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culto
Author(s): Claude Calame
Source: Quaderni Urbinati di Cultura Classica , 1999, New Series, Vol. 62, No. 2 (1999),
pp. 63-83
Published by: Fabrizio Serra Editore
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/20546588
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Quaderni Urbinati di Cultura Classica
Claude Ca?ame
2 Isocrate, Paneg. 158-159; rinvio qui al mi? precedente studio ' 'Mythe' et 'rite'
en Gr?ce: des cat?gories indig?nes?', Kernos 4, 1991, pp. 179-204, e a quello pi? re
cente 'Mito, storia, ragione: l'utilizzo retorico del passato eroico nella Grecia classica', in
Mito e storia in Magna Grecia. Atti del XXXVI Convegno di studi sulla Magna Grecia.
Taranto 1997, pp. 25-56.
3 Diodoro Siculo 4, 1, 2-4, che rinvia ad Eforo, FGrHist 70 T 8. L'integrazione di
elementi leggendari nella storiografia greca ? analizzata da M. Pi?rart, 'L'historien an
cien face aux mythes et aux l?gendes'. Et. class. 51, 1983, pp. 47-62, e da L. Canfora,
'L'inizio della storia secondo i Greci', Quad, di storia 13, 1991, pp. 3-19.
Nella prima met? del quinto sec?lo a.C, un giovane atleta della
colonia di Metaponto, in Magna Grecia, riporta ai Giochi Pitici un'im
Paris 1974, pp. 3-13 e 85-88 (per Bacchilide, si veda pp. 79-84), e C. 0. Pavese, 'Se
mantematica della poesia c?rale greca', Belfagor 23, 1968, pp. 389-443, seguito da La
lirica c?rale greca. Alcmane, Simonide, Pindaro, Bacchilide I, Roma 1979, e riformu
lato in / terni e i motivi della lirica c?rale ellenica, Pisa-Roma 1997.
11 Per la distinzione fra enunciato, enunciazione enunciata e situazione empirica
d'enunciazione, mi permetto di rinviare ancora una volta il lettore aile puntualizzazioni
che aprono Le r?cit en Gr?ce ancienne. Enonciations et repr?sentations des po?tes, Paris
1986, pp. 11-29 (trad. it. Roma-Bari 1988, pp. 3-19).
12 Le strutture circolari parentetiche nelle quali si articola la narrazione nell'Oc/e
11 di Bacchilide sono state messe in evidenza da A. P. Burnett, The Art ofBacchylides,
Cambridge Mass.-London 1985, pp. 109-110 con n. 22; esse sono state accuratamente
descritte da Maehler, op. cit. n. 8, pp. 202-208, 220-221 e 226-227, mentre A. Hurst,
Temps du r?cit chez Pindare (Pyth. 4) et Bacchylide (11)', Mus. Helv. 40, 1983, pp.
154-168, confronta la struttura narrativa del racconto con il suo svolgimento riorganiz
zato in base all'asse cronol?gico.
In effetti, sia dal punto di vista narrativo sia da quello pi? specifi
camente temporale, il racconto nel componimento di Bacchilide non
segue affatto Fordine di una successione lineare. Esso comincia, in
fatti, con la seconda parte della fase di Sanzione del racconto, vale a
dire con la sua fine: Preto, il re di Tirinto, e le sue figlie, le Pretidi, ele
vano un altare ad Artemide (w. 40-42). In questo primo enunciato
vengono anche indicati gli attori che occupano la posizione semio-nar
rativa (attanzial?) del Soggetto e la dea che assume quella del Desti
nante. A partir? da questo punto di arrivo, la narrazione ci fa risalire il
corso del tempo per tappe, seguendo (in senso opposto) la linea della
concatenazione causale. Dapprima la follia delle Pretidi e la loro fuga
dalla reggia del padre secondo il volere inflessibile di Era, che appare
nella posizione di Anti-soggetto prima di passare a quella di Desti
nante. Segue poi Pingiuria recata ad Era dalle fanciulle che ave vano
osato comparare le ricchezze del proprio padre a quelle della sposa di
Zeus (w. 43-52). L'atto d'empiet? commesso dalle Pretidi nei con
fronti della divinit? d? origine alla situazione di Mancanza che pu?
metiere in moto la l?gica del racconto, il quale tende, a partir? da que
sta rottura iniziale, a ristabilire Pequilibrio narrativo. L'empiet? pro
voca dunque la Manipolazione delle fanciulle la cui follia prende la
forma di un allontanamento. La stessa empi?ta avr? anche come con
seguenza quella di stabilire la Competenza del padre, re di Tirinto. A
questo punto il racconto segue Fordine della concatenazione causale;
inizia cosi anche la chiusura di un cerchio subordinato a quello che
abbraccia Finsieme della narrazione: il vanto delle Pretidi provoca la
collera di Era; le figlie di Preto lasciano la citt? di Tirinto per fuggire
sulla montagna coperta di foreste (w. 53-58).
conto ? stato utilizzato per giustificare e fondare altri culti dello stesso
tipo 14.
