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6 May 2022

La Secchia Rapita
Si tratta di un poema eroicomico scritto in ottave, il primo di questo nuovo genere,
completato nel
1618, aggiungendo due canti a quelli della prima stesura nel 1614.
L'edizione romana risale al 1624: curiosamente contiene lezioni, la prima per il
Papa , la seconda per il grande pubblico.
L'edizione de nitiva sarà pubblicata a Venezia nel 1630 da
Alessandro Tassoni
Lo schema segue quello dei grandi poemi eroici come era stato teorizzato;
l'argomento è storico ma l'azione è metà eroica metà civile e il poema racconta la
storia tra Bologna e
Modena al tempo dell'imperatore Federico II.
Durante la battaglia di Zappolino, i Bolognesi, dopo un'interruzione nel territorio
modenese, furono respinti e inseguirono il loro paese;
i modenesi si fermarono a un pozzo a dissetarsi e portarono via come trofeo di guerra
una secchia di legno.
Quando i modenesi si ri utarono di restituire il secchio, i bolognesi dichiararono loro
guerra.
Partecipano gli dei dell'Olimpo, divisi tra le parti: Apollo e Minerva si schierano a
anco mentre Marte, Venere e Bacco a Modena.
Anche re Enzo, glio dell'imperatore
Federico II, parteggia per loro.
Un nuovo elemento introdotto da Tassoni è l'ingresso di un esercito di donne, guidato
da Renoppia.
La guerra per il secchio rapito dura per un po' di tempo tra battaglie, duelli, tregue e
tornei, intervallati da episodi comici che hanno spesso il Conte di Culagna come
protagonista.
Innamoratosi di Renoppia, s da a duello il prode Melindo e lo vince, secondo quanto
predetto dalla profezia che aggiudica la vittoria al più debole e vile;
e cerca di avvelenare la moglie, ma beve la pozione sbagliata ed è costretto a
confessare il misfatto.
Alla ne il con itto si conclude grazie all'azione di un legato ponti cio, che ne
stabilisce le condizioni: i bolognesi possono tenere re Enzo, fatto durante la battaglia
di Fossalta;
i modenesi, la secchia.
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Alessandro Tassoni
Alessandro Tassoni nasce a Modena nel 1565 da una famiglia nobile. Nel 1597
entra al servizio di
Ascanio Colonna; ammiratore di Carlo Emanuele I di Savoia, nel 1618 diventa
suo segretario
presso l'ambasciata di Roma. Deluso, però, dal rapporto mai consolidatosi,
Tassoni si ritira a vita
privata. Dopo un breve servizio presso il duca Francesco I, rimane alla corte
estense no alla sua
morte nel 1635.
Uomo dal carattere assai bizzarro, amante del paradosso e della
contraddizione, Tassoni è stato un
uomo dall'ingegno nissimo.
Di lui ci rimangono delle notevoli pagine saggistiche: Considerazioni sopra le
"Rime" del Petrarca
(1609), Pensieri diversi (1608-1612), completati da un decimo libro Paragone
degli ingegni antichi
e moderni, in cui propone una discussione che avrà larga fortuna in seguito, la
cosiddetta Querelle
des Anciens et des Modernes. Tra gli scritti politici, vigorose le due orazioni
Filippiche, con
modello i discorsi dell'ateniese Demostene (384-322 a.C.) contro Filippo di
Macedonia; apparse
anonime nel 1615, per incitare l'Italia a liberarsi dallo straniero. Ma a dispetto
delle sue attese, per
noi la fama del Tassoni non è legata a tali opere, bensì al poema La Secchia
rapita.
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