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Il corpus lirico trobadorico analizzati è un elogio alle belle lettere, la cui fruizione rende migliore l’animo del poeta-amante. Il trovatore rende argomento del suo poetare il proprio labor limae mediante diverse immagini: i paesaggi con erba, alberi, rivi, uccelli sono simulacri del suo lavoro di affinamento retorico e allo stesso tempo di affinamento interiore. I colori sono le figure retoriche, che rappresentano l’affinarsi del canto poetico che tende all’amor de lonh nei confronti di una purezza che è tensione verso l’assoluto. I colori sono simboli di assenza o presenza di luce, e rimandano sempre a questa idea di vicinanza o lontananza del poeta dall’arte e dalla dottrina. La poesia deve essere espressione della dottrina della fin’Amors, alla quale è possibile sovrapporre, oltre che l’amore per la poesia lirica, quello per le Scritture. Le Bibbia e l’arte poetica classica sono le fonti principali del canto che deve avere contenuto morale da veicolare.
Il corpus lirico trobadorico analizzati è un elogio alle belle lettere, la cui fruizione rende migliore l’animo del poeta-amante. Il trovatore rende argomento del suo poetare il proprio labor limae mediante diverse immagini: i paesaggi con erba, alberi, rivi, uccelli sono simulacri del suo lavoro di affinamento retorico e allo stesso tempo di affinamento interiore. I colori sono le figure retoriche, che rappresentano l’affinarsi del canto poetico che tende all’amor de lonh nei confronti di una purezza che è tensione verso l’assoluto. I colori sono simboli di assenza o presenza di luce, e rimandano sempre a questa idea di vicinanza o lontananza del poeta dall’arte e dalla dottrina. La poesia deve essere espressione della dottrina della fin’Amors, alla quale è possibile sovrapporre, oltre che l’amore per la poesia lirica, quello per le Scritture. Le Bibbia e l’arte poetica classica sono le fonti principali del canto che deve avere contenuto morale da veicolare.
Il corpus lirico trobadorico analizzati è un elogio alle belle lettere, la cui fruizione rende migliore l’animo del poeta-amante. Il trovatore rende argomento del suo poetare il proprio labor limae mediante diverse immagini: i paesaggi con erba, alberi, rivi, uccelli sono simulacri del suo lavoro di affinamento retorico e allo stesso tempo di affinamento interiore. I colori sono le figure retoriche, che rappresentano l’affinarsi del canto poetico che tende all’amor de lonh nei confronti di una purezza che è tensione verso l’assoluto. I colori sono simboli di assenza o presenza di luce, e rimandano sempre a questa idea di vicinanza o lontananza del poeta dall’arte e dalla dottrina. La poesia deve essere espressione della dottrina della fin’Amors, alla quale è possibile sovrapporre, oltre che l’amore per la poesia lirica, quello per le Scritture. Le Bibbia e l’arte poetica classica sono le fonti principali del canto che deve avere contenuto morale da veicolare.
I colori nella poesia dei trovatori possono essere ricondotti allidea oraziana di colores rethorici, espressione impiegata dal poeta latino per indicare le figure retoriche 1 . In una delle sue pi celebri liriche Guglielmo IX scrive: Ben vuelh que sapchon li pluzor | D'un vers, si.s de bona color | Qu'ieu ai trag de mon obrador 2 . Il poeta vuole adornare il proprio canto con bei colori, cio con figure retoriche preziose. In Er vei vermeills, vertz, blaus, blancs, gruocs Arnaut Daniel impiega lo stesso stilema: er vei [] i.l votz dels auzels sone tint | ab doutz acort matin e tart: | so.m met en cor quieu colore mon chan 3 . Il poeta latino nella sua Ars poetica esprime un concetto simile: Discriptas servare vices operumque colores |cur ego, si nequeo ignoroque, poeta salutor? 4 . Il poeta-amante deve colorare mediante figure retoriche il proprio canto poetico: i trovatori, in quanto letterati, erano formati sugli autori classici come dimostra Curtius nel suo Regesto 5 . Impiegano immagini di derivazione classica: la foglia, il fiore, gli alberi, il giardino, lincontro con la dama nel vergier sono tutte immagini topiche in un percorso di imitatio classicamente inteso. 6 I trovatori potrebbero aver ripreso gli stilemi di Orazio, che rinnova il rapporto tra lingua e idee, riuscendo a coniare nuove parole facendo ricorso a metafore ingegnose (callidae iuncturae) 7 . Il tema del colore connesso inscindibilmente con quello della retorica: cos come la pietra preziosa la si affina affinch emani luce, cos il poeta affiner la sua lirica per renderla lucente e dai bei colori. Il colore della poesia, cio il lavoro retorico effettuato sulla poesia, da scuro diventa chiaro; anche lanimo dellamante, da scuro diventer chiaro, dopo che egli sar riuscito a cogliere la beatitudine della finAmors. 8
Il lavoro retorico potrebbe essere paragonato allaffinamento di una pietra preziosa, che ulteriormente lavorata mediante il processo di esmerar d origine a una bellezza raffinata, proprio come
1 Cfr. C. BOLOGNA, Orazio e l'ars poetica dei primi trovatori, in Critica del testo, X / 3, 2007, p.75; Cfr. E. R. CURTIUS, Letteratura europea e medioevo latino, cap II, 5, Autori letti nelle scuole, pp. 58-64. 2 Cfr. Guglielmo IX, Ben vuelh que sapchon li pluzor, ed. Pasero 1973. 3 ARNAUT DANIEL, Er vei vermeills, vertz, blaus, blancs, groucs, ed. Eusebi 1995. Dora in poi citer in questo modo le numerose edizioni critiche dei trovatori che ho impiegato. Riporto lintera prima cobla della lirica in questione: Er vei vermeills, vertz, blaus, blancs, gruocs | vergiers, plais, plans, tertres e vaus; | e.il votz dels auzels sone tint | ab doutz acort maitin e tart: | so.m met en cor quieu colore mon chan | dun aital flor don lo fruitz si.amors | e jois lo grans e lolors denuo gandres. 4 ORAZIO, Ars poetica, vv.86-92 in Epistole e Ars Poetica, a cura di U. Dotti, Milano, 2008: Discriptas servare vices operumque colores |cur ego, si nequeo ignoroque, poeta salutor? |Cur nescire pudens prave quam discere malo? |Versibus exponi tragicis res comica non vult; |indignatur item privatis ac prope socco |dignis carminibus narrari cena Thyestae. |Singula quaeque locum teneant sortita decentem.; Cfr. C. BOLOGNA, ibid. 5 Cfr. C. BOLOGNA, ibid.; Cfr. E. R. CURTIUS, Letteratura europea e medioevo latino, cap II, 5, Autori letti nelle scuole, pp. 58-64. 6 Cfr. O. SCARPATI, Retorica del trobar, Roma, 2008,p.37. La Scarpati analizza la struttura delle comparazioni trobadoriche in cui ritrova la riprosizione di strutture mutuate dalla retorica greca e latina. 7 Cfr. C. BOLOGNA, ibid., p.178. 8 Cfr. E. KHLER, Sociologia della finAmors, Padova, 1976, p.140. Lamore per Giraut de Bornelh, grande teorico della finAmors di stampo marcabruniano, unesperienza interiore: basta un-amore venerazione nei confronti della propria donna per ottenere tutte le virt. La soddisfazione immediata di desideri troppo arditi porta solo una brutale sensualit fine a se stessa. 2
quella della donna amata. Scrive infatti Guglielmo in Mout jauzens me prenc en amar: Mas si anc nuill jois poc florir, |Aquest deu sobretotz granar | E part los autres esmerar, | Si com sol brus jorns esclarzir 9 . Il joy d'Amor per la poesia la rende, da grezza e oscura a lucente, cos come il giorno prende il posto della notte. Il binomio chiarezza e oscurit caratterizza il processo di affinamento della poesia, che ispirata dal paesaggio esteriore assimilata nellinteriorit del poeta, il quale pu mediante il labor limae 10 su di essa compiere un labor limae su se stesso, cio affinare il proprio animo. Il poeta-amante osserva e interiorizza il paesaggio naturale che simulacro dei suoi stati danimo in un processo che presenta analogie con la teoria aristotelica del fantasma mutuata dai vittorini: loggetto interiore nasce dal connubio tra immagine visiva sensibile e immagine mentale. 11 Il processo dellinnamoramento dei trovatori affine a quello dei mistici: l'immagine della donna e quella del divino passano attraverso gli occhi sotto forma di spirito fino al cuore, dove ha sede limmaginazione che rende astratta l'immagine visiva. 12 Le espressioni impiegate dalla lirica cortese per descrivere midons sono spesso mutuate dal linguaggio della mistica cristiana. 13
Il lavoro retorico non solamente il mezzo di cui si serve il poeta per migliorare il suo componimento, ma diviene argomento della lirica mediante un flusso di immagini rielaborate dall'immaginazione poetica. Arnaut Daniel scrive: Doutz braitz e critz | lais e cantars e voutas | aug dels auzels quen lur latin fant precs | qecs ab sa par, atressi cum no fam | a las amigas en cui entendem 14 . Gli uccelli cantano e fanno precs nella loro lingua: la parola latin indica la lingua per eccellenza, la lingua raffinata e pura, degna della preghiera. I volatili emettono tanti tipi di cinguettii (braitz, critz, lais, cantars, voutas) cos come i poeti compongono tanti generi diversi (canso, tenso, retroencha, estampida, etc.). Gli auzels, a loro volta, con la propria compagna sono da identificare con i trovatori che sono in compagnia della propria dama. Se i volatili cantano in compagnia, anche i poeti lo fanno in compagnia, e se i primi cantano dAmore, anche i secondi cantano dAmore.
