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APPUNTI PER PRIMA PROVA IN

ITINERE FILOLOGIA GERMANICA


Filologia Germanica
Università degli Studi di Firenze (UNIFI)
22 pag.

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FILOLOGIA GERMANICA
Argomenti prima prova in itinere

1. cos’è in generale la filologia?


La filologia è l’ insieme di tutte quelle discipline intese alla ricostruzione,comprensione e
corretta interpretazione di elementi letterari sia con scopo di approfondire, attraverso i testi e
i documenti, la conoscenza di una civiltà e di una cultura di cui essi sono testimoni, sia per
interesse letterario e linguistico. Essa è una disciplina anacronistica , cioè non corrisponde,
sotto certi aspetti, ad un modello contemporaneo, e per questo è estremamente utile.

2. cosa si intende con il termine germanico?


Con il termine germanico si intende ciò che in ambito culturale è caratterizzato e delimitato
dall’uso delle lingue germaniche.

3. cosa studia la filologia germanica?


La filologia germanica è la scienza che studia ed interpreta le testimonianze scritte di quelle
civiltà che hanno avuto comuni origini nel mondo germanico antico e che tali origini riflettono
nella loro successiva evoluzione. Essa prende in considerazione solo il Medioevo.

4. Chi sono i principali artefici della nascita della filologia germanica come
disciplina "scientifica"?
La filologia germanica iniziò ad essere considerata come disciplina scientifica solo agli inizi
dell'Ottocento, con la cultura del Romanticismo propensa alla ripresa della tradizione, delle
origini e della storia, e con una visione scientifica dei fenomeni letterari e linguistici. I
principali artefici di questa impostazione scientifica fu innanzitutto G.Grimm con la sua
Deutsche Grammatik, che raccogliendo varie tradizioni popolari, riuscì a racchiudere tutti i
fenomeni linguistici comuni a tutte le tradizioni germaniche. Altro personaggio di rilevante
importanza fu H.Paul, con la fondazione del Grundriss der Germanischen Philologie. I testi
venivano analizzati non solo da un punto di vista linguistico, ma anche da un punto di vista
filologico, inquadrati ed analizzati in varie raccolte, come ad esempio il Altdeutsche Text
Bibliothek. Anche J.Hoops fu decisivo per l'inquadrazione di questa disciplina, con il Grande
dizionario delle antichità germaniche (Reallexikon der germanischen Altertumskunde).

5. Cos’è una lingua? distinzione con il dialetto


Si può parlare di lingua quando siamo davanti ad una varietà standardizzata ed essa è
riconosciuta come tale da uno Stato. In alcuni casi, come quello del protogermanico, non si
può parlare di lingua perché non c’è una grammatica e non esisteva una distinzione tra
dialetto e lingua.
Il termine lingua si contrappone al dialetto ovvero il dialetto è una varietà non standardizzata
di una lingua che presenta molteplici varianti di registro e lessicali ed è impiegato solo in
aree locali circoscritte.

Quando parlo di lingua nel medioevo, parlo di una varietà non standardizzata, presente nelle
sue molteplicità dialettali ed ho quindi: - Molteplicità di varianti di registro; - Molteplicità di
lessico, perché il lessico ecclesiastico non è uguale al lessico giuridico.

6. cosa si intende per concetto di germanicità?


Con germanicità si fa riferimento alla linguistica e in particolare alla linguistica storica
comparativa

7. cosa si intende con il termine germanesimo?

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Con il germanesimo si intende ciò che è proprio della cultura e della civiltà dei popoli
germanici. Quindi in particolare la cultura e la civiltà germanica nel loro complesso.

8. quale civiltà viene tradizionalmente associata ai protogermani?


Ai proto-germani viene tradizionalmente associata la civiltà della Cerchia Nordica (Jutland,
germanica settentrionale e Svezia meridionale)

9. che cosa si indica con protogermanico?


10. Il protogermanico cos’è?
Il protogermanico è una lingua astratta, molto spesso gli studiosi dell’Ottocento si riferiscono
a questa lingua ideale come se fosse una lingua vera. Il protogermanico, al contrario delle
vere lingue, non ha dimensioni (diamesica, diastratica, diatopica, diacronica, etc.) non è una
lingua, ma una proiezione ideale. In questo processo di estrapolazione delle somiglianze, si
creano relazioni genealogiche che, dalla base diversa, salgono verso un vertice sempre più
omogeneo.
Studiando a ritroso la storia delle lingue germaniche, si sono notati degli elementi comuni.
La somma degli elementi comuni a tutte le lingue germaniche, ricavati attraverso la
comparazione, ha delineato un sistema linguistico organico ovvero il protogermanico che,
comparato a sua volta con i sistemi delle altre lingue indoeuropee, presenta, oltre a dei tratti
comuni, che qualificano le lingue germaniche come appartenenti alla famiglia indoeuropea,
anche degli elementi esclusivi di cui le altre lingue non sono partecipi che caratterizzano
solo le lingue germaniche. Il protogermanico non è una lingua attesta ma una lingua astratta.

11. cosa si ipotizzò in fase preistorica sul mondo linguistico germanico?


La ricostruzione del germanico è possibile poiché i linguisti comparatisti dell’Ottocento
notarono che, ripercorrendo a ritroso la storia delle singole lingue germaniche, gli elementi in
comune tra le lingue aumentano come se avessero in comune una lingua madre.
Si ipotizzò quindi che in fase preistorica, ovvero anteriormente ai primi documenti scritti, le
lingue germaniche (e quindi i popoli germanici antichi) costituivano un mondo linguistico
unitario, da cui poi sarebbero discese le attestazioni moderne così come le lingue romanze
‘derivano’ dalle varie forme del latino volgare.

12. cosa differenzia il latino dal germanico?


Mentre il latino è una lingua storicamente attestata, il germanico è una lingua ricostruita,
vale a dire una lingua che non è attestata, ma che rappresenta il presupposto dal quale si
sarebbero sviluppate le attuali lingue germaniche.

al contrario dei latini, i protogemanici erano popolazioni nomadi, con una costruzione politica
diversa da quella imperiale (non c’erano uno stato accentratore e un capo, ma c’erano tribù
che avevano un notabile che le gestiva); erano popolazioni povere, senza utensili, quindi la
cultura materiale che ci è rimasta dei popoli germanici è poca rispetto a quella latina, loro
non scrivevano, la loro tradizione era orale e quindi tutto il bagaglio culturale veniva
trasmesso attraverso la parola e non la scrittura.

13. Chi osserva per la prima volta l’affinità linguistica tra quelle che poi saranno
definite lingue indoeuropee?
Sir William Jones, nel suo discorso nella conferenza alla Royal Asiatic Society of Bengala
del 1786 sostiene che se c’è un’affinità forte tra lingue diverse, non può essere un caso, ma

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la somiglianza deve essere la conseguenza del discendere da una fonte comune. In
particolare, Jones analizza che il sanscrito,il greco e il latino potrebbero avere una fonte
comune e che il gotico quanto il celtico potrebbero avere la stessa origine del sanscrito.
Egli arriva a osservare per la prima volta l’affinità linguistica tra quelle che poi saranno
definite lingue indoeuropee.

14. qual è la lingua germanica di più antica attestazione?


La lingua antica germania di più antica attestazione è il gotico.

15. qual è la lingua indoeuropea di più antica attestazione?


La lingua indoeuropea di più antica attestazione è il sanscrito, perché è considerata la lingua
più morfologicamente ricca, difficile e complessa (più complessa è una lingua e più c’è l’idea
della perfezione).