14 Oltre all'interpretazione del mito delle Pretidi come aition, data da W. Burkert,
Homo Necans. Interpretationen altgriechischer Opferriten und Mythen, Berlin-New
York 1972, pp. 189-200, si veda l'elenco delle versioni e delle interpretazioni stilato da
G. Casadio, Storia del culto di Dioniso inArgolide, Roma 1994, pp. 51-122, e, sulle dif
ferenti versioni della leggenda, l'utile sintesi di Maehler, op. cit. n. 8, pp. 196-201. Io
stesso ho proposto di spiegare il meccanismo delYaition in termini narratologici in Th?
s?e et l'imaginaire ath?nien. L?gende et culte en Gr?ce antique, Lausanne 1996 , pp.
162-177.
(nyn ai vv. 10 e 37), tale momento del recente passato ? fissato neWhic
et nunc della celebrazione delFatleta corrispondente alia performance
del componimento di Bacchilide durante la festa. Proprio questa
forma, con il suo valore temporale di passato, assicura la transizione
verso il passato del racconto nel quale Artemide appare immediata
mente come Destinante (T]ai pot\ v. 40).
18 Si noti che, figlio di Abante, Preto precede di sei generazioni il resto degli eroi
"achei" che, come Agamennone, Menelao o il discendente Diomede, partecipano alia
guerra di Troia: cfr. M. L. West, The Hesiodic Catalogue of Women. Its Nature, Struc
ture and Origins, Oxford 1985, pp. 144-154 e 177. Attraverso Fuso degli stessi aoristi
narrativi (w. 41 e 122), il componimento tende a far sparire questa distanza cronol?
gica tra il tempo raccontato riguardo alle Pretidi ed il tempo raccontato relativo alle im
prese degli Achei a Troia. Lo stesso spostamento di Artemide verso Metaponto al seguito
degli Achei (w. 113-115) colloca, dal punto di vista narrativo, la fondazione della citt?
coloniale negli anni che seguono la guerra di Troia, mentre i ritrovamenti archeologici
non lasciano pensare ad una fondazione reale prima della meta del settimo sec?lo. Ci?
non ha impedito ad alcuni storici di usare questa versione per far risalire la fondazione
della colonia al periodo della guerra di Troia e ai primi contatti tra Micenei ed Italia del
sud: cfr. G. Pugliese Carratelli, "Problemi della storia di Metaponto arcaica", in Meta
ponto. Atti del XIII convegno di studi sulla Magna Grecia, Napoli 1971, pp.
49-66.
Altre versioni della fondazione di Metaponto la connettono spesso al ritorno degli
abitanti di Pilo da Troia: Strab. 5, 2, 5 e 6, 1, 15, cfr. Maehler, op. cit. n. 8, pp. 195 e
241-242. Il processo che consiste nel ricollegare la fondazione di una colonia ad uno dei
nostoi dei Greci o alFemigrazione dei Troiani in seguito alla distruzione della loro citt? si
trova nei racconti della fondazione di moite citt? coloniali e contribuisce ad eroicizzarne
il passato. E soprattutto il caso di Cirene, di cui Pindaro, Pyth. 5, 77-85, collega la fon
dazione al passaggio in Libia degli Antenoridi in fuga da Troia, attraverso un processo
di condensazione del tempo che ricorda quello messo in atto da Bacchilide: cfr. op. cit. n.
1, pp. 118-127, con i riferimenti dati a n. 96.
19 Sulla particolare t?cnica narrativa utilizzata da Bacchilide a questo proposito, si
veda C. Carey, 'Bacchylides' Experiments: Ode 11', Mnemosyne s. III 33, 1980, pp.
225-243. L'importanza del racconto della fondazione di Tirinto ? stata notata da C.
Dougherty, The Poetics of Colonization. From City to Text in Archaic Greece, New
York-Oxford 1993, pp. 130-133. Nel saggio presentato al convegno Coralie a Lille nel
Maggio 1993 ed intitolato 'Bacchylide, Ode XI', C. Douces ha dimostrato che queste dif
ferenti azioni sono poste nella prospettiva del ripristino della giustizia annunciato dalla
gnome finale.
20 A proposito della relazione stabilita dai Greci tra la rinascita delle loro citt? agli
inizi dell'epoca arcaica e Fet? eroica della guerra di Troia attraverso culti praticati in siti
micenei, sono sempre validi gli studi ormai classici di C. B?rard, 'R?cup?rer la mort du
prince: h?ro?sation et fondation de la cit?' e di A. Snodgrass, 'Les origines du culte des
h?ros dans la Gr?ce antique', in G. Gnoli e J.-P. Vernant (a cura di), La mort, les morts
dans les soci?t?s anciennes, Paris-Cambridge 1982, pp. 89-105 e 107-119, con le ulte
riori osservazioni di A. J. M. Whittley, 'Early States and Hero-cults: a Re-appraisaP,
Journ. Hell. Stud., 108, 1988, pp. 173-192, e di I. Morris, Burial and Ancient Society.