1.Per comprendere il ruolo dei colori nella poesia occitanica appare opportuno analizzare il ruolo della luminosit, condizione sufficiente e necessaria per la manifestazione dei colori. Il tema della
9 Cfr.GUGLIELMO IX, Mout jauzens me prenc en amar, ed. Pasero 1973 : Mout jauzens me prenc en amar | un joy don lus mi vuelh aizir; | e pus en joy wuelh revertir | ben dey, si puesc, al mielhs anar, | quar mielhs onra.m estiers cujar | quom puesca vezer ni auzir. 10 Cfr. C. BOLOGNA, Orazio e l'ars poetica dei primi trovatori, in Critica del testo, X/3, 2007, p.175. 11 ID., ibid. ; G. AGAMBEN, ibid. ; C. LUCKEN, Limagination de la dame.Fantasmes amoureux et posie courtoise, in Micrologus VI/2, 1998, pp. 201-223 ; R. KLEIN, ibid., p.30-34. 12 Cfr. C. BOLOGNA, Anima mea liquefacta est: sulla presenza dellallegorismo vittorino nei trovatori, in Percepta rendere dona: studi di filologia per Anna Maria Luiselli Fadda, Firenze, 2010, pp. 32-52. 13 C. BOLOGNA, ibid. ; A. PULEGA, Amore cortese e modelli teologici : Guglielmo IX, Chrtien de Troyes, Dante, Milano, 1995; J. LECLERCQ, Lamour des lettres et le dsir de Dieu. Initiation aux auteurs monastiques du Moyen ge, Roma, 1957. (trad. It. Cultura umanistica e desiderio di Dio. Studio sulla letteratura monastica del Medioevo, Firenze, 1965); Cfr. P. DRONKE, ibid., pp.76-80; R. KLEIN, La forme et lintellegible: crits sur la Renaissance et lart moderne, Paris, 1958. La forma e lintellegibile. Scritti sul Rinascimento e larte moderna, trad. it. a cura di R. Federici, Torino, 1970; A. PULEGA, ibid.; p.46: "Non possiamo inoltre non riconoscere nel discorso teologico medievale la presenza di due caratteristiche fondamentali della fin'Amor: lo schema trinitario tra amante, midons e maritz o gelos, e il paradigma dell'amor de lonh." ID. 1995, p.49: "Guglielmo di San Thierry, nel De natura et dignitate amoris, fa dell'amore una scienza ricorrendo alla dottrina agostiniana della memoria" 14 Cfr. ARNAUT DANIEL, Doutz braitz e critz, ed. Eusebi 1995. 3
lucentezza del paesaggio naturale presente in una lirica di Jaufre Rudel, Quan lo rius de la fontana. Se il sole rischiara la fontana, appare anche il fiore cristallino, che immagine dellamore per midons (Quan lo rius de la fontana |sesclarzis, si cum far sol, |e par la flors aiglentina). Accanto al fiore appare lusignolo, che immagine del poeta, che fa volf e refranh, cio intona un canto che deve essere aplanat e afinat (el rossinholetz el ram | volf e refranh ez aplana | son dous chantar et afina, | dreitz es quieu lo mieu refranha) 15 . Scrive Chiarini in merito: La stagione definita con le parole di Guglielmo IX (rius e fontanas esclarzir, da Pos Vezem) per poi istituire un parallelismo con il canto dellusignolo, voce e melodia della primavera, e il canto umano, voce e melodia dellamore. 16 Il lucente paesaggio naturale descritto dal poeta si configura come simulacro del suo lavoro retorico e del suo affinamento compiuto sulla poesia lirica. Ne A la fontana del vergier il poeta-amante spiega che nel giardino dove lerba vertz ha trovato una ragazza sola, non accompagnata, sdraiata sotto ad un albero, tra fiori bianchi. La giovane si lamenta perch il suo amante in Terrasanta, nella schiera dei crociati al servizio del re Luigi di Francia. Per la lontananza di lui, il dolore le si radicato nellanimo. 17 La donna, se rimarr nella sua aria cupa e triste, vedr i propri colori sfiorirsi (Quant ieu l'auzi desconortar, | Ves lieys vengui josta.l riu clar: | Belha, fi.m ieu, per trop plorar | Afolha cara e colors!) 18 .Alloscurit del pianto il corteggiatore, che non pu possedere questa donna e non pu ravvivarne i colori, il trovatore contrappone la gioia che avr da donare alla donna. Se provo a sovrapporre i colori del viso di midons ai colori della poesia lirica, la donna descritta da Marcabru diventa personificazione del canto poetico. 19 La poesia lirica hai bei colori, cio begli artifici retorici, solo se il trovatore pu accostarsi a essa con la dottrina della finAmor. Per Marcabru la poesia deve essere pulita dalla falsamistat 20 e deve racchiudere in s la chiarezza interiore del perfetto amante in contrapposizione alloscurit degli ipocriti immorali e degli adulterini, che fingono di essere seguaci della dottrina della finamor 21 . In Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers Peire dAlvernhe, molto sensibile alla tematica religiosa, contrappone in maniera netta la sfera della lucentezza con quella dell'oscurit. Il poeta-amante afferma che, quando il giorno diventa breve e le sere si allungano e quando si offusca laria, egli vuole che ramifichi e germogli il suo sabers di una nuova gioia: Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers, | Qan la blanc'aura brunezis, | Vuoill que branc e bruoill mos sabers | D'un nou ioi qe-m fruich'e-m floris! 22 . Il sabers diviene 'gioioso' poich il poeta vede schiarirsi le querce dalle dolci foglie (Car del doutz fuoill vei clarzir los
15 JAUFRE RUDEL, Quan lo rius de la fontana, ed. Chiarini 1985. 16 ID., ibid. 17 ID., ibid., vv.22-28, ed. cit: Ab vos s'en vai lo meus amicx, | Lo belhs e.l gens e.l pros e.l ricx! | Sai m'en reman lo grans destricx, | Lo deziriers soven e.l plors. | Ay mala fos reys Lozoicx | Que fay los mans e los prezicx | Per que.l dols m'es en cor intratz. 18 ID., ibid., vv. 29-32, ed. cit. Marcabru continua poi: E no vos cal dezesperar, | Que selh qui fai lo bosc fulhar, | Vos pot donar de joy assatz. 19 MARCABRU, ibid., vv. 36-42, ed. cit: Senher, dis elha, ben o crey | Que Deus aya de mi mercey | En l'autre segle per jassey, | Quon assatz d'autres peccadors! | Mas say mi tolh aquelha rey | Don joys mi crec! mas pauc mi tey | Que trop s'es de mi alonhatz. 20 ID., El son esviat chantaire, vv.1-6, ed. cit. : El son desviat chantaire, | veirai si pusc un vers faire | de falsamistat menuda, | caissi leu pren e refuda, | puois sai ven e lai mercada, | e morrai si nom nesclaire. 21 Cfr. E. KHLER, Sociologia della finAmors, Padova, 1976. 22 Cfr. PEIRED'ALVERNHE, Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers, ed. Fratta 1996 4
garrics, | Per qe-retrai entre-ls enois e-ls freis | Lo rossignols e-l tortz e-l gais e-l pics ). 23 La metafora naturalistica del sapere che ramifica e germoglia ha funzione di conferire vitalit a un paesaggio scarno: il mondo interiore della conoscenza superiore al mondo esteriore della materialit e della corruttibilit. 24 Il poeta-amante contrappone il suo bos sabers, la sua arte', germogliata grazie alla dottrina della fin'Amors a un paesaggio pallido e oscuro. Lespressione blancaura si oppone al termine brunezis e brunezis si oppone poi al sostantivo clarzir in un gioco di contrasti cromatici. L'antinomia tra chiarezza e oscurit fa parte di quelle opposizioni che intrecciano il discorso della fin'Amors, come cortes/vilan, sens/folatge o faux/fin. 25
In Si co-l soleilhs per sa nobla clardat Rigaut de Berbezilh scrive che il sole con la sua luminosit quanto pi in alto tanto pi d calore. Con il suo ardore tormenta i luoghi pi bassi che non quelli alti, che sono per il vento pi temperati (Si co-l soleilhs per sa nobla clardat | Hon plus aut es mais dona de calor | E-ls plus bas luocz destreinh mais per s'ardor | Que-ls autz, car son pe-ls vens plus atemprat). Allo stesso modo la donna amata dal poeta, casta, pura, alta di pregio, tanto pi lo tormenta, perch lo trova umile e non del tutto adatto al servitium amoris 26 (Tot atressi ma donna, casta, pura, | Auta de pres, destreinh me plus formen, | Que-m trobas bas et a tot son talen) 27 . Se al sole sovrappongo la luce della poesia, essa pu dare nobile candore e purezza ai poeti che sono in alto, cio che hanno bos sabers e artifici retorici tali da rinnovare il dettato poetico, mentre stringe e cuoce gli altri poeti che non sono temprati dalla vera dottrina poetica. Molto forte la contrapposizone tra la lucentezza della donna (Auta de pres) e loscurit del trovatore (Que-m trobas bas), che pu solo mirare alla fin'Amor per potersi elevare da un punto di vista spirituale. Un altro esempio di contrapposizione tra la sfera della chiarezza e quella dell'oscurit ci fornita da Raimbaut dAurenga, che intesse rare, oscure e segrete parole: (Cars, bruns e tenhz motz entrebesc! | Pensius-pensanz enquier e serc | Com si liman pogues roire | L'estraing rill nil fer tiure, | Don mon escur cor esclaire). 28 Il termine brun in occitano non rimanda propriamente alloscurit, ma allidea di opacit. Cars potrebbe indicare lidea di 'dolci' parole, mentre entrebescatz indica con valenza negativa artificiosit. Cars, bruns e tenhz sono tre termini riferiti alla parola poetica e indicano unopposizione semantica tra di loro in una moderata gamma di chiaroscuri. Meditando in maniera assorta, il poeta prova a eliminare dal suo animo il mot de rill 29 , che indica il pechat criminaus che seguono i seguaci della falsAmor. Nell'impiego del mot de rill di stampo marcabruniano Raimbaut fa velatamente riaffiorare nella sua lirica la tematica religiosa. Se il trovatore tesse parole preziose, opache e segrete, egli redige termini di natura diversa cos come sono di natura diversa i suoi sentimenti e le sue emozioni (Cars, bruns e tenhz motz entrebesc | [] |
23 ID., ibid., ed. Fratta 1996. 24 Cfr. note alla lirica della precedente ed. DEL MONTE 1956, p.74 di Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers. 25 Cfr. P.ZUMTHOR, Essai de potique mdivale, Paris, 1972 (trad. it. a cura di M. Liborio, Semiologia e poetica medievale, Milano, 1973), p.211. 26 P. CHERCHI, Andrea Cappellano, i trovatori e altri temi romanzi, Roma, 1979: Cherchi spiega in che cosa consiste il servitium amoris. 27 RIGAUT DE BERBEZILH, Si co-l soleilhs per sa nobla clardat, ed. Varvaro 1960. 28 RAIMBAUTDAURENGA, Cars, douz e fenhz del bederesc, vv.1-8; ed. Pattison 1952. La cobla cos continua: Tot can jois genseis esclaira |Malvestaz rill'e tiura |E enclau Joven e serga |Per qu'ira e jois entrebesca. 29 A proposito del mot de rill si vedano i testi di Marcabru commentati da A. Roncaglia in rivista (si possono consultare l'elenco bibliografico e i testi nel sito www.rialto.unina.it). 5
Per qu'ira e jois entrebesca). Il lavoro per sublimare questi sentimenti contrastanti il labor limae della poesia (Pensius-pensanz enquier e serc | [] | L'estraing rill nil fer tiure). 30 Un ramo della tradizione trasmette la lezione clars per car: da un punto di vista contenutistico, la variante clars completerebbe, nel verso, unarticolata suggestione luministica, insieme a brus e teinhz: i motz Raimbaut ricoprirebbero lintera gamma delle possibilit cromatiche delle figure retoriche durante il processo di labor limae sul testo poetico (Milone) 31 . In Car vei qe clars, Raimbaut spiega che alla donna amata non mai chiara, cio non si rivela mai, e fa il poeta piangere, o meglio provoca in lui lez sospirs, felici lamenti (Ges no m'es clars | Ni m'esquiva | Est jois, don faz lez sospirs, | Ni sai s'anc mi valc mos dirs | Ni mi noc e tem qem viva | Enaisi trop lonjamens | L'amors qeil tenc meja gaia. || Mos cors es clars |E s'esmaia! |Aici vauc mestz grams-iauzens, | Plens e voigz de bel comens; | Qe l'una meitatz es gaia |E l'autra m'adorm cossirs |Ab voluntat mort'e viva) 32 . Il contrasto tra lemmi connessi al campo semantico della gioia (jauzirs, gaugz; gaia) e a quello della tristezza (faillirs; temers; espaventz) materia linguistica, ambigua e di difficile comprensione, che pu essere illuminata da un processo di rischiaramento interiore tramite il dialogo con Dio. 33 Non escluso che da questa dicotomia tra linguaggio oscuro e linguaggio illuminato da Dio nasca la poesia ossimorica di Raimbaut. La paraulescura (il mot brun, secondo la sottile riformulazione di Raimbaut d'Aurenga) e il trobar clus possono diventare, senza contraddizione, dei veicoli di illuminazione interiore, e contemporaneamente prendere origine in un cuore che si rischiarato (M. Mocan). 34
