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L’opera viene descritta come un eligio al mondo di valori confuciani della morale, della buona

condotta, del non eccedere (l’amore era visto come una forma di eccesso). 

Durante il regno Zhenyuan (785-804) visse un giovane letterato di nome Zhang, dal carattere gentile e
amorevole, di bella presenza che non ammetteva alcuna offesa alle tradizionali norme di condotta: durante
i banchetti, a differenza degli amici, si limitava ad assumere modi accomodanti e per questa ragione, all'età
di ventitré anni non aveva ancora avvicinato nessuna donna.
Qualcuno tra i conoscenti lo interrogò a questo proposito ed egli si giustificò dicendo di essere
un’estimatore della bellezza femminile ma di non aver incontrato ancora quella giusta (si evince la
sensibilità del suo animo).
Non molto tempo dopo, il letterato Zhang si trovava in viaggio a Puzhou e qui, per caso, incontrò la vedova
della famiglia Cui. La signora Cui era originaria della famiglia Zheng, come lo stesso letterato Zhang, che
scoprì trattarsi di una zia di un altro ramo della famiglia.
Quell'anno a Puzhou il generale morì e i soldati ne approfittarono per saccheggiare gli abitanti. La famiglia
Cui possedeva grandi ricchezze e numerosi servitori e ora la vedova non sapeva a chi chiedere aiuto.
Zhang richiese l'invio di alcuni soldati a protezione della famiglia Cui, che così non fu colpita dalla sciagura.
Una decina di giorni più tardi i soldati deposero le armi.
In segno della profonda gratitudine che nutriva verso Zhang, la signora Zheng invitò il giovane ad un
banchetto imbandito in suo onore, dicendogli che anche i suoi figli avrebbero voluto rendergli omaggio.
La figlia, tuttavia, dopo aver fatto attendere, pregò di essere scusata a causa di un’indisposizione ma, dopo
molto, la giovane arrivò. Con tutta la semplicità dei suoi 17 anni e la sua bellezza, incantò Zhang (effetto
destabilizzante della bellezza ai danni di Zhang che lascia spontaneamente trasparire eccesso e
trasgressione).
Il letterato cercò di indurre la fanciulla a conversare rivolgendole qualche parola, ma lei non gli rispose, e
alla fine del banchetto tornarono ognuno alle proprie stanze.
La proposta di matrimonio formale avrebbe richiesto troppo tempo e l’urgenza data dal malessere che il
protagonista prova lo porta a rivolgersi alla cameriera.
Spesso le cameriere, nella narrativa classica cinese tradizionale, sono delle zane: fanno da intermediarie tra
due potenziali amanti per organizzare un appuntamento .
Vi era una forte segregazione, i contatti tra sessi opposti erano alquanto limitati, inseriti all’interno di
un’etichetta molto rigida. La passione viene descritta come un qualcosa che fiacca il fisico (questo si vede
anche in molte poesie liriche 词 della Dinastia Song, in cui il tema dell’amore e la descrizione degli effetti
dell’amore sono determinanti).
La cameriera, così, iniziò a dargli dritte sul come conquistarla: propose di sedurla con versi d’amore (data la
passione per l’arte letteraria). Felicissimo, Zhang compose all'istante due poemetti dal titolo “Canto di
primavera” e li affidò alla domestica. Quella stessa sera la donna consegnò a Zhang un biglietto dalla
signorina Cui con un componimento dal titolo “Fulgida luna della quindicesima notte” in cui si parlava di
camera occidentale (dove risiedeva la ragazza), di zefiro (vento primaverile che indica la passione) e di una
porta socchiusa (un invito esplicito).
Quella notte sarebbe stata la quattordicesima del secondo mese lunare e, a est delle stanze di Cui, si
trovava un albicocco su cui ci si poteva arrampicare per scavalcare il muro. Giunta la sera del
quindici, Zhang raggiunse la camera a occidente, trovò la porta socchiusa. La cameriera dormiva sul letto e
quando Zhang la svegliò, spaventata, gli domandò come fosse arrivato lì. Fu poi davanti alla fanciulla che,
contro ogni aspettativa, con abiti formali, espressione seria e intransigenza moralista (emblematiche del
personaggio), iniziò a rimproverarlo di aver, inizialmente, salvato la sua famiglia ma di voler abusare di
questo atto a suo vantaggio, cambiare il male con altro male. Dal lessico tipicamente confucianesimo la
ragazza incarna l’austerità e il controllo morale confucianesimo. La ragazza avrebbe voluto ignorare le
parole dell’uomo ma ciò sarebbe stato altamente immorale e, se ne avesse parlato con la madre, avrebbe
mancato di rispetto nei confronti della bontà dimostrata.