16. Friedrich von Schlegel (1772-1829)


Schlegel riprende le osservazioni di Sir William Jones ed è il primo che, in maniera
sistematica, cerca di sistematizzare le affinità tra le lingue attraverso la comparazione.
Schlegel osserva l'esistenza di radici lessicali comuni e stabilisce legami di parentela
attraverso morfologia comune.
La visione di Schlegel viene messa in discussione da Franz Bopp

17. Franz Bopp (1791-1867)


Franz Bopp è il fondatore dell’indoeuropeistica insieme a Rask ed è lui che pone i
Fondamenti della Linguistica comparata.

18. quali sono le famiglie indoeuropee?


Le famiglie indoeuropee sono:
- Famiglia indiana: sanscrito, medio indiano e lingue moderne collegate al sanscrito;
- Famiglia dell’armeno: contiene una sola lingua attestata, l’armeno;
- Famiglia iranica
- Famiglia germanica: diviso in germanico settentrionale, orientale e occidentale
- Famiglia balto-slava;
- Famiglia albanese: contiene solo l’albanese;
- Famiglia celtica: contiene sia lingua attestate sia lingue non attestate, ma
attualmente viventi;
- Famiglia ellenica: ha una sola lingua attestata, ossia il greco classico nella sua
varietà dialettale;
- Famiglia italica.

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19. la famiglia germanica
La famiglia germanica contiene, al suo interno, tre sotto-famiglie:
- Famiglia germanica orientale: gotico;
- Famiglia germanica occidentale: gruppo meno omogeneo (tedesco, frisone, inglese,
afrikaans, neerlandese). È un gruppo molto vasto e differenziato anche a livello
sincronico;
- Famiglia germanica settentrionale: lingue scandinave (anche oggi sono tra loro molto
simili).

Manca un ramo che dal neerlandese porta all’afrikaans (riconosciuta intorno al 1910, ma
esisteva anche precedentemente). Nel tedesco alto (High German) abbiamo due rami: uno è
German (Hochdeutsch) e lo Yddish (lingua a sé stante con base germanica, ma essendo
parlato dalla comunità ebraica, ha morfologia e sintassi diverse)

20. fonti storiche


Cesare, Tacito, Plinio, Svetonio, Tolomeo

21. chi è il primo ad utilizzare il termine germani nelle fonti storiche?


Le fonti storiche partono dalle attestazioni vere e proprie. Sono attestazioni non prodotte
direttamente dalle popolazioni germaniche, ma dai come i latini. Il primo che utilizza il
termine "Germani" è G.Cesare che descrive nella sua opera De Bello Gallico il momento in
cui la Gallia viene invasa. In particolare Cesare viene colpito dalla forza di queste
popolazioni barbare quando sono in battaglia (più forti dei galli). Inoltre egli ribadisce inoltre
che queste popolazioni hanno un confine ovvero il Reno.

Tacito e Plinio però parlano molto di più di Cesare a proposito dei Germani.
Come Cesare, anche Tacito inizia la sua trattazione definendo l’area dove si trovano i
germani, chiamandola Germania, e poi parla dei Germani inizialmente come popolo unito
poi come diverse civiltà. L’incipit della sua trattazione, come l’approccio di Cesare, vede in
queste popolazioni degli elementi omogenei. Tacito scrive il De Origine et situ Germanorum

22. quando è che i protogermani si possono definire come unico gruppo?


La considerazione dei “germani” come unità etnica apparve per la prima volta da Cesare nel
“de bello gallico”. Cesare ci offre il quadro della situazione etnico- geografica del nord-ovest
dell'Europa perché condizionato dai suoi interessi politico- militari. Egli descrive i germani
solo in comparazione ai galli.

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Di maggiore interesse sono le notizie di Plinio e Tacito. Plinio conobbe direttamente la
Germania nell’esercito romano e descrive i territori abitati dai germani. Tacito ha una
consapevolezza maggiore dell’unità germanica e della loro coalizione militare e politica. Si
dimostra però incerto di includere delle popolazioni orientali nel gruppo germanico. ebbe
però un carattere storico-politico trattando della moralità dei costumi, del loro spirito fiero ed
indipendente. Dal IV secolo, scompare la visione in un mondo germanico compatto seguito
all'affermarsi di singole popolazioni.

23. Chi sostiene l’ipotesi di un’unità protogermanica originaria?


Tacito attraverso le sue ricerche storico politiche sostiene l’ipotesi di un’unità
protogermanica originaria con la visione di un mondo germanico compatto, ma in
archeologia l’ipotesi si attribuisce a Kossinna. Kossinna condizionato dalle fonti storico
archeologiche chiama popolazioni proto tedesche, i popoli con una continuità territoriale
culturale e razziale.

24. quando l’ipotesi di un’unità protogermanica viene meno?


Dopo Tacito, le trattazioni storiche non sono più così omogenee (Svetonio e Tolomeo che
elaborano trattati geografici). La frammentazione aumenta ancora di più nelle trattazioni
latine tarde (Isidoro), in cui si parla delle varie popolazioni (Goti, Visigoti, etc.) e non più dei
Germani. Questa frammentazione aumenterà ancora di più quando i Germanici parleranno
di loro stessi (es. Paolo Diacono parlerà dei Longobardi). Da un certo punto non si parlerà
quindi più di Germani come realtà omogenea;

25. fonti archeologiche


Kossinna
La cultura materiale può essere un elemento importante. Tacito, nel secondo capitolo,
quando parla dei Germani, ipotizza che essi non si siano mai mescolati con altri popoli.
Questo perché vivono in posti talmente inospitali che nessuna popolazione vorrebbe
andarci. C’è da tenere conto che Tacito è uno scrittore e non un antropologo o etnologo. La
sua enfasi sulla “purezza” dei germani, cioè che non siano stati coinvolti in alcun processo
migratorio, è un topos letterario, ma non vero. Kossinna fu l’archeologo che identificò alcune
zone dove vennero trovate tracce di una civiltà comune. Prima di Kossinna dobbiamo però
andare un po’ più indietro (cfr. migrazione dei popoli indoeuropei).

26. Migrazione dei popoli indoeuropei


27. ipotesi kurganica o teoria delle steppe sviluppata da Gimbutas
Archeologicamente sono state trovate prove di migrazioni di popolazioni da realtà orientali
(dalle steppe) verso l’Europa e l’Asia.

L’archeologa M.Gimbutas nel 1956 introduce l’ipotesi Kurgan al fine di stabilire la patria dei
protoindoeuropei
Questa civiltà si è spostata in un periodo molto lungo, che va dal V al II millennio a.C.

La prima civiltà identificata fu quella Kurgan ed era caratterizzata da una sepoltura


particolare ovvero la sepoltura a tumulo (Kurgan significa tumulo): tumuli con all’interno una
camera funeraria dove viene sepolto il cadavere.

Questa scoperta ha scatenato l’attenzione degli indoeuropeisti, che hanno cercato di


ritrovare la stessa onda migratoria con le prove linguistiche. La più antica sepoltura di questo
tipo, attualmente, si trova in Georgia e risale a 4000 anni fa. Più recentemente si trovano

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anche nella zona che riguarda il nord del Mar Nero per poi arrivare, ancora più
recentemente, verso l’Europa.

l’ipotesi colloca la patria originaria protoindoeuropea nelle steppe pontico-caspiche


comprese tra Mar Nero e Caucaso.

I ondata Kurgan
La prima ondata dei Kurgan risale al 4400-3500 a.C. e parte dalle steppe pontico-caspiche.
Dalla prima ondata, fondamentalmente, si fondarono le popolazioni celtiche.

II ondata Kurgan
La seconda ondata migratoria (3500-2800 a.C.) è più tarda e parte dalle steppe del
Caucaso e si dirige prima verso i Balcani e poi sale verso l’Europa centro-orientale. Perché
sale? Noi ci accorgiamo che, dove prima del 3500 a.C. erano presenti sepolture megalitiche
e le anfore del bicchiere imbutiforme, iniziano a comparire un altro tipo di sepoltura e un altro
tipo di manufatto: le anfore globulari e le sepolture non più megalitiche.