Bernart de Ventadorn, in Ara no vei luzir solelh, 35 finalmente vede i raggi del sole tornare a irradiarsi nel suo animo, poich essi si erano oscurati nel mondo esteriore. La luce che risplende nellanimo del poeta-amante quella dellesperienza poetica (Ara no vei luzir solelh, |Tan me son escurzit li rai! |E ges per aisso no.m esmai, |C'una clardatz me solelha |D'Amor, qu'ins el cor me raya! |E, can autra gens s'esmaya, |Eu melhur enans que sordei, |Per que mos chans no sordeya). 36 Molti trovatori non riescono pi a rinnovare il canto cristallizzato da una morte interiore, che riproposizione dei topoi della tradizione con un linguaggio povero da un punto di vista retorico. Quando invece gli altri si sgomentano, lio lirico gioioso perch pu cogliere un novel chant, una poesia rinnovata nello stile e nella forma. Nonostante si sia offuscata la luce del sole che illumina la terra, la chiarezza dAmore rischiara il suo animo 37 (D'Amor qu'ins el cor me raya). Bernart gioca su unopposizione tra luminosit e contrasto, dalla luce allombra, dallombra
30 Per una discussione testuale della lezione cars e della variante clars in questo verso rambaldiano cfr. M. PERUGI, Linguistica e trobar clus, in Studi medievali, 3 serie, XXXVIII 1997, pp. 341-375. 31 Cfr. L. MILONE, El "trobar envers" de Raimbaut d'Aurenga, Barcelona, 1998. 32 CFR. RAIMBAUT D'AURENGA, Car vei qe clars, ed. Pattison 1952, vv. 15-28. 33 Cfr. M.MOCAN, Un cuore cos illuminato. Etica e armonia del canto nella poesia dei trovatori(Bernart de Ventadorn, Marcabru, Raimbaut dAurenga), in Miscellanea Antonelli, in corso di stampa. 34 Cfr. ID., ibid. 35 Cfr. Introduzione, in Canzoni di Bernart de Ventadorn, Roma, 2003, a cura di M. Mancini. Per le canzoni di Bernart de Ventadorn ho consultato ledizione pi antica e completa, Appel 1915, e la recente edizione Mancini 2003, che incompleta di alcune liriche. Dora in poi far riferimento alledizione pi recente, quando in essa sono presenti le liriche che intendo citare. 36 ID., Ara no vei luzir solelh, ed. cit., vv. 1-8. 37 M.MOCAN, Un cuore cos illuminato. Etica e armonia del canto nella poesia dei trovatori (Bernart de Ventadorn, Marcabru, Raimbaut dAurenga), in Miscellanea Antonelli, in corso di stampa. 6
alla luce 38 . Laddove molti si sgomentano per non riuscire a conquistare il proprio oggetto damore lio lirico non si fa vile, e cos non si svilisce il suo canto. Il poeta che segue la dottrina della fin'Amor e la morale marcabruniana trae la propria gioia esclusivamente dalla produzione e dalla fruizione del suo canto. Lo stesso Bernart in Amors, enquera.us preyar, afferma che la sua donna tanto fresca, bella e chiara che la sua bellezza rende piacevole il giorno e rischiara la notte oscura 39 ( Tant es fresch' e bel' e clara,| Qu'amors n'es vas me doptoza, | Car sa beutatz alugora | Bel jorn esclarzis noih negra!). Se alla bellezza della donna sovrappongo quella della parola poetica, essa, se affinata retoricamente, pu portare luce, cio purezza, in un mondo poetico dove il linguaggio manipolato dai fautori della falsAmor e dove larte retorica spenta, ripiegata su vecchi stilemi cristallizzati nel vuoto della loro vanit. Afferma il poeta- amante di comporre solamente perch Amore, e cio la poesia lirica stessa, gli fornisce lispirazione: nel momento in cui il poeta-amante dice di non voler pi parlare, egli nega il silenzio e porta un canto nuovo con una poesia retoricamente variata rispetto ai temi tradizionali. La poesia di Bernart, come quella di Raimbaut, si afferma attorno allantinomia tra parola e silenzio, tra gioia e tristezza, sentimento amoroso e intorpidimento interiore, luci e ombre, colori vivaci e colori spenti. Bernart non fa poesia se non riesce a rinnovarla per non eseguire il pechat criminaus di cui parla Raimbaut dAurenga, quello del troppo parlare. 40 La parola impiegata pechat ha anche una valenza di natura religiosa: la fin'Amor di stampo marcabruniano ha una valenza fortemente morale e si esprime in un linguaggio fortemente influenzato dalle Sacre Scritture 41 . Bernart de Ventadorn un poeta che esalta la spiritualit e il lato interiore del sentimento dAmore 42 : se la bianchezza del corpo di midons, che supera il biancore della neve, immagine di un amore spirituale piuttosto che carnale 43 , la neve, cio il mondo materiale, scura rispetto alla donna amata 44 . Il mondo esteriore inferiore, o meglio, da subordinare al mondo interiore e allesperienza spirituale. Lamore, che una cosa buona voluta da Dio, giustifica luomo non solo ad amare il mistero trinitario ma anche midons, purch questo amore implichi un rapporto di lontananza con loggetto amato 45 . Nella tradizione classica le distinzioni chiaro e scuro o bianco-nero avevano la funzione di indicare la disparit di condizione dei due amanti, una distanza che insormontabile 46 . Loggetto amato deve essere lontano in maniera tale che gli animi degli amanti non siano
38 ID., ibid. 39 ID., Amors, enquera.us preyara, ed. Appel 1915; vv.34-37. La cobla cos continua: Tuit sei fait on mielz cove, | Son fin e de beutaz ple! | No.n dic laus, mas mortzmi venha | S'eu no l'am de tot mo sen ! | Mas, domn', Amors m'enliama, | Que.m fai dir soven e gen | De vos manh vers avinen. 40 Cfr. RAIMBAUT D'AURENGA, Cars, douz e fehnz del bederesc, ed. Pattison 1952. 41 Cfr. G. ERRANTE, Marcabru e le fonti sacre della lirica romanza, op. cit. 42 Cfr. M. MOCAN, Un cuore cos illuminato, cit., in merito alla connessione tra il lessico religioso marcabruniano e il lessico di Bernart ; C. Bologna, Anima mea liquefacta est, cit., in merito alle analogie tra lallodoletta di Bernart e lanima contemplativa del mistico. 43 BERNART DE VENTADORN, A! Tantas bonas chansos, ed. Appel 1915. 44 Id., ibidem, vv. 36- 39: que sos cors es bels e bos | e blancs sotz la vestidura | - eu non o dic mas per cuda que la neus, can ilh es nuda, | per vas lei brunet escura; Cfr. E. Kohler, Sociologia della finAmors, Padova, 1976: il filologo spiega come i trovatori del periodo classico celebrino la finAmors come esperienza interiore piuttosto che esteriore. 45 Cfr. A. PULEGA, Amore cortese e modelli teologici : Guglielmo IX, Chrtien de Troyes, Dante, Milano, 1995, p.35 46 Cfr. P. RADICI COLACE, Lamore lontano in Teocrito e Virgilio, in Orpheus, 1981, pp.3-415; cfr. Id., ibid. 7
sconvolti dalla passione e siano temperati dalla mezura 47 , dal modus di oraziana memoria 48 . Lamore verso la donna pu essere rapportato con lamore del fedele verso Dio: questi due tipi di rapporto implicano una disparit e una lontananza che causa di sofferenza da parte di chi ama, il poeta-amante e il fedele.
2. Nella poesia dei maggiori trovatori i riferimenti alla chiarezza appaiono quasi sempre in connessione con quelli alloscurit. Una fonte indispensabile per comprendere la natura di questo contrasto cromatico rappresentata dalle Scritture. Il contrasto tra luce e tenebre presente in diversi loci biblici. E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non lhanno compresa. E ancora nel Vangelo di Giovanni si legge che Dio venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinch tutti credessero per mezzo di lui; egli non era la luce, ma fu mandato per rendere testimonianza della luce. Egli [la Parola] era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo. 49 Nel Vangelo di Giovanni si legge, allinizio del III capitolo: in principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio 50 . La parola e le lettere sono fonte di salvezza. Le espressioni impiegate dalla lirica cortese per descrivere le bellezze dellamata e gli stati danimo che accompagnano lesperienza damore lasciano spesso percepire echi del linguaggio religioso della contemplazione e della conoscenza divina. Questo linguaggio di natura mistica una fonte per il lessico della lirica damore volgare: molti poeti hanno ben presente linterpretazione allegorica del Cantico dei Cantici in cui lamore tra luomo e la donna allegoria dellamore tra Cristo e la Chiesa 51 . Il primo poeta che mette in evidenza il tema delloscuro Marcabru, da cui ha origine il dibattito tra trobar clus e trobar leu. 52 Marcabru scrive in Per savi teing ses doptanza:
Per savi teing ses doptanza celui que mon chan devina cho que chascus moz declina, si com la razos despleia, queu meteis sui en erranza desclarzir paraula escura. 53
Lio lirico ritiene saggio senza dubbio colui che del suo canto indovina ci che ciascuna parola significa, nel momento stesso in cui largomento si dispiega. 54 La paraula escura quella dei trovatori rivali,
47 Cfr. A. Pulega, ibid. 48 Cfr. id., ibid., p.42 Malgrado il concetto di mezura e quello di modus siano diversi, si pu parlare di continuit tra questi due concetti nel mondo cristiano e in quello classico. 49 GIOVANNI III, 7-9 inLa Bibbia di Giovanni Diodati, 3 voll., Milano, 1998 50 ID., 3-4, ed. cit. 51 C. BOLOGNA, Anima mea, cit.; A. PULEGA, ibid.; J. LECLERCQ, Lamour des lettres et le dsir de Dieu. Initiation aux auteurs monastiques du Moyen ge, Roma, 1957. (trad. It. Cultura umanistica e desiderio di Dio. Studio sulla letteratura monastica del Medioevo, Firenze, 1965); Cfr. P. DRONKE, ibid., pp.76-80; R. KLEIN, La forme et lintellegible: crits sur la Renaissance et lart moderne, Paris, 1958. La forma e lintellegibile. Scritti sul Rinascimento e larte moderna, trad. it. a cura di R. Federici, Torino, 1970. 52 A. RONCAGLIA, Trobar clus: discussione aperta, in Cultura neolatina XXIX 1969, pp. 5-55. E. KHLER, Sociologia della finAmors, introduzione e traduzione a cura di M. Mancini, Padova, 1976. 53 Cfr. MARCABRU, Per savi tenc ses doptanza, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000. 8
quei trobador a sen denfanza che vengono menzionati allinizio della seconda cobla e che sono accusati di scrivere parole intrecciate con fratture (entrebescaz de fraitura). 55 I poeti rivali scrivono motz serratz e romputz solamente mostrando un procedimento fine a se stesso: Marcabru, al contrario, intende mediante la complessit esprimere verit di natura morale. 56 Il luogo a cui Marcabru si riferisce il primo capitolo dei Proverbi, vv. 5-6: Audiens sapiens, sapientior erit; |et intelligens gubernacula possidebit.|Animadvertet parabolam et interpretationem, | verba sapientium et aenigmata eorum. 57 Per Agostino le Scritture, con la loro verit nascosta, migliorano lanimo delluomo di lettere, il quale deve sforzare il proprio intelletto per poterle comprendere. 58 Agostino spiega che le allegorie e le similitudini rendono la dottrina un piacere, nel mentre fanno esercitare lintelligenza del fedele, cos come nelle poesie degli autori latini le figure retoriche erano un ottimo veicolo di piacere nella diffusione della dottrina 59 . Marcabru inasprisce il proprio dettato per mettere alla prova lacume dei propri lettori cos come lacume dei fedeli messo alla prova dalle Scritture. 60 Ma il messaggio che le figure retoriche dei poeti veicolano deve essere di natura morale. Cos come il perfetto religioso pu capire e indovinare tutto in merito alle Scritture, cos il perfetto amante pu capire e comprendere a fondo il senso della poesia cortese. Peire dAlvernhe rende esplicito il valore di natura religiosa del contrasto tra chiarezza e oscurit. In Gent es, mentr'om n'a lezer il poeta-amante si meraviglia che gli uomini non baderanno alla Parola di Dio finch il giorno non si sar oscurato ai loro occhi. Solo in prossimit della morte i peccatori giungeranno