Aveva così teso una trappola a Zhang per assicurarsi che si fosse presentato. Zhang rimase a lungo come
basito, poi andò via senza alcuna speranza.
Qualche sera più tardi, l’uomo dormiva solo sulla veranda quando fu svegliato all'improvviso dalla
cameriera che gli aveva portato una trapunta e un cuscino e che fece ritorno sorreggendo la signorina Cui
che piangeva e si strinse all’uomo fino a quando la domestica non la portò via. La mattina successiva Zhang
si domandò se effettivamente tutto fosse un sogno ma presto si rese conto che era tutto reale.
Si ha così un CAPOVOLGIMENTO IMPROVVISO NELLA NARRAZIONE DEL PERSONAGGIO: la sua severità si
scioglie, la ragazza è ormai spoglia della chiusura confuciana e moralista.
Da lì trascorsero dieci e più giorni senza che egli avesse più alcuna notizia di lei.
Un giorno, mentre era intento a comporre un poema, sopraggiunse la serva a cui l’uomo consegnò la poesia
come dono per la signorina Cui, che da quel momento lo ammise nuovamente nelle sue stanze. I due
vissero un mese nel "Padiglione occidentale".
Cui era molto versata nella scrittura; per questo motivo Zhang aveva espresso più volte il desiderio di
leggere i suoi scritti, ma lei non glielo aveva mai permesso e, sebbene provasse sentimenti, non li aveva mai
espressi in versi.
In un'occasione, Zhang l'ascoltò di nascosto mentre suonava con il qin una triste melodia che struggeva il
cuore, ma quando le chiese di ripeterla, lei non suonò più.
Si avvicinava per Zhang il periodo degli esami e della sua partenza per Chang'an. Si ha così un altro
CAPOVOLGIMENTO: AL MONDO DEL PIACERE SI SOSTITUISCE QUELLO DEL DOVERE. Collidono, in questo
modo, regione individuale (restare con lei) e ragione sociale (cercare di diventare un funzionario allo scopo
di rendersi utile per lo stato). La donna sapeva che stavano per separarsi per sempre e, nonostante il
dolore, gli riferì che era normale che lui andasse via e che le loro promesse di amore eterno si spezzassero,
ma decise di esprimere il suo desiderio e suonò il suo qin per lui. Si denota così la RETTITUDINE della donna,
un’assoluta conformità ai principi morali, che si riflette in una condotta di onesta e probità (valore
fondamentale per i confuciani).
Tutti piangevano sommessamente, la signorina Cui andò via e l'indomani mattina il giovane si mise in
viaggio.
L'anno successivo Zhang, che non aveva superato l'esame imperiale, si trattenne ancora alla capitale e inviò
una lettera a Cui per rassicurarla. La donna risponde con grande devozione ringraziandolo per i doni ricevuti
(un cofanetto di ornamenti e un rossetto) che tuttavia fanno accrescere la sua nostalgia di donna
abbandonata in un luogo lontano. Nonostante comprenda che quello è il suo destino, si sente confusa, sola,
come se avesse perso il controllo di se stessa. Nei momenti di festa, si sforza di sorridere e conversare, ma
poi, nelle sere oziose, le lacrime scendono come pioggia. Immaginando i ricordi del passato, sembra tutto
così vicino eppure un ano è già passato. Il suo voto d’amore eterno è sempre immutato, è lieta che l’uomo
non si sia dimenticato di lei. Uomini e donne non hanno potere sul proprio cuore. Si augura che l’amato
abbia cura di se.
Ciu, in allegato alla lettera, spedisce anche un bracciale di giada (affinchè egli possa trarre forza dalla pietra
e integrità dal bracciale), una ciocca di capelli (su cui sono iscritte le sue pene) e un macinino da tè di
bambù (porta le tracce delle sue lacrime). Affida a Zheng il suo cuore, nonostante il orto risieda lontano.
Zhang mostrò la lettera ai suoi conoscenti, così in molti all'epoca seppero di questa storia. L'amico Yang
Juyuan, che amava comporre poesie, scrisse a questo proposito una quartina intitolata “A Ciu”
Yuan Zhen, autore dell’opera, aggiunge trenta distici al poema “Incontro con l'Immortale” del letterato
Zhang.
Gli amici del giovane che seppero di questa vicenda furono tutti impressionati, ma Zhang fu risoluto nella
sua decisione, e così, Yuan Zhen, in virtù della confidenza che aveva con lui, gli chiese di spiegarsi.