Dalla seconda ondata Kurgan si ritrova poi la Corded Ware ovvero la cultura della ceramica
a cordata o cultura dell'ascia da combattimento e sembrerebbe che è proprio da qui che si
fondano i popoli germani.

la patria protogermanica sarebbe Urheimat: Cerchia nordica (Jutland, germanica


settentrionale e Svezia meridionale) – II millennio a.C.

Fusione tra i popoli della cultura megalitica neolitica delle coste dell’Europa
settentrionale e un popolo portatore di una nuova cultura.

Unità germanica fino all’età del ferro, quando inizia la diaspora verso sud est and sud
ovest (cambiamento climatico).

Età del ferro pre-romana


– Evoluzione della Cultura di Jastorf (VI-I sec. a.C.) nella Bassa Sassonia e nello
SchleswigHolstein, grazie all'influenza della cultura di Hallstatt (1200 a.C. - 500 a.C.) situata
più a sud e della cultura di La Tène (lago di Neuchâtel)

• La cultura di Jastorf venne caratterizzata dall'intensivo uso della cremazione che portò alla
formazione di grandi depositi di urne.

– cultura di Wielbark o Willenberg (I sec a.C., Vistola) ==) Goti


– cultura di Przeworsk (II-IV sec a.C., tra l'Oder e la Vistola alta, tra gli affluenti del Nistro e
del Tibisco) ==) Vandali e Burgundi

28. La civiltà del Jastorf


Una grossa disparità si ha vicino al II-III secolo. In quel periodo, nella cerchia nordica, si
identifica la civiltà del Jastorf. La civiltà Jastorf (si forma a partire dal VI fino al I secolo d.C.)
si caratterizza per un tipo di sepoltura: i cadaveri non vengono inumati, ma bruciati. Le urne
vengono poi sepolte in delle sorte di cimiteri (appezzamenti di terra con camere
sotterranee). Questa civiltà è stata vista come la possibile civiltà corrispondente a quella che
è la nostra germanicità, ossia l’uniformità linguistica (questo perché anche i germani
bruciavano i cadaveri cfr. Beowulf bruciato su una pira).

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Da un punto di vista cronologico, se pensiamo che le ondate indoeuropee sono tra il quarto
e terzo millennio, qui siamo già più tardi questa identificazione ha confortato coloro che
avevano pensato che questa popolazione, parlante una lingua omogenea, non fosse
caratterizzata da un’uniformità culturale, la quale si è formata dalla convivenza in una stessa
zona.
Questa teoria vede il germanesimo formarsi da un contatto tra popolazioni e non dato da
un’uniformità iniziale. In questo periodo, dopo il I secolo d.C., si hanno piccole civiltà che si
differenziano per usi della sepoltura, ceramica, forme delle urne funerarie, etc. l’omogeneità
non è completa. Molte di queste sotto-civiltà occupano delle aree che noi possiamo
identificare come quelle aree dove probabilmente si parlava una varietà del protogermanico.

Contatti con altri popoli avrebbe portato alla differenziazione e disgregazione


dell’originaria unità.

III ondata Kurgan


Tra il 3000 e il 2350 a.C A partire dal nucleo originario, localizzabile nell'Europa
centro-orientale, i Kurgan si estendono fino a raggiungere la Scandinavia e la Russia
centrale e nord-orientale. Gli Ittiti invece migrano in Anatolia dai Balcani.

29. la civiltà Kurgan a quale popolazione viene attribuita?


La civiltà dei Kurgan era un popolo nomade che utilizzava la sepoltura a tumulo. Essa viene
attribuita alla popolazione protoindoeuropea.

30. cosa si indica con il termine Kurgan?


Con il termine Kurgan si indicano "sepolture a tumulo' (4500-2500 millennio) diffuse nelle
steppe ponto-baltiche (nord Mar Nero) poi nell'Europa orientale e Asia.

Migrazione dei popoli indoeuropei


‘facies archeologiche’ distinte dalla cultura La Tène (età del ferro) che si irradia dalla
regione gallica verso l’isola britannica meridionale, l’Italia settentrionale e il bacino del
Danubio fino all’Ungheria = associata con il mondo linguistico celtico.

- ◦ I sec. a.C: da entrambi i lati del Reno (fino a sud Lippe e ovest dell’alta valle di
Leine) = ceramiche a tornio, roccaforti e insediamenti fortificati, e conio di monete ti
tipo celtico.

- I sec. d.C. : cultura più povera di tipo rurale a est del Reno. Profonda differenza con
la tarda civiltà di La Tène nell’area che comprende la Germania settentrionale (nord
Lippe), Scandinavia meridionale, Danimarca fino alla Slesia e Polonia meridionale.

- Sulla base dei riti funerari si distinguono: ◦ Cultura dei Germani dell’Elba (dall’Elba
fino alla Moravia e al Danubio) ◦ Cultura di Przeworsk (zone dell’Oder e della Vistola
= Slesia e Polonia centrale e meridionale) ◦ Cultura dei Germani occidentali tra
Weser e Reno (nord Lippe) fino al II sec d.C.

31. Chi arriva all’unità etnica dei protogermanico?chi identifica le prime tracce
archeologiche protogermaniche?

Queste prime tracce vengono identificate, da Kossinna, come prove della formazione di una
civiltà diversa dall’indoeuropeo, cioè la civiltà protogermanica. Kossinna parte da una legge:

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laddove “le aree archeologiche-culturali corrispondono ad aree etniche” - c’è una realtà
con un’uniformità culturale, posso ipotizzare un’uniformità anche etnica. Queste prime tracce
vengono identificate, da Kossinna, come prove della formazione di una civiltà diversa
dall’indoeuropeo, cioè la civiltà protogermanica.
Kossinna individua nella cerchia Nordica ( la Germania del nord, la penisola dello Jutland e
nella Scandinavia meridionale) dove, a partire dal 2800 a.C.,un’unità archeologica-culturale
perchè vengono ritrovati manufatti mai trovati prima ovvero i manufatti l’ascia da
combattimento. Secondo Kossinna, in questa area dove vengono ritrovati reperti omogenei,
da un punto di vista archeologico, quindi la presenza di cultura materiale omogenea nuova
rispetto alla precedente, fa pensare ad una omogeneità etnica iniziale (nell’idea di Kossinna
c’è quindi un’omogeneità iniziale che, con la migrazione verso luoghi migliori, si è avuto una
sorta di diaspora della popolazione omogenea tuttavia si ha anche una differenziazione
linguistica (contatto con altre popolazioni).

32. l’idea di Kossinna è attendibile?


Questa idea non è completamente attendibile, perché la presenza della ceramica a
cordicelle e dell’ascia da combattimento occupa una superficie ben più ampia di quella che
potrebbe essere la sede di una popolazione primitiva omogenea e perché, se dobbiamo
essere fedeli a quanto ci dicono Tacito e Cesare, ossia essere fedeli ad un confine naturale
(Reno), nelle due sponde di questo fiume non si trova una grossa differenza.

L’immagine che Tacito ha creato con la sua Germania, ossia l’immagine di una realtà
omogenea che poi si disgrega con il tempo, ci verrebbe confermata anche da un punto di
vista archeologico.
L’idea di germanesimo è stata molto contestata, perché la civiltà della ceramica a cordicelle
e dell’ascia, in verità, si è molto più espansa rispetto alla cerchia nordica (si pensa anche nei
territori slavi).

