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Beppe nacque ad Alba nelle Langhe il 1º marzo 1922 da Amilcare, garzone di macellaio di

orientamento politico socialista e da Margherita Faccenda, donna di forte carattere. Nel


1928 il padre riuscì a mettersi in proprio, acquistando una macelleria in piazza del Duomo
che gli fornì buoni proventi
Alunno modello e appassionato della lingua inglese, fu lettore vorace e iniziò anche
alcune traduzioni, che dovevano rivelarsi le prime di una lunga serie. Da allora il suo
mondo culturale ideale saranno l'Inghilterra elisabettiana e quella rivoluzionaria
Al liceo ebbe come insegnanti professori illustri e per lui indimenticabili, come Leonardo
Cocito - insegnante di lingua italiana, comunista, che aderì tra i primi alla Resistenza
come partigiano- e Pietro Chiodi, docente di storia e filosofia, anche lui sarà in seguito
partigiano, compagno di Cocito stesso, ma sarà deportato in un campo di
concentramento tedesco, sopravvivendo alla guerra. Entrambi furono di ispirazione per la
maturazione della coscienza antifascista di Fenoglio.
Nel 1940 si iscrisse alla facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Torino, che
frequentò fino al 1943, quando fu richiamato alle armi e indirizzato prima a Ceva (Cuneo)
e poi a Pietralata (Roma), al corso di addestramento per allievi ufficiali.[1]

Dopo lo sbandamento seguito all'8 settembre 1943, Fenoglio nel gennaio del 1944 si unì
alle prime formazioni partigiane. In un primo momento si aggregò ai "rossi" delle Brigate
Garibaldi, ma presto passò con gli "autonomi" o "badogliani" del 1º Gruppo Divisioni
Alpine comandata dal maggiore Enrico Martini "Mauri" e dal marò Piero Balbo
"Poli" (Nord nel Partigiano Johnny) operante nelle Langhe, tra Mango, Murazzano e
Mombarcaro

Partecipò, assieme al fratello Walter, che aveva disertato dalla RSI dove si era arruolato
inizialmente per evitare ritorsioni alla famiglia, allo sfortunato combattimento di Carrù e
alla straordinaria ma breve esperienza della Repubblica partigiana di Alba, indipendente
tra il 10 ottobre e il 2 novembre 1944.
Grazie alla conoscenza dell'inglese, svolge il ruolo di interprete e ufficiale di
collegamento, tra il gennaio e l'aprile 1945, tra le forze armate angloamericane e il
gruppo partigiano di Mauri e Balbo.
Dall'esperienza di partigiano azzurro nasceranno i romanzi Primavera di bellezza, Una
questione privata, Il partigiano Johnny e i racconti de I ventitré giorni della città di Alba.

Alla fine della guerra, Fenoglio riprese per un breve tempo gli studi universitari prima di
decidere di dedicarsi interamente all'attività letteraria. Nel maggio del 1947, grazie alla sua
ottima conoscenza della lingua inglese, fu assunto come corrispondente estero di una casa
vinicola di Alba. Il lavoro, poco impegnativo, gli permise di contribuire alle spese della famiglia
e di dedicarsi alla scrittura. Viaggia poco, al massimo in Francia per lavoro, e non andrà mai a
visitare l'amata Inghilterra.
Nel 1949 comparve il suo primo racconto, intitolato Il trucco e firmato con lo pseudonimo di
Giovanni Federico Biamonti, su Pesci rossi, il bollettino editoriale di Bompiani. Nello stesso
anno presentò a Einaudi i Racconti della guerra civile e La paga del sabato, romanzo che
ottenne un giudizio molto favorevole da Italo Calvino.
Nel 1950 conobbe a Torino Elio Vittorini, che stava preparando per Einaudi la nuova collana
"Gettoni", ideata per accogliere i nuovi scrittori; nella stessa occasione Fenoglio conobbe di
persona Calvino. Incoraggiato da Vittorini, riprese La paga del sabato e ne attuò una nuova
stesura, ma a settembre abbandonò definitivamente il romanzo per organizzare una raccolta di
dodici racconti, alcuni dei quali già inclusi nei Racconti della guerra civile. Nel 1952 la raccolta
di racconti uscì, nella collana "Gettoni", con il titolo I ventitré giorni della città di Alba. L'anno
seguente Fenoglio completò il romanzo breve La malora, pubblicato ad agosto 1954.
Seguì un'intensa attività come traduttore dall'inglese[
Nel 1960 si sposò civilmente (durante la vita si dichiarò agnostico)con Luciana Bombardi, che
conosceva già dall'immediato dopoguerra

