Una volta tanto il Caimano fa bene a imbufalirsi.
Gli stanno
togliendo la terra sotto i piedi. Scilipoti non basta più
Giovedì 21 luglio 2011 – Anno 3 – n° 172
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
PAPA TRAVOLGE BERLUSCONI
LA LEGA SFASCIA TUTTO, MA SALVA TEDESCO (PD)
Arresto per il deputato Pdl. Il premier: “Una follia, vogliono
affondarmi, ne parlerò con Bossi”. Al Senato vince la Casta
Il Palazzo
si sgretola
di Antonio Padellaro
dc
no a uno verrebbe da
U
dire guardando alla
sorte diversa riservata
dalle Camere ai due
parlamentari imputati di gra-
vi reati, ma il fatto è che non
è tempo più per piroette e
giochi di Palazzo. Gli analisti
della politica (o del politi-
chese) fanno giustamente
notare come i leghisti votan-
do per l’arresto di Papa e per
il non arresto di Tedesco han-
no voluto dire a Berlusconi:
bada, siamo noi l’ago della bi-
lancia, possiamo farti cadere
quando vogliamo, e quindi
dacci quello che chiediamo
altrimenti sono guai. Certo
che il partito di Maroni (non
quello, a quanto sembra mi-
noritario, di Bossi e Reguz-
zoni) cerca anche di rassicu-
rare un elettorato sempre
più deluso dal tradimento
delle antiche radici forcaiole:
quelle per capirci del cappio
fatto sventolare nel ‘92 sotto
il naso di Bettino Craxi. Ac-
cusati dalla base di essere or-
mai complici dell’odiata Ro-
ma ladrona, gli uomini del
Carroccio sazi di leggi-vergo-
gna hanno voluto dimostrare
di non essere dalla parte dei
corrotti. Ma per non esserlo
più davvero (dalla parte dei
corrotti) i leghisti dovrebbe-
ro avere il coraggio che non
hanno: abbandonare cioè un
governo ridotto in macerie e
andare alla sfida delle urne.
Ma possono farlo senza spac-
carsi in due o tre pezzi e con
il rischio di ritornare in Par-
lamento decimati? C’è poi
una domanda più generale
che riguarda la sopravviven-
za di tutti i partiti, ma pro-
prio tutti. Che come vent’an-
ni fa rischiano di non soprav-
vivere alle inchieste della
magistratura e all’insofferen-
za dei cittadini. Se la Casta
pensa che per continuare a
fare i propri comodi basti sa-
crificare un Papa, allora non
ha capito proprio niente
y(7HC0D7*KSTKKQ(
L’ex magistrato
della P4 si costituisce
e si dichiara
“prigioniero politico”
Il Carroccio spaccato
tra Bossi e Maroni
D’Esposito, Fierro,
Reguitti, Telese e Zanca
pag. 2 - 3 - 4 z
SESTO SAN GIOVANNI x I pm di Monza: tangenti per l’ex area Falck
“Corruzione e concussione”, indagato
Penati, braccio destro di Bersani
Il dirigente
democratico
accusato anche
di finanziamento
illecito dei partiti
di Barbacetto e Meletti
ello stesso giorno in cui la
Ndi Alfonso
Camera dice sì all’arresto
Papa, Pdl, la Pro-
cura di Monza accusa di con-
cussione e finanziamento il-
lecito ai partiti Filippo Pena-
ti, big del Pd. pag. 5 z
Il cartellone di Montecitorio con i voti che condannano Papa; a sinistra, Silvio Berlusconi (FOTO DLM)
L’INEDITO SUL CASO MONTESI
Montanelli
e l’eterna
questione morale
Dieci anni fa moriva il grande giornalista. Il Fatto lo
ricorda con una lettera mai pubblicata, scritta a metà
degli anni ‘50 all’amico Edmund Stevens pag. 10 - 11 z
Udi Carlo Tecce
DIRIGENTE “Massacrato
ECCO dalla polizia, dieci
RAI E POETA
DOVE DEL CETRIOLO anni senza giustizia”
FINISCONO ntonio Bruni, dirigente Rai,
I NOSTRI
A uomo di mondo: “Ho girato i
cinque continenti”. Modesta-
mente. La carica: responsabile
SOLDI Festival internazionali. “Faccio
premiare i prodotti di viale Maz-
zini e vado a ritirare le medaglie”.
A volte dei prosciutti. pag. 7 z
+#!"!_!?!#
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Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Casta resa
di Marco Travaglio
P
er quanto improbabile, visti i precedenti, il via
libera all’arresto di Papa era nell’aria da quando
Giuliano Ferrara aveva implorato la Lega di non
autorizzare l’arresto di Papa. Da quando il
Platinette Barbuto ha preso a cuore le sue sorti, è stato
chiaro a tutti che il suo destino era segnato. Il bacio della
morte ha colpito ancora. Se a ciò si aggiunge che, alla
crociata per regalare l’impunità all’ultimo onorevole
galeotto mancato, si erano uniti Sallusti, Pera e
Rondolino, ben si comprende perché Papa si avvia verso
Poggioreale. Il Platinette e Zio Tibia sono un po’ i
termometri all’incontrario della febbre politica: quando
sposano una causa, la condannano irrimediabilmente alla
disfatta. Pare che Papa li avesse pregati di astenersi dal
difenderlo, anche perché quando uno viene difeso da
Ferrara e Sallusti viene automaticamente meno la
presunzione di non colpevolezza: se certa gente si
schiera dalla loro parte, qualcosa devono aver fatto per
forza. Papa era già malmesso di suo: le foto che
ritraggono l’onorevole magistrato in compagnia di alcuni
ricettatori che gli passano orologi rubati, apparivano in
lieve contrasto con i suoi applausi ad Angelino Jolie che
lancia il “partito degli onesti”. Ma quelle immagini non
sono nulla al confronto della faccia dei suoi difensori
d’ufficio. E, peggio ancora, dei loro argomenti. Secondo
Ferrara, i parlamentari devono “farsi giudicare solo dagli
elettori”. Curiosa concezione dello Stato di diritto che ci
riporta un po’ più indietro del Congresso di Vienna: se
uno ruba e poi si rifugia in Parlamento, o viceversa, non
deve finire in carcere né in tribunale, ma chiedere agli
elettori se è colpevole o innocente. Le Camere come
alternativa ai penitenziari e alle comunità di recupero. Un
concetto difficile da spiegare anche in Padania. Secondo
Olindo, invece, bisogna sempre dire di no agli arresti dei
parlamentari, qualunque cosa abbiano fatto, perché
“altrimenti consegniamo a pm spregiudicati, faziosi e in
preda a deliri di protagonismo i destini del Paese e quindi
i nostri”. Il poveretto non sa neppure che i mandati di
cattura non li firmano i pm, ma i giudici per le indagini
preliminari. Ciò che è accaduto ieri a Montecitorio,
dunque, è l’assoluta normalità democratica (l’anomalia è
la vergogna del Senato, dove decine di mascalzoni
nascosti dietro l’anonimato hanno pescato nel torbido
salvando Tedesco, che non riesce nemmeno a farsi
arrestare quando lo chiede): il via libera a un arresto
ultramotivato da prove schiaccianti. Se tutto appare così
eccezionale è perché 20 volte in 17 anni, tutte le volte in
cui i giudici volevano arrestare un parlamentare, il
Parlamento aveva risposto picche. Anche per personaggi
come Previti, Cito, Dell’Utri, poi regolarmente
condannati. Anche col voto della Lega, che ieri
improvvisamente è tornata alle origini. E non l’ha fatto
per sua volontà, ma per la spinta dei suoi elettori stufi di
vedere Bossi & C. tenere il sacco a Roma ladrona. Nel ’94
il Senatur disse che, “quando B. piange, c’è da stare
allegri: vuol dire che non ha ancora messo le mani sulla
cassaforte”. Ora B. piange, schiuma di rabbia e, dal suo
punto di vista, ne ha di che: teme giustamente
“un’escalation di arresti preventivi come nel ‘92”. Sa
nG8 Genova bene che, a casa sua e nelle zone limitrofe, in questi anni
s’è rubato a man salva e l’ok alle manette per Papa
diventa, per gli onorevoli ladri, un pericoloso
precedente. Anche perché non è solo la Banda B che
viene portata via pezzo per pezzo dai rastrellamenti della
magistratura, ma tutta la Banda Larga dei grandi partiti.
Zunini pag. 8z
L’inchiesta per tangenti su Filippo Penati, ennesimo
dalemiano finito nei guai, scoperchia ancora una volta un
CATTIVERIE malaffare trasversale, come se non bastassero i casi
Pronzato, Morichini, Paganelli, Piccini. Quando B. cadrà,
nessuno degli attuali papaveri si illuda di prenderne il
Patrizia D’Addario: “Fui usata
dai nemici di Berlusconi”. posto. In un modo o nell’altro verranno spazzati via tutti:
Ora è il turno degli amici si spera per mano degli elettori, prima che arrivino i
(www.spinoza.it) carabinieri.
pagina 2

N
IL PARTITO DEGLI ONESTI

ei 17 anni della Seconda Repubblica, i
Solo 4 autorizzazioni giudici hanno chiesto di arrestare una
ventina fra deputati e senatori per reati
gravissimi e con prove schiaccianti, eppure mai
alle manette in 63 anni Camera e Senato hanno dato il via libera (emblematico
il caso di Cesare Previti). Ma in 63 anni di storia della
Repubblica, gli arresti sono stati concessi quattro
di storia della Repubblica volte: per Francesco Moranino, deputato del Pci,
condannato per la morte di sette persone durante la
Resistenza. Sandro Saccucci, del Msi-Dn, accusato
per l'omicidio di un giovane comunista; Toni Negri,
capo dell'Autonomia operaia di Padova, eletto
deputato per il Partito radicale nel 1983, quando era in
carcere in attesa di giudizio dal 1979. E Massimo
Abbatangelo, del Msi-Dn, condannato per aver
partecipato nel 1970 all’assalto di una sezione
napoletana del Pci. In questa legislatura, oltre ai casi
Papa e Milanese, la Giunta per le autorizzazioni a
procedere è stata chiamata a pronunciarsi molte volte.
Quando il “verdetto” è stato alla fine emesso,
l’autorizzazione a procedere è stata sempre negata.
Alla magistratura non è stato consentito, per esempio,
di procedere nei confronti di Nicola Cosentino,
Pietro Lunardi e Altero Matteoli.

Fabrizio Cicchitto Pier Luigi Bersani Roberto Maroni

Una delle pagine più brutte Non c’è più la maggioranza Siamo stati coerenti

“I l Parlamento ha scritto una del-

le pagine più brutte della sua
storia. La responsabilità che Pd e
Udc si sono caricati è pesantissima.
Si tratta di un voto liberticida. Valu-
tazioni politiche più approfondite le
faremo nei prossimi giorni”.
“C’ è da registrare un dato nuo-
vo: in altre occasioni, anche
improprie, il vincolo di maggioranza
“S iamo stati coerenti. Abbiamo
votato sì”, così il ministro
dell’Interno, Roberto Maroni. Quin-
aveva funzionato, stavolta no. È un di Roberto Castelli: “Mi dispiace per
dato politico, i numeri contano, ed è Papa: di lui non ne posso dire che
la riprova che la maggioranza non c’è bene. La Lega comunque non pote-
più, e da molto tempo”. va fare altro”.

LA LEGA HA “TRADITO”
PAPA È IN CARCERE
Alla Camera decisivi i voti del Carroccio e di parte del Pdl
Berlusconi furioso: “Una vergogna, noi garantisti”
di Paola Zanca ferro tra Lega e Pdl si è rotto. E indagano sulla P4 hanno chie-
Denis Verdini – un altro su cui sto l'arresto anche per l'ex
l silenzio dura una decina la Camera dovrà decidere se consigliere politico di Tre-

I di secondi. Lo interrompe
solo qualcuno dai banchi
del Pd: “Buoni, buoni”.
Per l'aula di Montecitorio non
è il momento di festeggiare:
con 319 voti, hanno appena
detto sì all'arresto di un depu-
tato. Alfonso Papa, il primo ad
essere “condannato” dal Par-
lamento per fatti non di san-
gue, da stanotte dormirà nella
casa circondariale di Napoli.
Lo volevano mandare in gale-
ra il Pd, l'Italia dei Valori, il Ter-
zo Polo. Ma a spalancargli le
porte del carcere sono stati
una ventina di leghisti e “7 o
8” suoi ex compagni di mag-
gioranza. Lui si alza subito dal
suo scranno, lascia l'aula tra le
pacche sulle spalle e gli ab-
bracci di chi ha fatto di tutto
per salvarlo, ma questa volta
non ha potuto. Non è bastato
il “super fumus persecutio-
nis” denunciato da Francesco
Paolo Sisto sconvolto dalle fo-
to scattate a Papa dagli inqui-
renti “davanti al 24” (per i non
addetti alla Casta, è uno degli
ingressi di Montecitorio), non
sono servite le arringhe di
Maurizio Paniz e di Fabrizio
Cicchitto: su Papa, il patto di
dire sì o no all'utilizzo delle
intercettazioni richiesto dai
magistrati – non cerca di na-
sconderlo. Con la sigaretta
pronta in mano, si allontana
dall'aula e dice: “La maggio-
ranza si è ribaltata”.
NEI CORRIDOI che circon-
dano il Transatlantico, si incro-
ciano facce sgomente. Maria
Rosaria Rossi, la deputata che
organizzava le feste per Berlu-
sconi a Tor Crescenza, ha il vol-
to gonfio per le lacrime. Altri
deputati scuotono la testa:
“Sono indignato”, “Qui non
c'è più cuore”. Giorgio Strac-
Stracquadanio
ha già trovato
i colpevoli: “Lo
dirò al Cavaliere:
ringraziamo
Feltri
e Belpietro”
La messa è finita
Alfonso Papa al termine della funzione, fuori
la chiesa di San Claudio a Roma (FOTO ANSA)
quadanio ha già trovato i col-
pevoli: “Lo dirò al Cavaliere:
ringraziamo Feltri e Belpie-
tro”. Marco Milanese si infila di
corsa nel “deposito bagagli”,
prende la sua valigetta e scap-
pa via. Per lui non è stata una
giornata facile: per tre ore di
fila, senza mai distrarsi un at-
timo, ha visto un film che è an-
che il suo. A settembre, sul
banco degli imputati della Ca-
mera, al posto di Papa ci sarà
lui: i magistrati napoletani che
monti. Che ieri, come una sta-
tua di cera, è rimasto immo-
bile, con le mani conserte ad
ascoltare l'anteprima delle ac-
cuse e delle difese che passata
l'estate si scontreranno su di
lui.
E SONO IN TANTI a pen-
sare che con il sì all'arresto di
Papa si sia rotto un argine. Lo
dice il volto nero di Berlusco-
ni, che ha ascoltato l’appello
di Papa con lo sguardo rivolto
al soffitto, per poi crollare di
fronte alla vittoria schiaccian-
te del sì: “È una vergogna, noi
siamo garantisti”. Lo spiegano
ancora meglio le parole di Ma-
rio Pepe, il deputato di centro-
destra che cambia gruppo a se-
conda del bisogno (prima nel
mai più”, tuona il malcapitato
mentre cancella con foga il suo
parola di Pepe, “sono già sput-
tanati”. Rabbia vana, perché al-
Pdl, poi nei Responsabili, ora
nel misto): “Prima di spingere
nome dalla lista dei trenta de-
putati necessari a chiedere lo
la fine, quando manca mezz'o-
ra al voto quel foglio con le 29
quel bottone e aprire le porte scrutinio a voto segreto. Pisa- sigle torna sul suo banco. E lui,
del carcere – dice ai colleghi cane è furibondo non solo per- esausto, appone la sua firma,
onorevoli – ricordate che die- ché lo hanno messo in mezzo decisiva per ottenere lo scudo
tro le sbarre ci andremo anche senza nemmeno avvertirlo, dell’anonimato nell’urna e
noi, nessuno escluso”. Si è spe- ma soprattutto perchè non provare a mescolare le carte.
so tanto, il pallottoliere Pepe, vuole che “firmiamo solo noi”. Eppure quel voto segreto, chi
per questo voto: è arrivato per- Avrebbe preferito che i 30 no- voleva, non lo ha rispettato. Pd
fino a falsificare la firma di un mi fossero cercati all'interno e Italia dei Valori hanno lancia-
altro responsabile, Michele Pi- di tutti i gruppi della maggio- to l'idea dell' “accorgimento
sacane. “Non si permettesse ranza. Non solo da loro che, tecnico”: anziché infilare nel-

Il personaggio La giornata del magistrato-deputato: la difesa in Aula e il trasferimento in cella a Orvieto

Prima in chiesa, poi la resa: “Sono prigioniero politico”

di Enrico Fierro carcere di Orvieto in attesa di es- rato di Berlusconi è servito a con- tenuto, lo farò anche da lì". Una mana potrei non tornare a casa, e chiesta napoletana, ndr) venga a
sere trasferito a Napoli (Poggio- vincere il Parlamento per il no al- pausa, il corpo piegato sul micro- questo è stato il momento più prendere anche me". Famiglia uni-

Dbruttionlanteuffici
Alfonso non c'è più. Il bril-
magistrato passato dai
del centro direzionale a
Napoli, agli stucchi e agli agi della
politica che conta, ora è un uomo
piegato su se stesso. Che a un cer-
to punto di questo mercoledì da
sciacalli – di leoni a Montecitorio
non vi è traccia – capisce che è
finita. Annusa l'aria, si consulta
con Fabrizio Cicchitto, sente qual-
che amico dell'opposizione, scruta
il volto nero di Berlusconi, e rea-
lizza che neppure quel miracolo
invocato in mattinata nella Chiesa
di San Carlo, a Roma, lo salverà
dall'arresto. E allora, alla fine di
una giornata che danna lui, Ber-
lusconi e la sua maggioranza, è
meglio prendere di petto la realtà,
accettare il verdetto e costituirsi.
Bussare alla porta del tranquillo
reale o Secondigliano) passare al-
l'ufficio matricole, consegnare gli
oggetti personali, togliersi la cinta
dei pantaloni (le stringhe delle
scarpe no, che d'estate don Alfon-
so ama portare morbidi mocassini
di cuoio), umiliarsi premendo le di-
ta sul tampone delle impronte, e
aspettare i tempi della giustizia in
una cella. "Sono vittima della po-
litica", dice qualche ora prima. Ed
è vero, vittima di quella sua voglia
ossessiva di scalare tutti i gradini
del successo e del potere, vittima
della caduta dell'impero berlusco-
niano, vittima delle divisioni dentro
la Lega e della debolezza di Bossi,
vittima della voglia di Bobo Maroni
di sostituirsi al vecchio leader e di
rispolverare lo spirito "giustiziali-
sta" del partito del '93. Neppure
l'appello tra l'accorato e il dispe-
l'arresto. "Dobbiamo resistere, c'è
un complotto, oggi colpiscono Pa-
pa, domani colpiranno me". Ma-
cerie, sono gli ultimi giorni della
Pompei berlusconiana, che nep-
pure il Cavaliere aveva previsto in
forme così devastanti. Perché Ber-
lusconi era sicuro di vincere, an-
cora una volta la richiesta di ar-
resto di un "suo" parlamentare
non sarebbe passata. E poi alla Le-
ga era stata concessa la cancella-
zione del decreto sull'emergenza
rifiuti a Napoli. Non è bastato nep-
pure questo, la svendita di Napoli
e dei napoletani. Ed è stata più pa-
tetica che politica la difesa di Papa.
"Sono sereno – esordisce nelle ul-
time parole pronunciate da parla-
mentare – ora voglio portare
avanti una battaglia sulla legalità,
se la dovrò portare avanti da de-
fono maledettamente basso, la vo-
ce che esce a fatica. E un avver-
timento: "Un giorno si parlerà di
questa indagine, di chi l'ha fatta, di
come è stata fatta, perché è stata
fatta. Sono vittima di un abuso
enorme, mi sento prigioniero della
politica". Parole cadute in un'aula
che sembra un legno alla deriva di
giochi e veleni politici, in balia della
paura di una piazza che non c'è,
almeno a giudicare dalle otto per-
sone otto che fuori Montecitorio
aspettano il verdetto. Non è più il
tempo del Raphael e del lancio di
monetine, l'indignazione oggi viag-
gia su canali diversi. E allora Al-
fonso Papa, per dirla col suo col-
lega di partito Renato Farina, "fa il
napoletano". Si appella ai figli. "Ho
raccontato ai miei bambini di 10 e
12 anni perché questo fine setti-
drammatico". Ma anche il richia-
mo alla famiglia sortisce effetti pa-
ri a zero. Perché sarà pur vero, co-
ta. Luda, Giada, Roberta, le donne
del lungo elenco di don Alfonso, so-
no lontane, non esistono, "sono
me dice don Alfonso, che i deputati amanti sì, ma di altri, mio marito è
hanno votato senza conoscere le un uomo fedele", fa mettere nero
carte dell'accusa, ma la sua vita su bianco sui taccuini dei giornalisti
spericolata, l'amore per il lusso e le
belle donne, erano note e materia
di gossip sui divani del Transatlan-
tico. Si sussurrava di questo strano
Ricatti e
ex pm napoletano e di quel siste-
ma di potere e favori, ricatti e ric-
consulenze
chezze, denari e consulenze, che
cresceva sotto l'ombra del Vesuvio
dell’uomo P4
e si espandeva come un cancro in
tutta Italia. Una delle tante meta- Che lancia
stasi che devastano il corpo di que-
sto Paese. È un complotto, è un l’ultimo
complotto. Anche la signora Tizia-
na Rodà, la moglie di Papa, punta il avvertimento:
dito contro i nemici del marito.
"Woodcock (uno dei pm dell'in- “Si saprà tutto”
 Giovedì 21 luglio 2011

F
IL PARTITO DEGLI ONESTI

ermo. Malinconicamente solo. Il Fatto Quotidiano, era vicino a Ponte Cavuor

La settimana prossima deputato Marco Milanese non si
è mai mosso dal suo scranno in
Parlamento. Testa fissa, nessun sorriso,
la Giunta esaminerà nessuna emozione, né prima né dopo il
voto su Alfonso Papa. Anche lui coinvolto
nell’inchiesta napoletana sulla presunta P4
i casi Milanese e Verdini (nella foto scattata martedì a Roma dal
assieme alla sua compagna, Manuela Bravi,
anche lei ex collaboratrice del ministro
Tremonti), la settimana prossima la Giunta
per le autorizzazioni a procedere esaminerà
il suo caso come quello del coordinatore
del Pdl, Denis Verdini,quest’ultimo per
l’inchiesta su L’Aquila.

Marcello Pera Anna Finocchiaro Cesarino Monti

Vishinskj in abiti femminili La maggioranza pare Totò Reo confesso, dimettiti

A indurre Tedesco a chiedere il pro-

prio arresto è stata una “Vishinskj
in abiti femminili”. Così ieri Marcello
Pera: il riferimento all’inquisitore sovie-
tico ha mandato su tutte le furie la pre-
sidente dei senatori democratici Anna
Finocchiaro.
“N on capite dove state andan-
do su questa vicenda, come
direbbe Totò vi state avventurando
in un ‘più oltre’”: così ieri ha rispo-
sto Anna Finocchiaro alla maggio-
ranza in Senato citando il principe
Antonio De Curtis.
“T u sei un reo confesso, se
sei un uomo dimettiti”. La
provocazione rivolta dal senatore
leghista Cesarino Monti a Tede-
sco, che nell’aula del Senato ave-
va chiesto ai suoi colleghi di dire
sì all’arresto.

Tedesco non si tocca

Al Senato finisce in rissa
IL PD DICE SÌ ALL’ARRESTO
MA VINCE LA SCENEGGIATA PADANA
di Fabrizio d’Esposito scarto, tenendo presente che
nel Pdl i presenti sono stati 118
a Lega bifronte di Umberto su 131. Che cosa è successo?

L Bossi salva il senatore Al-

l'urna del voto tutte e quattro
le dita, usare solo l'indice, spo-
stato tutto a sinistra, dove c'è il
tasto del sì. Mentre lo annun-
ciano, Maroni applaude som-
messo, picchiando il palmo
della mano sul banco. E quan-
do è il momento di votare
ostenta quel dito indice ai cro-
nisti che siedono nella tribuna
alle sue spalle. Bossi non c'è,
come previsto. E quell'indice
di Maroni vale quanto una di-
chiarazione di guerra. Il capo-
la signora Papa. Ma il racconto del-
le vita allegra di don Alfonso con-
segnato da intercettazioni e ver-
bali giudiziari è un'altra storia.
Ludmilla-Luda Spornyk, bella, gio-
vane e ucraina, e le notti all'Olgia-
ta, le giornate al Mareblu di Ischia,
gli aperitivi al De Russie, la Jaguar
regalata alla giovane studentessa.
Lusso, potere e camerieri in livrea.
Un sogno. La realtà è una cella a
Poggioreale, forse a Secondiglia-
no. Come un cittadino comune.
Senza protezioni e privilegi.
berto Tedesco, già Pd oggi
nel gruppo misto, dagli ar-
resti domiciliari. La sceneggiata
padana è stata preparata in mo-
do accurato. Al punto che dai
vertici del Pd ammettono ama-
ramente: “Sono stati davvero
bravi”. A Palazzo Madama, alle
quattro e mezzo del pomeriggio
non c’è la tensione che si palpa a
Montecitorio, dove si vota per
le manette ad Alfonso Papa, pi-
quattrista del Pdl. Si comincia
con mezz’ora più tardi, rispetto
alla Camera: un dettaglio fonda-
mentale per attendere l’esito su
Papa e poi esprimersi su Tede-
sco. Questo il timing: alle 18.43
i deputati dicono sì all’arresto
gruppo (fedelissimo del Sena- del loro collega berlusconiano,
tur) Marco Reguzzoni, sospet- alle 18.50 i senatori bocciano
tato di aver votato secondo co- l’autorizzazione per l’ex asses-
scienza contro l'arresto, mo- sore alla Sanità della Puglia, ac-
stra ai giornalisti la foto della cusato di concussione. Risulta-
sua mano nell'urna. Qualche to: 157 no ai domiciliari (pulsan-
collega di partito maligna: te rosso), 127 sì (verde), 11 aste-
“Siete sicuri che non l'abbia nuti (bianco). Venticinque gli
scattata dopo il voto?”. Papa ha assenti. In base alle dichiarazio-
rotto gli argini davvero: “È uno ni di voto, il sì poteva contare sui
tsunami – dice ancora il leghi- gruppi di Pd, Italia dei Valori,
sta malizioso –. Bisogna vede- centristi e Lega. Una maggioran-
re quando arriva l’onda, se è za netta a favore dell’arresto. In-
alta un metro, oppure sei”. vece il no ha vinto con 24 voti di
CHI lo sostituisce
è indagata a Napoli
volte il caso. Sta di fatto che al posto di Alfonso
Ato alle
Papa, a Montecitorio arriverà il primo non elet-
Politiche del 2008 nel collegio Campania e
coincidenza vuole che si tratti proprio della sua
assistente, Maria Elena Valanzano. E si tratta – altra
coincidenza – di un’altra persona coinvolta nel-
l’inchiesta napoletana, diretta dai pm Francesco
Curcio e John Woodcock. E di lei, tre giorni fa ha
parlato l’avvocato civilista Santo Emanuele Mun-
gari, ascoltato come persona informata sui fatti
dai pm. Mungari ha raccontato di aver conosciuto
Papa tramite la Valenzano. “Lei – ha detto il legale
nell’interrogatorio – mi ha sempre detto di avere
un rapporto diretto con Berlusconi e che anzi, in
più di un’occasione, era stata lei stessa a far ot-
tenere all’onorevole Papa un appuntamento con
Berlusconi. La Valenzano mi ha detto diverse volte
che lei stessa aveva cercato di accreditare l’ono-
revole Papa con il presidente, il quale, invece, non
sembrava tenere Papa in grande considerazione.
Dunque sempre per quanto rappresentatomi dal-
la Valenzano, lei stessa si era spesa con Berlusconi
per la nomina di sottosegretario alla Giustizia”.
Semplice. La Lega, dopo aver in-
cassato l’arresto di Papa, ha
messo in pratica il piano già
pronto da martedì sera: votare
nel segreto dell’urna contro i
domiciliari di Tedesco per poi
incolpare il Pd di averlo salvato.
Vari gli indizi. Il primo arriva a
caldo. L’aula ha appena votato e
dai banchi del Carroccio si tenta
di far partire un coro contro i
colleghi di sinistra. È Rosi Mau-
ro, una delle zarina del cerchio
magico del Senatùr, a intonarlo.
Grida un paio di volte: “Vergo-
gna”. Ma non ha fortuna. Poca
convinzione. Altra scena, qual-
che minuto più tardi, che tradi-
sce il nervosismo dei leghisti.
Alberto Tedesco è in Transatlan-
tico, circondato dai giornalisti.
Ripete che non si dimetterà. Il
senatore Cesarino Monti buca il
muro dei cronisti e sbatte spalle
al muro il senatore salvato: “Tu
sei un reo confesso, se sei un uo-
mo dimettiti”. È l’ultimo atto
della sceneggiata, iniziata più di
tre ore prima.
AD APRIRE la seduta pome-
ridiana non è il presidente Rena-
to Schifani, ma uno dei vice: Van-
nino Chiti del Pd. Il primo a par-
lare è Luigi Li Gotti dell’Idv, re-
latore della Giunta per le autoriz-
zazioni. Tedesco è seduto nella
penultima fila in alto all’estrema
sinistra. Tesissimo. Dondola
gambe e mani. Inforca gli occhia-
li, poi li toglie, infine li mette di
nuovo per rileggere un testo
scritto a mano. Li Gotti non è un
relatore vero e proprio. In realtà
la giunta, dopo aver respinto il
no all’arresto proposto dal Pdl,
ha scelto di non decidere rimet-
tendo tutto all’aula. Il governo è
rappresentato da Calderoli, Gio-
vanardi, Nitto Palma e altri sot-
tosegretari. Li Gotti parla, nel
frattempo arriva Schifani. I sena-
tori sono distratti, il brusìo è for-
tissimo. Il capogruppo del Pdl
Maurizio Gasparri è in piedi
quando gli si avvicina il suo omo-
logo della Lega, Federico Brico-
lo, altro pilastro del cerchio ma-
gico anti-maronita. I due escono
e si appartano per venti minuti
circa. Gasparri assicura Bricolo
che il Pdl chiederà il voto segre-
to. Il gioco delle parti può andare
avanti. Dopo Li Gotti, tocca a
Marcello Pera che attacca la
Giunta per non aver deciso. Alle
Tensione ieri in Senato durante il voto su Alberto Tedesco
tra la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro e il Pdl (FOTO ANSA)
17.13 il rumore di fondo spari-
sce. Si alza in piedi Tedesco per il
suo intervento annunciato: chie-
derà all’aula di votare a favore del
suo arresto. Chiede scusa per
aver costretto il Senato a occu-
parsi di lui “in coda ai lavori pri-
ma delle ferie estive”. Respinge il
sospetto su uno “scambio” di fa-
vori con Papa, si dice innocente,
rinuncia al fumus persecutionis
e dopo dieci minuti di discorso
chiede all’aula, “sommessamen-
te ma fermamente”, di “votare af-
Lui dice:
“Risultato che
fa male al
Paese”. Poi
conferma:
“Non faccio
passi indietro”
fermativamente e all’unanimità
alla domanda dei giudici di Bari”.
Di fronte a lui, nei banchi del Pdl,
c’è chi si copre il viso con le ma-
ni, chi grida: “Dimissioni”. Lui va
avanti e conclude con la voce in-
crinata dall’emozione, citando,
da ex socialista, Pietro Nenni: “Si
faccia quel che si deve, accada
quel che può”. A questo punto,
toccherebbe alle dichiarazioni
di voto. Ma il Pdl fa melina e man-
da avanti un po’ di senatori con
questioni procedurali o di meri-
Mosse a Palazzo Madama
to sulle accuse a Tedesco. Tutto
tempo guadagnato, aspettando
Papa alla Camera. Alle 17.46,
Schifani dichiara chiusa la di-
scussione generale. Parte Car-
diello della Coesione nazionale
(l’equivalente dei “Responsabi-
li” a Montecitorio), poi Li Gotti
dell’Idv e Serra per l’Udc. Alle sei
di pomeriggio è il turno di San-
dro Mazzatorta della Lega. Duris-
simo con il centrosinistra puglie-
se: “I furbetti del quartierino del-
la Puglia hanno deciso però di
salvare Vendola”. Tira in ballo an-
che la Finocchiaro, che reagisce
chiedendo il giurì d’onore. Con-
clusione: “Votiamo sì all’arre-
sto”. Si alza la Finocchiaro per il
sì del Pd. Difende la “dignità” di
Tedesco che il Pdl non può com-
prendere perché non riesce ad
andare “più oltre”, come direb-
be Totò. La frase chiave è questa:
“Dietro il vento dell’antipolitica
c’è una richiesta vera. Noi non
abbiamo paura, né di rinchiuder-
ci, né di assecondare il vento”.
IL GIRO viene concluso da Gae-
tano Quagliariello del Pdl, che
chiede il voto segreto per “difen-
dere le istituzioni” dall’antipoli-
tica. Poi di nuovo Pera che accu-
sa la Finocchiaro di essere “la Vi-
shinsky in gonnella che ha con-
vinto Tedesco a farsi arrestare”.
Si vota, finalmente. Alle sette di
sera è tutto finito. Gramazio, po-
stfascista del Pdl, tenta la rissa.
Tedesco dice che il “voto fa male
al Senato e al Paese”. Ma non si
dimette, come chiedono nume-
rosi gruppi sul web. E Gasparri
confessa: “Sì la Lega ha votato
contro l’arresto”.
pagina 4 Giovedì 21 luglio 2011