54 A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro. Atti del 28 Convegno universitario (Bressanone, 12-15 luglio 2001), Trento, 2004, pp. 92-93. 55 ID., ibid. 56 Il passo di Marcabru controverso: per una storia delle intepretazioni cfr. ID., ibid.; cfr. U. MLK, Trobar clus, trobar leu; Studien zur Dichtungstherie der Trobadors, Mu nchen, 1968,p.71; cfr. L. MILONE, Retorica del potere e poetica delloscuro da Guglielmo IX a Raimbaut dAurenga, in AA.VV., Retorica e poetica, Quaderni del circolo filologico linguistico padovano, 10 Liviana, Padova 1979, pp.164-65, e C. DI GIROLAMO, I trovatori, cit.,pp. 105-107. S. GAUNT, R. HARVEY e L. PATERSON, Marcabru. A critical editon, Brewer, Cambridge 2000, p.470; E ben noto come il canzoniere di Marcabru sia intessuto di citazioni e di allusioni bibliche. D. SCHELUDKO, Beitrge zur Entstehungsgeschichte der altprovenzalischen Lyrik, Archivium Romanicum, 15 (1931), pp.137-206; G. ERRANTE, Marcabruno e le fonti sacre dellantica lirica romanza, Firenze 1948, pp.172-269; A. RONCAGLIA, Riflessi di posizioni cistercensi nella poesia del XII secolo, in AA.VV., I cistercensi e il Lazio, Roma 1978 pp.11-22; Ef 4,17-19: Hoc igitur dico, et testificor in Domino, ut iam non ambuletis, sicut et gentes ambulant in vanitate sensus sui, tenebris obscurantum habentes intellectum, alienati a vita Dei per ignorantiam, quae est in illis, propter caecitatem cordis ipsorum, qui disperantes, semetipsos tradiderunt impudicitiae, in operationem immunditiae omnis in avaritiam. 57 Cfr. R. ANTONELLI, Il piacere delloscuro, in A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro, cit., p. 95. 58 ID., ibid. ; AGOSTINO, De doctrina Christiana, II,6, trad. it. V. Tarulli, Roma, 1993; Cfr. R. ANTONELLI, Oscurit e piacere, in A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro, cit.; Cfr. AGOSTINO, ibid., cit: Quod totum provisum esse divinitus non dubito ad edomandam labore superbiam et intellectum a fastidio renovandum, cui facile investigata plerumque vilescunt. []Num aliud homo discit quam cum illud planissimis verbis sine similitudinis huius adminiculo audiret? [] Sed similitudo promeretur, cum res eadem sit eademque cognitio, difficile est dicere et alia quaestio est. 59 Cfr. R. ANTONELLI, ibid., in A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro, cit. 60 Cfr. ID., ibid.; AGOSTINO, De cathecatizandis rudibus IX, 13, ed. cit.: maxime autem isti docendi sunt Scripturas audire divinas, ne sordeat eis solidum eloquium, quia non est inflatum; neque arbitrentur carnalibus integumentis involuta atque operta dicta vel facta hominum, quae in illis libris leguntur, non evolvenda atque aperienda ut intelligantur, sed sic accipienda ut litterae sonant; deque ipsa utilitate secreti, unde etiam mysteria vocantur, quid valeant aenigmatum latebrae ad amorem veritatis acuendum, discutiendumque fastidii torporem, ipsa experientia probandum est talibus, cum aliquid eis quod in promptu positum non ita movebat, enodatione allegoriae alicuius eruitur. His enim maxime utile est nosse, ita esse praeponendas verbis sententias, ut praeponitur animus corpori. 9
alla verit, e, poich non sono riusciti a redimersi precedentemente, non si schiariranno, cio non coglieranno la beatitudine. Il poeta-amante contrappone implicitamente la raffinatezza di coloro che, mediante la fruizione delle belle lettere della poesia lirica e delle Scritture, migliorano il proprio animo in contrapposizione a coloro che non raffinano il proprio animo, poich non fruiscono della parola di Dio. Il processo di raffinamento del poeta-amante tramite la lettura delle Sacre Scritture gli permette di poter comporre una poesia lirica che porti un messaggio morale e in cui la forma preziosa non sia veicolo fine a se stesso, ma strumento per condurre i lettori a un processo di raffinamento interiore. Per Agostino, infatti, loscurit della parola acuisce lamore della verit e scaccia il torpore che deriva dalla comprensione della semplicit. 61 Al piacere della parola vuota, delleloquium inflatum si sostituisce qui il piacere della sententia, del concetto, che proprio il mistero, lenigma, consente di provare. 62
Peire dAlvernhe scrive in De Dieu non puesc pauc ben parlar 63 che sulla terra oscuro ci che sar chiaro nellaldil, dove non ci saranno beni materiali da accaparrarsi, quando nel giorno del giudizio Dio divider i buoni dai cattivi. Nellaldil Dio punir, relegando nelle tenebre, coloro che non hanno fruito della sua parola e che sono rimasti nelloscurit del peccato 64 , in contrapposizione a coloro che hanno fruito della parola delle Scritture e, spinti dallintellectus amoris, hanno ben scoperto il velame che ricopre il Verbo. Per Peire il poeta-amante deve rivolgersi al Cristo ringraziandolo per aver ricevuto da lui obre bon talan, dottrina poetica e desiderio retto verso il bene (E sai obr' e bon talan | Mi detz e far entretan) 65 . Peire spera che Dio non sar esquius, chiuso verso di lui, affinch egli possa raggiungere il clars reis regum pius (Que, qan venretz en las nius | Iutgar lo segl' el iorn gran, | Doutz Dieus, no-m siatz esquius| E q'ieu, clars reis regum pius, | M'en an ab los gausitz gauzens) 66 : il lessico della chiarezza in contrapposizione con quello della chiusura. Il trobar clus opposto al trobar clau, che indica lucentezza e speranza. Per lio lirico possedere la parola del Signore significa carpire il senso autentico, cio la luce, che essa racchiude. Altro poeta che impiega la parola escur in senso morale Giraut de Bornelh, in Ans que venha.l nous fruchs tendres. Il trovatore dice di voler essere avvicinato da midons in maniera tale da poter notare se ella infastidita dal suo greu parlar (Per trussar ni per divendres | No.m destric que non engraisse, | Si.l seus cors delgatz e gras | M'es de pres, c'aissi revenh, | Si be.m n'ave greus parlars!) 67 . Il poeta-amante tenta di cogliere la dottrina della finAmors in una forte tensione verso lassoluto: 68 il suo amor de lonh per
61 R. ANTONELLI, ibid., p.51; AGOSTINO, De cat. Rud.III, 6-IV, 7. 62 ID., ibid. 63 PEIRE DALVERNHE, De Dieu non puesc pauc ben parlar, ed. cit. : Per qu'er escur so qu'ar es clar | Lay on Dieus mostrara-l martir | Qu'elh sostenc per nos a guarir! | On nos sera totz a tremblar | Lo iorn del iutjamen maior, | On non aura ren d'ufanier! | Qu'ab gran ioi et ab non pauc plor | Eissens desebran duy semdier. 64 Cfr. R. ANTONELLI, Il piacere delloscuro, in A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro. Atti del 28 Convegno universitario (Bressanone, 12-15 luglio 2001), Trento, 2004 in merito alla parola delle Scritture come strumento di illuminazione interiore. 65 ID., Dieus, vera vida, verais, ed. cit. 66 ID., ibid., ed. cit. 67 G. DE BORNELH, Ans que venha.l nous fruchs tendres, ed. Sharman 1989. 68 Giraut si rif a Marcabru, il cui canzoniere sintessuto di citazioni e di allusioni bibliche. G. ERRANTE, Marcabruno e le fonti sacre dellantica lirica romanza, Firenze 1948, pp.172-269; A. RONCAGLIA, Riflessi di posizioni cistercensi nella poesia del XII secolo, in AA.VV., I cistercensi e il Lazio, Roma 1978, pp.11-22. 10
lassoluto che racchiude la parola poetica, che chiusa e irraggiungibile. Per Giraut 69 le sue composizioni sono scure (caissi lescur come ebenh: | mo trobar ab saber prenh), poich la sua arte ispirata dai passi di difficile comprensione dellAntico Testamento 70 . Raimbaut dAurenga fa riferimento alla parola escur in Ar vei bru, escur, trebol cel: il poeta-amante vede un cielo nuvoloso, oscuro e tempestoso, nota venti, burrasche e pioggia, neve, ghiaccio e brina: Mas aura ni plueja ni gel | Nom tengran plus quel gen temps nou | S'auzes desplejar mos libres | De fag d'amor ab digz escurs 71 . Il paesaggio interiore dellio lirico in preda alla tempesta, scisso tra la speranza di cogliere lassoluto della dottrina e la disperazione per la sua perdita: quella nella parola una speranza disperata. La tempesta, la pioggia e il freddo non potranno allontanarsi dallinteriorit del poeta, poich egli ha osato vergare i suoi libri di detti oscuri. Il parlar coperto damore, se non ha un saldo valore morale, racchiude in s la roll, la fallibilit, il pechat criminaus e lerrore di cui testimone la natura umana 72 . Lamore equivale alla poesia in volgare, come affermer esplicitamente Dante nella Vita Nova, alla poesia stessa e alla scrittura 73 . Ma Agostino specifica che: A questi colti infatti utilissimo imparare a capire che bisogna anteporre i concetti alle parole, cos come si antepone lanima al corpo 74 . Se il poeta non espunger la roll dal proprio animo e non carpir la dottrina non potr ben parlar. Solamente la finAmor pu illuminare il poeta e indicargli la retta via.
2.1 Non solo il termine escur funge da contrasto nei confronti della luce: i colori scuri come il nero e il brun e il bai sono impiegati per la loro capacit di contrasto con la luce. Il primo vero riferimeno al brun nella lirica di Marcabru Liverns e.l temps saizina 75 : il poeta-amante afferma che una donna lo ha messo in stato confusionale e lo ha fatto tentennare nelle proprie decisioni; ha reso il suo desiderio variopinto, cio bianco, marrone e baio, gli fa dire lo far, non lo far (entrebescat hoc ab no. | Ai! | Mueu talan blanc, bru e bai; | ab si farai! Non farai!). Il colore scuro brun, che identificabile con il marrone, accompagnato da altre sfumature cromatiche: blanc e bai in questo contesto sono referenti delloscurit e indicano la corruttibilit dellamore, che variopinto, non di un solo colore. Il poeta contrappone alla purezza della finAmors, e quindi della vera dottrina, loscurit del variopinto. Marcabru biasima il fatto che il fine amore, il quale era rapporto esclusivo di un poeta-amante verso una sola donna, ora sia diventato un pretesto per ladulterio 76 : bisogna opporsi ai trovatori bugiardi e a coloro che si occupano del falsar piuttosto che
69 GIRAUT DE BORNELH, Ans que venha.l nous fruchs tendres, ed. Sharman 1989 : E cui parra greus l'aprendres | De mo chantar, no s'en laisse, | Si no.l sui del dir eschas, | C'ab fi coratge l'ensenh, | Si tot Mo-Senhor no m'ars, | Si cuda que fass'ab onh! | C'aissi l'escur com ebenh: | Mo trobar ab saber prenh 70 Cfr. R. ANTONELLI, Oscurit e piacere, cit., in AA.VV., Obscuritas, cit. 71 RAIMBAUTDAURENGA, Ar vei bru, escur, trebol cel, ed. Pattison 1952. La cobla cos continua: So don plus Temers m'es jaca | Qu'Iram fes dir midons e clams; | Que mais d'amor don m'estaca | No chantari'ab nulhs agurs | Tro plais vengues entre nos ams. 72 Cfr. AGOSTINO, De cat. Rud., cit.; Cfr. i testi di Marcabru commentati da A. RONCAGLIA in rivista a proposito del mot de roll. 73 Cfr. R. ANTONELLI, ibid., p.50. 74 AGOSTINO, De cat. Rud., cit. 75 MARCABRU, Liverns e.l temps saizina, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000: So cembel mou cor traina | De son agag lo brico, | cab sospirar len raina, | entrebescat hoc ab no. | Ai! | Mueu talan blanc, bru e bai; | ab si farai! Non farai! | Hoc, | fai al fol magrig leschina. 76 E. KHLER, Sociologia della finAmors, Padova, 1976. 11
dellesmerar. Il desiderio non deve essere bianco, marrone e baio, cio di tanti colori e quindi variabile, ma deve essere clar, cio puro. Raimbaut dAurenga lunico poeta in cui appare lespressione semblant nier. In Long temps ai stat cubertz 77 il poeta-amante annuncia ai maritz che li vuole liberare da ogni angoscia che rendono il suo sembiante nero (mas per so sui tant espertz | de dir aisso que er plais: |quar voill leu gitar ses poigna | totz los maritz de paintas | e dira e de cossirier, | don mout me fan semblant nier): se lamore di cui il poeta parla da identificare con larte retorica 78 Raimbaut canta laffezione disinteressata alla finAmors e alla parola poetica a prescindere dai risultati materiali che riuscir a ottenere. Il poeta evirato si ritirato nella propria interiorit e, non potendo pi ottemperare le proprie pulsioni sensuali, trae beneficio dalla sola contemplazione della dottrina.