In verità, la civiltà più importante che si sviluppa più fortemente nell’area europea è la civiltà
dell’Atene, che identifichiamo con i Celti (civiltà che effettivamente è compatta e ricca di
manufatti). Questa civiltà è presente su una vastissima area europea che coinvolge, in parte,
anche la cerchia nordica. Si è un po’ cambiata quindi l’idea che, da un punto di vista di
civiltà, non c’era la civiltà antica omogenea che poi si è disgregata, perché guardando bene
quell’area che osserviamo (quella dove Cesare ci parla dei Germani), noi troviamo prima del
I secolo a.C. la civiltà dell’Atene ben attestata e presente. Solo dopo il I secolo d.C., si vede
che al di là del Reno c’è un impoverimento, c’è come una sorta di blackout e non si hanno
più quei manufatti complessi come c’erano nella civiltà dell’Atene (manufatti in metalli
preziosi, ceramiche di importazione ed esportazione, gioielli, etc.)

Si è quindi formata un’altra ipotesi, quella che attualmente domina, ossia che le
migrazioni indoeuropee ci sono state, si sono mescolate alle realtà locali creando
civiltà diverse, ma i Germani sono il frutto di una convergenza successiva; sembra
quindi non esserci stata un’omogeneità ancestrale che poi si è disgregata, ma c’erano
varie civiltà che si sono aggregate per contrastare civiltà più forti, in particolare quella
celtica.

È quindi una sorta di lega che si è creata culturalmente e linguisticamente da fattori non
genealogici, ma culturali e sociali.

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Questa ipotesi e lettura delle fonti materiali inficia il concetto stesso di germanesimo, perché
non c’è un’unità culturale da cui poi si ha una differenziazione, ma c’è un fenomeno di
convergenza successivo.

- Da questo primo approccio della filologia germanica in cui la germanicità era


accompagnata al concetto di germanesimo, adesso si trova scritto che il concetto di
germanico è primariamente linguistico noi identifichiamo queste popolazioni, perché
le loro lingue provengono dal protogermanico.

- Un'altra prova di omogeneità erano le rune. I popoli germanici avevano una cultura
orale, ma è vero che abbiamo le prime attestazioni scritte in alfabeto runico su
materiali come pietre, metalli, tavolette di legno, etc. Per molti, questa pratica era
stata considerata un’ulteriore prova di omogeneità.

LINGUA E GENETICA
Per diffondere la mutazione genetica, non basta incontrare uno straniero, ma accoppiarsi
con loro ... due tipi principali di ostacoli alla mescolanza di popolazione: barriere geografiche
e confini linguistici.
(Barbujani e Sokal (1990) “Zone of sharp genetic change in Europe are also linguistic
boundaries”, Proceedings of the National Academy of Sciences of the U.S.A., 87: 1816-19)

ORIGINI DELLA FILOLOGIA GERMANICA


L’interesse alle lingue germaniche è precedente all’indoeuropeo; siamo nella fase
dell’Umanesimo quando si riscopre la cultura antica classica. Se per le lingue romanze c’è
un passato prestigioso, nel mondo germanico il passato luminoso non c’è fino al 1455,
quando si riscopre il De origine et situ Germanorum (Germania) di Tacito in cui ci viene detto
che un passato c’è.
Anche i popoli germanici quindi possono aspirare ad un passato comune.

33. L’interesse antiquario per l’antichità porta alla scoperta di molti codici e alla
loro pubblicazione? quali sono?

- Sono gli anni in cui si scopre l’opera di Saxo Grammaticus, la Gesta Danorum
(1514), in cui si trova la storia dei re e degli eroi danesi e di altri popoli germanici. I
primi nove libri sono legati alla mitologia e ai sovrani leggendari (indicazioni sul
Pantheon, divinità, leggende, sovrani leggendari).

- Nel 1603 si scopre il Codex Manesse, scoperto dall’antiquario Melchior Goldast, il


quale scopre non solo il codice, ma anche che vi sono alcune edizioni del codice dei
Minnesänger (trobadori tedeschi. Antologia in cui abbiamo la poesia, l'immagine e il
nome e cognome del poeta che l’ha composta. A ogni cambio di poeta, si trova la
sua immagine).

34. chi è Franciscus Junius ?


Franciscus Junius è stato un grande antiquario fiammingo che ebbe una grande passione
per la riscoperta dell’antichità germanica. È colui che:

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- pubblica poemi anglosassoni (Bodleian Ms Junius XI, ed. 1655),
- pubblica un'edizione in antico alto tedesco del Cantico dei Cantici e scopre uno dei
frammenti del Heliand, ossia del grande poema antico sassone;
- studia e pubblica il Codex Argenteus (1665), il testimone più importante della Bibbia di
Wulfila.

35. cosa contiene il codice Manesse?


Il Codex Manesse 1603, scoperto da Melchior Goldast è un manoscritto contenente le prime
edizioni di alcune poesie dei Minnesänger.

36. cosa contiene il codex Argenteus?


Il “Codex Argenteus” viene riscoperto e studiato nel 1665 da Franciscus Junos e contiene la
traduzione integrale della Bibbia di Wulfila scritta in lingua gotica.

37. Cosa pubblica P.Hansen Resen?


Sempre in questo periodo, tra la fine del XVI e il XVII secolo, si scoprono i grandi testi delle
letterature antiche delle lingue germaniche. Nel 1665, Peter Hansen Resen diffonde, in
Europa, grazie alla traduzione in latino, la Voluspa e lo Havamal (due carmi dell’Edda
poetica).

Alla fine del XVII secolo è presente l’attività di Arni Magnusson, che colleziona molti
manoscritti relativi prevalentemente alla letteratura scandinava. Questi manoscritti ci
tramandano le saghe norrene, tra cui le cosiddette saghe islandesi (Islendinga sögur) e il
libro degli islandesi (Islendingabok). In tutti e due i casi, ci danno informazioni storiche
importanti per quanto riguarda la colonizzazione dell’Islanda e le vicende politiche e
sociologiche di questa prima realtà islandese (fine del IX secolo). Si registra, in Islanda,
l’arrivo di una delle famiglie più importanti che fonda il primo nucleo da cui nasce Reykjavik.
Gli antichi norvegesi, antichi svedesi e gli antichi danesi scrivono tardi, quindi le attestazioni
sono tutte dopo il 1000, scrivono poco e scrivono leggi. Queste prime attestazioni letterarie
antiche scoperte, non rispecchiano quell’omogeneità che la riscoperta della cultura classica
confermava invece per la cultura romanza.

38. come si possono dividere le lingue germaniche oggi?


Le lingue germaniche parlate oggi possono essere divise in due grandi gruppi, in base alla
loro distribuzione geografica.
• Lingue occidentali: – inglese, tedesco, frisone, lussemburghese, afrikaans,
jiddish,nederlandese;
• Lingue nordiche: – islandese, , danese, svedese, feringio,norvegese.

39. Quali sono le cosiddette lingue ingevoni o del Mare del Nord?
Le cosiddette lingue ingevoni o del Mare del Nord sono anglosassone, sassone continentale
e frisone.

40. Lingue germaniche occidentali come si dividono?


Esse sono inglese, tedesco, frisone, lussemburghese, afrikaans, jiddish,nederlandese;
- L’inglese è la lingua germanica più diffusa nel mondo. I pidgin ed i creoli a base
inglese sono molto numerosi. Molte sue varianti hanno lo status di lingua standard:
British English, Scottish English, Irish English, Welsh English e American English;

- Tedesco, è la lingua germanica con il maggior numero di parlanti in Europa; è lingua


ufficiale nella Repubblica Federale Tedesca, in Austria e nel principato del
Liechtenstein, in Svizzera, Lussemburgo, in Alto Adige/Südtirol e in una zona del
Belgio è una delle lingue ufficiali; isole linguistiche in Polonia, Ungheria, Romania,

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Italia, ecc.; fuori dall’Europa: Stati Uniti (Pennsylvenia Dutch), Australia, ex-colonie in
Africa (Namibia, Togo, Camerun); il bassotedesco e il tedesco in Italia;

- Lussemburghese, è un dialetto francone mosellano, divenuto lingua ufficiale del


Granducato di Lussemburgo nel 1984 con il francese e il tedesco.

