guerra scoppia si arruola volontariamente come tenente e
partecipa a varie imprese militari rimane però ferito in un incidente aereo, dopo essere guarito torna
al fronte e partecipa a due imprese militari che gli valgono una fama enorme, la prima è la
cosiddetta beffa di Buccari, è la seconda e il volo su Vienna, il 9 agosto 1918 D'Annunzio sorvolò
la capitale a ungarica lanciando manifesti tricolori, egli ritiene che per l'Italia l'esito della guerra sia
una vittoria mutilata perché il trattato di pace assegna l'Istria e la Dalmazia alla Jugoslavia. il 12
settembre 1919 occupò la città di fiume fonda il libero Stato del Carnaro dal nome del Golfo su
cui si affaccia il fiume e se ne proclama il duce fino al 21 dicembre 1920 quando il governo italiano
manda le truppe per evacuare la città . dal 1921 escono le prose memoriali del notturno, si
trasferisce nella villa sul lago di Garda ribattezzata il vittoria dell’italiani. dopo il delitto Matteotti
D'Annunzio denunciò a ogni opposizione al regime, torna alle letteratura e nel 1924 e nel 28
raccoglie i due volumi le faville del maglio. D'Annunzio accetta gli onori che Mussolini gli concede
dopo l'annessione di fiume nel 1924. Spaventato dal dalla vecchiaia prova combattere a attraverso il
sesso e la cocaina, da una parte è entusiasta sostenitore della guerra in Etiopia ma sconsiglia più
volte a Mussolini di allearsi con Hitler dall'altra nel 1935 pubblica il suo ultimo volume: cento e
cento e cento e cento pagine del libro segreto di Gabriele D'Annunzio tentato di morire. Il 1 marzo
1938 muore per emorragia cerebrale viene seppellito al vittoria in una tomba che lui stesse
disegnato.

D'Annunzio ebbe una vita intensa ricca di esperienza diverse baciata dal successo e dalla celebrità e
alle creare il mito di se stesso, la sua dimora il vittoria da lui pensata è arredata come museo
autocelebrativo attira ancora oggi molti moltissimi turisti. D'Annunzio non si laureò mai mai,
arrivato a Roma si dedicò al giornalismo e visse di quanto riusciva a guadagnare con i suoi articoli e
i suoi libri, aveva dunque la necessità di vendere i suoi prodotti questo aspetto pratico si alleò con il
suo esibizionismo. la sua sorte di autore è legata al personaggio pubblico che D'Annunzio volle
essere un elegante Playboy che si accompagnava ad donne celebri e viveva in dimore sontuose, fu
un esteta cioè un uomo devoto soprattutto alla causa del piacere e del bello e fu un dandy cioè un
uomo elegante raffinato abituato al lusso. D'Annunzio esordisce molto giovane infatti l'opera Primo
vere esce quando 16 anni, canto nuovo quando ne ha 19, ed entrambe le raccolte mostrano il debito
che gli ha contratto con la poesia classicista Carducci, il debito è soprattutto formale a livello
tematico in primo vere D'Annunzio insiste maggiormente sulle descrizioni della natura su una
vitalità più positiva e soprattutto su una sensualità più esplicita, quest'ultima è il tratto che desta più
scalpore nell'intermezzo di rime e che si merita l'accusa di pornografia.
D'Annunzio dà i suoi risultati migliori fra i 30 e i quarant'anni tra il poema paradisiaco e i primi tre
libri delle laudi del cielo del mare della terra e degli eroi: Maya Elettra e alcione.
Il poema paradisiaco raccoglie poesie composte già in parti di Atene tre anni e mezzo precedenti la
data di pubblicazione, una struttura attentamente calcolata nonostante sia formato da brevi poesie,
l'aggettivo paradisiaco rimanda all'etimologia greca della parola paradiso che significa giardino
infatti i giardini nella raccolta hanno un ruolo privilegiato, è organizzata in tre sezioni in intitolate
giardino chiuso giardino dei fantasmi e piccolo giardino dell'anima, introdotto da un testo di dedica
alla nutrice. Per quanto riguarda il registro D'Annunzio si avvicina al linguaggio parlato utilizzando
un atteggiamento più modesto.
Le laudi del cielo del mare della terra e degli eroi rappresentano una svolta non solo per
D'Annunzio ma per tutta la poesia, egli andò in Grecia e si convinse che il gran pan e in Maya socia
la celebrazione dell'antica civiltà greca e quella di una natura divinizzata e molteplice.secondo il
progetto dannunziano il ciclo poetico delle laudi del cielo del mare della terra e degli eroi avrebbe
dovuto essere formato da sette libri, uno per ciascuna stella della costellazione delle Pleiadi. cinque
vennero realizzati il primo è Maia del maggio del 1903 il secondo e il terzo Elettra e Alcyone
compaiono nel dicembre del 1903, Merope è del 1912 e Asterope del 1918.