L
IL PARTITO DEGLI ONESTI

a mattina era iniziata col vertice con
Il lungo giorno di B. i coordinatori regionali del Pdl,
presenti il neosegretario Angelino
Alfano e Silvio Berlusconi. Le solite parole
Prima i coordinatori d’ordine. I sondaggi: “Il Pdl è al 28% mentre il
Pd è al 26”. Le lamentele sull’architettura
costituzionale: “Oggi il presidente del
poi lo stato maggiore Consiglio non ha poteri tanto che non è facile
nemmeno cambiare un ministro”. La solita
litania su Annozero: “Non c’è una televisione
pubblica che possa permettersi di fare alcuni
programmi così faziosi”. La sera, nel medesimo
scenario di Palazzo Grazioli, il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi ha altri problemi a
cui badare. Dopo il sì della Camera all’arresto
di Alfonso Papa, il deputato del Pdl coinvolto
nell’inchiesta P4, al summit c’è l’intero stato
maggiore del partito: ci sono i coordinatori
nazionali, il segretario del partito, Angelino
Alfano e i vertici dei gruppi di Camera e Senato
(Cicchitto, Gasparri e Quagliariello). Partecipa
anche il capogruppo di Popolo e territorio,
Silvano Moffa. La riunione si è conclusa un’ora
dopo. Forse era solo uno sfogo.

IL DISFACIMENTO
DI BERLUSCONI
Il pugno sul tavolo e l’ira verso Bossi:
così finisce un’epoca
di Luca Telese
ono impazziti, è una

“S vergogna!”, grida
Silvio Berlusconi, e
batte il pugno sul
banco e si incazza, e corre
inseguito da due ali di mini-
stri nei meandri di Monteci-
torio, verso la stanzetta del
presidente del Consiglio,
sguardi attoniti passi di mi-
nuetto, la faccia stupefatta di
Michela Brambilla e quella
costernata di Andrea Ronchi
dietro di lui, e rumori di tac-
chi, forse anche così finisce
un’era. Questi sono impazzi-
ti: il paese che si congeda dal
ventennio di consenso al Ca-
valiere, i parlamentari che
sfuggono al controllo dei ca-
pibastone, un blocco di
ghiaccio che si scioglie per
colpa di un dito.
GIÀ, IL DITO . Il dito indice
della Creazione, ma anche
quello del voto elettronico.
Nel primo pomeriggio questo
dito lo roteava Tonino Di Pie-
tro, in pieno Transatlantico,
come se fosse un’arma. “Ve-
di? Se voti con l’indice attac-
cato alla buca dei tasti di voto,
si vede solo quello. E se hai
dentro la buca un solo dito,
non puoi andare sul tasto del
no!”. Intorno deputati, gior-
nalisti, le portavoci del grup-
po dell’Italia dei Valori. Di Pie-
tro sorride alla sua capouffi-
cio stampa, Fabiola Paterniti.
“Sai che faccio io? Mentre vo-
to mi scatto una foto con il
telefonino e poi lo mettiamo
sul blog!”.
Esce dall’aula elettrizzato dal
dito anche Dario Franceschi-
ni, capogruppo del Pd. Per un
giorno intero tutti dicevano
che il suo gruppo sarebbe
crollato, sotto il peso dei fran-
chi tiratori, protetti dallo scu-
do del voto segreto. È acca-
duto esattamente il contrario.
CARROCCIO di traverso
anche sulle missioni
E adesso Franceschini, men-
tre corre verso la sala stampa
con passo garibaldino sorri-
de: “Se non ci fosse stato il
dito la Lega non sarebbe crol-
lata”. Cioè? “Ha avuto un peso
di deterrenza, no? Mi pare
chiaro. L’idea che il nostro vo-
to fosse trasparente, ha impe-
dito la sommersione di chi vo-
leva votare a favore. Ed è que-
sto che ha spaccato la Lega. Se
La Lega si sdoppia e rompe tutto
LE DIVISIONI PADANE METTONO IN CRISI IL SISTEMA DI GOVERNO
di Elisabetta Reguitti
orse bastava ascoltare
Fre Radio Padania per capi-
che l’odio per la casta
nei militanti leghisti è forse
lo stesso degli anni ‘90
quando la Lega è stata un
elemento determinante
contro la Prima Repubbli-
ca. È inutile il politichese e
Papa si salvava, era chiaro che
si trattava di loro”. Già, la Le-
ga. Quanto conta quel colpo
d’occhio dall’alto della tribu-
na, la feroce sintesi dei sim-
boli. Umberto Bossi non c’e-
ra. E tra i banchi svettava Bo-
bo Maroni, questa volta più
vicino ai suoi che al governo.
I “Maroniti”, ormai tutti li
chiamano così, sono stati
quelli che seguendo il grande
l’analisi dei numeri, certo
ieri il voto del Carroccio al-
la Camera non è stato così
compatto, ma poi i leghi-
sti, alla prova dei fatti, han-
no affossato l’onorevole Al-
fonso Papa indagato per
concussione. Perché?
LE IPOTESI sono due: la
prima è che dopo la botta
delle amministrative e l’esi-
to dei referendum, un voto
per salvare il deputato del
Pdl avrebbe provocato uno
smottamento troppo peri-
coloso da affrontare anche
per gli stessi vertici. E Ro-
berto Maroni ne è forse più
Il premier Silvio Berlusconi, con il ministro Raffaele Fitto, ieri in aula a Montecitorio (FOTO EMBLEMA)
ventre della base popolare del
Carroccio hanno spinto in
ogni modo sul sì. Prima in
commissione, poi in aula. Più
di tutti vale il racconto di An-
na Rossomanno, deputata
piemontese del Pd, che ha se-
guito il caso Papa nel detta-
glio. “Vedi, già in quei giorni
del voto c’erano segnali im-
portanti e stupefacenti, su co-
me stava montando la marea
nella Lega”. Ovvero? “Due
colleghi del partito di Bossi
mi hanno fatto vedere i loro
telefonini: mentre noi discu-
tevamo di Papa, erano tempe-
stati di messaggini di militanti
che li azzannavano. ‘Mica
manderete libero quello lì”.
Quello lì. Papa, “il terrone”.
Pier Luigi Bersani rilascia in-
terviste sulla rampa del giar-
dino: “È finito il vincolo di
maggioranza”. Ci deve essere
un mondo che scompare e il
quindi meglio dimostrare,
al popolo padano, un atto
di forza. Una prova riuscita;
meglio alla Camera, un po’
meno al Senato, dove la vo-
tazione non è stata così de-
vastante. Ma in ogni caso,
ieri, è stata la giornata di Bo-
bo Maroni, l’amico fedele
(a Bossi) di sempre. Non è
sfuggito come il ministro
Maroni si sia smarcato dal
Governo scegliendo di vo-
tare dagli scranni dell’aula,
anziché dai banchi del Go-
verno.
STRATEGIA? Forse. Di
certo riuscita. Un modo per
sipario di un’epoca che si av-
vicina all’ultimo atto, anche
nella reazione a catena che si
potrebbe innescare. Sì a Papa
e Sì anche a Milanese, ma poi
perché dire No, allora, per i
reati del Ministro Saverio Ro-
mano? La grande montagna
dell’emiciclo pidiellino ru-
moreggiava cori e insulti –
“Vergogna!” – contro quelli
che chiedevano l’arresto, e
sommergevano letteralmente
di improperi Rita Bernardini
che diceva: “Il 40 per cento
degli italiani sono in carcere
per la custodia cautelare. Ma
non abbiamo fatto nulla per
loro. Quindi, noi Radicali, ri-
teniamo di dover votare…”. E
parte il grido: “Buffona!”. La
Bernardini non si scompone:
“Votare sì”. Torna a battere
sullo stesso tasto, Benedetto
Della Vedova di Futuro e li-
bertà: “Il vostro rigore garan-
Marco Reguzzoni (FOTO ANSA)
che un secondo messaggio,
tutto interno al Carroccio,
che potrebbe essere rias-
sunto nelle parole di un
esterno a via Bellerio. Mau-
rizio Gasparri che ha defi-
tista, onorevole Paniz, non
l’ho ascoltato quando in gio-
co c’era la libertà dei pove-
racci”. Ci deve essere un mon-
do che finisce nell’ira con cui
Silvio Berlusconi in serata, do-
po il voto insegue Bossi, con il
sospetto del tradimento che
gli scava dentro. “Chiarirò
con lui. Questo è un gioco al-
lo sfascio, così finisce anche
la Lega” In fondo anche il Se-
natùr è chiuso dentro un pa-
radosso feroce: o è sospettato
di aver fatto un gioco delle
parti con Maroni. Oppure è
sospettato di non controllare
più lui il gruppo parlamenta-
re del partito (e forse nemme-
no più il partito). Forse c’è
un’epoca che finisce nella re-
golare sfida a duello che si in-
scena in Transatlantico fra il
casiniano Angelo Cera e il pi-
diellino Vincenzo D’Anna:
“Se vuoi usciamo di fuori e la
regoliamo come dico io”, gri-
da il deputato dell’Udc. E
D’Anna, sarcastico: “Allora
facciamo così. Quando arriva
l’autorizzazione su Cesa ci di-
vertiamo!!”.
FORSE il mondo che finisce
lo puoi leggere anche nelle
parole di Roberto Castelli, uo-
mo forte del Carroccio che di-
ce: “Berlusconi è arrabbiato?
Mi dispiace perché domani io
gli darò un altro dispiacere vo-
tando contro la missione”. E
come mai l’arringa di Mauri-
zio Paniz questa volta non fa
presa? Come mai tutti dicono
che l’Udc potrebbe smarcarsi
invece non accade nulla?
Quando il voto si celebra Ro-
sy Bindi corre via dall’aula,
con le lacrime agli occhi:
“Piange per Papa?”. E lei: “No.
Per quel poveraccio mi di-
spiace. Ma sto piangendo di
gioia perché il voto di oggi è

PAularossima fermata: rifinanziamento delle missioni

italiane all’estero. Oggi il decreto va al voto in
in Senato e lunedì sarà alla Camera. La dichia-
consapevole di altri tanto
da diventare paladino della
trasparenza e indipendenza
razione di ieri di Castelli (che promette di non vo- politica (anche e soprattut-
tarlo a Palazzo Madama) è l’ultima di una lunga serie: to da Berlusconi) a tutti i
la Lega aveva espresso la sua contrarietà all’inter- costi.
vento in Libia già dall’inizio della missione. Ma siccome, come diceva
E a Pontida la fine della missione a Tripoli era stato lo stesso Umberto Bossi,
una delle condizioni poste al presidente del Con- “in politica nulla è mai co-
siglio: una data di fine delle missioni, aveva chiesto il me sembra”, c’è anche da
ministro dell’Interno, Roberto Maroni parlando dal chiedersi se il regista occul-
palco. E il decreto approvato dal Consiglio dei Mi- to di tutto questo sia lo stes-
nistri dello scorso 7 luglio era stato il frutto di una so Berlusconi. Fantapoliti-
mediazione con il Carroccio: tant’è vero che le spe- ca? Non troppo. Perché la
se per la missione libica venivano diminuite del 50 questione che il Premier,
per cento. anni fa, si sia comprato il
Carroccio, disturba e non
poco il sonno di tanti e
dire ai militanti che la Lega
tiene Berlusconi sotto tiro.
Un messaggio per placare
gli animi dei numerosi ar-
rabbiati che ieri dalle fre-
quenze di Radio Padania di-
cevano: “Anche il nostro se-
gretario ha dimenticato il
gesto del cappio”. Un rife-
rimento al gesto di Luca
Leoni Orsenigo che il 16
marzo del 1993, durante gli
scandali di Tangentopoli,
sventolò in aula a Monteci-
torio un cappio alludendo
alle forche per i politici cor-
rotti.
Ma ieri è stato lanciato an-
nito Maroni: “Teorico di
una seconda fase, per così
dire, avanzata”. Un messag-
gio di successione o seces-
sione dal fantomatico “Cer-
chio magico” che oltre a
proteggere Umberto Bossi,
tiene in piedi anche” Il Re”,
Marco Reguzzoni, capo-
gruppo alla Camera con
molte ambizioni politiche.
Dopo che ieri si erano dif-
fuse voci secondo cui aveva
votato contro l’arresto, Re-
guzzoni ha mostrato la foto
sul suo cellulare in cui si ve-
drebbe il dito che pigia il
tasto del sì.
una grande prova per questo
paese, un segnale che la po-
litica può cambiare”. Le lacri-
me della Bindi, e l’ira di Ber-
lusconi. Forse anche così pas-
sa un’epoca. Berlusconi ha
perso molte battaglie, in que-
sti mesi. Ma è la prima volta
che vediamo la sua rabbia in-
diretta, la sua impotenza, il
suo pugno che batte sul ta-
volo. Forse è la prima volta
che vediamo il Cavaliere rap-
presentare la sua debolezza in
diretta televisiva, sotto l’oc-
chio delle telecamere. Una
debolezza che potrebbe co-
stargli cara.
Giovedì 21 luglio 2011 pagina 5

L
IL PARTITO DEGLI ONESTI

a nuova storia dell’area Falck di Sesto
La storia urbanistica San Giovanni inizia nel 1995 quando
quello che fino ad allora era il più
grande gruppo siderurgico privato italiano, decise
dell’area dove di chiudere la produzione e chiuse gli stabilimenti,
lasciando “libera” un’area di diversi ettari. Nel
2000 le aree furono acquistate da Giuseppe
sorgeva l’acciaieria Pasini, costruttore sestese, poi divenuto
consigliere comunale. Pasini sborsa 400 miliardi di
lire per 1,3 milioni di metri quadrati. Affida il
progetto di riqualificazione all’architetto ticinese
Mario Botta, presentato nel 2002, ma
l’operazione si impantana. Il Piano regolatore
appena approvato dal Comune di Sesto prevede
un indice di edificabilità di 0,5. Vale a dire che
Pasini può costruire soltanto sulla metà della
superficie. Il costruttore chiede un indice più alto,
ma per lui diventa sempre più difficile sostenere
l’impresa. Nel 2005 le banche gli voltano le spalle
e Pasini rivende al gruppo Risanamento di Vittorio
Zunino. Il nuovo progetto urbanistico è affidato
all’architetto Renzo Piano. Ma nel 2009 fallisce
Risanamento e l’anno dopo le aree passano a una
cordata guidata dall’imprenditore Davide Bizzi.

TANGENTI A STALINGRADO
Concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti:
Penati (Pd) nei guai a Sesto San Giovanni
gato per corruzione, ma si difen-
de sostenendo di avere subito
pressioni e di essere stato co-
stretto a pagare prima, a promet-
tere altri pagamenti poi. Sindaco
di Sesto, allora, era Filippo Pena-
ti, Pci, poi Pds, Ds e infine Pd.
I reati ipotizzati a carico degli in-
dagati (per ora una quindicina)
sono concussione, corruzione e
finanziamento illecito ai partiti,
e sarebbero stati commessi – si
legge nei decreti di perquisizio-
ne – dal novembre 2001 al di-
cembre 2010. È già cominciata
la caccia ai conti all’estero, con
alcune rogatorie già inoltrate in
Lussemburgo.
TRA GLI INDAGATI, anche
due architetti legati alle coop
rosse. Secondo le ipotesi dell’ac-
cusa, sarebbero state pagate tan-
genti per agevolare il rilascio di
alcune concessioni edilizie e per
In alto, Filippo Penati. In basso, il progetto della riqualificazione dell’area Falck di Sesto San Giovanni (FOTO ANSA) indirizzare strumenti come il
vicende urbanistiche e la gestio-
ne del servizio integrato traspor-
ti dell’Alto Milanese. Per la vi-
cenda Falck è indagato, accanto
a Penati, un suo stretto collabo-
ratore, Giordano Vimercati, che
è stato suo capo di gabinetto
quando Penati era, tra il 2004 e il
2009, presidente della Provincia
di Milano. Per altre vicende ur-
banistiche sono indagati Pasqua-
lino Di Leva, ex socialista, asses-
sore al bilancio e all’edilizia pri-
vata del Comune di Sesto San
Giovanni, e Nicoletta Sostaro,
dirigente dell’ufficio edilizia pri-
vata di quel Comune. A entrambi
sono stati perquisiti ieri l’abita-
zione e gli uffici. A Di Leva, che
ha presentato le dimissioni al
sindaco di Sesto, Giorgio Oldri-
ni, è stato sequestrato anche un
quadernetto “Moleskine” su cui
aveva scritto i suoi appunti.
Per la vicenda
che riguarda la
Filippo Penati, dopo aver fatto il
sindaco di Sesto dal 1994 al
2001, è stato fino al 2004 segre-
tario della federazione provin-
ciale milanese del Pd. In seguito,
fino al 2009 presidente della Pro-
vincia e poi, fino al novembre
2010, capo della segreteria po-
litica del segretario del Pd Pier-
luigi Bersani. Oggi è vicepresi-
dente del Consiglio regionale
lombardo.
Proclama la sua estraneità ai fatti
contestati: “Sono sereno. Rin-
grazio il mio partito per il soste-
gno che mi ha immediatamente
manifestato. Non ho nulla da te-
mere e sono certo che tutto ver-
rà chiarito”. Ha subito incassato
la solidarietà del Pd e anche di
molti esponenti del centrode-
stra, tra cui il pdl Maurizio Lupi.
Non dell’Italia dei valori, che lo
ha invitato a dimettersi.

di Gianni Barbacetto
ome nel 1992 di Mani pu-
mente visibile un’indagine che
covava sottotraccia da circa un
anno. Da quando un costrutto-
tesa di trovare un riutilizzo. Pa-
Piano regolatore di Sesto (appro-
vato nel 2004) e il Piano di go-
gestione dei tra-
sporti pubblici
L’ex sindaco, braccio
sini viene dirottato alla procura
di Monza perché le storie che
verno del territorio (definito nel
2009), che stabiliscono le linee
nei Comuni a
nord di Milano,
destro di Bersani: “Sono

C lite, le inchieste giudizia-

rie pescano indifferente-
mente a destra e a sinistra.
Nello stesso giorno in cui la Ca-
mera dice sì all’arresto di Alfon-
so Papa (Pdl), la procura di Mon-
za accusa di concussione e fi-
nanziamento illecito ai partiti
Filippo Penati (Pd). Ieri mattina
la Guardia di finanza, su manda-
to del procuratore aggiunto
Walter Mapelli e del sostituto
Franca Macchia, ha eseguito ot-
to perquisizioni e sequestrato
documenti, rendendo final-
re di Sesto San Giovanni, Giu-
seppe Pasini, era andato dai ma-
gistrati di Milano a denunciare
di essere “vittima di soprusi da
parte di alcune amministrazioni
locali”, come spiega il suo lega-
le Carlo Enrico Paliero.
I pm milanesi stavano indagan-
do sull’immobiliarista Luigi Zu-
nino, proprietario dell’area San-
ta Giulia, che nel 2005 aveva
comprato proprio da Pasini an-
che l’area Falck, un terreno in-
dustriale di 1,3 milioni di metri
quadri da oltre dieci anni in at-
racconta, a partire da quella del-
l’area Falck, si sono svolte a Se-
sto San Giovanni, una città di
quasi 100 mila abitanti che or-
mai fa corpo unico con Milano,
guida per lo sviluppo urbanisti-
co anche dell’area Falck e di
quella dove sorgeva la Ercole Ma-
relli.
Accanto al filone principale, l’in-
ha ricevuto un av-
viso di garanzia
Piero Di Cateri-
na, titolare del-
l'impresa di tra-
sereno. Non ho nulla da
temere sono certo che
ma è territorio della procura di dagine sta approfondendo altre sporti Caronte. tutto verrà chiarito”
Monza.
PASINI SOSTIENE di aver
pagato, tra il 2001 e il 2002, 4 mi-
liardi di lire (e altri di averne pro-
messi), proprio perché quell’a-
rea, che aveva comprato dai Fal-
ck per 380 miliardi, potesse di-
ventare edificabile. Viene inda-

L’analisi

Il business
del cantiere mai nato
di Giorgio Meletti
Pzioneovera Stalingrado d'Italia, la sua storia gloriosa
diventa piccola commedia di assessori, la tradi-
delle fonderie e della meccanica naufraga nel-
la fogna dei coefficienti di edificabilità, gli ingegneri si
trasfigurano in geometri, la marxiana estrazione del
plusvalore dal lavoro operaio diventa plusvalenza
sulle aree fabbricabili, il rischio d'impresa si arrende
di fronte all'investimento sicuro in tangenti.
Chi ritualmente protesta contro la magistratura che
definirebbe abusivamente l'agenda della politica,
noti almeno questa volta che mai come nel caso di
Sesto San Giovanni l'agenda la politica se l'è scritta
da sola, con tracotanza. Ed è un'agenda lenta, con-
traddittoria, opaca, spesso inspiegabile, e non c'è
bisogno di sentirsi un Poirot per chiedersi cosa dia-
volo ci sia sotto.
Dal 1995 si parla della
riconversione della zona
industriale: terreni ancora
inutilizzati che vengono
pagati sempre di più
Era il 1995 quando fu decisa la chiusura delle Ac-
ciaierie Falck, dopo 90 anni di gloria nel cuore del-
l'Italia industriale. Durante il boom economico ci
lavoravano 16 mila operai, che poi eleggevano sin-
daci sempre comunisti. I tempi cambiano, e che ci fa
nel post-industriale uno stabilimento siderurgico a
ridosso del centro di Milano? Si sbaracca con la so-
lita idea geniale di una borghesia industriale pigra e
ignorante: un po' di palazzi. Milano è circondata
dalle metastasi di questa visione lungimirante, mu-
sei a cielo aperto del metro cubo invenduto.
Ma a Sesto San Giovanni non hanno neppure in-
cominciato, con quattro milioni di metri quadrati di
aree industriali dismesse, 1,3 milioni dei quali solo
per la Falck. È il 2000 quando l'area viene acquisita
da Giuseppe Pasini, che è di Sesto e conosce tutti, è
consigliere comunale, è il patron della squadra di
calcio locale. Compra per 200 milioni di euro, e na-
turalmente glieli presta Banca Intesa, che appare
spiccatamente vocata a buttare soldi nei terreni ex
industriali. Il sindaco di Sesto San Giovanni è Filippo
Penati, ed è in questo periodo che gli inquirenti ipo-
tizzano il pagamento di tangenti. Una cosa è certa:
gli affari immobiliari non si fanno se il sindaco non
vuole. Ed è ciò che accade a Pasini con il successore
di Penati, Giorgio Oldrini, delfino non tanto di Penati
quanto, proprio dinasticamente, di suo padre,
Abramo Oldrini, sindaco di Sesto dal 1946 al 1962.
Si è preparato alla successione facendo per tutta la
vita il giornalista. È stato anche corrispondente del-
l’“Unità” dall'Avana, dove l'arte di dire e non dire
era strumento necessario. Pasini chiede modifiche
ai piani, c'è stato l'11 settembre, è finito il ciclo eco-
nomico degli anni '90 di Clinton, la Rai non ne vuol
sapere di portare a Sesto il suo nuovo insediamento
del Nord, il costruttore vorrebbe fare più residen-
ziale e meno uffici. Oldrini dice e non dice. Pasini
getta la spugna. Tanto c'è Banca Intesa che ci pen-
sa: le ex aree Falck passano nel marzo del 2005 a
Luigi Zunino, immobiliarista rampante. Siamo alla
vigilia della torrida estate dei furbetti del quartie-
rino, che lo vedrà tra i protagonisti. Banca Intesa fa
capire a Pasini che quell'affare di Sesto serve per
altri e più nobili obiettivi, e lo accompagna alla por-
ta. Intanto sono passati dieci anni dalla chiusura
delle acciaierie e si continua a a discutere di metri
cubi e destinazioni d'uso.
Pasini aveva affidato il progetto di riconversione del-
l'area al celebre l'architetto ticinese Mario Botta.
Lavoro buttato, perché Zunino chiama Renzo Pia-
no, vuoi mettere. A novembre del 2007 arriva an-
che il presidente della Repubblica Giorgio Napo-
litano a dare la benedizione a questo ritorno al fu-
turo. Tutti contenti: nessun operaio ha ancora mos-
so un mattone, ma Zunino può mettere nei suoi già
scassati bilanci una perizia che attribuisce all'ex
area Falck, pagata 218 milioni, un valore di 1,7 mi-
liardi di euro.
(I magistrati si girino dall'altra parte per non inter-
ferire con l'agenda della politica). Altri cinque anni di
chiacchiere e nel 2010 anche Zunino getta la spu-
gna. Pare che per realizzare l'impresa (e i metri cubi
edificabili per lui sono anche aumentati) servano 4
miliardi. Interviene nuovamente Banca Intesa. I ter-
reni comprati a 218 milioni e valutati 1,7 miliardi
passano al noto imprenditore Davide Bizzi per 405
milioni. Chissà come, in cinque anni di chiacchiere a
vuoto tra costruttori e assessori i terreni raddop-
piano il valore. Ma tanto, riferiscono le cronache,
Bizzi di suo ci mette una ventina di milioni, il resto lo
mette Banca Intesa, che deve sempre salvare tutti,
sennò si scopre che i generosi finanziamenti a im-
mobiliaristi inclini alla bancarotta sono un disastro.
E dunque si ricomincia. Dopo 15 anni di chiacchiere
senza risultati, durante i quali l'unica cosa che è
stata riqualificata sono le tasche di qualcuno, i ma-
gistrati dovrebbero fingere di non vedere per non
inquinare il primato della politica? Bel primato.
pagina 6 Giovedì 21 luglio 2011

“È
PARROCCHIE&DENARI

inaccettabile che tutti facciano
“Subito i tagli alle spese sacrifici tranne la politica” ha
detto ieri la presidente di
Confindustria, Emma Marcegaglia. I tagli ai costi della
della politica” politica vanno “affrontati subito”, ha aggiunto, perché
“nel momento in cui si chiedono sacrifici a tutti, la
politica deve dare il buon esempio”. Insomma i tagli
dice la Marcegaglia devono arrivare “velocemente”, e non dalla prossima
legislatura come prevede la manovra.
L'auspicio è stato colto da Fini e Schifani che hanno
incontrato rispettivamente i deputati e i senatori
questori, in vista delle riunioni dei due Uffici di
Presidenza di Camera e Senato. Sotto esame il piano
di risparmi che secondo le previsioni dovrebbero
portare nelle casse dello Stato rispettivamente 110
milioni e 62 milioni nel prossimo triennio.
Le due “manovre” che Fini e Schifani proporranno
per Camera e Senato hanno la stessa struttura,
anche se le cifre sono diverse: la Camera infatti ha
più parlamentari (sia attivi che in pensione) e più
dipendenti (e più pensionati), quindi produce più
risparmi di fronte ai tagli. Le prime riduzioni
arriveranno dalla “crescita zero” nei prossimi anni
delle dotazioni che lo Stato dà a Camera e Senato.

