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Che cosa incontrerai

UNITà
Sezione 1 4 Dal secondo Ottocento al primo Novecento
•La vita
maestri Giovanni Pascoli •Le opere
•Il pensiero e la poetica
•Myricae

La nascita
1855
La morte

Giovanni Pascoli
Nacque a San la vita Morì il 6 Aprile
Mauro di Romagna 1912 a Bologna.
il 31 dicembre
1855.
Fra Castelvecchio
e Bologna
I lutti e gli studi

Il poeta e la sorella Maria si


trasferirono a Castelvecchio di Barga,
Compì studi classici ad Urbino.
nella campagna lucchese. Pascoli
Dopo l’assassinio del padre,
pubblicò i Poemetti. Fu nominato
evento traumatico che lo segnò
professore ordinario di Letteratura
molto, subì altri gravi lutti: perse
latina presso l’Università di Messina,
la sorella, la madre e un fratello.
dove rimase fino al 1903, per passare
Terminò gli studi a Firenze. Poi si
all’Università di Pisa.
iscrisse all’Università di Bologna
Nel 1905 Pascoli prese il posto di
e fu allievo di Carducci.
Carducci nella cattedra di Letteratura
italiana dell’Università di Bologna.

La laurea e le prime poesie

Dopo la laurea in lettere e un breve periodo di prigionia per motivi politici, si


trasferì a Massa con le sue sorelle. In seguito, si trasferì a Livorno e nel 1891
pubblicò la prima raccolta di poesie, Myricae. Nel 1892 vinse il primo premio al
Concorso internazionale di poesia latina di Amsterdam.

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Linea del tempo
Canti di Primi poemetti, Nuovi poemetti,
Nasce Myricae Castelvecchio Poemi maestri
conviviali Giovanni Pascoli Unità 4
Muore

1855 1891 1903 1904 1909 1912

La vita
Le origini, i Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna e
lutti, compì studi classici ad Urbino. Nell’agosto 1867, suo padre fu ucciso con
gli studi un colpo di fucile e il responsabile dell’omicidio non fu mai scoperto.
Per Pascoli fu un evento traumatico e seguirono altri lutti: tra il 1868 e il
1871 morirono la sorella Margherita, la madre e il fratello Luigi. I fratelli
rimasti si stabilirono allora a Rimini e Giovanni terminò gli studi a Firenze.
In seguito egli si iscrisse alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna,
dove fu allievo del poeta Giosue Carducci. Nel 1879 fu arrestato per
motivi politici e condannato a tre mesi di prigione. Abbandonò quindi la
politica e riprese gli studi.

La laurea e le Dopo la laurea iniziò ad insegnare nei licei e si trasferì per lavoro a Massa,
prime poesie dove con le sue sorelle riformò il “nido” distrutto della sua infanzia.
In seguito, si trasferì a Livorno e nel 1891 pubblicò la prima raccolta di
poesie, Myricae.
Nel 1892 vinse il primo premio al Concorso internazionale di poesia latina
di Amsterdam, che poi conquistò ancora per tredici edizioni.

Fra Nel 1895 il poeta e la sorella Maria si trasferirono a Castelvecchio di


Castelvecchio Barga, nella campagna lucchese. Pascoli pubblicò la prima edizione
e Bologna dei Poemetti e fu nominato professore ordinario di Letteratura latina
presso l’Università di Messina, dove rimase fino al 1903, quando passò
all’Università di Pisa.
Alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento risalgono le raccolte
Canti di Castelvecchio, Poemi conviviali, Odi e inni e i saggi Il fanciullino,
Minerva oscura, Sotto il velame, La mirabile visione.
Nel 1905 Pascoli prese il posto di Carducci nella cattedra di Letteratura
italiana dell’Università di Bologna.
Pronunciò molti discorsi ufficiali in favore della guerra in Libia, tra cui La
grande Proletaria si è mossa.
Il 6 aprile 1912, morì di tumore a Bologna.
Dopo la sua morte, la sorella Maria fece stampare le sue poesie giovanili e
i Carmina, una raccolta di poesie in latino.

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Sezione 1 Dal secondo Ottocento al primo Novecento

Giovanni Pascoli
Le opere

Le raccolte Le poesie latine


poetiche e i saggi

•  La prima raccolta di poesie, Myricae, •  I Carmina (cioè “poesie”), scritti in


in cui Pascoli tratta le piccole cose di latino, furono composti da Pascoli
tutti i giorni e gli affetti più intimi, per il concorso di Amsterdam a
oltre al tema del dolore, del “nido”, partire dal 1843.
dei lutti familiari. •  Tra i saggi, il più importante è
•  I Primi poemetti narrano la vita Il fanciullino.
semplice di due sorelle contadine, •  Critica letteraria: soprattutto
Rosa e Viola, e i Nuovi poemetti tre volumi di commento a Dante:
trattano le avventure amorose di Minerva oscura, Sotto il velame, La
Rosa. mirabile visione.
•  I Canti di Castelvecchio, in cui torna •  Antologie scolastiche latine e italiane
il tema dei defunti, unito a quello del che ebbero grande successo.
ricordo dell’adolescenza.
•  Nel 1905 esce la versione definitiva
dei Poemi conviviali, che riprendono
personaggi e miti dell’antichità.
•  Odi e inni, dedicato alla patria,
con richiami alla fratellanza e alla
giustizia sociale.
•  Canzoni di re Enzio, una raccolta
di diverse opere dal tema civile e
patriottico.