- Nederlandese, nederlands, è la lingua ufficiale nel Regno dei Paesi Bassi e nel
Belgio (accanto al francese e al tedesco); ex-colonie olandesi in America meridionale
(Suriname e Antille) e nell’isola caraibica di Aruba; la varietà dei Paesi Bassi e quella
fiamminga: differenze nella fonetica, nel lessico e nella sintassi, non rilevanti ai fini
della comprensione reciproca;

- Afrikaans, ‘africano’ in nederlandese, è una delle lingue ufficiali della Repubblica del
Sudafrica e una delle lingue regionali di Botswana, Lesotho, Namibia; si basa sui
dialetti usati dai coloni che si trasferirono nell’Africa meridionale nella prima metà del
XVII secolo, arricchita dall’apporto (lessicale) delle lingue locali;

- Frisone, è suddiviso in tre aree dialettali: settentrionale (isole del Mare del nord e
costa occidentale dello Schleswig-Holstein, al confine con la Danimarca); orientale
(città di Oldenburg e confine con i Paesi Bassi, nel Land della Bassa Sassonia, nel
Saterland); occidentale (minoranza frisone dei Paesi Bassi, nella provincia olandese
della Frisia;

- Jiddisch, è diventata lingua letteraria tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento;
è una lingua non territoriale.

41. Quali sono le lingue nordiche?


Lingue nordiche sono: norvegese, islandese, danese, svedese, feringio

• Islandese, íslenska: Islanda – si tratta della lingua più conservativa di tutte le lingue
germaniche;

• Norvegese, norsk: nynorsk, lingua nordica occidentale (come l’islandese e il feringio), e


bokmål, lingua nordica orientale (come il danese e lo svedese) che continua la varietà di
danese parlata in Norvegia – (landmål e riksmål); la conoscenza delle due varietà è
obbligatoria per tutti i bambini di madrelingua norvegese; i figli dei migranti sono tenuti ad
apprendere solo una delle due varietà; oggi la maggior parte dei norvegesi scrive in bokmål
(varietà meno conservatrice del riksmål);

• Danese, dansk, è la lingua ufficiale del regno di Danimarca, che comprende le Fær Øer e
la Groenlandia; è la lingua germanica che mostra i cambiamenti più radicali, soprattutto nel
sistema accentuativo/fonologico e in quello morfologico;

• Svedese, svenska, lingua ufficiale della Svezia e lingua ufficiale (con il finlandese) nella
parte meridionale e occidentale della Finlandia;

• Feringio o feorese, føroyskt, lingua ufficiale, con il danese nelle Fær Øer (in feringio
Fóroyar ‘isole delle pecore’).

42. Le lingue germaniche si dividono in:


- gruppo germanico orientale a cui appartiene solo il gotico, lingua oggi estinta,
testimoniata nel IV-V sec. d.C

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- il gruppo germanico occidentale costituito da:l'inglese, il tedesco, il nederlandese
(olandese e fiammingo), il frisone, lussemburghese, afrikaans, jiddish

- gruppo germanico settentrionale a cui appartengono l'islandese, il norvegese lo


svedese, il danese e feringio

43. Qual è la lingua germanica più conservativa?


La lingua germanica più conservativa è l’islandese .

44. Quali sono le lingue germaniche antiche attestate?


Lingue germaniche antiche attestate sono:
– documentazione runica (II-III sec. – XIII sec.)

– gotico (IV-VI sec.).Dopo il VI secolo non abbiamo più alcuna testimonianza, fino ad
arrivare al gotico di Crimea (una lista di parole che sembrano germaniche. Il pastiche
generale è greco, ma sembrano germaniche);

– anglosassone (dal VIII sec. al 1066),


– antico alto tedesco (dal VIII sec. alla metà del XI sec.),
– antico sassone (IX-XII sec.),
– antico frisone (dal XII alla metà del XVI sec.),
– antico basso francone (X sec. al XII sec.)
– norreno (XI-XIV sec.).

45. A QUALE PERIODO RISALE LA DOCUMENTAZIONE DELL’ANGLOSASSONE O


ANTICO INGLESE ?
La documentazione dell’anglosassone o antico inglese risale dall’VIII al 1066.

46. A quale periodo risale la documentazione norrena?


La documentazione norrena risale dal XI al XIV sec.

47. A quale periodo risale la documentazione del gotico?


La documentazione del gotico risale al IV-VI secolo.

48. Lingue germaniche antiche X sec.:


Germanico settentrionale occidentale
Germanico settentrionale orientale
Gutnico antico
Anglosassone
Frisone antico
Sassone antico
Nederlandese antico
Antico alto tedesco
Gotico di Crimea

49. Quali sono i tratti innovativi del Protogermanico?


I tratti innovativi del Protogermanico sono:
- trasformazione dell’accento che passa dall’essere musicale e mobile
nell’indoeuropeo a dinamico,intensivo e rizotonico nel Protogermanico;

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- Riduzione del sistema vocalico: riduce il sistema vocalico indoeuropeo, per cui alcuni
fonemi subiscono una sorta di sincretismo (si fondono insieme)
1. abbassamento e innalzamento vocalico;
2. formazione di ē2, caduta della nasale e allungamento di compenso nel nesso
V̌+nas+h ;

- sviluppo vocalico delle consonanti ovvero sviluppo della vocale di appoggio u da


parte delle sonanti

- Declinazione debole dell’aggettivo e verbi (RIDUZIONE A DUE TEMPI VERBALI E A


TRE MODI)

- Prima mutazione o rotazione consonantica o Prima legge di Grimm del 1822

- semplificazione dei casi con riduzione dei casi a nominativo,genitivo, dativo e


accusativo

- Termini propri del germanico (sea, hand, sail, bride, lamb, calf, groom, bone) e alcuni
suffissi derivativi non ie. come *-ungo- *- ingo, *-līka = un terzo del vocabolario basico
(secondo Swadesh)

- sviluppo della declinazione in N dei sostantivi per la flessione debole degli aggettivi

50. quali sono i tratti che il protogermanico condivide con l’indoeuropeo?


- Vocalismo e consonantismo sono molto simili. Il sistema germanico, pur cambiando,
mantiene delle costanti: le consonanti cambiano, ma mantengono una
corrispondenza originaria (le occlusive indoeuropee cambiano, ma si mantengono le
dentali, labiali, labio-velari e velari).

- Cambia il modo di articolazione, ma non il luogo (questo non avviene in altre lingue
indoeuropee).

- Il sistema vocalico cambia, ma mantiene lo stesso tipo di opposizione: in germanico,


si trova l’apofonia, così come in indoeuropeo, la quale è presente sia in ambito
morfologico sia lessicale.

- Il sistema morfologico (verbale e nominale) è più semplice in protogermanico che in


indoeuropeo, ma rimangono gli stessi pur semplificandosi.

- Il sistema verbale e nominale delle lingue germaniche, seppur leggermente


modificato e semplificato, ha un’origine indoeuropea.

- Il sistema pronominale germanico è molto simile all’ittita (altra lingua indoeuropea).


Il protogermanico e l’ittita sono due aree molto distanti è probabile che queste due
aree hanno conservato qualcosa che prima faceva parte di molte più popolazioni
indoeuropee. I

- l protogermanico, oltre all’apofonia, usa la derivazione per la formazione di parole


(suffissi derivativi sono quasi tutti di origine indoeuropea, mentre altri sono inventati e
quindi propri del germanico). Sono gli stessi suffissi a livello verbale (es. capio =
cap-, con le mutazioni consonantiche, diventa haf (hafjan), verbo avere) / suffisso
–TER in pater vs. *fader.