3. I riferimenti ai colori nelle poesie dei trovatori sono impiegati per la loro funzione di contrasto e per la loro capacit di riflettere pi o meno luce. Nel Medioevo il colore era ritenuto un fenomeno di natura materiale ed era considerato frazione di luce. 79 La parola color ha tanti significati e accezioni: pu indicare sia una tinta chiara come il bianco, ma anche il vaire, colore indefinito e variopinto. Marcabru, in Daisso lau Dieu, rivolge la lode a Dio e santAndrea, che sono la sua luce, e si rivolge ai suoi ascoltatori dicendo loro che se non seguiranno il Verbo non potranno a la lutz issir. 80 Il poeta-amante ha paura di non riuscire a piurificarsi e di mangiare lo pan del fol, cio di peccare, (De gignos sens | Sui si manens | Que mout sui greus ad escarnir, | Lo pan del fol | Caudet e mol | Manduc e lais lo mieu frezir) ed disorientato da cento colori, cio dibattuto nellamore di tante donne. (De pluzors sens | Sui ples e prens | De cent colors per mieills chauzir!). 81 I colori indicano il variopinto mondo materiale e hanno una connotazione negativa, perch indicano corruttibilit: lamante deve seguire la dottrina della finAmors che potr affinare il suo animo. Peire dAlvernhe, in Cantarai daquest trobadors scrive di trovatori che abbelliscono le loro poesie con tanti colores rethorici 82 , e il peggiore sa molto gentilmente vantarsi a tal punto che convinto di essere il migliore: 83 gli artifici degli altri poeti sono fini a se stessi e sono come il mondo esteriore variopinto, cio corruttibile, perch esso non porta una verit morale, ma solo il piacere sensoriale. Per Peire le metafore dovrebbero essere funzionali a veicolare un messaggio e non devono essere fini a se stesse 84 . Giraut de Bornelh d due accezioni diverse al riferimento cromatico: in A bels digz menutz frays lamante non ha
77 RAIMBAUT DAURENGA, Long temps ai estat cubertz, ed. Pattison 1952. 78 cfr. R. ANTONELLI, p.50. 79 M. PASTOUREAU, Le couleurs, images, symboles, Paris, 1989. 80 MARCABRU, Daisso laus Dieu, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000. 81 Cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori in Medioevo Romanzo XIX, 2005, pp.173-199. 82 Cfr. C. BOLOGNA, Orazio e i trovatori, cit. in merito allequivalenza tra color in occitanico e colores rethorici dellArs poetica. 83 PEIREDALVERNHE, Cantarai daquestz trobadors, ed. cit. : Cantarai d'aqestz trobadors | Que canton de maintas colors | E-l pieier cuida dir mout gen! | Mas a cantar lor er aillors | Q'entrametre-n vei cen pastors | C'us non sap qe-s mont'o-s dissen.; ORAZIO, Ars poetica, vv. 86-92, ed. cit.: Discriptas servare vices operumque colores | cur ego, si nequeo ignoroque, poeta salutor? | Cur nescire pudens prave quam discere malo? | Versibus exponi tragicis res comica non vult; | indignatur item priuatis ac prope socco | dignis carminibus narrari cena Thyestae. | Singula quaeque locum teneant sortita decentem. 84 Cfr. R. ANTONELLI, Retorica delloscurit, cit.; AGOSTINO, De cat. Rud., cit. 12
bisogno di reglas de color, cio regole inneganevoli, per amare con cor ferm e clar, e la parola color sinonimo di oscurit ed in netta contrapposizione con clar. 85 . In Iois e chanz i colori sono belli e lucenti perch riferiti alla sua donna, simulacro della finAmors(Que cilh senhorei | Cui re no grei, | S'i es secs coma lenha, | E cals que.s lanh, | Ilh jass'e.s banh | E gense sas colors | E lui crescha dolors | Qu'es en latz et espres | Ges amors mais no.lh pes!) 86 . Ma la sua donna fa accrescere il suo dolore, poich il poeta comprende la sua finitudine in rapporto allimmensit delloggetto amato 87 : lo scrittore non pu mai raggiungere la perfezione che le belle lettere racchiudono. Raimbaut dAurenga fa accenno alla parola colors in Assatz sai damor ben parlar: il poeta-amante afferma che pu parlare davvero bene di Amore per gli altri amanti, ma non per se stesso. Nessuna buona parola scritta da lui pu aiutare e confortare lamante. Ma egli, nonostante tutto, dichiara tutta la sua fedelt ad amore. Potr insegnare agli altri uomini ad amare come fa lui, e sar soddisfatto solamente dalla loro riuscita nel corteggiamento. Il poeta-amante si vestir di altri colori, cio quelli puri della finAmors, poich il vero amore de lonh, non desiderio di possesso ma esperienza che migliora il proprio animo 88 (Ab aisso n'auretz pro, som par. | Mas ieum tenrai d'autras colors| Per so quar nom agrad'amar; | Que ja mais nom vuelh castiar, | Que s'eron totas mas serors! ). Per Cercamon la donna non vernisada, cio colorata, non truccata, non multiforme o mutevole: il trovatore ci d una testimonianza ulteriore della valenza negativa attribuita ai colori, che nella loro veste materiale indicano corruttibilit (es plus bella qieu no sai dir, | fresca color e bel esgar, | et es blancha ses brunezir; | oc, e non es vernisada, |ni om de lei non pot mal dir | tant es fina, esmerada) 89 . La parola vaire, che indica i colori ha valore negativo: se allimmagine della
85 GIRAUT DE BORNELH, A bels digz menutz frays, ed. cit.: No.m fauc de mans lor ays | A be-mas taynar, | Quan ieu vuelh sermonar. | C'auia, quar sermonans | Mi bat, selh non-fezans: | Qu'ieu no vuelh refeitors | Ni reglas de colors; | Quar ja per sopleyar, | S'ab fin cor ferm e clar, | Ni per trop capairos | No sera.l frair entiers | Nj verais ni certas, | Si.l dreit no siec e no.l guida la mas. ; Cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, cit. 86 Si noti anche limpiego della parola color in ID., Iois e chanz, ed. cit. : Et es grans | Frevoltatz | C'om ben am dezamatz, | Ses jauzimen, | Per tal conven | Que cilh senhorei | Cui re no grei, | S'i es secs coma lenha, | E cals que.s lanh, | Ilh jass'e.s banh | E gense sas colors | E lui crescha dolors | Qu'es en latz et espres | Ges amors mais no.lh pes! | No m'es vis ben egalh | C'om dezir e badalh | E viva consiros | E qu'ela chan | D'altrui dolsas chansos. 87 Cfr. E. DI MARTINO, Il mondo magico, Torino 1948 ; nelled. 1967 p. 93 op. sul bisogno di risarcire la crisi dellessere, lapocalisse individuale e culturale di una presenza che abdica senza compenso. C. BOLOGNA, Anima mea liquefacta est, cit. in merito al paragone tra lallodoletta di Bernart e lanima contemplativa del mistico. S. WEIL, En quoi consiste linspiration occitanienne, in Le gnie dOc et lhomme mditerranen, numero speciale dei Cahiers du Sud, 1943 (rist. anast. Marseille, 1981), pp. 150-158 (ricorda il brano M. MANCINI nellannotazione alla lirica in Bernart de Ventadorn, Canzoni cit., p. 158; Mancini stesso tradusse una parte del saggio della Weil nel volume, da lui curato, Il punto sui trovatori, Roma-Bari, 1991, pp. 209-217. 88 Cfr. RAIMBAUTDAURENGA, Assatz sai damor ben parlar, ed. Pattison 1952: Ab aisso n'auretz pro, som par. | Mas ieum tenrai d'autras colors | Per so quar nom agrad'amar; | Que ja mais nom vuelh castiar, | Que s'eron totas mas serors! | Per so lor serai fis e cars, | Humils e simples e leyaus, | Dous, amoros, fis e coraus.. In merito allamor de lonh L. Spitzer, Lamour lointain de Jaufre Rudel et le sens de la posie des troubadours (1944), in Romanische Literaturstudien1936- 56, Tbingen 1959, pp. 363-417. 89 CERCAMON, Ab lo temps qe fai renfreschar, ed. Tortoreto 1981; cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, cit. 13
donna sovrappongo quella della poesia, i colori della donna sono i colores rethorici della lirica. 90 . La poesia deve essere naturale 91 , non vernisada, poich mira a unesperienza amorosa autentica e spirituale.