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maestri Giovanni Pascoli Unità 4

Le opere
Le raccolte Nel 1891 uscì la prima raccolta di poesie, Myricae (vedi pag. 31) in cui
poetiche Pascoli tratta le piccole cose di tutti i giorni e gli affetti più intimi, oltre
al tema del dolore, del “nido”, dei lutti familiari che lo hanno colpito.
Comincia già in quest’opera lo sperimentalismo (vedi pag. 29) di Pascoli.
Nel 1903 Pascoli pubblicò i Canti di Castelvecchio, dedicati alla
madre. Anche qui torna il tema dei defunti, unito a quello del ricordo
dell’adolescenza.
I Primi poemetti narrano la vita semplice di due sorelle contadine, Rosa e
Viola, e i Nuovi poemetti trattano le avventure amorose di Rosa.
Nel 1905 pubblicò la versione definitiva dei Poemi conviviali, che
riprendono personaggi e miti dell’antichità: eroi come Alessandro Magno e
Ulisse vengono rappresentati nella loro umanità e incertezza.
Odi e inni è un’opera dedicata alla patria, con richiami alla fratellanza e
alla giustizia sociale.
Le Canzoni di re Enzio, infine, sono una raccolta di diverse opere dal tema
civile e patriottico.

Le poesie I Carmina (cioè “poesie”), scritti in latino, furono composti da Pascoli per
latine e il concorso di Amsterdam a partire dal 1843.
i saggi Tra i saggi, il più importante è Il fanciullino, pubblicato nel 1897.
Negli ultimi anni di attività, Pascoli si dedicò alla critica letteraria con
saggi su Leopardi e Manzoni, e compose tre volumi di commento a Dante:
• Minerva oscura
• Sotto il velame
• La mirabile visione.
Curò anche alcune antologie scolastiche latine e italiane che ebbero
grande successo.

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Sezione 1 Dal secondo Ottocento al primo Novecento

Giovanni Pascoli
Fra umanitarismo Lo stile
IL PENSIERO
e nazionalismo
E LA POETICA

Umanitarismo: anche dopo aver •  Uso del linguaggio basato su


abbandonato la politica, Pascoli analogie e legami impensati tra
aspirava alla concordia tra le realtà diverse e lontane.
persone e alla solidarietà tra le •  Immagini che rimandano
classi sociali. impressioni sensoriali.
Nazionalismo: si fondava sulla •  Frasi brevi, spesso collegate
necessità di evitare l’emigrazione senza verbo o soggetto.
degli italiani che disgregava il •  Figure retoriche: la sinestesia,
“nido” familiare. che unisce impressioni visive e
uditive; l’onomatopea.
•  Fonosimbolismo.
La poetica del
•  Plurilinguismo.
fanciullino
•  Sperimentalismo: unione di forme
ritmiche classiche e nuove.
In ciascuno di noi è nascosto un
fanciullino, ma solo il poeta riesce I temi e i simboli

a vedere il mondo con i suoi occhi


ingenui, che scoprono le cose per la •  Il pensiero della morte.
prima volta: è così che nasce la poesia •  Il ricordo dei cari defunti.
dello stupore. Pascoli aderisce al •  Il dolore per l’assassinio del padre.
Simbolismo francese ed è sempre alla •  Il richiamo al “nido”, simbolo della
ricerca di un ritmo e di un linguaggio famiglia.
capaci di suscitare sensazioni •  La vita umile (le “piccole cose”).
attraverso melodie e vibrazioni •  La celebrazione della natura.
sonore, significati allusivi e simbolici. •  Il mistero del cosmo.

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maestri Giovanni Pascoli Unità 4

Il pensiero e la poetica
Fra L’ideologia di Pascoli era piena di un profondo umanitarismo; in gioventù
umanitarismo finì in carcere per le sue idee politiche in favore delle classi lavoratrici,
e nazionalismo ma anche dopo quell’esperienza, che lo portò ad abbandonare la politica,
egli continuò ad aspirare alla concordia tra le persone e alla solidarietà
tra le classi sociali. Il nazionalismo di Pascoli ebbe origine dal tragico
fenomeno dell’emigrazione, che portava alla disgregazione del “nido
familiare”.

La poetica Per Pascoli, in ciascuno di noi è nascosto un fanciullino, ma solo il poeta


del riesce a vedere il mondo con i suoi occhi ingenui, che scoprono le cose
fanciullino per la prima volta: è così che nasce la poesia dello stupore. Il poeta è
colui che sa cogliere, con la sua arte intuitiva e spontanea, aspetti segreti
della realtà che gli altri non vedono. Pascoli aderisce al Simbolismo
francese (vedi pag. 9) ed è sempre alla ricerca di un ritmo e di un
linguaggio capaci di suscitare sensazioni attraverso melodie e vibrazioni
sonore, significati allusivi e simbolici della natura più segreta delle cose.