- Due terzi del lessico basico del germanico deriva da lessemi dell’indoeuropeo
(numeri fino a 10, nomi di parentela, piante, parti del corpo e verbi di uso frequente).

51. che funzione ha l’accento nell'indoeuropeo e nel protogermanico?

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Nell’indoeuropeo ha funzione morfologica come ad esempio in germanico patḗr vs páter e
ancora ha una funzione semantica come ad esempio in tómos ‘taglio’ vs. tomós ‘tagliente

Nel protogermanico ha una funzione demarcativa del confine di parola, o si trova nella
sillaba iniziale con due schemi accentuativi diversi ( ˊˋ ) ( ˋˊ ); I
n una seconda fase, l’accento tende a cadere nel monema principale, rivalutando l’aspetto
semantico della parola, soprattutto nei verbi (Urlaub vs, erlauben)
– Composti con lo schema accentuativo

52. CHE TIPO DI ACCENTO CARATTERIZZA IL PROTOGERMANICO?


Il protogermanico è caratterizzato dall’accento dinamico, intensivo e rizotonico però in una
seconda fase l’accento tende a cadere nel monema principale.

53. Chi è Rasmus Rask?


Rasmus Christian Rask (1787-1832) - danese

- (1814) "Ricerche sull'origine della lingua nordica antica o islandese”.. Nella sua tesi
di dottorato del 1814, studiando l’antico islandese, individua delle corrispondenze
fonetiche tra parole islandesi e indoeuropee

- Prima edizione completa dell’Edda in prosa di Snorri Sturluson, dell’Edda poetica


attribuita a Sæmundr Sigfússon.

- Il primo che ha individuato corrispondenze regolari tra le lingue indoeuropee e lingue


germaniche

54. Per che cosa è ricordato Rasmus Rask?


Rasmus Rask è un linguista, ricordato perchè insieme a Franz Bopp è uno dei fondatori
dell’indoeuropeistica.

55. chi sono i fondatori del’’indoeuropeistica?


I fondatori dell’indoeuropeistica sono Franz Bopp e Rasmus Rask

56. Leggi fonetiche: concetto che nasce con il gruppo dei neogrammatici, i quali
vedono la lingua come un qualcosa di omogeneo, e quindi la legge fonetica ha un
principio e non ha eccezioni se un fonema cambia, cambia sempre e comunque in
qualunque parola si trovi. I neogrammatici nascono nell’ambiente indoeuropeista. La
legge fonetica concepita dai neogrammatici è estremamente utile negli studi di
comparatistica, perché ci permette di individuare le corrispondenze e trovare le
relazioni genealogiche.

57. chi ha individuato per primo le corrispondenze fonetiche su cui si basa la


prima mutazione consonantica?Jacob Grimm

Jacob Grimm (1785-1863)


• Padre della filologia moderna: sistematizzazione delle osservazioni fatte da Rask e
Schlegel
• Prima rotazione consonantica : prima legge fonetica sistematica Seconda rotazione
consonantica [1822 Deutsche Grammatik]

58. Da quale gruppo di occlusive può essere iniziato il mutamento di Grimm? il


mutamento è iniziato dalle occlusive sorde. Perché?

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59. Quali fenomeni sono descritti nella prima mutazione consonantica?
Nella prima mutazione consonantica, anche chiamata prima legge di Grimm, viene descritta
la mutazione delle occlusive sorde in fricative sorde, delle occlusive sonore in occlusive
sorde e delle occlusive sonore aspirate che hanno due esiti: in posizione interna e in
contesto sonoro si fricativizzano e non perdono la sonorità e diventano spiranti sonore , in
posizione iniziale o dopo nasale perdono l’aspirazione e diventano occlusive sonore.

es.e. BHENDH- > germ *bind-

60. Quali sono le eccezioni alla prima mutazione consonantica?


Eccezioni alla prima mutazione consonantica sono:
- l'occlusiva si mantiene se preceduta da sibilante e di due occlusive adiacenti
soltanto la prima subisce la mutazione

61. qual è il problema con la legge di Grimm?

Le parole per padre (faþar) e per fratello (brōþar), in indoeuropeo, sono strutturate nello
stesso modo: c’è una sillaba iniziale che si completa con il suffisso –TER. Se quindi le leggi
fonetiche sono leggi che non hanno eccezioni, allora dovrei avere una fricativa sorda come
esito dell’occlusiva sorda dentale. Però, se guardiamo le lingue attestate, ci accorgiamo che
per fratello, in tutte le lingue germaniche, ho un esito fricativo come mi aspetterei, mentre
quando guardo ‘padre’, questo non avviene, perché tutte le lingue germaniche presentano
un’occlusiva sonora.
- La /s/ sorda indoeuropea diveniva talvolta la sonora */z/ nel germanico.
*brōþar < IE *BHRÁTER ‘fratello’
* faþar < IE * PƎTÉR

62. Cosa dice la Legge di Verner?


La Legge di Verner è una trasformazione linguistica secondo cui le occlusive sorde
indoeuropee (e le sibilanti) diventano spiranti sonore anziché sorde se non precedute
dall’accento e in posizione interna di parola in ambiente sonantico.
[i.e. [t] > [ð] {- accento, VCV}]

ie.*KṂTÓM "cento" > germ (*hunđa(n)) *hund


ie. *BHṚTÍS > germ. *burđiz
ie. *PƎTÉR > germ * fađar
ie. *BHRATER > got broþar

e La –z si assorda in gotico e si rotacizza in norreno mentre cade nel germanico occidentale.

63. MUTAMENTO VOCALICO


Mutamento vocalico:
/ō/ e /ā/ → /ō/ /
ă/ e /ŏ/ → /ă/
Ie. *BHRĀTER > germ. *brōþar
Ie. *PŌD-PED> germ. *fōt-

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64. dittonghi. Riduzione dei dittonghi indoeuropei
ie *ai oi ou au eu ei
\/ \/ | |
germ *ai au eu ī

es. . *ROUDHŎS> germ *rauđaz

65. allungamento vocalico


- Formazione di ā per allungamento di compenso della vocale nel nesso germ *anh in
cui *n cade davanti a spirante velare sorda:
es. germ. *fanhan> fāhan ‘ottenere’.

- Formazione di una diversa ē detta comunemente ē2

- germ *-anh- > -āh


- germ *-inh- > -īh
- germ *-unh- > -ūh

66. Sviluppo vocalico delle sonanti ḶṚṂṆ → /ul/ /ur/ /un/ /um/.
Introduzione vocale di appoggio u prima delle sonanti
ie. *GHṂ-> germ *guma
ie. *MṆ-TÍS> germ * mundiz >

67. Innalzamento e abbassamento vocalico


Innalzamento e abbassamento vocalico si inseriscono in tutti quei processi in cui la sillaba
radicale è influenzata dalle sillabe successive. Questo è molte frequente nelle lingue che
hanno un accento rizotonico intensivo, ossia dove la sillaba radicale, da un punto di vista
prosodico, è decisamente molto più importante rispetto alle sillabe successive

- /e/ > /i/ se seguita da nasale + consonante o da i o j nella sillaba seguente

- /u/ > /o/ e /i/ > /e/ e /eu/ > /eo/ se seguita da a nella sillabe seguente

ie. *KṚ-NŎ-M> germ *horna


ie. *MEDHIŎS > germ * midjaz

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68. Sillabe atone
- Se in posizione finale assoluta, le vocali lunghe si conservano in germanico,
abbreviano in gotico e cadono nelle altre lingue germaniche

