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6 Danze in ritmo bulgaro

Dedicate alla pianista Harriet Cohen e collocate nella parte finale del 6° libro, le
"Sei Danze in ritmo bulgaro" è l'ultima serie di brani del Mikrokosmos.
Come il nome della raccolta rivela, le danze si basano su una serie di ritmi, per
lo più asimmetrici, che sono comuni nella musica popolare bulgara; tuttavia le
melodie, per quanto chiaramente assimilabili ad un carattere folklorico, sono
completamente originali.
Più in particolare, il cosiddetto "ritmo Bulgaro " (anche detto aksak, parola
turca che significa "zoppicante"), indicato comunemente in partitura da una
frazione dove il numeratore è multiplo, è un sistema ritmico in cui la musica,
eseguita in un tempo molto veloce, si basa sulla reiterazione ininterrotta di una
matrice ritmica composta da elementi binari e ternari.
A mo' di esempio, si riportano di seguito i tempi di ognuna delle 6 Danze:

Danza 1 (n.148): 4 + 2 + 3/8 (=9/8)

Danza 2 (n.149): 2 + 2 + 3/8 (=7/8)

Danza 3 (n.150): 2 + 3/8 (=5/8)

Danza 4 (n.151): 3 + 2 + 3/8 (=8/8)

Danza 5 (n.152): 2 + 2 + 2 + 3/8 (=9/8)

Danza 6 (n.153): 3 + 3 + 2/8 (=8/8)

Le "Danze" sono probabilmente i lavori più tecnicamente impegnativi della


collezione didattica bartokiana; sfidano il pianista a risolvere problemi sia di
ordine interpretativo che timbrico oltreché di colore; non meno importante per
l'esecutore è la capacità di mettere in risalto il singolare connotato ritmico dei
brani, che è elemento tipico del linguaggio popolare bulgaro.
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La Danza 1 (n.148) strutturalmente si basa su una architettura A,B, A + coda,


in tonalità di Mi Frigio/Lidio (dalla cui somma deriva il Cromatismo Polimodale
bartokiano); il ritmo di 9/8 è così organizzato:

Il Tema della parte A (batt.4) è basato sul Mi pentatonico (considerando Do


come nota di passaggio) o Frigio, con un ritmo sincopato; dopo un A (variato, in
Do, batt.14-17), comincia il Tema B (batt.22); la ripresa del Tema A (riproposto
con nuovi elementi ritmici e contrappuntistici) è a batt.32. La Coda è composta
da elementi scalari in Mi Frigio. Ogni Tema propone uno schema ritmico diverso
dall'altro; la disposizione di crome e semiminime all'interno della misura di 9/8
è continuamente variata, venendo a creare una ricchezza ritmica sorprendente.
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Il Tema iniziale della Danza n.2 (n.149) è in Do Pentatonico minore, con la mano
destra che fa da eco agli interventi della sinistra; secondo l'Autore, questo è un
omaggio alla figura di Beethoven "che ha rivelato a noi tutti il significato della
forma progressiva".

Lo schema è strutturato in un A, B, A var., B var.1, B var.2 + coda; il Tema B è a


batt.16 ed è composto da una serie scalare che in seguito si frammenta e si
trasforma in un A variato (batt.27). A batt.45 l'andamento scalare è
accompagnato da Triadi (B var.2); la Coda è perlopiù una ripresa del ritmo
ostinato iniziale.

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La Danza n.3 (150) è un 2+3/8 (=5/8) nel quale vengono utilizzate tutte le
combinazioni ritmiche possibili di semiminime e crome; l'elemento binario è
composto sia da 2 crome che da 1 semiminima; l'elemento ternario da
semiminima puntata, croma e semiminima, tre crome e semiminima e croma.
La tonalità, pur il brano finendo con una semplice triade di La maggiore
(disposta in quarta e sesta), inizia con un Mi Lidia di Dominante (Mi maggiore
con il Sol # e il Re naturale). Gli aspetti più notevoli del brano, oltre quello
ritmico, riguardano la presenza di scale sia semidiminuite che cromatiche ed il
moto contrario del secondo Tema (apparso per la prima volta a batt.5) a
batt.31-42; la ripresa del Tema iniziale, a batt.89, è proposta questa volta in La
(batt.79) ed in pianissimo.