I temi Tra i temi più frequenti troviamo: il pensiero della morte, il ricordo dei
e i simboli cari defunti e il dolore per l’assassinio del padre. Troviamo inoltre: il
richiamo al “nido”, simbolo della famiglia, il valore della vita umile (le
“piccole cose”), la celebrazione della natura, il mistero del cosmo.

Lo stile Nella poesia di Pascoli è frequente l’uso del linguaggio basato su analogie
e legami impensati tra realtà diverse e lontane; inoltre troviamo spesso la
sinestesia, che unisce impressioni visive e uditive. Lo stile impressionistico
di Pascoli si esprime con immagini che rimandano a impressioni
sensoriali. La struttura sintattica è prevalentemente composta da frasi
brevi, collegate senza verbo o soggetto. Altri elementi stilistici sono:
l’onomatopea1, il fonosimbolismo2, il plurilinguismo3, lo sperimentalismo
ottenuto attraverso la combinazione di forme ritmiche classiche e nuove.

1. onomatopea = riproduzione di voci della natura (“chiù”) o di suoni (“Don... Don”).


2. fonosimbolismo = suggestioni provenienti dai suoni delle parole.
3. plurilinguismo = Pascoli usa sia parole tratte dal linguaggio colloquiale o dal dialetto sia termini
tecnici e scientifici, espressioni straniere.

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Sezione 1 Dal secondo Ottocento al primo Novecento

Myricae
di Giovanni Pascoli
Il linguaggio
Il titolo

Il linguaggio dà risalto
Il titolo è spiegato dallo all’aspetto fonico, con un uso
stesso Pascoli: myricae è il frequente di allitterazioni,
termine latino che vuol dire onomatopee e fonosimbolismi.
“tamerici”, piccoli arbusti Si nota anche il rigore scientifico
comuni sulle spiagge. La nell’utilizzare i nomi di animali,
parola è usata da Virgilio piante e fiori e il ricorso
per indicare i suoi versi a termini tecnici del gergo
poetici, per intendere che contadino.
la sua è un tipo di poesia
umile e semplice.
I temi

La struttura Al centro di Myricae troviamo temi legati


alla natura e alle piccole cose di tutti i
giorni, viste attraverso lo sguardo nuovo
La raccolta ebbe nove edizioni e
e ingenuo del fanciullino. Ma sullo sfondo
quindi molte revisioni. L’opera
è possibile individuare anche il tema del
è costituita di 15 sezioni, che
passaggio dall’alba della vita al tramonto
contengono in totale 156 poesie.
e alla morte. Il mondo della campagna è
lo specchio dell’interiorità del poeta, un
ambiente naturale in cui egli rappresenta,
in forma simbolica, lo stupore, il mistero di
fronte al cosmo o le sue angosce profonde.

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maestri Giovanni Pascoli Unità 4

Myricae
Il titolo Il titolo è spiegato dallo stesso Pascoli: myricae è il termine latino che
vuol dire “tamerici”, piccoli arbusti comuni sulle spiagge. La parola è
usata da Virgilio1 per indicare i suoi versi poetici, per intendere che la sua
è un tipo di poesia umile e semplice.

La struttura La raccolta ebbe nove edizioni e quindi molte revisioni, fatto che mostra
la ricerca linguistica di Pascoli e il suo sperimentalismo (vedi pag. 29).
Pascoli dedica Myricae al padre.
L’opera è costituita di 15 sezioni, che contengono nel complesso 156
poesie.

I temi Al centro di Myricae troviamo temi legati alla natura e alle piccole cose di
tutti i giorni, viste attraverso lo sguardo nuovo e ingenuo del fanciullino
(vedi pag. 29). Ma sullo sfondo è possibile individuare anche il tema del
passaggio dall’alba della vita al tramonto e alla morte. Il mondo della
campagna è lo specchio dell’interiorità del poeta, un ambiente naturale in
cui egli rappresenta, in forma simbolica, lo stupore, il mistero di fronte al
cosmo o le sue angosce profonde.

Il linguaggio Il linguaggio dà risalto all’aspetto fonico, con un uso frequente di


allitterazioni2, onomatopee e fonosimbolismi (vedi note a pag. 29).
Pascoli possiede anche un rigore scientifico nell’utilizzare i nomi di
animali, piante e fiori e, allo stesso tempo, ricorre a termini tecnici del
gergo contadino.

1. Virgilio = importante autore latino, al quale Pascoli si ispira. Si tratta dello stesso poeta scelto
da Dante come guida per l’Inferno e il Purgatorio, nel suo viaggio ultraterreno descritto nella Divina
Commedia.
2. allitterazioni = ripetizioni di lettere o sillabe dentro le parole che si trovano vicine o nello stesso
verso.

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