- Le consonanti nasali labiali in posizione finale si delabializzano *-M >*-n

- Le consonanti (nasali, dentali) in posizione finale, ad eccezione di *-z, tendono a


scomparire in germanico tranne che nei monosillabi. • ie * KṚN-ŎM >*hurna(n)

- La sibilante in posizione finale assoluta si sonorizza in germanico: *-S > *-z

- La sonora -z si assorda in gotico e si rotacizza in norreno mentre cade nel


germanico occidentale

69. Cosa succede alle sillabe atone che sono in sillaba chiusa?
- Caduta delle vocali brevi in sillaba finale (chiusa) se non preceduti da sillaba breve •
*SŬNŬS > *sunuz o anche *ĂGRŎS > *akraz

- Se in posizione finale assoluta, le vocali brevi cadono anche se preceduti da sillaba


breve • *ESTI > *ist • *ṶOIDA > *wait
- • *JUGŎM > *juk(an)

- Conservazione delle vocali lunghe in sillaba finale (chiusa) in germanico, ma


conseguente abbreviazione nelle lingue germaniche.
• *PƎTĒR > *faðēr

70. Assimilazione
- totale o parziale: prevalentemente in presenza di una liquida o nasale *-LN- > *ll

- Nella totale si ha Labiale + nasale la labiale assimila totalmente la nasale e quindi la


nasale viene articolata come una labiale. ES: fulnaz > fullaz.

- nella parziale si ha:Nasale labiale + occlusiva dentale sorda: qui la nasale perde la
labialità e diventa dentale. ES: hunta > hunda

- Sonorizzazione (sibilante in posizione finale)


- Perdita della labialità (nasali)

71. cronologia assoluta


Si riferisce all’inizio e alla durata dell’evoluzione dando particolare rilievo alla rotazione
consonantica come mutamento più antico e al primo documento linguistico: “elmo B di
Negau”.

• Mutamento vocalico: ŏ>ă solo se tonica


• Cesare:
- Ariovistus (<*ARYŎ-)
- Cariovalda (<*KŎRYŎ-)
• Tacito
- Langobardi (<*DLŎNGHŎ-)
• Cesare: (terminus post quem)
Toponimi: intorno al I sec. a.C. risale il prestito celtico ovvero con il passaggio di ā > ō

72. cronologia della prima mutazione consonantica


• I fenomeni della Prima Mutazione Consonantica (o Legge di Grimm) e della Legge di
Verner sono stati datati ad un periodo compreso tra il V-III secolo a.C. (inizio) e il II-I secolo
a.C. (fine).

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- Tale limite cronologico è stato stabilito in base ai prestiti stranieri in germanico – per
un’epoca così antica non si dispone di fonti linguistiche dirette.
- I prestiti dal celtico – intorno al V secolo si sarebbero avuti contatti tra Celti e
Germani. Tali prestiti presentano in germanico gli esiti della PMC
- Il fatto che tali prestiti mostrino gli effetti della PMC permette di considerare il V
secolo a.C. come il termine dopo il quale si deve essere verificato il mutamento. I
termini introdotti nel lessico germanico dal celtico, cioè, devono aver avuto il tempo di
entrare in germanico (intorno al V secolo) e di mutare successivamente a tale data) il
proprio consonantismo.
- si può ipotizzare che il primo passaggio della PMC sia stato quello delle occl.
sorde ie a fric. sorde gm.

- I prestiti dal greco e dal latino (terminus ante quem): solo i più antichi presentano dei
mutamenti consonantici, mentre i più recenti, successivi al I secolo a.C., risultano
immutati perché i fenomeni non erano più produttivi.

- I prestiti germanici in finnico– intorno al I a./d.C, mostrano già la prima mutazione


consonantica.

73. Legge di Grimm vs. Legge di Verner


- Poiché l’accento in germanico si è fissato sulla sillaba radicale intorno al II-I sec.
a.C., la Legge di Verner viene fatta risalire a un’epoca precedente, quindi nello
stesso periodo in cui era ancora attiva la Legge di Grimm (V-III sec. a.C.)

- Legge di Verner non può essere applicata agli esiti della Legge di Grimm, perché
contemporanea.

74. Cronologia relativa (Protogermanico e Germanico comune)


- Primo periodo : progressiva affermazione dell’accento dinamico su quello musicale.
il protogermanico = la prima fase collocata dalla diaspora indoeuropea (2800 a. C. circa) fino
al II-I sec. a. C., che raggruppa tutti i fenomeni distintivi rispetto all’indoeuropeo.

- Periodo e-a: progressiva affermazione dell’accento dinamico su quello musicale


Tra la prima e la seconda fase, Frans van Coetsem inserisce un periodo detto e-a,
collocabile negli ultimi secoli prima dell’era volgare (II-I sec. a. C.) In questa fase si sarebbe
avuta la completa trasformazione dell’accento e la ristrutturazione del sistema vocalico
proto-germanico: la riduzione delle vocali brevi, delle lunghe e dei dittonghi e i fenomeni
dell’innalzamento e abbassamento vocalico.

- Secondo periodo: realizzazione di tutti i fenomeni (sillabe atone, posizioni finali etc.)
tipici delle lingue germaniche
il germanico comune = la seconda fase che presenta tutte le caratterizzazioni delle lingue
germaniche o le premesse di tendenze che si svilupperanno nelle varie lingue germaniche
nei primi secoli dell’era volgare, quando inizia la definitiva divisione delle lingue germaniche.
Individuato intorno all’inizio dell’era volgare.

75. Isoglosse
Indo-europeo - Germanico
• Corrispondenze nel sistema vocalico e consonantico
• Apofonia in ambito morfologico e lessicale
• Sistema morfologico: nominale e verbale
• Sistema pronominale (soprattutto con l’ittita)

• Derivazione:
- Suffisso -jan (ie. *-EJE- -EJO-) per formare vb da aggettivi o sostantivi: got dauþjan
‘morire’ da dauþs ‘morto’ cfr. lat salveo da salvus
- Suffisso -ja- in lat. capio vs. *hafjan (*-IO),

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- Suffisso *TER in pater vs. *fađer (*-TER),

• Lessico basico: numerali, nomi di parentela, piante, parti del corpo, verbi di uso frequente.

76. August Schleicher e modello ad albero genealogico


August Schleicher (1821-1868)
il modello ad albero genealogico o Stammbaum

77. Chi è August Schleicher e cosa ha fatto?


ha fatto un albero genealogico delle lingue europee. Nella visione di Schleicher, al gruppo
slavo-tedesco, corrispondono due macro famiglie:
1. Famiglia germanica: qui si parlava la lingua assimilabile al protogermanico (lingua
indoeuropea che ha tratti comuni con le lingue germaniche e tratti differenti).
Tradizionalmente, la famiglia protogermanica ha tre sotto-famiglie:
a. Germanico (occidentale): qui, anche anticamente, ci sono più attestazioni anglosassone,
antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco;
b. Nordico (germanico settentrionale) famiglia scandinava. I testi più antichi sono in norreno;
c. Gotico (germanico orientale: solo una lingua attestata): è una grande sotto-famiglia
caratterizzata da molte popolazioni e tribù di cui non conosciamo storicamente i nomi. Di
questa grande sotto-famiglia abbiamo solo gotico (IV-VI secolo).
Questa tripartizione, da un punto di vista linguistico, non è proprio giusta.
2. Famiglia balto-slava.

