RIASSUNTO LINGUISTICA GENERALE E STORICA VOLUME II
Capitolo 8 – Il metodo comparativo ricostruttivo
8.1 La classificazione genealogica Ci sono tre diversi criteri per classificare le lingue: 1) classificazione genealogica raggruppa le lingue sulla base dei rapporti storici (stessa lingua madre). E’ quella più importante e nel giro di circa due secoli c’è stata l’individuazione di molte famiglie linguistiche (dalle quasi rimangono fuori le lingue isolate come per esempio il sumerico, il basco ecc); 2) classificazione areale sulla base della vicinanza geografica; 3) classificazione tipologica si basa sulle caratteristiche linguistiche comuni
8.1.1 Le lingue indoeuropee
Questa famiglia comprende la maggior parte delle lingue dell’Asia e dell’Europa (tranne il basco, ungherese, il finnico, il turco, le lingue dravidiche dell’India, le lingue caucasiche). I principali raggruppamenti di lingue che fanno parte della famiglia indoeuropea sono: - Lingue celtiche: continentale = gallico, celtiberico; insulare = irlandese, scozzese, bretone - Lingue germaniche: orientali = gotico; occidentali = alto e basso tedesco, anglosassone, frisone; settentrionale = norvegese, svedese, islandese, danese. - Il latino (le lingue romanze), le lingue italiche (umbro, osco). - Il venetico, le parlate illiriche ed il tracio. - L’albanese, nelle due varietà tosto e ghego - I dialetti greci antichi: miceneo, ionico, eolico, dorico, bizantino - Il frigio - L’armeno - Lingue anatoliche - Lingue baltiche: lituano, lettone, prussiano antico - Lingue slave: slavo antico, russo, ucraino, polacco, ceco, bulgaro, macedone, serbo – croato, bielorusso, slovacco, sloveno, sorabo, lusaziano. - Lingue iraniche: persiano - Lingue arie dell’India, tra cui anche il sànscrito - Il tocario
8.1.2 Le lingue semitiche
L’albero genealogico delle lingue semitiche ha come lingua madre il protosemitico. Spesso le famiglie semitiche sono classificate come un gruppo all’interno di una famiglia più ampia che è quella afroasiatico 1) lingue semitiche; 2) l’egiziano antico, il copto; 3) il cuscitico (somalo, galla parlate in Somalia, Etiopia, Sudan, Kenia); 4) il berbero (tuareg, zenaga); 5) il ciadico (hausa e lingue parlate in Ciad e Nigeria).
8.1.3 Le altre famiglie linguistiche
Le lingue uraliche si suddividono in: - lingue ugrofinniche (finnico, lappone, estone) - lingue ugriche (ungherese ecc) - lingue samoiede (nganasan, selkup, nenets) Le lingue altaiche si suddividono nei seguenti gruppi: - lingue turciche (turco, azero, uzbeco, uyghur, kazaco); - lingue mongole; - lingue tungusiche. Poi ci sono: - Lingue caucasiche: georgiano, mingrelio, l’àvaro, il ceceno; - Lingue dravidiche: tamil, il telegu, il kannada, il malayam; - Lingue sinotibetano: cinese, tibetano e il birmano; - Lingue kam-thai: thailandese o siamese, loatiano.
8.2 La classificazione areale
Questa classificazione classifica le lingue in base alla vicinanza geografica poiché questa vicinanza può figurarsi come un semplice prestito lessicale fino all’acquisizione di tratti fonologici e morfosintattici. Un caso particolare di classificazione areale è la lega linguistica (sprachbund), concetto elaborato da Trubeckoj. Lega linguistica si designa un gruppo di lingue che sono diventate simili fra loro per via della prossimità geografica, quindi delle caratteristiche uguali erano dovute non alla parentela genealogica, ma al contatto. Il principale esempio di lega linguistica è la lega linguistica balcanica della quale fanno parte: il bulgaro, macedone e serbo croato (lingue slave); il greco moderno; l’albanese; il romeno ed il turco (lingua altaica e non indoeuropea come le altre). Queste lingue hanno in comune alcuni tratti morfosintattici come la cancellazione dell’infinito del verbo, il futuro analitico (composto), l’articolo determinativo viene posposto al nome ed il comparativo dell’aggettivo è analitico. Si pensa che un’altra lega sia formata dal cinese, giapponese, coreano e vietnamita (influsso del cinese sulle altre lingue). Un altro esempio di lingue contigue ma che non formano una lega, è costituito dalle lingue del subcontinente indiano, in cui la lingua di prestigio è il sanscrito.
