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Quaderni Urbinati di Cultura Classica
4 M. D?tienne, 'La cit? en son autonomie. Autour d'Hestia', Quad, di storia 22,
1985, pp. 59-78.
7 Si tratta del c?dice A, il Parigino suppl. gr. 388; con A concorda il Ven. Marc.
774 (I) p. c; il Vat. gr. 915 (O) ha ?(pr)ji?oiov; ?qpt^ieoov si legge in X e I a.c.
8 Vd. p. es. B. A. Van Groningen, Th?ognis. Le premier livre, ?dit? avec un
commentaire, Amsterdam 1966, ad loc.
9 Se poi si leggono i w. 993-1002 come elegia unitaria, si acquisiscono due
particolari di alto rilievo: 1) viene sottolineata la straordinariet? di un simposio che
inizi col sole ancora alto, ma 2) c'? un'indicazione esplicita che la riunione si svolge
in un interno (v. 1001 <p?ooi...e?oo)).
alla distinzione ovx? ti? ?crccbv.. .ou?? jtoXi? nella quale si celano le due
possibilit? celebrative della grande festa, quello sacrif?cale comunita
rio e il suo eventuale proseguir? nelle sing?le residenze private. Que
sta frantumazione del rito nella riunione ristretta ? alla base, credo,
di tanta poesia giambica che riprende i terni delPincontro
collettivo16.
Una situazione simile a quella di Archiloco, con Pimmagine fe
stiva collocata nei due contesti diversi e concomitanti del pubblico e
del privato17, ? accennata nelPelegia 757-764 della silloge teognidea.
Dopo una preghiera a Zeus e agli altri dei perch? stendano la loro
mano a protezione della citt?, si invoca Apollo, che ispira il pensiero e
guida le parole. Seguono tre versi (761-763) il cui senso potrebbe
essere pi? profondo di come viene spiegato normalmente:
(p?Quxyi ?'a? <p$?yyoi& ?eqov uiXo? fj?? xai auX?c.
r\\iE?? ?? ajcov??? deo?aiv aQeoa?fxevoi
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Universit? di Chieti