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CHARLES BAUDELAIRE

Corrispondenze
Corrispondenze è il titolo di uno dei componimenti poetici più noti di Charles
Baudelaire ed è considerato uno dei manifesti della poetica simbolista .

Fa parte della sezione Spleen e ideale, la prima delle sei che compongono I
fiori del male (1857).

La natura è vista come un tempio vivente, una foresta di simboli che solo il
poeta, grazie alla sua sensibilità e veggenza, può decifrare.

Corrispondenze ha la struttura di un sonetto

Il testo
Di seguito il testo di Corrispondenze.

La Natura è un tempio dove incerte parole

mormorano pilastri che sono vivi,

una foresta di simboli che l’uomo

attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari. 4

Come echi che a lungo e da lontano

tendono a un’unità profonda e buia

grande come le tenebre o la luce

i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi. 8

Profumi freschi come la pelle d’un bambino,

vellutati come l’oboe e verdi come i prati,

altri d’una corrotta, trionfante ricchezza 11

che tende a propagarsi senza fine – così

l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino


a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi. 14

Corrispondenze – Analisi

Secondo Baudelaire, la realtà che vediamo ne nasconde una più profonda, in


cui ogni elemento è legato reciprocamente.

Nella prima quartina di Corrispondenze vengono utilizzate due metafore:


quella del tempio, luogo del sacro e del divino, e quella della foresta, luogo in
cui ci si può smarrire. Baudelaire presenta la Natura come un tempio vivente
formato da pilastri parlanti che l’uomo dotato di chiaroveggenza, cioè il poeta,
attraversa e ne coglie messaggi e legami.

I colori, i suoni, i profumi del mondo sono legati tra loro in una sorta di
dialogo: nella seconda quartina queste manifestazioni sono paragonate a
echi prolungati che partono da lontano e convergono verso lo stesso centro. Il
poeta può percepire, grazie alla propria intuizione, i legami tra gli elementi
della Natura, ma non conoscerli nel profondo: essi sono infatti fusi in una
«unità profonda e oscura / vasta come le tenebre o la luce» (vv. 6-7).

Nelle due terzine il poeta si concentra sulle sensazioni olfattive: da una parte
profumi che trasmettono purezza e innocenza (vv. 9-10), dall’altra profumi
intensi e invasivi (l’ambra e il muschio sono associati a profumi femminili; il
benzoino è una resina esotica da cui si estrae un’essenza pregiata; l’incenso
è utilizzato in campo religioso). Centrale è in questo procedimento il ricorso
alla figura retorica della sinestesia, che associa due sfere sensoriali
differenti.

Charles Baudelaire è il padre dei simbolisti e della poesia moderna in


generale. Noto per la vita dissoluta, tra prostitute, debiti e alcol, Baudelaire
con la sua raccolta I fiori del male sottrae la poesia alla spontaneità
romantica considerandola sì come un’intuizione quasi mistica, ma anche
come faticoso e consapevole lavoro di conquista della forma attraverso i
mezzi espressivi classici. A questa forma sublime si contrappone il contenuto
basso, “il male”, il brutto, l’osceno che il poeta vede annidarsi ovunque
nell’animo e nelle esperienze umane, anche quelle più elevate e spirituali
come l’amore e l’arte. Il vizio e la perversione diventano allora un tentativo di
fuga, vano, oltre il quale rimane come unica speranza e unico destino la
morte.

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