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Bartòk parla della Danza n.4 (n.151) come di un affettuoso omaggio musicale a
George Gershwin, che il compositore magiaro incontrò a New York nel 1928:

"...(questo brano) è scritto nello stile di George Gershwin, soprattutto per


quanto riguarda il tono, il ritmo e il colore! Da suonare in Tempo Moderato, ma
in modo vitale, frizzante e accentuato, con il feeling di una folksong
americana..."

La scansione ritmica 3+2+3 ricorda in effetti passaggi del Concerto in Fa e dei


Preludi per Pianoforte del compositore americano.
La struttura di questa Danza sembra seguire una forma-rondò, con variazioni
ritmiche e melodiche; A, B, A, C, D, E, A variato; i temi che si susseguono
perlopiù di 4 battute in 4 battute.
Il Tema principale è basato su una scala pentatonica (anemitonica) in Old
Hungarian Style.

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Nella Danza n.5 (n.152), vivace e leggera, è riconoscibile una struttura A, B, C,


A; al suo interno insistono elementi che richiamano le folksong rumene suonate
dalle cornamuse (cfr. Sonatina), come gli ostinati di Tonica-Dominante e la
presenza di un pedale di accompagnamento.
La tonalità iniziale è La Lidia di Dominante, la scansione ritmica di 2+2+2+3
ricorda il primo tempo della Sonata per 2 Pianoforti e Percussione ed appare in
diverse forme:
Il Tema principale viene esposto sia alla mano destra che alla mano sinistra, e
da batt.7 si alternano battute in legato contrapposte ad altre in staccato
puntato:
L'interessante elemento bitonale in semitono (La, Sib, batt.31) alla sinistra
(incrocio con la destra), assume accentuazioni diverse a mano a mano che si
susseguono le battute in 9/8;
Il finale del brano è composto da due note, Sol# e Do#, che sono
rispettivamente la Sensibile e la Terza della tonalità iniziale (La).

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Nella Danza n.6 (n.153), la più lunga dei sei brani (97 battute), il tema è vivace
e luminoso, e il ritmo pieno di energia. Il Tema, in particolare, è composto da
movimenti accordali scollegati da una chiara funzione armonica che li leghi; le
triadi e le diadi accentate ruotano attorno ad una sequenza ritmica di una nota
in ottava, che si basa su quel ritmo ostinato 3+3+2 comune alla musica Araba.
Qui si esprime nella sua più totale chiarezza il concetto di pianismo percussivo,
già visto nell'Allegro barbaro e nel primo tempo della Sonata.
Il motivo accordale si muove su una tonalità riferibile a Mi Lidia/Frigia ed ha una
struttura ternaria A, B, A. Il brano contiene, combinandoli fra di loro, tutti gli
elementi caratteristici della creazione bartokiana: le note ripetute, la modalità,
il cromatismo, il folklore, stilemi contrappuntistici e serrate omoritmìe. Uno dei
punti nodali della composizione è quel bridge verso la ripresa del Tema (prima
in Do, e poi in un luminoso Mi maggiore) che vede un inerziale ribattuto di Do
per 7 battute (56 note uguali!). Altro elemento non meno importante è il finale:
le ultime 3 battute si compongono di un radiante accordo di Mi maggiore,
seguito da un arabesco tra le note di si e re naturale; non solo un indizio della
relativa scala di Mi Misolidio, ma anche testimonianza dell'intervallo archetipico
in Bartòk, quella terza minore che segna tutti i momenti importanti nelle
composizioni del musicista magiaro:
l'intera seconda parte del secondo tempo della Sonata per 2 Pianoforti e
Percussione (e il suo finale):

e anche
Il Concerto per Orchestra (finale)

ed, infine, le ultime battute della Danza bulgara presa in esame

E tac.

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