Pio Sodalizio dei Piceni

di Chiara Paolin
a scena madre de L’Ora di re-
da quattro secoli i potenti abitano qui
La storia della casa offerta a Tremonti da Milanese
moria, ma i Piceni negarono il scosto nei vicoli che portano a
permesso. “Mai nei nostri palaz- piazza Navona con porticato e
zi sono state poste targhe colle- giardino dove affacciano appar-

L ligione, pellicola in cui Mar-

co Bellocchio fissa l’atavi-
ca tendenza italiana a con-
servare il potere nelle segrete
stanze, è dedicata a un ente schi-
vo quanto efficace. “Tu vuoi fa-
re tante cose - dice Piera Degli
Esposti a suo nipote, l’agnosti-
co Sergio Castellitto, seduta in
un borghese e crespuscolare sa-
lottino -. Non hai qualcuno che
ti protegga? Chiedi aiuto alme-
no alla Famiglia Marchigiana”.
Ovvero il Pio Sodalizio dei Pice-
ni, tanto pio quanto segreto. Nel
set della Capitale, la storia passa
attraverso mura spesse e ovatta-
te. Come quelle del palazzo di
Campo Marzio dove Marco Mi-
lanese aveva preso in affitto un-
bell’appartamento con camera
a disposizione del capo, Giulio
Tremonti. L’intero edificio quat-
trocentesco appartiene al Soda-
lizio, e di lì è passata la storia di
uomini speciali. Come Mario
Pannunzio, Ennio Flaiano e tut-
te le menti libere de il Mondo,
giornale-pensatoio. O Giovanni
Falcone, che lì abitava quando
doveva fermarsi a Roma. L’anno
scorso un’associazione chiese
di affiggere una targa in sua me-
gate alle attività degli inquilini”
sibilò un comunicato, rara
espressione pubblica di un ente
nato nel 1600 per coagulare i
marchigiani presenti in città e
tamenti di gran lusso (uno l’han-
no scelto Matilde Bernabei e Gio-
vanni Minoli). Ma altri beni di
pregio arricchiscono il patrimo-
nio della congregazione, come i
creare un’inscindibile fedeltà tre edifici del centro storico (via
reciproca nel nome della Ma-
donna di Loreto.
DEL RESTO le Marche vanta-
Palazzi
vano la più strenua devozione al-
lo Stato vaticano occupandosi in
storici e
particolare della riscossione dei
tributi (da cui il detto ‘meglio un
relazioni
morto in casa che un marchigia-
no alla porta’). Competenza ag- importanti
giornata nei secoli con esiti an-
che sorprendenti: dal pesarese per mantenere
Marcello Stefanini allo jesino Pri-
mo Greganti, all'ultimo custode i benefici
dei conti della Quercia prima
che il Pd la piallasse via, il tolen- del sistema
tinate Ugo Sposetti, un bel pezzo Fonte: www.info.roma.it
di sinistra ha fatto i conti con le
Marche. di Parione, via dei Prefetti e piaz- brevi note sulla consegna del Marchigiani c’era l’arcivescovo fidato alle capacità relazionali di
A Roma il Pio Sodalizio è servito za Campo Marzio) e quello di premio Picenum ai marchigiani Angelo Comastri, vicario di Sua decine di giovani marchigiani
soprattutto a vincolare un pote- Trastevere, in via della Pelliccia. illustri. Imprenditori, militari, al- Santità e arciprete della Basilica cui il Sodalizio garantisce ogni
re antico, celebrato nei palazzi e Impossibile ottenere informa- ti prelati. E gli ospiti, nel chio- di San Pietro (nonché, a suo tem- anno una borsa di studio. Lo Sta-
benedetto dalle più alte sfere ec- zioni più dettagliate, perché i pi- stro, sono sempre all’altezza: po, presidente del comitato per to italiano taglia, loro mantengo-
clesiastiche. Fulcro geofisico ceni non amano rispondere alle quest’anno c’era il Generale il Giubileo del 2000). no 32 promesse destinate a loda-
dell’ente è infatti il Palazzetto di domande concentrandosi piut- Benvenuti, l’anno scorso la Ban- Insomma coi Piceni non si scher- re il sempiterno circolo degli uo-
Sisto V con annesso monastero tosto sulla gestione oculata del- da della Polizia, mentre per la Fe- za, e tocca pure studiare. Messe a mini che custodiscono il futuro
di San Salvatore, un gioiello na- l’asset e riservando ai media solo sta di Santa Maria di Loreto de’ parte, il futuro del tesoretto è af- di questo Paese.

BEPPE DEL COLLE (FAMIGLIA CRISTIANA)

“PARTITI CATTOLICI: IMPOSSIBILE CALARE DALL’ALTO UNA NUOVA DC”

di Marco Politi società”. E’ giusto che i catto- goli tentativi di rilancio della gettato le basi di un program- che la loro coscienza suggeri-
lici si facciano sentire su tutti i presenza politica dei cattoli- ma di governo, di un progetto rebbe di non dire”. Dal bunga
n nuovo partito democri- problemi, ma non si può igno- ci, ma mette in guardia dalla di economia mista pubblica e bunga alle più incredibili leg-
Uficazione
stiano? “Sarebbe una falsi-
rispetto alla storia”.
rare la composizione com-
plessa dell’Italia odierna.
superficialità. Alle spalle del
Partito popolare fondato da
privata che avrebbe segnato
gli anni Cinquanta e Sessanta.
gi a protezione del premier.
Sul versante della Lega, poi, si
E soprattutto “nessuno chie- Beppe Del Colle, editorialista don Sturzo nel 1919 stava Pensiamo soltanto al piano ascoltano discorsi “ben poco
da ai cattolici di formare un principe di Famiglia Cristiana di l’impegno del cattolicesimo casa di Fanfani che in pochi cristiani”. A partire dall’ostili-
partito per governare al fine cui è stato vicedirettore per sociale di fine Ottocento e mesi, negli anni Cinquanta, tà verso gli immigrati e l’irri-
di imporre le proprie idee alla vent’anni, non giudica i sin- l’enciclica di Leone XIII “Re- mette in moto la creazione di sione dei vescovi, quando
migliaia di alloggi”. Cose da non condividono le posizioni
fare arrossire i proclami della leghiste. La cupola di San Pietro (FOTO EMBLEMA)
Le posizioni “politica del fare”, di cui sono Poco peso, d’altra parte, han-
FINANZA Adinolfi di Pdl e Lega
stati inondati gli italiani negli
ultimi decenni.
no anche i cattolici nel Pd. Se-
condo l’editorialista di Fami-
L’assetto attuale è entrato in
crisi con le amministrative e i
Il fatto è che la politica richie- glia crisitiana, si esprimono referendum. Del Colle parla di
promosso dopo la P4 hanno poco de cultura. Del Colle lo illu-
stra bene nel suo ultimo volu-
certo liberamente “ma chi gli
da retta? Il Pd è ancora larga-
una “grande scossa”, che ha
dato ragione alle voci cattoli-
uovi criteri di impiego dei Generali” per “garantire mi- me edito dalla San Paolo “Cat- mente basato sugli ex comu- che più impegnate. “E’ stata
“N gliore funzionalità ed evitare potenziali criticità”, dice il
comunicato della Guardia di Finanza. Ma i cambiamenti al
a che vedere tolici, dal potere al silenzio”.
Di sicuro nel governo di Silvio
nisti e tallonato dalla sinistra
estrema”.
un vittoria dei giovani, l’e-
spressione di una grande vo-
vertice – anche se previsti – riguardano molti uomini toccati coi principi Berlusconi, così prodigo di in- glia di partecipazione. Il ripu-
da inchieste e polemiche. Ieri il Comandante Generale Nino vocazioni alle radici cristiane NEL SILENZIO dei cattolici dio del liberismo totale nel
Di Paolo ha illustrato le novità a Giulio Tremonti “riceven- cristiani e ostentatamente allineato ai si è inserito il Vaticano. Nei quesito sull’acqua e un no
done piena condivisione”. Il generale Michele Adinolfi viene desiderata del Vaticano, di ti- confronti di Berlusconi, affer- chiaro a leggi indulgenti verso
promosso Comandante di stato Maggiore, ma lascia il Co- picamente cattolico non c’è ma apertamente Del Colle, “è il potere politico. Soprattutto
mando Generale di Roma per assumere l’incarico di Coman- nulla. “Gli ex democristiani stata praticata una politica dal referendum è venuta un’af-
dante Interregionale di Firenze. Adinolfi, in corsa per diven- nel Pdl non contano niente. conciliatorista”. Si è dichiara- fermazione chiara: questa
tare Comandante Generale, è indagato nell’inchiesta P4. Al rum novarum”. A innervare la Un discorso cattolico da par- to che i “cattolici erano liberi classe dirigente non è adatta a
suo posto andrà il generale Edoardo Valente, uomo di fiducia Democrazia Cristiana fonda- te loro non si sente mai. Ap- di votare come volevano, ma governare”.
di Di Paolo. Sottocapo di Stato Maggiore del Comando Ge- ta da De Gasperi dopo la se- provare leggi ad personam dovevano tutelare i cosiddetti Sul futuro niente previsioni.
nerale sarà Sebastiano Galdino. Vito Bardi – indagato nell’in- conda guerra mondiale c’era- non corrisponde certamente principi non negoziabili. Con Del Colle sottolinea soltanto
chiesta P4 – lascia il Comando Interregionale di Napoli per no uomini caratterizzati da al pensiero cattolico e meno il risultato che, in nome del- che saranno i giovani a decide-
diventare Ispettore per gli Istituti di Istruzione di Roma. Emi- studi ed esperienze oggi as- che mai affermare – come l’anticomunismo, gli atei de- re l’agenda. Non c’è spazio – si
lio Spaziante, sponsorizzato da Milanese come Comandante senti. hanno fatto anche esponenti voti, ex comunisti, ex sociali- capisce ascoltandolo – per
Generale (in lotta con Adinolfi), da comandante Interregio- “Proprio adesso – spiega – ecclesiastici – che bisogna se- sti, ex radicali si sono mossi a progetti calati dall’alto. E sa-
nale di Roma diventerà Comandante Aeronavale Centrale. mentre ricorre l’anniversario parare i comportamenti per- favore della Chiesa. Come ab- rebbe sbagliato credere che
Sarà sostituito da Marcello Gentili. Vincenzo Delle Femmine della caduta del fascismo, il sonali dagli atti di governo. biamo visto nel caso delle leg- “si è buoni cattolici solamente
da vice capo di Gabinetto del Ministro dell’Economia passa a 25 luglio 1943, è bene ricor- Questo nel Vangelo non è ge sulle Dichiarazioni antici- quando si dice sempre di sì alla
Comandante Interregionale di Milano dopo che Daniele Ca- dare che qualche giorno pri- scritto!”. Aggiunge sconsola- pate di trattamento, che non gerarchia ecclesiastica. De Ga-
prino è diventato Comandante in seconda. ma a Camaldoli personalità to Del Colle: “Mi fa pena ve- c’è dubbio verrebbe bocciata speri era un buon cattolico e
come Fanfani, Vanoni e il gio- dere certi cattolici della mag- se un domani ci fosse un refe- ha saputo dire di no ad un
vanissimo Andreotti avevano gioranza difendere in tv cose rendum”. grande papa come Pio XII”.
Giovedì 21 luglio 2011 pagina 7

S
SERVIZIETTO PUBBLICO

ul nodo della natura giuridica della
I dirigenti: sulla tutela Rai intervenga anche il presidente
della commissione di Vigilanza,
Sergio Zavoli. Lo chiede l'Associazione dei
legale intervenga dirigenti della Rai (Adrai), che sollecita “un
intervento forte per affrontare e risolvere” un
problema “che rischia di essere il cappio che
la Vigilanza di Zavoli porrà fine all'esistenza stessa della Rai”. Per
l'Adrai, "le polemiche che da più parti stanno in
queste ore gettando benzina sul fuoco ci fanno
capire che pochi hanno percepito la gravità del
momento; è il tempo del coraggio e della
responsabilità, ed i dirigenti della Rai non
possono piu' fare sconti a nessuno”. Il
riferimento è a chi gestisce l'azienda, ovvero il
direttore generale, “con il quale si è comunque
avviato - riconosce l'Adrai - un percorso di
confronto attraverso l'imminente apertura di
un tavolo permanente sui temi prioritari (in
particolare sulla nuova organizzazione
aziendale)”, e il CdA, “che tra esternazioni ed
iniziative tragicomiche per l'immagine dei
vertici Rai rischia di non trovare il necessario
equilibrio”.

DI TUTTO DI PIÙ
RAI, UN DIRIGENTE
ADDETTO AI PREMI
Antonio Bruni per mestiere ritira targhette
e scrive poesie sul cetriolo
di Carlo Tecce zaroma di Sutri, reciterà “Donna trasporta la stanza lontano/ mu-
a figura intera” per festeggiare nisce di ali il respiro/ volando su
ntonio Bruni, dirigente l'Unità d'Italia con documenti, Viale Mazzini la sede della Rai con il cavallo simbolo del servizio pubblico televisivo italiano

A
Rai, uomo di mondo: “Ho
girato i cinque continen-
ti”. Modestamente. La ca-
rica, già: responsabile Festival
internazionali. Traduca, prego:
“Dal '94 faccio premiare i pro-
dotti di viale Mazzini e vado a ri-
tirare le medaglie”. A volte dei
prosciutti: “Non ricordo bene.
In Norvegia mi hanno conse-
gnato un maglione”. Di lana?
“Molto pesante o forse, ora che
ci penso bene, era un salame es-
siccato. Una prelibatezza tipica
del luogo”. Bruni parla un po' in
sestina lirica e un po' in endeca-
sillabi sciolti. È deformazione
professionale: “Mi diverto a scri-
vere poesie”. L'agenda è fitta fit-
ta: un evento nelle campagne ro-
mane oppure in Nuova Caledo-
nia, isola francese nell'Oceano
Pacifico. Invidia-
bile la sua capaci-
tà di unire il dove-
re e il piacere sen-
za distinzioni.
Prendete nota: og-
gi il poliedrico
Bruni, ore 18,30
palazzo Cialli Mez-
Distici e insaccati
La pagina web
di Bruni. A fianco,
la poesia dedicata
al cetriolo:
“Ingiustamente
accusato di
trasmettere
l’escherichia coli”
visivi, sonori, cartacei di viale
Mazzini. Spiace deludere i letto-
ri più curiosi, non c'è traccia di
“Donna a figura intera” nel sito
ufficiale di Bruni.
OSIAMO RIMEDIARE con
“Donna in abito estivo”: “Il caldo
autorizza a scoprirmi/ licenza re-
pressa ma ambita/ è nudo il collo
da chioma/ lo avvampa la mano
del sole/ ma sfido il rossore del
bacio/ che scende alle libere co-
sce/ slanciate sui tacchi suonan-
ti”. Per incuriosire gli invitati e ra-
dunare le folle a palazzo Cialli
Mezzaroma di Sutri, Bruni infar-
cisce le lettere con dei compo-
nimenti a tema. Fa caldo? Ec-
co, “Aria condizionata”: “Mi
strega quel soffio sottile/
lidi e colline/ aumenta all’ester-
no il calore/ lo accoppia a rumo-
re in crescendo/ contrasta coi rit-
mi terrestri/ minaccia che arriva
su schiena/ sfidare l’estate è do-
lore!”. Qualcosa di fresco? Ecco,
“L'invito dell'anguria”: “Man-
giarla richiama una festa/ ballare
con ritmi e canzoni/ cantare su-
dare sfrenarsi/ richiede scurirsi
di pelle/ per reggere tinte splen-
denti/ il verde tigrato che sfida/ il
rosso che invade la gola”. La Rai è
bocciata in scienze ortofruttico-
le. L'anguria di Bruni fa a pugni
con il peperoncino del consiglie-
re Guglielmo Rositani: il Cda di
viale Mazzini, sempre oggi per
un giorno straordinario di festa,
sarà in trasferta nel reatino per
“Rieti cuore piccante”. Il respon-
sabile Festival internazionali,
che si firma Head of International
Events, svela in esclusiva il pro-
gramma di agosto e settembre:
Teatro fontanone al Gianicolo,
Torre Massimiliana di Isola di
Sant'Erasmo, Sala comunale di
Rieti.
È IL RIPOSO. La pausa estiva
del nostro Head of International
Events che, più esploratore di
Marco Polo, in 17 anni di onorata
carriera ha diffuso sul globo ter-
racqueo il marchio Rai: 900 con-
corsi, 550 riconoscimenti, 60
paesi nel mondo. Breve carrella-
ta: Algeria. Argentina, Armenia,
Australia, Belgio, Bielorussia, Bo-
snia, Brasile, Bulgaria, Canada,
Cile, Cina, Corea, Croazia, Egit-
to, Emirati Arabi, Estonia. Men-
In 17 anni ha
visitato
sessanta Paesi
Eppure Rai
Trade definisce
la sua attività
inutile
zione speciale per Nepal e Tan-
zania. Un bel bottino: 17 Fipa
d’oro e 3 d’argento a Biarritz, 8
Ninfe d’oro e 9 d’argento a Mon-
tecarlo, 2 Rose d’oro, 9 Magnolie
a Shanghai, 2 a Banff. Quante sta-
tuette l'anno scorso? “Sessanta,
dico sessanta”. Bruni, sarà una fa-
tica pazzesca: “Non posso anda-
re ovunque, spesso lascio”. A
chi? “Dipende. Non ho collabo-
ratori. Sono una struttura mono-
cratica”. Una terribile condanna.
Che possiamo calmierare con “Il
cetriolo è innocente”, un gesto
di estemporaneo sentimento per
un ortaggio – scrive Bruni sul sito
– accusato ingiustamente di tra-
smettere l'escherichia coli: “Di
ruvido aspetto/è rigido e muto/
rifiuta gli sguardi/ nel verde se-
greto/ rivela candore/ di morbidi
semi/ non cela infezioni/ depura
le rughe/ difende la dieta/ con
tartaro acido/ i grassi combatte/
con zucchero o sale/ compagno
a merenda/ si sposa allo yogurt/
corteggia insalata”. Bruni non ri-
fiuta la domanda fatidica. I suoi
viaggi aiutano la Rai? “E come no!
Nel mondo conoscono il nome
di un'azienda italiana, apprezza-
no le radio, le televisioni, i varie-
tà”. Cosa ci guadagna la Rai? “Le
targhette e le medaglie hanno un
valore simbolico, la pubblicità
non ha prezzo”. Bruni, i suoi me-
riti superano i cinque continenti.
Proviamo con un racconto libe-
ro. Riflette: “Cose strane? Ah, sì.
Spesso ti premiano con una scul-
tura di bronzo, e ti chiedi: passe-
rà i controlli all'aeroporto? O ti
danno una bottiglia di spumante
e speri che arrivi integra”.
Eppure Rai Trade, la società che
gestisce il mercato estero, defini-
sce così l'opera mondiale di Bru-
ni: “Inutile. I Festival valgono ze-
ro”. Da anni l'azienda cerca di in-
centivare il poeta-dirigente a ri-
solvere il contratto anticipando
la pensione. Nulla. Per commuo-
vere quei cuori di pietra che ge-
stiscono viale Mazzini, citiamo
una poesia che sembra scritta
per il direttore generale Lorenza
Lei. “Una vera signora”: “Lei ha
vera eleganza contessa/ è vero il
nobile stemma/ è vera ricchezza
in famiglia/ è vera su abiti firma/
è vero l’affetto al potere/ è vera
minaccia avversaria/ è vera du-
rezza di scontro/ è vero veleno
l’accusa/ il falso col tono del ve-
ro”. Aridatece Bondi.
Salami, vini,
maglioni di lana
e soprattutto
targhe
Lui dice: “La
pubblicità
non ha prezzo”

Via Liofredi, la Lega conquista Rai2 REPORT la solidarietà

PROMOSSO D’ALESSANDRO, IN VIALE MAZZINI VA IN SCENA LA SPARTIZIONE. CDA DIVISO
comunica: Pasquale D’Ales-
LRai2asaRai
ndro (in quota Lega) direttore di
al posto di Massimo Liofredi
(Rai Ragazzi), Massimo Ferrario
(sempre leghista) a Rai 5 , Silvia Ca-
landrelli (vicina al Pd) a Rai Educa-
zione e Alessandro Zucca alla dire-
zione coordinamento Sedi Regionali.
Più la presa in giro di confermare uf-
ficialmente Carlo Freccero a Rai4.
Ieri viale Mazzini ha dimostrato come
la lottizzazione sia viva e vegeta nella
televisione pubblica. Nemmeno una
parola per la copertura legale a Repor t
di Milena Gabanelli e per le migliaia e
migliaia di dipendenti e collaboratori
che l'azienda vuole abbandonare sen-
za pagare le spese processuali. Viale
Mazzini ha sfoggiato la sua efficienza
varando un pacchetto di nomine che
soddisfa una parte del centrosinistra
e una parte del centrodestra. L'op-
posizione e la maggioranza si divido-
no: Nino Rizzo Nervo (Pd), Antonio
dei telespettatori
Verro (Pdl) e Rodolfo De Laurentiis tutela legale dei giornalisti (e io non
(Udc) hanno lasciato il Consiglio di sono d’accordo) valgono le regole
amministrazione durante le votazio- della pubblica amministrazione, allo-
nche se l’azienda fa di tutto per ostacolare il lavoro di
Asenza
Milena Gabanelli e della redazione di Repor t, ancora
copertura legale e in grave ritardo sui tempi di
ni. Decisiva la presenza di Giorgio ra quelle regole devono essere intro- lavoro, c’è il pubblico della Rai che, oltre a pagare il
Van Straten (Pd) per garantire il nu- dotte anche nelle procedure di no- canone di abbonamento, si dice pronto a garantire la
mero legale, ancora più determinan- mina. Varare con una maggioranza ri- manleva al programma. La giornalista ogni giorno rice-
te la volontà del direttore generale Lei sicata questo pacchetto di nomine – ve lettere di stima e di solidarietà dei telespettatori che
e del presidente Garimberti. Senza aggiunge - è stato un errore molto si dicono disponibili a finanziare Repor t. Ieri il Fatto ha
curarsi di risolvere grave che purtroppo in- ricevuto una lettera dell’avvo-
la natura giuridica Lorenza Lei, dg Rai (F L P ) debolisce ancora una
OTO A RESSE
cato Giancarlo Angelini di Bre-
dell'azienda, se or- volta la credibilità della scia: “Mi impegno a contribui-
ganismo pubblico Rai”. Anche il berlusco- re con 5 mila euro alle spese
o società per azio- niano Verro è critico con legali che la signora Gabanelli
ni, la Rai blocca Re- la Lei e Garimberti: “Non dovesse sostenere se rimanes-
por t e approva le ho partecipato per una se priva della tutela legale per
nomine. Dice Riz- questione di buon sen- il suo lavoro in Rai”. Dove l’a-
zo Nervo: “Non ho so”. zienda abdica al suo ruolo, in-
partecipato alla vo- Tutto finisce con un cor- tervengono i telespettatori. E
tazione sulle nomi- tocircuito: il Pd che cri- va ricordato che Repor t non ha
ne perchè avevo tica il Pd. Il deputato mai ricevuto condanne defini-
posto un problema Matteo Orfini condivide tive né multe dell’Agcom in 14
serio del quale so- il giudizio dell’Idv: anni di servizio.
no fermamente “Un’altra giornata nera
convinto: se per la per viale Mazzini”.
pagina 8
di Roberta Zunini
ittadino onorario di Geno-
C va “per la forza e il corag-
gio dimostrati nell’esple-
tamento della sua funzio-
ne di informazione e divulgazio-
ne giornalistica su quanto visto
e vissuto durante gli eventi del
G8 2001, rappresentando tutti
coloro che si pongono al servi-
zio della libertà di stampa anche
a rischio della propria incolumi-
tà”. L’inglese Mark Covell, una
delle vittime dell’assalto alla
scuola Diaz, è stato insignito
della cittadinanza onoraria dal
sindaco Marta Vincenzi a dieci
anni dalla notte in cui le sue co-
stole furono fratturate, i polmo-
ni perforati e fu ricoverato in fin
di vita per emorragie interne
con danni alla spina dorsale e 16
denti in meno.
Mark Covell non ride mai: non
solo non gli riesce psicologica-
mente a causa di un disturbo
psicologico da stress post trau-
matico ancora molto forte, ma
per non mostrare la sua dentiera
sgangherata, da vecchio indi-
gente. Peccato che questo uo-
mo piccolo e scheletrico non
sia anziano : ha 43 anni. Quella
del giornalista indipendente in-
glese Mark Covell, è la storia di
una vita andata male. Presa a cal-
ci dal populismo becero di una
classe politica tanto arrogante
quanto priva di morale, in grado
di orientare, con una dose di ci-
nismo senza possibilità di me-
diazione, tutto ciò che da lei di-
pende, comprese le forze del-
l'ordine. Se a sfigurargli il volto e
a mandarlo in coma – la notte tra
il 21 e il 22 luglio del 2001, a Ge-
nova, davanti al cancello della
scuola Diaz – furono gli scarpo-
ni, i manganelli e i pugni della
polizia, non c'è dubbio che il cli-
ma politico di allora avesse con-
tribuito a far sentire onnipoten-
ti le forze di sicurezza. L’assalto
alla sede del Social Forum fu an-
che la traduzione con tecniche
da “macelleria messicana” (co-
me disse il comandante Miche-
langelo Fournier) della visione
dispotica del potere da parte del
governo di allora e specialmen-
te di alcuni suoi esponenti.
Sospensioni
non promozioni
“A DISTANZA di 10 anni, ciò
che fa male è vedere che dirigenti
della polizia, come Spartaco
Mortola, condannati in appello
per i pestaggi di quella notte, so-
no stati promossi – dice con una
smorfia di disgusto – e Silvio Ber-
lusconi e Gianfranco Fini sono
ancora ai vertici delle istituzioni
italiane. Con il loro atteggiamen-
to hanno creato il clima affinché
alla Diaz e a Bolzaneto venissero
violati i trattati internazionali, ra-
tificati peraltro dall’Italia, a pro-
tezione delle libertà civili degli
individui, come il diritto di espri-
mersi, di non venire puniti fisica-
mente, di non essere torturati, di
avere una difesa legale, di non es-
sere detenuti arbitrariamente”.
Mark Covell ragiona da cittadino
del mondo anglosassone, dove i
politici si dimettono per questio-
ni di opportunità, di etica, non
solo per aver commesso un cri-
mine. Il giornalista prima di an-
dare a Genova, la settimana scor-
sa è andato a Roma per cercare di
incontrare i rappresentanti sin-
dacali della polizia e chiedere lo-
“MACELLERIA”
Scuola Diaz, storia
di un sopravvissuto
Il giornalista Mark Covell:
“Nessuno ha mai pagato”
ro di fare pressione affinché ven-
gano sospesi gli ufficiali e gli
agenti della pubblica sicurezza,
che nella sentenza d’appello del
2008, furono condannati. “L’In-
ghilterra non è certo un paese
perfetto ma, come potete vedere
anche da ciò che sta accadendo
in questi giorni, i vertici della po-
lizia si sono dimessi ancor prima
di andare a processo”. Sono rima-
sto scioccato quando ho saputo
che Mortola era stato promosso
addirittura questore. Non chie-
do, come avviene nel mio paese,
che un alto ufficiale, condannato
in secondo grado di giudizio,
venga sospeso, ma che almeno
non venga promosso”.
E cosa le hanno risposto? “Che
non dovevo rivolgermi a loro ma
al ministro dell'Interno ”. Lo farà?
“Non ho molta fiducia, il ministe-
ro dell’Interno, in quanto istitu-
zione, non ha mai collaborato at-
tivamente. L’amministrazione
della polizia che dipende dal mi-
nistero durante le indagini man-
dò alla Procura una lista incom-
In un video
ha ricostruito
le aggressioni
“Non tutti
gli agenti sono
stati identificati
Chi sa, parli”
pleta dei nomi dei poliziotti che
assaltarono la Diaz. La stessa am-
ministrazione successivamente
ne mandò un’altra con nuovi no-
mi, ma sempre incomple-
ta”.Enrico Zucca, il pubblico mi-
nistero che condusse le indagini,
ricorda al Fatto che nelle liste non
c’era nemmeno il nome di Troia-
ni, il poliziotto che portò le mo-
lotov nella scuola. Il ministero
peraltro (sia durante il governo
Berlusconi sia in quello Prodi)
non ha mai voluto riconoscere il
diritto al risarcimento di Covell
Che in questo decennio ha dovu-
to scegliere se indebitarsi per far-
si impiantare i denti o per non
morire di depressione. “Ho deci-
so di spendere i pochi soldi che
avevo e di chiedere un prestito
per fare una ricostruzione video,
il più possibile precisa, di quanto
accadde quella notte. Ho dovuto
acquistare computer e software
sofisticati. Ho messo assieme un
documentario di due ore, dove
attraverso i punti di vista di sei te-
lecamere, si riesce a capire me-
glio quanto gli ufficiali di polizia
fossero stati vicini a me mentre
venivo picchiato a più riprese dai
loro agenti. Non potevano dun-
que non sapere”.
Il corpo inerme di Covell fu la-
sciato per venti minuti senza soc-
Giovedì 21 luglio 2011
GENOVA PER NOI
zio, dicano quel che sanno. “Spe-
ro che entro 24 anni, ne sono già
passati 10 purtroppo, la magi-
stratura riesca a istruire un nuovo
processo per tentato omicidio
nei miei confronti. Sono stato
picchiato in quattro momenti
senza motivo. Ho perso cono-
scenza e sono vivo solo perché,
mentre ero disteso a terra svenu-
to, qualcuno ha avuto pietà e mi
ha trascinato via per poi caricar-
mi su un’ambulanza. Sono stato
in ospedale per giorni e hanno
tentato di arrestarmi e portarmi a
Bolzaneto. Per fortuna l’amba-
sciata inglese lo ha impedito. Lo
so che sarà difficile, ma vorrei
che Spartaco Mortola e tutti gli al-
ti dirigenti presenti venissero in-
dagati per tentato omicidio nei
In coma Il reporter subì quattro
miei confronti. Altro che pro-
mossi questori”.
aggressioni durante la notte
della “macelleria messicana”
(FOTO ANSA)
“Crimini
ancora coperti”
corso, pur essendo circondato però ha distrutto la sua vita. I ge- gile ma determinata. “Spero che MARK COVELL si stanca facil-
da decine di funzionari di pubbli- nitori e la sorella hanno creduto attraverso il video dove si vedo- mente, non è più riuscito a tro-
ca sicurezza. “Che hanno sem- ai resoconti della polizia italiana, no alcuni agenti dei quali gli in- vare un lavoro fisso, vive del sus-
pre negato di avermi mai visto. anziché a lui e hanno tagliato tut- quirenti non hanno scoperto i sidio di disoccupazione in una
Ma la sentenza d’appello, attra- ti i contatti Indymedia, e stavo an- nomi, qualcuno che li conosce si casa popolare nella periferia di
verso le ricostruzioni video, ha dando alla Diaz per dormire, con faccia vivo”. Quest’uomo prova- Londra. Non ha ancora ricevuto
dimostrato che mentivano”. il mio regolare accredito stampa to e sfiduciato, spera ancora che alcun risarcimento. E beffa delle
Nessuno ancora oggi sa chi ha appeso al collo”. qualche agente o in generale i te- beffe, per molti anni, dopo esse-
massacrato Covell. Questa storia Covell è una persona molto fra- stimoni, finora rimasti in silen- re rientrato in Inghilterra ha avu-
to la polizia inglese alle calcagna:
nessuno in Italia probabilmente
si era ricordato di avvisarla che
L’anniversario Covell non aveva commesso al-
cun reato e che il suo arresto per
associazione a delinquere, utiliz-
CARLO GIULIANI, RAGAZZO zo di armi da guerra (le molotov)
e resistenza, era illegittimo. Enri-
co Zucca ha detto al Fatto: “Anco-
ra oggi il riscatto dell’immagine e
della autorevolezza della polizia
è nelle mani della stessa polizia.
Occorre che chi ha salvato dalla
furia dei colleghi Mark Covell
prenda le distanze da quel fatto
criminoso. Altrimenti sarà diffi-
cile ricostruire il rapporto di fidu-
cia con un’istituzione che spesso
fa appello al senso civico dei cit-
tadini e al loro coraggio di denun-
ciare. Ma sarà possibile quando
le coperture di quei crimini pro-
vengono dai vertici di quel cor-
po? E quando nessun’altra istitu-
zione richiede la trasparenza?
Una cosa è chiara: il solo accer-
tamento giudiziario non basta né
alla diagnosi completa dei mali
né alla loro cura. La prevenzione
e la repressione delle violazioni
dei diritti umani infatti, come ri-
Un lungo applauso ha ricordato Carlo Giuliani: in piazza Alimonda, a Genova, c’erano chiedono gli standard della Cor-
circa 500 persone nel primo giorno delle iniziative per il decennale del G8. Sul palco, te di Strasburgo, chiamano alla
oltre al padre di Giuliani, Giuliano, anche don Luigi Ciotti e don Andrea Gallo, che nel suo responsabilità e alla salvaguardia
intervento se l’è presa con Marchionne, mandandolo letteralmente a quel paese (FOTO ANSA) dei diritti inviolabili tutte le isti-
tuzioni dello Stato”.
DECRETO TORNA IN COMMISSIONE
RIFIUTI, CROLLA IL GOVERNO (E LA PRESTIGIACOMO)
di Chiara Paolin nemmeno nei tempi e veder cadere mi- Intanto il malandato “decreto conte-
seramente tutto il lavoro fatto. “È stata nente misure urgenti per affrontare la
o, non mi sento sconfessata”. La una giornata di particolare confusio- crisi nei rifiuti in Campania” ritorna in
“N faccia è scura, ma il dovere di reg-
gere almeno la facciata è più forte della
ne, evidentemente ci sono stati voti pa-
sticciati di cui mi rammarico – ha detto
commissione Ambiente la prossima set-
timana, così come deciso dall’Aula di
delusione. Stefania Prestigiacomo, mi- il ministro –. Ma non mi sento sconfes- Montecitorio. Ormai però la maggioran-
nistro dell'Ambiente, deve commenta- sata, perchè non posso certo cambiare za sembra decisa a far decorrere i ter-
re la giornata nera del Decreto rifiuti: idea sul parere ad una mozione che mini per la conversione. Senza la con-
governo battuto due volte alla Camera chiede che i soldi per la Campania sia- versione in legge del provvedimento,
dei Deputati, testo svuotato dei tanti no spesi con trasparenza” ha aggiunto. che scade il 30 agosto, la situazione sul
contenuti proposti dallo stesso mini- In realtà il problema vero è stato, come trasferimento dei rifiuti fuori regione ri-
stro per tentare di salvare Napoli, tutto al solito, il freddo leghista, la solita con- torna quella che era prima della senten-
pericolosamente rimandato alla pros- trarietà a far uscire i rifiuti dalla Cam- za del Tar Lazio, che ne aveva bloccato la
sima settimana col rischio di non stare pania. circolazione. Questo grazie all’ordinan-
Ma non sono mancati episodi di ner- za di “sospensione” di quella sentenza
vosismo puro. Come la discussione in- del Tar da parte del Consiglio di Stato (da
fiammata tra il ministro Michela Bram- cui è atteso un giudizio di merito il 6 di-
billa e il capogruppo del Pdl alla Came- cembre), che di fatto apre al trasporto
ra, Fabrizio Cicchitto prima nell’Aula extra-regionale della spazzatura.
di Montecitorio poi in Transatlantico. “Lo spettacolo del Parlamento è franca-
Il capogruppo, al termine del dibattito mente deludente, per me, per chi gover-
sul decreto rifiuti, si è avvicinato al mi- na in Campania, per i cittadini – ha rea-
nistro del Turismo rimproverandole di gito il sindaco di Napoli, Luigi de Magi-
avere un livello basso di presenze in stris –. È l’ulteriore prova che, al di là
Aula, aprendo così un botta e risposta della buona volontà del ministro Presti-
con la collega di partito che è conti- giacomo, non c’è nulla. Se questa è l’im-
nuato anche fuori dell’aula: eri in ritar- magine della solidarietà concreta da da-
do, le avrebbe detto. Visibilmente in- re a una città e una provincia in difficoltà
nervosita, la Brambilla se n’è andata ac- c’è solo da fare una cosa, e cioè rendere
compagnata da Denis Verdini. Napoli autonoma”, ha concluso.
Giovedì 21 luglio 2011 pagina 9