The Rise of the Greek City-States, Cambridge 1987, pp. 137-148.
22 Ricoeur, op. cit. n. 6, III pp. 349-59; sulle tre mim?seis? si veda Temps et r?cit I,
Paris 1983, pp. 85-124.
23 Sugli aspetti testuali della memoria storiografica, si veda M. De Certeau, L'?cri
ture de Thistoire, Paris 1975, pp. 101-20.
24 Si veda in proposito Benveniste, art. cit. n. 7, pp. 75-78, con Le precisazioni che
io stesso ho proposto nelFop. cit. n. 11, pp. 14-17. La questione dell'uistanza", e quindi
del soggetto delPenunciazione, ? accennata da Ricoeur, op. cit. n. 6, III pp. 355-356,
quando egli si interroga, a conclusione della sua ricerca, sulFidentit? del chi dell'azione
narrativa.
2o Rimando in questa occasione alle conseguenze che ? possibile trarre, dal punto
di vista della dissoluzione del confine tra mito e storia, da una concezione che faccia
delle manifestazioni poetiche i prodotti di un processo simb?lico: si veda l op. cit. n. 14,
pp. 29-54, e Top. cit. n. 1, pp. 25-55. In relazione colle forme della poesia arcaica, si
veda anche B. Gentili, Poesia e pubblico nella Grecia antica. Da Omero al V sec?lo,
Roma-Bari 1995:\ pp. 98-102.
2? Thuc, 1, 2-4; si veda J. de Romilly, Histoire et raison chez Thucydide, Paris
1956, pp. 240-298, che vede all'opera nell*archeologia "una sorta di unificazione della
storia"; e H. Strasburger, 'Thukydides und die politische Selbstdarstellung der Athe
ner', Hermes 86, 1958, pp. 17-40 (ripreso in H. Herter (a cura di), Thukydides, Dar
mstadt 1968, pp. 498-530), con la bibliograf?a complementare fornita da S. Hornblo
wer, A Commentary on Thucydides I. Books I-III, Oxford 1991, pp. 7-9.
27 Secondo Benveniste, art. cit. n. 7, pp. 73-78, Forientamento del tempo lingui
stico a partir? dal momento delPenunciazione ?, al contrario, ci? che lo distingue netta
mente dal tempo cr?nico.
28 I diversi modi di formazione del tempo calendariale in Grecia, con la sua com
ponente cr?nica e quella rituale, sono stati studiati soprattutto da M. P. Nilsson, Die
Entstehung und religi?se Bedeutung des griechischen Kalenders, Lund 1962". Per ci?
che riguarda il complesso sistema utilizzato in particolare da Tucidide, si veda L. Picci
rilli, TI m?todo di datazione di Tucidide', Riv. filol. class. 104, 1976, pp. 129-139. La
nozione di "tempo mitico" ? evocata da Ricoeur, op. cit. n. 6, III pp. 154-156.
29 Sulla scorta delle riflessioni ehe J.-P. Vernant, 'Aspects mythiques de la m?moi
re', Journ. de psychol. 56, 1959, pp. 1-29 (ripreso in Mythe et pens?e chez les Grecs.
Etudes de psychologie historique, Paris 1965, pp. 51-94), ha consacrato al ruolo della
rievocazione nelle immagini orfiche e filosofiche del tempo, si ? spesso attribuita ai Greci
una concezione ciclica del tempo; si vedano in proposito i riferimenti e le critiche formu
late da A. Momigliano, 4I1 tempo nella storiografia greca', History and Theory 6, 1966,
pp. 1-23 (ripreso in La storiografia greca, Torino 1982, pp. 64-94) con la n. 11, e da P.
Vidal-Naquet, Le chasseur noir. Formes de pens?e et formes de soci?t? dans le monde
grec, Paris 19832, pp. 69-93.
Universit? di Losanna
30 Hdt. 1,5-6 e 9,115-122. Cfr. D. Boedeker, Trotesilaos and the End of Herodo
tus' Histories', Class. Ant. 7,1988, pp. 30-48, e F. Hartog, M?moire d'Ulysse. R?cits sur
la fronti?re en Gr?ce ancienne, Paris 1996, pp. 91-94.
31 E, in questo senso, si potr? convenire con Hurst, art. cit. n. 12, p. 166, nell'af
fermare che "(il poeta) si arroga dunque un potere che fa di lui un 'ma?tre de
signification' ".