Nell'inverno tra il 1959 e il 1960, in seguito a un esame medico, gli venne accertata un'infezione
alle vie aeree a causa dell'eccessivo vizio del fumo. Nel 1962, mentre si trovava in Versilia per
ritirare il premio "Alpi Apuane" conferitogli per il racconto Ma il mio amore è Paco, peggiorarono le
sue condizioni di salute.
A Torino, gli venne diagnosticato un cancro ai bronchi. Ogni cura risultò inutile: in pochi mesi lo
scrittore peggiorò irreversibilmente.
La morte lo colse, dopo due giorni di coma, la notte del 18 febbraio 1963, a neppure 41 anni (li
avrebbe compiuti due settimane dopo).
Il suo romanzo più noto, Il partigiano Johnny, rimasto incompiuto, fu pubblicato postumo nel 1968,
vincendo il Premio Città di Prato.

Il 10 marzo 2005, all'Università di Torino, allo scrittore è stata conferita la "Laurea ad honorem" in
Lettere alla memoria, segno della fortuna in gran parte postuma della sua opera letteraria

Temi e fortuna delle opere

Nel ricordo di tutti c’è quella narrazione epica della Resistenza che troviamo nelle pagine de
Il partigiano Johnny (che prosegue il racconto iniziato con Primavera di bellezza), certamente la sua
opera più celebre - pubblicata postuma da Einaudi nel 1968 -, romanzo di formazione dei ragazzi che
come lui hanno fatto una netta e straordinaria scelta di campo. Fenoglio rimane partigiano tutta la
vita, perché quell’esperienza lo segna nel profondo ed è decisiva per lui e gli altri compagni della sua
generazione.
La Resistenza è quindi necessariamente e inevitabilmente il punto di partenza, ma nelle sue opere si
affacciano anche altri temi come il trauma della violenza vista e subita, la miseria contadina, la
provincia degli anni '50, il pallone elastico, le carte con gli amici in piola, il jazz e la grande passione
per gli autori inglesi…
"Il vero erede di Pavese", così la critica commenta le opere di Fenoglio sin dalla fine degli anni
Cinquanta. Chissà se nel suo profondo Beppe gradisce davvero questo giudizio (certamente
lusinghiero, ovvio) o, rendendolo in qualche modo un autore meno originale, si sente offuscato dal
paragone?
Piemontesi entrambi, legati ai medesimi luoghi, alle medesime esperienze e con qualche passione in
comune, scomparsi entrambi troppo presto.
Il Partigiano Johnny

Il romanzo fondamentale di Fenoglio. Il grande dono e la grande sorpresa che ha potuto regalare al
mondo. Trovato e pubblicato postumo, è uno dei libri più straordinari che abbiamo per rappresentare
un’intera epoca. Lo studente Johnny decide di combattere con i partigiani, dopo l’8 settembre: una
storia che dalla semplicità di una vita piccola diventa universale. Fenoglio qui racconta l’esperienza di
un ragazzo come molti, nelle Langhe in Piemonte, che lascia la famiglia per contribuire alla
Resistenza. In Johnny però c’è anche Fenoglio stesso, la sua passione per la letteratura inglese, la
sua sensibilità, la sua forza, la sua curiosità, il suo dolore, la sua bellezza.

Primavera di bellezza
In nuce qui è già presente il personaggio di Johnny, nello stesso periodo storico del Partigiano. La
storia di questo romanzo del ’59 ripercorre la vicenda del ragazzo che cerca una sua strada – lascia
Roma per tornare in Piemonte, abbandona l’esercito – e la trova nella ribellione al
fascismo. Primavera di bellezza è stato scritto completamente in inglese e rappresenta bene la
maturità dello scrittore.
Una questione privata 1,00 €
In questo romanzo, anch’esso pubblicato postumo nel ’63, appare lo straordinario personaggio di
Milton, altro importante riferimento di Fenoglio, già nel nome, ai suoi studi anglistici. Siamo sempre
nelle Langhe, nella collina piemontese, e sempre in presenza di un giovane studente e del suo
controverso mondo interiore, ma molto diverso da quello di Johnny. Anche Milton però è un
partigiano, che torna a Torino per ritrovare l’innamorata Fulvia. Qui scopre il suo tradimento con
l’amico Giorgio, del quale si mette in cerca. Un racconto “privato”, come spiega il titolo, che esula in
parte dalle vicende partigiane, per entrare nelle sfere più dolenti dei sentimenti e dell’animo umano.

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