ECONOMIA

I MIRACOLI DI DON VERZÉ Favori agli amici e progetti megalomani

così è stato ridotto sul lastrico il San Raffaele
di Vittorio Malagutti Don Diego, riservato a una visto che l’hotel Don Diego L’inchiesta
Milano clientela d’élite, almeno a giu- viaggia in rosso. L’iniziativa

iantagioni brasiliane. Pa-

P
lazzi e ospedali nei Paesi
dell’est Europa. Aerei
ed elicotteri intestati a
società della Nuova Zelanda.
È ufficialmente cominciata la
caccia al tesoro del San Raf-
faele. Ma per trovare le tracce
delle centinaia di milioni di in-
vestimenti sballati che hanno
messo sul lastrico l’impero sa-
nitario di don Luigi Verzé non
c’è bisogno di andare in capo
al mondo. La catastrofe è co-
minciata e si è sviluppata a Mi-
lano e dintorni. Tutt’al più per
capire come e perché una del-
le strutture di eccellenza della
sanità nazionale sia stata por-
tata sull’orlo del crac è suffi-
ciente una capatina in Costa
Smeralda, sulla spiaggia che si
affaccia sul mare azzurro di
fronte all’isola di Tavolara.
Don Verzé è arrivato anche lì.
Niente ospedali. Niente ope-
re di bene. Più prosaicamente
un hotel a quattro stelle, il
dicare dai prezzi: anche cin-
quemila euro per una settima-
na in alta stagione. L’albergo è
di proprietà della Fondazione
Monte Tabor, la stessa che
controlla il San Raffaele. La ge-
stione però è affidata a un’al-
tra società, la San Diego srl
che fa capo a cinque azionisti.
Uno di loro è l’attore Renato
Pozzetto (quello di Cochi e
Renato). Un altro, con una
quota del 20 per cento, si
chiama Mario Cal. Proprio lui,
il braccio destro di don Verzé,
il manager che si è suicidato
lunedì scorso.
DUNQUE la Fondazione ha
dirottato milioni di euro dalle
attività sanitarie a quelle alber-
ghiere e uno dei massimi di-
rigenti della fondazione stessa
si è messo personalmente in
pista, con un investimento di
poche decine di migliaia di eu-
ro, per partecipare agli utili
dell’iniziativa. Utili che per la
verità ancora non si vedono,
sarda è tutto sommato una pic- OGGI FLICK
cola cosa, almeno se confron-
tata con il miliardo e più di de-
biti che grava sul San Raffaele, DAI PM,
ma riesce a dare un’idea di co-
me andassero le cose nel re-
gno di don Verzé. Con l’andar
CHIEDE TEMPO
del tempo una miriade di in- entre procede l’in-
vestimenti sballati e di proget-
ti megalomani ha minato alle
M chiesta per istigazio-
ne al suicidio sulla morte
fondamenta la grande opera dell’ex braccio destro di
del sacerdote visionario. Con don Verzé, Mario Cal (ieri
il contorno, come si vede nel è stata effettuata l’autop-
caso dell’hotel San Diego, an- sia, domani i funerali), l’al-
che di evidenti conflitti di in- tro filone d’indagine,
teressi. quello sul dissesto del San
“Tutto è possibile a chi crede”, Raffaele ha ripreso vigore:
ripete il novantenne gran capo oggi è atteso in procura a
della Fondazione Monte Ta- Milano l'avvocato ed ex
bor. Quasi tutto, verrebbe da ministro Giovanni Maria
correggere. Se per esempio si Flick, neo-consigliere no-
impiegano nelle iniziative più minato dal Vaticano, della
disparate parte dei soldi ver- fondazione Monte Tabor
sati dalla Regione Lombardia che gestisce la struttura
per i rimborsi dei medicinali e sanitaria.
dei ricoveri in convenzione L'ex Guardasigilli dovreb-
(oltre 400 milioni l’anno), al- be incontrare i pm Luigi
lora è chiaro che si corre dritti Orsi e Laura Pedio e il pro-
verso il dissesto. Per un po’, curatore aggiunto France-
infatti, il peso di questa stra- Il San Raffaele di Milano (FOTO LAPRESSE) sco Greco per chiedere
tegia folle è stato fatto ricadere più tempo per elaborare

Pianeta Fiat
sui fornitori. E così il debito
verso le aziende che riforni-
Milioni di euro che però alla fine del 2008 si è
sfilato. Adesso tutto è fermo.
un piano di salvataggio
del gruppo ospedaliero
scono il San Raffaele, dalle
aziende farmaceutiche a quel-
dirottati Invenduti gli appartamenti,
fin qui proposti a prezzi giu-
gravato da debiti per oltre
un miliardo. Il concordato

IRISBUS, LA PROTESTA le informatiche, è esploso fino

a superare i 500 milioni.
IN PAROLE POVERE i fi-
nanziamenti pubblici sono sta-
ti in parte assorbiti da inizia-
tive che nulla avevano a che
fare con il bene comune. Tipo
la colossale cupola con l’ar-
cangelo sulla sommità costata
oltre 60 milioni. Oppure il
nuovo ospedale di Olbia, co-
stato oltre 200 milioni di euro
in buona parte finanziati dalle
banche. Una struttura finita di
costruire pochi mesi fa e che
sembra destinata restare fer-
ma fino a quando non si chia-
La protesta dei lavoratori della Irisbus di rirà il destino dell’intero grup-
Grottaminarda (Avellino) al ministero dello po sanitario. Poi c’è il capitolo
Sviluppo economico. La Fiat ha bloccato la delle speculazioni immobilia-
procedura di cessione dello stabilimento ri. Basta fare un viaggetto di
pochi chilometri da Milano fi-
in hotel di lusso
in Costa
Smeralda
e speculazioni
immobiliari
no a Cologno Monzese, una
cittadina dell’hinterland. Qui
una società del San Raffaele, la
Edilraf a suo tempo ammini-
strata da Cal, ha restaurato una
villa storica immersa in un par-
co dove ha anche costruito de-
cine di appartamenti. All’ope-
razione aveva partecipato an-
che il gruppo Diodoro costru-
zioni di Pierino Zammarchi,
dicati fuori mercato. Fermi an-
che l’auditorium e il ristorante
che avrebbero dovuto essere
consegnati al comune di Co-
logno. Nel frattempo la Edilraf
ha accumulato debiti per oltre
60 milioni di cui quasi 35 verso
le banche e 16 milioni nei con-
fronti della stessa fondazione
Monte Tabor. Adesso anche la
Edilraf è in vendita. Trovare un
compratore però sarà un’im-
presa. A meno di non cedere a
prezzi di saldo. Lo stesso di-
scorso vale per molte altre par-
tecipazioni. Il Vaticano, che ha
preso il comando al San Raf-
faele, potrebbe quindi essere
costretto a svendere. Ma in
questo modo non sarà facile
tappare il buco lasciato da don
Verzé. Salvo miracoli, ovvia-
mente.
preventivo messo a punto
nelle settimane scorse dai
consulenti della fondazio-
ne è stato accantonato dai
nuovi amministratori di
nomina vaticana. Restano
due strade. Un nuovo con-
cordato oppure il risana-
mento con un’immediata
iniezione di liquidità per
almeno 150 milioni e poi
nei prossimi mesi la ces-
sione di attività. Sul San
Raffaele pende però una
possibile iniziativa della
procura che potrebbe
chiedere il fallimento.
L’incontro di Flick con i
magistrati servirà proprio
a prospettare soluzioni a
un dissesto che con l’an-
dar del tempo si avvicina
sempre di più.

Una torta da 4 miliardi. È guerra sulle case Enasarco

QUERELE INCROCIATE TRA L’ASSOCIAZIONE DEGLI AGENTI E IL PRESIDENTE DELL’ENTE PER LA VENDITA DEI 17 MILA APPARTAMENTI
di Daniele Martini tribunale, dopo che nei mesi passati aveva ac- sindaci revisori dei conti che sarà nominato in fu-
ceso le proteste di una parte degli inquilini, quel- turo.

Stoneulquerele.
piano “Mercurio” volano e si incrociano le
Ancora non è stato venduto un mat-
e già siamo alle carte bollate pro e contro il
gigantesco progetto di cessione del patrimonio
immobiliare Enasarco, l’ente dei rappresentanti
di commercio, 17 mila appartamenti in tutta Ita-
lia, di cui 15 mila solo a Roma. Valore stimato: 4
miliardi e mezzo di euro. La Cisal-Federagenti,
una delle 8 organizzazioni più rappresentative
degli agenti di commercio, contrarissima alla
vendita, si sente ingiustamente esclusa dal nuo-
vo consiglio di amministrazione che si è insedia-
to ieri mattina e che dovrebbe concretamente
gestire la mastodontica operazione. Dopo aver
segnalato alcuni giorni fa la faccenda con una
lettera alla Guardia di Finanza, alla polizia e ai
carabinieri, il segretario dell’organizzazione,
Manfredo Cornaro, colui che si sente defraudato
del diritto di diventare consigliere dell’ente, ieri
ha presentato una querela al sostituto procura-
tore del tribunale di Roma, Rodolfo Sabelli, con-
tro il presidente Enasarco, Brunetto Boco. Il qua-
le tramite la Fondazione ha risposto con una con-
troquerela nei confronti dei capi di Federagenti
ipotizzando reati pesanti: minacce, estorsione,
violenza, diffamazione.
E così, com’era prevedibile, la più grande ope-
razione immobiliare in corso in Italia approda in
li poco propensi ad aderire all’invito per l’acqui-
sto del loro appartamento.
FEDERAGENTI si fa forte di una lettera inviata
all’Enasarco dal ministro del Lavoro, Maurizio Sac-
coni, in cui la stessa Federagenti è inserita tra le 8
associazioni più rappresentative e quindi titolata
ad esprimere un rappresentante in Consiglio di
amministrazione in base all’articolo 8 dello Sta-
tuto. Di più: ritiene offensiva l’esclusione consi-
derando che invece è stata accolta la designazio-
ne di un consulente Confapi (associazione di pic-
cole e medie imprese), l’avvocato Pietro Anello,
condannato un mese fa in primo grado a 4 anni,
all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e per
un anno dalla professione, nell’ambito del proces-
so per le tangenti nella sanità privata in Abruzzo.
I PORTAVOCE Enasarco ammettono l’esisten-
za della lettera del ministro e riconoscono che in
quel documento tra le associazioni più rappresen-
tative è menzionata Federagenti, ma sostengono
pure che questo non implica che essa abbia di-
ritto ispo facto a un posto in Consiglio perché per la
composizione di quest’ultimo devono valere an-
che «altri criteri, altre valutazioni e procedure».
Secondo le stesse fonti, Federagenti può ambire al
massimo ad un rappresentante nel collegio dei
DIETRO la guerra a colpi di querela per il Con-
siglio di amministrazione, si intravedono interessi
corposi e contrapposti. I dirigenti Enasarco, a co-
minciare dal presidente Boco, un sindacalista Uil
mai stato rappresentante di commercio e rieletto
ieri dal nuovo consiglio di amministrazione, pre-
mono a più non posso per la vendita. Dicono che
il patrimonio immobiliare è troppo sparpagliato
per la città, di difficile manutenzione, rende poco
all’ente e quindi vogliono disfarsene in toto e al
più presto per impiegare il ricavato in altro modo,
soprattutto in operazioni finanziarie.
FEDERAGENTI, invece, sostenuta da sigle mi-
nori, come l’Ugifai di Carlo Massaro o l’Anasf (pro- Un palazzo dell’Enasarco a Roma (
motori finanziari) di Elio Conti Nibali, è contro il
piano Mercurio con diverse motivazioni. La pri- cura in mano agli agenti.
ma è che il momento è dei meno adatti, perché Di lato, rispetto a questi due fronti contrapposti,
causa crisi le quotazioni immobiliari sono depres- ci sono gli inquilini, divisi a loro volta in due schie-
se e quindi la vendita rischia di trasformarsi in una ramenti. Una parte considera l’operazione un
svendita a vantaggio degli acquirenti o di fondi grande affare, perché può acquistare casa usu-
immobiliari e a svantaggio della categoria. La se- fruendo di uno sconto che può arrivare fino al 30
conda motivazione è legata alla prima: siccome il per cento rispetto al prezzo di mercato. Ma una
patrimonio dell’ente, acquistato nel corso degli parte teme la vendita come la peste perché non ha
anni con i soldi dei rappresentanti di commercio, soldi per comprare né con lo sconto né con gli
è un bene a garanzia delle pensioni future, la ven- eventuali mutui agevolati e si sente a un passo dal
dita rischia di compromettere l’unica risorsa si- baratro dello sfratto.
pagina 10
IL CASO MONTESI,
MONTANELLI E L’ETERNA
QUESTIONE MORALE
Dieci anni
fa moriva il più
grande giornalista
italiano: il Fatto
lo ricorda
con una lettera
mai pubblicata,
scritta a metà
degli anni ‘50
al collega
Edmund Stevens
di Marco Travaglio
D
IECI ANNI FA, IL 22 LU-
GLIO 2001, moriva a Mi-
lano Indro Montanelli all’età
di 92 anni. Era nato il 22 apri-
le 1911. Ed era il più grande
giornalista italiano. Il Fatto
Quotidiano lo ricorda con una lettera inedita,
da lui scritta a metà degli anni ‘50, al collega e
amico americano Edmund Stevens, vincitore
del Premio Pulitzer, che in seguito avrebbe
collaborato da Mosca a Il Giornale fondato da
Montanelli nel 1974 e lasciato nel 1994 per
creare La Voce.
Chi era Stevens? In una delle sue “Stanze”,
nella pagina dei lettori del Corriere della Sera, il
28 febbraio 2000, Montanelli lo descriveva
così: “Stevens è una delle figure più singolari del
cosmo giornalistico di questo secolo, ma anche una
delle più misteriose. Io lo conobbi alla fine del '39 a
Helsinki. C’era venuto per seguire la guerra di Fi-
nlandia, dove si cementò la nostra amicizia che non
subì mai incrinature. Di sé, a me disse molte cose,
probabilmente non tutte, ma quelle che mi disse
erano vere. Disse che a Mosca era andato giova-
nissimo, e non come corrispondente di qualche gior-
nale o agenzia americana, ma per una scelta ideo-
logica. Conoscendone già la lingua (in questo era un
fenomeno: ne parlava correntemente sei o sette, fra
cui l’italiano), voleva viverci da russo, impiegato in
una casa editrice moscovita. Ma non da russo la
polizia russa lo aveva trattato, sibbene da infiltrato
per conto dei servizi segreti americani. Solo quando
il più elitario quotidiano americano, il Christian
Science Monitor, se lo prese come corrispondente, gli
fu riconosciuto, e anche lui riconobbe a se stesso, lo
status di giornalista. Non si era più mosso da Mosca,
aveva sposato una russa a cui la polizia aveva dato il
permesso di sposarlo solo su impegno di carpire i
suoi segreti (e lui lo sapeva). Ma al momento delle
grandi “purghe” ('37-'38), lo avevano espulso. E ora
lui smaniava tornarci perché lì aveva la sua casa, una
delle più belle di Mosca. Questo il suo racconto pieno
di zone d’ombra. Ma che bastava a spiegare la
condizione d’imbarazzo in cui si trovava lì in Fi-
nlandia. Lui lo combatteva prendendo nelle sue
esemplari cronache un tale distacco dagli avveni-
menti che non si capiva per quale delle due parti
battesse il suo cuore. Stemmo insieme per tutta la
guerra condividendo anche la camera nell’affolla-
x
INEDITI x
tissimo Hotel Kemp. Insieme ci trovammo più tardi a viato come suicidio, poi viene riaperto come un’orgia in una villa di Capocotta, di proprietà
Oslo, unici giornalisti stranieri testimoni del colpo di
mano tedesco sulla Norvegia, e insieme assistemmo
allo sbarco anglo-francese a Namsos, che mi fece
omicidio dopo una campagna di stampa che
allude a un insabbiamento per coprire respon-
sabilità in alto loco. Salta fuori il nome del
del marchese Ugo Montagna, frequentata da
personaggi della “Roma bene”, della nobiltà e
della politica, durante il quale Wilma avrebbe
tremare: sembrava quello di un esercito di Fran-
ceschiello. Insieme girovagammo per i Paesi balca-
musicista Piero Piccioni, figlio di Attilio, vi-
cepresidente del Consiglio, ministro degli
assunto un cocktail letale a base di alcol e
cocaina che l’avrebbe portata a un malore
nici su cui già si stendeva la svastica di Hitler. E Esteri e numero uno della Democrazia cristia- mortale. Dopodiché il suo cadavere sarebbe
insieme facemmo la guerra di Grecia, ma sui due
fronti opposti: lui quello greco, io quello nostro. Pochi
na dopo il settennato degasperiano. Si parla di stato trasportato sul lido di Torvaianica da al-
cuni partecipanti al festino. La testimo-
giorni dopo la Liberazione, mi raggiunse a Roma con
la moglie Nina e la bellissima figlia Anastasia, già
ballerina del Bolscioi e in seguito, come sai, suicida.
ne-chiave è l’aspirante attrice Maria Augusta
Moneta Caglio, ex amante di Montagna, su-
bito ribattezzata dalla stampa “Cigno Nero”, la
Lavorava per Time e Life di Henry Luce, e per conto
di quel gruppo si riaccasò , dopo la morte di Stalin, a
quale giura che la Montesi aveva intrecciato a
sua volta una relazione con il marchese. Lo
Mosca. Ci ritrovammo, nella primavera del '56, a scandalo impazza sui giornali per un paio
Belgrado, dove lui giunse al seguito di Kruscev che
veniva a chiedere scusa a Tito della scomunica in-
d’anni, facendone lievitare le tirature, ma su-
scitando anche un forte dibattito sui limiti del
flittagli anni prima, e dove, al ricevimento che il diritto di cronaca e sulla necessità di un’au-
Maresciallo gli diede, mi trovai coinvolto in una delle
più buffe scene della mia vita. Completamente
todisciplina della libertà di stampa (che por-
terà, di lì a poco, alla rinascita dell’Ordine dei
ubriaco, Kruscev, scorgendo accanto a me Stevens giornalisti). La vita politica ne esce vieppiù
completamente ubriaco anche lui, corse ad abbrac- avvelenata dalle faide interne alle correnti del-
ciarlo, ma poi cominciarono a litigare coinvolgen- la Dc e dai feroci attacchi delle sinistre al par-
domi in quella rissa da barboni e spintonando anche tito di maggioranza, al governo (sono i mesi
me sotto gli occhi sprezzanti dell’imponente Ma- della cosiddetta “legge truffa”) e alla polizia.
resciallo Tito e quelli atterriti del nostro ambascia- L’opinione pubblica si appassiona, dividendo-
tore Guidotti che mi aveva procurato l’invito e ora si tra innocentisti e colpevolisti. Nel 1954 Pie-
vedeva delinearsi l’incidente diplomatico. Finché so- ro Piccioni e Montagna vengono arrestati, ri-
spettivamente per omicidio e uso di droghe e
per favoreggiamento. Poco dopo Attilio Pic-
Nel pieno dello cioni si dimette da ogni carica nel governo e
nel partito: carriera finita. Nel 1955 tutti gli
scandalo, Montanelli imputati vengono assolti. Nessuno saprà mai
come è morta Wilma Montesi, e perché.
illustra all’amico Nel pieno dello scandalo, Montanelli coglie
l’occasione per illustrare (privatamente: la let-
americano alcuni tratti tera non era destinata alla pubblicazione) al-
l’amico e collega americano trapiantato a Mo-
del Dna dei suoi sca alcuni tratti del Dna degli italiani, cattolici
concittadini, “alla democristiana” e dunque ipocritamente
autoindulgenti fino al cinismo, tutt’affatto di-
democristiani versi dagli americani, figli dei padri pellegrini
protestanti che diedero vita agli Stati Uniti.
più che cristiani, Quattro pagine fitte, vergate da Montanelli
senza praticamente correzioni sulla leggen-
ipocritamente daria Olivetti Lettera 22, che sembrano scritte
oggi, quasi sessant’anni dopo, tra il caso
autoindulgenti Strauss-Kahn, lo scandalo Murdoch e le nostre
eterne Tangentopoli.
pravvenne Mikoyan a trascinar via il “compagno”.
L’indomani andai a svegliare Edmund (alloggiavamo
nello stesso albergo), e gli chiesi: “Ma cosa è di-
ventata questa tua Russia?”. Stropicciandosi gli oc-
chi, mi rispose: “Quello che hai visto stanotte”. Pochi
mesi dopo scoppiava la rivolta d’Ungheria. Come
corrispondente da Mosca del nostro Giornale, Ste-
vens lavorava poco, ma quel poco era sempre uno
“scoop”. La sua vecchiaia (eravamo coetanei) fu
triste. Col “dio che ha fallito”, si sentiva fallito anche
lui. Non lo disse, ma me lo fece varie volte capire. Di
lui conservo una cinquantina di lettere. Ma non le
pubblicherò mai”.
Una delle lettere di risposta di Montanelli
a quelle di Stevens la pubblichiamo qui. È con-
servata alla Fondazione Montanelli-Bassi di Fu-
cecchio. La datazione esatta è incerta. Ma i
riferimenti allo scandalo Montesi la situano fra
il 1954 e il 1955. Il caso Montesi fu il primo
grande scandalo politico-sessuale dell’Italia
repubblicana. L’11 aprile 1953 viene rinve-
nuto, sulla spiaggia di Torvaianica (Roma), il
cadavere di una bella ragazza ventunenne,
Wilma Montesi, che tentava di sfondare nel
mondo del cinema e stava per sposare il suo
fidanzato. Morta probabilmente dopo un rap-
porto intimo. Sulle prime il caso viene archi-