IL PIACERE

Il piacere pubblicato dall'editore Treves nel 1889 è il primo romanzo di D'Annunzio, il protagonista
è Andrea Sperelli un dandy aristocratico colto raffinato che dopo aver viaggiato si stabilisce a Roma
nel 1884, il suo primo amore è Elena muti, giovane vedeva corrotta e sensuale la loro storia termina
all'improvviso nel 1885 quando l'hai scompare misteriosamente. Andrea Sperelli si dedica al piacere
seducendo una donna dopo l'altra ma non riesce a dimenticare Elena, dopo un duello rimane ferito e
trascorre un periodo di tempo nella villa della cucina, qua conosce Maria Ferres moglie di un
ambasciatore che ne attratto e inizia corteggiarlo. nel dicembre del 1886 Elena torna a Roma ma è
sposata con un nobile e Sperelli è diviso tra il nuovo amore e il precedente.desidererebbe una donna
che unisse e Elena e Maria i due sono gelosi a vicenda. il marito di Maria viene scoperto mentre
barra al gioco e da costretto a lasciare Roma e Sperelli facendo per l'ultima volta l'amore con Maria
si lascia sfuggire il nome di Elena la quale fuggì. nell'ultimo capitolo spell si aggira per il palazzo di
Maria in cui i beni sono messi all'incanto provando una sensazione di stanchezza quasi come un
bisogno di morire.
L'intreccio è molto complesso il romanzo è diviso in quattro libri:
1) sperelli attende a casa Elena ricomparsa a Roma dopo due anni, il colloquio tra i due in cui
spera cerca di riallacciare la relazione viene deciso da lei, qui inizia un lungo flashback in cui
vengono raccontati l'inizio della storia d'amore la conclusione la vita di Sperelli successiva
l'abbandono e infine il duello.
2) Fa parte ancora del flashback e comprende la convalescenza e la relazione con Maria Ferres
nella villa della cugina
3) Spinelli torna a Roma dove incontra di nuovo Elena e il flashback termina che nel secondo
capitolo
Da qui in poi fabula intreccio coincidono.per quanto riguarda la storia D'Annunzio descrive con
compassione al centro storico di Roma i palazzi gli arredi, la aristocrazia romana.

Andrea Sperelli è un personaggio idealizzato con parecchi tratti autobiografici, rappresenta ciò che
D'Annunzio desiderava di essere incerta misura era un esteta ammaliato dalle cose belle
ossessionato dalle donne. E all'introduzione del romanzo D'Annunzio si mostra molto critico nei
confronti del suo personaggio e del suo stile di vita, ma in realtà l'atteggiamento del narratore nei
confronti del suo personaggio e di ammirazione. Dunque non è facile capire se nell'introduzione
D'Annunzio finga di condannare al suo personaggio solo per motivi di opportunità o se ciò era
evitare la censura o la critiche moralistiche che potrebbero nuocere al libro, critiche che potevano
appuntarsi sia sulla forte componente sessuale del libro sia sul cinismo di Sperelli. La passione per i
pittori che percorrono i Rinascimento fa disperare un preraffaellita , la confraternita dei preraffaelliti
, è una corrente pittorica inglese fondata nel 1848, con questo si spiega la predilezione di Sperelli
per lo Stilnovo.
Lo stile del piacere è omogeneo e dunque analizzando una parte si ottengono informazioni che
possono essere estese a tutto il libro, sono tratti caratteristici a metà tra la forma e il contenuto la
tendenza alla sovrabbondanza e all'esasperazione, all'enfasi per cui tutta al massimo. D'Annunzio
utilizza un lessico colto e raffinato, l'amore per la lingua raffinata impone anche di utilizzare parole
straniere quando non si trova un equivalente italiano.