Zhang afferma che “Tutte le creature che il cielo ha voluto eccezionali sono demoni per gli altri e per se
stessi“. SI HA UN CAPOVOLGIMENTO PERSONALE ED EMOTIVO: inizia a cambiare opinione su di lei.Se la
signorina Cui avesse incontrato un uomo ricco e nobile, avrebbe approfittato di questo favore e della sua
bellezza, non per essere nuvola e pioggia, ma per diventare come serpe o drago malefico.
“Nuvole e pioggia” 云⾬ (termine che generalmente in cinese indica il rapporto sessuale) si
riferisce alla rapsodia di Gao Tang (risalente periodo medievale) in cui si racconta dell’incontro tra
un essere umano e una dea - incontri di questo tipo solitamente finivano sempre male - ma in
questa rapsodia la dea si concede all’uomo perché estremamente benevola. Nel caso della
signorina Cui questa non sarebbe stata benevola come è stata la dea di Gao Tang ma sarebbe stata
una serpe malefica.
Nell'antichità il re Xin di Yin (ultimo solvano della dinastia Shang) e il re You di Zhou (ultim re della dinastia
degli Zhou Occidentali) regnavano su stati ed erano molto potenti, ma in entrambi i casi una donna li portò
alla rovina.
Secondo l'ottica confuciana la bellezza in generale (⾊, colore, edonismo, sesso), in questo caso la
bellezza femminile, è pericolosa e destabilizzante. La bellezza femminile è posta come in antitesi
alla virtù confuciana maschile, vi è quindi una concezione misogina per la quale la donna viene
assimilata a un pericolo, a un'ingerenza della passione e del desiderio nel mondo del dovere
sociale che l'uomo solitamente incarna con la carriera burocratica e il servizio allo stato. 
Contrapposizione tra due mondi diversi: quello della passione e dell’individuo e quello del dovere
e della società. 
Nell’ottica confuciana prevale il mondo del dovere e della società, il mondo della passione viene
visto come un pericolo per l’altro mondo, per questo motivo Zhang pensa di aver fatto bene ad
aver lasciato la ragazza in quanto sarebbe stato pericoloso avere una storia con lei. Il suo
eccessivo dogmatismo lo ha portato a temere gli effetti destabilizzanti della bellezza e della
passione. La virtù confuciana è contrapposta alla malizia. 
La contrapposizione tra desiderio, passione e dovere sociale può essere interpretata anche come
una contrapposizione tra la passione pura da un lato e la razionalità o la razionalizzazione
dall’altro. 
Lui, pur essendo invaghito della ragazza, cerca di razionalizzare quindi prova a superare questo sentimento
attraverso le facoltà mentali razionali; il risultato, però, scontenta entrambi e quindi il suo tentativo non
giova a nessuno dei due (cosa non gradita dai lettori, infatti questa storia, che non ha un lieto fine, verrà
successivamente riscritta con un finale felice).

All'incirca un anno dopo, Cui si era già sposata e anche Zhang aveva preso moglie. Si trovò un giorno a
passar per la località dove risiedeva la donna e domandò al marito di dirle che desiderava incontrarla come
un cugino materno. Il marito andò a riferirle queste sue parole, ma lei rifiutò di uscire. Un'espressione di
profondo rammarico si dipinse in tutta la sua intensità sul volto di Zhang.
Cui ne fu informata e in segreto scrisse un componimento in versi in cui dichiarava di sentirsi in imbarazzo
nel farsi vedere in quelle condizioni: smagrita, senza luce sul volto e pigra anche per uscire dal letto.
Qualche giorno più tardi Zhang era in procinto di partire ed ella compose un altro poema come ultimo
addio in cui professava di sentirsi abbandonata ma di sapere che un tempo era stata amata, anche se quei
sentimenti ora dovrebbero essere diretti a sua moglie. Da quel momento non seppe più nulla di lei.
Nel finale c’è questo tentativo di moralizzare la storia quindi di presentarla con un INTENTO
DIDASCALICO di insegnamento: insegnare agli altri a non sbagliare e a non essere traviati. 
Yuan Zhen (autore) arrivò a parlare di questo episodio con un amico che ne lodò la singolarità e compose
così il “CANTO DI YINYIN” per tramandarlo.
Il nome da bambina della signorina Cui era Yingying e Li (amico) lo usò come titolo per il
suo poema.
Questa storia rappresenta tutta una serie di rovesciamenti dei personaggi, fenomeno tipico di un
genere narrativo già complesso, sviluppato e raffinato come il racconto Chuanqi.

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