“Gl’italiani, a proibir
loro il Peccato,
cadono nel Vizio”
di Indro Montanelli
C
ARO EDMUND, il tuo richiamo agli
scandali che da qualche anno rallegra-
no la vita italiana è per lo meno su-
perfluo. Montagna, Anna Maria Caglio
eccetera sono infatti, con la Lollobrigida e Sofia
Loren, gli unici personaggi italiani su cui i tuoi
compatrioti siano perfettamente informati e di
cui parlino con competenza. Sanno tutto di loro:
molto più di me, che non so quasi nulla. Ignorano
un particolare soltanto: che questi scandali, nel
nostro paese, sono una novità assoluta, e non ne
rappresentano assolutamente il costume. E ap-
punto per questo fanno tanto rumore. L’Italia non
è un paese moralmente rigoroso. Al contrario, è
un paese indulgente, dove il Peccato circola li-
beramente ed è accolto anche nelle famiglie più
virtuose. Il Vizio, no. Ed è questo che nell’affare
Montagna ha indignato gl’italiani, popolo di pec-
catori, sì, ma sani e gagliardi.
Per meglio spiegarti il clima morale in cui noialtri,
italiani medi, siamo stati educati, ti racconterò un
piccolo aneddoto di famiglia.
Sulla tomba di mio nonno, che fu per tanti anni
sindaco di una piccola città toscana, Fucecchio,
c’è un epitaffio che, come usa da noi, ne ricorda
tutti i meriti e fra le altre cose lo presenta come
“esempio di domestiche virtù”. Fu infatti un buon
marito dell’unica moglie che ebbe e un eccel-
lente padre dei suoi sette figli. E fu considerato un
“esempio” non perché non cedette mai alla ten-
tazione di qualche infedeltà coniugale, ma sem-
plicemente perché nessuno seppe mai con chi le
consumò. Solo dopo la sua morte si scoprì ch’egli
aveva avuto una relazione con una di quelle che
oggi si chiamano “ragazze-squillo” e vengono re-
golarmente perseguitate dalla polizia democri-
stiana. Era una “cucitrice in bianco”, cioè una
piccola sarta che, appena conosciuto mio nonno,
emigrò da Fucecchio e comprò, con il denaro del
suo nuovo amico, un piccolo negozio a Empoli.
Era là, in una decorosa e discreta casetta, che
l’esempio di domestiche virtù andava a visitarla
con una frequenza che decrebbe col crescere dei
suoi anni. Mio nonno era un laico, anzi un mas-
sone. Non voleva preti per casa, ma era contento
che sua moglie e i suoi figli andassero ogni do-
menica a messa. Per Natale mandava sempre al
Vescovo un paio di capponi accompagnati da una
lettera di auguri e di ossequio, e quando lo in-
contrava per strada si toglieva per primo il cap-
pello, ma non gli baciava l’anello.
E massonico e laico era anche il concetto ch’egli
aveva della virtù, che per lui consisteva non nel
rifiuto pregiudiziale del Peccato, ma nell’obbligo
di mantenerlo nella sua “sede”, che nella fatti-
specie consisteva nella decorosa e discreta ca-
setta di Empoli, molto lontana da quella in cui
stavano sua moglie e i figli.
Tu sei americano, caro Edmund, e come tale,
anche se non lo sai e non lo vuoi hai un fondo
puritano che forse trasalirà d’indignazione all’i-
dea che un simile marito sia passato, agli occhi
dei suoi concittadini, come un “esempio di do-
mestiche virtù”. Ma per noi, italiani cattolici e
laici, che della moralità abbiamo un concetto
scettico e umano, questa pratica di vita coniugale
rappresenta proprio un “optimum” e costituisce
un “esempio”, come sta scritto sull’epitaffio.
Probabilmente sbagliamo, anzi sbagliamo certa-
mente, a misurarci sul metro della Virtù Assoluta.
Ma nella vita italiana già vecchia di millenni gli
Assoluti sono stati messi in congedo permanente
da parecchi secoli. Noi ci contentiamo del Re-
lativo. E nel Relativo una moralità come quella di
mio nonno faceva “esempio”.
Poi son venuti i democristiani, con un’altra mo-
ralità di sigillo clericale e confessionale. Essi han-
no chiuso i bordelli. Essi hanno perseguitato le
ragazze-squillo. Essi sono rappresentati da Mini-
stri e da Deputati con mogli virtuose e acide e con
sterminate figliolanze che i preti educano nella
paura dell’Inferno. Essi hanno proibito l’esposi-
zione della “Venere” di Botticelli perché mette in
mostra “le vergogne”. E il risultato di questa gran
ventata moralistica eccolo qui: l’affare Montagna,
Capocotta, la crescente inflazione di cocaina e la
sostituzione delle “vergogne” di Sofia e di Gina a
quelle della “Venere” di Botticelli. Gl’italiani, a
proibir loro il Peccato, cadono nel Vizio. Io che
sono cresciuto nell’età delle “cucitrici in bianco”
e dei bordelli sotto un esempio come quello di
mio nonno (e di mio padre che molto gli so-
miglia) non ho bisogno di questi surrogati. La mia
educazione sessuale, identica a quella di tutti gli
altri miei coetanei, non ha fatto certamente di me
un uomo virtuoso; ma ne ha fatto un uomo sano,
perfettamente normale, senza complessi, che in
mezzo a tutti i Montagna da cui siamo afflitti ha il
diritto di sentirsi “modello di domestiche vir-
tù”.
Io non so se nello scandalo di Anna Maria Caglio
e Wilma Montesi ci siano delle omertà gover-
native. Non so nemmeno se e fino a che punto
siano colpevoli Montagna e Piccioni. So soltanto
che nell’Italia laica scandali di questo genere non
succedevano. Il tipico scandalo italiano era l’a-
dulterio con la fuga dell’infedele e la sua ucci-
sione da parte del marito offeso. Non dico che
fossero belle cose. Non dico che fosse giusto il
costume dei nostri tribunali di assolvere o di con-
dannare a lievi pene l’uccisore. Dico soltanto che
il vizio, la cocaina, il sospetto di complicità go-
vernative non c’entravano. Nei Paesi in cui non
c’è il divorzio, l’adulterio è quasi obbligatorio. Ma
oggi, nella moralità che cercano di introdurre
questi nuovi Robinson Crusoè che sono i demo-
cristiani, convinti di ricreare il mondo da capo,
ecco a cosa siamo arrivati: ai cadaveri in cerca
d’autore dimenticati sulle spiagge e a un’ondata
di inversioni sessuali che in Italia fin qui erano
sempre state un fenomeno di quasi esclusiva im-
portazione forestiera.
Il guaio, caro Edmund, è che questa nuova clas-
se dirigente clericale è arrivata al potere quando
era già vecchia. Per vent’anni il fascismo la ob-
bligò a vivere in provincia, con pochi mezzi e in
forzata austerità. Il peggiore di tutti i rimorsi,
quello dei peccati non commessi, la ossessionava
quando giunse a Roma, sulle baionette dei vostri
soldati. Ora ch’eran padroni della barca, vollero
riguadagnare il tempo perduto, ma purtroppo
avevano già i reumatismi e il diabete. Per pro-
curar loro quei paradisi che noi ci eravamo pro-
curato a vent’anni nei bordelli e nella più assoluta
normalità, occorrevano la cocaina, le minorenni,
le pornografie, le partite a tre, a quattro, a cinque.
Ecco com’è nata l’ondata di scandali, di cui Ca-
Giovedì 21 luglio 2011
A casa nell’ottobre 1964 A sinistra, Indro Montanelli.
Nella pagina a fianco, in basso, il corpo senza vita di
Wilma Montesi sulla spiaggia di Capocotta (FOTO CONTRASTO, ANSA)
e al centro la prima e l’ultima pagina della lettera inedita
pocotta è diventata ormai il simbolo.
Io non ho molta simpatia per i fascisti, lo sai. Ma
debbo riconoscere che al loro tempo queste cose
non succedevano. Essi giunsero a Roma quasi
direttamente dalle trincee del Carso e avevano
venticinque o trent’anni. Fecero tutto – guerra,
rivoluzione e amore – al momento giusto. Sul
piano morale, la Liberazione ha sostituito una
classe dirigente di piccoli viziosi a una di grandi
peccatori. Non ci abbiamo guadagnato.
Tutte queste cose io non posso spiegarle ai tuoi
concittadini, quando m’interrogano sull’affare
Montagna, perché qui il clima morale è comple-
tamente diverso. Nella stessa New York, per
quanto sia una grossa baracca cosmopolita, il “ca-
so Jelke” (ricordi?) fece scandalo. Tu mi dirai che
di Jelke probabilmente ce ne sono molti altri. È
possibile. Ma nulla e nessuno riuscirà a farmi cre-
dere che la vita americana sia minacciata, come
quella nostra, dall’immoralità. Per una ragione
molto semplice, caro Edmund: che mio nonno,
quello che ha insegnato a vivere a me, era quel-
l’esempio di domestiche virtù che ti ho descritto,
mentre il nonno tuo, quello che ha insegnato a
vivere a te, era un pioniere che doveva seguire la
regola stretta e austera dell’accampamento.
Io non prendo per oro colato quello che i cineasti
di Hollywood ci raccontano nei loro WESTERN
(dei quali sono grande amatore). Ma un certo
“clima morale”, come lo vediamo riprodotto in
quei film, dev’esser vero. Voi, senza il puritani-
smo e senza la fede nel trionfo del Bene sul Male,
non avreste fatto nemmeno un centesimo di quel-
lo che avete fatto. Senza una fede religiosa non si
costruisce una cosa come l’America. Senza una
fede religiosa non si compie nulla di grande: nem-
meno i delitti. Questa fede religiosa in voialtri
americani è viva; e lo si vede dal continuo sorgere
di nuove sètte. Segno che la vostra discussione
con Dio è sempre aperta. E chi discute con Dio ha
il peccato difficile e seguito dal rimorso e dalle
crisi di coscienza. Non tutti i frequentatori di Wall
Street si fermano ad ascoltare predicatori – bian-
chi, neri, gialli – che, sul marciapiede, li mettono
in guardia dai castighi che l’Inferno riserba ai
seguaci di Mammone. Mammone, certo, seguita a
fare gli affari suoi. Ma solo in una società a forte
sustrato religioso è concepibile la pacifica coe-
sistenza di Mammone col Vangelo. T’immagini
cosa succederebbe se nella Borsa di Roma o di
Milano si presentasse uno di quei predicatori.
Cioè, non sforzarti a immaginarlo. Leggi la storia
di Gerolamo Savonarola che, se rinascesse oggi in
America, sarebbe lì anche lui, a Wall Street, a
descrivere l’Inferno; ma nessuno lo brucerebbe.
Come nipote di quel tale nonno, io, capirai, non
posso avere molte simpatie per il puritanismo. Lo
“Poi è venuta la
Democrazia
cristiana, con
un’altra moralità di
sigillo clericale e
confessionale. Ed
ecco il risultato:
l’affare Montagna,
Capocotta,
l’inflazione di coca”
invidio al tuo Paese senza augurarlo al mio. Per-
ché è inutile cercare di trapiantarlo, come stanno
tentando di fare i democristiani, in un terreno
dove non trova nutrimento. In America il pu-
ritanismo sta benissimo, anzi ne costituisce la
vera forza. Si potrà deprecarne e moderarne gli
eccessi. Ma esso è nell’anima e nel sangue degli
americani, della cui Storia è la chiave. Da noi si
risolve in una grossa menzogna, in una colossale
ipocrisia, e serve a spiegare soltanto il Marchese
Montagna, Capocotta, la farsa della “Venere” di
Botticelli e tutti gli altri indecenti foruncoli in cui
scoppia, regolarmente, il sangue di un popolo
avvelenato da una moralità da sacristia che non
gli è congeniale.
Caro Edmund, noi cattolici italiani abbiamo fa-
ticato duemila anni per fabbricarci un Dio sulla
nostra misura umana, cordiale, tollerante e pieno
di indulgenza per i nostri peccati. Nel nostro Pa-
radiso c’è perfino una stakanovista dell’adulterio,
Maria Maddalena, e un professionista del furto,
Ranieri, per dare speranza a chi cade in queste
colpe e procurargli il perdono. Tutto ciò potrà
fare a pugni con la Teologia, ma va benissimo
d’accordo col nostro carattere.
E ora, ecco qui, i preti ce lo stanno rovinando. Ma
che cattolici sono, i preti cattolici, perdio?
Sinceramente tuo
pagina 12 Giovedì 21 luglio 2011

ALTRI MONDI

Somalia L’Onu proclama ufficialmente la carestia Belgio Re Alberto contro i politici che non fanno il governo
Dopo 19 anni torna la carestia in Somalia. La dichiarazione Alla vigilia della festa nazionale del Belgio, Alberto II, per la
ufficiale arriva dall’Onu che parla di 3,7 milioni di persone (metà prima volta, nel suo discorso alla nazione ha usato toni
della popolazione) in crisi, 2,8 milioni delle quali nelle regioni del irrituali, criticando apertamente ai politici che non riescono a
Bakool meridionale e della bassa Shabelle. I tassi di trovare un’intesa dalle elezioni del giugno 2010: “In occasione
malnutrizione raggiungono picchi del 50%. Intanto l’ong Oxfam di questa festa nazionale avrei desiderato rallegrarmi con voi
denuncia l’inadeguatezza della risposta dei donatori per la presentazione di un nuovo governo in pieno esercizio.
all'emergenza e chiede sia colmato “il buco nero da 800 milioni di Non ci siamo e deploro questa situazione”, ha affermato re
dollari negli auti”, chiedendo per prima all’Italia di “fare di più”. Alberto.

CASTA CINESE
La stampa fai conti dei privilegi di politici
e burocrati. E i corrotti vengono giustiziati Celebrazioni per i 90 anni
del Partito Comunista cinese (FOTO ANSA)

di Simone Pieranni
Pechino
SPAGNA voto telematico
funzionari del Partito co-

I munista cinese sono una

casta sui generis. Sono fi-
gli del cielo e come tali sot-
toposti a privilegi, lussi e tan-
te possibilità, dai viaggi all'e-
deputati mai assenti
di Alessandro Oppes
Madrid

stero, alle auto costose, fino
al minuzioso controllo su tut-
to quanto mangiano. L'altro
lato della medaglia è la po-
tenziale caduta. Quando ac-
cade è rapida, spesso dolo-
rosa e quasi sempre letale.
Nel discorso di celebrazione
dei 90 anni del Partito comu-
nista del primo luglio, il pre-
sidente Hu Jintao non le ave-
va mandate a dire: “Ci sono
degli incompetenti, la cui
corruzione rischia di minare
le nostre basi. Dobbiamo pu-
nire e prevenire questo feno-
meno: è un motivo di vita o di
morte per il Partito”.
SE POI il messaggio non fos-
se stato chiaro, martedì due
ex vice sindaci sono stati uc-
cisi, condannati a morte per
corruzione. Due pezzi grossi -
di città importanti e rinoma-
te, Hangzhou e Suzhou nel
sud della Cina - che avevano
ricamato sulle costruzioni e
l'edilizia, novella pietra ango-
lare del business di successo
in Cina seppure minacciata
costantemente da anatemi di
bolla immobiliare.
Un caso da manuale secondo i
giudici che decretarono il ver-
detto e ormai molto impegna-
ti in casi di corruzione: solo
nel 2010 sarebbero stati oltre
67 mila i processi istituiti. I
due ex vice sindaci uccisi so-
no Xu Maiyong, classe 1948,
che avrebbe intascato circa
300 milioni di dollari in tan-
genti e Jiang Renjie la cui maz-
zetta totale fu invece di oltre
Afghanistan, “liberi tutti”
la polizia di Kabul tenta di fare da sola
di Giampiero Gramaglia
Bruxelles
n po’ per volta, vengono
Udi sicurezza
via tutti. E restano le forze
afgane, a provare
a garantire la pace in un Paese
dove i Taliban, da quando si
parla di ritiro e di trattative,
hanno ridato vigore alla loro
offensiva. Da ieri, le truppe af-
gane hanno il controllo d’una
città chiave del Sud, Lashkar
Gah, capitale della provincia
d’Helmand, turbolenta e peri-
colosa, dove c’è l’ospedale di
Emergency al centro di pole-
miche e di perquisizioni.
E, pochi giorni or sono, era
toccato a un’intera provincia,
Bamiyan, una delle più sicure,
nel centro del Paese, a ovest
della capitale, l’unica governa-
ta da una donna, Habiba Sora-
Figli del cielo Una seduta del Partito comunista (F
Per placare la crescente rabbia
popolare, resi pubblici i dati delle ruberie:
dal ‘95 al 2008 ben 124 miliardi di dollari
200 milioni.
La loro storia è la punta di un
iceberg: a fine giugno venne
fuori il dato della People's
Bank, la banca nazionale, se-
condo la quale almeno 17mila
funzionari di Partito, tra il
1995 e il 2008 avevano sot-
tratto ai fondi pubblici qual-
cosa come 124 miliardi di dol-
lari.
Non sono mancati nel tempo
processi show o sonore con-
danne a personaggi ben noti,
come l'ex vicesindaco di Pe-
chino responsabile dei fondi
olimpici, licenziato per un gi-
ro di tangenti o l'ex boss del
bi, e abitata da una minoranza,
gli hazari, perseguitata dagli
integralisti e, quindi, loro osti-
le: un tempo, era famosa per i
giganteschi buddha tagliati
nella pietra (e fatti saltare pro-
prio dai Taliban iconoclasti).
IL PASSAGGIO di consegne
a Lashkar Gah è conciso con
due attentati: uomini armati
hanno attaccato un commissa-
riato di polizia a Kandahar,
sempre nel Sud, uccidendo 4
poliziotti; a Mazar-i-Sharif, nel
Nord, una delle città che do-
vrebbero essere presto affidate
alle forze afgane, una bici-bom-
ba ha ucciso 5 civili, tra cui un
bambino.
Fra le 7 areee che resteranno
sotto esclusivo controllo afga-
no, secondo quanto previsto
dal programma di transizione,
OTO . Sotto, Zapatero. In basso, Petraeus e Allen (FOTO ANSA)
OLYCOM)
Partito di Shanghai, Chen
Liangyu, condannato a 18 an-
ni per corruzione.
Sgarrare quindi è molto peri-
coloso e d'altronde i privilegi
per i politici cinesi sono tanti:
l'ultimo è emerso qualche set-
timana fa, quando la stampa
locale si dibatteva sulle ragio-
ni delle esplosioni dei coco-
meri a causa dell'alto numero
di additivi chimici (secondo il
Quotidiano del Popolo, organo
ufficiale del Partito, sarebbe-
ro almeno 80 quelli presenti
nel cibo quotidiano in Cina).
Un problema per tutti, ma
non per i funzionari di par-
Lashkar Gah è quella più in-
quieta: un vero e proprio test
della capacità di Kabul di gesti-
re una situazione ben lungi dal-
l'essere pacificata. Annuncian-
do l’inizio del ritiro, il presiden-
te Usa Barack Obama aveva, del
resto, riconosciuto: “Il lavoro
non è finito, ma Kabul è più si-
cura”. E il capo di Stato Maggio-
re della difesa Usa, generale Mi-
ke Mullen, aggiungeva: “Con
tito: per loro, alle porte di Pe-
chino, esistono supermercati
di cibo organico, con verdu-
re, carne e pesce rigorosa-
mente controllato.
I COSTI della politica cinese
sono stati recentemente pub-
blicati proprio dal Quotidiano
del Popolo, un insider ufficiale:
solo per i viaggi all'estero dei
quadri di partito (entro il
2030 la Cina vuole mandare
in altri paesi almeno il 20% dei
propri funzionari) il budget
annuale è di circa 6 milioni di
euro, giustificati con la neces-
sità di fare esperienze all'este-
ro e crescere da un punto di
vista politico. Il dipartimento
dell'Agricoltura spende circa
20 milioni di dollari all'anno
solo in auto. L'altro costo reso
pubblico è stato quello delle
spese di rappresentanza di
ogni dipartimento.
l’avvio della transizione, i ri-
schi aumentano”.
Il piano era stato accolto bene
dalla Nato (“Il ritiro graduale
nasce dai progressi fatti”) e dal
presidente Hamid Karzai; i Ta-
liban avevano fatto spallucce:
“La riduzione delle forze non è
una soluzione, noi continuia-
mo la jihad”. Ma intanto si ne-
gozia, neppure troppo in se-
greto.
lle Cor tes spagnole non si assisterà mai a uno spettacolo
Acitorio
bizzarro come quello dei famigerati “pianisti” di Monte-
e Palazzo Madama, quei parlamentari che, mentre
esprimono il loro voto, si allungano atleticamente anche su-
gli scanni vicini per supplire alle assenze piò o meno giu-
stificate dei loro colleghi. A Madrid hanno preferito sceglie-
re una soluzione dettata dalla logica e dal buon senso: il voto
a distanza, da casa o da qualunque altro luogo in cui il de-
putato possa disporre di un computer collegato al server
parlamentare. Magari anche da una corsia d’ospedale. Sì,
perché tra i casi – pochi e ben definiti – che la nuova norma
inserita nel regolamento del Congreso de los diputados indica
come condizione indispensabile per ottenere il diritto a
esprimere il voto telematico, ci sono quelli delle parlamen-
tari incinte o dei deputati affetti da una grave malattia. L’au-
torizzazione può essere concessa anche a chi stia usufruen-
do di un permesso di maternità o di paternità. Sempre, co-
munque, per periodi limitati di tempo in base a una deci-
sione presa dall’ufficio di presidenza della Camera dopo che
il parlamentare interessato abbia presentato una richiesta
scritta. E questo per evitare, a esempio, che ci possa essere
qualche furbo che, tra certificati me-
dici e scuse pietose, riesca magari a
compiere il suo intero mandato di rap-
presentante del popolo da casa, senza
mettere mai piede nell’Emiciclo o cal-
pestare il salone dei Pasos Perdidos.
QUESTA RIFORMA nasce da una
iniziativa del Psoe pensata soprattutto
per garantire migliori condizioni di
uguaglianza tra i sessi anche in Parla-
mento. È chiaro infatti che la gravidanza
o i permessi di maternità delle deputate
sono alcuni degli ostacoli più frequenti
al regolare svolgimento dell’attività
parlamentare. Sottoposta alla conferenza dei capigruppo nel
febbraio scorso dal presidente delle Cortes José Bono, la pro-
posta ha subito raccolto consensi fra tutti i partiti, seppure
con alcuni distinguo. Immediato l’ok di formazioni catalane
come Esquerra Republicana e i verdi di Iniciativa per Catalunya,
che hanno subito individuato un metodo di votazione molto
simile a quello già adottato dal Parlament di Barcellona (ma il
voto telematico esiste già anche nelle Cor tes di Valencia).
Qualche perplessità solo da parte dei nazionalisti baschi, per
presunte “lacune e imprecisioni giuridiche”. Il testo è comun-
que passato rapidamente al vaglio della commissione e do-
vrebbe essere approvato in aula, con “procedura d’urgenza”,
oggi, nell’ultima giornata utile prima della sospensione estiva
dei lavori parlamentari, perché la riforma possa entrare in
vigore già a settembre. Per una volta, un consenso pressoché
generale, e a tempo di record. Tanto semplice che viene da
pensare che, una norma simile, a Montecitorio avrebbe evi-
tato non pochi grattacapi.
L’inizio del passaggio di aree pure gli italiani, che sono a quo-
del Paese sotto l’unico control- ta 40 caduti. Il taglio dei militari
lo delle forze afghane (per ora, all’estero da 9.250 a 7.000 si fa-
due provincie, un distretto, 4 rà soprattutto in Afghanistan.
città, fra cui l’‘italiana’ Herat: Per l’America, la fase di adatta-
complessivamente, neppure mento della strategia afgana è
un decimo del territorio nazio- complessa. Prima dei suoi sol-
nale) ha conciso con il ritiro dei dati, è partito il generale David
primi americani: un reparto di Petraeus, l’uomo del ‘surge’ pri-
650 uomini dislocato a ma in Iraq e poi qui, chiamato a
nord-est della capitale, avan- guidare la Cia al posto di Leon
guardia degli almeno 30mila Panetta, andato a capo del Pen-
che dovrebbero andarsene en- tagono dopo l’uscita di scena
tro settembre 2012, quando la di Robert Gates – prima missio-
campagna per le presidenziali ne l’Afghanistan dove ha detto
entrerà nel pieno. E il ‘partiam che “la sconfitta strategica di al
partiamo’ contagia i francesi, Qaida è vicina”. Al posto di Pe-
che hanno recentemente subi- traeus, il generale dei Marines
to 5 perdite in un giorno solo, e John Allen.
Giovedì 21 luglio 2011 pagina 13

ALTRI MONDI

Francia Su Strauss-Kahn ascoltato anche Hollande Bielorussia Lukashenko vieta anche le canzonette
Francois Hollande, è stato sentito per circa un’ora dagli Manca lo zucchero e, dulcis in fundo, pure la musica. Nella più
inquirenti nelle indagini sull’affaire Banon/Strauss-Kahn, e grave crisi economica nel suoi 17 anni di potere, con i forzieri
denuncia una “operazione politica” contro di lui. Hollande, uno statali vuoti, un rublo svalutato del 36% e un’inflazione alla stessa
dei favoriti del Partito socialista per la candidatura alle cifra, l'autocratico presidente Aleksandr Lukashenko è costretto a
Presidenziali 2012, è stato sentito come testimone, nell’ambito vietare anche le canzonette. Dopo aver proibito le provocatorie
dell’inchiesta sulle accuse di tentato stupro, mosse dalla proteste a colpi di applausi, ha messo al bando vari gruppi rock e
giornalista e scrittrice Tristane Banon (che potrebbe presto essere addirittura un vecchio, simbolico brano di contestazione in voga ai
sentita dagli inquirenti Usa) contro Dominique Strauss-Kahn. tempi della perestrojika: “Peremen” (cambiamenti), del 1987.