3.1 Il colore verde presenta nella cultura medievale una forte ambiguit: il colore della natura, della vitalit, della rigenerazione, di purezza, ma indica anche la mutabilit della natura, la deformazione, la cristallizzazione che d idea di morte. 92 Il verde appare soprattutto in sede esordiale ed impiegato per descrivere foglie, rami e prati che rinascono nella stagione primaverile 93 . Impiegano la parola vert gi i primi trovatori, Guglielmo IX e Jaufre Rudel. Scrive Guglielmo in Ab la dolchor del temps novel: La nostr'amor va enaissi | Com la brancha de l'albespi | Qu'estai sobre l'arbre creman, | La noig, ab la ploi' e al gel, | Tro l'endeman, qe-l sols s'espan | Per la fueilla vert el ramel. 94 . La finAmors cos fragile che deve resistere in un mondo ostile, ma, dopo lattesa di una notte oscura, il giorno porta luce e lo fa risplendere. Se la finAmors , oltre che amore per la donna, sentimento amoroso per la poesia lirica 95 , il poeta-amante, mediante un processo di raffinamento con i suoi strumenti retorici, dovr affinare il suo canto in maniera tale che resista nelloscurit di molti altri poeti che compongono in maniera turpe e senza veicolare un messaggio di natura morale. Marcabru il poeta in cui appaiono pi occorrenze della parola vert. Nella canzone Pois linverns dogan, il verde ha due diverse accezioni. 96 I prati sono verdi e i giardini folti, che hanno reso gioia al poeta e hanno fatto muovere il suo canto. Se i poeti verdeggiano di gioia 97 il riferimento al colore indica lanimo del poeta illumminato dalla dottrina della finAmors 98 . Marcabru mette in contrasto la luminosit dellesordio con loscurit del mondo terreno, in cui un albero dal fusto verde ha le sue radici nella malvestatz 99 . Lalbero tiene legati tutti i nobili avari che non vogliono concedere nulla agli intellettuali. Se nella prima cobla il giardino emblema della felicit e spazio mentale della gioia 100 , nella seconda cobla il giardino sfiorisce e diventa emblema del male per la mancanza di gioia, di Amore e della dottrina. La
90 Cfr. C. Bologna, Orazio e i trovatori, cit.; cfr. ORAZIO, Ars poetica, vv.86-87, ed. cit. 91 Cfr. A. Roncaglia, Trobar clus : dicussione aperta, in Cultura neolatina, fasc. 1-2, XXIX, 1969 in merito al trobar naturau di stampo marcabruniano. 92 Cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, cit; H. PLEIJ, Colors Demonic and Divine : Shades of Meaning in the Middle Ages and After, New York, 2002. 93 P. DI LUCA, I trovatori e i colori, cit., pp. 321-401. 94 GUGLIELMO IX, Ab la dolchor del temps novel, ed. Pasero 1973. 95 R. Antonelli, Il piacere delloscurito, cit., p.50: Nella cultura romanza lamore per la donna amore per la scrittura e la poesia. 96 MARCABRU, Pois l'inverns d'ogan es anatz, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000 : Pois l'inverns d'ogan es anatz | E.l douz temps floritz es vengutz, | De moutas guisas pels plaissatz | Aug lo refrim d'auzels menutz! | Li prat vert e.il vergier espes | M'ant si fait ab joi esbaudir, | Per qu'ie.m sui de chant entremes. || Totz lo segles es encombratz | Per un albre que.i es nascutz, | Autz e grans, brancutz e foillatz, | Et a meravilla cregutz, | Et a si tot lo mon perpres | Que vas neguna part no.m vir, | No.n veia dels rams dos o tres. ; cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, op. cit. 97 Cfr. JAUFRE RUDEL, Lanqan lo temps renovelha, ed. Chiarini 1985, in merito allespressione reverdejar de joy: 98 Cfr. M. MOCAN, Un cuore cos illuminato, cit. 99 MARCABRU, Pois l'inverns d'ogan es anatz, vv.8-14 , ed. cit. : Totz lo segles es enconbratz | per un arbre que.i es nascutz, | aus e grans, brancutz e foillatz, | et a meravilla cregutz, | et a si tot lo mon perpres | que vas neguna part no.m vir, | no.n vega dels rams dos o tres. ; cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, op. cit. 100 Cfr. C. LUCKEN, Limagination de la dame. Fantasmes amoureux et posie courtoise, in Micrologus VI/2, 1998, pp. 201-223 in merito all'interiorizzazione dell'oggetto del desiderio del poeta-amante. 14
malvagit, secondo Marcabru, si diffusa in tutte le direzioni nel territorio cristiano e lo dice secondo il suo albir, cio la sua luce, poich il verde, cio il marcio e il peccato si sono stabiliti in Occitania (E dic ver, segon mon albir, | Qu'en tenra sa verdor jasses): albir in netta contrapposizione con il vert, che in questo caso indica oscurit. Il discorso di natura religiosa esplicito: il male, che radicato tra i non credenti, ha raggiunto anche i credenti, che, mossi dai beni materiali, sono stati inclini a peccare e si sono dimenticati del Verbo, cio della parola divina e delle letras 101 . La verdor (v.21), nella terza cobla, indica il colore del marcio in contrapposizione ai prat vert (v.5) della prima cobla. Il verde non connotato, ma deduciamo dalla poesia che quello dei prati in fiore sia un verde chiaro, poich illuminato dal joy dAmor e dalla luce, mentre il verde del male quello opaco, scuro, che si forma in ambienti oscuri, e indica il marcio, il rame su cui si deposita la roll 102 , cio la ruggine di cui parla Marcabru per indicare il peccato. In Era, can vei reverdezitz Giraut de Bornelh scrive che dopo che sono rinverditi i prati lanimo dellamante pi disposto al piacere. Il canto degli uccelli lo porta a nuova gioia e lo invita a cantare, ma egli intristito da colei che non le concede il suo amore (Era, can vei reverdezitz | Los vergers e cobra l'estatz, | Me tira.l cor plus vas solatz! | Que, can se dezaguiza l'ans | E.l jois e.l chans | Dels auzels e.l deportz e.l critz, | Es m'us envitz | De chantar, per qu'eu m'esbaudei) 103 . Il joy dAmor, cio la gioia per la contemplazione delle letras e della dottrina 104 , spinge il poeta a vedere un paesaggio illuminato. Lambiente luminoso rotto dalla presenza dei saraceni che continuano a tenere in mano il Santo Sepolcro (Pero si vei | Mantas res de que sui iratz | E plus, car a paias malvatz, | Enics e fenhs, fals e felos | Es lo sanhs sepulcres restatz, | Que no.ls ensec clams ni tensos 105 ). Il verde indica luminosit ed in netto contrasto con le parole iratz e malvatz che hanno connotazione disforica. Alla gioia della poesia lirica il poeta sovrappone la tristezza per il male e il peccato che caratterizzano il mondo. Raimbaut dAurenga impiega il lemma vert in En aital rimeta prima, in cui delinea la sua difficile inclinazione a essere gioioso guardando le immagini della natura 106 : il poeta-amante afferma che quando vede frutti met verdi e met maturi allineati sulle cime e quando gli uccelli muovono il loro canto verso amore con felicit e con lamenti, egli si volge verso la gioia damore, ma non pu trattenersi dal pianto. Se Raimbaut impiega la parola verde per indicare un frutto quasi del tutto acerbo, non ancora da cogliere, il
101 In merito alle influenze delle Sacre Scritture nella poesia trobadorica cfr. R. Antonelli, Il piacere delloscuro, cit.; G. VALENTI, Liturgia della finAmor. Assimilazione e riuso di elementi del culto cristiano nelle canzoni occitane. Tesi di dottorato in Filologia e linguistica romanza, Ciclo XXIV (A. A. 2008-2011), Universit La Sapienza, Roma; D. ZORZI, Valori religiosi nella letteratura provenzale: la spiritualit trinitaria, Milano, 1954. 102 MARCABRU, Lo vers comens quan vei del fau, ed. cit, vv.49-54: Marcabrus ditz que noill en cau | qui quer ben lo vers al foll, | que noi pot hom trobar a frau | mot de roll, | intrar pot hom de lonc jornau | en breu doll. Ho tratto questo testo da: Aurelio Roncaglia, Marcabruno: Lo vers comens quan vei del fau, in Cultura neolatina, XI 1951, pp. 25-48, alle pp. 29-32. Rialto 23.iv.2005. 103 GIRAUTDE BORNELH, Era, can vei reverdezitz, ed. Sharman 1989, vv.1-8. 104 R. Antonelli, Il piacere delloscuro, cit., p.50: Amore da identificare con la poesia e la scrittura. 105 GIRAUTDE BORNELH, Era, can vei reverdezitz, ed. Sharman 1989, vv.9-14. 106 RAIMBAUT DAURENGA, En aital rimeta prima, ed. cit. : Qan vei rengat en la cima | Man vert-madur frug pel cim, | E qecs auzelletz relinha | Vas Amor, don chant'e qila, | Per cui ieu vas Joi relinh, | Don m'esforz e chant e qil; | El rosinhols s'estendilha | Qe'm nafra d'amor tendilh. 15
poeta-amante si rende conto che non possibile estirpare la roill dallanimo 107 , cio non possibile estirpare dallanimo lombra del peccato. Il dissidio interiore di un animo rivolto verso la spiritualit e allo stesso tempo verso la materialit ben si connette con limmagine dei frutti met verdi e met maturi.
3.2 Nella poesia trobadorica il rosso viene lessicalizzato con almeno due termini, probabilmente afferenti a diverse sfumature dello stesso colore: ci imbattiamo in numerose occorrenze di vermelh, poi con minore frequenza di ros 108 . Il ros indica un colore pi scuro tendente al marrone 109 , mentre il vermelh pi chiaro. La sua variante pi scura era impiegata dagli antichi Romani per i drappi imperiali e indicava il colore dei ricchi e dei nobili. Questa connotazione positiva della tonalit porpora rimane anche nel Medioevo: i drappi signorili e le tende degli accampamenti militari sono spesso descritti di questo colore da storici e antropologi. 110 Il ros impiegato da Guglielmo IX nella famosa Farai un vers pos mi sonelh: 111 il gatto dello stesso colore delle fiamme e ha i connotati di una creatura infernale 112 . Un altro poeta tra i primi trovatori che utilizza la parola ros Peire dAlvernhe: in Lo fuelhs e-l flors e-l frugz madursi rami sono rossi per la luce del sole che li colpisce al momento del tramonto. In questa lirica non tanto importante il riferimento al colore quanto quello alla luce solare, come bene esemplifica laccostamento tra il termine ros e il termine relutz (E-l ros qu'el ram relutz, | Qu'entendemens | Mi ven e voluntatz | D'esser sabens | De mais en mielhs assatz). 113 La visione della luce d lo spunto al poeta per il canto: lilluminazione interiore dovuta alla fruizione della poesia lirica e delle Scritture 114 spinge il poeta a essere sapiente e a occuparsi della dottrina della finAmors. Il vermelh appare in combinazione sempre con un altro colore, formando cos il vaire. Il primo trovatore in cui attestato questo lemma Marcabru in A lalena del vent doussa: (A l'alena del vent doussa |Que Dieus nos tramet, no sai d'on,| Ai lo cor de joy sazion| Contra la doussor del frescum| Quant li prat son vermelh e groc). 115 Il principio primo che anima la natura, cio Dio, trasmette vento dolce e freschezza durante la nuova stagione, quando i prati sono rossi e gialli per la luminosit del sole. Marcabru fa in modo che sia la nuova stagione ad arrecare gioia allamante, indipendentemente dalla risposta che gli dar la propria donna. Il poeta potr appagare il proprio desiderio solo se Dio gli conceder merc. Se la dolcezza del vento e il joy dAmor sono portati da Dio, la poesia e le Scritture, cio la parola scritta, sono espressioni del divino.