8.3 Storia del metodo comparativo
8.3.1 I precursori del comparativismo La comparazione può essere: - Comparazione interna mettere a confronto fasi o livelli diversi di una stessa lingua (es. registri diversi dell’italiano contemporaneo); - Comparazione esterna confronti tra lingue diverse; - Comparazione diacronica pone l’attenzione sullo sviluppo storico di una o più lingue (detto anche metodo storico linguistico). Si mettono a confronto due fasi diverse di una stessa varietà linguistica, oppure lingue diverse in epoche diverse, ma nella stessa area (es. latino e toscano); - Comparazione diatopica analizza le relazioni che intercorrono tra lingue appartenenti ad aree geografiche diverse (latino e greco). Gli studiosi per spiegare le varie somiglianze tra molte lingue europee ed asiatiche presero in considerazione l’idea che le lingue avevano un progenitore comune (classificazione genealogica). Da qui si inizia a risolvere il problema di quale sia la lingua madre, c’erano due alternative: 1) una lingua più antica dalla quale hanno avuto origine tutte le altre (è l’alternativa che scelsero nell’800, infatti il sanscrito fu considerato la lingua madre); 2) tutte le lingue che presentano delle peculiarità tra loro sono “sorelle” e derivano da una protolingua comune non identificata ed ancora da ricostruire. In questo modo il metodo storico – comparativo diventa metodo comparativo – ricostruttivo.
8.3.3 La comparazione prescientifica
La comparazione diatopica nasce prima di quella diacronica, infatti Dante aveva individuato delle affinità tra il francese, l’italiano, il provenzale e lo spagnolo. Dante influenzato dalla tradizione biblica secondo la quale l’ebraico è stata la prima lingua al mondo si dice convinto dell’unitarietà delle lingue europee, le quali discenderebbero tutte da un idioma tripartito. Si deve anche osservare il fatto che da Dante fino ai comparatisti scientifici dell’800, la comparazione si basa solo sul materiale lessicale. Ma basarsi solo sul lessico è sbagliato perché è spesso soggetto a mutazioni e modifiche; il comparativismo inizierà ad essere scientifico quando si baserà sulla morfologia e sulla fonologia.
8.3.4 La scoperta del sanscrito e la nascita della linguistica storica
La nascita del comparativismo, che è dovuta molto alla scoperta del sanscrito, è avvenuta alla fine del ‘700. Fu Sir William Jones a sottolineare delle affinità tra latino e greco, sanscrito e iranico, affinità comprovanti che queste lingue derivano tutte da una lingua comune. L’importanza di Jones consiste nell’aver esplicitato l’ipotesi che il sanscrito non è la lingua madre del latino e del greco, ma una lingua sorella. Lo studio del sanscrito trovò ampio spazio presso gli ambienti tedeschi, Schlegel era convinto che il sanscrito fosse la lingua madre di tutte le altre lingue.
8.4 La definizione del metodo storico – comparativo: Bopp e Rask
La nascita della linguistica storica e del comparativismo scientifico concorda con i lavori di Franz Bopp e Rasmus Rakk. Bopp aveva raccolto prove sicure e scientifiche della parentela tra le lingue confrontate, fondando la grammatica comparata delle lingue indoeuropee. Rask pur non conoscendo il sanscrito aveva dimostrato l’origine comune delle lingue germaniche, del greco, del latino, del baltico e dello slavo. Per quanto riguarda il confronto lessicale, Rask aveva proposto una selezione basata sul seguente principio dal momento che non esistono lingue “pure” (cioè senza prestiti da altre lingue), per procedere ad una comparazione bisogna essere certi che lingue prese in considerazione abbiano in comune le parole più importanti, più concrete. Bopp non vuole dimostrare l’esistenza di una protolingua comune, ma lui vuole dimostrare come nella coniugazione del sanscrito il verbo essere si fosse fuso con la sillaba radicale formando una sola parola e che lo stesso si fosse verificato in greco e latino. Secondo lui bisognava prima studiare il sistema di coniugazione del sanscrito e poi analizzare comparativamente le coniugazioni della lingua greca e di quella romana. Quest’approccio di Bopp permise di dire che l’ipotesi dell’esistenza di una protolingua comune era fondata su basi quindi scientifiche.