Cameron, pure lui, fa mea culpa

e promette pulizia. Ma resta in sella
SULLO SCANDALO MURDOCH L’OPPOSIZIONE
TENTA DI SPINGERE ALLE DIMISSIONI IL PREMIER
di Andrea Valdambrini quest’ultimo lavorava già per il ch. Cameron invece ha ripetu- Ed Miliband ha sollecitato una
leader conservatore? E peggio tamente negato ogni conversa- riflessione ad ampio raggio: “Il
ambio di scena a Londra: ancora, che il capo staff di Ca- zione inappropriata. Poco

C
ieri è stato il momento
della politica. Il primo
ministro David Cameron
si è presentato puntuale all’ap-
puntamento con la Camera
dei Comuni, per sostenere un
dibattito durato ore, in cui si è
difeso dalle accuse di debolez-
za o peggio ancora di compli-
cità con il sistema di spionag-
gio telefonico messo in atto
dai media di Rupert Murdoch,
e ha rilanciato nel nome di fer-
mezza e serietà.
Nel frattempo, James Murdo-
meron, Ed Llewellyn, rifiutò
nel settembre 2010 il suggeri-
mento della polizia di informa-
re Downing Street a proposito
dell’inizio di un’inchiesta sulle
intercettazioni? Quanto poi al-
la scalata di Murdoch a BskyB,
fonti a lui vicine hanno affer-
mato che il premier aveva di-
scusso l’accordo privatamente
con i vertici del gruppo Murdo-
Mentre a Londra
plausibile, forse, ma le prove
che lo incastrano ancora non
sono saltate fuori.
ETICA SÌ, bavaglio no. In un
dibattito parlamentare come
quello di ieri, anche il futuro
dei media è stato oggetto di ri-
flessione. Dopo gli scandali, si
corre il rischio di un giro di vite
sulla stampa? Il leader laburista
David Cameron a Westminster (FOTO ANSA)
punto non riguarda diretta-
mente il nostro lavoro o stile di Rupert Murdoch (80 anni) e Wendy Deng (42) all’ultima cerimonia
vita, ma qualcosa di ugualmen- degli Oscar. Nel riquadro, Elisabeth (42) (FOTO LAPRESSE)
te importante da cui tutto il re-
sto dipende e che è il tessuto LA TERZA MOGLIE
del nostro Paese”, ha detto ri-
ferendosi alla libertà di espres-
sione. “Non vogliamo vivere in
un Paese dove è considerata ac- WENDI, LA TIGRE
cettabile la depravata cancella-
zione dei messaggi vocali di
una adolescente”, ha continua-
CHE HA IRRETITO LO SQUALO
to riferendosi alla manipolazio-
ne del cellulare di Milly Do- di Carlo Antonio Biscotto bellissima 42enne diventata
wler, scomparsa e uccisa nel in un batter d’occhio la benia-

ch, il figlio del magnate, è in infuria la bufera,

trasferta a Milano. La visita
d’affari alla sede di Sky Italia ar-
riva poco dopo il cambio che
ha visto il fondatore della se-
zione italiana Tom Mockridge
prendere il posto di Rebekah
Brooks al vertice del gruppo
editoriale inglese News Inter-
national.
LE SCUSE. Pur ammettendo
di essere all’oscuro delle inter-
cettazioni illegali, il premier ha
dovuto confessare un grave er-
rore. Quello di aver assunto
Andy Coulson come direttore
della comunicazione nel 2007,
ovvero subito dopo che il gior-
nalista si era dimesso da diret-
tore di News of the World in se-
guito alle indagini sul primo
scandalo riguardante il ta-
bloid. Cameron ha aggiunto di
essere “estremamente dispia-
ciuto per il furore causato”
proprio dalla nomina dell’uo-
mo di Murdoch tra i suoi più
stretti collaboratori. “Col sen-
no di poi, non avrei dovuto of-
frirgli il posto, e lui non l’avreb-
be dovuto accettare”. E scari-
cando di fatto il suo ex porta-
voce: “Se Coulson ha mentito
deve pagare”.
COSA RESTA da chiarire. È
innegabile, Cameron si è preso
le sue responsabilità politiche.
Ma la sua può essere conside-
rata una difesa convincente? Di
sicuro l’atteggiamento del pre-
mier, improntato alla serietà,
rappresenta quello che la Gran
Bretagna chiedeva. Se però fer-
mezza e onestà d’intenti pure
possono tirare su il morale ai
cittadini e rassicurare gli elet-
tori, non bastano forse a fugare
tutti i dubbi. Troppe le connes-
sioni personali di Cameron
con figure importanti di News
International, editore britanni-
co delle testate di Murdoch.
Non ci sono solo le chiacchie-
rate in campagna con Rebekah
Brooks, o la collaborazione di
Andy Coulson, elementi che
da soli non provano la cono-
scenza delle pratiche investi-
gative illegali dei tabloid.
Come spiegare però che Neil
Wallis, ex direttore di News, e
provato insabbiatore dell’in-
chiesta iniziata nel 2009 da
Scotland Yard, ha fatto il con-
sulente di Andy Coulson quan-
do, in periodo pre-elettorale,
2002. Rebekah Brooks, allora
direttore di News of the World, i Q uando in giovane attore co-
mico – non nuovo a queste
mina di Weibo, il Twitter cine-
se, dove Wendi conta
cui reporter intercettarono il imprese – Jonnie Marbles s’è 124.131 fan che, al grido di
l’erede James telefono di Milly, si è dimessa
anche in seguito alle accuse di
scagliato contro Rupert Mur-
doch armato di schiuma da
“sposate una cinese, saprà di-
fendervi”, ne hanno fatto
aver coperto quei fatti. barba, è stato un attimo: con un’eroina nazionale.
ieri a Milano I confini della libertà di crona- l’agilità di una pantera e con L’incontro fatale tra Wendi e
ca sono ora tutti da definire di tutto il peso distribuito su un Rupert in occasione di un par-
in visita nuovo. Per la Gran Bretagna, e metro e 80, Wendi Deng, la ty presso la sede della Star TV a
non solo, il dopo-scandalo terza moglie cinese di Rupert Hong Kong dove Wendy lavo-
al ramo italiano Murdoch rappresenta proba- Murdoch, ha “steso” e immo- rava dopo aver conseguito un
bilmente l’anno zero dell’in- bilizzato l’aggressore. master in business a Yale. Fu
dell’azienda formazione. Cina in visibilio per questa un colpo di fulmine. Murdoch
lasciò la seconda moglie, An-
na Maria Torv, con la quale ha
Hadzic completa la lista dei criminali serbi avuto Elisabeth, Lachlan e Ja-
mes, e nel 1999 sposò Wendi
Deng da cui ha avuto 2 figlie.
Cade l’ultimo ostacolo per l’ingresso in Europa La fama di “sfasciafamiglie”
Wendi l’aveva già conquistata
sul campo. Entrata negli Usa
Dpiùanica
anonimo magazziniere a sanguinario autore della pulizia et-
serba in Croazia tra il 1991 e il 1993. Goran Hadzic non è
latitante. La sua fuga è finita e da ieri è agli arresti. A breve potrà
pubblica della Karjina Serba (Krs). Sotto la sua guida, fra il 1991
e il 1993, la Krs assunse il controllo di un terzo del territorio
croato.
grazie all’invito dei coniugi
Cherry, era stata messa “cor-
tesemente” alla porta dalla si-
essere estradato all’Aja per rispondere di crimini di guerra ai ma- gnora che non gradiva le at-
gistrati del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia. IL 4 GIUGNO 2004 il Tribunale Penale Internazionale del- tenzioni riservate al marito.
Nato 53 anni fa a Vinkovci, nella Croazia orientale, al confine l’Aja per l’ex Jugoslavia emise un mandato di cattura nei suoi Mr. Cherry la seguì e nel 1990
con la Serbia, alla fine degli anni ‘80 rimase affascinato dalla confronti accusandolo di 14 capi di imputazione per crimini di la sposò. Ottenuta la “carta
mistica della Grande Serbia, riesumata e amplificata dal guerra e contro l’umanità. Beffarda, se verde”, Wendi iniziò una rela-
defunto Milosevic. Con la cattura di Goran Hadzic da L’arresto di Goran Hadzic (F A ) non fosse per la tragicità della vicenda, la
OTO NSA
zione extraconiugale con Da-
parte della autorità di Belgrado si chiude oggi la caccia dinamica della sua cattura. Sembra che vid Wolf e il marito chiese il
ai principali ricercati per crimini di guerra nell’ex Ju- sia stato un quadro di Amedeo Modiglia- divorzio.
goslavia. Hadzic è stato uno dei principali leader del- ni, che Goran Hadzic stava cercando di Il matrimonio tra la bella cine-
l’insurrezione nazionalista serba in Croazia e il suo no- vendere per incassare denaro utile al se e l’anziano padre non è mai
me è legato al massacro di Vukovar. Questo spietato proseguimento della sua latitanza, la andato giù a Elisabeth Murdo-
protagonista degli scontri etnici durante la guerra d’in- causa della cattura. L’arte e la bellezza lo ch, astro nascente del grup-
dipendenza croata (1991-1995) è riuscito a diventare hanno dunque fregato. Il criminale non po, anche lei 42enne come la
presidente e primo ministro dell’auto-proclamata Re- aveva conoscenze di storia dell’arte, ma “suocera”. Uscita di scena l’o-
a quanto pare aveva deciso che il mer- diata Rebekah Brooks e con il
cato dell’arte potesse garantirgli risorse fratello James in difficoltà
sicure per continuare a sfuggire alla giu- (“Rebekah e James hanno fot-
Guerra per la terra stizia. Il quadro gli sarà pure “sfuggito di tuto mio padre”, ha detto
mano” ma di certo i tempi erano poli- quando è scoppiato lo scan-
Il ‘piano casa’ di Israele rilancia ticamente maturi affinché la Serbia lo
consegnasse alla giustizia internaziona-
dalo), Elisabeth – che in se-
conde nozze ha sposato un
la voglia di Stato dei palestinesi le . Il suo arresto arriva infatti ad appena
due mesi di distanza da quello di Mladic
pronipote di Freud – sembra
in pole position nella lotta alla
e a un poco più di un anno da quello di successione.
LA PARTITA VERA si giocherà a settembre. costruzione sono solo una risposta al Karadzic. L’unica avversaria potrebbe
Ma, Israele non aspetta il fischio d’inizio: a ‘caro casa’ e alle proteste che ne Il procuratore capo del Tribunale penale essere la “tigre asiatica” che
fare gol, o autogol, ci prova subito. derivano, in un contesto di crescente internazionale per i crimini di guerra nel- ha avuto sempre ottimi rap-
L’annuncio di piani per la costruzione di malessere sociale. Ma, mentre i conflitti la ex Jugoslavia, Serge Brammertz, si è porti con James Murdoch. Per
294 nuovi alloggi a Beitar Illit e Karnei tutto intorno, la guerra in Libia, la congratulato per la cattura di Goran Had- ora Wendi, almeno a parole, si
Shomron, due insediamenti ebraici nei repressione sanguinosa in Siria, gli sviluppi zic: “Mi felicito per l’arresto, si tratta di chiama fuori e ribadisce il suo
Territori, rafforza la volontà dei in Egitto e in Tunisia della Primavera una pietra miliare nella storia del Tpi”. amore per il cinema: con la
palestinesi di ottenere il riconoscimento Araba, tengono occupata l’opinione Questo arresto permetterà di chiudere il sua Big Feet Productions (fonda-
della Palestina come Stato dall’Assemblea pubblica mondiale, la cronaca quotidiana più doloroso capitolo nella storia recen- ta nel 2008) ha prodotto “Il
generale delle Nazioni Unite e israelo-palestinese resta fatta di gesti te europea, ha detto il segretario gene- ventaglio cinese” (in questi
l’ammissione all’Onu. ostili: scambi di razzi e raid; e abbordaggi rale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. giorni sugli schermi italiani)
Abu Mazen dice che è l’unica strada alla flottiglia dei filo-palestinesi verso “Elogio i passi intrapresi dalle autorità con le dive cinesi Gianna Jun e
rimasta, vista l’incapacità del Quartetto di Gaza. serbe per rispettare i propri obblighi in- Bing Bing Li e con il divo hol-
rilanciare la trattativa; e la Lega Araba A tenere l’Islam in scacco, ci pensano i ternazionali”, ha affermato Rasmussen. lywoodiano Hugh Jackman.
appoggia la mossa, che creerà imbarazzo presidenti siriano Bechir al-Assad, che Il futuro della Serbia sta in una coope- Se le due donne forti di casa
agli Usa e dividerà l’Europa. Dalla sua riconosce in anticipo la Palestina, e razione costruttiva con i suoi vicini e con Murdoch dovessero sfidarsi
cella, Marwan Barghuti, leader di al fatah, soprattutto e l’iraniano Mahmud la famiglia euro-atlantica. La Nato resta in campo aperto sarebbero
condannato all’ergastolo per terrorismo, Ahmadinejad, che minaccia di mandare impegnata ad assistere l’intera regione scintille. Un consiglio a Elisa-
invita i palestinesi a scendere in piazza. Israele “all’obitorio”. dei Balcani occidentali sulla strada del- beth: attenta al gancio destro
La tesi di Israele è che i piani di G. G. l’integrazione euroatlantica”. di Wendi. Ne sa qualcosa il co-
(Rob. Zun.) mico Jonnie Marbles.
pagina 14 Giovedì 21 luglio 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

CORRADO AUGIAS

“Contro il degrado Tour

Boasson
J. Aniston
Sarà una
Jolie-Pitt
La coppia
Montano
Le sciabole

della televisione
Hagen, ninfomane più bella del azzurre
rivincita a assassina mondo si medaglie
Pinerolo. accanto a sposerà in d’oro agli
Contador c’è Kevin Spacey settembre Europei

la cultura
delle buone maniere”
Esce oggi in libreria “Divulgare il
mondo”, in cui Corrado Augias
conversando con Marco Allioni
spiega la sua idea di televisione.
Ne anticipiamo un capitolo
di Corrado Augias
mento che, almeno da qualche
decennio – e oggi con sempre
maggiore evidenza – connota
profondamente, nel bene e nel
male, la nostra società. Farne a
meno non si può, e ignorarla è
del tutto chimerico. Il suo “ma-
le” – se così vogliamo chiamarlo
levisivo che per vocazione, per
istituto, per interesse immagina
se stesso rivolto alla generalità
delle persone, il prodotto offer-
to deve convogliare il massimo
possibile di ascoltatori, e quindi
adattare il proprio livello comu-
nicativo al più vasto pubblico.

D
– non è d’altronde il mezzo in
sé, ma il suo livello degradato.
UN LIVELLO che, come sap-
piamo, è dovuto alla rincorsa di
un ascolto facile, all’esigenza di
fornire sapori sempre più inten-
si, a quella catena micidiale le-
gata all’aumento dei prezzi degli
spot, che sempre di più connota
non solo le televisioni commer-
ciali ma anche la Rai. Con l’au-
mento dei canali di trasmissione
– il satellite, il digitale terrestre,
ella televisione farei tranquilla-
mente a meno. E se anche devo
seguirla per tanti motivi, in ve-
le nuove forme via internet – le
cose stanno finalmente cam-
biando. […] Naturalmente in
Ma quali sono le offerte
che potenzialmente rag-
giungono l’uditorio più
ampio? Ovviamente il ses-
so, l’alimentazione, le ec-
centricità e – per quanto
non ci siamo ancora arriva-
ti – le depravazioni. Ovve-
ro tutta quella gamma di te-
mi che corrispondono agli
istinti elementari degli es-
seri umani e su cui, pur cer-
cando di non violare il co-
dice penale, ma spesso ri- Divulgare il mondo
schiando di incorrervi, si
insiste fin troppo. In que-
ste condizioni la domanda
Corrado Augias
E , 99
DITORE ., 10
PAGG
no è nato ieri.
ALIBERTI

. Ma EURO

Sopra, Corrado Augias tante è che

l’impor- Il Ct del Verona
rità la guardo molto poco. Al co-
spetto della televisione il mio è
una televisione o in un canale te- diventa: da un tipo di tele-
visione degra-
(F A )
OTOnon si crei l’i-
NSA

dea della pa-

“scherza” sui terroni
d’altra parte il tipico atteggia- data del gene- stetta, della
mento di un uomo anziano che
si è formato sui libri, che con-
Né risse né pastette: re come si esce? E la complicità, dell’accordo fra in-
risposta è quella che tervistatore e intervistato: per
Verona

tinua a vivere di libri, a scriverli, in tv la maschera si
a leggerli, a segnalarli. Sono de-
formato da quello che ho fatto
per tutta la vita, da questo mio
mestiere in cui libri e televisio-
ne hanno sempre convissuto in
vede, e sotto la
maschera, si vede
mille modi diversi. In realtà, pe-
rò, la televisione è uno stru- anche la realtà
QUESTIONI DI STILE
GARBO A KILOMETRO ZERO
oveva essere, quella appena trascorsa,
D l’ultima stagione televisiva di Corrado Augias,
poi, anche per l’insistenza di tanti ascoltatori, ci ha
ripensato e così il suo “Diario italiano” tornerà da
settembre nella tarda mattinata di Rai3. È una
buona notizia, perché con la sua lunga fedeltà alla
divulgazione Augias è rimasto uno dei pochi eredi
del servizio pubblico degni di questo nome.
Vittorio Sgarbi ha bruciato quattro milioni in una
sera promettendo di “fare cultura”; Augias con il
suo programma minimalista dimostra che per farla
sul serio bastano un ospite e una storia, e che la
cultura è come l’orticultura: a chilometro zero è
meglio. Nel capitolo qui pubblicato Augias insiste
anche sul “rispetto delle forme”, in nome di quel
garbo di modi bandito da tempo dai salotti
televisivi (ma sarebbe meglio dire taverne), e ormai
diventato una merce rara anche nella vita di tutti
giorni. Un’altra battaglia controcorrente, ma
proprio per questo la più necessaria di tutte.
suggerivo prima: cui, anche quando si tratta di
soltanto con i canali amici, durante i miei programmi
specializzati. […] ai miei ospiti do sistematica-
Nella posizione in mente del lei. Dunque la situa-
cui mi trovo, deter- zione è questa: c’è un professio-
minate limitazioni nista che ha davanti a sé una per-
sono imprescindibi- sona di cui vale la pena ascoltare
li. Quindi, cosciente il parere, e si rivolge a lei con la
di dovermi rivolgere massima cordialità possibile –
a un uditorio indiffe- poiché quello che intendo per
renziato – nel quale oltretutto garbo televisivo è anche il ri-
c’è chi condivide, ma anche chi spetto delle forme – come si par-
non condivide certe idee – cre- la a un estraneo o a qualcuno che
do sia mio dovere quello di af- ha riflessioni significative da
frontare le questioni con il mas- proporre. E cerca di carpire il
simo garbo possibile, pur senza massimo di informazioni possi-
nascondere, altrettanto garbata- bili, anche contestandola. Un
mente (spero), il mio punto di esempio? Prendiamo il caso di
vista. La domanda essenziale di- Piergiorgio Odifreddi. Personal-
venta allora: come mediare tra le mente sono d’accordo su buona
due cose? Come conciliare la parte delle cose che Odifreddi
posizione personale con le esi- dice. E tuttavia non sono d’ac-
genze imposte dal mezzo? cordo sul suo accanimento con-
tro determinate posizioni, che
COME TENER conto del ri- risulta spesso controproducen-
spetto nei confronti dell’udito- te. Il suo bel libro Perché non pos-
rio che si ha di fronte senza tra- siamo essere cristiani è per esem-
dire il senso del programma e i pio inficiato, dal fatto che in una
temi che si affrontano? […] An- delle prime pagine Odifreddi
che quando so di essere perfet- faccia risalire l’etimologia della
tamente d’accordo con l’ospite parola francese “chrétien”, cioè
che mi sta di fronte, quindi, ten- cristiano, a “crétin”, cretino,
do a porgergli domande garba- per cui “cristiano” equivarreb-
tamente ostili, in modo che, dal- be a “cretino”. No, io credo che
l’attrito che ne nasce, possa si tratti di un’ingenuità. (...) ed è
scoccare una scintilla che con- questa la ragione per cui parlavo
senta di andare maggiormente prima di accanimento contro-
in profondità. In realtà poi la ma- producente. Questo mi pare,
schera si vede. E si vede anche la dunque, un esempio di cattiva
realtà, sotto la maschera: nessu- comunicazione. […]
a celebrato l’inizio della nuova stagione lanciando il coro
H “Ti amo terrone”, e ha riscosso subito grandi consensi.
Quelli dei tifosi, che cantavano a una sola voce, e quelli
dei dirigenti, che sorridevano parecchio, proprio come
il sindaco leghista Flavio Tosi. Non poteva chiedere di meglio
l’allenatore dell’Hellas Verona, Andrea Mandorlini, che marte-
dì sera ha caratterizzato con il suo senso dell’umorismo la pre-
sentazione della squadra, neo-promossa in Serie B. Senso non
troppo british, a voler essere pignoli, ma di certo redditizio,
anche perché l’obiettivo era facile: la Salernitana, ovvero la
squadra che aveva conteso agli scaligeri la promozione in B
nella finale dei play-off di Prima Divisione. Erano volate parole
forti, a margine della doppia sfida: i campani si giocavano anche
la salvezza del club (fallito dopo la finale persa) e Mandorlini
non gradì che lo ricordassero. “Piangono, ma hanno già avuto
tanti aiuti in campo” sentenziò. Non pago di aver vinto in cam-
po, martedì è tornato sull’argomento a modo suo, come te-
stimonia un video sul sito di Repubblica. Chiamato sul palco dal-
lo speaker, l’ex giocatore dell’Inter non perso tempo: “In serata
di festa, credo sia giusto rendere omaggio a degli avversari leali,
sportivi e anche simpatici”. I tifosi capiscono al volo, e lo in-
terrompono con un coro a pieni polmoni: “Salerno vaff..”. Man-
dorlini si ferma qualche secondo, sorride, poi dà l’attacco: “Tut-
ti insieme, pronti? Ti amo terrone…”. La folla dalle gradinate
prosegue, contentissima. Alle spalle dell’allenatore la squadra
ride forte. Un giocatore si stacca dal gruppo, e invita la folla a
continuare. Mandorlini va sullo slancio e cita due dei suoi cal-
ciatori: “Maietta e Dianda hanno aperto un chioschetto”. Per la
cronaca: Domenico Maietta è nato in provincia di Cosenza, Sa-
lif Dianda in Costa D’Avorio. A pochi passi dall’allenatore, c’è il
palchetto con i vip. In prima fila c’è il sindaco Tosi, in maniche
corte, che sorride. Nella gradinata continuano a battere le ma-
ni, mentre uno striscione recita: “Mandorlini santo subito”. Il
tecnico, ormai inarrestabile, gioca con il cognome di Benito
Siciliano, consigliere delegato del club. Mandorlini chiude con
tono pugnace: “Noi abbiamo voi, non abbiamo paura di nes-
suno”. Ieri il video ha fatto il giro del web. In serata, Mandorlini
ha parlato con una nota: “E’ stato un atteggiamento meramente
goliardico, senza nessun riferimento razzista o volontà di of-
fendere”. Ci mancherebbe. (Luca De Carolis)
Giovedì 21 luglio 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

WEEKEND di Biondi, Colasanti, Pontiggia ARTE di Claudia Colasanti

manuale di sopravvivenza VENT’ANNI DA COLLEZIONE

PER UN’ODISSEA MODERNA
SUPERUOMO e storie dei collezionisti sono simili a vicende amorose.
Lza diNon è escluso che esista in loro, inizialmente, la speran-
un investimento redditizio, che necessita però di vari
fattori, fra cui il più importante è l’intuito: non solo affa-
ristico, ma osmotico e ‘affettuoso’, nel riconoscere la stoffa
è REMOTE
Hue & Cry
1988 – Virgin

E SUPERBUONO
degli artisti. Ne è un esempio Valentina Moncada, curatrice Pat e Greg Kane, due
e collezionista romana, che nel ’90 fonda la sua galleria (in fratelli scozzesi, hanno
via Margutta 54), presentando circa 80 mostre in vent’anni, avuto un discreto successo
con talenti del calibro di Tony Cragg, Luigi Ontani, Anselm verso la fine degli Anni
Kiefer e Chen Zhen. Una selezione delle sue opere più pre- ottanta. Nel primo album
ziose è raccolta nella mostra “Odissea Contemporanea”, Seduced And Abbandoned
presso il Palazzo Collicola di Spoleto, in un itinerario che spiccano “Labour Of
riunisce le tappe della sua storia: un percorso intermitten- Love”, un piccolo gioiello
te, le cui fasi rivelano un occhio visionario ma deciso nelle funky irresistibile e la
scelte. Nulla può essere toccato nel palazzo, ed è così che il bellissima “Strenght To
contemporaneo si mescola all’antico, e le opere presenti si Strenght”. Il secondo
allineano naturalmente con la storia del luogo. A partire dal album, Remote, contiene
magnifico Aereoplane del 1979, dell’inglese Tony Cragg, una serie di pop ballad e
fatto di “reperti archeologici contemporanei” distribuiti azzeccate combinazioni
per variazione di colore sul pavimento di cotto. Fra i giovani derivate dal loro amore
Donato Amstuz, che ricama donne addormentate e scatole per il jazz, reso visibile da
di narcotici e il talento pittorico di Francesco Mernini. “Una una edizione limitata
tipologia di collezionismo” scri- contenente un bonus cd
ve il curatore Gianluca Marziani, acustico con una superba
“che rappresenta una formula cover di “Round
fatta di passioni che toccano il Midnight”. “Ordinar y
mercato, ma senza vincolarsi al- Angel”, “Family Of Eyes”,
le leggi del business, vicina ai “Under Neon”,
giovani ma senza dimenticare i “Violently” sono grandi
maestri”. canzoni; c’entra anche la
Odissea Contemporanea. Palazzo formazione culturale dei
Collicola Arti Visive. Spoleto. Orario: due fratelli (Pat scrive per
lun-dom 10.30/13 - 15.30/19. Fino The Guardian). C’è un
al 30 ottobre 2011 brano che scende in
profondità, commovente,
“Where We Wish To
Remain”. Merita,
nell’album successivo,

¸Cinema un presente poco, pochissimo

Da vedere
èèè
Thriller / Italia
At the end of the day
di Cosimo Alemà, con
Stephanie Chapman-Baker,
Neil Linpow
Un tranquillo weekend di pau-
ra. Per Alex, Riko, Chino, Tho-
mas, Diana e le sorelle Lara e
Monica doveva essere una al-
legra gita fuori porta, all’inse-
gna del Soft-Air: fucili giocat-
tolo, spari per finta, adrenalina
a palla, sotto il solleone del-
l’amicizia. Eppure, qualcosa va
storto: Alex cade stecchito,
preso a pallettoni da un uomo
con la maschera anti-gas, sbu-
cato fuori dal nulla. Violenza
nonsense (e macchiettistica),
lasciata in eredità dalla base mi-
litare per operazioni segrete
che sorgeva su quell’improvvi-
sato campo di battaglia. Ma
Alex non è una vittima colla-
terale: la caccia è appena ini-
ziata, la lotta per la sopravvi-
venza è servita, sul piatto thril-
ler dell’esordiente Cosimo
Alemà, con un passato da vi-
deoclipparo d’eccellenza – tra
gli altri, Mina e Fabri Fibra – e
& FUMETTI
èèè
Compagni
d’appartamento
di Sylvain Runberg e
Christopher, Black Velvet,
160 pag., 19,00 euro
Premessa: in Francia vedere
quattro quasi-trentenni che
condividono un apparta-
mento non è così comune
come a Roma o Milano, dove
i prezzi delle stanze sono pa-
ri a metà dello stipendio me-
dio. Quindi la situazione dei
“colocataires” ha già qualco-
sa di bizzarro, perfino buffo.
Il romanzo a fumetti “Com-
pagni d’appartamento” all’i-
UNA STRISCIA FRANCESE RILEGGE L’EPICA
DELLA CONDIVISIONE FORZATA DI CASA
italiano. Girato in lingua ingle-
se, interpretato da giovani pro-
messe internazionali, At the
end of the day va contromano
rispetto alla moda nostrana
delle risate a bocca larga: altro
che commedia, qui c’è in ballo
la vita. E la ricetta pare fun-
zionare: dall’Australia all’In-
ghilterra, all’estero si è vendu-
to bene, complice una regia
ggiovane ma senza compiaci-
menti, colonna sonora per
orecchi alternativi (Soap and
Skin, WW e Hammock) e un
mix di action, suspense e ni-
chilismo, come genere vuole.
Buona la prima, dunque, e
plauso alla sinergia produttiva:
The Mob, Frame by Frame,
The Coproducers, Bmovie,
Eurolab. (Fed. Pont.)
èèè
Documentario / Usa
African Cats
di Keith Scholey e Alastair
Fothergill
L’amore, la determinazione e
la lotta dei re della savana. In
altre parole, il Re Leone in car-
ne, ossa e pelo, moltiplicato
per tre: il tenero cucciolo Ma-
ram e la sua saggia mamma; il
ghepardo senza macchia e sen-
PICCOLE FOLLIE DA COMPAGNI D’APPARTAMENTO
nizio sembra un remake del
famoso film “L’appartamen-
to spagnolo”, pellicola sim-
bolo della “generazione Era-
smus”. Ci sono tre inquilini,
il giovane laureato in marke-
ting, l’aspirante rockstar
persa tra le canne, il discipli-
nato professore di scuola,
che cercano un quarto com-
pagno d’appartamento. Ar-
riva Max, nullafacente di
buona famiglia squattrinato
e casinista che sconvolge le
loro vite. Nel bene e soprat-
tutto nel male. Ma se “L’ap-
partamento spagnolo” rac-
contava il caos creativo della
za paura Sita, con prole al se-
guito; Fang, un leader fiero e
poderoso chiamato a difende-
re la famiglia da un leone rivale.
Dopo Earth e Oceans, Disney
Nature torna alla carica con
African Cats, avventura a quat-
tro zampe diretta da Keith
Scholey e Alastair Fothergill:
dalla sua, il battito animale che
si sposa con il sound naturale
del Masai Mara e, soprattutto,
le telecamere ad alta definizio-
ne, capaci di portare la savana
in platea. Non solo, anche le
voci narranti sono d’eccezio-
ne: Samuel L. Jackson nella ver-
sione originale e in quella ita-
liana Claudia Cardinale, che
scherza: “Sono nata in Africa,
amo gli animali e avevo già fatto
Il Gattopardo: chi meglio di
me?”. Insomma, spalancate le
fauci, pardon, gli occhi. (Fed.
Pont.)
èè
Action / USA
Captain America Il
primo vendicatore
di Joe Johnston, con Chris
Evans, Hugo Weaving
1941, back in the days: i primi
giorni del tentacolare Univer-
so Marvel. Il mingherlino e ina-
bile alla leva Steve Rogers
convivenza forzata, nelle pa-
gine di Sylvain Runberg e del
disegnatore Christopher, vi-
vere sotto lo stesso tetto di-
venta quasi un esperimento
antropologico. Offre la pos-
sibilità di osservare i cambia-
menti, il passaggio dai sogni
alle consapevolezze picco-
lo-borghesi (e viceversa), di
vedere emergere la vera na-
tura di ciascuno, con molte
sorprese. Purtroppo (o per
fortuna), le condivisioni
d’appartamento nella vita
vera sono molto meno mo-
vimentate .
Stefano Feltri
“Aeroplane”, 1979,
di Tony Cragg, una delle opere
esposte alla mostra
di Palazzo Collicola. Sopra,
Chris Evans nei panni
di Capitan America
(Chris Evans) riuscirà infine a
coronare il suo sogno bellico: è
lui il prescelto per un program-
ma sperimentale che lo tra-
sformerà in un Super Soldato,
ovvero Captain America. Po-
tenza dell’iper-muscolatura da
siero, affiancato dall’amico
Bucky Barnes (Sebastian Stan)
e dalla confidente Peggy Car-
ter (Hailey Atwell) e sotto il
comando del Colonnello Che-
ster Phillips (Tommy Lee Jo-
nes), dichiarerà guerra alla te-
mibile Hydra, la divisione
scientifica nazista guidata dal
malvagio Teschio Rosso (Hugo
Weaving). E’ Captain America
Il primo vendicatore di Joe
Johnston, che porta sullo
schermo un altro campione
della razza di Iron Man, Hulk e
Thor: un supereroe tutto d’un
pezzo, partorito da Joe Simon
e Jack Kirby e battezzato su
carta nel marzo 1941, per sfer-
rare un pugno micidiale (la pri-
ma, indimenticabile copertina)
a Hitler e attizzare la causa an-
tinazista, otto mesi prima del-
l’entrata in guerra. 70 anni do-
po, l’action fumettaro è servi-
to, con qualche delega alla fi-
lologia - buona per i forum dei
fan - e più di qualche secca
drammaturgica: poco importa,
Evans è un pupazzone che in-
cassa pugni ed emozioni con la
stessa impassibilità, la Atwell è
bella ma non balla, eppure gli
effetti speciali vanno a segno (il
3D no: quasi impalpabile), e
l’American Way all’epoca di
Obama può risplendere di
questa forza saggia, financo
“debole”. E allora guerra sia:
supereroi buoni e superomi-
smo nazista, novelli Bastardi
senza gloria e progenitori dei
bombardieri Stealth, nidi di cu-
culo e disintegratori “spaziali”,
di tutto e di più, percorrendo
le vie alternative della Storia
(ucronia) sulla corsia del sin-
cretismo blockbuster. E’ Hol-
lywood, bellezza? (Fed. Pont.)
Stars Crash Down, “Life
As Text”, forse il pezzo più
riuscito. Il duo ha creato in
esclusiva per i fan la
possibilità di ricevere un
disco appositamente
stampato con testo
originale e spartito, una
vera chicca.
CD in uscita ³
è D’IMPULSO
Nuevo Tango
Ensemble (Jazzhaus)
Recensioni interamente
dedicate alla Puglia, vero
epicentro dei fermenti
attuali nel nostro paese.
Gianni Iorio, Pasquale
Stefano e Pierluigi
Balducci arrivano da Bari
e Foggia ma idealmente
sono volati in Argentina
tra tango nuevo e jazz:
D’Impulso è il loro quarto
album, prodotto
dall’etichetta tedesca
Jazzhaus. Con una
strizzata d’occhio ad
Astor Piazzolla l’album è
ispirato e rende omaggio
alla spontaneità del nuevo
tango e alla sua indomita
passionalità. “Giorni di
marzo” è la traccia
migliore. Ospite il
sassofonista argentino
Javier Girotto, artefice di
uno dei dischi più
interessanti della stagione.
è UN’ALA DI
RISERVA
Michele Lobaccaro
(Lameridiana)
Una messa laica composta
da Michele Lobaccaro
(Radiodervish) dedicata
alla memoria di Don
Tonino Bello, scomparso
18 anni fa, vescovo
amatissimo dai pugliesi,
sempre vicino agli ultimi.
Con il cd ci sono alcuni
scritti raccolti in un libro
allegato e la testimonianza
di Franco Battiato, voce in
“Agnus Dei” e Caparezza
in “Auguri scomodi”. Le
vibrazioni migliori sono
racchiuse nella traccia
degli Adria che
rivoluzionano “Magnificat”,
densa e toccante. (Guido
Biondi)
pagina 16 Giovedì 21 luglio 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TG PAPI
TELE COMANDO
Il Papa
+ ipotesi ancora più attendibile
– si rende conto che nessuno
gli dà più retta, nemmeno il
fedele Bossi? Tedesco si salva
dai domiciliari con un po’ di
Pd e tutti i voti del Pdl: non
di Nanni Delbecchi

arebbe bello sapere che cosa c'è nella testa

c’è stato lo “scambio di pri-
Smesidei
Casco d’oro
e sangue blu
creativi della pubblicità Tim. Per mesi e
ci hanno martellato di spot con l'unico
risultato certo di rivalutare i cinepanettoni, vi-
ammazzacolesterolo; un mondo misterioso e
vagamente stellare, che difatti aveva affronta-
to con spot a base di scalinate, boys e sceno-
grafie spaziali, una grandeur stile Star Trek in
sto che il protagonista era Christian De Sica contrapposizione a quella del suo principale

paradosso gionieri”.