107 ID., Cars, dounz e fenhz del bederesc, ed. Pattison 1952 a proposito dellimpego del mot de roill nella poetica rambaldiana. Cfr. M. Mocan, Un cuore cos illuminato, cit. in merito agli echi di natura religiosa nella poetica di Raimbaut dAurenga e di Bernart de Ventadorn. 108 P. DI LUCA, I trovatori e i colori cit. 109 H. PLEIJ, Colors Demonic and Divine: Shades of Meaning in the Middle Ages and After, New York, 2002. 110 M. PASTOUREAU, Couleurs, images, symboles, Paris, 1989. 111 Cfr. GUGLIELMO IX, Farai un vers pos mi sonelh, ed. Pasero 1973. Sor, si aquest hom es ginhos | Ni laicha a parlar per nos, | Nos aportem nostre gat ros | De mantement, | Qe-l fara parlar az estros, si de re-nz ment. 112 Per uninteressante lettura dellopera di Guglielmo cfr. M. Mancini, Lo spirito della Provenza: da Guglielmo IX a Pound, Roma, 2004. 113 PEIREDALVERNHE, Lo fuelhs e-l flors e-l frugz madurs, ed. Fratta 1996. 114 Cfr. R. Antonelli, Il piacere dell'oscuro, cit. in A.A.V.V., Obscuritas, cit. in merito alla parola oscuro come veicolo di illuminazione interiore; Cfr. M. Mocan, Un cuore cos illuminato, cit. in merito al valore di natura religiosa nel contrasto tra parola chiara e parola oscura. 115 MARCABRU, A lalena del vent doussa, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000. 16
3.3 Il bianco un colore ad alta luminosit ma senza tinta. Contiene tutti i colori dello spettro elettromagnetico ed pertanto colore acromatico. Lutilizzo del bianco, piuttosto che conferire realismo descrittivo alle liriche, ha il valore simbolico di purezza ed il perfetto sinonimo del termine clar. 116 Il primo dei trovatori ad utilizzare questo lemma Guglielmo IX in Farai chansoneta nueva. Scrive Guglielmo che mai potesse nascere una donna cos bella dalla stirpe di Adamo (Que plus es blanca qu'evori, | Per qu'ieu autra non azori). 117 Lei pi bianca dellavorio e per questo il poeta non pu amarne unaltra. Se lei non lo riamer, lamante morir, a meno che lei non lo bacer in camera sua o sotto un albero. La donna di cui parla il poeta pi bianca dallavorio 118 , cio chiara e pura, senza macchia e senza peccato. Se allimmagine di midons sostituisco quella della poesia lirica, larte poetica dovr illuminare il trovatore in maniera tale che egli possa raggiungere la beatitudine. La cambra in cui il poeta-amante vuole essere baciato dalla sua donna pu essere emblema della struttura metrica della poesia lirica. Il riferimento a san Gregorio, letterato ed esegeta biblico, ben si sposa con lintenzione dellio lirico di elogiare la sua donna in quanto simulacro delle bellezza delle letras. Peire dAlvernhe, in Abans que.il blanc puoi sion vert 119 , spiega che quando la bianca cima diventa verde e vediamo fiori su di essa, gli uccelli sono pronti a cantare; proprio ora che si diradato il freddo, lio lirico vuole recitare una poesia che la intendano i migliori. La bianchezza della neve indica la purezza della stagione invernale che sta per risplendere alla luce dellincipiente primavera: il candore della neve pu indicare il parlar coperto della parola poetica e della dottrina della finAmor 120 . La donna, se immagine della poesia e delle Sacre Scritture, velata nel suo parlar coperto, ma il poeta-amante, spinto dal desiderio verso di lei, pu giungere a scoprire e rivelare la natura delle parole. Bernart de Ventadorn in Pois preyatz me senhor 121 spiega che il corpo della donna non definito solo dal colore bianco, ma anche da altri aggettivi che possono essere riferiti al canto poetico (Qu'eu la manei e bai | Et estrenha vas me | So cors blanc, gras e le). La poesia diventa liscia, delicata e gentile come la pelle di midons. Pur qualificando il corpo per la sua perfezione esteriore, il riferimento al colore bianco pu indicare la perfezione interiore della donna e del canto poetico 122 . Il poeta-amante soffre poich si rende conto che la sua donna non si mostra benigna nei suoi confronti: nel processo di limatura poetica, egli si rende conto che non potr rendere mai il suo componimento perfetto. In Entre gel vent e fanc scrive Raimbaut dAurenga che i suoi occhi ritornano bianchi quando rivolgono lattenzione alla gioia dAmore, ma il suo animo pieno di terrore cosicch la gente si rende conto di ci che lo tormenta. (Que semprem tornon l'oil blanc, | El cors, qu'est
116 Cfr. P. ZUMTHOR, Essai de potique mdivale, Paris, 1972 (trad. it. a cura di M. Liborio, Semiologia e poetica medievale, Milano, 1973). 117 GUGLIELMO IX, Farai chansoneta nueva, ed. Pasero 1973. 118 B. BRUNO, Marbodo di Rennes, I lapidari. cit.; O. Scarpati, Retorica del trobar, cit. 119 PEIREDALVERNHE, Abans que.il blanc puoi sion vert, ed. Fratta 1996. Abans que.il blanc puoi sion vert | Ni veiam flors en la cima, | qan lauzeil son de chantar nec, | qus contra.l freig no sesperta, | adoncs vuoill novels motz lassar | dun vers quentendant li meillor, | qe.l bes entrels bos creis e par. 120 R. Antonelli, Il piacere delloscuro, cit. in merito alla connessione tra oscurit nelle Scritture e trobar clus. 121 BERNART DE VENTADORN, Pois preyatz me senhor, ed. Appel 1915. 122 Cfr. C. Bologna, Orazio e i trovatori, cit. in merito alle analogie tra l'ars poetica oraziana e la retorica dei primi trovatori. 17
esglai mi presta, | Fail tro c'om la caram venta | Can mi soven, dompna genta, | Com era nostre jois verais |Tro lauzengiers crois e savais | Nos loigneron ab lor fals brais). 123 Egli pensa ancora alla sua grande gioia prima che i malvagi lauzengiers sparlarono di lui e portarono il loro rapporto a spezzarsi: il poeta-amante, immerso nella contemplazione delle belle lettere, sembra cogliere lombra della propria condizione imperfetta rispetto alla dottrina.
3.4 Il colore blu quello meno impiegato dai trovatori. La parola deriva dal latino flavus e dallantico tedesco blao, che stavano ad indicare il giallo, colore della luce solare. Il blu era tra i Greci il cyanos, che il colore della sofferenza. Neanche per i Romani aveva connotazione positiva ed era considerata la tinta dei barbari. Non era neanche considerato un colore a s, ma era variazione su bianco, verde o nero. 124 Il blu nellantico occitano era diventato ambivalente: rimaneva lantica connotazione melanconica, che era gi associata al greco cyanos, ma non aveva connotazione negativa cos forte come nellantica Roma. Il blu nella cultura germanica era diventato anche colore della purezza. Se flavus nellantica Roma indicava il giallo ed era accostato da un punto di vista semantico alla luminosit, il blau, che ricalca quella parola latina, indica anchesso una tonalit pi luminosa rispetto a quella percepita dai Romani come colore dei barbari. Per la sua maggiore luminosit rispetto al passato classico, i popoli germanici accostano il blu alla Vergine. 125
Peire dAlvernhe il primo trovatore in cui attestata la parola blau. In Belh mes quieu faiss hueymais un vers 126 il poeta-amante si scaglia contro i lauzengiers e dice che sono falsi, screanzati e bastardi, nati sotto una cattiva stella (malastros): 127 coloro che sparlano dellamore della donna con il poeta sono come gli illitterati che non comprendono la bellezza della poesia lirica. Il poeta-amante chiama i lauzengiers volpi blu dinvidia: il colore ha una connotazione psicologica molto forte 128 e sembra indicare la roll, il peccato e la malvestatz danimo. Il blu pu essere rappresentato anche dalla parola azur: questo termine occitano calco del nome arabo diffusosi nel XII secolo al di l dellarea iberica di una pietra preziosa, al-lazward, oggi conosciuta con il nome di origine mediolatina lapislazzuli. La parola azur fu coniata in Occitania e in Francia per descrivere una tonalit di blu presente negli stemmi araldici di alcune casate nobiliari 129 . Il termine presente in sole due poesie: la prima di Giraut de Bornelh Nulla res. Il poeta-amante afferma in questa lirica che a nulla serve il canto se esso non ha razon e lezer e loc e sazo de qe chan; quanto pi il canto porta verit e virt, tanto pi creis ma benanansa: la poesia affinata da un punto di vista retorico e morale raffina anche lanimo dellamante. Il poeta mostra il proprio bos sabers per lamentarsi, ma si rifugia nella buona speranza, finch pu sopravvivere. In Nulla res la contrapposizione tra
123 RAIMBAUTDAURENGA, Entre gel vent e fanc, ed. Pattison 1952. 124 M. PASTOUREAU, op.cit. 125 ID., ibid. 126 PEIREDALVERNHE, Belh mes quieu faiss hueymais un vers, ed. Fratta 1996: Aquist engres, envers, estrait | Fals e flac filh d'avols paires, | Felo, embronc, sebenc, mal fait, | Sers ressis, nat d'avols maires, | Malastros paubr' escudelha, | Volpillos, blau d'enveja, sec, | Fan que quascus aprent un quec, | Don nays e bruelha-l pustelha. 127 Cfr. W. Pattison 128 M. PASTOUREAU, op.cit. 129 C.N. ELVIN, A Dictonary of Heraldry, Richmond, 1889. 18
clar e scur 130 , euforia e disforia 131 , colori luminosi e opachi appare analogo a quella tra levit e chiusura, leu e clus, il primo con valenza euforica e il secondo con valenza disforica (Quer ai be razon e lezer v.3 | Clau ab bonesperansa, v.30). Il poeta-amante Giraut sente di essere stato meno vile di molti altri amanti, poich, nonostante la tristezza, rimasto in bon azur, in uno stato danimo malinconico, ma sopportabile, che gli ha permesso di rimanere in vita (Qu'estanhs folhatz | Es mes soven sotz bon azur | Per que melhs tenh'e que mais dur) 132 . Lazur indica un tipo di tristezza ammissibile che ha permesso il poeta-amante di servire la propria donna, nonostante egli fosse vicino alla morte. Lazur ben si connette allambivalenza dei sentimenti del poeta-amante: esso un colore n troppo chiaro n troppo scuro che ben si associa ad una malinconia che dibattuta tra un senso di serenit e un senso di inquietudine.