ALYCONE

D'Annunzio esordisce giovanissimo nella poesia lirica, si tratta di una produzione imponente per
quantità che ottiene un'attenzione costante fino al secondo decennio del novecento, è possibile
rintracciare alcune caratteristiche unificanti tra queste varie stagioni come un lessico colto la
sensualità una visione vitale ed euforica dell’esistenza.
Alycone è il terzo libro dell'Einaudi e contiene alcune delle poesie più celebri di D'Annunzio, il
tema è quello dell'estate, e piuttosto che dal lì del poeta il centro della scena occupato dalla natura
visto come personaggio in azione, Alycone è la raccolta dannunziana nella quale è più vivo il senso
di fusione e di identificazione con la natura.
TESTI ( Alycone):

LA SERA FIESOLANA

In una sera limpida di così estate dopo un temporale i due amanti osservano la campagna di Fiesole,
una splendida collina vicino a Firenze. La presenza della donna a cui il poeta si rivolge appena
accennata. Anche il poeta è quasi assente dalla scena visto che non viene descritto in alcun modo
ma sappiamo che è presente perché è lui che parla. oltre ai due amanti vi è un'altra presenza umana
quella di chi raccogliere foglie del gelso ma anch'essa passa così inosservata, l'avrei protagonista dei
versi infatti è la natura presenta in un fluire continuo di immagini. La sera fiesolana è la poesia più
antica di Alycone in calce al manoscritto si legge la cappoccina Settignano di desiderio, Aldi 17
giugno 1899 verso la sera dopo la pioggia, la cappoccina la villa dei marchesi capponi affittata da
D'Annunzio e si trova a Settignano.D'Annunzio ribattezzò il paese Settignano di desiderio in onore
dello scultore desiderio da Settignano per il quale compose un epigrafe. Boh adesso guardo mio
nonno

LA PIOGGIA NEL PINETO

D'Annunzio e Eleonora Duse ribattezzata Ermione si trova in una pineta della Versilia sulla costa
settentrionale della Toscana sono in riva al mare.inizia a piovere la poesia descrive i suoni delle
gocce sulla vegetazione e la trasformazione dei due amanti in elementi della natura. Le immagini e
le sensazioni con le quali D'Annunzio costituisce la poesia sono già contenute nelle note dei
Tarquini alla data marina di Pisa. Le cicale che cantavano ancora sotto il cielo cinerino a poco a
poco ammutoliscono.il loro canto si fa sordo sotto la pioggia poi si rallenta e poi si spegne, e su
tutta la foresta si espande il suono della pioggia tiepida un suono infinitamente dolce e persuasivo.
la pioggia nel pineto risale all'estate del 1902 ciò significa che D'Annunzio recupera gli appunti di
tre anni prima per trasformarli in poesia.
Nelle prime tre strofe indica che nella poesia l'udito ha il primato sugli altri sensi, D'Annunzio
registra i suoni della pioggia e ne tenta un'imitazione ritmica attraverso le parole. La caratteristica
principale della poesia è la graduale fusione dei due amanti in particolare di Ermione con la natura,
quando si parla di panismo si fa riferimento a questa fusione tra elemento umano ed elemento
naturale, la pioggia infatti cade sulla donna ne m e mentre camminano le caviglie e poi le ginocchia
dei due amanti rimangono avvinte nei cespugli, queste immagine forse rimanda all'Apollo ed Dafne
di Bernini in cui la ninfa vede mutarsi in tronco gli arti inferiori mentre i piedi sono avvolti
dall’erba. l'amore è un'illusione questo lo sanno entrambi perché entrambi sono stati innamorati di
altre persone ma oggi gli innamorati sono loro tocca a loro vivere questa nuova illusione.

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