di Paolo Ojetti
g1
T “Verdetti opposti”, “Due
modi di interpretare il garan-
tismo”. Giorgino un po’ ba-
sito aggiunge che era stato
chiesto il voto segreto, ma si
“è verificato un paradosso”:
hanno concesso l’arresto di
Papa. Il paradosso Papa “vie-
ne abbracciato dai colleghi,
alcuni piangono” incalza Ma-
ria Soave che si rifugia poi
fra le braccia di Quagliariello:
“Voto liberticida, una brutta
pagina di storia”. Grazia
Graziadei intervista la signo-
ra Papa, dal marito molto in-
trodotta: “Woodcock venga a
prendermi anche me”. Brutta
pagina anche al Senato, con
transumanze nel voto segre-
to. Arriva subito Sonia Sar-
no, emula del sistema Minzo-
lini (che non si è esibito) del-
le dichiarazioni che “filtra-
no”, di fonti misteriose che
“riferiscono”. Cosa? Che Ber-
lusconi vuole “fermare la spi-
rale degli arresti preventivi”,
che ripete “una vergogna,
una vergogna, colpiscono Pa-
pa per colpire me”. E cosa fil-
tra? “I media mi perseguita-
no, il caso Ruby è un’altra ver-
gogna, ma sono fiducioso
nella rapida riforma della giu-
stizia”. Sono le indiscrezioni
col filtro: fanno meno male.
g2
T Sì a Papa, no a Tedesco,
l’apertura del Tg2 è scontata.
Ma l’impennata è dietro l’an-
golo con Ida Colucci: “L’ira
di Berlusconi, la giornata del-
la follia”. Le immagini raccon-
tano più delle parole. La car-
rellata è lunga. Berlusconi
batte un pugno sul banco, si
alza, si abbottona la giacca,
sfugge alle condoglianze di
Fitto, allontana con un brac-
cio la Meloni. É talmente ne-
ro che persino l’aria sulla sua
testa si rabbuia. Ma perché?
Voleva così bene a Papa? Im-
magina un crescendo di tin-
tinnio di manette? Oppure –
T g3
Giornata da meditare:
Alfonso Papa andrà in galera
per i voti della Lega. Mentre
al Senato, Tedesco se la ca-
verà. Voti diversi, segreti,
quello della Camera leggibi-
le, l’altro più indecifrabile.
Logica vorrebbe che il “tra-
dimento della Lega” (da set-
timane Berlusconi agita lo
spettro del ’92) sfilacci la
maggioranza: è possibile che
Berlusconi e Bossi si vedano
alla cenetta del lunedì come
se niente fosse? In collega-
mento con Bianca Berlin-
guer appare Paolo Mieli. Le
sue opinioni sono automati-
camente “autorevoli” ma, al-
meno ieri sera, imprevedibili:
“Se la maggioranza avesse sal-
vato Papa, l’opinione pubbli-
ca si sarebbe rivoltata”. Quin-
di, secondo Mieli, il governo
ne esce “rafforzato”. Su que-
sto filo, allora il salvataggio di
Tedesco mette in crisi l’op-
posizione? Può darsi, ma c’è
spazio per un’altra idea: per-
ché Tedesco non si dimette
irrevocabilmente? Si può. A
volte si deve.
in coppia non più con Massimo Boldi, bensì
(ecco il colpo di genio) con Belen Rodriguez.
Forse il talento comico di Belen era ancora da
provare, ma il vero guaio è che la più amata
dagli italiani si è rivelata molto meno amata
dalle italiane. Infatti, più gli spot all’uvetta di
Belen e De Sica andavano in onda, meno i te-
lefonini Tim facevano affari.
A un certo punto i nostri creativi devono es-
sersi arresi all'evidenza. Bisognava voltare pa-
gina e trovare un personaggio femminile al-
ternativo. Pensa che ti ripensa, sono stati vi-
sitati da un altro colpo di genio: chiamiamo
Raffaella Carrà, il sex-symbol più sicuro che
c’è, inalterabile sia nel tempo che nello spa-
zio, e così poco esotico per noi da risultare il
massimo dell’esotismo per l’America Latina.
D’altra parte Raffa, da volpe platinata qual è,
aveva da tempo iniziato a risparmiarsi, a mo-
strarsi in video sem-
pre meno, e a conce-
Raffaella Carrà nei panni dersi quasi esclusiva-
della regina Isabella mente alla pubblici-
di Castiglia nello spot Tim tà, sapendo perfetta-
mente che gli spot so-
no come una mossa
di tuca-tuca; stanca-
no poco e rendono
molto.
Da qualche anno si
era specializzata nei
beveroni probiotici e
in breve è diventata la
beniamina degli ste-
roidi anabolizzanti
competitor nel ramo yogurt, Little Tony, l’u-
nico uomo al mondo che sulla soglia della set-
tantina si ostina a vivere nella tavernetta delle
prime festicciole.
Dopo tante missioni tra gli steroidi, i comples-
si vitaminici e gli anabolizzanti, anche per la
Carrà era tempo di voltare pagina, e siccome
gli affari si fanno in due, la pagina l’hanno vol-
tata contemporaneamente sia lei, sia la Tim.
Da qualche settimana, ecco dunque Raffa gi-
ganteggiare nel nuovo spot dei telefonini e far
piazza pulita dei cinepanettoni in un batter
d’occhio. Un siparietto in costume dove in-
terloquisce con Neri Marcorè-Cristoforo Co-
lombo, nei panni della Regina Isabella di Ca-
stiglia con tanto di corona in testa, seppure di
cartone: casco d’oro e sangue blu. A giudicare
dalle battute, gli sceneggiatori devono essere
ancora quelli di Belen e De Sica, ma ciò che
conta davvero è l’immagine. Sotto la corona si
allarga il celebre doppio golfo del casco fir-
mato dai fratelli Vergottini, un landmark del-
l’acconciatura anni Settanta da cui Raffa è in-
separabile, come la calzamaglia da Superman,
il turbante da Valentina Cortese e la camicia
verde da Mario Borghezio. A ciascuno il suo. E
soprattutto, a ciascuno la sua uniforme. Icone
si nasce, ma soprattutto si resta; e questa Raffa
di Castiglia è tutta mamma Rai, o meglio, è tut-
ta nonna Tv. Il Vergottini incoronato è l’en-
nesima prova che sul video non tramonta il
cerone, e soprattutto non passa il tempo, al-
meno finché la televisione italiana continuerà
a fingere di essere il ritratto del paese essendo
in realtà il ritratto di Dorian Gray.

LA TV DI OGGI
11.25 TELEFILM Don Mat-
teo 7
13.30 NOTIZIARIO TG1 -
TG1 Economia
14.10 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
15.00 FILM Tre scapoli e
un bebè
16.50 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
17.00 NOTIZIARIO TG1 -
Che tempo fa
17.15 ATTUALITÀ Estate in
diretta
18.50 GIOCO Reazione a
catena
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 DOCUMENTI DA DA
DA
21.10 DOCUMENTARIO
Superquark
23.25 DA PIAZZA DEL SOC-
CORSO - FORIO D'ISCHIA
EVENTO XXXII Premio
Ischia Internazionale di
Giornalismo
0.40 NOTIZIARIO TG1
Notte
13.00 NOTIZIARIO TG2
Giorno - TG2 E... state con
costume - TG2 Sì, Viaggia-
re
14.00 TFGhost Whisperer
14.50 TF Army Wives
15.35 PRIMA TV TELEFILM
Squadra Speciale Colonia
16.20 PRIMA TV RAI TELE-
FILM Las Vegas
17.05 PRIMA TV TELEFILM
90210
17.45 NOTIZIARIO TG2
Flash L.I.S. - Meteo 2
17.50 NOTIZIARIO Rai TG
Sport - TG2
18.45 TELEFILM Cold Case
19.30 TF Senza traccia
20.25 PROGRAMMA GENE-
RICO Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 RUBRICA Emozioni
23.10 NOTIZIARIO TG2
23.25 DOCUMENTARIO La
Storia siamo noi
0.25 RUBRICA Crazy
Parade
13.10 TELEFILM Julia
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - Meteo - TG3 -
Meteo 3
14.45 RUBRICA FIGU -
14.55 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.00 PORT Tour de Fran-
ce 2011 18a tappa (DIR.)
18.05 DOCUMENTARIO
GEOMagazine 2011
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.15 TELEFILM Sabrina
vita da strega
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 PRIMA TV TELEFILM
Sulle tracce del crimine
22.55 NOTIZIARIO TG
Regione
23.00 ATTUALITÀ TG3
Linea notte estate
23.35 FUORI ORARIO COSE
(MAI) VISTE PRESENTA
DOCUMENTI Zaum Andia-
mo a parare
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP OPERA Beauti-
ful
14.10 SOAP OPERA Cento-
Vetrine
14.45 FILM Rosamunde
Pilcher: La voce nel cuore
16.35 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario. Condot-
to da Gerry Scotti
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.20 PRIMA TV TELEFILM
Angeli e Diamanti. Con
Vittoria Belvedere, Marti-
na Stella.
23.30 TALK SHOW Il senso
della vita - Story
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
2.00 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint (REPLICA)
12.20 RUBRICA Giffoni - Il
sogno continua
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo -Studio
Sport
13.40 PRIMA TV CARTONI
ANIMATI Detective Conan
14.10 CARTONI ANIMATI I
Simpson
15.00 PRIMA TV TELEFILM
How I Met Your Mother
15.30 TELEFILM Gossip Girl
16.20 TELEFILM The O.C.
17.10 TELEFILM Hannah
Montana
18.05 SIT COM Love Bugs
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo -Studio
Sport
19.25 TELEFILM C.S.I. Mia-
mi
20.20 TELEFILM The Men-
talist
21.10 PRIMA TV MEDIASET
TELEFILM C.S.I.
23.00 TELEFILM The Closer
0.45 RUBRICA SPORTIVA
Poker1mania
11.20 TALK SHOW Benes-
sere 11.30
NOTIZIARIO TG4 - Meteo
- Vie d'Italia notizie sul
traffico
12.00 TELEFILM Più forte
ragazzi
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 2
13.50 REAL TV Il tribunale
di Forum - Anteprima
14.05 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM GSG9 -
Squadra d'Assalto
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.35 FILM I Gladiatori
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Renegade
21.10 TALK SHOW La ver-
sione di Banfi
23.15 CINEMA D'ESTATE
FILM The Weather Man
1.15 NOTIZIARIO TG4
11.25 TELEFILM Chicago
Hope
12.30 TELEFILM Due South
- Due poliziotti a Chicago
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 FILM La soffiata
16.25 DOCUMENTARIO
Shamwari Savana Hospital
17.00 TELEFILM L'ispettore
Barnaby
19.00 REAL TV Cuochi e
fiamme (REPLICA)
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda.
Condotto da Luisella
Costamagna e Luca Telese
21.10 LA VALIGIA DEI
SOGNI PRESENTA FILM Io
speriamo che me la cavo.
Con Paolo Villaggio, Isa
Danieli.
23.10 RUBRICA La valigia
dei sogni. Condotto da
Simone Annicchiarico
23.50 NOTIZIARIO TG La7
0.05 MINISERIE Moana
2.05 ATTUALITÀ In Onda
(REPLICA)

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Io speriamo che me la cavo  Emozioni  La Storia siamo noi
Il maestro genovese Sperelli (Paolo Vil- Il programma di Simona Ercolani Indro Montanelli, a dieci anni dalla sua
laggio), per un errore amministrativo vie- “Emozioni”, che mira a realizzare un scomparsa. L’attualità della figura, l’ec-
ne mandato a insegnare in un paesino racconto per immagini dei protagonisti cezionalità della persona, la testimonian-
del napoletano e si trova, così, catapulta- del mondo musicale contemporaneo, za dei suoi amici e colleghi. Questi gli ele-
to in una realtà“sgarrupata”. Alla fine proporrà una doppia puntata dedicata menti chiave della ricostruzione di que-
del film, nella rubrica “La valigia dei a Roberto Vecchioni, richiestissimo e sta puntata de La Storia Siamo Noi, di
sogni”, Simone Annicchiarico racconterà, osannato da tutti dopo la recente vitto- Giovanni Minoli. Un racconto tematico
tra Tivoli,Taranto e la Reggia di Caserta, ria sanremese, e a Giorgio Gaber, l’uo- piuttosto che cronologico, che si snoda
/ Solomon Kane / The Weather Man Superquark
aneddoti e retroscena del film campione mo e l’artista che meglio di tutti ha attraverso i novantadue intensi anni di
Ispirato all'omonimo personaggio lette- Amaro ritratto della vita, il film ruota Tra gli argomenti in scaletta, nella pun-
di incassi, tratto dall’omonimo romanzo saputo raccontare, con lucida ironia, le vita, di un uomo che ha attraversato da
rario creato da Robert Ervin Howard attorno a un Nicolas Cage in stato di tata di stasera di “Superquark”: i virus; il
bestseller di Marcello d’Orta. contraddizioni della società italiana. protagonista assoluto l’intero Novecento.
nel 1928 e ambientato nel millecinque- grazia. Dietro alla macchina da presa cervello umano; nuove tecnologie e nuovi
La 7 21,10 Rai 2 21,05 Rai 2 23,25
cento, ha per protagonista Solomon c’è Gore Verbinski. Mentre cammina sul materiali. Oggi, grazie a ricerche come
Kane, il bellicoso capitano di una ban- filo di un baratro esistenziale David quelle condotte all’Università di Califor-
da di assassini impegnata in ripetute riceve un’offerta di lavoro da Bryant nia, è possibile capire cosa avvenga nel
guerre nei luoghi più vari e sperduti. La Gumbel (che interpreta se stesso), con- cervello quando si usano le tante e diver-
strada della redenzione si apre, per il duttore del prestigioso programma se droghe, che purtroppo sono in circola-
mercenario Kane, dopo l’incontro con il “Hello America”. Ma accettare signifi- zione. Tutti i danni, che oggi è possibile
Mietitore del Diavolo, incaricato di cherebbe trasferirsi a New York. E’ giun- vedere e misurare con straordinaria pre-
impossessarsi della sua anima violenta. to il momento di scegliere? cisione, hanno gravi conseguenze.
Sky Cinema 1 21,10 Rete 4 23,15 Rai 1 21,10
Giovedì 21 luglio 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
COMPARE ONLINE FALSO BLOGGER
WEB
di Federico Mello
è APPLE2/IL MIGLIOR TRIMESTRE DI SEMPRE
“ORA CONCENTRATI SUL LANCIO DI ICLOUD IN AUTUNNO”
L’iPad e l’iPhone spingono Apple che chiude un terzo
trimestre record. E il titolo vola in Borsa, dove supera
per la prima volta 400 dollari. L’utile netto di Apple è
più che raddoppiato a 7,31 miliardi di dollari, in
aumento rispetto ai 3,25 miliardi di dollari dello stesso
periodo dell’anno scorso. I ricavi sono risultati pari a
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it
“Berlusconi: fermare
escalation di arresti. Poi
dice ai suoi: ‘Usate il web
come Obama’”
28,57 miliardi di dollari a fronte dei 15,70 miliardi di

Spider: è APPLE1/ NESSUNA SUCCESSIONE

JOBS: “SONO SOLO CAVOLATE”
Nel giorno del trionfo Apple, interviene
dollari del 2010. Gli iPhone venduti sono
stati 20,34 milioni di unità (+142 per cento)
9,25 milioni gli iPad (+183 per cento).
“Siamo entusiasti – ha detto Steve Jobs – Al
momento siamo concentrati, e ne siamo
è FINO adesso ti hanno
votato gli spettatori di forum e
tg4, il web è popolato di gente
libera, prevalentemente
giovane e informata, datti alla

è quasi farsa direttamente Steve Jobs per smentire i

rumors che si erano diffusi nella ultime ore:
secondo il Wall Street Journal,
alcuni membri del board di
Apple avrebbero valutato un
entusiasti, nel portare iOS 5 e iCloud ai
nostri utenti questo autunno”.
radio che è meglio...

è VENGHI venghi,
berluscozzi. Qui so’ c****i!
Niko

piano di successione. Jobs ha

Sdertaverso
velocemente tracimando
la farsa la vicenda di Spi-
Truman, il blogger anonimo
nome di un politico” gli inter-
nauti hanno riempito “l’impo-
store” di insulti.
liquidato le indiscrezioni:
“Ritengo che siano cavolate”.
mikaila