78. Isoglosse
•Germanico occidentale-settentrionale:
• *ē1 > ā
• *ē2 nel preterito dei verbi forti VII classe:
• *-z- si rotacizza

• Germanico occidentale:
• Dal V secolo, compaiono i seguenti tratti, non presenti nel gruppo settentrionale
• Geminazione consonantica da j:
• *ð > d in tutte le posizioni
• *-z > Ø

79. albero genealogico (Kuhn 1955)


Indoeuropeo si sviluppa in proto-germanico germanico comune che si divide in germanico
orientale e germanico nord-occidentale. il germanico nord- occidentale si divide in
germanico settentrionale e germanico occidentale

80. Albero genealogico (Maurer 1952)


La presenza di isoglosse ha fatto ipotizzare, in epoca recente, che l’albero genealogico del
protogermanico e delle sue sottofamiglie dovesse essere ristrutturato in una sorta di albero
bipartito. Inizialmente Maurer segue il modello bipartito di Kuhn, per cui dal protogermanico
parte una doppia ramificazione: germanico orientale e germanico nord-occidentale.
In questo albero, una prima differenziazione è avvenuta tra germanico orientale (gotico) e
un germanico nord-occidentale che poi, successivamente, si è ulteriormente diviso in un
germanico settentrionale e in un germanico occidentale.
Il germanico occidentale, a sua volta, si distingue in tre grossi tronconi:
- Germani del Mare del Nord: anglosassone, antico sassone e antico frisone;

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- Germani dell’Elba: alemanno, bavarese e longobardo. Questi Germani dell’Elba
subiscono la seconda mutazione consonantica ed è il motivo per cui in inglese
diciamo ‘sit’ e in tedesco ‘sitzen’, oppure ‘two’ e ‘zwei’ e ‘apple’ e ‘apfel’;

- Germani tra Weser e Reno: dialetti francofoni (adesso sarebbero i dialetti del tedesco
centrale).
Mentre il germanico settentrionale si divideva in (norreno, antico norvegese) e (antico
svedese, antico danese).

81. Isoglosse del ‘Mar del Nord’: e lega linguistica


I germani del Mare del nord presentano molte isoglosse che li accumulano. Questo accade
perché sono genealogicamente vicini e anche perché sassoni e frisoni sono due popoli
contigui nel continente (sono varietà volgari parlate da popolazioni che stanno fisicamente in
contiguità). Queste lingue vengono definite lega linguistica, perché hanno somiglianze tra di
loro molto forti, tanto che condividono molte isoglosse come accade nelle leghe linguistiche
(le leghe linguistiche non sono genealogicamente spiegabili, ma sono formate da lingue che
stanno vicine e si scambiano tratti la lega è di tipo tipologico):
- Caduta della nasale davanti a spirante sorda e allungamento di compenso della
vocale che precede (in germ. solo davanti a h)
- Oscuramento della a davanti a nasale (> o)
- Metatesi di r
- Unica forma per tutte le persone del plurale • Sincretismo del dativo e accusativo nei
pronomi personali
- Forme del pronome di III persona sing
- Palatalizzazione delle velari in presenza di vocale palatale.

82. SECONDA LEGGE DI GRIMM–) antico alto tedesco


La seconda mutazione consonantica è ancora alla base della differenziazione dei
dialetti tedeschi attuali (solo nei dialetti tedeschi alti). Il motivo per cui avviene è della
stessa natura della prima, ossia è un’articolazione particolarmente intensiva della
sillaba rizotonica.

- Le occlusive sorde germaniche diventano spiranti sorde geminate se all’interno di


parola o in fine di parola dopo vocale.

- Le spiranti geminate si semplificano se precedute da vocale lunga o dittongo o se in


fine di parola

- Le occlusive sorde germaniche diventano affricate se in posizione iniziale, nelle


geminate e all’interno o in fine di parola dopo consonante.

- Le affricate tendono a semplificarsi dopo l o r

• Fenomeno a catena: 1) dentali, che hanno dato esiti per tutti i casi; 2) labiali (in modo
parziale); 3) velari (che hanno esito di affricata solo in alemanno e bavarese).

• Diffusione da un centro (alemanno-bavarese) verso l’esterno (dialetti franconi): a mano a


mano che ci allontana dal centro il fenomeno perde intensità ed efficacia.

• Cronologia: dal V al VII-VIII sec.


- Prestiti antichi dal latino e il nome di Attila (Etzel) presentano l’esito di affricata
dentale già intorno al V sec. (d.C.). I prestiti più recenti (per es. termini religiosi)
conservano le occlusive sorde: lat. apostolus vs. aat postul (Taziano)
- V-VI (dentali); VI-VII (labiali); VII-VIII (velari), contemporaneo o quasi a il passaggio di
occlusive sonore a sorde

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ulteriore cambiamento consonantico
/θ/ > /d/ (IX – X secolo)

83. Quale gruppo linguistico è coinvolto nella seconda rotazione consonantica?


In questa rotazione è coinvolto il gruppo linguistico francone, che comprende numerose
lingue e dialetti appartenenti al gruppo delle lingue germaniche occidentali parlati nella parte
centrale di quello che era il Regno franco.

84. Come si diffonde la seconda rotazione consonantica o legge di Grimm?


La rotazione consonantica, diffondendosi specialmente nel sud della Germania, ha iniziato
ad essere riportata nei testi scritti, modificando i vocaboli che venivano già usati nella lingua
parlata. Questo ha fatto sì che, attraverso i testi, si diffondesse anche nel resto della
Germania.

85. Che cosa caratterizza i dialetti tedeschi?


- Antico alto tedesco, non si intende nulla di omogeneo e presenta la seconda
mutazione consonantica. Fa parte dell'area centro-meridionale , ha tutte le
varietà dei dialetti tedeschi acquisiti dall’VIII alla metà dell'XI secolo. Madre
germanica dell’inglese moderno.

- Nel medio basso tedesco : non si realizza la II variazione consonantica di


Grimm.

86. Il tedesco si divide in:


- tedesco basso

Linea di Benrath –) nei dialetti franconi la velare subisce la seconda mutazione solo in
posizione interna tra contesto vocalico;
Isoglossa: maken - machen

- tedesco centrale

Linea di Speyer –) : è un’altra macro-isoglossa che distingue il tedesco superiore da quello


centrale.
Isoglossa: Appel - Apfel

- tedesco superiore

87. Isoglosse goto-nordiche


Innovazioni che devono risalire ai primi secoli a.C. dato che lo spostamento dei Goti dalle
sedi settentrionali si pone intorno al II-I sec. a.C.

- Sia il gotico che il norreno presentano il fenomeno della geminazione delle


semivocali, sia palatale sia velare. Mentre nelle lingue germaniche occidentali la
geminazione non compare, perché si semplifica e quindi c’è solo la semivocale, in
gotico e in norreno laddove si ricostruisce la geminazione, si trova uno sviluppo di
consonanti simili
• Germ -jj- > got -ddj- norr –ggj-
• Germ –ww- > got –ggw- norr –ggv-

- La II persona singolare del preterito = forma del preterito singolare + desinenza –t

- Forme dei verbi deboli IV classe

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88. Albero genealogico (Scherer 1868 su base etnografica mentre Schwarz 1951 e
1956 su base linguistica)
Il proto-germanico si divide in germanico occidentale e germanico nord-orientale. Il
germanico nord-orientale si divide a sua volta in germanico settentrionale e
germanicoorientale

89. Isoglosse gotico-antico alto tedesco


• Pronome della III persona singolare : got is aated er vs ags he

• Pronome riflessivo: got sik aated sih (anche norr sik)

• Dativo e accusativo dei pronomi personali: got mis/mik aated mir/mih (ma anche norr
mer/mek) vs. ags me

90. Johannes Schmidt


Il modello ad onde, Wellentheorie, è stato concepito dai geografi linguisti, per cui
osservando i dialetti si osserva che un fenomeno linguistico ha un centro e una
propagazione in cui si perde sempre più forza. L’albero genealogica ci dà una dimensione
diacronica (i cambiamenti sono posti in senso verticale), mentre la Wellentheorie ci dà solo
la dimensione sincronica.

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