3.5 Il termine vaire strettamente connesso al lemma color, poich indica pi sfumature cromatiche. Laccostamento tra pi colori nella cultura classica aveva unaccezione negativa e indicava corruzione e grossolanit: larchitettura greco-romana degli edifici pi importanti era infatti solitamente monocroma 133 . Nella cultura germanica laccostamento tra colori di natura diversa pu avere connotazione positiva, se esso associato alla luminosit del sole. La cultura occitanica associa al termine vaire connotazione positiva o negativa a seconda che esso indichi maggiore o minore lucentezza. La parola innanzitutto attestata in Marcabru, nella canzone Al son desviat chantaire: il poeta si lamenta di come nel secolo in cui vive non ci sia amore puro e vero, per cui la finAmors diventata una pratica sociale in base alla quale giustificato ladulterio e non un rapporto esclusivo tra una nobildonna e un cavaliere innamorato di lei 134 (Qui a drut reconogut d'una color | Blanc lo teigna, puois lo deigna ses brunor! | C'amors vair' al mieu veiair' a l'usatge trahidor). 135 Marcabru insiste sul fatto che i fini amanti devono servire solamente una donna e devono essere di una color: la donna deve avere un amante blanc ses brunor, cio bianco, candido e puro senza macchia. Amors vaire, cio lamore variopinto, tipico dei trahidor e delle persone disoneste: le donne gi sposate non devono tradire i loro mariti con pi amanti e i fini amanti non devono assumere come pretesto il codice cortese per avere pi donne 136 . Una color indica la purezza dellamore vero, che ben esplica quella che il poeta-amante ha nei confronti della dottrina poetica vera 137 e della parola . Se lamore non rivolto verso un solo amante, nascono alle coppie figli multicolore, cio bastardi (Eras naisson dui poilli | Beill, burden, ab saura cri | Que.is van volven de blanc
130 A. RONCAGLIA, Trobar clus: discussione ancora aperta, cit. 131 Cfr. P. ZUMTHOR 1973, p.211 in merito al valore delle antinomie nella lirica trobadorica. M. MOCAN, Un cuore cos illuminato, cit. analizza il valore euforico e disforico delle antinomie presenti in Ar no vei luzir solelh di Bernart de Ventadorn e di Can ve qe clars di Raimbaut dAurenga. 132 GIRAUT DE BORNELH, Nulla res, ed. Sharman 1989. 133 M. PASTOUREAU, Couleurs, Images, Symboles, Paris, 1989. 134 E. KHLER, Sociologia della finAmor, op. cit. 135 MARCABRU, En abriu, s'esclairo.il riu contra.l Pascor, ed. cit. 136 Cfr. E. KHLER, Sociologia della finAmors, introduzione e traduzione a cura di M. Mancini, Padova, 1976; cfr. C. DI GIROLAMO, I trovatori, Torino, 1989. 137 Cfr. R. ANTONELLI, Il piacere delloscuro, cit., p.50 in merito alla sovrapposizione tra Amore per la donna e parola poetica. 19
vaire | E fan semblan aseni! | Jois e Jovens n'es trichaire | E malvestatz eis d'aqui). 138 Marcabru deride i mariti stupidi (Moillerat, ab sen cabri), i quali pensano che le mogli siano state al sicuro nei propri letti (Don lo cons esdeven laire!) e gioiscono che i nuovi nati gli sorridano, ignari di non esserne padri. (Que tals ditz : mos fills me ri | Que anc ren no.i ac a faire: | Gardatz sen ben bedoi). Il poeta-amante sovrappone allidea dellamore adulterino lidea di una poesia corrotta, poich non portatrice di verit morali, ma solamente composta per piacere allorecchio dellascoltatori 139 . Purtroppo molti poeti scrivono poesie immorali parlando in maniera turpe, cos come i lauzengiers coltivano luso della parola per scopi deplorevoli, per il mal retraire del poeta e del suo rapporto esemplare con la sua donna, che pu essere simbolo della poesia raffinata. Un altro dei primi trovatori in cui presente la parola vert Peire dAlvernhe. Ne Lairs clars e.l chans dels auzelhs il poeta-amante non deve essere geloso dellimmensit della sua donna ma deve solamente contemplarla da lontano 140 ; si deve donare alla dottrina con tutto se stesso e senza invidia, definita vaire, cio variopinta e corruttibile (Que-l sieus ioys gensetz esiau | Selhuy qui-l s'autreya |Senes fenh'e semblant brau | E ses vair'enveya | qu ades a quasqus iornau | sai viu e verdeya | sa valors ab ver lonc lau, | cui totz pretz sopleya) 141 ;. La gioia derivata dallesperienza mentale rallegra colui che le si abbandona senza finzione e duro sembiante (senes fenhe semblant brau) e senza inconstante desiderio (vairenveja). Il valore della donna vive e verdeggia: Verdeja in rima con enveja, due termini in forte contrasto semantico, il primo di natura euforica e il secondo di natura disforica 142 . In Cantarai daquest trobadors Peire dAlvernhe d unaccezione fortemente negativa ai vestirs vertz ni vars che donano i nobili avari ai trovatori. Il sesto trovatore criticato da Peire nella lirica un certo Grimoartz 143 , che cavaliere ma fa il giullare; Dio perda chi glielo permette e chi gli dona vestiti verdi, variopinti e sciatti, perch ora sar talmente ornato che tutti diventeranno giullari. I vestiti multicolore dei giullari sono villani in confronto alla cortesia di midons, simulacro della poesia fine, la quale in Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers vestita nel suo animo di verde come il prato e bianco come la neve. Il dompneis d'amor nei confronti di midons in lei espande e cresce come crescono le foglie di una pianta sottostante (Dompneis d'amor, q'en lieis s'espan e creis, | Plens de dousor, vertz e blancs, cum es nics! ) 144 ; il verde e il bianco hanno una connotazione positiva perch indicano la luce solare primaverile che, sciogliendo la neve, fa spazio alla natura in fiore. Il dompneis paragonato alla natura che dinverno ricoperta da una coltre di neve ed velato, come sono velate, di non facile comprensione, la risposta della donna e la dottrina della finAmors nei confronti del
138 MARCABRU, Dirai vos en mon lati, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000. 139 Cfr. G. ERRANTE, op. cit. in merito alle influenze religiose sulla poesia di Marcabru; E. KHLER, Sociologia della finAmor, op.cit. in merito al valore morale della poesia marcabruniana. 140 Cfr. L. Spiterz 1946 in merito allamor de lonh rudelliano e alla sua influenza sui trovatori successivi. 141 Cfr. P. DALVERNHE, Lairs clars e.l chans dels auzelhs, ed. Fratta 1996, vv. 49-56. 142 Cfr. P. ZUMTHOR 1973, p.211 in merito al valore delle antinomie nella lirica trobadorica. M. MOCAN, Un cuore cos illuminato, cit. analizza il valore euforico e disforico delle antinomie presenti in Ar no vei luzir solelh di Bernart de Ventadorn e di Can ve qe clars di Raimbaut dAurenga. 143 PEIRE DALVERNHE, Cantarai d'aqestz trobadors, ed. Fratta 1996: E-l seises, Grimoartz Gausmars, | Q'es cavalliers e fai ioglars! | E perda Dieu qui-l o cossen | Ni-l dona vestirs vertzni vars, | Que tals er adobatz semprars | Q'enioglarit se'n seran cen. 144 ID., Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers, ed. cit. : So es gaugz e iois e plazers | Que a moutas gens abellis | E sos pretz mont'a grans poders | E sos iois sobreseignoris, | Q'enseignamens e beutatz l'es abrics 20
trovatore 145 . Solo il poeta-amante che ha valori morali pu cogliere la beatitudine che rivela la natura della poesia, cio il verde che c sotto la coltre di neve. Al poeta-amante basta vedere la sua donna per arricchirsi: il tema evangelico della povert, vera ricchezza delluomo, si intreccia con il tema damor cortese 146 . La donna cantata da Peire essenza della parola poetica in quanto messaggio divino di salvezza che si cela dietro le lettere, lo stesso che si coglie leggendo le Scritture. In Ar m'er tal un vers a faire Raimbaut dAurenga spiega che la donna ha cor vaire, poich mal disposta nei confronti del poeta, nonostante egli sia amante solamente della sua figura (Per vos am, dompn'ab cor vaire | Las autras tant col mons dura, | Car son en vostra figura; | Que per als non sui amaire!) 147 . La donna, a cui si pu sovrapporre la dottrina poetica 148 , nonostante sia oscura, spinge il poeta a uscire dalla sua clausura e a modificare la struttura del suo canto: le (Que, per l'arma de mon paire, | Sil vostre durs cors s'atura, | Nom tenra murs ni clausura | Q'ieu non iesca de mon aire | Mantenen | Ves tal sen | Don fort len | Me veiran mais miei paren) 149 : le parole parole escur e clus sono in rapporto di perfetto parallelismo. Il poeta-amante deluso invoca Dio che lo liberi dalla sua sofferenza poich egli afflitto nella tristezza e nellangoscia, che derivato dalla sua assenza di mezura, che pu essere identificato con il modus di oraziana memoria (Seigner Dieus! Cum aus retraire | Tan gran ma desaventura? | Mos dols non ac anc mesura) 150 . Se la donna oscura dottrina poetica, Raimbaut cerca di plasmarla nella maniera pi adeguata e senza eccessi. L'opacit di midons pu rappresentare anche la dottrina di difficile comprensione delle Sacre Scritture: ci provato dal richiamo a Marcabru (Ar m'er tal un vers a faire | Que ja nom feira fraitura; | Qu'ar es enves mi escura | Cil qem fai mal per ben traire) 151 , il quale attacca i poeti amanti con lespressione motz entrebescatz en fraitura 152 . Langoscia del poeta-amante folle, poich il trovatore non ha avuto nulla dalla sua donna: la contemplazione della bellezza non ha finalit di natura materiale bens spirituale: lamante vuole solamente che midons sia clemente e che si illumini per lui che penitente a causa sua, cio che gli dia sapienza e conoscenza. (Dolsa dompna de bon aire | Nom gitetz tant a non-cura! | Veus que tolt avetz dreitura | S'ab mercel cors nous esclaire. | Qu'ieu n'aten | Chausimen | Sius es gen, | Si non faitz me peneden | Issir fors de mon repaire) 153 . Raimbaut accosta la figura del poeta- amante a quella del penitente, facendo toccare la sfera dellamore sacro con quella dellamore profano. Il poeta-amante afferma che Dio ha perdonato anche chi ingannatore e malvagio, per cui anche lui si aspetta di ricevere merc da midons (Dompna, cel qui es jutgaire | Perdonet gran forfaitura| A cel so ditz l'escriptura | Qe era traicher e laire!) 154 . Se la donna amata immagine speculare della parola delle
145 R. ANTONELLI, Il piacere delloscuro, cit., in merito al velame che ricopre la poesia marcabruniana e le Sacre Scritture. 146 In merito alle influenze del linguaggio religioso nella lirica trobadorica: C. BOLOGNA, Anima mea liquefacta est, cit.; S. GUIDA, Religione e letterature romanze, cit.; G. VALENTI, Liturgia della finAmor, cit.; D. ZORZI, Valori religiosi nella letteratura provenzale: la spiritualit trinitaria, Milano, 1954. 147 Cfr. RAIMBAUT D'AURENGA, Ar m'er tal un vers a faire, ed. Pattison 1952, vv. 64-67. 148 Cfr. ID., ibid., p.50 in merito all'equivalenza tra amore per la donna e amore per la poesia lirica e per la parola. 149 Cfr. RAIMBAUT D'AURENGA, ibid., ed. Pattison 1952, vv. 46-54. 150 Cfr. ID., ibid., ed. Pattison 1952, vv. 10-12. 151 Cfr. ID, ibid., ed. Pattison 1952, vv. 1-3. 152 Cfr. MARCABRU, Per savi teing ses doptanza, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000 ; R. ANTONELLI, ibid. 153 Cfr. RAIMBAUT D'AURENGA, ibid., ed. Pattison 1952, vv. 37-45. 154 Cfr. ID, ibid., ed. Pattison 1952, vv. 55-58. 21
liriche e delle Scritture, il poeta conscio che la sua anima di peccatore, che rinchiusa in un corpo mortale, non potr mai giungere a cogliere la vera beatitudine 155 .
4. CONCLUSIONI.
Il corpus lirico trobadorico analizzati un elogio alle belle lettere, la cui fruizione rende migliore lanimo del poeta-amante. Il trovatore rende argomento del suo poetare il proprio labor limae mediante diverse immagini: i paesaggi con erba, alberi, rivi, uccelli sono simulacri del suo lavoro di affinamento retorico e allo stesso tempo di affinamento interiore. I colori sono le figure retoriche, che rappresentano laffinarsi del canto poetico che tende allamor de lonh nei confronti di una purezza che tensione verso lassoluto. I colori sono simboli di assenza o presenza di luce, e rimandano sempre a questa idea di vicinanza o lontananza del poeta dallarte e dalla dottrina. La poesia deve essere espressione della dottrina della finAmors, alla quale possibile sovrapporre, oltre che lamore per la poesia lirica, quello per le Scritture. Le Bibbia e larte poetica classica sono le fonti principali del canto che deve avere contenuto morale da veicolare. I moti danimo del poeta sono manifestati da paesaggi in fiore nel momento della gioia e da paesaggi oscurati nel momento della tristezza soprattutto nelle poetiche di Raimbaut dAurenga e Bernart de Ventadorn: entrambi si fanno testimoni di una poesia del dolore e della rinuncia, inasprita nei momenti lirici in cui la donna, e quindi larte poetica stessa, non pu essere colta appieno dallio lirico. In un momento storico in cui superato il dibattito tra i poeti appartenenti al trobar leu e al trobar clus, le parole leu e clus convivono in una stessa poesia, come in quella di Giraut de Bornelh, in Nuilla Res: nella strofe in cui prevale leuforia, e quindi la luce, il poeta manifesta la sua levit nel comporre, mentre nella strofe in cui prevale il dispiacere il poeta afferma di essere clus, chiuso in se stesso, ma con buona speranza. Lopposizione tra i termini clus e leu un esempio di altre antinomie presenti nelle liriche dei trovatori: laccostamento tra parole chiave come bas/aut; joy/paor, rivela unopposizione semantica tra due termini, di cui uno euforico e laltro disforico. Tutto ci avviene in un cromatismo di contrasti che riconduce la natura della lirica trobadorica a unantinomia tra luce e oscurit, volta alla manifestazione di molteplici colori nelle armoniche sfumature di tonalit differenti.
4. BIBLIOGRAFIA.
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