diventato molto noto da quan- Poco dopo è arrivata la risposta
do, presentandosi come “un ex del “vero” Spider Truman dalla
precario di Montecitorio”, ha sua ormai notissima pagina Fa-
cominciato a pubblicare infor- cebook: smentisce i rumors dei
mazioni – in gran parte note, e giorni scorsi – secondo i quali il
alcune delle quali smentite dal- blogger misterioso sarebbe
l’Ufficio Stampa della Camera – Gianfranco Mascia del Popolo
sulla Casta in Parlamento. Viola (“Io non c’entro nulla con
Ieri, ennesima puntata della vi- questi politicanti viola in carrie-
cenda. Un anonimo, nascosto ra”) – e aggiunge: “Se volete cer-
dietro una maschera bianca e carmi, potete trovarmi a Geno-
con la voce camuffata da un sin- va per i 10 anni dal G8”. Tutto,
tetizzatore – “uno dei video più tra anonimato e improvvisazio-
brutti mai circolati online”, un ne, tra video e commenti onli-
commento ricorrente in Rete –, ne, è ormai degenerato. A met-
ha inviato un video a Repubbli- tere “un punto” sulla vicenda è
ca.it dicendo di essere lui il mi- stato il blogger Massimo Mantel-
sterioso Spider Truman. “Qui lini: “Non c’è costruzione di
dentro – dice indicando un fal- senso in iniziative del genere,
done – ci sono tutti i segreti del- nessuna aggregazione di intelli-
la Casta che avreste sempre vo- genze differenti attorno a un
luto sapere. Di chi volete sapere progetto comune. Solo un paio
i segreti? Di Bersani, Di Pietro, di di attori che costruiscono gio-
Bossi, di Fini? Lascia qui il nome chini che titillano la parte meno
del politico e domani ti dirò tut- nobile di ciascuno di noi” scrive
to”. Il video, molto presto, si è su Manteblog. Insomma, molto
dimostrato essere un falso e, in- di più di un’occasione persa.
vece di suggerire su YouTube “il f.mello@ilfattoquotidiano.it
I FILM LO SPORT
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
17.20 Prince of Persia SCF 14.00 Golf, PGA European Tour
17.20 Colpo di fulmine SC1 2011 Nordea Scandinavian
17.25 Jack SCH Masters: 1a giornata
17.25 The Warlords SCM (Diretta) SP2
17.45 Pallottole su 18.30 Golf, Alps Tour 2011
Broadway SCC Zoate Open SP2
18.50 Brothers SCP 19.00 Calcio, Copa America
18.55 L'amore infedele SC1 2011 Seconda semifinale Para-
19.20 La storia infinita SCF guay - Venezuela (Replica) SP1
19.20 Una notte al museo 2: 19.00 Wrestling WWE Expe-
La fuga SCH rience Episodio 3 SP2
19.20 Pioggia di fuoco SCM 20.00 PartyPoker.net European
19.30 Casa mia casa mia... SCC Open. Ep. 3 e Ep. 4 SP2
21.00 Beverly Hills Cop II SCC 21.00 Golf, PGA European Tour
21.00 Mean Girls SCF 2011 Nordea Scandinavian
21.00 L'inverno dei sogni Masters: 1a giornata (R) SP3
infranti SCM 21.45 Beach soccer, Serie A
21.00 Oggi sposi SCP 2011 Pescara: Tappa Girone
21.10 The Big White SCH Sud - prima parte SP1
21.10 Prima tv 22.30 Campionato DTM 2011
Solomon Kane SC1 Show event Olympic Stadium
22.40 Meltdown SCM Monaco (Replica) SP2
22.45 Save the last dance SCF 23.45 Ciclismo, Maratona delle
22.50 La strategia di AdamSCC Dolomiti 2011 (Highlights) SP2
23.00 Blindness - Cecità SC1 0.00 Calcio, Copa America 2011
23.05 Daddy Sitter SCH Seconda semifinale Paraguay -
23.05 Il grande sogno SCP Venezuela (Replica) SP1
RADIO
A “Radio 3 Live” Prom 9
In diretta Euroradio, dalla Royal Albert Hall di Lon-
dra, stasera alle 20.30 Radio 3 Live trasmetterà il
“Prom 9: Sibelius, Bartók and Janáček”, l’evento musi-
cale inserito all’interno del Proms 2011, il Festival di
musica classica più importante del Mondo. A dirigere la
Hallé Orchestra il direttore Mark Elder. Al pianoforte
il celebre pianista e direttore d’orchestra ungherese,
naturalizzato britannico, András Schiff, uno tra i mag-
giori interpreti viventi di Johann Sebastian Bach. In
apertura verranno eseguite la “Suite n. 2” delle “Scènes
historiques” , composte intorno al 1899, e la “Sinfonia n.
7 in Do maggiore op.105”, scritta nel 1924, del composi-
tore finlandese Jean Sibelius. A seguire, il maestro
Mark Elder dirigerà l’esecuzione del “Concerto per pia-
noforte e orchestra n. 3” composte nel 1945 dal pianista
e compositore ungherese, tra i pioneri dell’ etnomusico-
logia, Béla Bartók e, infine, la celebre “Sinfonietta”
composta nel 1926 dal ceco Leos Janácek .
Radiotre 20,30
è SE VENITE su Internet ci
Il “genio” Steve, fondatore divertiamo ahaahahaa.
della Apple e anima della Giovane Ragazzo
rinascita della Mela negli
ultimi anni (suo il lancio di è CHE BELLO, ci sarà da
iPod, iPhone, iPad), si sta ridere! Vieni che ti
curando da una grave malattia aspettiamo!!!!
dopo aver già sconfitto un gianni isidori
tumore nel 2004.
è NON DEVE stare bene se
si paragona a Obama. Vieni,
vieni in rete ti aspettiamo!
Att
è COMUNQUE che ben
venga su Internet... qui ce la
possiamo discutere, altro che
tv dove lui parla e noi poveri
disgraziati non possiamo fare
altro che premere il tasto
rosso del telecomando...
domenico carbone
è NON SONO d’accordo
almeno qui stiamo in pace,
mica viene a confrontarsi con
noi, al massimo dirà che siamo
Il falso “Spider Truman”; comunisti.
Steve Jobs; lorenx
Manteblog;
eBay è LO ASPETTIAMO con
ansia, ma prima qualcuno gli
spieghi la differenza tra Gogol e
Google.
“SILICON VALLEY” IN SALSA ITALIANA Nico5
A TREVISO LA PRIMA “DIGITAL ACADEMY”
L’Italia è povera di materie prime, ma è E BASTA! Inquinatore. Vai
le idee innovative non mancano: perché a goderti i tuoi miliardi e
non copiare gli americani e mettere in piedi una lasciaci in pace. Non vuoi
Silicon Valley de’ noantri, per far saltare fuori i essere giudicato, espatria, vai in
Mark Zuckerberg tricolori? L’idea, si diceva in una delle tue isole e stai lì a
marzo, si concretizzerà a Sestri Ponente, nei pressi goderti il paesaggio. Sentire
di Genova: parliamo del Parco Scientifico e ancora le sue esternazioni nei
Tecnologico della collina degli Erzelli, 400 mila giorni del ricordo di Paolo
metri quadrati e un miliardo di euro di investimenti Borsellino, viene il
per fare polo e ospitare il CNR, la facoltà di voltastomaco.
Ingegneria, l’Istituto Italiano di Tecnologia e Angela
aziende hi-tech (tra cui Ericsson Telecomunicazioni
e Siemens). La notizia di luglio è che un’altra è SI È stancato delle
“Silicon Valley” è nata nella provincia di Treviso. videocassette?
Qui, nella campagna di Ca’ Tron, opera la prima Gianluca68
digital academy d’Italia. Dietro all’operazione
c’è Ricardo Donadon, ideatore di H-Farm, è EH CARO Silvio, ma su
incubatore di start-up che ha promosso il Internet la vita non è facile
nuovo centro, oltrechè Luca De Biase, ex come la tv... C’è perfino gente
responsabile di “Nova24”, direttore che parla senza esser pagata da
scientifico dell’istituto. L’obiettivo? Formare te!
degli esperti di imprenditoria digitale e fornire Roberto Previdi
supporto alle aziende grazie a specifici short
courses. Il master in Digital Enterpreneurship è CONCORDO, le TV
partirà in settembre con corsi semestrali per 60 inquinano le menti.
studenti; sono previsti anche eventi e iniziative Isla mas Afuera
“pop”, con il coinvolgimento di esperti.
Alcuni dei nomi coinvolti? Rosso, Ferragamo, è OKKIO: per B. usare vuol
Marzotto. dire stravolgere, occupare,
Bene. è FBI PUNTA SU ANONYMOUS costringere, corrompere.
Adesso non PERQUISIZIONI E ARRESTI IN USA E EUROPA Siamo avvisati: I troll dilaganti
resta che
attendere:
risultati, però, non
L’Fbi e il ministero della Giustizia americano
hanno confermato ieri in serata che in
operazioni negli Stati Uniti e in Europa
nei blog erano solo le
avanguardie.
Nevercould
è TECHNO-APPASSIONATI
GLI ITALIANI “COCCOLANO” LE DEVICE
annunci
di nuove Silicon
contro vari gruppi di hackers. Sono state
arrestate complessivamente 21 persone, è NO, USARE vuol dire
Così come fu per i cellulari, fare
Valley. 14 delle quali nell’ambito di un’indagine su proprio “usare”. Così come lui
incetta di apparecchi elettronici,
Valerio Venturi “Anonymous”, il celebre gruppo usa il potere, le donne,i soldi
come la tv a schermo piatto o lo
apertamente schierato a sostegno del pubblici...
smartphone di ultima generazione, è
fondatore di Wikileaks, Julian Assange. Francescah
diventato una sorta di “vizio” per gli
Degli arresti finora eseguiti, al quale
italiani, che si dimostrano un popolo decisamente
potrebbero seguirne altri, 16 oggi negli Stati è VOGLIO vedervi su
appassionato di hi-tech. Secondo un’indagine condotta da
Uniti (due dei quali legati a indagini Internet!!!! Sarete sottoposti
Doxa per eBay.it, tre italiani su 5 dichiarano di essere
correlate), 5 in Europa, e più precisamente ad un Bunga Bunga
affezionati ai propri apparecchi tecnologici. I più attaccati
uno in Gran Bretagna e quattro in Olanda. Il mediatico!!!!!!!!!!!
sono in percentuale i giovanissimi sotto i 24 anni (79 per
Ministero della Giustizia ha precisato anche Anthos
cento) e i giovani tra i 25-34 anni (68 per cento). Molti
che martedì negli Stati Uniti sono stati
addirittura “coccolano” la propria tecnologia: Il 37 per
effettuate inoltre 35 perquisizioni, sempre è AIUTO? Va bene lo voglio
cento degli intervistati (40 per cento guardando ai soli
nell’ambito della stessa indagine. Gli arresti aiutare il Berlusca... imposti il
uomini) ha dichiarato di cimentarsi nell’acquisto
sono stati eseguiti in Alabama, Arizona, suo NIK e PW!!!! Un
soprattutto di accessori, tipo cover del cellulare, casse
California, Colorado, District of Columbia, consiglio???? ...Nik: "toghe
dell’iPhone, auricolari alla moda, hard disk esterni, etc.
Florida, Massachusetts, Nevada, New rosse" PW: “gnocca for ever”.
Mexico e Ohio. Inoltre due ulteriori ordini Ecco, inizi con questo poi per
di cattura nell’ambito di inchieste correlate le altre elezioni si ci sente.
sono stati eseguiti in Florida e New Jersey. maria vittoria pittamiglio
pagina 18
PIAZZA GRANDE
Crisi,Ue divisa. Paga l’Italia
di Superbonus
opo 18 mesi dall’esplo-
D
dere della crisi greca si
ripete il copione del-
l’ennesimo vertice d’e-
mergenza, nel frattempo però
sotto il peso del proprio debi-
to sono crollate anche Porto-
gallo e Irlanda, Spagna e Italia
si trovano sotto il fuoco delle
vendite. La novità è che per la
prima volta la Francia è preoc-
cupata, nonostante abbia con-
fermato il proprio rating di tri-
pla “A” le sue banche sono
esposte per circa 400 miliardi
di euro verso i paesi più deboli
dell’area euro. Una spada di
Damocle che rischia di abbat-
tersi su colossi come Società
General o Bnp Paribas e su de-
cine di istituti di credito medi e
piccoli d’oltralpe. Non a caso
Nicolas Sarkozy sta effettuan-
do un pressing senza prece-
denti sulla Cancelleria tedesca
per ottenere un salvataggio
pieno della Grecia, senza trau-
mi che causino un panico ge-
neralizzato e un collasso dei
debiti di Italia e Spagna, ma
con il Bundestag (parlamento
tedesco) chiuso Angela Mer-
kel non può prendere grossi
impegni. I parlamentari tede-
schi sanno che alla fine l’unico
vero finale pagatore solvibile è
la Germania e prima di partire
per le vacanze hanno votato
una mozione nella quale impe-
gnano il governo a coinvolge-
re i privati nella ristrutturazio-
ne del debito greco e soprat-
tutto a non sborsare altri quat-
trini.
I TECNICI di tutta Europa so-
no al lavoro per trovare un
compromesso che salvi la fac-
cia e il portafoglio del Cancel-
liere tedesco e, nello stesso
tempo, rassicuri i mercati che
sono ancora molto nervosi. No-
nostante il restringimento de-
gli ultimi due giorni lo spread
I fenicotteri del
San Raffaele
di Roberta De Monticelli
fenicotteri... o erano gru?
I
Strani animali alati, non sai
se angelici o mostruosi: la
prima immagine che mi col-
pì, mentre attraversavo il giardi-
no della “Cascina”, la dimora di
don Luigi e della cerchia più
stretta e antica delle collabora-
trici dell’Opera San Raffaele,
cresciute alla scuola di don Ver-
zé e poi entrate nell’ordine dei
Sigilli, per consacrare la loro vi-
ta all’Opera e al Fondatore. Era
la prima volta che ci mettevo
piede: ero appena stata chiama-
ta da Ginevra a insegnare Filo-
sofia della persona alla nuova fa-
coltà, fondata e diretta da Mas-
simo Cacciari per volontà di
don Luigi. La neonata facoltà di
Filosofia era il vertice di quella
sorta di trinità scientifico-uma-
nistica che don Verzé aveva so-
gnato, fondandola buona ultima
dopo le facoltà di Medicina e di
Psicologia: così che i rispettivi
ambiti di ricerca – il Corpo, L’A-
nima, l’Intelletto o lo Spirito –
rispondessero ciascuno a un
fra il nostro Btp a 10 anni e il
bund di pari scadenza è ancora
del 2,90% di rendimento e il Te-
soro per collocare un titolo con
scadenza giugno 2013 deve an-
cora pagare più del 4 per cento
di tasso d’interesse.
NUMERI questi che mettono
in discussione la stabilità di bi-
lancio, la manovra appena va-
rata e la ripresa economica già
fortemente compromessa. È
proprio su questo scenario che
si stanno concentrando gli ana-
listi di grandi banche e grandi
fondi d’investimento: quanto
può durare l’Italia in una con-
giuntura di questo tipo e con il
cambio fisso? Due, massimo tre
anni è la risposta di quasi tutti.
Nessuno scommette sul fatto
che il nostro paese riesca a sop-
portare livelli di tassi d’interes-
se superiori al 2 per cento di
spread per un tempo prolunga-
to. Il cronometro della specu-
lazione si è messo in moto, pri-
ma della data limite prevista
sfrutterà ogni indecisione,
ogni leggerezza, ogni imprevi-
sto per accelerare la crisi e
spingerci nel burrone. La solu-
zione per la Grecia che troverà
il vertice europeo di oggi non
serve a salvare Atene, ma ad in-
dicare la strada che l’Europa
vuole percorrere di fronte alla
crisi del debito dei paesi più
grandi. Serve a sondare la vo-
lontà di Berlino di impegnarsi
ancora economicamente, per
il presente e per il futuro, per
tenere insieme l’area dell’euro.
Purtroppo il massimo che que-
sto vertice potrà fare è compra-
re un poco di tempo, rassicu-
rare i mercati per qualche set-
timana, ma senza attaccare il
problema alla radice senza
emettere titoli di debito comu-
ne (i famosi eurobond proposti
da Tremonti) e senza consenti-
re alla Bce di fare quantitative ea-
sing, cioè comprare titoli di Sta-
to a fronte di stampa di denaro
aspetto della domanda del Sal-
mo: “Che cosa è l’uomo – nel-
l’immensità del cosmo?” La do-
manda di cui è simbolo anche
l’Uomo vitruviano che nel logo
del San Raffaele compare. Ap-
presi tutto questo, allora, con
meraviglia e ammirazione. I pro-
grammi di insegnamento, scritti
da Cacciari, erano molto belli e
nuovi, con due pilastri – il greco
e la civiltà filosofica antica da un
lato, la logica dall’altro – a reg-
gere rispettivamente l’arcata
umanistica e quella scientifica
del ponte che doveva collegare
le due rive della nostra civiltà, la
grande tradizione contemplati-
va e la ricerca che non conosce
limiti, la sapienza e la scienza.
MA POI, anche, la vocazione
pratica e quella empirica della ra-
gione: con corsi di politica, dirit-
to, economia e, naturalmente,
etica e bioetica da una parte, in-
segnamenti di biologia, fisica,
matematica e linguistica per filo-
sofi dall’altra, e una scuola di fi-
losofia analitica in mezzo, a di-
mostrare che l’anima e l’esattez-
SECONDO TEMPO
(politica già adottata in Usa e
Inghilterra). Entrambe le solu-
zioni sono premature e indige-
ste per l’opinione pubblica te-
desca, olandese e finlandese e
negli assurdi meccanismi del
Consiglio d’Europa le decisio-
ni devono essere prese all’una-
nimità, così che si troverà sem-
pre qualcuno che fra il proprio
futuro politico e la stabilità del-
l’euro preferisce sempre il pri-
mo. L’Italia si presenta al verti-
ce con il cappello in mano, sen-
za alcuna dignità residua con
una manovra economica sbef-
feggiata dai mercati e nell’im-
barazzante situazione di dover
discutere del salvataggio della
Grecia, ma senza poter mettere
un soldo nel piatto della solida-
rietà. Se infatti Berlusconi do-
vesse decidere di contribuire a
un nuovo prestito per aiutare
Il salvataggio
della Grecia
è fondamentale
per la nostra
tenuta economica,
tuttavia il Paese
oggi si presenta
all’incontro
europeo in
posizione di
debolezza
In questi giorni
tragici è giusto non
dimenticare la
libertà che don
Verzé aveva difeso
nella ricerca e nella
clinica. In questo
principio c’è un
valore che merita
di sopravvivere alle
tante ombre
za possono felicemente sposar-
si. E dar luogo al “pensiero con-
creto” – la formula di Cacciari
che riassumeva la grande e bel-
lissima ambizione di essere un
modello di possibile riforma del-
l’organizzazione degli studi uni-
versitari. Davvero una formazio-
ne capace di ridare all’intelligen-
za il ruolo direttivo, di sentinella
critica ma anche di progettatrice
di nuove forme – di vita e di ci-
viltà, che da troppo tempo l’in-
telligenza ha perso. Ora – e mi
rivolgo ai più giovani lettori di
questo giornale – la prima cosa
da fare è non parlare al passato di
questa ambizione. La cosa che fu
allora creata c’è ancora. Vi inse-
gnano molti innovatori, da
Atene dovrebbe reperire alme-
no dieci miliardi di euro di cui
cinque entro fine 2011. Ciò
non è previsto dalla manovra
economica, non è nei piani del
governo e non è stato chiesto
né comunicato agli italiani.
Probabilmente il nostro primo
ministro manterrà un profilo
basso, molto basso per non es-
sere notato non essere chiama-
to in causa e soprattutto per far
dimenticare che ha offerto un
formidabile destro alla specu-
lazione internazionale litigan-
do con un ministro delle Finan-
ze, criticabile ma stimato inter-
nazionalmente, come Giulio
Tremonti. Una situazione non
facile da gestire per un governo
che ad ogni ora mostra segni di
cedimento, una situazione che
gli squali dei mercati interna-
Edoardo Boncinelli a Vito Man-
cuso, e poi studiosi, pensatori e
ricercatori internazionalmente
noti, come Giovanni Reale o
Emanuele Severino, lo stesso
Cacciari, un linguista come An-
drea Moro, un genetista come
Cavalli Sforza, vi hanno insegna-
to protagonisti della società civi-
le e della spiritualità, da Guido
Rossi a Enzo Bianchi. Spetta an-
zitutto a chi vi insegnerà e a chi vi
studierà fare in modo che questo
luogo di libera ricerca e libero in-
segnamento continui a fiorire e
dar frutti, secondo la più limpida
verità che mai logico abbia affer-
mato: “Il pensiero non ha padro-
ne” (G. Frege). Questo della li-
bertà è davvero un principio non
negoziabile che ogni frequenta-
tore dell’Ateneo ha sovente sen-
tito ripetere a don Verzé – il qua-
le citava forse il Cardinal Martini:
“Non ho bisogno di credenti, ma
di pensanti”. Io glielo sentii dire
allora, in quella sala dalle finestre
affacciate sul giardino dei feni-
cotteri, o gru che fossero: e non
solo gliene sono ancora oggi pro-
fondamente grata, ma ho sem-
Shanghai, Mondiali di nuoto La cinese
Yadan Hu si tuffa durante i preliminari dalla
piattaforma di 10 metri. Dopo la doppia
medaglia, ieri solo amarezza per i nostri colori.
Valerio Cleri e Noemi Batki, entrambi due nomi
su cui la nostra Nazionale contava parecchio,
non sono riusciti ad ottenere risultati di rilievo,
rispettivamente nella 10 km di fondo e nella
piattaforma 10 metri.
zionali sono pronti a sfruttare
da lunedì, quando l’euforia per
le decisioni europee, ancora
una volta transitorie, sarà sva-
nita e ci troveremo da soli con 8
miliardi di Cct da collocare en-
tro fine luglio e un’asta del Btp
decennale prevista per il 28
agosto che proprio non ci vo-
leva.
UNO STATO troppo indebi-
tato vive un’asimmetria di mer-
cato a suo svantaggio, non oc-
corre che gli investitori venda-
no i titoli di Stato basta che non
li acquistino: ogni anno l’Italia
emette debito aggiuntivo per
almeno 45 miliardi di euro, se
tutti si limitassero semplice-
mente a rinnovare i titoli in sca-
denza senza aumentare la
quantità posseduta nel proprio
pre applicato alla lettera questo
principio anche nelle relazioni
interne alla vita dell’università,
che credo debbano essere ispi-
rate – su tutte le questioni che ri-
guardano i suoi docenti, nessuna
esclusa - alla più assoluta traspa-
renza e parresìa, anche quando
questo impegno ci induca a
esprimere posizioni critiche.
Molte cose si dicono in questi
giorni tragici su don Verzé, visio-
nario manager di Dio.
MA QUEST’UNA non ho ve-
duto scritta: che da lui non ve-
niva, ne posso ben testimoniare,
alcun invito a quella disponibili-
tà a compiacere e obbedire che è
nel caso migliore devozione, e
nel caso peggiore servitù volon-
taria. Quella che prima o poi por-
ta alla rovina tutte le autocrazie,
anche le più illuminate. Infatti la
critica anche aspra è somma-
mente necessaria alle grandi vi-
sioni, perché queste conservino
quel rapporto con la realtà senza
il quale non sarebbero grandi.
Un pensiero che di fronte al ge-
sto disperato di Mario Cal torna
alla mente, insieme con lo sgo-
mento e la pietà: tragico davvero
il destino degli uomini devoti,
quando hanno – forse – riposto
in un uomo una fede e un’ado-
razione alle quali solo un Dio –
ma non un uomo – saprebbe for-
se rendere giustizia. E mi è tor-
nato allora alla mente, in questi
giorni, anche il ricordo di quegli
Giovedì 21 luglio 2011
(FOTO EPA/KIM LLUDBROOK)
portafoglio, la nazione fallireb-
be ugualmente. Per la specula-
zione non è necessario vende-
re, basta sedersi e aspettare,
siamo noi italiani che dobbia-
mo convincere gli investitori
che ripagheremo il nostro de-
bito, che la nostra economia
crescerà e che questo è un pae-
se serio che arriverà al pareg-
gio di bilancio e diminuirà il
proprio debito. Un’impresa
difficile per chi si è guadagnato
le copertine dei giornali inter-
nazionali con il Bunga Bunga!
(www.superbonus.name)
La Rubrica Nordisti
di Gianni Barbacetto va in vacanza
e tornerà regolarmente sul “Fatto
Quotidiano” del 24 agosto
strani animali angelici o mo-
struosi, i fenicotteri della Casci-
na. Due possibilità in un essere.
Come l’intreccio di bene e di ma-
le che Agostino dice inerire ne-
cessariamente alla Città Terrena,
e dunque anche in questa istitu-
zione: che ha portato la ricerca e
la clinica italiana a vette di eccel-
lenza mondiale, e che perfino al-
la filosofia ha consentito fossero
aperte le nuove, fertili vie della
ricerca naturale oltre che mora-
le. Ma che ha forse oscure origi-
ni, e affonda radici in terreni fan-
gosi. Il vero male, scrive Simone
Weil, è la mescolanza del bene e
del male. Credo sia vero solo in
questo senso, che ciascuno deb-
ba esser pronto a distinguere il
bene dal male nel suo qui ed ora,
e a chieder ragione del male. Co-
me qualcuno di noi ha provato a
fare (www.phenomenologylab.eu/),
chiedendo ragione della nomina
di un condannato in secondo
grado per turbativa d’asta (Giu-
seppe Profiti) fra coloro chiama-
ti a risanare la Fondazione. Ma
come, soprattutto, ciascuno di
noi dovrà fare nella fedeltà a quel
non negoziabile principio di li-
bertà che don Verzé aveva enun-
ciato e difeso nella ricerca e nella
clinica: in questo principio è il
vero e impagabile bene che il
San Raffaele ha portato al Paese e
al mondo. Minarlo in questo
principio vitale sarebbe peggio
che ucciderlo, il grande angelo:
sarebbe farne un mostro.
Giovedì 21 luglio 2011
Testamento biologico
MAIL
e dignità del paziente
L’alimentazione artificiale di un
paziente in stato vegetativo
permanente non è un piccolo
intervento che non porrebbe
problemi di assenso-dissenso.
Invece il principio del consenso
informato deve valere per qual-
siasi atto invasivo sul paziente,
compresi quelli dell’inserimen-
to di un sondino gastrico e di un
ago in una vena. Si è discusso se
l’alimentazione forzata sia da
considerarsi come le cure or-
dinariamente prestate a chi
non è autosufficiente come i
bambini, i vecchi e i malati op-
pure si tratti di attività terapeu-
tiche soggette alle regole del
consenso informato. Negli Usa
nutrizione ed idratazione sono
considerati trattamenti sanita-
ri, che il paziente può rifiutare
anche se di sostegno vitale. Ma
chi non è in grado di procurarsi
il cibo da solo, per esempio un
neonato o un vecchio avverto-
no la fame e la sete, reclamano
il cibo e lo rifiutano quando so-
no sazi. La sospensione dell’a-
limentazione forzata peraltro
costituita da preparazioni me-
dico-farmacologiche non signi-
fica l’abbandono di qualsiasi cu-
ra bensì che, certezza della per-
dita irreversibile della coscien-
za, tale sospensione diventa
materia esclusiva per una va-
lutazione clinico-scientifica. Il
rispetto della dignità del pa-
ziente può far considerare con-
trario al suo interesse prolun-
gare un trattamento inutile
perché non riesce a recuperare
alla vita, ma solo a rinviare la
morte. Non si tratta di abban-
donare il paziente ma di garan-
tirgli tutta l’assistenza necessa-
ria perché possa morire con
umanità e senza violare la sua
dignità, trasformandolo da sog-
getto in oggetto.
Prof. Franco Nobile
(oncologo)
Diritto di Replica
Enel e la partita
del nucleare
Vorremmo rassicurare il si-
gnor Pironato (la cui lettera è
stata pubblicata qui il 17 luglio),
Enel ha ben chiaro il concetto
di democrazia e rispetta le de-
cisioni prese degli italiani col
referendum di giugno. Quello
che ha spiegato Fulvio Conti,
nei giorni scorsi è che “la par-
tita del nucleare non è chiusa
per sempre”, perché, per usare
le sue parole “continuiamo a
essere fortemente dipendenti
dal nucleare, importando il
14% dell’energia da Paesi come
la Francia, la Svizzera, la Slo-
venia che continuano ad avere
impianti nucleari che ci forni-
scono elettricità”. Quanto al-
l’impegno di Enel, l’ammini-
stratore delegato è stato al-
trettanto chiaro: “Abbiamo
comunque il progetto di anda-
re avanti sul nucleare in altri
Paesi come Slovacchia, Spagna
e la stessa Francia, dove col-
laboriamo con Edf a una nuova
costruzione. Inoltre continue-
remo a studiare come è giusto
che sia nel campo della ricerca
Abbonamenti
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alla settimana (da martedì alla domenica).
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rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri 21 luglio 1858
BOX “Salimmo sopra un elegante Phaeton tirato da due cavalli
americani, che erano guidati dall’imperatore stesso,
seguito da un unico palafreniere. Egli mi condusse per tre
ore in mezzo alle foreste e ai declivi, che formano la regione
dei Vosgi, tra le più pittoresche della Francia”. Così Cavour
racconta l’atmosfera del 21 luglio 1858, giorno del
segretissimo incontro di Plombières, capolavoro
diplomatico del “tessitore”. Nella stazione termale della
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO Lorena, Cavour arriva in stretto incognito. Obiettivo,
incontrare Napoleone III e gettare le basi dell’alleanza tra
Francia e Regno di Sardegna in vista di una prossima
IL GIORNO DEL SÌ guerra all’Austria. L’imperatore, che non sopporta l’Europa
di Waterloo né gli austriaci, lo riceverà di buon grado nel
ALL’ARRESTO DI PAPA Pavillon des Princes. Poi, in una solitaria passeggiata tra i
boschi, siglerà col Conte Benso una serie di accordi
strategici. Via alle ostilità contro l’Austria, nuovo assetto
aro Furio Colombo, perché hanno delitti, ma per intrattenere i deputati sulle pene,
C difeso il parlamentare ed ex
magistrato Papa (Pdl) colpito da accuse
che – ci hanno detto – il deputato Papa
sicuramente non merita. Grava sulla Camera la
dell’Italia, ruolo dello Stato Pontificio, cessione di Nizza e
Savoia e, a sigillo delle due dinastie, nozze tra Clotilde di
Savoia e Gerolamo Bonaparte, cugino dell’imperatore. Per
gravissime di tipo mafioso, tutte minaccia di una insostenibile condanna della fare l’Italia, ben altro dovrà succedere, ma Plombières
provate e tutte clamorose, con un opinione pubblica, ovvero di una vera e propria resterà comunque uno storico prologo dell’Unità
impegno così accanito, al punto che la rivolta dei cittadini contro un Parlamento che salva nazionale.
fida Lega ha detto, nello stesso tempo, uno come loro qualunque cosa abbia commesso. Giovanna Gabrielli
sì e no alla richiesta di arresto? Che cosa Ovvero “Uno come loro”, in un Parlamento dove
ha portato in dote a Berlusconi, al tutto è profitto e corruzione. Alla fine, in un grande
governo, al Pdl, questo inaffidabile silenzio, parla lui, Papa. La novità non è che lui di stragisti, “da 41 bis” a car- Rieti e alle sue consulenze.
personaggio che la magistratura ha dica “sono innocente”. Lo dice, senza imbarazzo. cere normale, che hanno rin- Quando la Uil pubblicò i dati
chiesto di arrestare? La novità è che lui si barrichi dietro i figli, di 10 e novato in noi un inutile do- dei “costi” mi sono premurato
Geno 12 anni, “a cui ho dovuto spiegare”. Anche la lore, nel corso di questi 18 di far avere al segretario Scar-
Jaguar, anche le amanti, anche le spese senza anni; non voglio insegnare a daone i dettagli delle nostre
IL VOTO, che ha una importanza molto fine, anche le case di tutte le dimensioni e di tutti i chi in materia ne sa sicura- spese.
grande in ciò che resta di questa disgraziata e prezzi, anche le associazioni e collaborazioni e mente più di me. L’unica cosa Le cifre che l’articolo riporta
svergognata legislatura, è giunto finalmente, dopo affari e rivelazioni con personaggi al di sotto di che mi preme sottolineare è non sono riferite alle consu-
un giorno confuso, contraddittorio e turbolento, ogni sospetto e al di là di ogni difesa? C’è un ultimo che dal 2009 ad oggi, la nostra lenze, ma a tutti i contratti di
verso le 7 di sera. Prima si era chiesto invano il appello, lo fa Casini: rinunciate al voto segreto, contestazione ha riguardato lavoro compresi quelli preca-
voto pubblico e chiaro, invece del voto segreto che votiamo tutti alla luce del sole. Lo chiede solo Giuseppe Graviano in ri. Le consulenze della Pro-
i berlusconiani avevano già ottenuto, sperando in Franceschini, rivolgendosi alla Lega. Risponde merito all’isolamento diurno vincia ammontano per il
tante forme di compravendita e di tradimento. Cicchitto, flirtando con l’assurdo, che la libertà e la e, comunque, anche in questo 2010 a 88 mila e 411 euro.
Prima si sono ascoltate, da uno schieramento di dignità dei deputati dipende dal voto segreto. Alza caso, abbiamo chiesto il cam- Ho già sfidato la Uil a com-
avvocati che neppure Strauss-Kahn ha avuto a la voce come se dichiarasse la guerra, i suoi tutti in bio della norma, perché con- parare tutti i dati dei Comuni
disposizione a New York, e che il primo ministro piedi in uno strano slancio patriottico. Alla fine la sapevoli che lì si annida il pro- capoluogo e delle Province
inglese Cameron, nei suoi guai con gli amici di Camera, questa Camera vota “Sì” all’arresto di blema. Detto quanto sopra, voce per voce e sono certo
Murdoch, non si sogna di avere, le ragioni più Papa. È una lunga strada. Ma è stato fatto un per doverosa precisazione al- che la Provincia di Rieti me-
umilianti e più assurde, parlando molto, parlando passo, per la prima volta non nella direzione la Sua replica e, non certo per riterebbe un premio per l’en-
a caso, personaggi che ora si fingevano Pannella, sbagliata. polemica, anche noi vorrem- te più parsimonioso. Credo,
preoccupati dell’affollamento delle carceri (Papa mo che le nostre richieste direttore, che in un tempo
sarebbe stato uno in più) ora il Dalai Lama che Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano fossero trattate con la dovuta dove “la politica” viene ac-
resiste alla tirannide cinese (in questo caso i 00193 Roma, via Valadier n. 42 attenzione e non lasciate ca- cusata di sprechi e clientele,
giudici) ora Cesare Beccaria, non per parlare dei lettere@ilfattoquotidiano.it dere regolarmente nel vuoto. la stampa abbia il dovere di
Questo avviene non certo per compiere indagini puntuali e
colpa dei magistrati, ma a cau- severe.
sa del contesto politico in cui Converrà con me che sen-
viviamo e che tutti ben cono- tirsi accusati di essere ‘spre-
le evoluzioni tecnologiche che tribunale di sorveglianza di attenuazione del 41 bis. Del sciamo, il quale ci costringe a coni’ lascia davvero amareg-
potranno essere applicate in Roma), il quotidiano “Il Fat- resto per noi è inevitabile es- subire un torto dopo l’altro. giati. Sono pronto direttore a
questi Paesi, ma anche in un to” mi ha girato la Sua lettera sere diffidenti, nei confronti di Giovanna Maggiani Chelli verificare, dato per dato, le
futuro non troppo lontano nel per la quale naturalmente an- tali e, ahimè, ricorrenti ten- Associazione Via Georgofili Firenze consulenze e spero siano di-
nostro Paese. Riguardo poi alle ch’io, a nome dell’Associazio- tativi “umanitari” di revisione sponibili anche le altre Pro-
considerazioni espresse sul ne che rappresento, La rin- del 41 bis, considerato che a La Zecca vince del Lazio.
presunto deficit dell’azienda, grazio. Nel caso di argomenti pagare il prezzo di queste Fabio Melilli
ricordiamo che i bilanci di Enel così gravi come quello del re- trattative sono stati i nostri e la signora Rauti presidente della Provincia di Rieti
godono di ottima salute”. gime di detenzione speciale figli, con il loro sangue. Ov- A nome e per conto del dot-
Gerardo Orsini, “41 bis” per i mafiosi rei di viamente, noi non sappiamo tor Paolo Passi comunico che Caro Presidente,
(responsabile Enel strage, da sempre lo spazio che cosa c’è dietro a questa le affermazioni contenute nel- il Fatto ha riportato
relazioni con i media) sui quotidiani risulta galeotto. iniziativa e se c’è realmente l’articolo di Chiara Paolin “Fe- esattamente sia le cifre rivelate
Prima di tutto noi temiamo una trattativa in corso; in que- deli, avide e sfacciate le caval- dalla Uil che quelle pubblicate
Le “trattative” che ci sia una ennesima nuova sti casi la prudenza è sempre lette sulla Zecca” non corri- dalla sua amministrazione.
trattativa in corso, come or- d’obbligo, ci mancherebbe al- spondono al vero in quanto il A queste abbiamo aggiunto i
e il 41 bis mai i processi hanno ampia- tro. Dopo di che è chiaro che dottor Paolo Passi non ha al- 400 mila euro annui per
Gent.mo dottor Giovanni mente appurato ci sia stata quando chiamiamo in causa i cun legame con la signora Isa- l’affitto di una sede diventata di
Tamburino (presidente del nel 1993 a suon di scambio di Tribunali di Sorveglianza, pur bella Rauti e tanto meno di pa- rappresentanza.
considerando che la norma rentela con la stessa. al.fer.
demanda a questi organismi le avvocato Pietro Cicerchia
decisioni, e noi le norme le
LA VIGNETTA rispettiamo, non possiamo Rieti. “Sfido le altre
tuttavia non mettere in evi-
denza ciò che abbiamo dovu- amministrazioni” IL FATTO QUOTIDIANO
to subire proprio attraverso Caro direttore, ho letto l’ar- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
questi organismi dello Stato, ticolo rispetto alla Provincia di lettere@ilfattoquotidiano.it
quando soggetti come Cosi-
mo Lo Nigro, colui che accese
la miccia in Via dei Georgofili, Direttore responsabile
potè uscire dal 41 bis, così co-
me tanti altri ancora, e tutto Antonio Padellaro
ciò prima del 2009. È questo Vicedirettore Marco Travaglio
che, ai nostri occhi di genitori,
privati del bene più caro - i figli Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
- appare come un grave torto Progetto grafico Paolo Residori
per noi e un regalo per i ma- Redazione
fiosi. Va tuttavia riconosciuto 00193 Roma , Via Valadier n°42
che per molti dei mafiosi di tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
Via dei Georgofili, in un se- e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
condo tempo il regime spe-
ciale di 41 bis fu ripristinato, a Editoriale il Fatto S.p.A.
dimostrazione una volta di Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
più della gravità dell’errore Presidente e Amministratore delegato
commesso nel passarli a car- Giorgio Poidomani
cere normale. Non sto certo Consiglio di Amministrazione
ora ad elencare tutti i passaggi Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n°35
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